giovedì, febbraio 28, 2008

E se il web fosse uno strumento di Direct Marketing?

Questa è una mia vecchia fissa.
Che il web sia più vicino al DM che all'advertising, anche quando non usiamo nessun tipo di database...

Se definiamo (un po' semplicisticamente) il DM come un'attività che:

- si basa su una comunicazione one to one, invece che mass

- si basa quindi su una comunicazione personalizzata

- si basa sulla misurabilità, che di conseguenza mi permette

- di imparare e migliorare, attraverso

- una operazione di comunicazione che non è one shot ma

- si basa sulla costruzione di un dialogo con le persone

- e mi permette di far passare dei messaggi precisi, anche focalizzati su operazioni promozionali o commerciali, e ben dettagliati

- il cui focus è generare una reazione, far far qualcosa a chi riceve questa comunicazione

- usando al massimo processi di facilitazione della risposta...


beh, prendendo ad esempio un sito web:

- la comunicazione è one to one, sopratutto nella misura in cui decide l’utente i propri percorsi di navigazione / fruizione e che magari il sito si riconfigura automaticamente quando mi riconosce (vedi il caso classico di Amazon)

- la comunicazione è misurabile (in vari modi, poi ci sarebbe da discutere di come interpretare i dati...ect)

- monitorando l'andamento del sito ho la possibilità di migliorare costantemente e di adattare il sito stesso… cosa che ad es in advertising non posso fare perchè fare uno spot è talmente costoso e spesso si brucia così in fretta che non c'è generalmente modo di migliorarlo dopo il lancio

- il sito mi offre una infinità di modalità di costruzione di dialogo e di far passare una ampio range di messaggi...e di andare nel dettaglio a livello infinito

- ed è normalmente (se non siamo un po’ miopi e ci limitiamo ad un poco utile “sito vetrina”/ “io esisto”) alla ricerca di una reazione da parte del visitatore, che porti un vantaggio all'azienda (compra, registrati, dammi i tuoi dati, manda ad un amico... fai qualcosa)

- con una grande criticità sull'usabilità del sito e la sua realizzazione, per rendere il più facile possibile fruizione, navigazione, conversione da browser a buyer...


Che dite, c’è qualche somiglianza?

Secondo me vale la pena di tenere presente questi concetti quando si studia una operazione di marketing online. E magari di rileggersi qualcuno dei grandi classici del Direct Marketing “offline”….

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono d'accordissimo.

Il punto critico - e tutt'altro che scontato - è il riadattamento del sito come mezzo comunicativo in funzione dei dati che si raccolgono.

Il processo non prende in considerazione quasi mai il sito che viene considerato un punto di arrivo piuttosto di uno strumento in un piano di web marketing che parte molto prima e arriva decisamente dopo.

Arrivando per tempo, e con le leve giuste, si può riuscire a portare questa consapevolezza in azienda ma il default sembra essere il "mettere le pezze" a un sito che già c'è (e che spesso non ha neppure un modulo di contatto) per adeguarlo a qualche mirabolante strategia di direct marketing.

E' per quello che in Italia proliferano i mini-siti dal time-to-live effimero.

Paolo ha detto...

Roberto, credo proprio che tu abbia colto il punto :-)