giovedì, agosto 17, 2006

Ma... è Guerilla Marketing o Guerilla Communication?
Il GM , almeno nella sua stragrande maggioramza dei casi, è una forma di comunicazione. Però il termine "Guerilla Marketing" suona meglio, è più markettabile…;-) io ritengo che dovrebbe essere chiamato Guerilla Communications ma ormai e’ fatta…

Anche perchè, molto spesso, di Marketing ne ha poco.
Il GM si è storicamente (per quel poco di storia che ha) sviluppato su un approccio "creativo". Cercare la trovata, il colpo ad effetto.

Molto spesso quella del GM è tutta teoria generica perche’ alla fine quello che conta è la trovata. E non che sia sbagliato: non si vive di solo Marketing...

In effetti questo approccio dove la strategia e il marketing sono in sottordine rispetto alla capacità creativa è tipico di alcuni settori come la moda o i profumi, dove non si puo’ organizzare la comunicazione su parametri razionali (se mi permettete la generalizzazione) e dove sono gli stilisti e i creativi che la fanno da padrni in comunicazione, interpretando trend, cogliendo cose che sono nell’aria, trovando modi di stupire e attrarre l’attenzione.

Si tratta dunque, nel GM, di lavorare sull’awareness e sulla generazione di news value – ovvero facendo casino fare si’ che i media se ne occupino e parlino di noi, dandoci copertura mediatica gratuita (publicity).

Il problema è che se anche alziamo l’awareness, non è detto che facciamo del bene alla brand equity – e poi che marca potrà essere una marca che vive solo di colpi ad effetto?

Pochissime marche possono sopravvivere ad una strategia fatta solo di guerilla – che anzi va in molti casi usato a dosi omeopatiche. Il rapporto tra marca e cliente è spesso è un fidanzamento, un certo livello di prevedibilità è spesso apprezzato...

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