mercoledì, dicembre 27, 2006

Il 2007 sarà l'anno del mobile advertising negli US?

Verizon, il colosso americano della telefonia mobile, ha annunciato l'introduzione di annunci pubblicitari sui telefonini dei propri clienti. Verranno infatti introdotti banner pubblicitari sui siti visitati dagli utenti Verizon usando il proprio cellulare. Ma questo è solo l'inizio.

Il valore del mercato dell'advertising sui cellulari è stimato negli US sui 150 milioni di dollari per il 2006, per arrivare a 1,3 miliardi nel 2010 (ragazzi, io queste sparate sui numeri pero' sono 10 anni che le sento, non so bene quanto credere a questi ricercatori.... nello specifico la fonte del dato è la società di ricerche Ovum).

Resta da vedere se e quanto gli utenti del servizio di telefonia gradiranno / accetteranno / sopporteranno la trasformazione del loro cellulare in un media personalizzato e mirato.

Per approfondimenti, leggete l'articolo del NY Times.

(Nella foto, un esempio di approccio altermativo al tema del mobile advertising)


Amazon, nuovi record natalizi

12 Dicembre 2005: Amazon fa registrare 3,6 milioni di ordini in un solo giorno.

11 Dicembre 2006: Amazon arriva a oltre 4 milioni di ordini nella giornata.

Che l'ecommerce sia ormai una realtà consolidata, non c'è più nessun dubbio. Che Amazon sia uno dei più importanti retailer del pianeta, anche. Siamo ormai in una fase che potremmo già definire di maturità del mercato.

Resta solo da capire, come tradizione del mondo Internet, come si reinventerà questo mercato domani.

Ah, btw, Buon Natale e Buon 2007 a tutti....

venerdì, dicembre 22, 2006

Gli investimenti pubblicitari su Internet continuano implacabili la loro marcia

Internet è il mezzo che si prevede crescerà di più in termini di raccolta di investimenti pubblicitari, con tassi di crescita del 28% l'anno prossimo.

Per il mercato globale pubblicitario le previsioni di crescita sono del 5,4% nel 2007, 5,8 nel 2008 e 5,3 nel 2009.

Trattandosi di una media globale però bisogna fare dei distinguo: contribuiranno di più alla crescita l'Asia-Pacifico, l'Europa Centrale e dell'Est e il Medio Oriente; mentre l'America, (quella del Nord e quella Latina) e il resto dell'Europa saranno sotto queste cifre di sviluppo.

Su questo totalone Internet peserà nel 2009 per circa un 9-10% contro un 6% di quest'anno (tenete anche conto della differenza di prezzo tra la pubblicità Internet e quella sui media classici per rendervi meglio conto di cosa vuol dire come quantità di advertising che si sta riversando sull'online).

In realtà già Svezia, UK e Norvegia sono al 10% di quota...

Proprio negli UK sta andando forte Google che , secondo le ultime previsioni, supererà a breve il fatturato pubblicitario delle televisioni commerciali (si veda questo articolo)

martedì, dicembre 19, 2006

Ultima segnalazione: il Flog di Sony scoppia in faccia agli autori


"What We Should Learn From Sony's Fake Blog Fiasco"

Come avrete capito, oggi mi sto dedicando al leggere cose interessanti (a fine anno il lavoro si calma).

Questo articolo di Advertising Age sul fattaccio del flog (Fake Blog, o finto blog) di Sony mi sembra istruttivo e dimostra quanto sia difficile gestire il Viral Marketing (e quanto si possa essere poco furbi all'interno di una strategia apparentemente raffinata... possibile farsi beccare attraverso la registrazione del dominio...???)

Link: http://adage.com/smallagency/post?article_id=113945
La brand experience? Ora si fa sul web

"Interessanti, creative, ironiche, intelligenti: le testimonianze presentate durante il “Multimedia Branding” 2006 ..."

Segnalo questa sintesi del Business Talk Show che ho avuto il piacere di moderare qualche giorno fa... ( e c'è anche il video, così potete vedere quanto sfiguro rispetto a Maurizio Costanzo...)
I 10 film virali che dovete assolutamente vedere

Segnalo questo pezzo di Advertising Age, la più ufficiale delle riviste di pubblicità e comunicazione...
"For better or worse, it was the year of the viral video. We detail the ones you should know about so you don't embarrass yourself around the office water cooler."

http://adage.com/digital/article?article_id=113933

lunedì, dicembre 18, 2006

Kentucky Fried Chicken abbandona i suoi giocattoli. E BG limita la pubblicità.

KFC, nel Regno Unito, eliminerà i giocattoli dai suoi menù per bambini (una volta, ovviamente, terminata la campagna promozionale centrata sui personaggi del film di animazione "Happy Feet").

Si tratta della seconda mossa all'indietro da parte di catene di fast food operanti in UK dopo l'annuncio di Burger King - che dal 22 dicembre smetterà di passare la propria pubblicità nei programmi televisivi dedicati all'infanzia.

In entrambi i casi si tratta di una mossa volta ad anticipare una decisione dell'Ofcom (l'ente regolatore della comunicazione nel regno britannico) - che ha fatto chiaramente capire la propria intenzione di proibire a breve termine la comunicazione volta a promuovere prodotti alimentari che l'ente consideri poco salutari...

Queste operazioni "censorie" sono destinate a suscitare non poche polemiche, generalemente sul tema della libertà di scelta e dell'autodeterminazione, per lo meno quando si tratti di target adulti.

Da genitore, anche se coinvolto nel mondo della comunicazione e del marketing, non riesco però a trovare questa forma di pressione così negativa, anzi, tutto sommato l'approvo calorosamente.... (basta guardarsi intorno e vedere quanti bambini sovrappeso ci sono in giro, se le fredde statistiche sull'obesità infantile non bastano a convincerci...)

mercoledì, dicembre 13, 2006

Ikea prova l'e-commerce e vi invita al beta test

A partire dal 2007 IKEA proverà la vendita on line dei propri prodotti.
Inizialmente disponibile solo nella zona di Nottingham, è previsto che la vendita si estenda a tutto il Regno Unito (chiaro, in caso funzioni).

L'azienda svedese comunica che circa un 70% del catalogo sarà disponibile per l'acquisto online - con costi di trasporto variabili tra gli 11 e i 50 euro a seconda della dimensione dell'articolo, in una mossa di aggiustamento del pricing per non rendere l'online eccessivamente concorrenziale con il negozio fisico (dove il trasporto ce lo mettete voi - e dio sa quanto pesano i divani....)

In una mossa molto Ikea, anche se il sistema di e-commerce non è ancora operativo, l'azienda invita i visitatori del sito inglese a provare la versione beta prima del lancio e a fornire commenti/feedback.

Links:
FAQ Ikea UK (contiene anche le FAQ sull'ecommerce)
FAQ "how to shop online" di IKEA
Il Negozio Online di IKEA


Mestoli e padelle ascoltano le community: un’intervista

Si sente spesso dire che ascoltare le Community è difficile – eppure ci sono aziende che ci riescono - e bene. Ecco un esempio. Su Apogeo On Line questa settimana. una intervista su come una PMI è riuscita ad ascoltare le Community (di casalinghe...) per migliorare il proprio business.

L'articolo lo potete leggere qui

domenica, dicembre 10, 2006

Sono un blogger di Serie C :-)

Probabilmente, dopo il mio post di qualche giorno fa, qualche anima pia si è commossa e mi ha linkato nel suo blog, facendomi salire di un posto nella classificazione di Technorati.

Adesso mi mancano solo altri 84 blog che linkino al mio e saro' promosso in serie B...
A Natale gli annunci di Kraft profumano di cannella...

La rivista "People" è un magazine piuttosto popolare negli USA - tratta di celebrità e casi umani, con oltre 3,7 milioni di lettori e un fatturato di 1 miliardo e mezzo di dollari (fonte: wikipedia)

Da qualche anno si sono inventati la tradizione di farsi sponsorizzare il numero di Natale da una grande azienda (mica scemi... e mica per niente l'organo ufficiale della pubblicità americana, la rivista Advertising Age, ha nominato People "Magazine of the Year"nel 2005".

Quest'anno (e per il quarto anno) lo sponsor è la multinazionale del cibo Kraft che, per l'occasione ha ritirato fuori dall'armadio della storia pubblicitaria gli annunci "Scratch and Sniff", quelli che se li grattate emanano odori appropriati

Su 31 annunci di Kraft contenuti nella rivista, 5 sono odorosi - come nel caso del formaggio Philadelphia protagonista di una torta di formaggio alle fragole, dei biscotti Chips Ahoy, della gelatina o del caffé alla cannella.

Non solo gli annunci sono odorosi, ma le fragranze sono "embedded" anche in un articolo che include foto di alimenti. L'idea di fondo è di accrescere l'impatto del messaggio per aumentarne il ricordo e aumentare l'effetto del budget pubblicitario.

Approfondimento: articolo sul Wall Street Journal
Il sito della rivista People

Relativamente all'uso creativo degli odori in comunicazione, si veda anche - o meglio si veda e odori - l'incredibile film Polyester di John Waters con l'indimenticabile partecipazione di Divine...




mercoledì, dicembre 06, 2006

Il Re della pizza costruisce la Città della Madonna

Questa settimana su Apogeo...

Nasce negli Stati Uniti (con investimenti miliardari) una nuova città, tanto cattolica da vietare gli anticoncezionali e censurare la Tv. Ma con Internet, come faranno ad Ave Maria City? (l'esempio cinese da' qualche suggerimento in merito....)

leggetelo qui


Last Chance:Workshop "WEB MARKETING"

Ultima occasione per iscriversi al workshop su Tecniche e strategie di marketing per implementare e sviluppare un sito web che terrò il prossimo 14 dicembre 2006 con il supporto della società di Formazione LRA.

Potete ottenere informazioni e scaricare il programma qui

Partecipate numerosi ;-)

lunedì, dicembre 04, 2006

Un caso di Marketing non convenzionale: Borat


Uno dei casi più eclatanti di marketing alternativo degli ultimi tempi è quello legato alla promozione del film Borat (Borat: Cultural Learnings of America for Make Benefit Glorious Nation of Kazakhstan).

Un film divertente, pare (io, lo ammetto, non ho ancora trovato il tempo per andarlo a vedere). Anzi divertentissimo, secondo i miei studenti.

Un film che ha fatto un gran botto: nella prima settimana solo 800 sale avevano accettato di programmare questo strano film. La settimana dopo in fretta e furia se ne sono aggiunte altre 1200, visto il successo che stava ottenendo.

Fatturato: 70 milioni di dollari in due settimane.

Certo, la storia e il surreale personaggio (il reporter Kazakho Borat, antifemminista, orrendamente politically incorrect, grottesco, assolutamente privo di gusto secondo i nostri standard etc etc ) hanno una importanza fondamentale nel successo del film. Ma, secondo gli analisti, moltissimo ha influito la capacità dei markettari di sviluppare un mix esplosivo a supporto del film: guerilla, viral, digital, buzz, ambient...

Il protagonista del film è apparso ovunque e dovunque. Programmi televisivi, eventi, convention, persino lezioni universitarie (l'avessi saputo prima, maledizione, l'avrei invitato alle mie).

Memorabile la sua apparizione al Festival di Cannes, in cui è comparso in mezzo a un pacco di avvenenti signorine sfoggiando il più improbabile dei tanga verdi. Una foto che ha fatto viralmente il giro del mondo.

Forte è stato l'uso di YouTube: invece di considerare il digitale un nemico, il marketing del film l'ha considerato un alleato prezioso, in grado di portare masse giovani a consumare, a pagamento, il "content" sul grande schermo. E giu' trailer, i primi minuti del film e così via. E secondo quanto riportato dal sito www.boratonline.co.uk/ Fox avrebbe pubblicato su YouTube persino le scene eliminate dalla versioen finale del film...

Notevole l'uso del web, con la creazione di un sito web nazionale perfettamente in linea con l'immaginario background del personaggio. E l'occupazione di MySpace, con uno spazio graficamente ricco (guardate, signori web designer, e imparate come si fa!), comprendente il blog del reporter alla scoperta dell'America e ricco di opportunità di interazione e di filmati.

E l'uso di Windows Messenger come contenitore di banner promozionanti la pellicola.

Di certo ha aiutato non poco la reazione del governo del Kazajistan che ha preso pubblicamente le distanze dal film qualche mese prima del lancio, attraverso un annuncio di 4 pagine sul NY Times.

A parte il successo in termini di soldi, da notare il successo di gradimento da parte gli spettatori. Sempre citando il sito di cui sopra...

"15,000 members of the IMDB website have now voted on the Borat movie. It is currently ranked the 149th film of all time.
Interestingly, two thirds of those voting gave it 10 out of 10. The movie is currently rubbing shoulders with classics like Ghandi, The Deer Hunter and Die Hard. Borat is currently ahead of Spartacus (7.9) but 0.1 points behind Monty Python's Life of Brian(8.1)." Tutte le carte in regola per diventare un cult movie.

Un caso dunque molto particolare - al punto che se ci fosse qualche studente particolarmente coraggioso potrei immaginarlo come tema per una tesi di laurea alquanto "alternativa"...

(quanto a me, non so cosa avrei dato per poter essere parte del progetto. Non oso immaginare quanto si devono essere divertiti...)

Links:
Borat in Tanga
Il sito nazionale del Ministero dell'informazione del Kazakhastan
(raccomandato l'uso della funzione "search")
Le informazioni Kazakhe in diretta
Il sito personale del reporter
Clips tratti dai suoi reportage in america
YouTube: 4960 risultati per Borat
Un ottima unofficial page (ma sarà davvero "unofficial"?)
Il MySpace di Borat
Compratevi on line un tanga come quello di Borat (mai più senza)


Online un'altra puntata del mio corso di Internet Marketing per le PMI
sul portale EuroPMI...

Posso creare un mio Blog per il business aziendale?

In questa puntata parleremo di cosa è un blog e a cosa potrebbe servirci.

Durante il corso a puntate di Internet Marketing per le PMI, abbiamo più volte accennato ai blog. E’ giunto il momento di parlarne in maggiore dettaglio e di capire se e come possano avere un ruolo nel marketing e communication mix della nostra azienda...

Lo trovate qui

giovedì, novembre 30, 2006

Il contro-product placement: Marlboro al cinema? No grazie, dice il produttore

Philip Morris ha chiesto (negli USA) alle compagnie cinematografiche di astenersi dal mostrare i prodotti della multinazionale del tabacco nei film.

A questo scopo avrebbe prodotto addirittura spot appositi destinati a registi e operatori del settore per evitare che si verifichino situazioni di product placement non controllate.

La mossa è spiegabile in modo molto semplice. Se una Marlboro appare al cine e un giovanotto inizia a fumare a causa di questa esposizione, piombano addosso alla Philip Morris migliaia di attivisti antitabacco e alcune decine di enti statali, senza parlare della giustizia, tribunali e un rinforzo delle Giubbe Rosse canadesi.

Insomma, di questi tempi si rischia troppo a parlare dei propri prodotti, se si è nel tabacco: date un'occhiata al sito Philip Morris italiano - è praticamente impossibile capire che marche producono - esce solo che loro sì fanno sigarette ma che si dano un gran da fare perchè la gente smetta di fumare o non inizi, etc etc.

In effetti, da molte parti si accusano le imprese del tabacco di essersi ampiamente approfittate del product placement apparentemente "spontaneo", in quanto proibito da un accordo firmato dalle imprese del settore nel 1998 nel quale si impegnavano a non promozionare i prori prodotti al cinema.

Insomma, tira una brutta aria e quindi si è ricorsi a iniziative un po' plateali per fare la figura dei bravi ragazzi...

mercoledì, novembre 29, 2006

Parlando di Case History ...

La vostra azienda (preferibilmente una PMI) ha fatto qualcosa di interessante in Rete? Avete un caso aziendale, con una metodologia e dei risultati da condividere?

Se la risposta è sì, mi piacerebbe parlarne.

Sia per la pubblicazione su uno dei media che collaboro o per la pubblicazione su questo blog, sia per presentarli alle varie classi cui insegno - ritengo che diffondere un po' di casi pratici (spesso difficilissimi da beccare) potrebbe essere un servizio alla comunità...

se volete, parliamone...

martedì, novembre 28, 2006

La pubblicità corre sul Taxi... ma che fatica


La minaccia di una progressiva disaffezione del consumatore con la televisione (o peggio, con la pubblicità televisiva) porta la televisione entrare in luoghi e spazi nuovi - sulla base del principio che se il consumatore non va alla televisione, deve essere la televisione ad andare da lui. E per questo, nulla di meglio che avere a disposizione un pubblico captive…

Di qui l'idea di mettere schermi televisivi all'interno dei taxi, per diffondere programmi di intrattenimento e notizie... ma sopratutto molta pubblicità.

La TV sul taxi non porta un numero di contatti terribilmente elevato (ad esempio a Barcellona si parla di 1200 passeggeri per taxi alla settimana) ma fattori quali la tipologia del target e la probabilità che ci dia molta più attenzione rispetto a quello che avviene in casa potrebbero compensare qualitativamente dal punto di vista della pianificazione - senza tener conto della flessibilità geografica e temporale per messa dal media.

Una forma di comunicazione che può quindi essere interessante per aziende che operano in ambiti locali, con budget ridotti, che cercano un media con una buona copertura su una clientela business.

Altro aspetto interessante è la capacità del sistema di monitorare la propria audience in modo automatico e sull'intero universo (quindi non su un campione). Semplicemente attingendo al registro delle corse contenuto nel tassametro ( e magari un domani con una "annotazione" del conducente sul numero di passeggeri), si potrà conoscere con precisione la propria audience e quindi fare ragionamenti abbastanza precisi sui costi contatto della propria campagna.

In realtà però il Taxi TV advertising non è poi così diffuso nel mondo…
Gli esempi ad oggi più significativi sono quelli Inglesi e di Barcellona e (mi dicono, non li ho mai visti di persona) quelli di Parigi e Copenhagen.

Il progetto di Londra appare essere forse quello più sviluppato: la televisione sul black cab è gestita a Londra dall'impresa Cabvision, che già offre una base installata di un migliaio di taxi, con l'obiettivo di arrivare al 50 per cento della flotta londinese per la fine del prossimo anno. I taxi una antenna posta sul tetto, che riceve (via GPRS o 3G ) feed in diretta dalla BBC e altri providers, in particolare dall'agenzia di stampa Reuters per l'aggiornamento in tempo reale delle news. La programmazione è dunque continuamente aggiornata in tempo reale.

Il sistema offre agli inserzionisti una programmazione flessibile, aggiornabile in pochi istanti - ad esempio emettendo comunicati diversi per fascia oraria o gestendo iniziative promozionali modificabili "in diretta". Nei 20 minuti medi di presenza sul taxi, il passeggero viene esposto a break pubblicitari da 30 secondi, inframmezzati da news e brevi filmati, entertainment e sport.

I costi della presenza pubblicitaria sui taxi londinesi oscillano tra i 5.000 e i 7.000 sterline al mese per ogni spot, con possibilità di pacchetti di sponsorizzazione attorno alle 10.000 sterline mensili.

Un progetto analogo a quello di Cabvision, gestito dalla concorrente Cabtivate, è inoltre attivo ad Edimburgo e Glasgow, su poche decine di taxi.

A Barcellona il canale televisivo a misura di taxi è invece ancora totalmente in fase sperimentale. Sono infatti solo poche settimane che i primi 100 taxi dotati di schermo televisivo interno battono le strade della capitale catalana, organizzati da Taxispots, con un costo di installazione pari a circa 1.000 euro per vettura. Questo costo viene assorbito completamente da Taxispot, che inoltre eroga un compenso di 130 euro al mese al proprietario del taxi.

La programmazione è in catalano, spagnolo e inglese, include la copertura dell'agenda culturale della città (ottima opportunità per vendere la pubblicità relativa a spettacoli ed esposizioni), reportages turistici, cortometraggi umoristici, publiredazionali e spot (tra i primi inserzionisti la ONG Intermón Oxfam, TV locali, il Café de Colombia , operatori turistici e commerciali del segmento luxury.

Lo sviluppo del servizio è previsto in tempi ragionevolmente rapidi, andando a coprire città ad alta presenza di auto pubbliche, come Madrid, Valencia o Siviglia, anche per ottenere una posizione forte di first comer sul mercato della pubblicità sui taxi, data l’annunciata prossima entrata di almeno altri due operatori concorrenti in questo mercato.

Ulteriore passo sarà la produzione di un supporto cartaceo distribuito sui taxi, a integrazione e rafforzo della pubblicità taxi-televisiva. Una piccola guida, che avrà l'importantissimo compito di ricordare indirizzi, numeri di telefono, orari d'apertura e indirizzi web degli inserzionisti.

Incombe però il problema dell'assenza di una normativa che regoli il servizio: l'Instituto Metropolitano del Taxi sta attualmente lavorando su questo fronte ed è previsto che entro la fine del 2006 venga rilasciata una guida per l'uso etico di questo media, con l'obiettivo di evitare una eccessiva pressione pubblicitaria del passeggero (che potrebbe, inoltre, rivelarsi controproducente in termini di efficacia del mezzo per l'inserzionista).

Sul fronte delle tariffe, a Barcellona si parla di un abbonamento mensile di 1800 euro per uno spot di20 secondi

A New York la pubblicità sui taxi non ha funzionato, tanto che l’autorità che regola le autopubbliche della Grande Mela nel 2003 ha bloccato l’uso, vietando questa forma di pubblicità.

In Italia invece, il progetto apparentemente partito bene ha fatto la fine del topo. Si tratta infatti del progetto MICE TV, (Mobile Info Communication Entertainment), messo in pista dall'agenzia milanese Tedoforo e dal produttore di sistemi audiovisivi Visteon.
I contenuti trasmessi da questo canale provenivano da emittenti televisive generaliste ed erano editati da Tedoforo. Le notizie e gli aggiornamenti in tempo reale dei mercati valutari e finanziari erano invece fornite da TG.com.

Secondo quanto riportato dall'International Herald Tribune (prima del blocco della sperimentazione) i tassisti erano incentivati ad aderire al sistema tramite omaggi in natura. Dal punto di vista dei soldi tenendo conto di una vita media di tre anni dello schermo, il break-even del sistema si sarebbe dovuto realizzare al conseguimento di un fatturato di 27 milioni di Euro nel triennio. Il numero di passeggeri raggiunti, secondo stime dell’azienda avrebbe potuto aggirarsi sui 1.2 milioni a settimana, grazie alla previsione di installare il sistema su 6.000 vetture a Roma, Milano, Torino, Napoli e Genova.

Secondo quanto mi è stato dichiarato nel corso di un colloquio con personale di Tedoforo, il progetto è stato però sospeso per… diciamo divergenze d’opinione con il parter tecnologico statunitense.




venerdì, novembre 24, 2006

Sono un blogger di serie D :-(

Ho appena scoperto (ho la rapidità di un bradipo, lo so, ma devo anche lavorare - mica posso solo tenermi informato...) l'esistenza di un tool online che ci informa in merito a quale dei gruppi di Authority di Technorati appartiene il nostro blog.

I quattro gruppi sono (citando Mondoblog):
  • The Low Authority Group (linkati negli ultimi sei mesi dai 3 ai 9 blogs ) è il gruppo più numeroso in quanto rappresentato da oltre 1 milione di blogs la cui frequenza di aggiornamento è molto bassa (una media di 12 post al mese)
  • The Middle Authority Group (linkati negli ultimi sei mesi dai 19 ai 99 blogs) è formato da oltre 400 mila blogs che però aggiornano i contenuti con una media del 50% in più rispetto al primo gruppo
  • The High Authority Group (linkati negli ultimi sei mesi dai 100 ai 499 blogs) conta oltre 26 mila blogs che aggiornano più di na volta al giorno i propri contenuti
  • The Very High Authority Group (linkati negli ultimi sei mesi da più di 500 blogs) è considerato il gruppo d’elite con circa 4000 blogs, molti dei quali hanno già qualche anno di anzianità.
Il tool assegna un voto (da D ad A) sul nostro blog...e io ovviamente sono in serie D.

Fortunatamente a livello di letture vado meglio che a livello di link (anche se pure li' siamo nell'area dei pochi ma buoni...) e mi posiziono verso il 440,000°posto di Tecnorati...
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Non c'eravamo ancora abituati al Web 2.0...

che già si parla diffusamente di web 3.0.

La cosa curiosa (ma in fondo mica tanto) è che ci sono in giro almeno 30 (senza il punto in mezzo) definizioni diverse di cosa sia.

Il web 3.0 che però più mi piacerebbe vedere è quello in cui si passa dalla ricerca di informazioni alla ricerca di soluzioni.

Oggi, se cerchiamo un'automobile da comprare, digitiamo le parole chiave che crediamo meglio definiscano il prodotto che ci interessa.

E il web (o meglio Google e a seguire gli altri motori) cercano in Rete i siti che contengono quei termini che noi abbiamo definito. In qualche modo non possiamo trovare ciò che non abbiamo saputo immaginare.

Lo scenaio che si profila (e su cui stano lavorando i big, da IBM a Google ...) è quello di un sistema animato da una qualche forma di intelligenza artificiale che sappia interpretare i nostri bisogni, anche senza dover necessariamente passare per una ricerca di keyword.

Un web che sia in grado di dare buone risposte ad una query del tipo "Ho 40 anni, tre figli, un cane, gioco a golf ma non vado a sciare. Faccio 25.000 km l'anno quasi tutti in città - qual'è la mia macchina ideale?".

Ovviamente questo non sarà che l'inizio. Il web 4.0 sarà in grado di dirci qual'è la nostra compagna o compagno ideale.

Il 5.0 saprà darci la risposta alla domanda della Vita, l'Universo e Tutto Quanto.

E il web 6.0 andrà ancora più in là e saprà trovare anche le domande di cui abbiamo solo la risposta, specialmente se la risposta è "42"
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martedì, novembre 21, 2006

Negli USA, per i regali di Natale, attenti a Internet : farà oltre un quarto del mercato?

Secondo quanto dichiarato dalla società di ricerche BIGresearch, un sondaggio su un campione di oltre 7000 intervistati ha rivelato che la spesa media prevista per gli acquisti natalizi sarebbe attorno agli 800 dollari e che quasi il 29% degli acquisti previsti saranno realizzati su Internet.

La percentuale di americani che prevede di effettuare almeno un acquisto natalizio online è salita dal 36 al 47% in un anno.

Ma, come sostengo da sempre, l'impatto di Internet sarà ancora più forte sugli acquisti offline: quasi l'89% dei consumatori US dichiara di usare Internet per decidere cosa comprare in negozio (anche fuori dal periodo natalizio...).

Il che implica che possiamo avere il negozio o il prodotto migliore del mondo, ma che se la presenza Internet non è a posto un buon numero di consumatori ci elimina dai possibili candidati sin dalle prime fasi del processo di informazione / selezione (chiaro, dipende anche dalla tipologia del prodotto...)

(Per chi fosse interessato ad approfondire la teoria di come Internet influenza il processo d'acquisto nei negozi tradizionali, suggerisco di scaricarsi e leggere il mio articolo sul "Buy Cycle" che trovate qui...)

sabato, novembre 18, 2006

Online la nuova puntata del mio corso di Internet Marketing per le PMI
sul portale EuroPMI...

Ascoltare la Rete, perché in rete si parla di noi
Forse non ci avete mai pensato, ma magari in rete si parla di noi.

Questo capita perché Internet offre tutta una serie di spazi, di applicazioni che permettono alle persone, ai consumatori, agli esperti di diffondere la propria opinione, di organizzare spazi di discussione, dove domande e risposte si incrociano, dove richieste di aiuto vengono soddisfatte da consigli (che a volte provengono da grandi esperti, premi Nobel compresi)....

Lo potete leggere qui...

Se siete interessati alla lista delle puntate precedenti del corso già pubblicate (una ventina), trovate l'indice qui...
On line il mio nuovo articolo settimanale per Apogeonline...

La cena? Non si cucina, si assembla

Se cucinare è bello ma non c’è più il tempo, ecco arrivare i Meal Assembly Center, luoghi dove preparare cenette perfette grazie a ricette componibili e ingredienti già pronti

Potete leggerlo qui...
Social Shopping: alcuni esempi

Nell’approccio del social shopping si possono scegliere all’interno della comunità dei recensori quelli più affini a noi per gusti, età, caratteristiche e ottenere il parere, su un prodotto o un servizio, da parte di qualcuno che ci assomiglia, che condivide certe cose e la cui suggerimento può quindi essere molto più significativo per noi come individui ( e non come target segmentato sociodemograficamente).

La teoria è semplice, la messa in pratica è un po’ più complicata – e coinvolge almeno 3 grandi classi di attori: le marche, i comunicatori e gli inventori / gestori dei siti /strumenti di Social Shopping.

Nella pratica dei siti che si occupano di social shopping, esistono vari approcci e vari strumenti. Spesso si parte da un motore di ricerca del prodotto, che dal risultato permette poi di accedere a delle pagine di riassunto e confronto, di comparazione dei prezzi e delle caratteristiche, alle recensioni degli altri utenti, a pagine editoriali redatte da una redazione interna, ad una evidenziazione di particolari offerte speciali in corso sui vari siti di e-commerce.

Si può invece partire dalla pagina personale di un membro della comunità che pubblica una lista con i propri preferiti e la raccolta delle proprie recensioni. Si può arrivare a forum e spazi di dibattito, dove si può richiedere il consiglio e il supporto degli altri membri della comunità, chiedendo un parere a chi ha già provato un prodotto o è un esperto del campo.

Su altri siti si può ottenere l’accesso ad un database comparativo di tutti (o quasi) i prodotti esistenti in una certa categoria, costruito con il contributo dei membri della comunità che recensiscono i prodotti quando escono, come nel caso del social shopping enologico di Cellartracker, un software/ database arricchito continuamente da una community di entusiasti.

Un approccio molto focalizzato su un target di alto spendenti è quello di Stylehive, un sito che si descrive come un servizio mirato verso gli ''shopping obsessed'', che possono segnare sotto forma di bookmark i propri prodotti favoriti e condividerli con tutti coloro che condividono questa passione ( in pratica segnalando o raccomandando prodotti considerati "caldi"). Un luogo di aggregazione e interazione per gli utenti Fashion conscious e per i trend setter (o gli early followers) dove i consumatori possano condividere il piacere di scoprire e di condividere la scoperta di nuovi prodotti. E dove l'obiettivo è di trasformare il sito in uno dei motori della creazione di mode e trend attraverso l'interazione dei consumatori più attenti, sensibili ed influenti, rendendo facile poi al resto del mercato venire informati sui nuovi prodotti emergenti, sulle nuove, irrinunciabili oggetti del desiderio del mercato.

Moltissimi altri sono gli approcci differenti tentati dagli operatori in cerca di successo nel mondo del social shopping; dai siti che combinano interazione sociale e sconti come Yub.com alle piazze virtuali dove il pubblico è invitato a definire quali siano i migliori prodotti del mercato attraverso una votazione collettiva del tipo di Crowdstorm - arrivando a pubblicare liste e classifiche molto credibili e in grado di influenzare significativamente le decisioni d'acquisto.

E poi i variegati approcci di Yahoo, ThisNext, Wists, ShopWiki, Kaboodle, di Froogle , NexTag, Shopping.com, Shopzilla, PriceGrabber ...

In maniera abbastanza scontata e proiettata verso un futuro ormai molto vicino, molti operatori sono poi già proiettati verso il mondo dell’Internet mobile, configurando un facile accesso via telefono, palmare o tablet ai servizi di comparazione, per poter ad esempio effettuare una ricerca del miglior prezzo mentre l’utente magari è sul punto vendita e desidera esseere sicuro non ci sia un negozio nelle vicinanze ( o un e-commerce) che offra lo stesso prodottto ad un prezzo migliore.

Con tutte le conseguenze sulla rete distributiva e le politiche di marketing e promozione di cui abbiamo già parlato più volte in passato.

mercoledì, novembre 15, 2006

Worhshop di Internet Marketing per i non addetti ai lavori

Il 14 Dicembre si terrà, in collaborazione con LRA, un workshop/seminario dal titolo
"WEB MARKETING - Tecniche e strategie di marketing per implementare e sviluppare un sito web"

Se siete interessati, contattatemi direttamente

Ecco il programma:

Quali sono le aree problematiche dell’azienda che Internet può aiutarci a risolvere
- Quali sono le opportunità che Internet può aiutarci a cogliere per un business migliore?
- Promozione dell’azienda e acquisizione nuovi clienti
- Fidelizzazione dei clienti, Customer Service
- Efficientizzazione dei processi, taglio dei costi
- Integrazione di nuovi canali di vendita
- Internazionalizzazione
- Integrazione ed efficientizzazione di partner e fornitori...

Web marketing come strumento di business
- I modelli di Business su Internet
- Il buy cycle, come Internet influenza fortemente gli acquisti dei nostri clienti (anche se comprano nei negozi tradizionali)
- Internet come strumento di promozione
- Internet come strumento di Direct Marketing
- Internet per il Business to Consumer
- Internet per il Business to Business
- Le altre forme di business

Esercitazione: analisi del buy cycle di una delle aziende partecipanti e definizione delle opportunità di miglioramento del business presentate da un sito web strategicamente corretto

Analisi del processo strategico per la strutturazione di un sito web
- L’analisi dello scenario Internet
- l’analisi del problema /opportunità dell’azienda
- La definizione degli obiettivi dell’azione Internet
- L’analisi del target
- L’analisi della concorrenza
- Risolvere i problemi del “rifacimento del sito”
- La definizione di una strategia di marketing per il proprio sito web

Esercitazione: comparazione di siti concorrenti online, confronto con il sito di una delle aziende partecipanti

Tecnologie e Strategie
- Come risolvere il problema delle complessità delle scelte tecnologiche?
- Quali tecnologie adottare per il nostro sito?

Rendere pratica la Strategia
- Affrontare gli aspetti organizzativi
- La progettazione del sito
- Le scelte creative – viste in un ottica di Strategia e di Marketing
- La produzione del sito

Obiettivi:
- Conoscere come applicare le tecniche più moderne di marketing per implementare o rilanciare un sito web
- Come utilizzare il sito web per aumentare il business aziendale
- Quali sono le tecniche e strategie da utilizzare e come renderle pratiche


Destinatari:
- Responsabili marketing e comunicazione
- Responsabili commerciali
- Product e Brand Manager
- E-business Manager
- Web marketing Manager
- Responsabili Media e Advertising




Memento: Moderatore al Business Talk Show

Per chi fosse interessato, segnalo questo "Talk Show" cui parteciperò in qualità di moderatore
http://www.webchallenge.it/Home.asp

23 Novembre 2006, registrazione alle ore 18.00, inizio talk show 18:30

Per registrarsi: ecco il link

"Multimedia Branding: esperienze e strategie innovative" Business Talk Show con aperitivo in concerto

Tema: il branding innovativo e digitale attraverso le testimonianze dei protagonisti di casi di successo.

Partecipano: Corrado Massone, marketing manager HP Italiana PSG, "Personalizzazione estrema del messaggio: protagonista di un video HP in pochi click"
Alessio Valtolina, brand manager Heineken, "Brand che anima e coinvolge: dal palcoscenico allo spazio virtuale cresce la community di Heineken "
Giuliano Giorgetti, web & crm project manager di ACMilan, "ACMilan scende in campo: nuove strategie per sfida online"
Stefano Colombo, creative director Publicis, "Il caso Hype Gallery"
Massimo Bartoccioli, docente IED Comunicazione, "XL Brands: un modo allargato di fare branding"
Fabrizio Bellavista, responsabile editoriale mensile ADV, "Il 'pensiero liquido' e la convenienza del marketing digitale" Maurizio Spagnulo, communication director di Lancia, "Lancia Y B-Color: internet ti chiama" Anchorman: Roberto Venturini, pioniere dell'Internet Marketing Italiano, con oltre 20 anni di esperienza nel Marketing strategico/operativo, dei mezzi digitali e della comunicazione on line.

Data ed ora: 23 Novembre 2006, registrazione alle ore 18.00, inizio talk show 18:30, aperitivo musicale dalle 20:30.
Dove: al T35 in Via Tortona 35, Milano

Il nome, "Multimedia Branding : esperienze e strategie innovative", sta ad indicare il tema centrale dell'evento: il branding innovativo e digitale (la promozione della marca attraverso canali e modalità non tradizionali), presentato attraverso diverse ed interessanti case history.

Nel corso della serata, infatti, i protagonisti di alcune storie di successo si confronteranno tra loro sulle nuove tendenze del marketing innovativo, esponendo le proprie esperienze.

domenica, novembre 12, 2006

La pubblicità video online negli US potrebbe fatturare quasi 3 miliardi di dollari entro il 2010

Secondo quanto riportato da eMarketer, il mercato pubblicitario per gli spot diffusi attraverso l'online (ovvero piazzati nei siti, sostanzialmente) dovrebbe passare dai 385 milioni di dollari del 2006 ai 2,35 - 2,9 miliardi nel 2010.

Sempre di più si conferma che la pubblicità televisiva, lo spot, non è di certo destinato a morire.
Ma c'è da domandarsi quanto lo spot nel medio periodo passerà in TV (certo, la maggioranza) e quanto del budget pubblicitario della TV passerà invece online - magari sempre dietro ad un commercial da 30"...

mercoledì, novembre 08, 2006

YouTube - per Time è il prodotto dell'anno

YouTube è stato eletto l'invenzione dell'anno dalla rivista Time: "Only YouTube created a new way for millions of people to entertain, educate, shock, rock and grok one another on a scale we've never seen before," aggiungendo che le regole dei media e del Web sono state cambiate profondamente dopo l'entrata (o meglio l'irruzione) di YouTube sul mercato.

L'articolo lo potete leggere qui



La dimensione sociale dello shopping viene amplificata on line

Tutta la dimensione di consiglio, confronto, socializzazione tipica dello shopping influenza fortemente la nostra decisione di cosa compraree dove. Non è però generalmente corretto chiamare shopping quello che si fa on-line: difficilmente si “va per vetrine”, per vedere cosa c’è di nuovo e di bello, aspettandosi l’inaspettato e la sorpresa. E non si va, generalmente, a fare compere online in compagnia (se invece lo fate postate un commento, mi interessano le eventuali dinamiche su questo fronte).

Queste dimensioni sociali stanno venendo recuperate anche grazie a siti che aggregano comunità che si relazionano fra di loro in modo sociale. E che possono, sul sito, dare voti ai prodotti, creare liste tipo "i 10 migliori", scrivere recensioni e consultare le recensioni dei propri pari. Ricevendo quindi un aiuto per orizzontarsi fra le decine di milioni di prodotti in vendita online e offline, senza doversi fidare solo del punto di vista del produttore ( la pubblicità), ma affidandosi ad un consenso collettivo o più semplicemente, sentendo le opinioni di chi il prodotto l’ha già provato. O, più spesso, di qualità, almeno negli obiettivi: in molti siti esperti e celebrità sono invitati a scrivere recensioni e proprie liste del “meglio di”; e gli utenti “normali” potrebbero venire presto remunerati sulla base della qualità della propria recensione (e , a tendere, sulla capacità di far vendere online il prodotto, in una forma di affiliate marketing).

Questo può avvenire a livello dell'intero mercato ma, molto probabilmente, esprimerà la sua vera forza sulle nicchie sociodemografiche, sulle tribù, su quei piccoli gruppi appassionati, altospendenti, dispostissimi e interessatissimi a scambiarsi opinioni, pareri e consigli.

giovedì, novembre 02, 2006

Nuovo Cliente: DM Group

Si arricchisce la lista clienti con l'entrata di DM Group.

DM GROUP è un'agenzia a servizio completo che affianca il Cliente nella definizione, realizzazione ed ottimizzazione delle strategie e dei programmi di CRM e comunicazione diretta, attraverso l'applicazione combinata delle tecniche tradizionali di 1to1 (direct mail, couponing, telemarketing) con le nuove tecnologie di comunicazione (web marketing, e-mailing, Mobile Marketing). Il tutto, secondo un approccio consulenziale innovativo e da sofisticate tecnologie per il database management

Grazie anche a DM Group per la fiducia accordata...

martedì, ottobre 31, 2006

Il Social Shopping alla cinese

Impeccabile esempio di come le tecnologie e la dimensione sociale dello shopping possono spaccare i mercati: il fenomeno cinese del Tuangou.

Secondo un articolo dell'Economist, si tratta di una smart mob che condivide l'interesse a comprare un certo prodotto e che si ritrova on line per organizzarsi.

Ci si mette d'accordo e ci si trova tutti insieme in un negozio. E una volta lì si usa il peso del numero per negoziare il prezzo con il negoziante.

L'esempio riportato dall'Economist è quello di un gruppo di 500 (!) acquirenti che si sono dati appuntamento nel più grande negozio di elettronica domestica della Cina.

Chiaro che se ti arrivano 500 compratori di botto.... (hanno sbarrato le porte agli altri acquirenti, hanno fatto sconti sui prodotti e gli hanno pure dato dei simpatici omaggi...)

Date le rigidità struttturali, una cosa del genere non funzionerebbe (probabilmente) in un punto di vendita di una catena (dove i prezzi non sono presumibilmente gestibili dal direttore di filiale) - ma devo dire che fare un bel smart mob blitz da FNAC o da Mondadori Informatica non mi dispiacerebbe proprio... dovrei giusto comprarmi un GPS...

Social Shopping: i consumatori cambiano il mercato



Internet è sempre stato uno strumento usato per innescare dinamiche di relazione sociale (e infatti la posta elettronica è nata prima delle pagine web).
Ed il web è stato subito uno strumento al servizio dello shopping. Molto prima che nascesse l’ecommerce, già si potevano contare numerosissimi siti, forum, liste che riportavano consigli, suggerimenti, dibattiti e condivisioni relative all'acquisto di beni o servizi per il proprio consumo.

Così, proprio per la natura di Internet, è naturale che questi i filoni della socialità e dello shopping abbiano effettuato una convergenza e sia da circa un’anno sotto stretta osservazione il fenomeno del Social Shopping.

Il Social Shopping è una evoluzione dell’e-commerce. Un contesto sociale online dove si massimizza la capacità del consumatore di influenzare negli acquisti gli altri consumatori.

Ha al suo centro la potenza inarrestabile della massa umana collegata e della sua voglia di parlare, di scambiarsi informazioni. Il principio fondante è quello della massa di utenti in grado di decidere, attraverso le interazioni con gli altri utenti, quali prodotti comprare – a livello singolo, a livello di massa e a livello di fenomeno.

E si tratta di tre livelli di influenza che portano con sé delle conseguenze non da poco per il lato dell’offerta.

Il Social Shopping per l’acquisto individuale è la punta dell’iceberg.
Si va su un sito, si parla con i propri pari, si leggono recensioni, si decide. Si compra online o in un negozio vero. E spesso ha più influenza la parola del gruppo sociale o dello sconosciuto amico recensore di quanto influenzi la pubblicità, la comunicazione, l'incentivazione del commesso in negozio.

Ma la parte sommersa dell’iceberg la cominciamo a vedere se consideriamo che l'effetto accumulato di questi acquisti individuali innesca il comportamento di gruppo.

Il passaparola quindi diventa un fenomeno di comunicazione di massa, fino a innescare il terzo livello, quello della moda, del badge value, del prodotto di cui non si va a cercare conferma su un sito ma di cui si viene avvertiti proattivamente dagli amici con una mail o durante una chat, quel prodotto di cui si sente parlare sui mass media - il prodotto che la massa collegata, attraverso le proprie interazioni online, ha decretato essere il nuovo status, la nuova killer application, il gadget o il capo d'abbigliamento irrinunciabile.

E qui si intrecciano strettamente i temi del Viral Marketing e del Social Shopping.
(seguirà)
Pioniere e Moderatore al Webchallenge

Per chi fosse interessato, segnalo questo "Talk Show" cui parteciperò in qualità di moderatore ( e con il biglietto da visita di "Pioniere dell'Internet Italiano" :-) )

http://www.webchallenge.it/Home.asp

"Multimedia Branding: esperienze e strategie innovative"

Business Talk Show con aperitivo in concerto

Tema: il branding innovativo e digitale attraverso le testimonianze dei protagonisti di casi di successo.

Obiettivo: fornire esempi pratici e strumenti utili nella gestione del lavoro quotidiano.

Partecipano:
  • Corrado Massone, marketing manager HP Italiana PSG, "Personalizzazione estrema del messaggio: protagonista di un video HP in pochi click"
  • Alessio Valtolina, brand manager Heineken, "Brand che anima e coinvolge: dal palcoscenico allo spazio virtuale cresce la community di Heineken "
  • Giuliano Giorgetti, web & crm project manager di ACMilan, "ACMilan scende in campo: nuove strategie per sfida online"
  • Stefano Colombo, creative director Publicis, "Il caso Hype Gallery"
  • Massimo Bartoccioli, docente IED Comunicazione, "XL Brands: un modo allargato di fare branding"
  • Fabrizio Bellavista, responsabile editoriale mensile ADV, "Il 'pensiero liquido' e la convenienza del marketing digitale"
  • Maurizio Spagnulo, communication director di Lancia, "Lancia Y B-Color: internet ti chiama"

Anchorman: Roberto Venturini, pioniere dell'Internet Marketing Italiano, con oltre 20 anni di esperienza nel Marketing strategico/operativo, dei mezzi digitali e della comunicazione on line.

Data ed ora: 23 Novembre 2006, registrazione alle ore 18.00, inizio talk show 18:30, aperitivo musicale dalle 20:30.
Dove:
al T35 in Via Tortona 35, Milano

Il nome, "Multimedia Branding : esperienze e strategie innovative", sta ad indicare il tema centrale dell'evento: il branding innovativo e digitale (la promozione della marca attraverso canali e modalità non tradizionali), presentato attraverso diverse ed interessanti case history.
Nel corso della serata, infatti, i protagonisti di alcune storie di successo si confronteranno tra loro sulle nuove tendenze del marketing innovativo, esponendo le proprie esperienze.
Durante l'evento è inoltre prevista la premiazione dei vincitori del contest on-line Webchallenge 2006.

venerdì, ottobre 20, 2006

Mezzi Elettronici e comunicazione interna: molte possibilità per migliorare l'azienda
(Il diritto di mugugno - e il blog aziendale)

E' disponibile la nuova puntata del mio corso di Internet Marketing per le PMI, pubblicata sul portale di EuroPMI

giovedì, ottobre 19, 2006

Religious Social Networking, la chiesa ti segue online

Il settimanale articolo su Apogeo...

Il social networking arriva nelle chiese e nelle parrocchie americane. Per consolidare la rete dei parrocchiani, fare new business e mantenere fidelizzato il gregge...

lo trovate qui

PS: causa turne' Milano - Roma - Vienna - Amsterdam e pare anche Napoli per smazzarmi un overload di lavoro che mi e' arrivato addosso, chiedo anticipatamente scusa se non riusciro' a tenere molto vivo il blog nei prossimi giorni... :-(

lunedì, ottobre 16, 2006

Il break spagnolo in TV non finisce mai

Lo sapevate che qui in Spagna sono strani ?
Ci sono break pubblicitari in prime time che durano 20 minuti (!!) con 4o comunicati che passano di fila.

Quelli strani sono ovviamente gli investitori pubblicitari, non le stazioni. Infatti le tariffe pubblicitarie sono in aumento, segno che c'è la coda di gente che vuole comprare spazi in TV in prime time ( e non).

Ora, io non conosco nessun cliente in Italia che sarebbe disposto a spendere un pacco di soldi per passare al 12° minuto di pubblicità con il suo spot (con un'audience ovviamente ridotta asintoticamente a zero ) e per di più senza esclusività merceologica (il che vuol dire che siete il quarto dentifricio che passa nel break negli ultimi 5 minuti...).

Furbissime le stazioni TV, che approfittando di questa strana follia degli investitori, fanno un pacco di soldi.
Per colpa nostra, cresce il product placement

Grazie alla digitalizzazione dei contenuti, diventa sempre più facile evitare la pubblicità in TV, con il TiVo o comunque con l'adozione della visione differita dei programmi, grazie ai sempre piu' avanzati VCR digitali (lo so, si faceva anche con il vecchio VHS analogico, ma con il digitale è tutta un'altra cosa.... ;-)

Forse lo facciamo anche per reazione all'eccesso di pubblicità cui siamo sottoposti ( si veda l'altro mio post di oggi). O se non usiamo la visione time shifted, magari evitiamo la TV stupida per guardarci un buon DVD.

E se noi saltiamo la pubblicità tradizionale, mettiamo in crisi il modello televisivo. Che deve reinfilarci per forza dalla finestra la pubblicità che abbiamo fatto uscire dalla porta.

La conseguenza è che la pubblicità cerca di arrivare a noi in forme diverse, ad esempio attraverso il product placement, un mercato in netta crescita.

Secondo una ricerca pubblicata quest'estate da PQ Media, una società di ricerca americana, il placement è cresciuto in tutto il mondo, con un salto del 42% nel 2005 - per un valore totale di 2,2 miliardi di dollari.

Crescite a due cifre sono attese anche per il 2006 (si parla di un 39%) per arrivare ad un valore combinato (TV, cinema e altri media) sui 7,5 miliardi di dollari (sommando i principali mercati mondiali) e con una previsione per per il 2010 di 14 miliardi di $ (attenzione, la ragione della forte crescita percentuale deriva anche dal fatto che si sta passando da un modello in cui si barattavano gli spazi nei programmi o nei film ad un modello dove sempre più comunemente il placement si paga ).

Per l'Italia il valore del product placement è definito dalla ricerca come "minuscolo" (si veda questo articolo).

Sarà dunque sempre più difficile godersi un contenuto in cui non si sia infiltrato un messaggio pubblicitario ( si veda il mio post precedente sul product integration).

Ma sarà davvero più difficile? Per me tutto sommato no - probabilmente continuerò con il mio trend: sempre meno TV, sempre più Internet...

lunedì, ottobre 09, 2006

Il disco di platino dei monaci buddisti
(il mio pezzo di questa settimana su Apogeo)

Grazie anche alla forza della Rete, un Cd prodotto dai monaci buddisti arriva ai vertici delle classifiche in Spagna e in Italia. Mentre sul Pc gira una ruota di preghiera a 7200 giri al minuto…

Il resto lo leggete su Apogeo...

(ah, btw, questo è il mio 100° pezzo su Apogeo...)
Il Carrello Intelligente (parte 2)

Riprendendo il discorso sul Mediacart, il carrello intelligente con la pubblicità dentro (se ve lo siete persi, leggete il pezzo precedente qui)…

A quanto pare, nel progetto, la difficoltà vera non è stata data tanto dagli aspetti tecnologici quanto dallo studio dei comportamenti del consumatore che interagisce col carrello, della definizione delle logiche comunicazionali del proprio prodotto .

Il problema cruciale, infatti, era psicologico e di marketing; definire i modi ed i limiti della presenza pubblicitaria sul carrello.

Se da un lato è nell’interesse degli inserzionisti e del PV riempire il più possibile di comunicazione lo schermo, esiste dall’altro un limite psicologico di sopportazione e il pericolo che troppa pubblicità distolga il compratore dalla propria lista della spesa e possa alla fine fargli consumare di meno.

Non ci si può infatti dimenticare dell’atteggiamento dello shopper in negozio – spesso con precisi limiti di tempo, con un budget di attenzione limitato, con una stanchezza fisica o mentale che lo può rendere insofferente (specialmente in momenti di affollamento), con un probabile rifiuto verso tutto ciò che possa complicare invece di semplificare la sua esperienza d’acquisto.

Si tratta dunque di attivare una logica di engagement, di trovare modi per scatenare la capacità della comunicazione di attirare e coinvolgere il pubblico.

Il sistema Mediacart ha il potenziale (se funzionerà) di influire sui rapporti di forza tra produttori e distributori, per l’aumento del potere del punto vendita rispetto alle aziende distribuite – ponendo il negozio sempre più come un media pubblicitario oltre che un canale distributivo – e appesantendo quindi i pedaggi richiesti per una forte esposizione in negozio del prodotto e del suo messaggio.

Dal punto di vista pubblicitario, il sistema appare offrire possibilità molto interessanti di rivoluzionare il mondo della comunicazione instore – anche solo per l’abolizione dei costi di produzione e stampa dei materiali cartacei che verrebbero in gran parte sostituiti.

Ed emergono scenari di rivoluzione anche nel modo stesso di concepire il meccanismo promozionale, trasformandolo da statico ad iperdinamico.

Attivando promozioni per fasce orarie o per specifici giorni della settimana o addirittura innescando tagli di prezzo automatici, per incentivare le vendite di quei prodotti che negli ultimi cinque minuti hanno mostrato un rallentamento nelle vendite – rallentamento rilevato dal server centrale collegato alle casse e che comanda i meccanismi di formazione di prezzo e di conseguente, automatica, formazione dell’offerta, del messaggio promozionale e della sua diffusione sui carrelli di un singolo store o di una intera catena nazionale (segue, credo).

venerdì, ottobre 06, 2006

Segnalo...

E-commerce, sprint italiano
Di di Jarvis Macchi

L'Italia è pronta al suo Rinascimento on-line. L'e-commerce continua a crescere e a coinvolgere sempre più consumatori, che oggi sono più maturi e pronti ad usare la rete come un grande centro commerciale. Non solo. Nel 2011 gli italiani che faranno acquisti online saranno 22 milioni, raggiungendo quota 14 miliardi di transato, circa il 6% del valore totale europeo dell'e-commerce per quella data.

A rivelarlo è uno studio di Forrester research (NASDAQ: FORR - notizie) , che evidenzia...
Link all'articolo

giovedì, ottobre 05, 2006

Creatività

Lo sapete, da sempre dico che la creatività senza strategia magari e' bella ma magari non vende.
Ci sono a volte però delle idee creative davanti alle quali occorre togliersi il cappello.
Ecco alcune idee eccellenti ( grazie a Stefano Mantovani per la segnalazione).
































































mercoledì, ottobre 04, 2006

Corso sulla Pubblicità

Mancano pochi giorni al corso "Ideare, gestire e ottimizzare le campagne pubblicitarie in azienda" che terrò a Milano il 17 e il 18 Ottobre.

Tra gli obiettivi del corso:
- Chiarire le fasi dello sviluppo strategico di un progetto di comunicazione
- Apprendere come dialogare con l’agenzia pubblicitaria
- Conoscere i "trucchi" per massimizzare il lavoro dell’agenzia
- Approcciarsi con nuovi presupposti alla collaborazione per una campagna pubblicitaria

Interessati? Per informazioni ed adesioni (il corso è organizzato da LRA), cliccate qui
Rubano la sedia a Zapatero - ma è (cattivo?) Guerilla Marketing

In Spagna ha fatto scalpore il video postato su un blog apparentemente "contro".

Un blog redatto da una sedicente organizzazione di quattro gatti, schierata a favore di una campagna dell'ONU, chiamata "alzati contro la povertà".

In questo video si vede un gruppo di giovani incappucciati penetrare di notte, da una finestra, all'interno della Camera dei deputati di Madrid e rubare la poltrona di Zapatero dall'emiciclo.

Il video e' andato a ruba su YouTube ( 375,000 visioni...) ed è stato ripreso da tutti i telegiornali.

Potete figurarvi le polemiche in termini di scarsa sicurezza delle sedi pubbliche e di offesa alle istituzioni. Anche perchè il tono del video non è che sia poi ne' leggero ne' tanto divertente; un po' ansiogeno - e evocava forse un po' di terrorismo (e qui in Spagna tra islamici ed ETA sono abbastanza suscettibili sull'argomento, visto la gran quantità di morti che hanno sofferto negli ultimi vent'anni).

E ci sono cascati tutti, compreso El Pais (si veda questo articolo in spagnolo)

Bene, alla fine salta fuori che è stata una trovata di una agenzia di pubblicità, la normalmente molto stimata Tiempo BBDO. A sostegno di una ONG locale che appoggia quella iniziativa .

Male, secondo me. La campagna mi è parsa un autogol. Un esempio di come si fa male il Guerilla / Buzz, chiamatelo come volete.

Primo: sì, se ne è parlato molto, ma in termini negativi. La campagna ( prima che si svelasse il trucco) ha evocato sensazioni negative e/o di pericolo (infrazione della sicurezza, allora i terroristi potevano mettere una bomba... insulto alle istituzioni... i soliti ragazzotti balordi....)

Di conseguenza anche se il target giovanile magari avesse apprezzato (pare non troppo), il problema è capire se questa ONG voleva coalizzare i giovani e mettersi contro invece i non giovani, a sostegno di questa causa umanitaria peraltro universale.

Della serie se fanno una fesseria cosi' per pubblicizzare questa azione, l'iniziativa non sarà ne' buona ne' seria.

Il blog "levantate Zapatero" voleva essere un modo anche per far pressione sul governo spagnolo per fare di più contro la povertà, mobilitando anche l'opinione pubblica. L'operazione invece è stata percepita come una goliardata.

Per di più questo finto blog, questo finto film... che poi si rivela una mossa publicitaria, sa proprio tanto di manipolazione plateale delle coscenze (è per questo che anche molti giovani hanno criticato l'operazione, almeno a quanto mi è capitato di sentire in questi giorni sui mezzi pubblici)

A seguire il problema che ha messo nei guai una persona, un (alto?) funzionario pubblico / complice che ha fatto entrare di nascosto e illegalmente gli operatori al congresso per filmare alcune sequenze del video e che adesso - identificato e reo confesso - passerà i suoi guai.

A questo punto l'operazione, anche se ha fatto registrare fortissimi download del video su YouTube ha preso un odore un po' triste, complice anche la disapprovazione che ha avuto sui media di comunicazione.

Media che tra l'altro si sono concentrati sull'evento ma che hanno passato assolutamente in quinto piano il perchè, e il cosa fosse l'iniziativa in questione.

Male, perche' una operazione di comunicazione deve far parlare prima del prodotto pubblicizzato e dopo (forse) di se'. E poi perchè tutto questo casino doveva essere a sostegno di una iniziativa delle Nazioni Unite, che si sono invece categoricamente dissociate dal finto furto e dall'operazione, minando la credibilità e la valenza eroico - positiva di questo atto di disinformazione.

Per approfondimenti sulla storia (in spagnolo) potete leggere questo articolo de El Pais e questo de La Vanguardia (i media internazionali non hanno generalmente coperto molto a fondo la storia)

Il video - che YouTube segnala essere stato flaggato come inappropriato da parte di alcuni utenti - lo dovreste poter vedere ricercando su YouTube a questo URL o digitando la keyword "somos4gatos"

Guardatevelo e decidete voi - sono certo che molti lo troveranno invece geniale ed efficacissimo. E' il bello del marketing, il mondo è bello perchè l'è variabile. ;-)

domenica, ottobre 01, 2006

Un collant al caffé e la cellulite se ne va

Per combattere l’inestetismo più temuto, proposti collant corretti al caffè. Ma resisteranno alla concorrenza delle calze spray?

.... questa settimana su Apogeo

Aggiornamento: l'articolo è stato visto dalla Radio della Svizzera Italiana che mi ha intervistato in diretta in merito.... sempre più internazionale e sempre più multimediale... ;-)

giovedì, settembre 28, 2006

Notiziola 2

Videogames get real
SAN FRANCISCO (Business 2.0 magazine) -- All hell broke loose in Manhattan last week. Mobs of strangers roamed the streets around Broadway trying to assassinate each other with orders received via text messages.

Giant games of Pong and Space Invaders were projected on the sides of city skyscrapers, with players using their bodies as controllers (run left, run right, and jump to shoot).

Il resto in questo articolo di Business 2.0.
Interessante il concetto di giocare a un videogioco muovendosi fisicamente in un mondo reale: Anche se non sono sicuro che sarei contento se sbarcasse World of Warcraft nel mio quartiere...
Notiziola 1

L'operatore telefonico francese Orange ha lanciato il servizio "ulink" che offre ai suoi abbonati della zona di parigi chiamate urbane illimitate.
Ma solo se usano un telefono Wi-Fi.

notiziola, ma gravida di significati.
Per testare la pubblicità, ti ficco nella macchina RMN...

Tornando sul tema del Neuromarketing...

Dai suoi inizi negli anni ’90 la sperimentazione in ambito neuromarkettariale è stata in larga parte basata sull’utilizzo di apparati per la risonanza magnetica nucleare (RMN), grosse macchine che permettono di controllare lo stato dei nostri organi interni, esaminare i menischi e di verificare quali parti del cervello vengono stimolate come risposta fisiologica ad uno stimolo esterno.

Si è così scoperto nel 2004 che, in una situazione di classico blind test Pepsi contro Coke, comunicare ai soggetti sperimentali che stavano bevendo la rossa non solo faceva cambiare di molto la percezione del gusto e la preferenza, ma metteva in azione la corteccia prefrontale, una zona del cervello adibita a funzioni “alte” di pensiero. Il che dimostrerebbe come (probabilmente) il cervello ripeschi le impressioni ricevute dalla comunicazione e dal branding, le sovraimponga ai messaggi che arrivano dai recettori che misurano la realtà e modifichi quindi le percezioni sulla base di idee preconcette, attivando specifiche zone del nostro apparato cerebrale.

In questi anni questa disciplina si è andata un po’ sotterraneamente sviluppando, attirando forti interessi da parte dei grandi investitori, con sovvenzioni e aiuti tenuti generalmente occulti, per non incorrere in campagne di boicottaggio dei gruppi di oppositori a questo tipo di approccio alla persuasione commerciale. E’ infatti nato un movimento di rigetto verso queste tecniche da parte dei difensori della società, che vedono in queste ricerche un pericolo in termini non solo commerciali ma in quanto si teme potrebbero portare allo sviluppo di processi in grado di controllare mentalmente la popolazione da parte dei poteri politici.

Anche se dunque non se ne parla quanto si potrebbe, è certo che si sta comunque procedendo a gettare le basi di questa nuova scienza, con l’obiettivo di scovare a medio termine i meccanismi che meglio eccitino specifiche parti del cervello. Studi commissionati da Daimler-Chrysler hanno ad esempio scoperto che le auto sportive stimolano i centri di autogratificazione – le stesse aree che rispondono all’alcool e agli stupefacenti. Molto interessante. Si spiegano una serie di cose sulle stragi del sabato sera.

Come tradurre questa informazione in uno storyboard migliore è poi, ovviamente, tutto un altro paio di maniche.

Possiamo dunque pensare ad un futuro dove le agenzie noleggeanno abitualmente queste macchine presso qualche clinica privata e ci infileranno dentro membri rappresentativi del target? Cavie umane che, volta infilati nel macchinone, verranno sottoposte allo spot in test, per valutare oggettivamente – attraverso il lo studio delle immagini cerebrali - la capacità dell’annuncio di modificare la propensione all’acquisto e l’evoluzione della percezione della marca?
Lo scenario, posto in questi termini, appare non solo lugubre ma anche improbabile – da sempre si sono criticati i test “scientifici” sull’advertising per la loro necessità di svolgersi in un laboratorio e quindi non riproducendo le condizioni normali di fruizione (credo che nessuno di noi abbia ancora abbandonato il divano a favore di una macchina RMN come luogo deputato per godersi le partite di Coppa Uefa).

Per approfondimenti potete partire da questo articolo di Apogeo.

Curiosamente negli ultimi tempi non se ne è sentito parlare più molto, di questo tipo di ricerche. Saranno arrivate ad un punto morto o proseguono alacremente sotto una terribile cappa di segreto, stile X-files? ;-)

lunedì, settembre 25, 2006

Nuovo incarico universitario (si raddoppia)

La European University - business school internazionale di Barcellona - ha deciso di assegnarmi la docenza per il prossimo anno accademico del corso di "Consumer Behaviour" in aggiunta alla cattedra di "Elements of Electronic Media".




Al supermercato, pubblicitariamente ostaggi del carrello (che sa dove andare)…


La pubblicità televisiva arriva sui carrelli del supermercati – carrelli che sanno dove, come e quando passare uno spot o attivare una promozione.

Sta arrivando alla fase di test sul campo un carrello della spesa digitale – non nel senso dell’e-commerce ma proprio nel senso del carrello con le ruote, in cui al supermercato stiviamo prodotti e bambini.

La differenza sta nella presenza (in posizione ergonomicamente progettata) di uno schermo televisivo a colori. Rigorosamente privo di audio, per preservare la salute mentale dei frequentatori del negozio.

L’innovazione vera è però data dalla presenza di un sistema di posizionamento basato su una tecnologia RFID – che a tendere potrà integrare anche il dialogo con i famosi chip di identità che presto identificheranno i prodotti.

Sullo schermo posto sul carrello potranno quindi comparire messaggi pubblicitari e promozionali di vario tipo ed una serie di indicazioni utili per il compratore – basate sulla capacità del carrello di riconoscere la propria posizione all’interno del negozio, di sapere di fronte a quale prodotti si trova e di attivare un messaggio perfettamente contestuale (o micro geocontestuale) alla posizione del consumatore.

La pubblicità giusta nel momento e nel posto giusto…. (segue)
La TV sul cellulare: un grande successo - se non sbagliano niente...

Secondo l'istituto di ricerche Juniper Research, la TV mobile sul cellulare fatturerà nel mondo 11,7 miliardi di dollari nel 2011. In testa alla lista dei paesi con la maggiore adozione del sistema si prevede sia il Giappone con quasi 3 miliardi di fatturato e gli US con quasi 2.

In Europa saranno gli UK il paese guida, con quasi 1 miliardo.

Si prevede che l'offerta di TV mobile sarà sempre più focalizzata su modelli a pagamento e che i mercati dove maggiore sarà il successo della TV sul telefonino saranno quelli dove è maggiore il consumo di TV (ma dai?).

Il successo della TV Mobile dipenderà comunque, affermano i ricercatori, da numerosi fattori, quali il modello di business, i contenuti disponibili, le problematiche dei diritti, la copertura del segnale (specialmente in interni), gli aspetti legislativi.
E chi l'avrebbe mai detto, non saprei cos'altro aggiungere.

E' letteralmente il caso di dire che (forse) staremo a vedere.

Per chi fosse interessato, segnalo questo mio post precedente:
La TV sul cellulare: sarà un business?


venerdì, settembre 22, 2006

Senza mani - la telepatia come input device, su Apogeo

Si sta studiando cortocircuitare le correnti elettriche dei nostri neuroni con quelle del microprocessore. L’obiettivo è quello di poter permettere al nostro cervello di controllare direttamente computer e videogiochi...

E' questo il tema del mio pezzo settimanale su Apogeo...