mercoledì, maggio 31, 2006

Il format sarà un lavoro multidisciplinare...
Riprendendo il discorso sui format, vedo un possobile futuro n cui nel prossimo decennio i produttori di contenuti si concentreranno sulla costruzione di grandi formati che dovranno essere pensati per trascendere l'ambito televisivo. Formati sviluppati con un lavoro di team multidisciplinare.

In realtà non si tratterà che di applicare tecniche e procedure già usate nel mondo cinematografico; dove spesso nelle fasi iniziali di sviluppo creativo di un film pensato per essere un blockbuster intervengono in comitato anche i responsabili del merchandising (frequentemente la fonte di reddito principale nel lungo periodo).
E proprio dai responsabili dei pupazzetti e del licensing del marchio emergono input, suggerimenti e avvertimenti che influenzano lo sviluppo del film e dei suoi personaggi – ad esempio per far si’ che sia più facile trasformarli in giocattoli a larghissima diffusione.

Fare televisione diventerà dunque un lavoro un po' più complicato, un po' più trasversale a molte specializzazioni. Un metodo un po' più faticoso, ma probabilmente indispensabile per sopravvivere in un mondo in cui l'assoluta sovrabbondanza di contenuto e la competizione di troppi media per lo scarso tempo e attenzione dell'audience sarà la norma.

lunedì, maggio 29, 2006

Altra formazione
Qualche altra data, qualche altro corso in arrivo....

29 Giugno - Corso di Base sull'email marketing (link)

17 Ottobre - nuova edizione del corso intitolato : "Come massimizzare il risultato del lavoro delle agenzie di pubblicità" (come sviluppare, seguire, ottimizzare una campagna di pubblicità lavorando con la vostra agenzia). (per informazioni, www.lra.it)

16 Novembre - ripete il corso sull'email marketing

Tutte le date (tranne quella di giugno) sono soggette a conferma e potrebbero variare,
Ci sentiamo dopo le ferie per il programma 2007...

domenica, maggio 21, 2006

Corso sulla Pubblicità (tradizionale)

Se qualcuno fosse interessato, ricordo che giovedi' e venerdi' (25 e 26 Maggio) tengo a Milano un corso intitolato : "Come massimizzare il risultato del lavoro delle agenzie di pubblicità" se siete interessati, informazioni e iscrizioni qui
More on formats
Se, come dicevo nel mio post precedente, la TV di domani si reggerà (dal punto di vista dei soldi) sui format, data l'intensità della concorrenza e le risorse che verranno investite dai produttori di format, probabilmente solo pochi programmi ce la faranno a sfondare e a diventare un vero blockbuster.

Di fronte alla scarsità di mucche da mungere sarà allora giocoforza cercare di mungerle il più possibile.
Si cercherà dunque di estrarre spasmodicamente fino all’ultima goccia di potenziale dal format che avrà dimostrato la capacità di attrarre e fidelizzare le audience.

Per prima cosa esasperando le potenzialità del format, in termini di esportabilità internazionale. Cercando di sviluppare format globali che possano moltiplicare in numerose nazioni il successo ottenuto nel paese d'origine - seguendo ad esempio l'esempio di Camera Café, che nato in Francia (dove passerà anche sul telefonino cellulare) è stato esportato in Italia e in Spagna, ottenendo buoni risultati.

E poi esportando questo format ad altri media, ad altri contenitori, trasformandolo in un format crossmediale. Acchiappando l'audience, eccitandola, fidelizzandola, portandola a consumare il contenuto (e le sue estensioni ed integrazioni) sfruttando vari canali, moltiplicando la sua spesa in media, aumentando le revenue pubblicitarie.

Questi pochi formati di successo verranno dunque strizzati il più possibile in modo crossmediale, in modo da inseguire i consumatori scappati dalla TV e riportarceli, e comunque spremere il più possibile il formato da punto delle revenue pubblicitarie...e non (si pensi al merchandising).

In questa logica già si stanno muovendo molto seriamente alcune delle principali reti televisive americane che, come si rendono conto di avere per le mani un format di successo provvedono a studiarne la più ampia declinazione possibile.
Ad esempio "Lost", un programma estremamente popolare - proposto in TV ma anche riproposto 24 ore dopo per il download su iTunes (in modo da rivedersi sul proprio iPod Video o sul proprio PC un episodio, recuperare una puntata persa o che non si è potuta vedere per mancanza di tempo... o per portare la propria fruizione di TV su un treno, un aereo o un momento di attesa).

La trama del serial viene poi arricchita attraverso una serie di libri di fiction che riprendono i grandi temi della storia, li approfondiscono, introducono personaggi non presenti nello show televisivo...e permettono una più ricca fruizione ai numerosi appassionati. E poi la rivista, il sito, il podcast, il merchandising e ovviamente le collezioni in DVD.

Altri buoni esempi già disponibili sono i videogiochi (gratuiti o a pagamento) tratti da film o da serie televisive come “24” – che integra nel suo sistema mediale anche un ricco sito infarcito di pubblicità, la rivista ufficiale, merchandising, contenuti multimediali per il cellulare e parecchio altro

Assolutamente dei “classici” sono poi le produzioni della BBC o del National Geographic, dove TV, DVD, riviste, libri, merchandising si integrano e sommano revenue; ed un attenzione particolare deve essere posta allo sviluppo di MTV, molto attiva sul fronte crossmediale.

In Italia… abbastanza poco, per ora – ma il potenziale di fare cose più complesse del pubblicare il ricettario de “La Prova del Cuoco” esiste certamente.

venerdì, maggio 12, 2006

Aumenta l’offerta di TV, diminuiscono le Audience, vedo nel futuro…

Una gran corsa ai Format.


Gli addetti ai lavori statunitensi da tempo sono impegnati in una lamentazione sul tema "che ne sarà della TV e delle sue audience".
Al di là della grancassa mediatica e del fatto che è di moda laggiù profetizzare la fine della TV e dell'advertising, esiste nella industry una reale preoccupazione e va riconosciuto che oltre Atlantico esistono segnali da non sottovalutare.

il problema sta nel fatto che stanno cambiando contemporaneamente sia l'offerta di televisione che la sua domanda - o meglio il suo pubblico.

La televisione americana (e non solo) si lamenta per la diminuzione della audience ma, sopratutto, per lo sviluppo di un diverso rapporto che il pubblico ha con la scatola magica e i suoi programmi (anche se quantitativamente i consumi restano elevati).

Dal lato dell'offerta sono invece in atto trend inflattivi che vanno a complicare ulteriormente la vita agli operatori - specificamente sul fronte della moltiplicazione dei canali disponibili.
Da noi si pensa subito al digitale terrestre… ma forse ancora più dirompente sarà l'impatto della TV che passa attraverso Internet (IPTV, quella di Tiscali e di Alice Home TV).

Non tanto, forse, per la disponibilità di nuovi canali diffusivi via cavo, quanto per il realizzarsi della promessa del video on demand - permetterà all'utente di crearsi un proprio palinsesto personalizzato, svincolato da strategie e proposte dell'emittente.

Di fronte quindi al moltiplicarsi per 10 o per 100 della scelta televisiva e misurandosi con un mercato dove si guarda meno la TV (principalmente i target giovani), si aprono scenari potenziali molto complessi.

Con migliaia di programmi disponibili, seguendo la programmazione dell'emittente o usando il video on demand, la matematica ci indica che, se non iniziamo a prolificare come conigli, la numerosità dell’audience media aritmeticamente spettante ad ogni programma sarà molto più piccola. Con le conseguenti problematiche di revenue pubblicitarie e quindi di copertura dei costi del programma.

Ovviamente la statistica è una scienza che inganna e la media dell'audience sarà fatta da molti programmi con pochissima audience e pochissimi programmi con molto pubblico.

Come sempre capita, esisteranno alcuni programmi che diventeranno di moda o la cui innovatività e qualità romperanno le barriere; programmi che riusciranno a fidelizzare audience ben più vaste di quelle medie. E a far lievitare i fatturati pubblicitari.

Sarà forse su questi pochi, fortunati programmi (siano essi trasmessi on air o inviati via Rete) che si poggeranno i bilanci delle emittenti del futuro.

Se lo scenario sarà questo, la lotta per la concorrenza delle televisioni si farà sempre di più attraverso una spasmodica lotta per avere "il" programma di successo, in grado di attrarre pubblico e revenue. E permettere alla catena di finanziare il contenuto che deve riempire, con poco pubblico a disposizione, le restanti ore di programmazione.

sabato, maggio 06, 2006

I consumatori sostituiranno le Agenzie? Noooo.....
A fronte di tutto questo fermento sul fronte del Consumer Generated Marketing, c'è chi già le spara e sostiene (un'altra volta) la fine delle Agenzie.

Io direi che, almeno per il presente, non spariranno. Intanto perchè godono di un potere troppo istituzionale nel mondo dei media, che occorrerebbero anni a disintegrare.

Ma anche perchè mancano al consumatore quegli skills e sopratutto quella visione oggettiva e trasversale al mercato che ha il (buon) professionista della comunicazione.

Il consumer rischia di creare quello che piace a lui e non quello che piace (e funziona) al mercato. Oddio, però a pensarci bene... lo fanno anche tanti creativi di lusso che conosco...

Di certo però, il coinvolgimento del consumatore nelle attività della marca crea quei legami affettivi e di interazione che sono spesso preziosi per trasformare un brand “normale” in una superstar.

Non solo: l’autoproduzione di contenuti, che rappresentano molto esplicitamente il proprio modo di essere e la propria visione (o reportage) sul mondo reale che circonda l’uso e la percezione di un prodotto di marca, potrà aiutare molto il lavoro dell’azienda – fornendo una serie di utili spunti al marketing su come il consumatore (o una avanguardia) vede la marca, come la vede usata e commentata, come ritiene dovrebbe comportarsi e comunicare con il pubblico … dando quindi segnali ed informazioni altrimenti ben più difficili da cogliere con altri strumenti di ricerca di mercato o di analisi etnografica.

martedì, maggio 02, 2006

Customer Generated Content..e pubblicità
Sta emergendo la tendenza, da parte dei media, a far sì che la Generation Content lavori non solo per i propri siti o i propri blog... ma che si trasformi un uno stuolo di autori che lavorano per riempire di contenuti media più "istituzionali".

Tra gli esempi più eclatanti di questa tendenza, è l’ esperimento di Current TV, la televisione via cavo dell’ex-vicepresidente americano Al Gore.
Questa emittente è destinata ad un target “smart” 18-34 ed ha, tra i suoi punti qualificanti, la partecipazione (a pagamento) degli utenti nella generazione di contenuto e pubblicità.

Le regole sono semplici: tutti gli utenti del sito possono inviare i propri commercial autoprodotti, a condizione che siano centrati su una delle marche sponsor del sito.

Se il filmato piace alla marca e all'emittente, lo spot viene messo in onda e il creatore riceve 1.000 dollari. Se poi lo spot piace molto lo sponsor può decidere di metterlo in onda anche su altri media… e il creatore ricevere fino a 50.000 dollari (cifra peraltro difficile da raggiungere e comunque modesta per una grande azienda).

Tra i primi sponsor Sony – con una operazione di perfetta integrazione prodotto/comunicazione (il prodotto videocamera è lo strumento per fare la pubblicità a sé stesso…e Sony ha inserito nel sito ampi tutorial per aiutare ad usare meglio e più creativamente il proprio prodotto).

Sempre su un fronte analogo, l’attività di coBRANDiT, una agenzia che compra (a 100 dollari al pezzo) clip, documentari, pubblicità, materiali autoprodotti dal pubblico, per poi rivenderli alle aziende, ai media online o offline, per utilizzarli in ricerche etnografiche che esplorano il mondo della marca.