Premessa. Nel vedere che nazioni che hanno molto meno da offrire turisticamente... impacchettarlo e venderlo in un modo milioni di volte migliore del nostro... mi girano.
Non mi fate parlare di chi sia la colpa: ce n'è per il pubblico e per il privato, per gli Enti e per l'ignoranza di troppi nostri operatori, nel rifiuto di studiare, di approcciare il marketing turistico in maniera non troppo da ****.
Detto questo, bellissima iniziativa Islandese.
Strategia: se si ha una mezza idea di visitare un posto, la prima cosa che si fa è andare su un motore di ricerca (chissà quale) per raccogliere informazioni che aiutano a prendere decisioni.
Ma allora, come direbbe un buon planner, visto che le macchine hanno dei limiti, perchè non usare le persone?
Risposta da manuale: reclutare volontari disposti a rispondere alle domande più strane.
Dare informazioni vere, di prima mano. Umane. personali. Parlare con uno che ci abita.
Farsi venire la voglia di andare in Islanda invece che, chessò, in quel casino di posto che è l'Italia.
La smetto lancio dalla regia il video che lancia e spinge l'operazione.
E che rappresenta, esso stesso, un modo intelligente e furbo di fare pubblicità turistica.
E che rappresenta, esso stesso, un modo intelligente e furbo di fare pubblicità turistica.
More than 98% of the world's Guðmundur population lives in Iceland. This May, we have asked some of our finest Guðmundurs to help you answer your most pressing questions about Iceland. It may not always be what you expect, so Ask Gudmundur and you might just get an answer.
Want to know some Iceland secrets? Ask Guðmundur - the human search engine on Facebook and Twitter using the #AskGudmundur hashtag.
Comunque: si possono porre domande su Facebook e Tiwtter. I volontari si sbattono e danno delle risposte. Da quel che vedo, principalmente postando video che rispodono alle domande più frequenti e più interessanti; e su Twitter con brevi risposte (e qui mi sa tanto di redazione...).
Insomma, se uno scava scava, nulla che non si possa fare facilmente in qualsiasi nazione: un'operazione di relazioni pubbliche e di Social Media fondamentalmente "classica" ma il modo di impacchettare e vendere il concetto è potente.
E soprattutto non è incasinato, controverso, polemico, mezzo zoppicante e un po' dilettantesco come potrebbe avvenire in certe nazioni un po' cialtrone.
(btw gli Islandesi, che ho frequentato, e molto, quando vivevo all'estero, bevono infinitamente più di noi e sono infinitamente più seri :-)
Da notare, per finire, i livelli di engagement, di interazione che i post su Facebook riescono a generare. Mica male.
Approfondimenti:
Il sito del turismo islandese... (ci può insegnare qualcosa)
http://finance.yahoo.com/news/iceland-launches-ask-gu-mundur-123000757.html
Inspired by Iceland: su Facebook e su Twitter e su Instagram
«Premessa. Nel vedere che nazioni che hanno molto meno da offrire turisticamente... impacchettarlo e venderlo in un modo milioni di volte migliore del nostro... mi girano». Frase ahimè da incorniciare anche alla luce di quanto fatto dalla comunicazione di EXPO da mesi a questa parte, una tragicommedia all'italiana.
RispondiEliminaPer restare sul tema, il lavoro svolto dai creativi dietro l'iniziativa è stato assolutamente geniale. E l'engagement, come facevi giustamente notare, ha dato ragione a loro. Annotare e prendere spunto!
Ciao dal team Ad Com