mercoledì, gennaio 31, 2007

Trivia

Un marketing trivia che mi ha fatto riflettere, sulla forza del lavoro del marketing, su quanto aspetti che noi markettari digitali diamo troppo per scontati siano invece detrerminanti per far vendere un prodotto...

Avete presente Mastro Lindo?

Pensate un po' che il personaggio è in giro dal 1958 !
Se lo sono inventato in quell'anno e incarna un marinaio con orecchino d'oro (simbolo anticamente di quelli che avevano passato il Capo Horn - ovviamente a vela), tosto e alto più di 1 metro e 80. E di una certa età - da notare le sopracciglia completamente bianche e qualche ruga d'espressione. Occhio azzurro, sguardo franco e diretto, sorridente e con due bicipipti da fare invidia a Braccio di Ferro (altro marinaio, btw).

Come tutti i marinai (almeno quelli della tradizione militaresca) è abituato a pulite in fretta e bene, svolgendo facilmente i compiti più gravosi come lucidare gli ottoni, spazzare i ponti con la redazza e pulire la scia di schifezza lasciata dai bambini.

Il lavoro sugli archetipi è stato fatto bene - non solo il personaggio ha resistito all'usura del tempo e continua a fare bella mostra di se' sul prodotto ( e dato quanto P&G usi i test, mi sa che significa che dal punto di vista marketing ancora "funziona"), ma è entrato nell'immaginario collettivo...

... al punto che nel 1998 è entrato nella classifica, stilata dalla rivista "People", degli uomini più sexy del mondo...

martedì, gennaio 30, 2007

Cambia la (mia) pubblicità

Come avrete forse notato, ha fatto la sua comparsa, qui a destra, uno spazio pubblicitario, attualmente in fase "sperimentale".

Abbandonata la prova fatta con Google adwords che, probabilmente per la natura non commerciale del mio sito, non mi aveva dato grandi soddisfazioni...
...no, un attimo, più che altro non mi soddisfaceva il tipo di inserzioni che mi arrivavano, che venivano pubblicate - robe che c'entravano poco o niente col mio blog direi.
Contenuto che non aggiungeva e non si integrava.

Quindi non e' stata una questione di soldi.... su quelli, mai avuto aspettative.

Per farla breve, ho deciso di aderire al progetto di Metafora, un modo un po' alternativo di fare pubblicità.

Una pubblicità con un progetto, che trovate qui

Cito dal sito di metafora:

"Rispetto alle classiche concessionarie... Metafora pone regole inderogabili: la pubblicità dev’essere poca, deve parlare sottovoce e deve proporre un messaggio utile ai lettori. Per realizzare questi obiettivi, ogni sito aderente al network si impegna a pubblicare una sola inserzione per pagina, di dimensioni contenute e in una posizione visibile ma tale da non pregiudicare in alcun modo la fruizione dei contenuti. Ogni proposta di inserzione viene discussa in modo trasparente all’interno del network di Metafora: accettiamo soltanto quelle che, per esperienza diretta o in seguito ad apposita indagine, promuovano prodotti, servizi o iniziative in grado di soddisfare standard di qualità e affidabilità non scontati.

Inoltre ci mettiamo la faccia: noi scegliamo gli inserzionisti che ci piacciono, ma poi a margine di ogni inserzione spieghiamo in pubblico perché riteniamo che quel banner meriti attenzione. Crediamo, in questo modo, di dare un servizio anche a coloro che frequentano i siti appartenenti al network, selezionando per loro informazioni poco invadenti e che potrebbero rivelarsi utili tutti i giorni dentro e fuori la Rete."

Un progetto cui mi fa estremamente piacere partecipare...
Formazione continua: quali fonti?

In risposta alla mia richiesta di commenti sul blog, forse avrete notato un commento che verteva sull'interesse a avere indicazioni su come mantenere aggiornata la propria formazione in campo marketing.

Per prima cosa, se uno ha già una base solida sui temi che deve/vuole affrontare, diffiderei dei libri.

Per la loro natura sono sempre parecchio in ritardo rispetto alla realtà - poco male in discipline che evolvono lentamente, un problema per materie in rapida evoluzione come il digital marketing e gli altri "nuovi marketing".

A parte suggerire a chi ne ha l'occasione di frequentare uno dei miei corsi, posso periodicamente condividere con voi le mie fonti, quei siti / newsletter / etc che io uso o consulto più o meno regolarmente e che mi piacciono.

In primis quelli che trovate nell'elenco qui a destra.

Altri indirizzi utili (secondo me) sono ad esempio:
http://trendwatching.com/

http://www.paidcontent.org/

date anche un'occhiata a questa directory

E assolutamente iscrivetevi alla mailing list di Mlist

Nei prossimi giorni vedro' di aggiungere altri link selezionati.

Altra raccomandazione, se potete, andare a convegni e dibattiti, o seguiteli via webcast.
Ma, più importante di tutto, sviluppare un solido senso critico: la fuori è pieno di soluzioni in cerca di un problema, e di gente che per trovare qualcosa da rifilare agli sprovveduti, si inventa le forme piu' strane, assurde e inefficaci di marketing...

domenica, gennaio 28, 2007

Ancora sulla "autoproduzione" dei programmi

(segue da questo post precedente...)

Altro sempreverde dell'area del branded content sviluppato in casa è quello dei contenuti per le famiglie – area in cui si muovono ad esempio Burger King (con la produzione di un film) e OfficeMax.
Questa importante catena di cartolerie e forniture per l’ufficio ha giocato la carta del content come attività di marketing per cogliere le opportunità dell’importantissimo momento del “ritorno a scuola”.

Per poter sfruttare questo importante momento di vendite del mercato, OfficeMax ha creato – in collaborazione con l’emittente ABC Family e DDB Chicago – uno show televisivo chiamato “Schooled”, condotto dall’ex cantante dei Dream Street Jesse McCartney.

Il contenuto del programma è stato poi versionato in un DVD speciale, disponibile solo nei punti vendita della catena, e contenente video in anteprima del nuovo album del cantante.

Riconoscendo poi l’importanza dell’online e del fenomeno YouTube, il contenuto è stato ulteriormente rielaborato e reso disponibile online su Google Video in vari formati, tra cui una edizione di 21 minuti. L’operazione sembra aver portato dei discreti risultati – con oltre un milione di famiglie a guardare il programma ( di una sola puntata) ed oltre sei milioni di visioni del materiale posto online, piazzando il clip tra i più visti sul sito.

Anche Unilever, a supporto del proprio deodorante Axe, ha investito sulla realizzazione di uno “special”, in questo caso un programma di un’ora messo in onda su MTV negli Stati Uniti e in Canada.

Coerentemente con il posizionamento del deodorante, il tema del programma era basato sulla seduzione – o meglio, sugli ostacoli da superare, presentando una galleria di personaggi, quei “Gamekillers” che ogni teenager teme di incontrare – quel genere di persone in grado di mandare immediatamente in fumo qualsiasi manovra di seduzione grazie al loro inopportuno intervento.

La banca Morgan Chase ha invece scelto il formato della mini serie televisiva (dei 30"...), a supporto della propria carta di credito, realizzando il “minidrama” Change of Plans andato in onda ad Ottobre sull’emittente TNT. La parte finale della serie era però disponibile solo online, con l’obiettivo di portare l’audience a interagire maggiormente con la comunicazione del prodotto. Il materiale diffuso in televisione è stato poi, ancora una volta, riutilizzato per operazioni di comunicazione digitale online.

La lista degli esempi può continuare citando Old El Paso, produttore di cibo pronto messicano che – con l’obiettivo di familiarizzare maggiormente il pubblico con i propri prodotti e rendere appealing la cucina messicana - ha sviluppato la serie televisiva in sei episodi “An Italian In Mexico”, condotta da uno chef (italiano) e diffusa nel Regno Unito.

Il content è stato già ridistribuito ad altre 51 nazioni, è in cantiere una seconda serie di 13 episodi e si sta lavorando sul versioning del contenuto in forme quali i libri e i DVD.

(segue)

sabato, gennaio 27, 2007

Qualcuno vole comprare un barca a vela?

Stiamo pensando di vendere la nostra barca a vela, un Dufour T7 carrellabile e dotata di rimorchio. Lunghezza 7 metri, deriva mobile (può quindi spiaggiare). Accessoriatissima.

Il prezzo? Un affarone...e se volete c'e' anche il rimorchio per trainarla e portarsela in giro.

La barca è visibile a Barcellona. Una descrizione di massima la trovate qui http://venturini.net/HTML/page6.html

se siete interessati, fatevi vivi, lasciate un commento a questo post...

venerdì, gennaio 26, 2007

Invece della pubblicità... mi faccio il programma

Nonostante l’impatto che Internet ha avuto sul consumo dei mezzi, la televisione resta comunque un mezzo diffusissimo e fortemente consumato: negli Stati Uniti l’adulto medio passa 2,5 ore al giorno davanti allo schermo, i bambini in età scolare ci passano 27 ore la settimana e quelli in età prescolare anche di più.

Il problema non è dunque solo la fuga dalla TV - anche se il calo negli US esiste e si sente da un quarto di secolo ( quindi non è solo colpa di Internet). Ma Internet, negli ultimi 10 anni ha fatto la sua parte - ed è uno dei fattori che spiegherebbe un calo del 35% delle audience in prime time.

Il problema che preoccupa gli operatori del settore è quello dell'attenzione prestata alla pubblicità e la sua capacità di influenzare atteggiamenti, comportamenti e acquisti.
Così le aziende stanno guardando sempre di più a forme alternative di comunicazione e a mettere le mani sul content. Direttamente.

La maniera più semplice di occupare il contenuto con la propria marca è quella di sponsorizzare o di ricorrere al product placement – pratica che sta notevolmente crescendo negli USA. Quasi l’11% dei minuti di programmazione in prime time contiene ormai qualche tipo di riferimento ad una marca e, in alcuni casi, il tempo occupato dal product placement supera ormai quello dedicato alla pubblicità vera e propria.

Una strada ulteriore è stata aperta attraverso il product integration, ovvero la costruzione di episodi di serial o reality centrati su un prodotto o servizio, di cui abbiamo parlato qualche mese fa.

Proseguendo su questo cammino è risultato naturale agli investitori immaginarsi un passo successivo; impadronirsi di un intera serie, costruendosela su misura dei propri obiettivi di marketing. Costruire programmi per la televisione o film per il cinema (che vengono poi comunque riprogrammati sul media televisivo).

Anche se questa filosofia non è del tutto nuova, quello che è cambiato è l’attenzione data dalle aziende a questo approccio – che sta forse passando da un’applicazione marginale del proprio budget a un asse strategico della comunicazione aziendale.

Negli USA si sta dunque irrobustendo questo approccio al content televisivo, attraverso TV show, film e altri tipi di contenuti offline e online sviluppati dalle aziende stesse e dalle loro agenzie di comunicazione. Tanto che è già nata ed attiva una specifica associazione, la Branded Content Marketing Association, creata allo scopo di raggruppare gli addetti ai lavori e le aziende interessate e di contribuire alla creazione di know how e discussione su questi nuovi temi.

Gli esempi sul campo iniziano a farsi significativi, espandendo modelli già collaudati, come quello di Procter & Gamble che produce lo show “Home Made Simple” – un programma settimanale che da anni accompagna la vita delle famiglie americane; e che da qualche tempo viene complementato da un ricco sito web. Sempre in casa P&G non si può non citare l’attività di Gillette, che ha ad esempio tradizionalmente prodotto ricchi programmi televisivi come il Gillette World Sport.

Lo sport, è intuitivo, ha una parte rilevante nelle nuove produzioni, per la facilità di questo tema di attirare audience. Nike ha dunque investito nella realizzazione di documentari ad hoc, mentre Pepsi Cola ha scommesso sulla produzione di “First Descent”, un film consacrato allo snowboarding e diffuso nei normali circuiti cinematografici (e successivamente ripreso dalle emittenti televisive). Anzi, l’azienda ha addirittura creato una unità cinematografica – la MD Films (dove la MD sta per Mountain Dew) che ha curato la produzione del lungometraggio, dove il soft drink appare in modo piuttosto discreto.

Pepsi starebbe inoltre considerando la possibilità di ripetere l’esperimento, producendo altri film a supporto di altre marche, centrandosi sui temi classici della sua pubblicità (come la musica) e su altri temi sportivi. E questa attività cinematografica integra attività televisive, come la produzione del Pepsi Max World Challenge, sorta di reality show a puntate, realizzato in occasione dei mondiali di calcio.

(se interessa, segue....)

mercoledì, gennaio 24, 2007

Questa settimana su Apogeo:

Lo zebù, la nuova frontiera della finanza etica

Dopo esserci scottati le dita scommettendo sulle dot-com, è giunta l’ora di investire in Madagascar su un progetto eco-zoolidale

L'articolo lo trovate qui
Una domanda per voi - aiutatemi a migliorare

Come avrete notato, dall'inizio del 2007, viaggi permettendo, sto cercando di incrementare la quantità di contenuto del blog, sempre cercando di salvaguardare la qualità dei post, di matenere un buon mix tra news brevi e approfondimenti, di mantenere ragionevole il livello di contenuti autopromozionali.

Va bene cosi'? C'è troppa roba? Troppo poca? Avete altri consigli?

Dato che questo affare lo scrivo per voi, tanto vale che mi date una mano a portarlo nella direzione che più vi piace e vi serve...

RSVP, Grazie

martedì, gennaio 23, 2007

La TV online porta audience alla TV offline...

o qualcosa del genere.

Le audience televisive americane del prime time sono calate del 35% nell'ultima decade. Sono in realtà 25 anni che esiste questo trend - ma l'accelerazione di questa emorragia negli ultimi anni si fa sentire.


La CBS, nota catena televisiva americana, di fronte alla fuga di spettatori, ha provato a recuperarli facendo pubblicità là dove molti vanno - su Internet. E, specificamente, su YouTube.

Grazie ad un accordo firmato tra le due socetà, la CBS ha potuto inserire video / trailer dei propri programmi sul portale del video online. Nel primo mese dell'accordo, i filmati promozionali sono stati visti da una media di 850.000 persone al giorno - al punto che tre di questi video della CBS si sono collocati nei top 25 video più visti del mese.

I risultati si cono fatti sentire, con recuperi di audience anche del 7%. Anche se, ovviamente, YouTube non è stato l'unico fatttore, in CBS appaiono convinti che YouTube ha permesso di incrementare le audience... riportando utenti online al buon vecchio mondo della TV offline.
Su EuroPMI una nuova puntata del corso di e-marketing per le PMI...

Sul portale EuroPMI potete leggere la nuova puntata del mio corso di Internet Marketing per le PMI e per i "non necessariamente addetti ai lavori".

Questa settimana parliamo di...

Come scrivere i testi per un sito web
10 regole base

La parte più importante di un sito web è proprio quella dei testi: dalla maniera in cui li realizzeremo dipenderà molto del successo del nostro sito e del nostro business.

L'articolo lo trovate qui

Nuovi Incarichi alla European University di Barcellona

...per questo nuovo semestre mi è stato riconfermato l'incarico di docenza alla European University, brillante Business School internazionale.

Sarò responsabile di formare allievi che vengono un po' da tutto il mondo su: Advertising & Media e su Global Communications.

Sarò inoltre responsabile di un programma formativo sull'e-marketing in collaborazione con gli studenti dell'MBA.

lunedì, gennaio 22, 2007

Due dati sugli investimenti pubblicitari in Spagna...

Per chi fosse interessato.

A Ottobre 2006 il leader degli investimenti è stato El Corte Inglés, con 23,8 milioni di Euro di investimento (dall'inizio dell'anno). A seguire Renault (23,7) e P&G (22,7).

Sempre forte la telefonia, con Telefonica Moviles al 4° posto (21,1), France Telecom all'8° (dovrebbe essere il lancio dell'operatore mobile Orange, che ha assorbito Amena), Telefonica al 9°, Vodafone al 10°.

Ferrero è al 13° posto con 13,3 milioni di Euro.

Se il totale degli investimenti per i primi 10 investitori è di circa 206 milioni di Euro, Internet (sempre sui primi 10) fa totalizzare una spesa di circa 680,000 Euro (poi capite quando dico che qui non sono così avanti come tanti pensano...).

Tra i big spender Internet troviamo Telefonica Moviles (232,000 Euro su un totale investito di 21,14 milioni) e Repsol YPF (272,000 su 9,6 milioni).

Curiosità: alcune marche non spendono su Internet nemmeno una lira in advertising.
Tra questi, a zero budget, troviamo El Corte Inglés (proprio lui, il più grande spender), L'Oreal, Reckitt Benckiser (12° posto, spending di 14,16 milioni di euro, praticamente tutti in TV), Ferrero (anche loro quasi tutto in TV).

Per curiosità, gli utenti Internet Spagnoli sarebbero circa il 48% della popolazione - 17,77 milioni di utenti (fonte) contro i 17-18 milioni di Italiani (fonte).

I dati sugli investimenti in Spagna sono di fonte Infoadex.

Per curiosità, un estratto della ricerca di IAB sugli investimenti 2005 in Europa...

Spain

41% of adult population is online (15.1m users)
25% of connections are broadband
9% of users shop online
20% of media time is spent online

Online advertising spend
€150m for 2005 (estimate)
50% increase in first half figures between 2004 and 2005
1.5% share of all media spend
31% of advertising spend is placed with search engines
Data supplied January 2006
‘Search is the driving motor in our market – it accounts for 31.5% of Spain’s online
advertising. The proportion of online advertising spent on it has increased 195% in the last
year and we saw actual investment in search triple during this period. The other key to the
increased investment is the growing role of the traditional advertisers; they represent 55% of
total ad spend, an increase of 61% on last year’s figures.’
Antonio Traugott, Director General, IAB Spain


Italy

39% of population is online (19m users)
42% of connections are broadband
16% of users shop online
Online advertising spend
€138m for 2005
18% increase on same period 2004
1.5% of all advertising media spend
Data supplied February 2006, Source A
udiweb for online audience
Nielsen Media Research/IAB Italy Assointernet for Adspending
2005 was a great year for online in Italy. Two very interesting things happened. It was a
celebration of the first year in which online advertising has been really well understood by
clients. The massive conference in Milan for 1500 delegates gave a unique focus in a market
which is growing 15% year on year. Online advertising spend topped €138m in 2005, however
this excludes search engine advertising, which remains difficult to calculate. Inside the IAB we
have made some estimates of what we think this is worth and it looks set to be around €80m,
making the Italian market worth more than €215m.’
Layla Pavone, President, IAB Italy

Netherlands
Audience
62% of population online (10m users)
Online advertising spend
€67.7m total online adspend, Jan-Sept 05
49% increase on Q3 2004-05
46% on Search
3% share of all advertising media spend
Data supplied January 2006, Source Neilsen Media Research

La pubblicità online: + 67% entro il 2008?

Secondo lo studio EIAA Marketer's Internet Ad Barometer, gli investimenti in pubblicità online crescerebbero di questa bella percentuale.

Cresce infatti l'interesse degli inserzionisti verso il mezzo - il 74% dichiara che la Rete deve essere un media fondamentale all'interno della propria strategia.

Per l'80% l'aumento di attrattività di Internet come mezzo è anche dovuto all'arrivo della banda larga e quindi alla possibilità di poter uare formati più creativi (o la possibilità di replicare i soliti 30" in stile televisivo anche in Rete?)

Al momento un 42% degli inserzionisti destinerebbe già oltre un 5% del suo budget a Internet.

Ci si attende un forte incremento degli investimenti anche in Italia.

A livello Europeo, la regina degli investimenti sarà l'industry del Largo Consumo che dovrebbe far salire di un 25% i suoi investimenti complessivi in Rete.

La crescita del budget allocati a Internet andrà a discapito di altri mezzi, tra cui specialmente TV e stampa; circa il 51% del budget verrebbe infatti detratto da allocamenti media finora riservati a mezzi tradizionali.

Forte incremento atteso anche nelle azioni online di Direct Response.

domenica, gennaio 21, 2007

Incontriamoci a Bologna

Sarò presente come relatore a questa interessante iniziativa organizzata da Lexmeeting...

E-commerce: legge, fisco e marketing - Giornata di studio di carattere interdisciplinare

2 marzo 2007, 9.30-18.30

Bologna, Archiginnasio, Sala dello Stabat Mater, Piazza Galvani, 1

La giornata di studio si propone di fornire ad imprenditori e professionisti il quadro generale della disciplina giuridica e fiscale del commercio elettronico, offrendo spunti per l'implementazione dell'attività telematica, mediante le più moderne soluzioni di web marketing.

Programma

9.30 - Registrazione partecipanti

9.45 - Prima sessione: Sito internet: struttura, contenuti, visibilità, promozione

11.30 - Coffee break

12.00 - Seconda sessione: Web marketing: prospettive per le piccole e medie imprese e studi professionali

13.00 - Pranzo a buffet

14.00 - Terza sessione: Profili giuridici del commercio elettronico: informazioni, negoziazioni e obbligazioni

15.30 - Tea break

16.00 - Quarta sessione: Aspetti fiscali del commercio elettronico

17.30 - Tavola rotonda, dibattito e domande dal pubblico

Argomenti trattati

  • La rete e il suo funzionamento. I nomi a dominio
  • Realizzazione e gestione strategica del sito internet aziendale e professionale
  • Web marketing e potenziamento dell'attività
  • Il commercio elettronico come centro di una rivoluzione aziendale e professionale
  • Le principali decisioni e le implicazioni giuridiche
  • Le fonti normative di riferimento
  • Il sito internet. Struttura, pagine interne, link. Gli strumenti per la visibilità
  • La vendita Business to Business (B2B)
  • La vendita Business to Consumer (B2C) e la tutela dei consumatori
  • Le condizioni generali di vendita on line. Clausole fondamentali
  • La formazione del contratto telematico. Luogo e momento della conclusione del contratto
  • La disciplina del documento informatico e delle firme elettroniche
  • L’esecuzione dei contratti telematici. Strumenti di pagamento on line
  • Legge applicabile e giurisdizione competente
  • La fiscalità del commercio elettronico
  • La stabile organizzazione
  • L'applicazione dell'IVA
  • Le spese per la realizzazione e la gestione del sito internet

Per altre informazioni ed iscrizioni ( il convegno è a pagamento, ma costa solo 150 Euro + IVA) qui trovate il sito

venerdì, gennaio 19, 2007

NeuroMarketing - una segnalazione

Segnalo questo interessante articolo dal sito della Harvard Business School

Neuro Economics: Science or Science Fiction?
Published: January 8, 2007
Author: Jim Heskett
Forum open for comment until Wednesday, January 24. — 47 Comments — Post a comment
Executive Summary:
The growing use of MRI (magnetic resonance imaging) devices for studying decision making means that in 2007 we may hear a number of striking conclusions based on studies involving a small number of brain scans, says Jim Heskett. What are the more general implications of this trend? Will it have strong explanatory as well as manipulative potential for us as consumers, managers, and citizens?

L'articolo lo leggete a questo indirizzo
Prossimi corsi

Il prossimo corso che avrò l'onore di tenere sarà "Ideare, gestire e ottimizzare le campagne pubblicitarie in azienda" che terrò a Milano l' 8 e 9 Febbraio.

E' destinato sia alle persone che in azienda devono seguire la pubblicità che alle persone che in agenzia devono seguire i clienti.

Tra gli obiettivi del corso:
- Chiarire le fasi dello sviluppo strategico di un progetto di comunicazione
- Apprendere come dialogare con l’agenzia pubblicitaria e con il cliente
- Conoscere i "trucchi" per massimizzare il lavoro dell’agenzia
- Approcciarsi con nuovi presupposti alla collaborazione per una campagna pubblicitaria

Interessati? Per informazioni ed adesioni (il corso è organizzato da LRA), cliccate qui
Second Life: media e pistolettate irrompono nella comunità virtuale...

Second Life, come molti di voi certamente sanno, è un mondo virtuale, una seconda vita nel ciberspazio. Abitata dai nostri avatar, che rappresentano ciò che ci sentiamo o quello che vorremmo essere...

Un mondo della fantasia, virtuale nel più puro dei sensi... ma dove la realtà sta pesantemente entrando.
Aziende molto reali hanno aperto i propri uffici su Second Life (e la tentazione è venuta anche a me).

E i media "tradizionali" hanno scoperto che la popolazione di Second Life resta pur sempre un audience.

Dove c'è un audience...nascono dei media: così per il popolo di Second Life sono già arrivati una rivista, un programma radio...e non è che l'inizio.

La rivista si chiama Avastar ed è prodotta dagli editori del quotidiano scandaloso/scandalistico tedesco Bild.
Centrata sulla cronaca (scandalistica?) di quanto avviene nel mondo parallelo di SL, la rivista viene pubblicata in formato pdf e si sostiene grazie alla pubblicità di prodotti e servizi disponibili su Second Life.

In piena ottica "User Generated Content" pagano il contenuto generato dagli utenti, testi o foto (in valuta di SL)

Per gli user di lingua spagnola, è stato invece recentemente messo in onda il primo programma radio in diretta da quell'altro mondo. A cura dell'emittente spagnola Cadena Ser, il programma Hoy por hoy è andato in onda (o meglio, è stato reso ascoltabile in Rete) lo scorso 20 dicembre.

L'attenzione di aziende e media verso Second Life ha però già generato la nascita di un movimento oppositore.

Il Second Life Liberation Army ha esordito con uno spettacolare atto ''terroristico'', abbattendo a revolverate gli innocenti avatar che si avvicinavano ai negozi Reebok posti nel mondo virtuale, impedendone così l'accesso.

Comprensibile e, per alcuni, condivisibile la lotta di questo esercito di liberazione che si batte contro l'invasione di Second Life da parte delle marche.

Quanto al metodo, cominciamo proprio male...
Su Apogeo, questa settimana, parlo di....

Internet mobile e video sempre più convergenti

Grandi manovre sul fronte dell’Internet Mobile, la nuova frontiera della connettività (e dei fatturati?).

Il video, specialmente quello user generated, potrebbe essere una delle killer application.

Il link all'articolo

lunedì, gennaio 15, 2007

Mi citano ;-)

egotrip

Inizio ad essere famoso? Quanto meno inizio ad essere citabile.

Dopo l'intervista in diretta alla Radio della Svizzera Italiana di qualche settimana fa (sul tema dei collant alla caffeina), adesso è la Rai (beh, il sito della Rai) a citare i miei deliri giornalistici (sul tema dei software che analizzano quello che scriviamo e lo dicono al governo USA)...

:-)

/egotrip
...e se i libri digitali avessero un futuro?

Degli eBook si parla tutto sommato pochino, ultimamente. E non sembrano certo essere cosiderati dei prodotti particolarmente "cool" o "hot" dal punto di vista del business.

Eppure c'è chi ritiene che possano avere un buon futuro - in particolare la casa editrice HarperCollins (di proprietà del gigante NewsCorp) che si è appena comprata un bel pezzetto di NewsStand Inc, società specializzata nella digitalizzazione e distribuzione digitale di testi.

Non solo: HarperCollins ha anche deciso di condividere la propria tecnologia (sviluppata in casa) con altri operatori del settore, sperando così di poter influenzare gli standard adottati dagli operatori, specialmente su quelli di piccole dimensioni, non in grado di sviluppare soluzioni proprietarie.

HarperCollins ha già digitalizzato circa 12,000 titoli, di cui 2,000 sono online. Il catalogo digitale dovrebbe crescere di circa 3500 libri l'anno.

Ma anche i competitor si stanno dando un gran da fare - e per la fine del 2007 si prevede saranno alcune decine di migliaia i titoli offerti digitalmente dai big player.

Quanto all'Italia, non si può non citare l'impegno di Apogeo, uno dei gruppi che si da' piu' da fare...

PS: Riceviamo e volentieri pubblichiamo: www.evolutionbook.com (si veda il commento a questo post)

venerdì, gennaio 12, 2007

La IPTV dei fondatori di Skype è in beta test

Adesso sappppiamo cosa hanno fatto i fondatori di Skype con la loro parte dei miliardi di euro incassati con la vendita di Skype a eBay...

Entro quest'anno Janus Friis e Niklas Zennstrom lanceranno la loro nuova iniziativa imprenditoriale: una TV via IP (ovvero visibile su Internet).

Disponibile a condizione di disporre di banda larga e di un computer Windows (pare con una CPU molto robusta), viene dichiarato che stanno alacremente lavorando per una versione Mac (aspetterò quella) anche se è già possibile usare il software sui Mac Intel usando Parallel (e quindi facendo funzionare il Mac sotto Windows). All'orizzonte (più lontano?) anche una versione Linux.

Il canale si finanzierà nel più classico dei modi: con la pubblicità.
Caratteristica del canale sarà anche il fare leva sull'aspetto delle social communities, sulla personalizzazione dei canali, sull'integrazione di forum di discussione.

Già Warner Music dovrebbe essere pronta ad acquistare spazi su questa nuova TV e a creare canali volti a promuovere i gruppi musicali della sua scuderia.

La TV è in fase di beta test (pare ci siano dei problemini di qualità di video, di interfaccia utente, di uso pesantissimo delle risorse del PC) - se volete essere tra i tester potete iscrivervi sul sito... o farvi invitare da altri tester, attraverso un sistema virale copiato da quello di Gmail, dove i membri avevano il potere di invitare un certo numero di altri membri.

Una breve considerazione: di iniziative di IPTV ce ne sono non poche (io uso abbastanza spesso Democracy).
Se the Venice project gode di cosi' tanto buzz da venir ripreso più volte anche dal Financial Times, non sarà che fanno più notizia i suoi fondatori che la bontà del progetto ? (vedi alla voce fumo/arrosto o celebrità del cuoco/qualità del ristorante)

Links di approfondimento:
Financial Times 1
Financial Times 2
Il sito del progetto
Impressioni d'uso e screenshots



mercoledì, gennaio 10, 2007

Arriva l'iPhone di Apple: l'alba del Mobile Internet per le masse?

Apple lancia l'iPhone: farà per l'internet mobile quello che l'iPod ha fatto per la musica mobile?

In queste vacanze natalizie mi sono dilettato a sperimentare l'Internet mobile - complice il lancio di una nuova compagnia di telefonia mobile (qui in Spagna) che ha tariffe decisamente abbordabili.

Come ho gia' detto in numerose occasioni, il mio blocco verso questo mercato era proprio di tipo tariffario - rifiutandomi di sborsare cifre secondo me eccessive per il servizio.

Mi sono quindi preso un telefonino Internet - enabled (Sony Ericsson K610i), ci ho caricato gli applicativi Gmail e Googlemaps per il cellulare e ho iniziato a navigare, sia direttamente col telefono sia collegandolo al mio Nokia 770 (forse il vero perdente di questa storia, come vedrete).

Senza entrare nei dettagli, devo dire che la prova è stata all'altezza delle aspettative: gestirsi la posta, fare ricerche on line, smazzarsi un po' di articoli o bozze di post su Writely, cercare indirizzi, mappe, percorsi, orari e indicazioni dei mezzi pubblici... etc etc etc.

Riconfermo che l'Internet Mobile potrà cambiare la vita e certe abitudini di consumo ancor più dell'Internet fisso ( ieri ho deciso di acquistare un prodotto in un certo punto vedita... ma ho guardato il prezzo online grazie al cellulare e sono andato quindi a comprare in un altro negozio "fisico" individuato online come piu' conveniente).

Detto questo, è evidente che il cellularino col microschermo non e' il massimo per Internet e che c'è una barriera culturale di qualche tipo da superare.

Proprio ieri Apple ha finalmente lanciato l'iPhone: un telefono con iPod e navigatore Internet/email/etc con uno schermo enorme (un apparato un po' ingombrante, per la verita').

Anche se purtroppo non e' un PDA (il mio Palm mi permette di usare Word, con una tastierina esterna la maggior parte delle volte mi permette di fare a meno di un ben piu' pesante PC), il prodotto mi pare molto interessante - anche perchè (come il 770) è in grado di collegarsi alla Rete sia via telefono (nel caso di Apple incorporato, in quello del 770 no) sia via WiFi ( e quindi, molte volte, gratis ;-) )

Sicuramente l'iPhone si va a posizionare nel mercato degi smartphone e degli handheld Internet Navigators (e, come anticipiato, mi sembra molto meglio del mio Nokia 770, di cui sono peraltro molto contento).

Quello che mi domando è se Apple riuscirà a fare di nuovo un botto creando un mercato nuovo (o dandogli lo scossone che lo fa decollare).

I lettori MP3 esistevano da anni - ma quando Apple ha introdotto la gamma degli iPod, il mercato è esploso. Ora praticamente ognuno di noi possiede un lettore e nella stragrande maggioranza dei casi, possiede un iPod.

Riuscirà Apple a far decollare in maniera analoga il mercato dell'Internet Mobile? Dipende molto dal prezzo.

Il prezzo dell'apparato non sarà tanto popolare come quello dell'iPod, ovviamente. Ma sopratutto sarà il prezzo applicato dagli operatori a decidere se l'Internet Mobile diventerà popolare.

Ricordiamo che in Italia la telefonia mobile e' decollata quando si è passati da un concetto di pochi clienti strizzati per bene a quello di tariffe più economiche e margini inferiori - che hanno generato un'esplosione dei fatturati (e quindi dei profitti) grazie all'adesione di un numero impresisonante di utenti.

Comunque Internet Mobile sembra ormai essere divenuta un'idea il cui momento è giunto - pare che entro il 2008 vedrà la luce anche un GooglePhone...

PS: frenate gli entusiasmi, btw. Sul sito italiano l'iPhone non è stato ancora messo su - mi sembra che questo preluda a disponibilità sul nostro mercato non proprio immediate...
Questa settimana su Apogeo:








Il mio articolo settimanale su Apogeo parla degli spazi "fisici" messi a disposizione dei lavoratori "virtuali".

Se siamo un freelance e non possiamo stare a casa, dove possiamo andare a lavorare? E se abbiamo dei bimbi?

L'articolo lo trovate qui.

Bello il commento / post evolutivo che trovate sul blog humanitech.it

martedì, gennaio 09, 2007

Corso sulla Pubblicità

Nuova edizione del corso "Ideare, gestire e ottimizzare le campagne pubblicitarie in azienda" che terrò a Milano l' 8 e 9 Febbraio.

E' destinato sia alle persone che in azienda devono seguire la pubblicità che alle persone che in agenzia devono seguire i clienti.

Per spiegare come si fa una campagna, qual'è l'approccio strategico corretto, come si ottiene il meglio dalla propria agenzia, come si lavora al meglio (e con meno problemi) con i propri clienti - raccontando con esempi pratici e sulla base della mia esperienza come funziona (e come dovrebbe funzionare) il processo lavorativo cliente - agenzia.

Tra gli obiettivi del corso:
- Chiarire le fasi dello sviluppo strategico di un progetto di comunicazione
- Apprendere come dialogare con l’agenzia pubblicitaria e con il cliente
- Conoscere i "trucchi" per massimizzare il lavoro dell’agenzia
- Approcciarsi con nuovi presupposti alla collaborazione per una campagna pubblicitaria

Interessati? Per informazioni ed adesioni (il corso è organizzato da LRA), cliccate qui
Se il mio prodotto lo comprano quattro gatti... io creo una community

Prodotti di nicchia, target di nicchia, marketing di nicchia.

Se sono in una nicchia sono speciale e mi sento meno solo (o più speciale) se mi strofino con gli altri tre gatti che appartengono come me al mini segmento.

In questi casi la creazione di una comunità può essere uno strumento di marketing molto centrato - ed è quello che ha fatto Toyota, per coccolare, rassicurare, gratificare gli acquirenti delle vetture ibride.

Il sito messo su dalla casa automobilistica giapponese fa leva sulla comunità e sul network sociale - proponendo ai circa 600,000 proprietari di incontrarsi virtualmente sulla base dei propri profili (per confronto,negli USA si vendono attualmente credo almeno 13 milioni di autovetture all'anno), condividendo le proprie eperienze e i motivi di una scelta di acquisto ancora tanto anticonvenzionale.

giovedì, gennaio 04, 2007

Pagati per postare – ogni blogger ha il suo prezzo?



Anche se il blogging è per molti prima di tutto una passione e per altri uno statement politico, ritengo comprensibile il desiderio o l’interesse a ricavarci qualche liretta, non foss’altro che per coprirsi i costi.

In fondo il modello dell’offrire valore gratuito al pubblico regge nella misura in cui qualcuno ci mette dei soldi che ci permettano di continuare a produrre questo valore per la comunità o il mercato. In caso contrario una buona metà di Internet (Google in primis…) si ridurrebbe ad un’operazione hobbistica, fatta nei ritagli di tempo e con un’ampiezza e qualità globalmente trascurabile.

Di modi per fare i soldi con i blog, al momento non ce ne sono molti, o meglio ce n’era uno solo – farsi finanziare dalla pubblicità, ospitando annunci pubblicitari (Google adwords) o aderendo a network pubblicitari basati sui blog.

Ovviamente, per tirarci fuori di che pagarsi le sigarette era necessario essere uno di quei pochi blog in grado di fare volumi importanti di visite, generando traffico ed esposizioni importanti per gli annunci contenuti nel proprio blog. In caso contrario (e lo dico basandomi sull’esperienza personale) i fatturati sono tali da non coprire nemmeno i costi delle graffette per carta – altro valido motivo che mi ha spinto a rendere il mio business sempre più paperless.

Da qualche tempo è però nata un’opportunità alternativa di fatturato. Si basa sul potenziale del blog come mezzo di comunicazione persuasivo e convincente. In un mondo in cui la fiducia e l’attenzione verso la pubblicità si sta apparentemente riducendo, siamo portati a soddisfare la nostra sete di informazioni, di consiglio, di orientamento attraverso altre fonti. Fonti indipendenti, super partes – l’equivalente del XXI secolo del consiglio di un amico. E spesso questo amico è un blogger di fiducia.

Basandosi su questo assunto, sulla capacità di un blog di influenzare opinioni, comportamenti e vendite ben di più di una pubblicità (almeno in un buon numero di casi), il sig. Murphy, operatore del mondo dell’online, ha avuto una idea imprenditorialmente sensata ma che ha suscitato in Rete non poche polemiche. E non solo in Rete.
Sul Pay per Post ha costruito un circuito, un sistema, in cui il blogger viene pagato per quello che scrive, attraverso un sistema di marketplace, mirato all’incontro di domanda e offerta.

Il tutto inizia dal legittimo desiderio di un azienda di veder promosso il proprio prodotto o servizio. Accede al marketplace di payperpost.com e pubblica la propria richiesta – annunciando all’universo della blogosfera il proprio interesse a remunerare autori disposti a pubblicare storie, recensioni, pezzi (favorevoli) sui propri blog.

Il blogger visita il marketplace, viene folgorato dall’offerta: accidenti, non vedevo l’ora di parlare di questo prodotto in maniera indipendente ed onesta! E per di più mi pagano per farlo; mi offrono l’irresistibile cifra di (5, 6,10…) dollari!

E così il gioco è fatto, l’azienda ottiene esposizione, il blogger ottiene fatturato (nonché stimoli per nuovi, interessanti post) e il pubblico ottiene l’opportunità di venire correttamente informato di prodotti, servizi o aziende che altrimenti i blogger avrebbero (per indubbia superficialità) omesso di coprire giornalisticamente nelle loro pubblicazioni.

Ovviamente il post deve essere approvato da Payperpost (che ha tutto l’interesse a tutelare gli interessi delle aziende), prima di essere remunerato – assicurando quindi un controllo editoriale che, come intuitivo, contribuisce ulteriormente ad una spassionata obiettività degli autori.

Dal punto di vista etico Payperpost ha poi da poco richiesto agli autori di inserire una disclosure nei propri post remunerati (ovvero di scrivere chiaro che il post a favore di un certo prodotto è remunerato dal produttore…). Questo anche perché il peccato d’omissione violerebbe in un certo numero di paesi le leggi di protezione dei consumatori.

Viene inoltre richiesto ai blogger coinvolti sul progetto di scrivere solo su prodotti che possiedano e su cui possano essere onesti – richieste che sicuramente eviteranno qualsiasi tentazione di scrivere a vuoto (ma bene) di prodotti ignoti, all’esclusivo fine di massimizzare il proprio fatturato di autore – a scapito dell’informazione del popolo della Rete.

Il sistema si posiziona, da un punto di vista culturale e storico, nell’alveo dell’antica strategia di cercare di “sponsorizzare” qualche giornalista, attività normalmente gestita da un marketting executive.

Ora però le tecnologie moderne portano il processo su una base di self service web-based, gestendo inoltre i pagamenti via PayPal (in una radicale innovazione rispetto al modello XX secolo, che prevedeva una remunerazione in contanti tramite busta anonima non tracciabile e non denunciata al fisco).

Ad onor del vero, sistemi analoghi – anche se più sotterranei e meno plateali sono anni che si portano avanti, ed è dalla nascita del fenomeno blog che c’è chi trae profitto da post fatti su commissione (o interi blog… )

L’essenza del tutto, in fondo, si riallaccia ad una saggezza antichissima: ogni uomo ha il suo prezzo. Da qui si concatena una serie di sillogismi.

Ogni blogger è un uomo, dunque ogni blogger ha il suo prezzo. E il payperpost offre una manciata di spiccioli per mettere la nostra capacità di scrivere (e anche un po’ la nostra faccia) al servizio di un’azienda. E se riteniamo di valere in funzione per quello che ci pagano, dovremo dunque avere un’autostima tendente il rasoterra per accedere con contentezza all’offerta del Pay per Post ( a questi prezzi).

Ma, evidentemente, devo essere io a tirarmela un po’ troppo – chiari segnali indicano che il mercato sembra credere nel successo della remunerazione dei blogger. Non solo Payperpost si è portato a casa un bel 3 milioni di dollari di venture capital, ma entrano anche altri player sullo stesso mercato, come reviewme (che paga un po’ meglio) o creamaid…

Dal punto di vista dell'azienda, il rischio dell'effetto boomerang e' molto forte. Lasciare la propria comunicazione in mano a dei dilettanti (per quanto bravi e volenterosi siano) è pericoloso. La qualità del risultato è dubbia. Ma poi , a pensarci bene, va bene tutto - quando siamo nella logica di cercare di comunicare spendendo un budget pari a 10 o 20 dollari.
Come dicono gli americani... if you pay peanuts, you get monkeys...

mercoledì, gennaio 03, 2007

Continua il corso on line di Internet Marketing per le PMI

Sul portale EuroPMI potete leggere la nuova puntata del mio corso di Internet Marketing per le PMI e per i "non necessariamente addetti ai lavori".

Questa settimana parliamo di...

Viral marketing: di cosa si tratta, come funziona.
Il Viral Marketing è un tema di forte interesse: (in teoria) costa poco e porta grandi risultati.

Il problema sta nel fatto che è difficile innescare questo tipo di fenomeni e, soprattutto, che questi progetti possono funzionare solo a condizioni ben precise.

L'articolo lo trovate qui

Il Governo USA sponsorizza la ricerca di software che...

Questa settimana su Apogeo:

L'analisi del sentiment controllerà le nostre opinioni? Software semantici analizzano i testi per trarne il senso, migliorare i motori di ricerca o per dare al governo degli Stati Uniti indicazioni sull'immagine dell’America all'estero

L'articolo lo trovate qui