giovedì, agosto 31, 2006

New Business: Vivido

Si arricchisce ancora la lista con l'acquisizione di Vivido, brillante software house fiorentina.

Il progetto di consulenza affidatomi è legato alle attività di Marketing e Comunicazione per Roomshop, un innovativo software per il settore alberghiero.

Roomshop permette agli alberghi di effettuare rapidamente e facilmente la propria offerta di camere sui portali turistici (tipo Expedia, Lastminute..), semplificando notevolemente la vendita di camere su Internet. Il software permette inoltre di realizzare la comparazione dell'offerta e delle tariffe dei propri concorrenti, per un marketing alberghiero più informato.

Anche a Vivido, un grazie per avermi scelto.
Nuovi clienti: Softpeople Connexia

Entra nella lista dei miei clienti Softpeople Connexia, agenzia di comunicazione integrata.

Softpeople Connexia propone servizi di relazioni pubbliche, media relation, advertising, brand image e comunicazione online.

E' specializzata nella progettazione e implementazione di piani di comunicazione online e offline, offre servizi di comunicazione integrata e pubbliche relazioni con un focus particolare nei settori hi-tech, fashion, lifestyle, sport e travel.

Sto lavorando con loro su un progetto di consulenza relativo ad un importante attività di New Business. Grazie per la fiducia...

lunedì, agosto 28, 2006

Il Cellulare GPS per la pubblicità geocontestuale...

Qualche giorno fa avete potuto leggere qui un pezzo sulle possibilità di comunicazione geocontestuale dei lettori MP3.
Ancora più interessanti per la comunicazione sono le possibilità legate agli sviluppi delle tecnologie della telefonia cellulare.

In questo campo è all'avanguardia il Giappone. In questo paese una legge ha imposto che i telefonini vengano dotati dall'anno prossimo di un sistema GPS per permetterne la localizzazione in caso di emergenza: e al segnale GPS si affianca un segnale radio non satellitare, che permette una precisione di pochi metri nella localizzazione, anche in zone affollate di alti edifici dove il segnale GPS è spesso mascherato.

Su questa piattaforma la società GeoVector ha sviluppato un sistema che permette (grazie alla connessione del cellulare ad internet) non solo di visualizzare mappe della zona in cui ci si trova, ma anche di essere guidati passo a passo verso un punto di interesse (ad esempio un museo) e di ottenere informazioni semplicemente puntando il cellulare in direzione del luogo, monumento o esercizio commerciale che ci interessa.

E' anche possibile, grazie a questo sistema, ottenere informazioni / suggerimenti su temi di proprio interesse, ad esempio trovare un particolare tipo di ristorante oppure - puntando il telefonino su un gruppo di edifici - ottenere una lista degli alberghi presenti in quella zona, con tanto di distanze rispetto alla nostra posizione e, una volta scelto l'albergo di nostro gradimento venir guidati fino all'entrata.

Il servizio offre già informazioni descrittive e pubblicità per oltre 700,000 locations in Giappone, tutte disponibili agli 1,5 milioni di utenti che già dispongono dei nuovi modelli di cellulare abilitati per questo servizio.

Le estensioni potenziali del sistema sono notevoli: si potrà puntare il proprio telefono verso un poster per venire trasportati sul sito web relativo al prodotto pubblicizzato, puntarlo verso un cinema per poter leggere orari e recensioni. Con uno scenario futuro di mobile commerce (prenotare il ristorante, comprare i biglietti del cinema) ed uno scenario contemporaneo di buoni sconti/offerte promozionali inviati direttamente al cellulare (sperimentazioni di questo tipo sono attualmente in corso negli USA).

venerdì, agosto 25, 2006

Disponibile la versione Beta di Google Writely

Google ha rilasciato la versione beta di Writely, text editor che funziona online, via web, senza applicazioni da scaricare e che tiene i documenti in memoria su un qualche server e quindi sempre disponibili anche quando siamo in viaggio o considivibili con altri ( ma invisibili a Google e agli altri motori a meno che non si disponga il contrario).

Potenzialmente un applicazione molto interessante per PDA e simili, non richiedendo una applicazione residente

A breve lo testerò a fondo con il portatile e il Nokia 770, provando ad esempio a scrivere qualche pezzo dal bar della palestra (dotato di wifi gratuito, con mia grade gioia) - unico problema riscontrato: non funziona con Safari, ma con Firefox si' (e del resto anche blogger funziona molto meglio con Firefox...)

Writely permette di pubblicare direttamente sul proprio blog, quindi si configura anche come blog editor - ma qui non ci siamo ancora del tutto, ho incontrato qualche baco da risolvere.

La beta di Writely la trovate qui

giovedì, agosto 24, 2006

La complessità vende - ma con il boomerang

A quanto pare l'usabilità, intesa come semplicità dei prodotti, non sarebbe una buona idea dal punto di vista commerciale.

Secondo uno studio dell'Università del Maryland, i consumatori preferirebbero acquistare prodotti complessi, ricchi di funzioni, bottoni, lucette, trappolette.

E' l'effetto telefonino con videocamera, frullatore e coltello svizzero incorporato o "nuova versione del software" - sempre più complesso e zeppo di funzioni che nessuno userà.
Ma che se non ci fossero non farebbero vendere il prodotto.

Ovviamente, poi, una volta acquistato il prodotto, iniziano le insoddisfazioni - e dalla ricerca emerge che (a posteriori) i clienti sono più contenti nell'uso della versione più semplice...

Chiaro - la ricerca è troppo piccola e limitata per essere secondo me universalmente significativa.
Ma è interessante - contribuisce a sottolineare la differenza tra ciò di cui ha bisogno il cliente e ciò che invece desidera.

E spiega perchè ci siano ancora tanti siti (e ne vengono lanciati di nuovi ogni giorno) zeppi di animazioni in Flash, effetti speciali, musichette e altre amenità inutili se non dannose.

E' la differenza tra ciò che il committente necessita e ciò che ha desiderato. O che gli è stato fatto desiderare dalla web agency - che grazie a campanelli e fischietti (bell & whistles, come dicono gli americani) è riuscita a fatturare molto di più di quanto avrebbe potuto chiedere per un sito semplice e funzionale.

Come dicono di nuovo gli americani, uno sciocco e i suoi soldi sono facilmente separati. Ancora peggio quando il cliente è ignorante, nel senso buono e asettico della parola.

Quanto più si investe in formazione, si spende per capire e imparare, tanto più diventa facile non cadere nelle trappole dei fornitori - che purtroppo sono spesso anche loro in buona fede e più ignoranti di noi e ci fanno le animazioni in 3D e i menu randomizzati perchè credono davvero che siano belli e servano a far si' che alla gente il sito affascini e coinvolga di più.

Dimenticando che il sito, come tutti gli altri prodotti, deve anche essere usato.

Per maggiori informazioni sulla ricerca cliccate qui

mercoledì, agosto 23, 2006

Quotidiani gratuiti: in Europa, chi li ferma più?

I proprietari dei quotidiani a pagamento dormono sicuramente sonni agitati.
Il fenomeno dei quotidiani gratuti non sembra aver nessuna voglia di perdere il suo trend positivo di crescita.

In Francia un giornale letto su cinque è un gratuito. In Spagna uno su due, valgono il 30% in Portogallo, Svizzera e Danimarca.

Un sacco di editori si stanno affrettando a saltare sul treno, sperando che non sia troppo tardi.

Le Monde e le Figaro stanno lavorando a loro progetti in questo campo.
In Inghilterra si sta preparando il lancio di un altro (ancora!) quotidiano di questo tipo. E non sarebbe una gran notizia se non fosse che l’editore è la News Corp (sapete, quella di Rupert Murdoch, propietaria del Sun e del Times…). In Germania è di questi giorni il lancio di una nuova iniziativa prodotta dall’editore di un importante quotidiano finanziario.

E in Italia il lancio della versione stampabile /pdf de La Repubblica (Repubblica Ultimo Minuto) può essere letta come una mossa per riuscire in qualche modo a stare dentro a questo trend senza caricarsi degli ingenti costi di un quotidiano gratuito distribuito a mano.

Insomma, tra Internet e Quotidiani Gratuiti, il mondo dell'editoria deve veramente rimboccarsi le maniche per poter guardare con una certa fiducia ad un futuro in cui gli inserzionisti siano ancora disposti a supportare corposamente certi media...
Per approfondire il tema dei gratuiti in Europa, questo articolo dell’Herald Tribune

lunedì, agosto 21, 2006

Pubblicità geocontestuale sui lettori MP3?

iPod & co. hanno conosciuto in questi anni una straordinaria diffusione; e la pressione dei produttori per mantenere vivo il mercato attraverso la sostituzione ha portato all'incremento delle features di questi prodotti.

In questo modo i riproduttori sono diventati dei veri e propri distributori di content; e chi dice contenuto distribuito su device molto diffusi dice media... e chi dice media dice opportunità di comunicazione ed advertising.


Con la particolare ed unica opportunità di diffondere pubblicità geocontestuale (detta anche location-aware), ovvero legata al luogo dove si trova il fruitore, con tutte le opportunità del caso.

Da tempo i lettori mp3 non sono più limitati all'ascolto della musica ma hanno offerto l'accesso ad altri tipi di contenuto.
Per primi sono arrivati gli audiolibri (mercato comunque tuttora di nicchia, il cui player di riferimento è audible.com) poi i corsi di lingue (si veda qui, ma ce ne sono decine...), poi i podcast ed altre applicazioni ancora che stanno allargando a dismisura le tipologie di contenuto di cui possiamo fruire senza la necessità di essere collegati in tempo reale alla Rete (da segnalare anche il frasario utile della BBC... ma sarà davvero utile?).

Uno degli sviluppi interessanti per il mondo pubblicitario è la crescita nella produzione di guide turistiche audio, guide che riprendono il concetto degli apparati messi a disposizione in molti musei e che, quadro per quadro ci guidano attraverso l'esposizione, facendoci capire ed apprezzare meglio quello che vediamo.

Queste guide offrono un potenziale di comunicazione di proposte commerciali (tipicamente di servizi turistici) legate alla città e al quartiere che si sta visitando.

Il settore sta comunque conoscendo un forte sviluppo di iniziative autoprodotte, spesso disponibili gratuitamente su siti specializzati o sull'iTunes Music Store di Apple; o realizzati e distribuiti sul proprio sito da enti del turismo, come quelli disponibili sul sito esmadrid.com o sul sito della città di Oxford.

E probabile che, partendo da questi primi prodotti pionieristici si possa presto arrivare al lancio di prodotti audio sviluppati dai giganti del settore delle guide turistiche e ad una differenziazione dei modelli di business.

Da un lato vedremo prodotti posti in vendita e dall'altro assisteremo probabilmente allo sviluppo di prodotti resi disponibili gratuitamente ai turisti ma abbondantemente popolati di messaggi pubblicitari relativi alla zona visitata (anche se la tecnologia probabilmente non riuscirà a risolvere soddisfacentemente il problema della vendita degli spazi pubblicitari a livello di quartiere o di singolo esercizio commerciale...).

giovedì, agosto 17, 2006

Guerilla Parenting

...una applicazione dei metodi del Guerilla Marketing, focalizzati su una educazione corretta dei giovinetti - adottando tecniche e strumenti che ben si integrano con il loro background culturale.

http://cosmo7.com/stencil/

O no?
Ma... è Guerilla Marketing o Guerilla Communication?
Il GM , almeno nella sua stragrande maggioramza dei casi, è una forma di comunicazione. Però il termine "Guerilla Marketing" suona meglio, è più markettabile…;-) io ritengo che dovrebbe essere chiamato Guerilla Communications ma ormai e’ fatta…

Anche perchè, molto spesso, di Marketing ne ha poco.
Il GM si è storicamente (per quel poco di storia che ha) sviluppato su un approccio "creativo". Cercare la trovata, il colpo ad effetto.

Molto spesso quella del GM è tutta teoria generica perche’ alla fine quello che conta è la trovata. E non che sia sbagliato: non si vive di solo Marketing...

In effetti questo approccio dove la strategia e il marketing sono in sottordine rispetto alla capacità creativa è tipico di alcuni settori come la moda o i profumi, dove non si puo’ organizzare la comunicazione su parametri razionali (se mi permettete la generalizzazione) e dove sono gli stilisti e i creativi che la fanno da padrni in comunicazione, interpretando trend, cogliendo cose che sono nell’aria, trovando modi di stupire e attrarre l’attenzione.

Si tratta dunque, nel GM, di lavorare sull’awareness e sulla generazione di news value – ovvero facendo casino fare si’ che i media se ne occupino e parlino di noi, dandoci copertura mediatica gratuita (publicity).

Il problema è che se anche alziamo l’awareness, non è detto che facciamo del bene alla brand equity – e poi che marca potrà essere una marca che vive solo di colpi ad effetto?

Pochissime marche possono sopravvivere ad una strategia fatta solo di guerilla – che anzi va in molti casi usato a dosi omeopatiche. Il rapporto tra marca e cliente è spesso è un fidanzamento, un certo livello di prevedibilità è spesso apprezzato...

lunedì, agosto 14, 2006

Tryvertising, implicazioni per le aziende
Un’operazione complessa e frammentata come il Tryvertising implica, dal punto di vista dell’azienda, un impegno a sviluppare un marketing mix sempre più su misura per i nostri target (spesso sempre più piccoli e specialistici).

E una volta sviluppato il package prodotto/marca/comunicazione, portarlo nelle mani dei consumatori più influential e più vocali, contando sulla forza della nostra offerta (e della nostra persuasione) per farli innamorare del nostro prodotto. Di qui, auspicabilmente, l’inizio di un rapporto affettivo e di entusiasmo – un amore che si faccia rumoroso, usando i canali virali.

Gli esempi di user innamorati che osannano un prodotto già oggi non mancano – basterà farsi un giro su tribe.net, su ciao.com o su uno dei mille siti che aggregano comunità; su blog di successo e mailing list per incontrare esempi di prodotti idolatrati o di aziende crocefisse di fronte a migliaia di potential users.

Lo sforzo importante per rendere il tryvertising una disciplina funzionale (e non una semplice ridenominazione del sampling) passa attraverso la costruzione di una serie di regole strategiche che possano rendere efficace questo strumento.

Riflessione 1: Pensare strategicamente. Il tryvertising deve essere visto come una operazione strategica – quindi su cui si investe in pensiero, in ricerca, in analisi del target, in creatività. Per trovare soluzioni che non siano banali, episodiche o casuali.

Riflessione 2: Tutti i prodotti sono ”buoni”, sono le emozioni che li differenziano. Se cerchialo il successo attraverso un sampling basato sulle funzionalità del prodotto, dobbiamo avere un prodotto dalle performance miracolose. L’obiettivo deve essere (invece) la costruzione di relazione emotiva ed affettiva tra azienda e persone.

Fermo una persona per la strada, le regalo un campione di caffé. Questa poi lo prova, lo trova buono ma nulla di più. So what. Davvero otterrò una conversione al prodotto o che si impegni a far proseliti fra le sue amiche?

Diverso darle appuntamento per assaggiare il mio caffé in un locale carino, portandosi dietro il fidanzato ed offrendole un mazzo di fiori (c’è poco da ridere: un fast food americano è riuscito a riattivare una serie di ex clienti invitandoli per San Valentino ad una cena romantica a lume di candela nel locale… contando sul fatto che per molti clienti, in un’età giovanile, quello era proprio il luogo dove era iniziata o si era sviluppata la loro storia d’amore…)

Se riesco a trasformare l’occasione di “assaggio” in un momento che possa emozionare il mio potenziale cliente e che lo faccia sentire coccolato e stimato, potrò iniziare a costruire un vincolo emotivo che cambierà la relazione da “consumatore <-> prodotto” a “persona <–> azienda che mi vuole bene e a cui voglio bene”

Riflessione 4. Quindi…gratificare il ricevente. A tutti piace sentirsi speciali. Sentirsi riconosciuti come parte di un’elite da parte dell’azienda può fortemente modificare la percezione.
Ricevere 20 centilitri di ammorbidente non mi gratifica. Ricevere una versione fuori commercio, personalizzata, riservata solo a “noi eletti” del tuo prodotto… mi fa sentire un cliente di riguardo.

Ricevere un campione dall’evidente valore di qualche centesimo a volte mi irrita. Ricevere un oggetto il cui retail value sia invece significativo (ma che, sul mercato dell’oggettistica promozionale, si può ottenere a prezzi infinitamente inferiori) mi lascia piacevolmente sorpreso.

Darmi la possibilità di esprimere il mio parere, di contribuire allo sviluppo del prodotto e alla crescita dell’azienda può farmi sentire parte di quell’azienda. E quindi dalla loro parte. A condizione che mi raccontino cosa hanno fatto del mio input…

Riflessione 5. Contestualizzazione. Il tryvertising deve essere allineato e funzionale al contesto. Un campione di shampoo dato in metropolitana ha poco impatto. Un budino pronto (se buono!) offerto a fine pasto in un ristorante, un altro.

giovedì, agosto 10, 2006

Ancora sul tryvertising...

In realtà il tryvertising non è terribilmente diffuso a livello "alto", ma qualche esempio interessante c'è: ad esempio il ConQwest 2005 – una caccia al tesoro su larga scala organizzata negli US su un target teenagers. I partecipanti, per giocare, dovevano utilizzare (a lungo) prodotti di Qwest (un operatore di comunicazione) quali telefoni cellulari con fotocamera integrata (imprestati al team dall’operatore).

Anche Nike si è data da fare, ad esempio offrendo in palestre universitarie corsi di fitness, step o cardio. Tenuti da istruttori certificati del Nike Fitness Team, questi corsi (gratuiti) sono anche un’ottima occasione per provare, sul campo, i prodotti dell’azienda. O sempre Nike, in Canada, supporta i runners che si preparano per la mezza maratona di Vancouver: possono ottenere da Nike un appuntamento con un allenatore che li accompagna, massaggi gratuiti e, ovviamente, una prova su strada delle scarpette…

Ma interessanti opportunità si aprono nei cessi di Parigi.

In sostanza, il Tryvertising è una bella idea – che richiede però fantasia, molto lavoro e molto rigore strategico per evitare il rischio di pensare che un campione gratuito, cellofanato in una rivista femminile, farà diventare di moda il nostro prodotto…

Interessante link: cliccate qui

lunedì, agosto 07, 2006

Il nuovo OS del Nokia 770

Per i fortunati utilizzatori di questo interessante navigatore Internet tascabile, segnalo la release della nuova versione del sistema operativo - che aggiunge significative features all'oggetto.


La feature più interessante è la disponibiltà del VoIP e di Google Talk.

Purtroppo... no, non c'è Skype... :-(
Per evidenti questioni di accordi ad alto livello, il software incorporato nel nuovo OS è Google Talk, che permette di chattare e di fare telefonate.

Ho qualche dubbio che Skype venga reso presto disponibile: immagino che Google avrà preteso una sorta di esclusiva di qualche tipo.. e tra Google e Skype non corre buonissimo sangue, suppongo. La loro rivalità non si esaurisce nel VoIP ma anche nei sistemi di pagamento.

Skype è infatti proprietà di eBay, che possiede anche PayPal.
Google ha invece da poco lanciato il proprio sistema di pagamento, Google Checkout...


Tornando a noi: è però possibile installare Gizmo, che oltre alle chiamate PC - PC permette di chiamare (a pagamento) fissi e cellulari... anche dal 770.

Tutto ciò vuol dire che, avendo il 770 la connettività WiFi, se trovate un hotspot aperto potete telefonare gratis o a bassissimo costo - e se l'hotspot non c'e' vi collegate via blutooth al cellulare e pagate la connessione voce al costo di un collegamento dati

La qualità della chiamata è discreta e dipende molto dalla qualità del segnale che si riceve dall'hotspot

La descrizione delle sue features è qui
Il sito ufficiale del 770 (da cui si può scaricare l'OS) è qui
Il mio precedente post sul 770 lo trovate qui

Provami, provami...col tryvertising


Parliamo di “Tryvertising” - l’approccio di marketing volto a mettere nelle mani dei consumatori il prodotto affinché lo provino, lo adottino, ne parlino bene o facciano scattare dei fenomeni imitativi.

Diciamolo subito: siamo di fronte ad una (non semplice) evoluzione del classico sampling o di una operazione sugli influencers – come la solita offerta speciale per i giornalisti o il regalo del prodotto al VIP di turno.

E le sovrapposizioni con l'Ambient Marketing non mancano (noi markettari spesso diamo dieci nomi diversi alla stessa cosa...)

Gli esempi di applicazione di questa tecnica non mancano... anche se generalmente mancano di impressionare in termini di creatività. Probabilmente, dunque, il tryvertising è una buona idea il cui potenziale è però ancora tutto da sfruttare. E, curiosamente, quasi tutta la casistica sembra concentrarsi sugli alberghi come canale di contatto con il pubblico ( più che di tryvertising sarebbe il caso di parlare di hotelvertising?)

Un certo numero di hotel di lusso mettono oggi a disposizione dei clienti auto altrettanto di lusso; con l’obiettivo di convincere il VIP a comprare l’auto che ha potuto provare, di convertirlo in un evangelista del prodotto, portandolo a parlarne bene con i suoi altri amici (VIP), di farlo diventare testimonial gratuito - sperando che venga avvistato al volante del nostro veicolo.

Possiamo poi citare la catena alberghiera Etap, che ha ammobiliato alcune camere con i mobili di Ikea, o (più interessante) l’idea di mettere a disposizione degli ospiti una PlayStation con i giochi più recenti.

Niente di sconvolgente, eppure la teoria che posta alla base dello strumento ha dei punti sensati: se il pubblico ha fatto un po’ il callo alla pubblicità, se le fasce più giovani diventano difficili da raggiungere con i media classici, per costruire una marca e un prodotto di successo occorre passare (anche?) per altre strade.
Usare non i “media” come veicolo del nostro messaggio, ma fare sì che siano gli user stessi a diventare nostri propagandisti, evangelizzatori. Quindi credibili in quanto “uno di noi” e neutri in quanto indipendenti. Una critica, dunque, al celebrity marketing: le celebrità credibili sono i consumatori stessi, molto più affidabili di una “star” nel dar giudizi su un prodotto mass market…

venerdì, agosto 04, 2006

On line la nuova versione del mio sito

E' da oggi online la nuova versione del mio sito...

Sicuramente qualche problemino non risolto ci sarà ancora... un grazie a tutti quelli che mi segnaleranno eventuali bachi o problemi di visualizzazione

giovedì, agosto 03, 2006

Semichiuso per ferie
Il blog funzionerà in maniera molto limitata fino a fine mese.... tanto siete tutti in ferie, no?
Se non è così, manifestatevi e dite la vostra ;-)