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giovedì, dicembre 31, 2015

Il meglio del mio 2015

Siamo in chiusura d'anno e quindi è il momento di fare dei bilanci, di guardare avanti e di fare gli auguri a tutti.

Grazie per avermi seguito anche quest'anno; il blog continua a marciare forte e tra non molto tempo passerà la soglia del milione e mezzo di pagine viste dalla sua creazione. 
Che per me è un bel risultato.

Con l'occasione, un rapido recap dei 10 post che vi sono piaciuti di più quest'anno (o meglio, i più letti).  Magari possono servire a chi se li è persi :-)

Tra i post scritti quest'anno il maggior riscontro di pubblico lo raccoglie una storia che non è un epic fail ma è proprio ... beh, decidete voi. Un albergatore che dichiara persone non grate nonché indesiderati i clienti che arrivano da TripAdvisor (un raro caso di demarketing):

Marketing turistico: Lo straordinario caso di Villinolucia.com :-)


Al secondo posto, il post dedicato all'intervento di Laura Renieri e mio alla Social Media Week:

Terza posizione (e mi fa molto piacere) per un post di approfondimento strategico, di accompagnamento al manuale di Strategia Digitale:

Quarto gradino del podio per uno dei casi più interessanti di comunicazione dell'anno:

Un meritatissimo quinto posto per l'infografica sull'audience italiana di Twitter:

Nella seconda parte della top ten troviamo subito un altro post di aggiornamento e di strategia:

Settimo post del 2015 più letto, la mia riflessione sulla mobilitazione collettiva sul caso Rummo (btw, la loro pasta è tornata sugli scaffali ed è forse proprio questo il momento di essere solidali):

Ottava posizione per un altro post di approfondimento strategico, con un taglio sostanzialmente da formazione:

Nono posto per una delle idee più inaspettate di comunicazione (e più tecnologiche, e più complicate) dell'anno:

Entra per un pelo nella top ten annuale il post di annuncio della pubblicazione del mio libro sulle Internet PR (grazie):

Da oggi in vendita: Relazioni Pubbliche Digitali


E per il 2016 cercheremo di fare ancora meglio :-)







venerdì, novembre 06, 2015

Fatelo (sì, "quello") per la Danimarca. Pochi bambini? Ci pensa la comunicazione. Marketing Turistico.


"Do it for Denmark".

La Danimarca è una bella nazione (andateci). Con un basso tasso di natalità.
La Danimarca  è un paese freddo, d'inverno.

La fuga verso i climi caldi è un must, un paio di volte l'anno.
E quando si è in vacanza... beh, l'impatto demografico è evidente.

Quindi, animata da un preclaro impegno sociale, nell'interesse della Nazione, l'operatore turistico Spies ha lanciato in questi anni ben due campagne mirate a far crescere il numero di pargoli danesi.

La prima fase l'anno scorso, all'insegna di "Il sesso salverà la Danimarca"; e ne fate di più se ve ne andate a fare un viaggetto (e, in effetti, i Danesi fanno il 46% di sesso in più durante una vacanza e il 10% di tutti i bambini Danesi sono stati concepiti in quel contesto).

Naturalmente è stata aggiunta una promozione, come incentivo: prenotandosi con lo "Sconto ovulazione", se si dimostra, calendario alla mano, che si è concepito un pargolo durante il viaggio comprato con la premiata ditta Pies, ci si vedrà regalare 3 anni di pannolini e complementi.



Il secondo anno si è invece spostato il tiro: Se non lo fai per la Nazione, almeno fallo per la mamma, così diventa nonna. E la Mamma può contribuire economicamente al vostro viaggio, investendo sulla vostra probabile riproduzione...



Approfondimenti:
http://www.independent.co.uk/news/world/europe/do-it-for-denmark-competition-calls-for-danes-to-have-more-sex-to-tackle-declining-birth-rates-9218490.html

http://www.adweek.com/adfreak/heres-another-hilarious-ad-tries-get-people-denmark-have-more-sex-167285

giovedì, ottobre 15, 2015

Marketing Turistico Giapponese: la killer app è la Cat Street View.


La zona di Hiroshima, diciamocelo francamente, non è proprio il posto dove verrebbe in mente di andare a passare le proprie vacanze.

E al di là di un morboso turismo nucleare, in realtà c'è altro da vedere - ad esempio la caratteristica cittadina di Onomichi.

Breve, la trovata per attirare l'attenzione e far esplorare virtualmente la città, è stata quella di usare i gatti. Sì, perché a Hiroshima si stima ci siano 150.000 gatti randagi.

Ad alcuni di questi è stata montata una videocamera 360°, un po' sul concetto dello Street View di Google. Mappando quindi i loro spostamenti (in una zona abbastanza ristretta della città, per la verità).

E il risultato è la Cat Street View - la visione della città attraverso gli occhi di un gatto.
Per esplorare (proprio come in Street View, appunto) i luoghi caratteristici della città da un punto di vista diverso. Permettendoci di incontrare, durante questo viaggio a bassa quota, alcuni tra i gatti più famosi della città (con tanto di scheda).

Di fare una esperienza diversa, di farci venire voglia di andare a vedere quel posto.

Throughout the digital experience, top tips are provided on every page, letting users know about tourist attractions in the city that are worth a visit. 

Tra l'altro, non è stato usato un gatto qualunque come guida della città... ma insomma, guardate questo bel video di presentazione che spiega meglio e più rapidamente di quello che potrei fare io...



"The map now covers a shopping arcade and surrounding areas in Onomichi, which is about 70 kilometers east of Hiroshima city. It includes most features seen on other interactive online maps, such as camera angle functions and details about local shops. It also has a selection of 11 pet cats kept in the area with links to their backgrounds."

A integrazione, va detto non è certo la prima volta che gatti e turismo vanno a braccetto in Giappone, come nel caso del Gatto Capostazione (onorario) che ha attirato frotte di turisti in una cittadine...

venerdì, ottobre 02, 2015

Sorprendente: biglietti aerei venduti con gli snack :-) PR Stunt

Thinking out of the box. E' forse la cosa più importante per essere creativi.

In questo caso il pensiero è centrato sulla "commoditization" dei biglietti aerei. Che spesso costano così poco (e sono così facilmente disponibili per l'acquisto online), che diventano un prodotto quasi d'impulso.

E sulla necessità di costruire buzz, engagement, conversazioni.
Attraverso quello che appare essere il classico pretesto di comunicazione, uno stunt.

Breve: la compagnia aerea Transavia ha associato i propri biglietti a barrette e patatine sugli scaffali del supermercato (e non solo).


Al di là della "novelty" rappresentata dal fatto che dentro le patatine non c'è la sorpresina scema ma un voucher per uno sconto sul biglietto aereo, qui il concetto è proprio quello di associarsi a una percezione di low cost (la patatina è un prodotto che ovviamente costa veramente poco) e di associarsi all'acquisto d'impulso.

Ti viene la voglia, acquista un sacchetto di patatine senza pensarci troppo. Ti sorge il desiderio, compra un economico biglietto aereo senza stare a pensarci troppo (e a metterti a comparare online..)

E poi, diciamocelo, fa effetto vedere un prodotto alimentare brandizzato da una marca che alimentare non è; e qui la confezione diventa essa stessa un media di impatto per veicolare la promozione e la marca.


I prodotti brandizzati Transavia sono stati resi disponibili in alcuni supermercati, vending machine e cinema.

Ecco la video case history:




giovedì, settembre 10, 2015

Marketing turistico: Lo straordinario caso di Villinolucia.com :-)

Uno splendido caso di studio sul marketing turistico, sulla capacità di relazionarsi coi clienti e di gestire il difficile rapporto con i media digitali.

Questa struttura (Villino Lucia) ha accumulato una serie di critiche pesantissime su Tripadvisor.

Come hanno reagito? Leggete e imparate:

1. modificando l'homepage del loro sito www.villinolucia.com in modo che sia più facile entrare in contatto con loro e soprattutto in modo da migliorare la loro simpatia e reputazione - dimostrando nel contempo piena padronanza della lingua inglese (scherzo, ecco lo screeshot): 


A scanso di equivoci: questo è *tutto* ciò che resta del loro sito. Niente link, niente indirizzo, niente foto e descrizioni, nulla. 

Solo la maledizione verso gli utenti Tripadvisor e la promessa di deportazione in strutture adiacenti (confidiamo speranzosi in una loro successiva liberazione).

Così, per chi in un qualsiasi modo arrivi al loro sito (Google?), è ora più facile trovare il numero di telefono e magari pure prenotare.

In modo che anche chi non avesse pensato a dare un'occhiata a Tripadvisor adesso si incuriosisca / insospettisca e vada a vedere il mix di ottime e terrificanti recensioni ottenute. Credo che possiamo coniare il termine "Strategia Drive-to-problem".

2. Rispondendo in maniera cortese e sensata alle critiche su Tripadvisor, spiegando le solide ragioni che hanno portato ad alcuni disservizi, dimostrando al contempo una piena padronanza della lingua italiana:

Ok, prenoteremo tutti la direttrice.
Propongo la creazione e l'assegnazione del Premio Darwin per il Turismo Digitale a questa struttura. :-)Inevitabilmente, il pensiero qui corre a Fawlty TowersSe non l'avete vista, vi siete persi la migliore serie televisiva di sempre. Di qualsiasi sistema solare (beh, ufficialmente è stata votata la miglior serie TV britannica di tutti i tempi).

PS: un grazie a Mirko Lalli che con il suo post su FB mi ha fatto scoprire questa Case History esemplare.



martedì, maggio 19, 2015

Marketing Turistico: La più grande del mondo? (Vending Machine)


Vecchio caso da antologia, ma sempre valido (parliamo del 2012), perché mi permette di fare un ragionamento su forma e sostanza delle azioni di pr.

Combiniamo due dei temi che mi divertono di più: il Marketing Turistico e il magico mondo delle Vending Machine unconventional, inquadrate in un'operazione di street marketing fondata su di una strategia di Buzz Generation in una logica di Digital PR :-)

E dopo questa sfilza di buzzwords da Guiness (o da digital planner), ecco la storia.

Il colpevole è l'ente promotore del turismo per la British Columbia (Canada). Obiettivo promuovere l'area, focalizzandosi sul mercato di San Francisco.

Se c'è una cosa su cui la British Columbia può giocarsela, è la "wilderness". 
Spazi naturali, laghi, fiumi, alberi, zanzare (credo).

Per far passare il concetto e far parlare dell'operazione, è stata realizzata una vending machine, un distributore automatico altro oltre 4 metri (in realtà è più una specie di slot machine, in cui si vince roba...)

E giù dalla vending machine cadono biciclette, kayak (!), attrezzature per il campeggio.

Da notare che si sarebbe potuto fare la stessa operazione senza necessariamente spendere i soldi per la vending machine. 

La sostanza? Uguale. La forma? probabilmente inefficace.
E' l'elemento vending machine più grande del mondo (o giù di lì) che crea la notizia, che innesca il buzz, che è interessante.

Il concorsino a estrazione in una qualsiasi piazza non frega nulla a nessuno.

Quindi la forma è importante per creare buzz e on bisogna lesinare idee, creatività (e un po' di budget)... :-)

Guardate i video:





sabato, maggio 09, 2015

Il meglio della settimana, sui miei blog

http://rabittooth.deviantart.com/art/Transporter-Dogs-251575421
Questa settimana un sacco di roba pubblicata sui miei blog*.
Vi faccio la solita lista, così se vi siete persi qualcosa che potrebbe interessare...
Enjoy.

Bella storia. Proposta di matrimonio... col Post-it??



I "segreti" delle PR Digitali :-) la mia Ninja-intervista




* Per chi non conoscesse i miei blog e arrivasse, chessò, tramite Google, si tratta di:

Il mio blog storico. Si parla tantissimo di casi di comunicazione digitale e unconventional, di strategie. Integra, con articoli, citazioni, ricerche, ppt raccolte in rete il mio primo libro: Strategie Digitali (1)

http://www.relazionipubblichedigitali.it/
Il mio blog decitato al mondo delle Digital PR o Internet PR o Digital PR... casi di successo o interessanti, approfondimenti ad integrazione del mio secondo libro: Relazioni Pubbliche Digitali (2)

mercoledì, maggio 06, 2015

Marketing Turistico. Bello. Il motore di ricerca "umano" per il turismo Islandese.


Premessa. Nel vedere che nazioni che hanno molto meno da offrire turisticamente... impacchettarlo e venderlo in un modo milioni di volte migliore del nostro... mi girano.

Non mi fate parlare di chi sia la colpa: ce n'è per il pubblico e per il privato, per gli Enti e per l'ignoranza di troppi nostri operatori, nel  rifiuto di studiare, di approcciare il marketing turistico in maniera non troppo da ****.

Detto questo, bellissima iniziativa Islandese.

Strategia: se si ha una mezza idea di visitare un posto, la prima cosa che si fa è andare su un motore di ricerca (chissà quale) per raccogliere informazioni che aiutano a prendere decisioni.

Ma allora, come direbbe un buon planner, visto che le macchine hanno dei limiti, perchè non usare le persone?

Risposta da manuale: reclutare volontari disposti a rispondere alle domande più strane.

Dare informazioni vere, di prima mano. Umane. personali. Parlare con uno che ci abita.

Stabilire un contatto emotivo, relazionale.
Farsi venire la voglia di andare in Islanda invece che, chessò, in quel casino di posto che è l'Italia.

La smetto  lancio dalla regia il video che lancia e spinge l'operazione.

E che rappresenta, esso stesso, un modo intelligente e furbo di fare pubblicità turistica.



More than 98% of the world's Guðmundur population lives in Iceland. This May, we have asked some of our finest Guðmundurs to help you answer your most pressing questions about Iceland. It may not always be what you expect, so Ask Gudmundur and you might just get an answer.

Want to know some Iceland secrets? Ask Guðmundur - the human search engine on Facebook and Twitter using the #AskGudmundur hashtag.




Comunque: si possono porre domande su Facebook e Tiwtter. I volontari si sbattono e danno delle risposte. Da quel che vedo, principalmente postando video che rispodono alle domande più frequenti e più interessanti; e su Twitter con brevi risposte (e qui mi sa tanto di redazione...).

Insomma, se uno scava scava, nulla che non si possa fare facilmente in qualsiasi nazione: un'operazione di relazioni pubbliche e di Social Media fondamentalmente "classica" ma il modo di impacchettare e vendere il concetto è potente. 
E soprattutto non è incasinato, controverso, polemico, mezzo zoppicante e un po' dilettantesco come potrebbe avvenire in certe nazioni un po' cialtrone.


(btw gli Islandesi, che ho frequentato, e molto, quando vivevo all'estero, bevono infinitamente più di noi e sono infinitamente più seri :-)

Da notare, per finire, i livelli di engagement, di interazione che i post su Facebook riescono a generare. Mica male.

Approfondimenti:
Il sito del turismo islandese... (ci può insegnare qualcosa)


http://finance.yahoo.com/news/iceland-launches-ask-gu-mundur-123000757.html

Inspired by Iceland: su Facebook e su Twitter e su Instagram



martedì, novembre 11, 2014

Ricerca scaricabile: a che punto è l'ecommerce in Italia


Segnalo questa lettura importante per chi si occupa di marketing e strategia digitale.

Si tratta dell'aggiornamento trimestrale della ricerca “Net Retail – Il ruolo del digitale negli acquisti degli italiani”, realizzata da Netcomm

Vi faccio una sintesi della sintesi (presa dalla press release) - poi la ricerca la potete scaricare qui.
  • Il Net Retail cresce del 24,2% in Italia nell’ultimo anno, sono aumentati del 23,4% gli acquirenti abituali.
  • Al 23% la quota di chi negli ultimi sei mesi ha fatto acquisti via App su un dispositivo mobile. 
  • Gli e-shopper hanno un’età media di 40 anni e sono uomini per il 55,4%
  • 21,8 milioni di italiani hanno comprato online almeno una volta nella vita, di questi 10 milioni sono acquirenti online abituali (una volta al mese) 
  • 56 acquisti su 100 sono relativi a prodotti fisici, 44 riguardano beni digitali e servizi ma in termini di valore il rapporto d’inverte: ogni 100 euro spesi online, 54 sono spesi per beni digitali e servizi 
  • 23% la quota di acquirenti online che negli ultimi sei mesi ha fatto acquisti da app su dispositivo mobile 
  • 15 acquisti sono originati da dispositivo mobile ogni 100 acquisti online 
  • il 56,6% degli acquisti online avviene presso un sito sul quale si era già acquistato nel passato 
  • 9,5 milioni di consegne medie mensili di prodotti comprati online 
  • 103 euro è lo scontrino medio degli acquisti online nel periodo estivo
Oltre 100 milioni di nuove esperienze di acquisto online saranno prodotte nel corso del 2014, su siti web o con App che gli acquirenti non avevano mai utilizzato in precedenza e in metà dei casi l'esperienza di acquisto ha tutte le caratteristiche di una "prima volta". 

Tra i quasi 16 milioni di acquirenti online degli ultimi tre mesi si rileva che il 18% ha fatto almeno un’esperienza di acquisto utilizzando un’App su Smartphone e l’11% almeno un acquisto utilizzando un’App su Tablet (il 6% su entrambi i dispositivi). 

La terza rilevazione del 2014 conferma la crescita dei volumi stimata a inizio anno, stabile intorno al 25% rispetto al 2013. Il profilo della curva mensile mostra l’evidente stagionalità del fenomeno: i picchi di luglio mettono in risalto il forte contributo del settore turistico. Il peso del comparto turistico nella spesa online è passato dal 25% nel primo trimestre, al 34% nel secondo, fino al 41% nel trimestre appena concluso.

Nel giro di tre mesi la quota di acquirenti da App sul totale degli acquirenti online è passata dal 20% al 23%. Si tratta di un segmento di consumatori molto interessanti da rilevare, in quanto acquistano con importi medi più elevati e con frequenza maggiore della media.
Nella prima metà del 2014 è stata superata la soglia delle 50 milioni di transazioni online ogni trimestre. Il dato è leggermente calato dopo la primavera ma l’andamento sin qui rilevato consente di stimare per l’anno in corso oltre 200 milioni di transazioni complessive. 

Meno della metà degli acquisti del terzo trimestre riguarda beni non materiali mentre il 56% degli acquisti online mette in movimento un bene fisico. La frequenza media di acquisto è pari a 3,1 transazioni nel trimestre per acquirente (poco più di una al mese). La diversa frequenza di acquisto consente di distinguere tra acquirenti abituali (almeno una volta al mese) e acquirenti sporadici (uno o due acquisti nel trimestre). 

Tale segmentazione mostra che il mercato è sostanzialmente guidato dal segmento degli acquirenti abituali: 10 milioni di individui che generano la quasi totalità del valore del Net Retail. La crescita del valore complessivo del Net Retail è al momento pari al 24,2% anno su anno. La dinamica di crescita era già sostenuta negli ultimi anni (tra il 15 e il 20%) ma ha conosciuto una forte accelerazione a partire dall’autunno del 2013. La frequenza di acquisto di prodotti fisici cresce a un ritmo superiore rispetto a quanto avviene per i servizi e i beni digitali.


Il profilo di chi compra online:
  • Il profilo di età degli acquirenti online presenta un fenomeno popolato in particolare nelle fasce centrali (25-44 anni), in modo ancor più pronunciato per gli acquirenti abituali. Gli acquirenti sporadici sono più numerosi nella fascia giovane 18-24 e in quella over 54. Vale la pena rilevare che il profilo di età degli acquirenti online è molto più giovane della media della popolazione italiana e si concentra nelle fasce centrali di età (25-44 anni). Il 12,4% degli acquirenti abituali ha più di 54 anni, a fronte del 38% dell’intera popolazione 
  • Nessuna particolare differenza per sesso tra abituali e sporadici: come già avviene nell’intera utenza Internet, si nota per entrambi una leggera prevalenza maschile (55%). L’utenza Internet italiana è leggermente più popolata da uomini e questo si riflette nella composizione degli acquirenti abituali: nel 56% uomini rispetto alla media italiana del 48%. Tra gli acquirenti online abituali la concentrazione di laureati è quasi tre volte superiore alla media della popolazione. 
  • Gli acquirenti online abituali si concentrano nei grandi centri urbani: al crescere della dimensione del centro di residenza cresce la concentrazione di acquirenti online nella popolazione. Nei piccoli centri (meno di 10mila abitanti) si trova 1 acquirente online ogni 5,8 individui, nei grandi centri 1 ogni 2,1.

    Il valore degli acquisti per categoria disegna una distribuzione concentrata in poche categorie: in testa i prodotti di viaggi e turismo, seguiti dall’elettronica, nelle diverse forme, i servizi assicurativi, l’abbigliamento e gli accessori. 

    Il device utilizzato influenza la frequenza di acquisto online. In generale si nota che gli acquirenti online da smartphone fanno acquisti più frequenti, caratterizzati da un importo medio paragonabile a quello di chi utilizza altri dispositivi: si tratta quindi di un segmento più alto spendente. L’analisi si concentra sugli acquisti dei soli prodotti fisici e sulle differenze di comportamento tra il segmento che compie l’acquisto da un computer tradizionale (desktop o notebook) e quanti utilizzano un dispositivo mobile.
E’ evidente l’effetto stagionale sulla distribuzione della spesa: a settembre si conferma il trend già evidenziato prima dell’estate, caratterizzato dal forte aumento dell’incidenza dei servizi turistici. Le prime due categorie sono legate ai viaggi e al turismo e generano a settembre il 41% del valore degli acquisti online, in crescita rispetto al 33,8% di giugno e al 25,2% di marzo. Le prime cinque categorie sviluppano oltre metà dell’intero valore del mercato (il 58,7%, in crescita rispetto al 57,6% di giugno e al 49,8% di marzo). Le categorie più ricche sono caratterizzate da un’ampia platea di acquirenti e uno scontrino più elevato della media. Il 53,5% del valore degli acquisti online è generato da servizi e beni digitali, era il 47,2% a giugno e il 44,6% a marzo. Tra le categorie di prodotti cresciute di più negli ultimi anni si segnalano l’abbigliamento e le calzature, gli elettrodomestici, i prodotti alimentari e i servizi online a pagamento (App e acquisti in-App inclusi).

martedì, febbraio 25, 2014

Contro TripAdvisor: si organizza la resistenza

Secondo me molto interessante per chi si occupa di Marketing Turistico

Con i miei post della settimana scorsa (questo e questo) mi sono tirato addosso un bel po' di casino (ne parlo in fondo al post).

Ho toccato un nervo scoperto. E scoperto fattori, situazioni interessanti da studiare.

Ad esempio segnalo il gruppo su Facebook (che si è pure scatenato contro di me): "Gufo? No grazie"

E' uno dei posti dove si aggrega la resistenza contro TripAdvisor, da parte di operatori del settore ristorazione, di operatori della comunicazione turistica etc.

Vale la pena di guardarlo - di TripAdvisor, negli spazi del marketing digitale, si tendono al leggere molti commenti e opinioni positive - ha senso guardare l'altra faccia della medaglia, in un ottica di ascolto del mercato e dei loro attori.

E vale la pena di rifletterci sopra. 
Al di là dell'evidente emotività che suscita in questa pagina il tema delle recensioni, sarebbe troppo semplicistico guardare l'operato del gruppo come una battaglia di retroguardia. 

O leggerci dietro politiche di marketing di operatori che si vogliono porre, per i ristoratori, come alternativi a TripAdvisor.

C'è da fare delle riflessioni su come gli operatori del settore si muovono e di come lo scenario in cui si muovono, nel bene e nel male sia mutato; e cosa sia sensato fare - in termini di marketing e comunicazione - in un mondo che è cambiato così rapidamente.

Fate voi, io non mi esprimo, questa volta; se guardate i commenti al mio post sul blog e su Facebook, vedete quanti insulti mi sono tirato dietro - il più benigno è che abbia fatto il post per fare polemica e ottenere un po' di visibilità :-)

Contrariamente alle normali policies di moderazione, ho lasciato anche gli insulti, postando tutto quello che ho ricevuto (nonostante le accuse di censura.... che poi sul mio blog potrei pure fare quello che mi pare).

Danno un contesto della situazione di disagio evidentemente vissuta da alcuni operatori del settore...

Spero possa essere utile :-)
(e temo mi attirerò un'altro po' di vaffa dagli attivisti anti TripAdvisor..:-S  )

mercoledì, febbraio 19, 2014

La risposta del ristoratore in****to (Caso Trip Advisor, polemica :-)

Beh, devo dire che il mio post sui ristoranti e TripAdvisor (e specificamente della pizzeria che ha esposto in vetrina il cartello "Vietato l'ingresso agli utenti du TripAdvisor" ha avuto un discreto successo di pubblico.

Lo trovate qui:

Ancora più interessante è che la pizzeria in questione ha risposto su Facebook... diciamo che non ha gradito il post.

Per trasparenza, e perchè sono una persona che cerca di essere per bene e professionale, do' voce al signore, pubblicando anche qui la sua risposta (e il mio commento successivo).


Franco Giordano 
(omissis)

Persone che si permettono ad ipotizzare simili stupidaggini sul proprio Blog ... senza MINIMAMENTE interpellare le Persone di cui si sta' parlando ... non sarebbero neppure da definire UOMINI.
Cio' che ha scritto sul suo blog, sig. Roberto Venturini ... è una cosa IGNOBILE.
A causa di Gente come Lei sto' cominciando ad odiare gente che per lavoro fa il Digital Marketing o il Web Marketing ... che PALESEMENTE porta acqua al mulino del settore.... Piu' sistemi fuori controllo come TA ci sono ... e piu' il settore viene richiesto .
Si dovrebbe vergognare di aver scritto simili cose su di me e il mio locale nel suo blog.
Le garantisco ... che queste GRATUITE cattiverie non finiranno qui...


La mia risposta:

Io guardo i fatti, il caso di marketing così come lo vedono le persone dal di fuori. Poi a raccontare quanto siamo bravi e siamo nel giusto, son tutti buoni... verba volant, scripta manent. E i clienti non parlano col ristoratore, prima di entrare - guardano la vetrina.

Faccio solo addizionalmente notare che mi sono limitato a guardare la cosa come un caso di marketing.
Non come un fatto personale. E, naturalmente mi sono ben guardato da esprimere commenti sulla persona del ristoratore :-)

E quindi ringrazio il signor Giordano di aver messo in dubbio che io possa essere definito un uomo :-)
Prendo nota che un'analisi di mercato venga definita ignobile - è un segno interessante.

Confermo che non mi vergogno di nulla: ho parlato di una scelta di comunicazione fatta da un'azienda e ho dato il mio parere professionale. Capisco possa non piacere, ma la comunicazione della pizzeria non l'ho decisa io :-)

Certo che porto l'acqua al mulino della comunicazione digitale. In primis è il mio mestiere, e poi i numeri e i fenomeni ci dicono che influenza enormemente il marketing e le vendite delle aziende. 

Può piacere o meno, ma è un fattore di mercato ed è pericoloso non tenerne conto o attaccare chi racconta che in realtà "funziona" (come testimoniano molti miei amici ristoratori, nel caso specifico).

E, se permettete,  non condivido la posizione che se c'è un mondo potente, un mercato fuori di noi, l'approccio di business sia di cercare di combatterlo, invece di adattarsi alle mutate condizioni di mercato...

Che poi ci sia un oggettivo problema su TripAdvisor, lo sappiamo tutti - ma la soluzione sta più sul fronte di educare le persone a leggere piuttosto che a far chiudere il servizio - che di per se', ribadisco, per me è diventato fondamentale per la mia scelta settimanale del ristorante domenicale.

Ribadisco poi il fatto, per essere oggettivo e super partes, che la pizzeria in questione - l'Ottavo Nano di Brescia - su TripAdvisor ha pure delle discrete recensioni.. fossi capitato in zona avrei potuto benissimo andarci a mangiare.

Scopro, facendo più attente analisi, che il ristoratore non si sarebbe limitato a esporre il cartello, ma avrebbe denunciato TripAdvisor per "violenze psicologiche":
http://www.bresciatoday.it/cronaca/ottavo-nano-brescia-tripadvisor.html

E scopro anche che di questa pizzeria e del suo rapporto conflittuale con TripAdvisor (e chi lascia le recensioni) si parla in rete da un po' (con esempi di interessanti ma poco cortesi scambi commentatore/ristoratore): :-)
http://www.reddit.com/r/italy/comments/1x6hwe/brescia_pizzeria_lottavo_nano_denuncia_tripadvisor/

Per concludere, un ultimo pensiero: attraverso queste polemiche, la pizzeria è riuscita ad ottenere una visibilità e una notorietà al di fuori del suo naturale bacino d'utenza che altrimenti on sarebbe riuscita ad ottenere.
Quindi potremmo anche vedere l'operazione come una brillante mossa di Guerilla Marketing :-)

Dopo di che cercherei di chiudere la faccenda: Questo è un blog dove si parla di comunicazione, di marketing e di strategie. Non di polemiche personali. E direi che il tema è stato ben approfondito.

Lascio a voi addetti ai lavori di marketing trarre le conclusioni sul fronte business. E alle amiche grammarnazi il resto :-)

martedì, febbraio 18, 2014

In quale andreste a mangiare? (Polemiche TripAdvisor)

Mi limito a pubblicare due foto.

Una che gira in Rete. Scattata all'Ottavo Nano di Brescia.



Una scattata invece da me, questa domenica, in un ristorante dove ho mangiato bene e ho ricevuto un ottimo servizio.

Cosa che mi aspettavo - perché l'avevo selezionato su TripAdvisor proprio per le sue recensioni positive.

Fare la guerra a TripAdvisor è spesso un modo per non voler riconoscere le proprie manchevolezze - o per continuare a rifilare al cliente di passaggio un prodotto/servizio substandard.

Parlare di frustrazioni degli utenti è corretto... ma spesso sono frustrazioni dovute al bidone rifilato da un ristorante.

Per cui.. magari hanno ragione, ma alla pizzeria "Ottavo Nano" di Brescia nel dubbio non ci andrei a mangiare. C'è abbondante scelta, lì intorno.

Che poi non si capisce bene la polemica del locale verso TripAdvisor, dato che ha pure delle recensioni piuttosto positive; è un modo di farsi pubblicità all'italiana - attraverso la polemica? 

Si è "fatto furbo" e si è comprato un po' di recensioni positive? Ha un problema di accettazione psicologica delle critiche? (ma allora non si fa un lavoro a contatto col pubblico...)

Poi il problema dei troll o dei concorrenti scorretti esiste... ma da quel che sento parlando con tanti ristoratori, tanti clienti stanno imparando a leggere le recensioni e a nasare quel che c'è dietro...

Quando la vita ti dà dei limoni - è inutile incavolarsi e dire "e io non gioco più". Conviene (è indispensabile) per le marche mettersi a fare limonate. E provare a farle più buone che si può.

O mettersi a fare altro. O anche solo stare zitti e lavorare senza fare casino. Spesso la realtà non ci piace. Amen. O siamo in posizione di forza e la possiamo ribaltare, o siamo in situazione di debolezza e conviene cambiare noi stessi per adattarci al mercato. E magari lavorare pian piano per farlo cambiare, magari.

Ma quello che una marca non può mai fare è rifiutare un mercato che cambia e mettersi al di fuori delle logiche delle persone.

Morale: se passo da Brescia, so dove non andrò a mangiare. Ma a Monticello ci tornerò apposta. Anche perché il messaggino lasciato sul tavolo in realtà è solo una piccola tessera di un offerta fatta di cortesia, accoglienza, prezzi giusti e buona cucina :-) e allora sì, che ti viene voglia di farlo sapere a tutti :-)

venerdì, ottobre 18, 2013

USA:Scelta del ristorante sempre più influenzata dalle app...Infografica

Se qualcuno avesse ancora qualche dubbio che:

- le trasformazioni portate da Internet, Social etc spostano ingenti somme di denaro e
- cambiano radicalmente il modo in cui un numero sempre maggiore di noi effettua scelte d'acquisto...

Allora guardatevi questa infografica della National Restaurant Association americana.



mercoledì, maggio 29, 2013

Tirarsela alla morte. Ibiza, braccialetto RFID, Facebook

Il concetto che riassume meglio l'operazione è proprio "Non dimenticarti di farti invidiare dagli amici". E, già che ci sei, di fare pubblicità all'albergo.

Avviene a Ibiza, all' Ushuaia Beach Hotel.

Dove, con un modello ormai tutto sommato classico* ai gentili ospiti viene fornito un braccialettino RFID che, avvicinato ad apposite postazioni dentro il resort, provvede automaticamente a postare messaggi (e foto) che faranno morire d'invidia gli amici.

Senza nemmeno doversi sbattere a digitare, risparmiando così preziose energie per poter ballare notte e giorno...

Qui trovate (anche) il "Social Media" dell'Hotel...
 http://www.ushuaiabeachhotel.com/en/socialmedia/





*Per confronto si veda:

Il braccialetto Facebook per Coca-Cola


venerdì, maggio 17, 2013

La banana è un media. Alternativo.

Qui ci sarebbero grandissimi discorsi filosofici da fare sui non-media, non fosse che ormail li si è classificati sotto il nome di unconventional e morta lì.

Come nel caso delle Banane. Che, grazie a un QR Code, servono da media portatore di pubblicità per il turismo ecuadoregno.

Chiaro, anche qui ci sono i problemi di diffusione del mezzo - bisogna essere sicuri che raggiunga la popolazione, sia presente nelle distribuzione, nella sua competizione con le banane di altre regioni del mondo.

E c'è da capire se poi effettivamente la gente si andrà a scansionare il QR Code. Anzi, se capirà che vale la pena farlo, che non contenga chissà quale noiosa informazione sulla banana stessa.

Detto questo, però, è un media a basso costo ed inaspettato.

Ecco il video turistico collegato al QR Code
 

lunedì, marzo 25, 2013

Da vedere: Innovativo sito di viaggi


Da quanto tempo non parlavo di siti... eppure una volta erano tutto (o quasi) quello che potevamo fare. 

Adesso sono caduti un po' nel dimenticatoio - eppure sono un pezzo fondamentale nel processo di conversione delle persone.

Fatevi un giro su  escapeflight.com/: questi secondo me hanno trovato un approccio molto interessante per vendere viaggi mirati sul weekend. 

Riducendo il casino al minimo, essendo propositivi, con una grande attenzione alla grafica e all'aspetto comunicativo / persuasivo delle schermate.

Un sito decisamente migliore e più persuasivo di tantissimi altri che cercano di rifilarmi voli...


Notevole.




We call it Escape Flight

IT'S A FREE SERVICE THAT HAS BEEN SPECIFICALLY DESIGNED FOR PEOPLE IN BIG CITIES, WHO NEED A LAST-MINUTE WEEKEND GETAWAY, BUT CAN'T AFFORD TO DO ALL THE GROUND WORK THEMSELVES.
We have created a one-stop, travel-agent-defying algorithm that considers; your personal interests, the weather, your preferred airport, flight times, potential destinations (...including how easy they are to reach), even if there is an event on you might like, and of course not forgetting the cost.

mercoledì, marzo 13, 2013

Da vedere: il più grande social team del mondo: gli user


Interessante presentazione / Case History di Tourism Australia.

Vi ricordate? Quelli del "miglior lavoro del mondo" (sotto metto il video).

Uno slideshare con un sacco di materiale interessante - sia che siate nel mondo del turismo che in quello del Social.

Evidenzia la potenza dello User Generated... se stimolato e pensato bene, in modo strategico. Di come le persone possano davvero contribuire al successo di un'iniziativa.

Perchè il Social Team più grande del mondo, se motivato, è il pubblico là fuori.

Spiega i passi chiave necessari.

Gli dò il mio bollino oro da Digital Planner :-)

Anche perchè poi, nella nostra realtà di tutti i giorni, siamo ammorbati da iniziative che cercano di stimolare la generazione di contenuti.. che non hanno una base strategica forte.. o uno straccio di motivo per cui le persone dovrebbero darci questo contributo... insomma, non è per tutti - ma solo per chi ha qualcosa da dire / far dire e pensa correttamente in ottica di Marketing e comunicazione.

Guardatevi le slide, che meritano.



http://www.slideshare.net/TourismAustralia/the-worlds-biggest-social-media-team-16545786


venerdì, marzo 08, 2013

La "Human Brochure" Social Media Turistica Australiana


Caso molto semplice, ma efficace.

Per promuovere il turismo a Canberra, la Australian Capital Tourism ha deciso che il mezzo giusto era (indovinate un po') il turismo. E la strategia giusta stimolare il passaparola positivo.

Per la serie "la nostra migliore pubblicità sono i clienti".

Di qui un'operazione molto da manuale: portare 500 persone a visitare Canberra ( da noi avremmo portato 2 blogger, per limiti di budget) e far loro condividere le esperienze online. Sfruttare poi il tutto anche per una campagna televisiva.

Naturalmente, per scegliere i 500 testimonial, i cui commenti avrebbero costruito la "Human Brochure", si è fatto un recruitment online, cui hanno partecipato 31.000 persone (è già qui si è creato buzz, fatta comunicazione engaging, attirato l'attenzione...).

Poi i 500 (e, in una seconda wave, altri 250) hanno visitato la città e diffuso i propri commenti. Per un totale di quasi 15.000 post sui social in 2 weekend - per una reach stimata sui 4.3 milioni di persone e con un sentiment stimato positivo al 93%.

"Preliminary results for the weekend past show participants posted about 2200 images on Instagram, sent about 3500 tweets, and shared about 800 Facebook posts.
The numbers were slightly down on the buzz generated from the first group in October, who sent out over 4300 tweets, 2700 Instagram photos and 1100 Facebook posts, reaching a claimed audience of more than 4.2 million people."

Ma attenzione: vista la forte popolarità del sito e dell'account twitter (#HumanBrochure era in Trending Topic), a un certo punto è arrivato durissimo lo spam. Dove un certo numero di bot hanno iniziato a spammare con messaggi pubblicitari usando lo stesso hashtag...

(Read more: http://www.canberratimes.com.au/travel/nonhumans-make-noise-in-acts-human-brochure-20130218-2elvu.html#ixzz2Mjzn8dWw)

Ecco il sito:

http://humanbrochure.com.au/ con tutti i commenti (questo non serve a fare awareness quanto a permettere di "toccare con mano" che Canberra è un posto dove i turisti, dove le persone come me si sono davvero trovate bene).




Ed ecco l'immancabile video:


Per approfondimenti:

http://tourism.act.gov.au/industry-link/2012/08/innovative-human-brochure-campaign-launched/

http://tourism.act.gov.au/industry-link/2012/10/human-brochure-update/

http://tourism.act.gov.au/industry-link/2012/12/the-human-brochure-was-it-a-success/

http://www.canberratimes.com.au/act-news/froth-and-bubble-as-human-brochure-tourists-come-to-town-20130214-2eg4q.html

giovedì, febbraio 21, 2013

Scientifico: più sole, più sesso

Strappo alla regola e parliamo di advertising. Ma oggi che nevica ci sta, visto che un po' di sole ci farebbe bene.

O possiamo anche dire che è un viral.

Operatore turistico danese (Spies).
Per promuovere i suoi viaggi invernali verso mete soleggiate (avete presente che tempo fa in Danimarca?) ha approcciato il problema in modo strategico.

Obiettivo: convincere la gente a farsi una vacanza al sole.
Perché dovrebbero farlo? Qual è l'insight? Beh, lo sappiamo, il sole ti ricarica.
Si, vabbé, è generico - in pratica?
OK, se ti ricarichi al sole poi migliorano le tue performance sessuali (il sesso funziona sempre :-)

E come lo dico? In modo credibile?
Coinvolgo tecnici e scienziati, realizzo due manichini coperti di celle solari, ne mando uno in vacanza 2 settimane al sole e l'altro a fare le stesse cose (è un test scientifico!) al gelo della Danimarca.

Li faccio rientrare in aereo, attacco alla loro batteria un altro manichini ottimizzato per i movimenti pelvici e comparo l'effetto che fa :-)
Guardate il video, merita.