Sarà "Engagement" la parola chiave della comunicazione del prossimo futuro?
Da qualche tempo alcuni guru della comunicazione stanno scommettendo su una nuova "buzzword". La nuova parola magica è "engagement", la capacità della comunicazione di attirare, coinvolgere il pubblico.
In una parola di farsi vedere e appassionare.
Di fronte alle correnti di pensiero che attribuiscono una disaffezione del pubblico al mezzo televisivo e di fronte alle richeste sempre più pressanti dei grandi clienti di otrtimizzare il budget, si sta iniziando a spostare il tiro.
A passare dalla necessità di fare OTS (un gran numero di opportunità potenziali per il target di vedere il messaggio, calcolate estrapolando i numeri dei un campione Auditel) alla necessità di misurare quanto in effetti il messaggio sia davvero visto, compreso, di quanto abbia avuto effetto.
Si parla allora di engagement, della capacità del messaggio di costruire una storia per la marca, una storia che abbia un effetto sugli atteggiameni e sui consumi.
Si parla di engagement come alternativa al ricorso alla pura "interruzione" - ovvero all'affidarsi alla potenza della televisione di infilarsi nella vita del target e dello spot di colpire il prospect. Un meccanismo che, in uno scenario dove l'affollamento di messaggi pubblicitari che ci interrompono è sempre più alto, il consumatore ha sviluppato dei filtri potenti - in grado di cancellare dalla sua percezione buona parte delle comunicazioni indesiderate o non "engaging"
Al crescere del numero di interruzioni cresce la capacità di filtro e la sfida per le agenzie ed i clienti di osare, di investire strategicamente in pensiero ed esecuzione per creare messaggi coinvolgenti, non solo dal punto di vista meramente esecuzionale ma dal punto di vista dei concetti di marketing sottostanti
Creando una relazione più stretta e proficua con la marca - una marca che non ci assedia durante il giorno "interrompendoci" ma una marca piacevole, che ci arricchisce (un pochino) la vita con contenuto interessanti, affascinanti..."engaging"
Nasce quindi (in TV e su altri media) la disciplina dell'"Engagement marketing", naturalmente basata in larga parte sulla capacità di inserire elementi di entertainment value nella comunicazione pubblicitaria.
Una forma di marketing che se non richiede necessariamente forti budget richiede molta competenza fantasia e, soprattutto un grandissimo coraggio... direi fuori della portata della maggior parte delle aziende nostrane ( e non solo...). O no?
Un blog di Comunicazione, Internet Marketing, Social Media, PR Digitali. Approfondimenti sul Manuale di Strategia Digitale.
lunedì, dicembre 19, 2005
martedì, dicembre 13, 2005
TV On Demand: forse stavolta ci siamo?
La grande novità di questa fine d'anno è la materializzazione della televisione on demand - di cui per anni abbiamo favoleggiato ma che in realtà non si era mai concretizzata se non per degli esperimenti su piccola scala (cui avevo anche partecipato nell'ambito di un progetto della comunita' europea)
Adesso invece, o per paura di essere tagliati fuori da un possibile business o perche' ritengono di poterci fare dei soldi, sono scesi improvvisamente in campo una serie di players a offrire il Video on Demand (VOD)
In fondo non fa tanto notizia che America On Line, come operatore Internet, offra questo servizio: molto piu' rumore e' che il partner è Warner Brothers. Questi due lanceranno, a gennaio 2006, un servizio basato su sei canali e un archivio di centinaia di show degli anni 70-90. Servizio che dovrebbe essere gratuito.
NBC e CBS inizieranno invece a vendere contenuti (vecchi show) a 99 centesimi.
Mentre come al solito l'attenzione si punta su Apple, che ha lanciato il servizio su iTunes di vendita di show della ABC a 1,99 dollari - è tutto da vedere se riusciranno ad allargare l'offerta: al momento in meno di venti giorni dal lancio hanno comunque venduto un milione di filmati.
Anche la PSP (play station portable) si butta su questo mercato... nel senso che se oggi puo' leggere filmati comprati su dischi digitali, un domani potrebbe andare direttamemente contro l'iPod Video...
La grande novità di questa fine d'anno è la materializzazione della televisione on demand - di cui per anni abbiamo favoleggiato ma che in realtà non si era mai concretizzata se non per degli esperimenti su piccola scala (cui avevo anche partecipato nell'ambito di un progetto della comunita' europea)
Adesso invece, o per paura di essere tagliati fuori da un possibile business o perche' ritengono di poterci fare dei soldi, sono scesi improvvisamente in campo una serie di players a offrire il Video on Demand (VOD)
In fondo non fa tanto notizia che America On Line, come operatore Internet, offra questo servizio: molto piu' rumore e' che il partner è Warner Brothers. Questi due lanceranno, a gennaio 2006, un servizio basato su sei canali e un archivio di centinaia di show degli anni 70-90. Servizio che dovrebbe essere gratuito.
NBC e CBS inizieranno invece a vendere contenuti (vecchi show) a 99 centesimi.
Mentre come al solito l'attenzione si punta su Apple, che ha lanciato il servizio su iTunes di vendita di show della ABC a 1,99 dollari - è tutto da vedere se riusciranno ad allargare l'offerta: al momento in meno di venti giorni dal lancio hanno comunque venduto un milione di filmati.
Anche la PSP (play station portable) si butta su questo mercato... nel senso che se oggi puo' leggere filmati comprati su dischi digitali, un domani potrebbe andare direttamemente contro l'iPod Video...
mercoledì, dicembre 07, 2005
Squidoo entra in public beta!
Oggi passa dalla fase di beta supersegreta (;-) alla fase di beta pubblica Squidoo.com
Cos'è? beh... diciamo che è un (una?) wikipedia che remunera gli autori. Un concetto abbastanza innovativo di creare, gestire e fatturare la diffusione di sapere on line.
O è una bufala pazzesca, o è una gran bella idea.
Dato che la gente che c'è dietro è di peso, propendo leggermente per la seconda ipotesi.
Appena ho un po' di tempo scrivo anch'io una "lente"... il problema è che il livello dei contenuti che ho visto è parecchio buono... e quindi dovrei mettermi li' con molto impegno e molto tempo per non sfigurare. E beccarmi una sana parte del fatturato pubblicitario generato dal mio content...
Oggi passa dalla fase di beta supersegreta (;-) alla fase di beta pubblica Squidoo.com
Cos'è? beh... diciamo che è un (una?) wikipedia che remunera gli autori. Un concetto abbastanza innovativo di creare, gestire e fatturare la diffusione di sapere on line.
O è una bufala pazzesca, o è una gran bella idea.
Dato che la gente che c'è dietro è di peso, propendo leggermente per la seconda ipotesi.
Appena ho un po' di tempo scrivo anch'io una "lente"... il problema è che il livello dei contenuti che ho visto è parecchio buono... e quindi dovrei mettermi li' con molto impegno e molto tempo per non sfigurare. E beccarmi una sana parte del fatturato pubblicitario generato dal mio content...
lunedì, dicembre 05, 2005
Nuovo articolo su Apogeonline...
Lo sapevate che il RFID ha il diavolo dentro?
La battaglia contro il RFID si sposta sul terreno del fondamentalismo religioso: il chip potrebbe essere un segno satanico"
Lo sapevate che il RFID ha il diavolo dentro?
La battaglia contro il RFID si sposta sul terreno del fondamentalismo religioso: il chip potrebbe essere un segno satanico"
domenica, dicembre 04, 2005
Rientro dalle vacanze
Sono stato in vacanza una settimana, e il blog ne ha sofferto...
Il convegno di Vicenza, anche se non affollatissimo (anche dato il "decentramento" geografico) mi e' sembrato di buona qualità e ringrazio chi ha lasciato i commenti e tutti gli altri che hanno invece mandato e-mail...
Sono stato in vacanza una settimana, e il blog ne ha sofferto...
Il convegno di Vicenza, anche se non affollatissimo (anche dato il "decentramento" geografico) mi e' sembrato di buona qualità e ringrazio chi ha lasciato i commenti e tutti gli altri che hanno invece mandato e-mail...