venerdì, febbraio 26, 2016

Avete paura di volare? Ecco l'app per voi...


Bella idea (anche se l'esecuzione mi lascia un po' freddino). Post leggerino del venerdì.

In sostanza l'insight è che c'è gente che ha paura di volare, e che il decollo è uno dei momenti che fa più paura.

La trovata è di distrarre i passeggeri, far loro distogliere la mente dalle proprie paure per concentrarsi su qualcosa d'altro.

Approfittando che ora si può usare il telefonino anche in decollo ANA, una linea aerea giapponese, ha realizzato una apposita app.

L'idea: "Puzzle games and music are the top ways to relax in-flight"

Il video che segue presenta l'idea e la sua realizzazione (che, come detto, non mi entusiasma troppo).



A questo punto si può discutere sul valore in termini di marketing dell'operazione.
PR, buzz? Non mi sembra abbia fatto parlare di se' i giornali.

Customer care, coccolare i clienti? Forse, se l'hanno comunicata e hanno reso fasile e popolare il download.

giovedì, febbraio 25, 2016

Bellissimo. La pizza dei sogni e il poster interattivo. Wow Effect.

Unconventional stunt pizza pr digital planner blog venturini




Di Pizzerie, di ristoranti ce ne sono tanti. Come emergere, come "bucare"?

La Catena La Place in Olanda lo ha fatto sommando la relazione diretta con le persone a un Wow effect. Con in più un effetto alone di buzz.

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In sostanza: poster interattivi. Comunicazione audiovideo bidirezionale con lo chef dal poster.

Da un'affollata via del centro, i passanti potevano parlare con lo chef.

Richiedere la pizza dei loro sogni. Vederla preparare sotto i loro occhi.

E, volendo, affrettarsi al ristorante per vederla pronta e calda.

Unconventional stunt pizza pr digital planner blog venturiniEcco il video:



Engagement, specialmente perché è una cosa inusuale. Furba, anche perché permette di entrare dentro a come sono concepiti, preparati i prodotti, è appetitosa. Divertente, insomma.

Idea semplice, realizzazione tecnologicamente un po' più complessa. Ambient, unconventional, creatività e tecnologia. Un bel mix.

mercoledì, febbraio 24, 2016

Genio. La ragazzina e la festa della prima luna. Video meritevolmente virale :-)

No, dai, questi sono dei geni.

Qui sotto non solo c' un'idea ma c'è anche dell'ottimo lavoro creativo.

E qualcuno fortemente bastardo dentro.

Il committente è un'azienda che produce assorbenti femminili.

Il target le ragazzine ai primi cicli (tant'è che il prodotto pubblicizzato è un welcome kit, diciamo, o forse meglio chiamarlo starter pack).

Sotto ne parlo, perché è un'idea di business interessante.

La storia: una ragazzina ha un complesso di inferiorità rispetto alle sue pari, perché non ha ancora avuto il menarca, quindi diciamo che non è ancora entrata nell'età adulta.

Decide allora di fingere.
E qui la madre... (warning: bastard inside).

Molto divertente e ben fatto. E oltre 32 milioni di visualizzazioni meritatissime.

Qui c'è il video (suggerisco di attivare i sottotitoli in inglese, l'audio è un po' complicato)




Parliamo ora di HelloFlo, che è stato definito il Dollar Shave Club degli assorbenti; è un servizio in abbonamento che permette di ricevere periodicamente gli assorbenti, in abbonamento. Marca e azienda molto smart, approccio fortemente orientato alla creatività e all'impatto - cose ormai indispensabili per far bucare una nuova marca.

Qui ci sono gli approfondimenti:

http://www.fastcocreate.com/3032097/hello-flos-first-moon-party-is-the-funniest-tampon-commercial-youll-see-all-day


http://www.today.com/money/girl-fakes-period-mom-gets-revenge-fake-first-moon-party-2D79831114

http://www.adweek.com/adfreak/girl-fakes-getting-her-period-and-pays-price-hilarious-new-ad-hello-flo-158405

martedì, febbraio 23, 2016

Il primo TEDx in volo: ideona di PR da Qantas per il volo delle startup australiane

O famo strano, facciamolo ad alta quota. No, non stiamo parlando di diventare membri dell'esclusivo Mile High Club ma di un TedX.

Mercoledì 17, sul volo da Sydney a San Francisco (13 ore di volo!) i passeggeri hanno potuto godere del primo TEDx volante. 

Alcuni fra i più interessanti innovatori australiani nel mondo della scienza e della tecnologia hanno condiviso la propria visione a bordo del veivolo (dal vivo per chi è a prua del 747 e con streaming live per tutti gli altri passeggeri).

Se (come probabile) non eravate a bordo di quel volo, ecco uno dei video girati a bordo (che, volendo, potete anche vedere se partecipate al TEDx di Sydney il prossimo maggio).



 Altri video li trovate ovviamente su YouTube.

L'attività, oltre a contribuire in termini generali al branding dell'azienda, a rafforzarne e consolidarne la percezione come azienda che innova, sostiene anche la riapertura della tratta aerea tra Sydney e San Francisco - chiaramente un percorso pensato anche per facilitare i rapporti tra l'Australia e le culle dell'innovazione tecnologica americana.

E quindi, che di meglio per un TEDx di un aeroplano pieno di imprenditori? A bordo, infatti, c'erano anche un gruppone di startuppari australiani, che dopo l'atterraggio si sono fatti un bel giro dei grandi classici (Google, Facebook, Twitter, Singularity University...) per fare il pieno di idee e dare un boost ai loro business plan.

Un caffé offerto a chi riconosce l'oggetto sull'iPad :-)
  
Ed ecco un po' di content lato "press release" che approfondisce il tema:
Remo Giuffré, fondatore del TEDxSydney: "We are thrilled to be partnering with Qantas on this exciting 'Ideas that Travel' adventure celebrating the airline's San Francisco service connecting Australian and US-based entrepreneurs.

Some of the most exciting speakers from TEDxSydney alumni will be sharing their ideas at 30,000 feet while members of our extended networks are anticipating some serious meeting and greeting in the Bay Area next week. We're all looking forward to hearing more about those experiences at TEDxSydney 2016 at the Opera House in May."

Ed ecco un po' di approfondimenti, partendo dalla pagina Facebook dell'operazione (interessante vedere che i commenti all'operazione da parte degli utenti tendono ad essere fuori tema e relativi a disservizi reali o percepiti della linea aerea... ma la gente ha bisogno di sfogarsi e lo fa in qualsiasi modo. Quindi sempre prepararsi a reazioni del pubblico irrazionali o poco intelligenti o aggressive...).







venerdì, febbraio 19, 2016

Qui è dove ci intervistano su Strategia Digitale...

Strategia Digitale Manuale, come si fa?
Con una certa soddisfazione vediamo che Strategia Digitale, il nostro libro (di Giuliana e mio) continua non solo a vendere bene (per quello che può fare un manuale di marketing...) ma anche a attirare attenzione.

Così è stato per Guida Digitale, che ha voluto farci una video intervista (via Skype e con alcuni oceani di mezzo... ah, le meravigie della scienza e della tecnica).

Insomma, qui c'è l'intervista che racconta un po' come la vediamo sulla Strategia Digitale e sul nostro libro.
Non so bene se interessa, ma già che ci siamo la posto :-)




E se non sapete cosa sia il nostro manuale di Strategia Digitale, sotto vi piazzo il messaggio publiredazionale :-)


------ *MESSAGGIO PROMOZIONALE / COME APPROFONDIRE *-------

Per chi non conosce Strategia Digitale, il manuale per comunicare in modo efficace su internet e social media, qualche rapida informazione.  

Intanto dalla sua uscita è più o meno costantemente tra i libri della categoria "business" più venduti su Amazon, su carta e in formato Kindle. 

Anzi, per un paio di giorni siamo stati il libro in assoluto più venduto su Kindle in Italia (ok, l'editore aveva fatto un taglio prezzo molto notevole :-).

Ma ecco una breve descrizione di cos'è:

Abbiamo voluto fare un libro diverso: in mezzo a tanti libri che "spaccano paradigmi", che fanno della gran teoria, che dicono alle aziende dove sbagliano ma non danno ricette per fare giusto, abbiamo voluto fare un manuale.

Per dire quali sono gli step necessari, giorno, dopo giorno, per fare comunicazione sul campo. Mettendoci quella dose di teoria utile e necessaria per capire perché le cose vanno fatte in quel modo.

Il libro è pensato per:

a) chi lavora in azienda e vuole capire come si fa e perché con l'agenzia non riesce a capirsi :-)

b) chi lavora in azienda e ha un capo con cui non riesce a capirsi o per chi lavora in agenzia e ha bisogno di far capire al cliente "come funziona", visto che non è pubblicità :-)

c) chi lavora comunque nel digitale e vuole andare oltre alla mera operatività - capendo come si ragiona in modo strategico (in funzione degli obiettivi) per fare progetti migliori.

d) chi vuole iniziare a lavorare nel mondo digitale e vuole affiancare all'indispensabile pratica anche una capacità di pensiero strategico

Dentro ci sono parecchi decenni (combinati) di esperienza di Giuliana e mia. Raccontando ciò che abbiamo visto funzionare sul campo - dato che il digitale l'abbiamo visto nascere e crescere.

Come dice Giuliana nel suo blog:"Mettere ordine nel senso che, se per i singoli pezzi di digitale come il SEO/SEM, le Digital PR, il Social, sono stati scritti fiumi di parole, la parte che viene prima di tutto questo, la strategia digitale, non è mai stata considerata. O meglio, ciascuno si è costruito il suo modo di procedere, la sua metodologia, sulla base dell’esperienza e dell’esigenza del momento, ma tutto ciò non è mai stato codificato. Ci abbiamo provato noi."

Ecco i link da dove potete capire qualcos'altro sul libro e comprarlo online (in versione cartacea o ebook).



giovedì, febbraio 18, 2016

Shining... in realtà virtuale #GiovediVR


Se avete (fortunati voi) un visore Oculus, oggi potete godervi una visita dell'Hotel Overlook in Realtà Virtuale.

Assumendo, per un breve periodo, il ruolo e la visione di Jack Nicholson nel film.


Se come tutti noialtri gli Oculus (ancora) non li avete, potete intuire di che si tratta guardando questo brevissimo video.



You're the new caretaker at The Overview; chosen to single handedly look after this remote hotel throughout the icy winter months. We join you on your first day of complete isolation; waking up very late following the end of season staff party - high in the mountains and cut off from the world by the first of the big snow storms. It's time to leave your room and make your first check of the deserted hotel.

E leggendo questo approfondimento:


A me piace molto l'idea di poter fare dei backstage, di permettere alle persone di esplorare autonomamente dei mondi che abbiamo costruito con la narrazione.

Mi sembra un'interessante estensione del concetto (e del business) dei companion books, delle guide che ci raccontano nel dettaglio mondi della fantasia virtuale in cui la narrazione ci ha portato ma che vogliamo fare più nostri studiandoli, informandoci, vivendo esperienze aggiuntive..
Ora in modo altamente immersivo.

mercoledì, febbraio 17, 2016

Ha ancora senso la fotografia, se dal poster ti dico...cosa mettere su Instagram ?


Il fotografo, una volta, era quello che decideva cosa e quando fotografare, per scattare una bella immagine.

Il turista scattava foto sfocate, storte, ma tanto erano dei "ricordi".

Poi c'era il turista con velleità artistiche ma poca disciplina e gusto... e ti rifilava 90 minuti di diapositive orribili.

Ora lo scenario si è rimescolato; la tecnologia, gli smartphone... per molti la reflex è diventato un oggetto ingombrante ed inutile.
Ma forse presto sarà inutile anche l'umano dietro l'obiettivo, inteso come testa pensante :-)

Già, perché il pensiero era quello di trovare la bella immagine... ma adesso, a New York Canon ha predisposto dei poster digitali, che danno in diretta indicazioni su cosa è bello fotografare in quel momento preciso.
E dei camioncini con schermo digitale, posizionati nelle aree di NY più fotografate.


Telecomandando il fotografo e facendo scattare a tutti la stessa foto che tutti posteremo su Instagram, Facebook, Twitter etc etc :-)

In realtà il progetto è un po' più ampio e complesso... include l'ascolto in diretta delle reazioni al progetto sui social e la capacità quindi di reagire in real time... se vi interessa, la cosa da leggere è questa:

martedì, febbraio 16, 2016

lunedì, febbraio 15, 2016

La prima regola dell' (Internet) marketing...

Ovvero un paio di dritte per l'impostazione (strategica) di un'operazione di successo.

La prima regola del marketing (Internet o meno che sia) è: Soddisfare i Bisogni, Esaudire i Desideri 

Chi mi conosce sa che questo è uno dei miei temi "caldi" da digital planner - è una delle basi del marketing, sia digitale che analogico. Per cui ogni tanto ne riparlo, anche per via del ricambio generazionale dell'audience del  blog :-)

A parole, lo sappiamo tutti: la prima regola del marketing è soddisfare i bisogni del proprio target - e al marketing non importa quale strumento usiamo, importano le logiche di base.
E nemmeno Internet, i social, il digital alle regole elementari del marketing si possono sottrarre.

Guardiamo la rete: a giudicare da quello che si vede, questa regola è stata coscienziosamente tenuta nascosta ad un sacco di operatori del settore.
Non è infatti un segreto che il successo del digital prima, dei social dopo hanno attratto sul mercato un gran numero di "addetti ai lavori", di agenzie, di consulenti, di aziende e "responsabili" che magari ne capiscono di digitale ma che non hanno una specifica preparazione di marketing.

Il punto è che molto spesso ci si concentra sul "cosa possiamo fare" invece che sul perché.

Ci si strizza le meningi per uscire con un'idea di un'app, o di un'azione Facebook, o una trovata Instagram. E, lo sappiamo, la maggior parte di queste operazioni porta zero risultati o giù di lì. Perché abbiamo fatto operazioni che piacciono a noi, ma che non risuonano col cliente.

E allora bisogna essere banali e partire dai basics della strategia digitale: una volta definito il target, è fondamentale analizzare quali sono i suoi bisogni e i suoi desideri.  

I bisogni - ovvero ciò di cui il nostro target necessita da un punto di vista razionale. I desideri sono invece legati a sfere molto meno razionali… e spesso molto più potenti, tanto da avere spesso la meglio sui bisogni.

Il mio cliente, se sta cercando un automobile on-line, sente probabilmente il bisogno di conoscere le caratteristiche, le prestazioni, i prezzi, per poter effettuare una scelta razionale tra i vari modelli. Ma, anche se non lo dichiara, desidera probabilmente esprimere qualcosa di se' attraverso la scelta della propria auto; affermare il proprio status sociale, sedurre, sentirsi più giovane.

In ogni mercato, per ogni prodotto c'è un diverso mix di bisogni / desideri. Per questo, lo skill più importante per una persona di marketing digitale non è quello di essere un mago delle tecnologie ma è invece : mettersi nei panni del proprio cliente

Ancora una volta, capire quali siano i suoi bisogni e quali siano i suoi desideri. Capire come possiamo soddisfare al meglio gli uni e gli altri.

Ecco, io sono il potenziale cliente, il prospect.

Vengo esposto, incappo nella comunicazione della marca (sia un sito, un banner, un post su Facebook, un tweet...) non conosco necessariamente questa azienda… devo capire, in pochi secondi "what's in it for me". Devo capire se c'è qualcosa che mi interessa. Devo avere subito una chiara sensazione che farei molto bene a investirci un po’ di tempo,  cliccare su un po’ di link, vedermi un po’ di pagine.


Considerato che nulla è statico ma tutto fluisce ed evolve nel grande fiume della vita, dovrò stare in campana a cogliere i mutamenti, le evoluzioni. E aggiornare la mia strategia digitale, le mie soluzioni in modo da rispondere (e se possibile anticipare) le nuove esigenze.

A questo punto, come un boomerang, rientra in campo il discorso del mix di bisogni e desideri.

Anche perché ci sono casi in cui il nostro prospect non è assolutamente interessato alla nostra azienda e nemmeno al nostro prodotto, in termini 'funzionali'.
Se sono un consumatore e mi interessa relazionarmi con la Nike, mi può interessare molto relativamente (o niente) venire informato delle caratteristiche tecniche dei prodotti. Quello che mi interessa avere è emozione. Quello che desidero ottenere è la capacità di suscitare emozioni negli altri. Indosso un prodotto come un grosso cartello, scelgo una marca in base a quello che intendo urlare (o sussurrare) agli altri.

E quindi lo stile, il linguaggio, la natura stessa del sito da costruire dipendono fondamentalmente dai valori della mia marca (se ne ho), dalla natura del mio mercato, dalle esigenze del mio target.

E, come esiste un mix tra bisogni e desideri, nello sviluppo di un sito occorre trovare il giusto mix tra informazione ,  servizio ed emozione.

Parliamo di emozioni. Ogni azienda deve suscitare la giusta emozione. L'emozione che devo ricevere acquistando un vestito firmato da 10.000 euro è, con ogni probabilità, diversa da quella che provo concludendo un contratto con un fornitore di macchine utensili. Ma entrambi i brand devono saper comunicare i propri valori, sapersi costruire una immagine, essere percepiti nella maniera più appetibile possibile: devono assumere il valore di  simbolo della soddisfazione dei bisogni e dei desideri dei propri clienti.

E’ fondamentale rispettare questa regola anche su Internet. E’ la nostra faccia, che stiamo presentando. La nostra reputazione.

L'informazione è, almeno in teoria, la parte più facile da dare. Ogni azienda freme dal desiderio di inondare il consumatore di informazioni sul proprio prodotto…anche se spesso in rete non si riescono a trovare proprio quelle informazioni che più ci interessano o si annega tra un marasma di informazioni inutili che impediscono di arrivare rapidamente a ciò che ci interessa.
La questione di quanto e cosa dire è una di quelle che vanno osservate con un occhio altamente critico. Ho messo tutto quello che serve? Ho messo cose che non servono? Sono pregnante o futile? Sono chiaro o sono fumoso?

E' una questione di stili.
Ritornando un passo indietro, lo stile di un sito, il suo modo di comunicare, le emozioni che genera non possono non essere allineati ai valori del proprio brand.
Il linguaggio del proprio sito deve essere appealing per il proprio target.
Il percorso su cui guido il mio visitatore all’interno del sito deve essere funzionale alle sue aspettative.

Dipende da cosa cerca il mio visitatore. Ancora una volta, la chiave è comprendere la domanda, produrre risposte adeguate.

La solita vecchia storia, valida per le aziende come per i consulenti delle aziende, per i brand manager come per i digital planner: dare di più ma, sopratutto, pensato meglio.



giovedì, febbraio 11, 2016

Il NY Times regala 1.3 milioni di visori per la Realtà Virtuale ai suoi abbonati...#GiovedìVR



Di Google Cardboard, i visori low-cost in cartone per la Realtà Virtuale di Google abbiamo parlato recentemente.  

Un tool economico che democratizza l'accesso alla Virtual Reality. 

Un area di grande interesse per le aziende.. tanto che il prestigioso NY Times ha recentemente regalato ai suoi abbonati uno di questi oggetti.

E ne ha distribuiti 1.3 milioni di pezzi. In partnership con Google.

Il tutto nel quadro del lancio dei propri contenuti video aumentati, per poter fruire di una serie di documentari definiti VR-storytelling.


e, se volete, anche qui

E' stata sviluppata una applicazione dedicata, che permette di fruire i contenuti esclusivi del giornale.

Il NY Times sta cavalcando questo nuovo tipo di contenuti - ad esempio con questo filmato sulla campagna presidenziale statunitense.












The Times has produced a virtual reality film from footage of presidential campaign events taken over the last month. To view it, download the NYT VR app on your mobile device if you don’t already have it. (Go here for Android and here for iPhone.) Here, a national political correspondent revels in covering the campaign.


Si tratta quindi di esplorare nuove forme di giornalismo, nuovi approcci di storytelling, come racconta bene Forbes:

mercoledì, febbraio 10, 2016

Impressionante. L'ologramma che protegge i parcheggi per disabili

Impressionante realizzazione in Russia.

Il problema: i guidatori russi "si dimenticano" che non si può parcheggiare nei posti riservati ai disabili.

La soluzione: una ONG ha realizzato un impressionante artificio tecnologico per dare una lezione ai guidatori "distratti".

Una videocamera posta presso il parcheggio, controlla la presenza sul parabrezza del contrassegno disabili.

Se manca... beh, c'è uno schermo invisibile, fatto da vapori d'acqua. Su cui appositi proiettori proiettano l'immagine olografica di un disabile che con forza arresta il guidatore malandrino e gli impartisce una lezioncina..

Da farsi venire un accidente.

Al di là del tour de force tecnologico - che raggiunge un numero limitato di persone, l'effetto "notiziabilità" / PR crea una comunicazione difficilmente ottenibile con mezzi convenzionali.

Guardate il video. Merita.




More than 30% of the drivers in Russia take disabled parking spaces without caring about the signs on the ground. Dislife, a Russian non-profit organisation, came up with a powerful campaign to stop this inconsiderate behaviour. They installed projections of a real disabled person that popped up every time a non-disabled driver tried to park in their space. Special cameras verified the presence of the disabled sticker on their windshields and if no sticker was detected, the hologram would appear to confront the driver. Watch the stunt in action below : http://dislife.ru/

Grazie a Serena per la segnalazione.


martedì, febbraio 09, 2016

Parte #3: Checklist della Strategia Digitale (per PMI e non addetti ai lavori)


Eccoci arrivati alla terza puntata della checklist base della strategia digitale.

Una serie di spunti di riflessione, condensati sotto la forma di 10 domande da porsi - magari anche prima di aver messo in bella la strategia e iniziato ad operare. In sostanza, un materiale che integra e approfondisce il nostro libro "Strategia Digitale" (se non sapete cos'è, ne parlo in fondo).

Oggi ci concentriamo proprio sul "come è fatto il piano".

Domanda #5: Siamo sicuri che il piano è chiaro... anche a chi lo deve leggere?


Questo significa una serie di cose:

Il nostro piano strategico, è scritto in modo intellegibile?


Abbiamo evitato di ricorrere a buzzwords, a "termini tecnici" che in raltà non dicono esattamente cosa vogliamo fare? 

E' inutile mettere in piano di voler reintermediare il mercato o di ottimizzare la nostra presenza sui Social Media, se poi non diamo le guidelines di come intendiamo farlo. Altrimenti è come mettere in strategia "diventare ricchi" come obiettivo. Quello che costa normalmente più fatica non è tanto "cosa" vogliamo fare, ma come pensiamo di farlo. In pratica.

Nel nostro piano di strategia digitale, abbiamo definito cosa succede e quando?


Il "prima o poi faremo" o il "vediamo quando saremo pronti" fanno sì che non ci sia nessuna fretta nell'attuazione. Ergo che non ci si arrivi mai. Occorre cercare di darsi degli obiettivi temporali e poi lavorare per raggiungerli. Altrimenti rischiamo di non arrivare mai. O di non partire nemmeno, tutti tesi a raffinare il piano invece di eseguirlo.

In un piano strategico, spesso il meglio è nemico del bene


Per l'appunto, ho visto un certo numero di casi in cui certe persone hanno passato anni a mettere a punto il business plan che avevano nel cassetto, in modo che fosse perfetto. 

Peccato che quando si sono dichiarate soddisfatte, l'opportunità di mercato si era già chiusa, competitor più pragmatici e operativi erano già partiti - magari con un business plan o un piano di strategia meno raffinato, ma con un time to market più sensato.

Il nostro piano strategico digitale è troppo a breve o troppo a lungo?


E' abbastanza inutile pretendere di fare un piano di dettaglio che copra 36 mesi. Le cose cambiano. Ha senso dare un indirizzo generale, poi si vede (chiaramente ci sono eccezioni, ma non molte in questo stretto campo). E' pericoloso concentrarsi su cosa succede nei prossimi tre mesi... poi si vedrà. Dobbiamo sapere dove andiamo a medio termine, per impostare la rotta. Ne abbiamo tenuto conto?

Domanda #6: (ci) siamo coordinati, nello sviluppo del nostro piano di strategia digitale?


Sembra forse strano ricordarlo, ma non si possono fare i conti senza l'oste. 

Ad esempio quelli che devono eseguire il piano (quindi accertiamoci che quello che proponiamo sia fattibile... magari con sforzo e tirando madonne, ma fattibile).

Oppure con i responsabili di altre aree, i detentori di know how collegati... prima di finalizzare il piano verifichiamo con loro se ci sono cose che non sappiamo o che si sono dimenticati di dirci, se vedendo il piano viene loro in mente che (per fattori che noi non conosciamo) c'è nun modo più efficiente di fare le cose o c'è un vincolo legale che impedisce di fare una certa azione (e noi non lo sapevamo...). 

Insomma, se non siamo una one man band, gli altri sono una risorsa importante. A non consultarli rischiamo di buttare via pezzi importanti di lavoro e di ricominciare... Ma anche assicurarsi che tutta l'azienda vada nella stessa direzione, che i vari piani siano coordinati. Che in comunicazione si parli tutti la stessa lingua, si vada nello stesso senso a promuovere le stesse cose nello stesso periodo. Che se anche si saranno esecuzioni diverse, le strategie siano le stesse, e chi ci vede non colga l'impressione di un brand schizofrenico.


------ *MESSAGGIO PROMOZIONALE / COME APPROFONDIRE *-------


Come accennato in apertura, questo post è un approfondimento al nostro manuale "Strategia Digitale". Il manuale per comunicare in modo efficace su internet e social media.

Per chi non lo conosce, qualche rapida informazione. 

Intanto dalla sua uscita è più o meno costantemente tra i libri della categoria "business" più venduti su Amazon, su carta e in formato Kindle. 

Anzi, per un paio di giorni siamo stati il libro in assoluto più venduto su Kindle in Italia (ok, l'editore aveva fatto un taglio prezzo molto notevole :-).

Ma ecco una breve descrizione di cos'è:

Abbiamo voluto fare un libro diverso: in mezzo a tanti libri che "spaccano paradigmi", che fanno della gran teoria del futuro, che dicono alle aziende dove sbagliano ma non danno ricette per fare giusto, abbiamo voluto fare un manuale.

Abbiamo cercato di dire quali sono gli step necessari, giorno, dopo giorno, per fare comunicazione sul campo. Mettendoci quella dose di teoria utile e necessaria per capire perché le cose vanno fatte in quel modo.

Il libro è pensato per:

a) chi lavora in azienda e vuole capire come si fa e perché con l'agenzia non riesce a capirsi :-)

b) chi lavora in azienda e ha un capo con cui non riesce a capirsi o per chi lavora in agenzia e ha bisogno di far capire al cliente "come funziona", visto che non è pubblicità :-)

c) chi lavora comunque nel digitale e vuole andare oltre alla mera operatività - capendo come si ragiona in modo strategico (in funzione degli obiettivi) per fare progetti migliori.

d) chi vuole iniziare a lavorare nel mondo digitale e vuole affiancare all'indispensabile pratica anche una capacità di pensiero strategico

Dentro ci sono parecchi decenni (combinati) di esperienza di Giuliana e mia. Raccontando ciò che abbiamo visto funzionare sul campo - dato che il digitale l'abbiamo visto nascere e crescere.

Come dice Giuliana nel suo blog:"Mettere ordine nel senso che, se per i singoli pezzi di digitale come il SEO/SEM, le Digital PR, il Social, sono stati scritti fiumi di parole, la parte che viene prima di tutto questo, la strategia digitale, appunto, non è mai stata considerata. O meglio, ciascuno si è costruito il suo modo di procedere, la sua metodologia, sulla base dell’esperienza e dell’esigenza del momento, ma tutto ciò non è mai stato codificato. Ci abbiamo provato noi."

Ecco i link da dove potete capire qualcos'altro sul libro e comprarlo online (in versione cartacea o ebook).



lunedì, febbraio 08, 2016

Usare Instagram per raccontare una storia.. video, Land Rover


Come forse saprete, da pochi giorni è finito un mito - è stata interrotta dopo decenni la produzione del mitico Land Rover Defender (ne ho avuta una, un po' mi manca).



Ma la vita va avanti e anche il business: e così per gli altri veicoli della marca ex inglese, negli USA segnalo una una peculiare operazione su Instagram.

Proprio su Instagram hanno raccontato due storie (già, storytelling) ma la caratteristica particolare è di aver usato lo spazio in modo da costruire una visione panoramica. 

E di permettere di seguire multimedialmente la storia perché non si sono publicate solo foto ma anche video... cliccate qui

Riguardo alle storie (un po' minimal, diciamocelo): la prima parla di una coppia e del suo viaggio nella natura, attraverso la Sawtooth National Forest in Idaho sulla loro Land Rover  @SolitudeInSawtooth, la seconda storia @BrotherhoodOfWonderstone mostra l'esplorazione di due fratelli (di un posto in Utah).

Insomma, guardate le foto e visitate gli URL delle storie.



Land Rover (Instagram Adventures) - Discovery Sport from Roy Torres on Vimeo.









Approfondimenti:

http://www.lbbonline.com/news/yr-new-york-heads-on-an-instagram-adventure-with-land-rover/

http://www.creativeguerrillamarketing.com/social-media-marketing/land-rovers-instagram-adventure-story-is-absolutely-mindblowing/ 


http://cdn.notube.co/55cb662708272c03007da3bc/high.mp4

giovedì, febbraio 04, 2016

Google ha distribuito più di 5 milioni di visori per la Realtà Virtuale... #GiovedìVR



Oggi è giovedì, quindi parliamo di realtà virtuale - un tema dove i big sempre più pare vogliano scommettere duro.

Un tema che quindi o ci cambierà la vita o sarà un altro inceneritore di risorse finanziarie spese dietro a quello che "avrebbe potuto essere".

Se Facebook, Sony e altri hanno fatto grande rumore e PR sul tema della Virtual Reality, Google è stata un po' più di basso profilo nella comunicazione.

CardboardHa però fatto dei fatti - il suo Cardboard è il visore VR più diffuso al mondo, con oltre 5 milioni di pezzi venduti (e ci credo, costa pochi euro e al limite uno se lo può anche autocostruire... e sfrutta il nostro smartphone, senza costringerci a comprare hardware aggiuntivo).



La sua app per visualizzare i filmati /app di Virtual reality è stata scaricata 25 milioni di volte. Centinaia di migliaia di ore di filmati VR sono stati consumati su YouTube.

Ora il tono della comunicazione si è alzato, con Google che annuncia l'apertura di una divisione vera e propria dedicata al tema.

E' chiaro che immergersi in una realtà artificiale ma convincente è una opportunità potenziale pazzesca per il mondo dei giochi, del turismo virtuale e (come abbiamo già detto) delle luci rosse.

Nei piani di Google c'è sicuramente un forte coinvolgimento di YouTube - che cavalcherà seriamente i contenuti VR e una partnership con GoPro (che ha prodotto una - costosissima - professional camera per filmare in Virtual Reality).

Qui è dove vi metto un video che approfondisce cosa sta pensando di Fare Google:


Google has big plans for VR, but it's starting with something small: a piece of cardboard. We go behind the scenes with the new Google Cardboard and a crazy GoPro camera rig.

Interessante l'articolo di ITespresso, che da' un contesto:
"Secondo una ricerca targata SuperData, nel 2017 saranno venduti 70 milioni di dispositivi di Realtà virtuale (VR). Il mercato dei visori per la virtual reality (VR), forte di 70 milioni di unità, genererà un giro d’affari pari a 8,8 miliardi di dollari di fatturato sul versante hardware e 6,1 miliardi di dollari su quello software."



Approfondimenti:
http://www.alphr.com/google/1002416/google-opens-dedicated-virtual-reality-division
http://recode.net/2016/01/29/google-adds-design-oomph-to-virtual-reality-unit-as-apple-enters-the-fray/
http://fortune.com/2016/01/27/google-cardboard/
http://www.lastampa.it/2016/01/28/tecnologia/realt-virtuale-tutti-i-numeri-di-google-cardboard-ll7lmj1rv2s39Vyw0E9jcO/pagina.html




martedì, febbraio 02, 2016

Il prestito sociale (di oggetti) sulla cassetta della posta. Bella idea.

Non è proprio un'operazione di comunicazione "commerciale" come la definiamo noi, ma è un interessante esperimento sociale di interazione e, in fondo, di umanizzazione dei nostri rapporti col vicinato.

Il grande classico: non conoscere bene o per nulla le persone che vivono a pochi metri da noi.


Per stimolare quindi lo scambio di idee, emozioni, pensieri, relazioni, c'è chi ha pensato di passare attraverso lo scambio di oggetti.

In breve: si appone sulla propria cassetta della posta uno o più adesivi indicanti gli oggetti che siamo disponibili a prestare al vicinato.

E il gioco è fatto.

Dentro, c'è anche un pensiero ecologico, di downshifting, di non comprare 10 trapani quando basta comprarne uno e imprestarselo tra vicini (e così chiudono le fabbriche di trapani...)

Una mappa aggiornata degli adesivi "installati"

"That is how you can stand up for a reasonable, sustainable way to use consumer goods in your own neighbourhood, build a local network, get to know your neighbours better and buy less all together! The aim of the project Pumpipumpe is to make sharing-friendly neighbours and their objects visible and so to promote the sharing of consumer goods. With Pumpipumpe this does not happen on the Internet, but with little stickers on the letterbox, where neighbours and local residents walk past every day.That way you are able to directly contact each other to borrow a bike-pump, drill or a fondue set, get to know each other better and have to buy even less equipment."

Il tutto nasce da un'associazione svizzera: "The Pumpiumpe Association stands up for a conscious use of our consumer goods and wants to improve social interaction in urban neighbourhoods. We therefore promote the sharing of our rarely used personal belongings."

Gli adesivi si comprano on line (5 euro) da www.pumpipumpe.ch  e così finite pure sulla mappa (anonimamente, ofc)

Ecco il video: