Non credo che funzionerebbe da noi, ma per ragioni diverse: scarsa propensione alla novità (le pubblicità per settore finiscono per assomigliarsi tutte), scarsa creatività (ma in parte è colpa del cliente-azienda che non vuole/ama rischiare, quindi perché l'agenzia dovrebbe impazzire a spiegare il concetto a chi non vuole ascoltarlo?). Paradossale, anche perché non è (sempre) questione di costi: i testimonial si pagano. Ma il formato "storiellina-testimonial-jingle" alla fine è quello che risulta essere più conveniente per tutti. Con buona pace della novità e dell'innovazione, sia nel linguaggio che nella comunicazione. Questo il mio punto di vista. ciao
Sì, funzionerebbe, l'audience è abbastanza ampia in Italia per "rischiare" nuovi linguaggi. Rischiare per modo di dire: in questo caso sarebbe accontentare una clientela che, almeno in parte, ha bisogno di nuovi stimoli.
D'altra parte qualche anno fa abbiamo avuto Woody Allen che ha girato per la Coop se ben ricordo. : )
E anche il filmato agiografico di Tornatore per Esselunga ha cmq un tentativo.
A essere più specifici rispetto al filmato che hai postato, vedo qualche difficoltà in Italia rispetto allo spunto iniziale: un incontro in discoteca non credo sia ben visto dai cattolici bigotti ma forse qui si tratta di essere più realisti del re.
Credo che protrebbe funzionare. Nel lungo periodo poi, potrebbe rendere piu' "umana" la figura dei tasti operatori che restano (per la maggior parte) dietro le quinte. Avvicinare le storie personali di un mondo che di solito e' completamente sconosciuto alla massa, ma esiste ed e' fatto di persone e di storie personali tra le piu' varie. Potrebbe fare bene anche alle organizzazioni del lavoro del settore, all'interno delle quali gli operatori stanno vivendo una sempre maggior spersonalizzazione.
Non credo che funzionerebbe da noi, ma per ragioni diverse: scarsa propensione alla novità (le pubblicità per settore finiscono per assomigliarsi tutte), scarsa creatività (ma in parte è colpa del cliente-azienda che non vuole/ama rischiare, quindi perché l'agenzia dovrebbe impazzire a spiegare il concetto a chi non vuole ascoltarlo?).
RispondiEliminaParadossale, anche perché non è (sempre) questione di costi: i testimonial si pagano. Ma il formato "storiellina-testimonial-jingle" alla fine è quello che risulta essere più conveniente per tutti. Con buona pace della novità e dell'innovazione, sia nel linguaggio che nella comunicazione. Questo il mio punto di vista. ciao
Sì, funzionerebbe, l'audience è abbastanza ampia in Italia per "rischiare" nuovi linguaggi. Rischiare per modo di dire: in questo caso sarebbe accontentare una clientela che, almeno in parte, ha bisogno di nuovi stimoli.
RispondiEliminaD'altra parte qualche anno fa abbiamo avuto Woody Allen che ha girato per la Coop se ben ricordo. : )
E anche il filmato agiografico di Tornatore per Esselunga ha cmq un tentativo.
A essere più specifici rispetto al filmato che hai postato, vedo qualche difficoltà in Italia rispetto allo spunto iniziale: un incontro in discoteca non credo sia ben visto dai cattolici bigotti ma forse qui si tratta di essere più realisti del re.
Ciao!
Zeno
Credo che protrebbe funzionare.
RispondiEliminaNel lungo periodo poi, potrebbe rendere piu' "umana" la figura dei tasti operatori che restano (per la maggior parte) dietro le quinte. Avvicinare le storie personali di un mondo che di solito e' completamente sconosciuto alla massa, ma esiste ed e' fatto di persone e di storie personali tra le piu' varie.
Potrebbe fare bene anche alle organizzazioni del lavoro del settore, all'interno delle quali gli operatori stanno vivendo una sempre maggior spersonalizzazione.