Ammettiamolo: abbiamo dei pregiudizi sugli hard discount.
Io, perlomeno.
Continuo a pensare che se un prodotto alimentare costa poco, non possa essere buono. Quindi non vado mai a fare la spesa (sono io il responsabile acquisti di casa mia) negli hard discount.
Basandosi su questo insight - che evidentemente è diffuso - Lidl, una delle catene storiche dell'hard, ha pensato di scardinare questa percezione attraverso un'operazione esperienziale e a suo modo scioccante.
Semplice: hanno aperto un ristorante temporaneo.
Ovviamente, senza rivelare inizialmente la loro associazione.
A Stoccolma, per tre settimane, un ristorante estemporaneo gestito da uno chef stellato Michelin ha fatto il tutto esaurito.
Anche perché il prezzo era assolutamente ridicolo per quel genere di cucina.
Senza dire che tutti gli ingredienti utilizzati arrivavano direttamente dall'hard discount.
Anche perché il prezzo era assolutamente ridicolo per quel genere di cucina.
Senza dire che tutti gli ingredienti utilizzati arrivavano direttamente dall'hard discount.
Il ristorante si chiamava Dill (che vuol dire Aneto, se il mio svedese non si è arrugginito) ed era gestito dallo chef Michael Wignall
Le robe fantastiche che hai mangiato erano cose che potevi preparare anche tu (ovviamente se sei uno chef di quel calibro...) spendendo poco e niente.
Chiaro, questa operazione va direttamente contro tutto il trend dell'ingrediente di qualità, della filiera, del piccolo è bello, del produttore di nicchia che produce prodotti di eccellenza. E su questo non mi voglio pronunciare, in questo post.
Ma la strategia è semplice e sanissima.
Smontare, con una prova diretta, con una esperienza di prima mano, il preconcetto.
Ecco il video del caso:
Lidl Sweden opens gourmet restaurant Dill from Lidl Sverige on Vimeo.
Approfondimento:
http://www.thelocal.se/20131004/50608
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