martedì, ottobre 31, 2006

Il Social Shopping alla cinese

Impeccabile esempio di come le tecnologie e la dimensione sociale dello shopping possono spaccare i mercati: il fenomeno cinese del Tuangou.

Secondo un articolo dell'Economist, si tratta di una smart mob che condivide l'interesse a comprare un certo prodotto e che si ritrova on line per organizzarsi.

Ci si mette d'accordo e ci si trova tutti insieme in un negozio. E una volta lì si usa il peso del numero per negoziare il prezzo con il negoziante.

L'esempio riportato dall'Economist è quello di un gruppo di 500 (!) acquirenti che si sono dati appuntamento nel più grande negozio di elettronica domestica della Cina.

Chiaro che se ti arrivano 500 compratori di botto.... (hanno sbarrato le porte agli altri acquirenti, hanno fatto sconti sui prodotti e gli hanno pure dato dei simpatici omaggi...)

Date le rigidità struttturali, una cosa del genere non funzionerebbe (probabilmente) in un punto di vendita di una catena (dove i prezzi non sono presumibilmente gestibili dal direttore di filiale) - ma devo dire che fare un bel smart mob blitz da FNAC o da Mondadori Informatica non mi dispiacerebbe proprio... dovrei giusto comprarmi un GPS...

Social Shopping: i consumatori cambiano il mercato



Internet è sempre stato uno strumento usato per innescare dinamiche di relazione sociale (e infatti la posta elettronica è nata prima delle pagine web).
Ed il web è stato subito uno strumento al servizio dello shopping. Molto prima che nascesse l’ecommerce, già si potevano contare numerosissimi siti, forum, liste che riportavano consigli, suggerimenti, dibattiti e condivisioni relative all'acquisto di beni o servizi per il proprio consumo.

Così, proprio per la natura di Internet, è naturale che questi i filoni della socialità e dello shopping abbiano effettuato una convergenza e sia da circa un’anno sotto stretta osservazione il fenomeno del Social Shopping.

Il Social Shopping è una evoluzione dell’e-commerce. Un contesto sociale online dove si massimizza la capacità del consumatore di influenzare negli acquisti gli altri consumatori.

Ha al suo centro la potenza inarrestabile della massa umana collegata e della sua voglia di parlare, di scambiarsi informazioni. Il principio fondante è quello della massa di utenti in grado di decidere, attraverso le interazioni con gli altri utenti, quali prodotti comprare – a livello singolo, a livello di massa e a livello di fenomeno.

E si tratta di tre livelli di influenza che portano con sé delle conseguenze non da poco per il lato dell’offerta.

Il Social Shopping per l’acquisto individuale è la punta dell’iceberg.
Si va su un sito, si parla con i propri pari, si leggono recensioni, si decide. Si compra online o in un negozio vero. E spesso ha più influenza la parola del gruppo sociale o dello sconosciuto amico recensore di quanto influenzi la pubblicità, la comunicazione, l'incentivazione del commesso in negozio.

Ma la parte sommersa dell’iceberg la cominciamo a vedere se consideriamo che l'effetto accumulato di questi acquisti individuali innesca il comportamento di gruppo.

Il passaparola quindi diventa un fenomeno di comunicazione di massa, fino a innescare il terzo livello, quello della moda, del badge value, del prodotto di cui non si va a cercare conferma su un sito ma di cui si viene avvertiti proattivamente dagli amici con una mail o durante una chat, quel prodotto di cui si sente parlare sui mass media - il prodotto che la massa collegata, attraverso le proprie interazioni online, ha decretato essere il nuovo status, la nuova killer application, il gadget o il capo d'abbigliamento irrinunciabile.

E qui si intrecciano strettamente i temi del Viral Marketing e del Social Shopping.
(seguirà)
Pioniere e Moderatore al Webchallenge

Per chi fosse interessato, segnalo questo "Talk Show" cui parteciperò in qualità di moderatore ( e con il biglietto da visita di "Pioniere dell'Internet Italiano" :-) )

http://www.webchallenge.it/Home.asp

"Multimedia Branding: esperienze e strategie innovative"

Business Talk Show con aperitivo in concerto

Tema: il branding innovativo e digitale attraverso le testimonianze dei protagonisti di casi di successo.

Obiettivo: fornire esempi pratici e strumenti utili nella gestione del lavoro quotidiano.

Partecipano:
  • Corrado Massone, marketing manager HP Italiana PSG, "Personalizzazione estrema del messaggio: protagonista di un video HP in pochi click"
  • Alessio Valtolina, brand manager Heineken, "Brand che anima e coinvolge: dal palcoscenico allo spazio virtuale cresce la community di Heineken "
  • Giuliano Giorgetti, web & crm project manager di ACMilan, "ACMilan scende in campo: nuove strategie per sfida online"
  • Stefano Colombo, creative director Publicis, "Il caso Hype Gallery"
  • Massimo Bartoccioli, docente IED Comunicazione, "XL Brands: un modo allargato di fare branding"
  • Fabrizio Bellavista, responsabile editoriale mensile ADV, "Il 'pensiero liquido' e la convenienza del marketing digitale"
  • Maurizio Spagnulo, communication director di Lancia, "Lancia Y B-Color: internet ti chiama"

Anchorman: Roberto Venturini, pioniere dell'Internet Marketing Italiano, con oltre 20 anni di esperienza nel Marketing strategico/operativo, dei mezzi digitali e della comunicazione on line.

Data ed ora: 23 Novembre 2006, registrazione alle ore 18.00, inizio talk show 18:30, aperitivo musicale dalle 20:30.
Dove:
al T35 in Via Tortona 35, Milano

Il nome, "Multimedia Branding : esperienze e strategie innovative", sta ad indicare il tema centrale dell'evento: il branding innovativo e digitale (la promozione della marca attraverso canali e modalità non tradizionali), presentato attraverso diverse ed interessanti case history.
Nel corso della serata, infatti, i protagonisti di alcune storie di successo si confronteranno tra loro sulle nuove tendenze del marketing innovativo, esponendo le proprie esperienze.
Durante l'evento è inoltre prevista la premiazione dei vincitori del contest on-line Webchallenge 2006.

venerdì, ottobre 20, 2006

Mezzi Elettronici e comunicazione interna: molte possibilità per migliorare l'azienda
(Il diritto di mugugno - e il blog aziendale)

E' disponibile la nuova puntata del mio corso di Internet Marketing per le PMI, pubblicata sul portale di EuroPMI

giovedì, ottobre 19, 2006

Religious Social Networking, la chiesa ti segue online

Il settimanale articolo su Apogeo...

Il social networking arriva nelle chiese e nelle parrocchie americane. Per consolidare la rete dei parrocchiani, fare new business e mantenere fidelizzato il gregge...

lo trovate qui

PS: causa turne' Milano - Roma - Vienna - Amsterdam e pare anche Napoli per smazzarmi un overload di lavoro che mi e' arrivato addosso, chiedo anticipatamente scusa se non riusciro' a tenere molto vivo il blog nei prossimi giorni... :-(

lunedì, ottobre 16, 2006

Il break spagnolo in TV non finisce mai

Lo sapevate che qui in Spagna sono strani ?
Ci sono break pubblicitari in prime time che durano 20 minuti (!!) con 4o comunicati che passano di fila.

Quelli strani sono ovviamente gli investitori pubblicitari, non le stazioni. Infatti le tariffe pubblicitarie sono in aumento, segno che c'è la coda di gente che vuole comprare spazi in TV in prime time ( e non).

Ora, io non conosco nessun cliente in Italia che sarebbe disposto a spendere un pacco di soldi per passare al 12° minuto di pubblicità con il suo spot (con un'audience ovviamente ridotta asintoticamente a zero ) e per di più senza esclusività merceologica (il che vuol dire che siete il quarto dentifricio che passa nel break negli ultimi 5 minuti...).

Furbissime le stazioni TV, che approfittando di questa strana follia degli investitori, fanno un pacco di soldi.
Per colpa nostra, cresce il product placement

Grazie alla digitalizzazione dei contenuti, diventa sempre più facile evitare la pubblicità in TV, con il TiVo o comunque con l'adozione della visione differita dei programmi, grazie ai sempre piu' avanzati VCR digitali (lo so, si faceva anche con il vecchio VHS analogico, ma con il digitale è tutta un'altra cosa.... ;-)

Forse lo facciamo anche per reazione all'eccesso di pubblicità cui siamo sottoposti ( si veda l'altro mio post di oggi). O se non usiamo la visione time shifted, magari evitiamo la TV stupida per guardarci un buon DVD.

E se noi saltiamo la pubblicità tradizionale, mettiamo in crisi il modello televisivo. Che deve reinfilarci per forza dalla finestra la pubblicità che abbiamo fatto uscire dalla porta.

La conseguenza è che la pubblicità cerca di arrivare a noi in forme diverse, ad esempio attraverso il product placement, un mercato in netta crescita.

Secondo una ricerca pubblicata quest'estate da PQ Media, una società di ricerca americana, il placement è cresciuto in tutto il mondo, con un salto del 42% nel 2005 - per un valore totale di 2,2 miliardi di dollari.

Crescite a due cifre sono attese anche per il 2006 (si parla di un 39%) per arrivare ad un valore combinato (TV, cinema e altri media) sui 7,5 miliardi di dollari (sommando i principali mercati mondiali) e con una previsione per per il 2010 di 14 miliardi di $ (attenzione, la ragione della forte crescita percentuale deriva anche dal fatto che si sta passando da un modello in cui si barattavano gli spazi nei programmi o nei film ad un modello dove sempre più comunemente il placement si paga ).

Per l'Italia il valore del product placement è definito dalla ricerca come "minuscolo" (si veda questo articolo).

Sarà dunque sempre più difficile godersi un contenuto in cui non si sia infiltrato un messaggio pubblicitario ( si veda il mio post precedente sul product integration).

Ma sarà davvero più difficile? Per me tutto sommato no - probabilmente continuerò con il mio trend: sempre meno TV, sempre più Internet...

lunedì, ottobre 09, 2006

Il disco di platino dei monaci buddisti
(il mio pezzo di questa settimana su Apogeo)

Grazie anche alla forza della Rete, un Cd prodotto dai monaci buddisti arriva ai vertici delle classifiche in Spagna e in Italia. Mentre sul Pc gira una ruota di preghiera a 7200 giri al minuto…

Il resto lo leggete su Apogeo...

(ah, btw, questo è il mio 100° pezzo su Apogeo...)
Il Carrello Intelligente (parte 2)

Riprendendo il discorso sul Mediacart, il carrello intelligente con la pubblicità dentro (se ve lo siete persi, leggete il pezzo precedente qui)…

A quanto pare, nel progetto, la difficoltà vera non è stata data tanto dagli aspetti tecnologici quanto dallo studio dei comportamenti del consumatore che interagisce col carrello, della definizione delle logiche comunicazionali del proprio prodotto .

Il problema cruciale, infatti, era psicologico e di marketing; definire i modi ed i limiti della presenza pubblicitaria sul carrello.

Se da un lato è nell’interesse degli inserzionisti e del PV riempire il più possibile di comunicazione lo schermo, esiste dall’altro un limite psicologico di sopportazione e il pericolo che troppa pubblicità distolga il compratore dalla propria lista della spesa e possa alla fine fargli consumare di meno.

Non ci si può infatti dimenticare dell’atteggiamento dello shopper in negozio – spesso con precisi limiti di tempo, con un budget di attenzione limitato, con una stanchezza fisica o mentale che lo può rendere insofferente (specialmente in momenti di affollamento), con un probabile rifiuto verso tutto ciò che possa complicare invece di semplificare la sua esperienza d’acquisto.

Si tratta dunque di attivare una logica di engagement, di trovare modi per scatenare la capacità della comunicazione di attirare e coinvolgere il pubblico.

Il sistema Mediacart ha il potenziale (se funzionerà) di influire sui rapporti di forza tra produttori e distributori, per l’aumento del potere del punto vendita rispetto alle aziende distribuite – ponendo il negozio sempre più come un media pubblicitario oltre che un canale distributivo – e appesantendo quindi i pedaggi richiesti per una forte esposizione in negozio del prodotto e del suo messaggio.

Dal punto di vista pubblicitario, il sistema appare offrire possibilità molto interessanti di rivoluzionare il mondo della comunicazione instore – anche solo per l’abolizione dei costi di produzione e stampa dei materiali cartacei che verrebbero in gran parte sostituiti.

Ed emergono scenari di rivoluzione anche nel modo stesso di concepire il meccanismo promozionale, trasformandolo da statico ad iperdinamico.

Attivando promozioni per fasce orarie o per specifici giorni della settimana o addirittura innescando tagli di prezzo automatici, per incentivare le vendite di quei prodotti che negli ultimi cinque minuti hanno mostrato un rallentamento nelle vendite – rallentamento rilevato dal server centrale collegato alle casse e che comanda i meccanismi di formazione di prezzo e di conseguente, automatica, formazione dell’offerta, del messaggio promozionale e della sua diffusione sui carrelli di un singolo store o di una intera catena nazionale (segue, credo).

venerdì, ottobre 06, 2006

Segnalo...

E-commerce, sprint italiano
Di di Jarvis Macchi

L'Italia è pronta al suo Rinascimento on-line. L'e-commerce continua a crescere e a coinvolgere sempre più consumatori, che oggi sono più maturi e pronti ad usare la rete come un grande centro commerciale. Non solo. Nel 2011 gli italiani che faranno acquisti online saranno 22 milioni, raggiungendo quota 14 miliardi di transato, circa il 6% del valore totale europeo dell'e-commerce per quella data.

A rivelarlo è uno studio di Forrester research (NASDAQ: FORR - notizie) , che evidenzia...
Link all'articolo

giovedì, ottobre 05, 2006

Creatività

Lo sapete, da sempre dico che la creatività senza strategia magari e' bella ma magari non vende.
Ci sono a volte però delle idee creative davanti alle quali occorre togliersi il cappello.
Ecco alcune idee eccellenti ( grazie a Stefano Mantovani per la segnalazione).
































































mercoledì, ottobre 04, 2006

Corso sulla Pubblicità

Mancano pochi giorni al corso "Ideare, gestire e ottimizzare le campagne pubblicitarie in azienda" che terrò a Milano il 17 e il 18 Ottobre.

Tra gli obiettivi del corso:
- Chiarire le fasi dello sviluppo strategico di un progetto di comunicazione
- Apprendere come dialogare con l’agenzia pubblicitaria
- Conoscere i "trucchi" per massimizzare il lavoro dell’agenzia
- Approcciarsi con nuovi presupposti alla collaborazione per una campagna pubblicitaria

Interessati? Per informazioni ed adesioni (il corso è organizzato da LRA), cliccate qui
Rubano la sedia a Zapatero - ma è (cattivo?) Guerilla Marketing

In Spagna ha fatto scalpore il video postato su un blog apparentemente "contro".

Un blog redatto da una sedicente organizzazione di quattro gatti, schierata a favore di una campagna dell'ONU, chiamata "alzati contro la povertà".

In questo video si vede un gruppo di giovani incappucciati penetrare di notte, da una finestra, all'interno della Camera dei deputati di Madrid e rubare la poltrona di Zapatero dall'emiciclo.

Il video e' andato a ruba su YouTube ( 375,000 visioni...) ed è stato ripreso da tutti i telegiornali.

Potete figurarvi le polemiche in termini di scarsa sicurezza delle sedi pubbliche e di offesa alle istituzioni. Anche perchè il tono del video non è che sia poi ne' leggero ne' tanto divertente; un po' ansiogeno - e evocava forse un po' di terrorismo (e qui in Spagna tra islamici ed ETA sono abbastanza suscettibili sull'argomento, visto la gran quantità di morti che hanno sofferto negli ultimi vent'anni).

E ci sono cascati tutti, compreso El Pais (si veda questo articolo in spagnolo)

Bene, alla fine salta fuori che è stata una trovata di una agenzia di pubblicità, la normalmente molto stimata Tiempo BBDO. A sostegno di una ONG locale che appoggia quella iniziativa .

Male, secondo me. La campagna mi è parsa un autogol. Un esempio di come si fa male il Guerilla / Buzz, chiamatelo come volete.

Primo: sì, se ne è parlato molto, ma in termini negativi. La campagna ( prima che si svelasse il trucco) ha evocato sensazioni negative e/o di pericolo (infrazione della sicurezza, allora i terroristi potevano mettere una bomba... insulto alle istituzioni... i soliti ragazzotti balordi....)

Di conseguenza anche se il target giovanile magari avesse apprezzato (pare non troppo), il problema è capire se questa ONG voleva coalizzare i giovani e mettersi contro invece i non giovani, a sostegno di questa causa umanitaria peraltro universale.

Della serie se fanno una fesseria cosi' per pubblicizzare questa azione, l'iniziativa non sarà ne' buona ne' seria.

Il blog "levantate Zapatero" voleva essere un modo anche per far pressione sul governo spagnolo per fare di più contro la povertà, mobilitando anche l'opinione pubblica. L'operazione invece è stata percepita come una goliardata.

Per di più questo finto blog, questo finto film... che poi si rivela una mossa publicitaria, sa proprio tanto di manipolazione plateale delle coscenze (è per questo che anche molti giovani hanno criticato l'operazione, almeno a quanto mi è capitato di sentire in questi giorni sui mezzi pubblici)

A seguire il problema che ha messo nei guai una persona, un (alto?) funzionario pubblico / complice che ha fatto entrare di nascosto e illegalmente gli operatori al congresso per filmare alcune sequenze del video e che adesso - identificato e reo confesso - passerà i suoi guai.

A questo punto l'operazione, anche se ha fatto registrare fortissimi download del video su YouTube ha preso un odore un po' triste, complice anche la disapprovazione che ha avuto sui media di comunicazione.

Media che tra l'altro si sono concentrati sull'evento ma che hanno passato assolutamente in quinto piano il perchè, e il cosa fosse l'iniziativa in questione.

Male, perche' una operazione di comunicazione deve far parlare prima del prodotto pubblicizzato e dopo (forse) di se'. E poi perchè tutto questo casino doveva essere a sostegno di una iniziativa delle Nazioni Unite, che si sono invece categoricamente dissociate dal finto furto e dall'operazione, minando la credibilità e la valenza eroico - positiva di questo atto di disinformazione.

Per approfondimenti sulla storia (in spagnolo) potete leggere questo articolo de El Pais e questo de La Vanguardia (i media internazionali non hanno generalmente coperto molto a fondo la storia)

Il video - che YouTube segnala essere stato flaggato come inappropriato da parte di alcuni utenti - lo dovreste poter vedere ricercando su YouTube a questo URL o digitando la keyword "somos4gatos"

Guardatevelo e decidete voi - sono certo che molti lo troveranno invece geniale ed efficacissimo. E' il bello del marketing, il mondo è bello perchè l'è variabile. ;-)

domenica, ottobre 01, 2006

Un collant al caffé e la cellulite se ne va

Per combattere l’inestetismo più temuto, proposti collant corretti al caffè. Ma resisteranno alla concorrenza delle calze spray?

.... questa settimana su Apogeo

Aggiornamento: l'articolo è stato visto dalla Radio della Svizzera Italiana che mi ha intervistato in diretta in merito.... sempre più internazionale e sempre più multimediale... ;-)