Lo chiamano “Hate surfing”, un modo impattante e brandizzabile di dire però una cosa di grande buon senso.
Effettuare cioè l’ascolto sui social (con tutti i limiti precedentemente evidenziati) in modo molto mirato.
Andando a ricercare prioritariamente quelli che ci criticano.
Effettuare cioè l’ascolto sui social (con tutti i limiti precedentemente evidenziati) in modo molto mirato.
Andando a ricercare prioritariamente quelli che ci criticano.
A livello superficiale, i benefici sono evidenti: potremo, gratuitamente e con poco sforzo identificare quali sono i nostri errori, le nostre manchevolezze più sentite e più fastidiose per il pubblico (o parte di esso).
Ottenendo quindi indicazioni utili su come migliorare il nostro marketing mix.
Ottenendo quindi indicazioni utili su come migliorare il nostro marketing mix.
A livello profondo però adottare questo approccio ha implicazioni più profonde. E più sconvolgenti.
Se questa faccenda di ascoltare chi ci critica vi interessa, leggete il pezzo che ci ho scritto su Techeconomy...
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