Visto che ho avuto il piacere di vedere ieri in anteprima la nuova app del Corriere della Sera (disponibile oggi), vi racconto un po' quello che ho visto e le mie impressioni.
Cercando di essere pragmatico, business oriented e non ideologico. Poi so che ci sarà chi si schiera contro/pro a priori, va benissimo.
E forse la cosa più interessante (per me, per i miei interessi) non è tanto la nuova app (che comunque a me piace di più) ma quello che ci hanno raccontato del loro business. E di come fanno le cose.
Cominciamo con ordine...
Cosa è cambiato
Qui vi parlo dell'app in se'. E delle sue novità di prodotto.
Sotto invece faccio una disamina più approfondita da planner, più strategica, di business e marketing.
La novità principale dell'app, quella vera, è l'interfaccia.
Si affianca allo "sfogliatore" (l'edizione pdf analoga al quotidiano di carta), una nuova interfaccia, anzi due. Anzi in fondo tre. Se andate in fondo al post vedete le foto ufficiali.
La prima è una tag cloud, attraverso la quale arrivare alle notizie più "hot". Ma questa non mi ha entusiasmato (come vedrete, però, sono fuori target).
La seconda una mappa del globo, per accedere alle news con un criterio di localizzazione geografica.
La terza invece è una visualizzazione molto più "web", molto più digitale, molto più alla Flipboard o quelle cose lì. Che a me non dispiace per nulla. Vedi immagine.
Detto questo, se avete un iPad, provate l'app, che dovrebbe essere offerta gratuitamente per una settimana; così vedete di cosa sto parlando, perché ho molte cose da dire e la grafica, l'interfaccia dell'app la potete vedere e capire molto meglio provandola sul vostro iPad.
Belle le infografiche interattive fatte in HTML5 (specialmente per i non - geek, quelli non ancora saturati come me da queste maledette infografiche che mi hanno intasato Pinterest)
La cosa interessante è esiste una logica: target diversi per interfacce diverse.
Quella nuova o come la chiamano loro "nativa" sembra essere più adatta ad un target che vuole il Corriere sul tab ma che ha finora criticato il pdf duro e puro perché poco "digitale". E qui sono in una logica di allargamento del loro pubblico pagante, che sembra di capire vorrebbero quasi raddoppiare.
La versione pdf è per un pubblico che si trova meglio con una presentazione più tradizionale.
Ma non è solo questo. In effetti hanno portato la nostra attenzione sul fatto che in una visualizzazione "digitale" da aggregatore, tutte le notizie hanno lo stesso peso, importanza. O quasi.
L'impaginazione da quotidiano tradizionale da' invece al lettore un segnale di cosa il direttore / la redazione, il mediatore informativo, ritiene più importante e cosa meno. Guidando l'opinione.
Ed è anche questa una forma di content curation, mi sa. Che a qualcuno può piacere e a qualcuno no.
Chiaro quindi che anche solo il cambio di modello di impaginazione implica definire logiche di responsabilità, ruolo, potere (?) nel mestiere del giornalista. E qui si potrebbero scrivere dei libri.
Vabbé, comunque interfacce diverse, ognuno sceglie quella che gli funziona meglio o passa da una all'altra.
Cambia l'advertising: nella versione pdf ci sono gli annunci del quotidiano di carta. Nella versione nativa ci sono degli sponsor, che ogni "n" click compaiono + banner in pagina.
Ora, il Corriere cerca (e in parte ci riesce) di vendere "il sistema" delle 4 piattaforme. A me immediatamente viene in mente che non solo piattaforme diverse ma anche visualizzazioni diverse implicano target diversi e quindi a tendere vendite / strategie più mirate.
Non solo: visto cosa fanno con le infografiche, il passo ovvio e naturale è sviluppare dell'advertising più "interattivo", ricco e coinvolgente...
(obiezione, vostro onore: tale adv non solo costa per il media ma costa molto di produzione. Coi tempi che corrono, in cui si tagliano i fee alle agenzie e si cerca di fare le nozze coi fichi secchi, quanti saranno a spendere soldi veri per produrre un annuncio? Forse le solite multinazionali che ci faranno neri....ma questo è un altro discorso).
Va inoltre segnalato il meteo (moolto bellino), i giochi, il Corriere TV...
Poi loro sembrano pronti ad ascoltare le critiche e a fare evolvere l'app. Vedremo.
Cosa non è cambiato
Non è cambiato il modello di business e il prezzo.
D'altra parte, visto che il business gli funziona... ormai possiamo rassegnarci: che tirasse un' aria di pay per content lo si vedeva da anni. e parecchia gente non trova la cosa scandalosa. E paga.
Dato interessante: nel giorno medio hanno 63.000 utenti paganti (ovvero: quelli che hanno comprato l'abbonamento all'app, quelli che sono abbonati al Corriere ore 7 - di carta - e hanno in omaggio l'app, quelli che hanno comprato un tablet con l'abbonamento gratis per un anno... pagato da Vodafone o Samsung).
Da riflettere sul target: probabilmente molti dei lettori di questo mio piccolo blog gratuito non pagherebbero mai per il content. Ma noi non siamo il loro target. Ne parliamo dopo.
Non è cambiato il content
L'app contiene i contenuti giornalistici del Corriere della Sera. Qui c'è una serie di discorsi da fare...
1) Alle 2345 chiude il Corriere di carta. Alle 2346 parte la redazione dell'app, che prende i contenuti, li "spacchetta" e li mette nella nuova interfaccia. Li adatta e li arricchisce di infografiche interattive, video etc etc. E alle 6 sono disponibili sull'app.
2) I contenuti dell'app NON vengono normalmente aggiornati durante la giornata. E la cosa ha senso.
Il Corriere infatti si vede ormai (così dichiarano) come un sistema informativo basato su 4 piattaforme: carta, web, smartphone e tablet. Che hanno modalità di lettura (e in parte, target) differenti.
Dai loro dati emerge che le persone usano il tablet principalmente a casa, al mattino e alla sera. La sera non si legge il quotidiano, quindi resta l'uso mattiniero. In effetti, il 70% dell'uso della app nella sua versione precedente avveniva proprio al mattino.
A questo punto l'aggiornamento delle news durante il giorno ha poco senso - sull'app. Mentre viene fatto sul web - il corriere.it - che è fruito durante la giornata e dove la gente va effettivamente a cercare gli aggiornamenti.
Si riconferma la scoperta che la gente sta andando verso un utilizzo di device diversi per fare cose diverse (o la stessa cosa) a seconda del momento, contesto...
Sono però pronti a fare aggiornamenti o edizioni speciali del contenuto dell'app in caso di fatti grossi. Ma non regolarmente, almeno per ora: perché poterlo fare richiederebbe avere due altri turni di redazione, ovvero (mi sembra di capire) altre 12 persone da pagare solo per il tablet. E da quanto si vede, il gioco non vale la candela.
Sul discorso delle interazioni/integrazioni sulle redazioni della carta, di Corriere.it, dell'app non voglio entrare.
Del resto la linea del Corriere (di carta) sta andando verso un giornale di approfondimento, più che di attualità. Interessante.
Le "news", sul web - e il pensiero sulla carta / app? Arriveremo ad avere dei settimanali che escono tutti i giorni in edicola/tablet?
Già che ci siamo, parliamo di target.
Estrapolando un po' quello che ci hanno raccontato e prendendomi forse delle libertà.. il target dell'app non mi sembra proprio geek.
Non siamo noi, abituati a usare Zite (like), Flipboard o Pulse. Target che forse non legge nemmeno più i giornali - e su cui ad esempio Facebook e Twitter, con le loro segnalazioni socialmente condivise forniscono una dieta mediatica molto diversa dall'italiano medio. Almeno per ora.
Non siamo noi, abituati a usare Zite (like), Flipboard o Pulse. Target che forse non legge nemmeno più i giornali - e su cui ad esempio Facebook e Twitter, con le loro segnalazioni socialmente condivise forniscono una dieta mediatica molto diversa dall'italiano medio. Almeno per ora.
Il target dell'app sembra proprio essere la persona che vuole leggere il Corriere. In una modalità diversa / più comoda / figa.. fate voi, questo non lo so.
Che sceglie una fonte di contenuto che ritiene autorevole - un content che è "curato" e mediato da una redazione - quindi molto diverso (nel suo palinsesto) da quello mediato dai peer/"amici" o aggregato da feed.
Un target che quindi non sembra volere (solo?) la "notizia Internet", nel senso del tipo di giornale che si può regalare online e quindi con costi ridotti e poche persone. Un target che riconosce un valore a un giornale fatto da un team di 300 giornalisti, inviati etc etc.
Sul target geek, mi viene da concludere a titolo personale, forse non c'è un buon business da fare - al momento, la raccolta pubblicitaria non sarebbe interessante abbastanza? E quindi, aziendalmente le conclusioni sono facili.
Almeno nel breve. Poi se un'azienda è furba, al mutare delle condizioni esogene si da' una regolata o una sterzata.
Piattaforma: a oggi solo iPad. Non è previsto Android, anche se hanno chiaro che prima o poi lo dovranno fare.
Si riconferma che sviluppare su Android, sia per le diverse dimensioni degli schermi, sia per le note difformità fra produttori, è un discreto casino. E poi l'iPad permette una visualizzazione grafica e tipografica molto più bella (a me sta bene: in effetti anch'io uso l'iPad a casa.. e il 7" Android in giro).
Chiudo qui perché sono stato lunghissimo. Ma mi sono appassionato a vedere, dietro le quinte, le strategie. L'app è carina. Scatenatevi. Se riuscite, scatenatevi a pensare, che è il dono più prezioso di una persona di marketing, di uno stratega. E se non lo siete, che accidenti ci fate su questo blog? ;-)
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