martedì, settembre 29, 2015

Fanta sfrutta Instagram: i selfie te li stampi dal poster. Printergram


Idea semplice ma notiziabile.

Cavalcando Instagram, piattaforma che continua a mandare segnali interessanti.

Creando una brand utility (ricordate?) - offrendo un servizio / un regalo alle persone.

Creando quindi un "fuzzy feeling" rispetto al brand.


In breve: scattati un selfie. Usando come background il simpatico post del soft drink.
Fai upload su Instagram (con l'hashtag #FantaTasteLike).
Ricevi una copia stampata su carta fotografica, direttamente dal poster.

Traduzione: con l'incentivo di darti una foto "su carta", ti convinco a promuovere il mio brand sui tuoi canali social. Quindi uso la tua influenza.

Certo, a un livello superficiale, di pura "mention" e un po' di coolness legata all'operazione.

Ma intanto compro contatti (i tuoi) a basso costo.

E distribuisco un po' di divertimento, che con il DNA della marca ci sta proprio bene.

In Australia.
Ecco il video:

giovedì, settembre 24, 2015

All Blacks e la Realtà Virtuale per il Campionato di Rugby #GiovedìVR

Ho deciso, per qualce settimana, di dedicare il giovedì alla Realtà Virtuale - che mi sembra la moda del momento più interessante.

Poi vedremo se sparirà o diventerà qualcosa di strutturalmente importante.

Per cavalcare la Coppa del Mondo di Rugby, la compagnia di assicurazioni AIG (sponsor degli All Blacks) ha realizzato una app in realtà virtuale, che permette di vivere in modo immersivo, a 360° l'entrata in campo della squadra e la famosissima Haka.


Niente male.

 L'app la potete fruire appieno usando Google Cardboard - applicazione che gira su smartphone e richiede un economico visore (appunto, di cartone) che vi potete autocostruire (o comprare, già fatto, online, ad es. su Amazon).

Ecco un paio di video di riferimento:





Interessante anche questo "How to", realizzato da AIG, come parte della campagna di marketing che sfrutta e amplifica la sponsorizzazione:

martedì, settembre 22, 2015

Strategia: le Case History vanno bene... ma sono pericolose? #strategiadigitale


Prosegue il ciclo di articoli di approfondimento sulla Strategia Digitale e pensati anche come un servizio, un valore aggiunto per chi ha comprato il libro.

Dopo aver parlato, la settimana scorsa, di come evitare di suicidarsi con gli obiettivi, oggi approfondiamo un tema / diamo degli spunti semplici ma molto importanti su un grande classico: l'uso fuori tema delle Case History.

Aspetto molto delicato per me, dato che il 70% di questo blog è fatto proprio dalla presentazione di casi... :-)

Iniziamo dal dire che in inglese è meglio definirle "Case Study" e non "Case History" che tende a voler dire un'altra cosa...

Proseguiamo dicendo che, come scritto nel libro, occorre "evitare di copiare dalle case history e usare con cautela ciò che si è appreso dal passato: le situazioni cambiano e ogni strategia va studiata su misura."

In effetti una Case History (di marketing, comunicazione, o qualsiasi altro tema) è semplicemente il racconto di come:

- una certa azienda (diversa da noi per mercato e/o cultura e/o situazione...)

- con una certa marca (con livelli di awareness e/o valori di marca e/o attrattività, innamoramento dei consumatori... sicuramente diversi dai nostri...)

- in un certo settore merceologico (diverso dal nostro?)

- in un certo contesto (scenario concorrenziale, situazione economica, stadio di maturità del mercato, periodo...)

- in una certa nazione (la nostra?)

- con certi obiettivi (improbabile siano esattamente sovrapponibili ai nostri...)

- ha affrontato un certo problema (simile ai nostri?)

- ha avuto una certa idea e la messa in opera (per noi possibile?)

- lavorando su un certo gruppo di consumatori (simili ai nostri? o totalmente differenti?)

- ha ottenuto certi risultati (generalmente positivi, dato che l'insuccesso viene sepolto sotto tonnellate di sabbia)

Tenendo inoltre presente che :

- in genere le case history creative sono documenti, video, realizzati per vincere premi creativi basati sull'originalità dell'idea più che sui risultati (e che quindi i fake ci stanno tutti, tanto per dirne una...)

- è necessario stimare un valore imponderabile per il "Fattore C" (che noi possiamo avere o non avere... Napoleone diceva che avrebbe sempre preferito un generale fortunato a un generale bravo).

Di conseguenza, non c'è nessuna garanzia che noi:

- azienda diversa, con un problema diverso, in un contesto diverso (etc etc)

- facendo quello che l'azienda star della Case History ha fatto

- riusciremo a ottenere gli stessi risultati encomiabili

- o che invece non ci si schianti contro un muro.

Per non parlare poi della misurazione dei risultati: certo, la Case può prospettarci una bellissima, divertentissima idea.

Ma ha funzionato? Quanto? (in genere, per non dare un vantaggio alla concorrenza o per "riservatezza", i numeri di business vengono tenuti accuratamente nascosti... o sono considerati da chi ha scritto la Case come irrilevanti, vedi alla voce vincere un premio creativo...)

La Case history devono quindi esser maneggiate con cura.

Come strumento di ispirazione, non come roba da copiare.

Come elemento di stimolo, non come modo per dimostrare che la Piattaforma X o il Social Y "funzionano"

Come ingrediente nello sviluppo di una soluzione nostra e originale, non per clonare (spesso malamente, e con molti meno soldi e capacità creativa/produttiva) una cosa già fatta da altri (spesso più bravi e coraggiosi) :-)

Stando molto attenti a cosa, concretamente, pragmaticamente definiamo come "successo"...



---------- < INIZIO SELF PROMO LIBRO > ------------

E qui, concedetemelo, un po' di spottone per il libro.
Destinato a chi arrivano su questo post via Google. E del manuale non sanno nulla.
Magari interessa. Se no chiudete pure, la parte interessante del post è finita da almeno 4 righe.

Strategia Digitale. 
Il manuale per comunicare in modo efficace su internet e social media


Abbiamo voluto fare un libro diverso: in mezzo a tanti libri che "spaccano paradigmi", che fanno della gran teoria del futuro, che dicono alle aziende dove sbagliano ma non danno ricette per fare giusto, abbiamo voluto fare un manuale.

Abbiamo cercato di dire quali sono gli step necessari, giorno, dopo giorno, per fare comunicazione sul campo. Mettendoci quella dose di teoria utile e necessaria per capire perché le cose vanno fatte in quel modo.

Il libro è pensato per:

a) chi lavora in azienda e vuole capire come si fa e perché con l'agenzia non riesce a capirsi :-)

b) chi lavora in azienda e ha un capo con cui non riesce a capirsi o per chi lavora in agenzia e ha bisogno di far capire al cliente "come funziona", visto che non è pubblicità :-)

c) chi lavora comunque nel digitale e vuole andare oltre alla mera operatività - capendo come si ragiona in modo strategico (in funzione degli obiettivi) per fare progetti migliori

d) chi vuole iniziare a lavorare nel mondo digitale e vuole affiancare all'indispensabile pratica anche una capacità di pensiero strategico


Dentro ci sono parecchi decenni (combinati) di esperienza di Giuliana e mia. Raccontando ciò che abbiamo visto funzionare sul campo - dato che il digitale l'abbiamo visto nascere e crescere.

Come dice Giuliana nel suo blog:"Mettere ordine nel senso che, se per i singoli pezzi di digitale come il SEO/SEM, le Digital PR, il Social, sono stati scritti fiumi di parole, la parte che viene prima di tutto questo, la strategia digitale, appunto, non è mai stata considerata. O meglio, ciascuno si è costruito il suo modo di procedere, la sua metodologia, sulla base dell’esperienza e dell’esigenza del momento, ma tutto ciò non è mai stato codificato. Ci abbiamo provato noi."


Ecco i link da dove potete capire qualcos'altro sul libro e comprarlo online (in versione cartacea o ebook).

HOEPLI

AMAZON




lunedì, settembre 21, 2015

Earned Media? Bellissimo: altro che Tinder, l'acchiappo oggi è basato... sul bacon :-))

Divertente operazione di comunicazione di Oscar Mayer.

Se come me appartenete al culto del maiale fritto, non potrete rimanere indifferenti a questa idea, a questa app. Che, non fossi felicemente sposato, sicuramente userei (se avessi un iPhone) :-)

Evidente il riferimento a Tinder (e alla quantità di candidati improbabili che ne escono). Ovvio il posizionamento emozionale: se non stai cercando un'avventura di una notte, se cerchi qualcosa di più, nulla meglio di un condiviso amore per il bacon può consolidare una coppia.


Ecco che allora Oscar Mayer (colosso del settore) lancia una App chiamata "Sizzl" - la prima "dating app for bacon lovers".

Ecco il video:



Ovviamente, nessuno si aspetta che questa app faccia numeri colossali: è il classico Stunt, creare una opportunità di comunicazione, un tema su cui si possano scatenare condivisioni, conversazioni, diffusione.

Insomma, un classico caso di progetto di comunicazione focalizzato sull'Earned Media...

Btw, Tinder ha scatenato tutta una serie di campagne di comunicazione da parte di altri brand, che l'hanno usato come icona della cultura contemporanea.. ad esempio guardate questi miei post precedenti:

Anche i gattini sbarcano su Tinder

Grandi. Sul sito di incontri (Tinder) ... adotta un cane :-)






Approfondimento:

http://time.com/4035044/oscar-mayer-bacon-dating-app-sizzl/

http://www.adweek.com/adfreak/oscar-mayer-releases-sizzl-dating-app-exclusively-bacon-lovers-166955

venerdì, settembre 18, 2015

Ambush Heineken Rugby: All Black, Pub e distributore automatico.


Post divertente che è venerdì.

Tema: Rugby.

Mandante: Heineken.

Il contesto: il lancio della campagna di comunicazione Heineken per la Coppa del mondo di Rugby.

Protagonista: Jonah Lomu, mitico giocatore degli All Blacks, celebrato nella Hall of Fame e famoso anche per le sue vicissitudini di salute.

Contesto: Pub di Dublino, dove è stato piazzato un distributore automatico particolare: una vending machine di palloni da Rugby (in realtà una macchina dove si poteva vincere... una specie di slot machine).

Heineken invita un po' di gente a un evento speciale. E...

Beh, guardate il video.


Approfondimento:
http://www.stuff.co.nz/sport/rugby/international/71498031/All-Black-legend-Jonah-Lomu-baffles-patrons-with-pub-quiz-machine-prank

Ci vediamo al Festival della Crescita, il 15 Ottobre?

Save the date (se volete).

Il 15 Ottobre sarò al Festival della Crescita: 
Palazzo delle Stelline (bello).

Sarò uno dei protagonisti del BookSandwich di giovedì 15 ottobre alle ore 13.00 dal titolo “e-Reputation” insieme a  Francesca Parviero.

E da qui in poi cito:

Il BookSandwich è l’appuntamento in pausa pranzo dedicato alle “professioni in crescita”, nuove o in cambiamento. Esperti e professionisti si confrontano, moderati da un giornalista.

"Il tema dell'incontro è il valore della "reputazione" personale e delle aziende in rete, come può essere creata attraverso contenuti adatti, come può influenzare le scelte dei consumatori ma anche dei datori di lavoro e delle persone con cui veniamo in contatto. I libri - pubblicati da Egea - al centro della discussione sono appunto Relazioni pubbliche digitali, Reputation Economy (di Michael Fertik e David Thompson) e L'Alleanza, curato nell'edizione italiana da Francesca Parviero. "

Se riuscite a fare un salto ci vediamo.


giovedì, settembre 17, 2015

Marketing Turistico: Realtà Virtuale in stanza come strumento di marketing. Hotel Marriott #GiovediVR


Permettetemi di iniziare con una delle mie solite sparate: il marketing NON equivale alla comunicazione, la comunicazione è parte, un sottoinsieme del marketing.

Compito principale del marketing è definire l'offerta, il prodotto, tutto il pacchetto: e poi, a seguire, viene la comunicazione.

In questa logica, interessante l'azione di Marriott, che interviene sul prodotto (la camera d'albergo), offrendo non solo TV e WiFi, ma anche un'esperienza in Realtà Virtuale.

Il "VR Room Service" permette agli ospiti di farsi recapitare in stanza un set di Realtà Aumentata, occhialoni e tutto quanto.
E con questo, viaggiare.

Sono state infatti realizzate esperienze immersive da inviati speciali, che hanno filmato in Pechino, Ruanda e Cile.

Guardate il video che spiega il resto.



Da notare che non è la prima incursione di Marriott nel campo della realtà virtuale: ci avevano già messo un piede con questo progetto di Luna di Miele Virtuale (e se cercate su YouTube trovate un altro po' di video di Marriott relative al loro progetto di VR):


Interessante sfruttare le potenzialità del digitale per intervenire sull'offerta, sulla sostanza e non solo sull'effimero della comunicazione.

Usare questo plus per rendere più competitiva, attraente, interessante l'offerta, essere scelti rispetto ad una stanza analoga ma senza questo plus (anche se, io, personalmente mi farei più tentare dall'offerta di chitarra in camera dell'Hard Rock :-)

A naso mi sa che questa particolare offerta di Marriott sia un po' un gimmick, faccia scena ma abbia poca sostanza, di certo si apre un fronte sempre più importante (e inquietante) anche dal lato della VR come strumento di entertainment.
E per qualcuno di fuga.

E qui il rimando alle opere di William Gibson è inevitabile...

mercoledì, settembre 16, 2015

Genio. Per recuperare la cena in famiglia... il macinapepe ammazza la tecnologia :-)


Chiunque abbia figli  o nipoti ha ben presente l'impatto che le nuove tecnologie hanno sulle dinamiche familiari.

Già la TV durante la cena ammazza la conversazione.
Per non parlare della connessione Internet, che distrugge qualsiasi relazione sociale a tavola :-)


Per recuperare un minimo di interazione in famiglia durante uno dei pochi momenti in cui ci si trova insieme, la soluzione è quindi di resettare a zero tutte le tecnologie che interferiscono con le dinamiche socio-familiari.

Problema: proibire il WiFi o la TV in casa immediatamente innescherebbe una esplosione nucleare in mariti e figlie.

Soluzione: rubando un'idea o due da Q (il mago dei gadget di James Bond), trasformare un innocuo macinapepe in un'arma nascosta di distruzione di massa domestica.

E, d'altra parte si può inveire contro il destino e le tecnologie - ma quando c'è la sfiga c'è poco da fare... e si è costretti (forse) a parlarsi.

Perché "Quando le famiglie si scollegano, si connettono". :-)

Ecco il video che spiega:



Il mandante è Dolmio, azienda australiana che produce prodotti alimentari italiani... (o come correttamente dicono sul loro sito, "Italian Inspired Meals".

Ovvio: questa è un'operazione di buzz, per far parlare della marca attraverso la creazione di un topic divertente e interessante... specialmente utile in situazioni dove forse del prodotto, della passata di pomodoro o del sugo alla Bolognese c'è un po' poco da dire e forse nulla di eccitante...

L'idea in nuce non è nuovissima, guardate questo mio vecchio aritcolo sul telecomando che ammazza qualsiasi TV nei luoghi pubblici...

lunedì, settembre 14, 2015

Strategia: come evitare di suicidarsi attraverso gli obiettivi. #strategiadigitale

Prosegue il ciclo di articoli di approfondimento sulla Strategia Digitale e pensati anche come un servizio, un valore aggiunto per chi ha comprato il libro.

Oggi approfondiamo un tema semplice ma molto importante: quello di quanto è facile farsi del male sbagliando sul fronte degli obiettivi.

Alla base di qualsiasi strategia c'è (*ci deve essere*) l'obiettivo.

Solo che "Obiettivo" è diventata troppo spesso una buzzword vuota di reale significato. Come Vision e Mission.

Una di quelle cose che metti nelle slide iniziali perché devi. E scrivi un paio di robe che suonino bene.

Allora, fin quando gli obiettivi te le scrivi tu e servono a te, pazienza - cioè è grave, ma dato che poi sei tu a fare il lavoro, te la canti e te la suoni, si suppone che tu sappia dove andare, anche se non lo scrivi in modo elegante.
O no?

Già, perché a scrivere i propri obiettivi per se' stessi... beh, le cose una volta scritte appaiono diverse da come ce le hai in mente. E magari ti fanno rendere conto che non hai le idee poi così chiare.

Ma è molto peggio quando devi passare gli obiettivi, la strategia, un brief a qualcun altro. Collaboratore, agenzia, consulente.

Davvero: ma tutto questo ambaradan di robe che mi chiedi di pensare, di sviluppare, su cui magari devo costruire una strategia e tipicamente delle azioni... ma perché?
Dove vuoi arrivare?
Cosa vuoi ottenere?

Ma sul serio.

E deve capirlo pure tua madre.

Quindi gli obiettivi devono essere:

1. sensati

2. raggiungibili (fai i compiti a casa, per vedere se stai sparando una puttanata senza senso...)

3. motivati da basi oggettive (se l'obiettivo è condizionato da "fattori politici" dimmelo, che almeno lo so e mi adeguo).

4. concreti, ben definiti (in pratica, sul serio, cosa vuoi? "migliorare la tua percezione" in che direzione? vendere di più? quanto? ti basta uno 0.005%?). Più sono vaghi, più c'è spazio per non capirci un tubo e lasciare spazio a interpretazioni deliranti. O intelligenti... ma fuori tema.

5. misurabili (così almeno sappiamo se li abbiamo raggiunti o no... altrimenti discuteremo fino alla fine dei tempi...) - altrimenti è inutile che mi chiedi i KPI. 

6. utili, fondati su una realtà di business, non "per fare branding" o raggiungere degli "intangibili" che alla fine non ti portano da nessuna parte. Essere più "social" può essere importante. Ma nel tuo caso specifico, mi fai capire come ti aiutano a migliorare i risultati? Altrimenti non è che sto investendo soldi, li sto buttando, perché non si sa come faranno a tornare indietro, questi soldi spesi...

8. scritti in italiano, evitando buzzwords. Che spesso sono utili paraventi per nascondere che dietro non c'è un'idea chiara. Come detto prima, se mia mamma non capisce non è detto capisca io. Perchèémagari invece di darmi un obiettivo su cui posso lavorare, mi hai dato una supercazzola.

E qui un ultimo punto, molto delicato.
La grande differenza tra quello che vuoi e quello che ti serve
Davvero.


venerdì, settembre 11, 2015

"Strategia Digitale" adesso è un libro di testo :)



Son soddisfazioni.

In particolare questa è la seconda bella soddisfazione di quest'anno, dopo che il nostro libro è stato per qualche giorno il libro in assoluto più venduto (formato Kindle) su Amazon in Italia.

Ci giunge voce che il nostro libro è stato scelto inserito come testo per il corso di "Teoria e tecniche delle Relazioni Pubbliche (2)" all'interno del corso di Laurea in Relazioni Pubbliche presso l'Università degli studi di Udine (sede di Gorizia).

Giuliana e io ne siamo felici.

Il pensiero di studenti che smadonnano perché devono preparare l'esame sul "Laurita-Venturini" mi diverte molto :-)

Se non sapete di cosa state parlando, magari perché arrivate su questo post da Google, ecco lo spottone del libro:


Strategia Digitale. Il manuale per comunicare in modo efficace su internet e social media


Abbiamo voluto fare un libro diverso: in mezzo a tanti libri (generalmente di matrice anglosassone) che "spaccano paradigmi", che fanno della gran teoria del futuro, che dicono alle aziende dove sbagliano ma non danno ricette per fare giusto, abbiamo voluto fare un manuale.

Abbiamo cercato di dire quali sono gli step necessari, giorno, dopo giorno, per fare comunicazione sul campo.
Mettendoci quella dose di teoria utile e necessaria per capire perché le cose vanno fatte in quel modo.

Il libro è pensato per:

a) chi lavora in azienda e vuole capire come si fa e perché con l'agenzia non riesce a capirsi :-)

b) chi lavora in azienda e ha un capo con cui non riesce a capirsi o per chi lavora in agenzia e ha bisogno di far capire al cliente "come funziona", visto che non è pubblicità :-)

c) chi lavora comunque nel digitale e vuole andare oltre alla mera operatività - capendo come si ragiona in modo strategico (in funzione degli obiettivi) per fare progetti migliori

d) chi vuole iniziare a lavorare nel mondo digitale e vuole affiancare all'indispensabile pratica anche una capacità di pensiero strategico


Dentro ci sono parecchi decenni (combinati) di esperienza di Giuliana e mia. Raccontando ciò che abbiamo visto funzionare sul campo - dato che il digitale l'abbiamo visto nascere e crescere.

Come dice Giuliana nel suo blog:"Mettere ordine nel senso che, se per i singoli pezzi di digitale come il SEO/SEM, le Digital PR, il Social, sono stati scritti fiumi di parole, la parte che viene prima di tutto questo, la strategia digitale, appunto, non è mai stata considerata. O meglio, ciascuno si è costruito il suo modo di procedere, la sua metodologia, sulla base dell’esperienza e dell’esigenza del momento, ma tutto ciò non è mai stato codificato. Ci abbiamo provato noi."



Ecco i link da dove potete capire qualcos'altro sul libro e comprarlo online (in versione cartacea o ebook).

HOEPLI

AMAZON

Torna Pane, Web e Salame (6). A Brescia, il 2 Ottobre.

Vi segnalo questo evento, che probabilmente conoscete già.

A breve si aprono le iscrizioni, affrettatevi numerosi che i posti sono limitati...

Sintetizzo dalla press release:

Pane, Web e Salame: una conferenza sui social media, anche quest’anno sarà all’interno del Supernova creative innovation festival - il 2 ottobre a Brescia al cinema Nuovo Eden.

In questa edizione parliamo di “Raccontare storie per distinguersi”.

Il flusso continuo di internet e dei social media costringe le aziende a dire qualcosa in modo originale. Ogni panettiere, ogni industriale, ogni designer - se vuole utilizzare il web - deve imparare a raccontare il proprio lavoro, a produrre dei contenuti, a narrare la propria storia.
Si tratta di un passaggio epocale che regala un vantaggio competitivo a chi capisce il mezzo e impara a comunicarsi.
Abbiamo invitato una decina di imprese che ci sono riuscite, sia di rilevanza nazionale come Paola Salvatori di Gruppo Mediobanca, Riccardo Zanardelli di Fabbrica d’Armi Pietro Beretta, sia di portata locale come Torte di Giada e i Coltivatori di Musica, trovi l’elenco completo qui http://2015.panewebesalame.com/.

giovedì, settembre 10, 2015

Marketing turistico: Lo straordinario caso di Villinolucia.com :-)

Uno splendido caso di studio sul marketing turistico, sulla capacità di relazionarsi coi clienti e di gestire il difficile rapporto con i media digitali.

Questa struttura (Villino Lucia) ha accumulato una serie di critiche pesantissime su Tripadvisor.

Come hanno reagito? Leggete e imparate:

1. modificando l'homepage del loro sito www.villinolucia.com in modo che sia più facile entrare in contatto con loro e soprattutto in modo da migliorare la loro simpatia e reputazione - dimostrando nel contempo piena padronanza della lingua inglese (scherzo, ecco lo screeshot): 


A scanso di equivoci: questo è *tutto* ciò che resta del loro sito. Niente link, niente indirizzo, niente foto e descrizioni, nulla. 

Solo la maledizione verso gli utenti Tripadvisor e la promessa di deportazione in strutture adiacenti (confidiamo speranzosi in una loro successiva liberazione).

Così, per chi in un qualsiasi modo arrivi al loro sito (Google?), è ora più facile trovare il numero di telefono e magari pure prenotare.

In modo che anche chi non avesse pensato a dare un'occhiata a Tripadvisor adesso si incuriosisca / insospettisca e vada a vedere il mix di ottime e terrificanti recensioni ottenute. Credo che possiamo coniare il termine "Strategia Drive-to-problem".

2. Rispondendo in maniera cortese e sensata alle critiche su Tripadvisor, spiegando le solide ragioni che hanno portato ad alcuni disservizi, dimostrando al contempo una piena padronanza della lingua italiana:

Ok, prenoteremo tutti la direttrice.
Propongo la creazione e l'assegnazione del Premio Darwin per il Turismo Digitale a questa struttura. :-)Inevitabilmente, il pensiero qui corre a Fawlty TowersSe non l'avete vista, vi siete persi la migliore serie televisiva di sempre. Di qualsiasi sistema solare (beh, ufficialmente è stata votata la miglior serie TV britannica di tutti i tempi).

PS: un grazie a Mirko Lalli che con il suo post su FB mi ha fatto scoprire questa Case History esemplare.



mercoledì, settembre 09, 2015

Da domani la nuova app del Corriere della Sera. Anteprima...


Ho avuto la possibilità di testare per qualche giorno la nuova app mobile del Corriere, che va sul mercato domani.

Ora, io notoriamente non sono un "tecnico", ma ci sono un paio di cose interessanti da raccontare, dal punto di vista strategico, del pensiero.

Il discorso sulla presenza digitale dei quotidiani di carta è complicatissimo, ed è un tema che seguo ormai da decenni :-) 

Il problema è che si è costruito un intero ecosistema digitale, attorno a quelle che una volta erano poche pagine di carta. E tutto deve funzionare con una propria logica.

La carta esiste, e viene ancora comprata. 
Il sito web non può essere una duplicazione della carta e basta, così come l'app mobile deve essere ancora un altra cosa e deve incastrarsi in un sistema che prevede anche i social, i video etc.

Discorso lunghissimo.

Al punto che nei corridoi di Via Solferino non sembra essere un eresia parlare di un giornale di carta che potrebbe diventare subalterno, accessorio, complementare al prodotto di punta - il giornale digitale.

Ancora più lungo sarebbe il discorso della monetizzazione. Information wants to be free. 
Il che non significa gratis. 

Produrre informazione di qualità è estremamente costoso e complesso. 
Ma sul tema dell'informazione di qualità vs. le puttanate che girano in rete ho in canna un altro post per i prossimi giorni.

Anche perché non solo del mondo del design, della comunicazione, della ristorazione.. anche in quello dell'informazione, l'improvvisazione e i dilettanti allo sbaraglio fanno danni e producono prodotti spesso tossici. 
Ma torniamo all'edizione digitale (se notate, una volta la si chiamava "App", ora è "L'Edizione Digitale").

Qui il (mio, personale, da consumer) tema è trovare un buon motivo per cacciare la lira, per acquistare un prodotto/servizio (l'al-che altrimenti potrebbe essere inutile (il giornale lo leggo gratis al bar o me lo guardo gratis dal PC...).

La sfida è stata quella solita: trovare un modo intelligente di sfruttare le specificità del mezzo per confezionare un prodotto che sia qualcosa di diverso dalla semplice replica di quello che è ià fatto sulla carta, o sul web.

E qui finalmente parte non la recensione ma un paio di note, viste nell'ottica di uno stratega, sul lavoro di pensiero fatto. In termini di un paio di feature ben pensate.

Intanto il senso dell'app.
Per certi versi, se il sito web è il luogo dell'aggiornamento, del tempo reale, del tenere il polso dello svolgersi degli avvenmenti, l'app mobile è il luogo per capire. Cosa che mi è piaciuta molto.

Il sistema di link di approfondimento, di contenuti di contesto, permette non solo di "restare aggiornati" ma di avere un quadro, di capire cosa è successo... per capirci, se anche andiamo in vacanza qualche giorno e ci isoliamo, con questo approccio riusciamo a capire cosa è successo, a capire e non solo sapere. Molto interessante.


Altra cosa molto intelligente: le sinossi giornaliere :-)

Una micro edizione del mezzogiorno, da leggere in 5 minuti, in ufficio o mangiando il panino al bar, per avere un rapido quadro.

Una edizione della sera, tarata su 20 minuti di lettura. Per riassumere, per essere sul pezzo con un po' più di approfondimento.

Mi è piaciuto anche che nell'app ci sia una rassegna stampa, curata dai giornalisti. Secondo me una grande prova di autorevolezza, citare gli altri e selezionare il meglio della concorrenza ai propri clienti.

Vi risparmio poi i discorsi su interfacce, ergonomie, grafica... non è il mio campo; io l'ho testata sullo smartphone, il più difficile per via delle dimensioni dello schermo: e la fruibilità mi sembra ottima.

In conclusione, finalmente inizio a vedere un prodotto informativo da parte di un quotidiano che interpreta intelligntemente un proprio ruolo all'interno di un sistema di molte piattaforme. Ho viisto che dietro è stato fatto un lavoro pesantissimo di analisi, di benchmarking da pare di tecnici, markettari e giornalisti,
Inizio a vedere un motivo per cui dovrei tirare fuori dei soldi epr leggere le news sul mio mobile...

Se volete approfondire, potete provarla da domani.
E nell'attesa, ecco alcuni video dove i Corrieristi lavorano il lavoro che è stato fatto... interessanti se vi occupate di design dell'informazione e, più in generale, di comunicazione.

Una nuova app nelle strade dell’informazione digitale. Rassegna stampa internazionale, 20 minuti e articoli sempre aggiornati i punti di forza - di Barbara Stefanelli /Corriere TV

Le bussole per orientarsi tra le notizie del giorno
La nuova Digital Edition del Corriere della Sera - di Antonio Polito /Corriere TV

Novità e legame con il quotidiano
Com’è nato il design della nuova Digital edition

Qui vi metto il tutorial:


E qui lo Storify della riunione di resentazione dell'app agli influencer/betatester :-)

https://storify.com/LaRaffa/presentazione-app-digital-edition-corriere-della-s

E se proprio siete curiosi, ecco i miei post che "recensivano" le versioni precedenti dell'app :-) (a causa evoluzione formato del mio blog, ci sono dei problemi, lo so... ma non mi metto a rifare post vecchi di anni :-)

Due impressioni sull’app del Corriere per l’iPad

iPad Corriere: le mie impressioni sulla nuova app

martedì, settembre 08, 2015

Wow. La pubblicità interattiva di Coke Zero... con Shazam. Smart.

Ritorniamo a parlare di Shazam e di modi interessanti di usarlo (concretamente) come strumento per le nostre attività di comunicazione*

Il committente è Coke Zero.
L'operazione in realtà è in larga parte una grande azione di sampling, di distribuzione gratuita di un elevata quantità di prodotto.

Solo che il sampling tende a lavorare solo sulla parte razionale (mi piace / non mi piace) mentre l'operazione di "sipping virtuale" ha condito l'attività con un contorno di divertimento, di sorpresa, di innovazione tecnologica.

Diciamo una maniera molto innovativa (anche se un po' complessa) di regalarti del prodotto - ma dato che c'è un reward, la gente è un po' più propensa a farsi carico di qualche complessità.

E un effetto novelty, un gioco, che porta la gente a provare, a interagire, a investire qualche secondo in più nell'azione.

All'interno di un progetto molto grande e articolato su una serie di attività coordinate e integrate (a quel che si vede dalla case history :-)

Il cuore del progetto è lo sviluppo, insieme a Shazam, di una soluzione innovativa.

In breve, shazammando (scusate la parolaccia) lo spot TV o quello radio, o l'annuncio dato allo stadio, il proprio smartphone si trasforma in un bicchiere pieno di ghiaccio. Che viene riempito di prodotto. Che possiamo virtualmente bere (mi sembra una roba un po' da deficienti) o bere realmente, dato che ci arriva un coupon per mettere gratuitamente le mani su una dose del prodotto :-)

Costa poco, tutta questa roba? No. No di certo. Porta via budget all'advertising? Beh, questa azione è basata sull'advertising, TV, radio, stampa... senza di esso non potrebbe vivere.

La finisco qui, anche se ci sono altre cose da raccontare, perché lo fa molto meglio di me il video della Case History, cui cedo volentieri la parola.
Enjoy.


Ed ecco lo spot:



https://www.cokezero.com/

* Di un altro modo intelligente di usare Shazam abbiamo già parlato settimana scorsa. Se ve lo siete perso...
http://robertoventurini.blogspot.it/2015/08/shazam-usarlo-per-un-concorso-da.html

venerdì, settembre 04, 2015

Toyota: la pubblicità che ti spegne il telefono (grazie, Siri...)

Questa operazione di comunicazione è talmente complessa (e richiede tante precondizioni per funzionare) che è del tutto evidente che non ci si può aspettare che più di una manciata di persone la possono realmente sperimentare in pratica.

Ma molte, molte di più ne possono sentir parlare, perché l'idea è carina e si presta a creare un po' di buzz tra gli addetti ai lavori.

In breve: per sensibilizzare i guidatori svedesi dei pericoli di usare il cellulare mentre si guida (e comunque fare del bene alla propria marca), Toyota ha sviluppato un annuncio radiofonico che:
a) se lo ascoltate in macchina
b) e possedete un iPhone
c) e avete abilitato Siri...

beh, allora simpaticamente vi spegne il telefono. O meglio lo butta in Airplane mode.
Così capite il messaggio. (E magari vi schiantate mentre smadonnando cercate di riaccenderlo perché state aspettando una telefonata importante o volete usare il navigatore...).

Ecco il video: