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venerdì, febbraio 19, 2016

Qui è dove ci intervistano su Strategia Digitale...

Strategia Digitale Manuale, come si fa?
Con una certa soddisfazione vediamo che Strategia Digitale, il nostro libro (di Giuliana e mio) continua non solo a vendere bene (per quello che può fare un manuale di marketing...) ma anche a attirare attenzione.

Così è stato per Guida Digitale, che ha voluto farci una video intervista (via Skype e con alcuni oceani di mezzo... ah, le meravigie della scienza e della tecnica).

Insomma, qui c'è l'intervista che racconta un po' come la vediamo sulla Strategia Digitale e sul nostro libro.
Non so bene se interessa, ma già che ci siamo la posto :-)




E se non sapete cosa sia il nostro manuale di Strategia Digitale, sotto vi piazzo il messaggio publiredazionale :-)


------ *MESSAGGIO PROMOZIONALE / COME APPROFONDIRE *-------

Per chi non conosce Strategia Digitale, il manuale per comunicare in modo efficace su internet e social media, qualche rapida informazione.  

Intanto dalla sua uscita è più o meno costantemente tra i libri della categoria "business" più venduti su Amazon, su carta e in formato Kindle. 

Anzi, per un paio di giorni siamo stati il libro in assoluto più venduto su Kindle in Italia (ok, l'editore aveva fatto un taglio prezzo molto notevole :-).

Ma ecco una breve descrizione di cos'è:

Abbiamo voluto fare un libro diverso: in mezzo a tanti libri che "spaccano paradigmi", che fanno della gran teoria, che dicono alle aziende dove sbagliano ma non danno ricette per fare giusto, abbiamo voluto fare un manuale.

Per dire quali sono gli step necessari, giorno, dopo giorno, per fare comunicazione sul campo. Mettendoci quella dose di teoria utile e necessaria per capire perché le cose vanno fatte in quel modo.

Il libro è pensato per:

a) chi lavora in azienda e vuole capire come si fa e perché con l'agenzia non riesce a capirsi :-)

b) chi lavora in azienda e ha un capo con cui non riesce a capirsi o per chi lavora in agenzia e ha bisogno di far capire al cliente "come funziona", visto che non è pubblicità :-)

c) chi lavora comunque nel digitale e vuole andare oltre alla mera operatività - capendo come si ragiona in modo strategico (in funzione degli obiettivi) per fare progetti migliori.

d) chi vuole iniziare a lavorare nel mondo digitale e vuole affiancare all'indispensabile pratica anche una capacità di pensiero strategico

Dentro ci sono parecchi decenni (combinati) di esperienza di Giuliana e mia. Raccontando ciò che abbiamo visto funzionare sul campo - dato che il digitale l'abbiamo visto nascere e crescere.

Come dice Giuliana nel suo blog:"Mettere ordine nel senso che, se per i singoli pezzi di digitale come il SEO/SEM, le Digital PR, il Social, sono stati scritti fiumi di parole, la parte che viene prima di tutto questo, la strategia digitale, non è mai stata considerata. O meglio, ciascuno si è costruito il suo modo di procedere, la sua metodologia, sulla base dell’esperienza e dell’esigenza del momento, ma tutto ciò non è mai stato codificato. Ci abbiamo provato noi."

Ecco i link da dove potete capire qualcos'altro sul libro e comprarlo online (in versione cartacea o ebook).



mercoledì, maggio 14, 2014

#strategiadigitale - approfondimento: ci stiamo stancando delle marche? Qualche riflessione



(leggere la nota a fondo pagina, please, quando avete finito il post)*

Da più fonti, e ripetutamente, si parla sui media del nostro settore di una crescente disaffezione verso il sistema delle marche, da parte delle persone abitanti nel mondo occidentale sviluppato (invece, nei paesi di recente sviluppo, le economie emergenti, l'adesione al sistema delle marche è ancora molto più forte).

In effetti, in questi ultimi (diciamo) 50 anni, le marche hanno fatto di tutto e di più per farsi sentire vicine - normalmente più a parole che con i fatti.

Hanno (abbiamo) costruito "mondi emotivi di riferimento", ci hanno raccontato storie (sia nel senso dello storytelling che in quello dell'imbonimento, dipende dalla serietà dell'azienda).

Ora, se comunque siamo overall un po' stufi di questa relazione ossessiva con la marca, è eccessivo il grido "Le marche sono morte" che - da posizioni spesso molto ideologiche e non pragmatiche - da qualche tempo, periodicamente, si sente levare.

Secondo me ci sono alcune riflessioni che non possiamo evitare di fare:

1. Se non ti attacchi alle marche, a cosa ti attacchi, per definirti come persona? Discorso vecchio, che ho fatto molte volte.

Specialmente in un mondo (e mi riferisco all'Italia) dove la cultura media sembra essere in preoccupante declino, dove il gusto, il senso delle cose, il senso della vita hanno lasciato spazio a una incultura e quindi a un pensiero debolissimo, a cosa attaccarsi?  In base a cosa definirsi?

La crisi delle ideologie e della politica ci hanno lasciato orfani di punti di riferimento che ci definissero agli occhi degli altri .

Il Papa nuovo una mano la dà, sul fronte della religione, ma le rare volte che vado in chiesa vedo segni preoccupanti per la sopravvivenza del movimento, in termini di composizione demografica della comunità. Sui politici... beh, lasciamo perdere - anche il nuovo che avanza è uno strato di puro marketting su un vuoto pneumatico di idee e competenze.

Quindi marche e prodotti restano (ahimè, in mancanza di fattori più pregnanti) utili strumenti per far capire agli altri come ci immaginiamo, come vogliamo apparire. Esibire il prodotto di marca è una pratica scorciatoia per comunicare agli altri come vogliamo essere percepiti.

Ancora più forte quando ciò avviene con il prodotto tarocco; dove si estremizza il concetto che a quel tipo di consumatore non interessa la sostanza, la qualità merceologica dell'oggetto - interessa l'insieme degli intangibili, il suo apparire, il messaggio che dà grazie all'esibizione (contraffatta della marca, del logo). Gente che spende magari 50 euro per una falsa borsa Louis Vuitton ma che non ne spenderebbe altri 50 per una Lacoste vera ma senza coccodrillino :-)

2. Comunque una serie di marche di pregio hanno dei portati emotivi difficilmente smontabili nel breve periodo. Harley, Gibson, Ferrari, Fender, Armani... solo per citarne qualcuna. E normalmente per questo tipo di marche, c'è sotto un prodotto che è ben garantito nella sua qualità, oltre che nel portato valoriale, nella experience, nel godersi gli intangibili. Insomma la marca come promessa di un'esperienza.

3. Le persone sono d'altra parte parecchio vaccinate alla comunicazione emozionale/istituzionale/valoriale. 
Quello stile che ha fatto la fortuna di Mulino Bianco qualche decennio fa ora fa probabilmente nascere incredulità. Tirarsela troppo e associarsi a gridi di battaglia troppo alti (si vedano recenti fail di certe aziende) rischiano di trasformarsi in pericolosi boomerang.

E' finita l'era in cui alle marche le persone le lasciavano passare tutte - specialmente in un mondo dominato dai social, dove la cattiveria e la perfidia la fanno da padrona :-)

4. Anzi, esiste anche una visibile vena populistica: grande = cattivo, dove per definizione certe fasce di pubblico pensano che se una marca è grande e nota deve per forza appartenere ad un'azienda cattiva (fino ad arrivare al complottismo).

Dove piccolo è bello, verde è bello.. salvo poi voltarsi dall'altra parte e comprare in mercatini o negozietti oggetti magari realizzati con lo sfruttamento del lavoro minorile - perché quando il proprio portafoglio è semivuoto... insomma, fate quello che dico, non quello che faccio e in fondo a me basta non saperlo - occhio non vede (o non legge sui social), cuore non duole :-(

Alla fin fine, una marca forte è ancora uno degli asset più preziosi che può avere un'azienda. Ma non è più un asset così potente e così in grado di assolvere l'azienda dalle sue responsabilità com'era una volta. La sua costruzione e manutenzione è diventata ancora più complessa e delicata.

E la costruzione di una marca non si fa (solo) con ambiziosi progetti di brand platform, si fa con ogni atomo di comunicazione, ogni secondo, ogni riga, ogni immagine pubblicata, ogni espositore piazzato in ogni negozio.

Non si fa più (solo) con grandi ed emotivi spot girati da bravi registi.
Si fa definendo nei nostri piani come la nostra marca cambia, migliora la vita delle persone. Come davvero, in una logica di vero e potente marketing, risolve problemi, offre opportunità (oltre a cercare di pescare nel portafoglio dei clienti).

Come diciamo nel libro:

"Definire come interveniamo nella vita delle persone ci aiuta a definire i tratti della marca (da costruire o da mettere maggiormente in evidenza). Capire quale sia il nostro ruolo nel “sistema” ci permette di ottenere spunti per la comunicazione, per la definizione di come pensiamo di dover essere percepiti, di cosa andare a proporre alle persone in cambio dei loro soldi, della loro attenzione, della loro preferenza, della loro adesione al nostro programma politico o associativo e insomma, di qualunque cosa intendiamo offrire."

Per questo primo contributo può bastare, direi.

Che ne pensate? (commenti e discussioni meglio forse incanalarli sulla pagina Facebook del libro, che sta muovendo ora i suoi primi passi: 
https://www.facebook.com/StrategiaDigitale

Messaggio promozionale: se siete interessati a comprare il manuale, cliccate pure sul banner in alto a destra o seguite questi link...

(Versione su carta) : Strategia digitale. Il manuale per comunicare in modo efficace su internet e i social media

(Versione digitale): 
Strategia digitale: Il manuale per comunicare in modo efficace su internet e i Social Media

(disclaimer: becco una commissione sulle vendite - il che, dato che sono uno degli autori direi che ci può stare :-)

Messaggio informativo: se non avete idea di cosa sia il nostro manuale di strategia digitale, siete arrivati qui per caso ma il tema vi interessa, ecco un link da cui avere ulteriori informazioni sulla nostra opera :

http://robertoventurini.blogspot.it/2014/04/e-finalmente-e-uscito-il-libro.html


* Nota: inizia, con questo post, una serie di contenuti di approfondimento legate al nostro libro (Strategia Digitale, il manuale) - riflessioni e approfondimenti, cose che dentro al libro per motivi di spazio non ci sono state o notizie/casi che illustrano bene cose di cui abbiamo parlato.
Questi contenuti ( su base rigorosamente irregolare) saranno pubblicate sul blog di Giuliana e/o sul mio, e vastamente amplificati sui social, compresa la pagina Facebook che stiamo cercando di costruire - cui potete partecipare anche voi, se volete.

Questi contenuti saranno contraddistinti ovviamente, dall'hastah #strategiadigitale :-)

venerdì, ottobre 18, 2013

USA:Scelta del ristorante sempre più influenzata dalle app...Infografica

Se qualcuno avesse ancora qualche dubbio che:

- le trasformazioni portate da Internet, Social etc spostano ingenti somme di denaro e
- cambiano radicalmente il modo in cui un numero sempre maggiore di noi effettua scelte d'acquisto...

Allora guardatevi questa infografica della National Restaurant Association americana.



martedì, luglio 30, 2013

Usare Twitter fa vendere di più? (Se sto pensando di comprare un auto...)


Twitter fa vendere di più? Domanda sbagliata.

La domanda giusta è: "l'uso di Twitter ha un qualche impatto positivo e misurabile sul mio business"?

(altrimenti tanto vale chiedersi se dare benefit a dipendenti non commerciali fa vendere di più, o se usare i PC in amministrazione fa vendere di più o se insegnare le lingue ai dipendenti fa vendere di più...)

Qualche numero e qualche evidenza si sta accumulando in questo senso. 
L'ultima che mi è capitata fra le mani è questa ricerca UK.

C'è una chiara correlazione tra essere esposti a tweet su una marca automobilistica e l'attivarsi a compiere azioni per informarsi, per interagire, per esplorare. Anche offline. Tipo andare da un concessionario o prenotare un test drive.
Target: utenti che sono un fase di valutazione / considerazione dell'acquisto di una nuova vettura...

The “Tweets in Action: Auto” study found that exposure to Tweets influences prospective car-buyers’ brand consideration and likelihood to follow up offline. In other words, the more Tweets they see, the higher the likelihood that they will search for auto brands and pursue offline activities such as sign up for a test drive or look for a car dealership.

Chi lo dice? Beh, il blog di Twitter. Ecco il link dello studio:

https://blog.twitter.com/New-UK-study-Tweets-influence-brand-consideration-offline-actions-by-prospective-car-buyers

giovedì, maggio 09, 2013

Il Pannolino Blutooth collegato allo Smartphone !?


Ecco la dimostrazione che "L'Internet delle cose" non è un concetto astratto e/o lontano dalla nostra vita quotidiana.

Ecco la dimostrazione che quando pensiamo digitale dobbiamo prima pensare a come cambia la vita delle persone, intervenendo sui prodotti, sul business - e solo dopo alla comunicazione.

Ecco il pannolino che si collega allo smartphone. E perchè mai?

Huggies Tweet Pee - il pannolino che avvisa la mamma (o, più facilmente il papà, che è più distratto) che è ora di cambiare il piccino. Avvisandolo sul cellulare. Via Blutooth. Con una apposita app. (In realtà non è proprio il pannolino, ma un apposito sensore "extra", altrimenti il costo del singolo pannolotto sarebbe lievitato a livelli insostenibili).

E già che ci siamo (Little data) permette di consultare le statistiche sui cambi di pannolino, di stimare la durata della scorta... e di ordinare (drive to business) i pannolini nuovi via smartphone :-)

Il tutto in Brasile.
Ecco il video (ofc in Brasiliano...)


martedì, aprile 23, 2013

Eldora, basta regali sbagliati. Idea Made in Italy.


Lanciata ieri (in beta, a inviti...)  Eldora, idea Made in Italy per non sbagliare più i regali - basandosi sul concetto della wish list condivisa in Rete.

Interessante, anche se bisogna capire se passa il concetto culturale che valga fare un regalo richiesto o bisogni in tutti i casi cercare di sorprendere o almeno di indovinarla... :-)

La cosa interessante (dal punto di vista di questo blog), in questo genere di progetti è la possibilità di chiudere il cerchio con l'offerta, con il marketing aziendale.
Di riuscire a porsi come "fornitore" là dove c'è un desiderio espresso da soddisfare....

In effetti, una delle strade per avere un marketing e un business più efficiente (e lo diciamo da anni) è proprio quella di evitare di sparare nel mucchio, sperando di beccare qualcuno che sia interessante; ma di mirare meglio la comunicazione, proponendo la cosa giusta al momento giusto facendo poi tutto il possibile per facilitare l'acquisto.

Ecco qualche dettaglio in più su Eldora, dalla loro press release.

"Eldora è uno strumento indispensabile per chi vuole fare regali veramente desiderati, ma anche per chi spera sempre di ricevere ciò che gli piace.

Cosa caratterizza Eldora?
...
  • la libertà di desiderare quello che vuoi. Non dovrai scegliere tra prodotti suggeriti
  • la possibilità di esaudire i desideri dei tuoi amici. Sarai l’unico a fare quel regalo
  • la creazione di collette di gruppo per realizzare i desideri. Basta problemi per mettere d’accordo tutti 
  • un app per smartphone per non perdere neanche un desiderio, vedi un oggetto e lo aggiungi alla tua lista
....la versione beta è finalmente pronta per essere lanciata. Dal 22 Aprile sarà possibile ricevere gli inviti, essenziali per potere accedere e iniziare ad usare Eldora.

Per ricevere il tuo e iniziare ad esprimere desideri visita www.eldoraapp.com.

Cos’è Eldora

Eldora è un'applicazione web che fonde due categorie di app, social e utility. Grazie a questo mix abbiamo creato un prodotto in grado di rispondere a tutte le esigenze di quelle persone che vogliono fare regali veramente desiderati e che sperano sempre di ricevere ciò che gli piace. In quelle situazioni imbarazzanti in cui ci troviamo quando dobbiamo fare un regalo e non abbiamo le idee chiare, come fare a trovare la cosa giusta senza perdere ore nella ricerca e l'acquisto? 

...

Su una piattaforma semplice e suggestiva, si inizia subito ad aggiungere i propri desideri con la possibilità di indicare fino al più piccolo dettaglio (come colore, taglia o qualsiasi altro particolare), al fine di ricevere ciò che vogliamo con assoluta precisione. Lo stesso principio è valido quando sta a noi fare un regalo. Con Eldora siamo certi di realizzare un autentico desiderio.
......

 L'obiettivo iniziale sarà migliorare e perfezionarsi durante la fase in “versione beta", e poi crescere e divenire la soluzione di riferimento a questa necessità.   

...

Nella lista dei desideri si può inserire qualsiasi cosa, senza vincoli. E' sufficiente inserire il link (URL) della pagina in cui si parla dell'oggetto che si desidera. Poi nei "dettagli" si può specificare ogni particolare, come la taglia il colore o altro, per ricevere esattamente ciò che si vuole. Così i propri contatti andranno sulla pagina web che si ha segnalato ed effettuare l'acquisto.

"Realizza il desiderio" significa impegnarsi ad acquistare uno specifico oggetto presente nella lista di un contatto. Se si decide di farlo, nessun'altro potrà cliccare su "realizza il desiderio" per quello stesso oggetto. Eldora non vende nulla e non fa da intermediario. Sta agli utenti la responsabilità di acquistare davvero i regali. Se non potete più fare il regalo, cancellate “realizza un desiderio” per lasciare a qualcun’altro la possibilità di farlo.

Aprendo o unendosi ad una "colletta" si può organizzarsi per fare un regalo insieme ad altre persone. Ci sono collette "pubbliche" e "private". Con le prime chiunque è in grado di partecipare; con le seconde si può decidere chi invitare e quindi fare un regalo con un gruppo prescelto di amici.

E' possibile creare eventi, oltre a segnalare il giorno del proprio compleanno, per indicare i propri momenti importanti. Così si conoscerà sempre qual'è la situazione migliore per consegnare i regali acquistati.

Con l'app mobile saranno introdotte nuove funzionalità. Non sarà semplicemente la versione mobile di Eldora, ma molto di più."

giovedì, marzo 28, 2013

Per cambiare il mondo, British Airways fa volare...un hackaton






Mentre noi siamo sempre più avvitati su noi stessi e portati a volare a 1 centimetro dal suolo, British Airways cerca di dare le ali (è il suo mestiere, in fondo) alle persone che possono cambiare il mondo imprenditoriale.

Voli lirici a parte, segnalo "UnGrounded" - un volo San Francisco - Londra che è una grande occasione di networking, un hackaton.

Un "innovation lab in the sky", "connecting tech talent with big problems around the world" - in partnership con le Nazioni Unite

"Our Advisory Board is hand-picking 100 of the most forward-thinking founders, CEOs, venture capitalists, and Silicon Valley game-changers, and putting them on a flight from San Francisco to London.

On board, they’ll do what they do best—innovate and collaborate to find an effective solution to this growing global challenge.

Once back on land, they’ll present their ideas to ranking delegates from the United Nations. "

A bordo 100 persone: imprenditori, consulenti, business angels, manager... partenza prevista il 12 Giugno, obiettivo permettere, durante qualche ora di volo senza distrazioni, di innovare. E di fare un po' di sana e robusta comunicazione per British Airways.




giovedì, febbraio 28, 2013

La Business Card Wireless / NFC - da Moo


Come sapete, seguo da parecchio tempo, con attenzione la tecnologia NFC - che ritengo potrà portare cose interessanti alla comunicazione (ma anche al modo in cui viviamo - alla fine dell'articolo una lista di link a miei post precedenti se la cosa vi interessa).

Quello che non sapete è che ho un grande amore per Moo - secondo me il posto più figo (ma si dice ancora figo? non fa tanto "2000"?) dove farsi fare i biglietti da visita online - volendo con le vostre foto (e spesso fanno promo in cui vi danno biglietti gratis, se accettate ci siano sopra loghi di terze parti, ad es. di Klout).

Ora combinando NFC e Moo, non potevo non scriverne. E postarvi, in fondo, un video.

Vabbè, con uno sforzo di sintesi, ecco la notizia.

Moo ha già fatto un primo esperimento a fine 2012, regalando ai propri clienti un campione di Business Card NFC-enabled, in sostanza un chip con i dati del biglietto da visita cartaceo, consultabile e condivisibile semplicemente avvicinandola ad uno smartphone con NFC (ergo molti cellulari di fascia alta, con la curiosa eccezione dell'iPhone.

Ovviamente ci vuole anche un software, ne esistono ma non sono generalmente un gran che - proprio in questi giorni Moo ha rilasciato un proprio software per Android che permette di massimizzare l'esperienza dello scambio di dati via NFC.

"The App, currently available for free on Android, is designed to allow you to take the next step with your cards – rewriting them with all kinds of exciting data to stretch the limits of what your card can do. Write a map to your location? No problem! Link to your Facebook or Flavors.me pages? Done! The NFC by MOO App makes it easy to take the card you received from us, and make it work, for you!"

Interessante la riflessione di come quello che alla fine è un tipografo (sia pure 2.0 e col turbo, ma uno il cui mestiere è stampare pezzi di carta) si sia trovato a dover diventare uno sviluppatore di software, segno preclaro di come il digitale sta scardinando tutti i business (e non perchè c'è Facebook...)

Poi c'è da riflettere che esiste da anni lo scambio di dati, il biglietto da visita virtuale, solo digitale, che ci si passa da telefono a telefono (ad es. con Bump) - eppure continuiamo ad esprimere preferenza per un pezzettino di carta, possibilmente bello, divertente :-)

E da riflettere che un biglietto da visita NFC è un biglietto che non si consuma mai, almeno potenzialmente - lo offriamo alla persona di fronte, lui si scarica i dati e potrebbe pure ridarcelo indietro... con le conseguenze ovvie sul modello di business dello stampatore.

Se la cosa vi interessa, trovate l'app a questo indirizzo. Quanto alle business card NFC di Moo, dovrebbero arrivare finalmente sul mercato come prodotto acquistabile tra qualche mese.


NFC Business Cards from MOO from MOO.COM on Vimeo.


Link a post precedenti:

NFC, Milano, implicazioni per il Marketing...

Arriva NFC: 2013 - i pagamenti apriranno la strada al marketing?





venerdì, giugno 22, 2012

Business musicale... sulla chiavetta USB


Idea semplice, chissà se funziona: i 3 Doors Down mettono in prevendita il loro concerto su un braccialetto USB.

Si sceglie quale sarà la serata in cui li si va a vedere e, con soli 25 dollari (oltre al biglietto) si avrà la registrazione proprio di quella serata, per collezionare e ricordare.


lunedì, aprile 16, 2012

Sephora usa bene Pinterest...e Instagram...e tutto il resto

... e fa un gran bel sito

Guardatevi Sephora.com; a parte come è fatta la grafica e la navigazione, da notare l'integrazione con Pinterest e Instagram.

A parte i propri board su Pinterest hanno coinvolto le persone nella creazione di propri board basati sui colori Sephora - per poter vincere una gift card. 

Inoltre tutti i prodotti sul sito hanno un bottone "pin it" per stimolare la condivisione / viralizzazione...  ma su Pinterest sono anche visibili i board dei dipendenti, in modo da capire quali sono i loro prodotti preferiti...

Questi sul Social e sul Digital sembrano intenzionati a giocare molto sul serio: da notare gli oltre 3 milioni di like su Facebook, l'app iPhone, quella per iPad.

E poi il rifacimento del sito mobile, il progetto di mettere iPad nei punti vendita per i venditori.

Sul punto vendita i clienti possono usare l'iPhone per fare uno scan dei prodotti... e leggere le recensioni online (!)


Approfondimenti:



Inoltre, da Mashable:

Digital is a huge part of Sephora’s business. The company has seen a 300% increase over the past year in mobile shopping on its website, with 70% of its mobile traffic coming from iOS devices. iPad traffic to Sephora.com is up 400% in Q1 of 2012 over the same period last year, and 20% of all of the traffic to the site comes from mobile devices.
“Digital is a must for the future of retailing,” says Bornstein. “With social, digital, mobile and website updates, we’re giving our clients the most personalized experience ever seen in the beauty industry, and connecting clients with our experts in ways that are most relevant to them. We’re excited to makeover the future of shopping.”

venerdì, febbraio 17, 2012

Open Day e borsa di studio in Digital Accademia

Riceviamo e volentieri pubblichiamo :-)


28.02.2012

OPEN DAY MA.D.E.E. -VODAFONE crede in te!

Martedì 28 febbraio 2012 non perdetevi l'appuntamento con Vodafone e il team della scuola di H-Farm.

Digital Accademia aprirà le porte ai futuri partecipanti al MasterLab in Digital Economics & Entrepreneurship (MA.D.E.E.), il primo percorso di conoscenza dedicato ai futuri manager in ambito digitale.
La giornata sarà articolata in tre fasi:

1- Lezione 0, una vera e propria simulazione dell'esperienza reale del MasterLab tenuta da Riccardo Donadon (Founder H-FARM), Massimiliano Ventimiglia (Founder H-art) e altre testimonianze aziendali;
presentazione progetto Internship Vodafone&Digital Accademia (Lorenzo Virgilio - Head of On line Consumer Vodafone).
2- Business Game, una competizione sul campo ideata appositamente per testare e coinvolgere tutti i partecipanti. Al vincitore verrà riconosciuta un'agevolazione pari alla partecipazione gratuita al MasterLab.
3- Colloqui Motivazionali, a seguito dei quali verrà assegnata da Vodafone la prima delle agevolazioni in palio, a copertura dell'intero costo del MasterLab.

L'occasione, oltre a rappresentare la possibilità di aggiudicarsi la borsa di studio offerta da Vodafone, sarà un modo per interagire con i big del settore, mostrare le proprie competenze e capire quale potrebbe essere il proprio futuro, partecipando al MA.D.E.E.!
L'assegnazione dell'agevolazione offerta da Vodafone, sarà comunicata entro il 01 marzo 2012 mentre l'attribuzione delle altre agevolazioni a disposizione dei candidati, sarà definita a seguito di tutti i colloqui motivazionali e comunicata entro il giorno 09 marzo 2012.

Per partecipare all'Open Day è obbilgatoria la prenotazione a:
madee@digitalaccademia.com


giovedì, gennaio 19, 2012

Nasce Tech Economy, roba da leggere :-)

Nel panorama sempre più desolato dell'informazione sul digitale e sulla economia digitale, dove le testate di riferimento sono appassite, accolgo con un caloroso benvenuto una nuova iniziativa editoriale: Tech Economy.

Focalizzata sullo spiegare "il digitale" alle aziende e nell'avvicinare il "nostro" mondo con il "loro".

La lista di quelli che ci scrivono promette qualità. E di riempire almeno in parte il buco lasciato sul mercato dagli altri players. Con news, approfondimenti, Case History e White Paper.

Come approfondimento, vi faccio una sintesi della press release ufficiale ;-)


Nasce Tech Economy, iniziativa editoriale che ha l’obiettivo di esplorare i punti di contatto tra il mondo dell’economia e quello delle tecnologie. 

Lo scopo è quello di supportare attraverso informazioni puntuali ed approfondimenti costanti manager e professionisti di imprese e PMI che oggi trovano nell’IT e nell’innovazione strumenti di crescita e di sviluppo essenziali per affrontare la crisi in corso. 

 “Il nostro obiettivo – spiega Stefano Epifani, editor di Tech Economy – è quello di avvicinare due mondi che ancora oggi, nel nostro Paese, stentano a toccarsi: quello del management e quello dell’Information Technology. 

Di fatto, questi due mondi non solo non si toccano, ma vivono in uno stato di conflitto latente che nasce dall’incomprensione, dal digital divide che nel nostro Paese è un problema non solo tecnologico ma anche e soprattutto culturale e politico, dall’endemica diffidenza nei confronti di un mondo, quello delle tecnologie, che certo non può esser più definito nuovo”. 

 Tech Economy si propone quindi di affrontare il tema delle tecnologie dal punto di vista del business e degli impatti che esse producono ed inducono nel sistema economico. La tecnologia rappresenta oggi una grande opportunità di crescita e di sviluppo, che non può essere ignorata da chi opera a vari livelli in azienda. 

 Tech Economy affiancherà alle news, che garantiranno una copertura puntuale delle novità provenienti dal mondo dell’Information Technology, Focus, Best Practice e White Paper. I Focus sono articoli curati da alcuni dei principali esperti italiani sui punti di contatto tra IT ed azienda (e-Commerce, e-Learning, Marketing, Logistica, Social Network, CRM, innovazione in senso lato). 

Grazie alle Best Practice invece, casi di successo (o di insuccesso) raccontati direttamente dai protagonisti, si approfondiranno nel concreto tematiche che troppo spesso rimangono ad un livello teorico. I White Paper sono infine approfondimenti tematici nei quali si forniscono strumenti operativi a quanti vogliono approfondire aspetti specifici che riguardano l’impatto delle tecnologie in azienda. 

 Tech Economy è presente in rete all’indirizzo http://www.techeconomy.it, ma anche nei principali Social Network (Facebook, Twitter, Google Plus).

lunedì, dicembre 12, 2011

Geniale idea di business: le foto social agli sposi ;-)

UsnapSee your wedding through their eyes

Si tratta di una startup, il cui concept è di mettere a disposizione degli invitati alle nozze una app mobile (ovviamente su suggerimento/invito degli sposi).

In questo modo, tutte le foto fatte da amici e parenti del felice evento verranno automaticamente aggregate online, viste, condivise in diretta etc etc

Ad un costo stimato di poco di più di 100 euro per evento...

Consiglio: se vi interessa, non andate sul sito, perché non c'è nulla. Leggete piuttosto questo articolo.

lunedì, dicembre 05, 2011

Square Card Case: il futuro del pagamento, dello shopping...etc?


Diciamocelo: se Square Card Case fosse in Italia, io ne sarei dipendente.

Guardate il video di presentazione che vi allego. 

La cosa che mi fa impazzire è il sistema per cui prima di entrare nel bar lanci l'applicazione. Anzi, quando ci sei vicino, si apre da sola.

E quando è il momento di pagare, ti limiti a dire alla cassiera "lo metta sul mio conto, sono Roberto". Ed è tutto fatto ;-). Senza toccare denaro, carte di credito, senza nemmeno toccare il telefono: il buon vecchio lo segni sul mio conto ;-)

Da quando Sir Richard Branson ci ha messo il capitale, questa cosa sta mostrando dei bei muscoli. Per ora solo negli USA.

More info: https://squareup.com/cardcase/tabs

lunedì, novembre 14, 2011

Social Business... per migliorare il mondo


Parliamo tanto di comunicazione sociale, di fare cose insieme (in comunicazione, sempre) con le persone, i clienti... ma alla radice, non sarebbe più interessante fare del business insieme?

Se il co-design è, nella realtà dei fatti - un gran casino, ci sono altri modi più semplici e di maggiore impatto di fare insieme. Tutti insieme.

Un business Social - ad esempio come ipotizzato da Carrotmob.org

Il principio non è quello di boicottare o linciare le aziende che fanno male, ma di premiare quelle che fanno bene... e non con un like su Facebook ma con i propri soldi. Quelli che avremmo speso comunque.

Quindi invece del boycott (negativo, crea cattivo karma tutt'intorno), il bUycott, che mette in circolo idee ed energie positive.

Il concept di fondo:

a) le aziende propongono un deal al mercato: se ci scegliete come fornitori, noi ci impegniamo a... (inserire operazione / iniziativa ecologica o comunque benefica per la società)

b) I consumatori valutano le varie offerte e scelgono...

c) ...collettivamente, (vedi alla voce Social Shopping) l'azienda da premiare con un acquisto coordinato.

Qui sotto trovate il video di presentazione. Altri esempi li potete trovare su YouTube con questa ricerca: http://www.youtube.com/results?search_query=carrotmob

E qui se volete, potete seguire le loro attività su Facebook

Un altro caso ispirato a questo concept è quello di un produttore di energia ecosotenibilmentecompatibile francese, Planète Oui - il loro modello è negoziare con promotori di iniziative/ gruppi (ma anche aziende da almeno 500 dipendenti) delle operazioni, fissare un numero minimo di nuovi clienti che comprano i servizi a sostegno dell'iniziativa... e se si raggiunge il quorum, loro realizzano il progetto.

La domanda è: ma davvero la gente è così ecosensibile (o sensibile e basta) da guardare al bene comune - tanto da prendersi davvero il mal di pancia di fare pressioni sui produttori... non con la solita cattiveria su FB o il solito #fail su Twitter - ma cambiando il modo in cui si decidono e (soprattutto) organizzano gli acquisti?

Speriamo...

 

martedì, ottobre 04, 2011

Paga con Google e il cellulare

Con Google Wallet e un cellulare dotato di NFC (come il Nexus S), si può ora pagare negli Stati Uniti semplicemente avvicinando il telefono ad un sensore di prossimità.

In Italia un sistema simile è in test nella Metropolitana Milanese - (spero che lo mettano presto a regime e non mi obblighino come adesso ad avere TIM e a prendermi un altro cellulare); ma se invece di cento soluzioni proprietarie Google riesce ad imporre anche questo standard... con Wallet non solo si pagherà ma la strategia è che arrivi a sostituire qualsiasi tipo di tessera e biglietto...(sorry, per ora niente Google Wallet in Italia e negli USA è disponibile solo sul carrier Sprint).

Sistemi analoghi sono da un po' di tempo operativi in Italia con carte di credito che non vanno strisciate ma solo avvicinate a un lettore. E quello delle transazioni mobili è un mercato estremamente appetibile per gli operatori, specialmente per le carte di credito che si stanno impegnando in grandi manovre.

Per il marketing interessanti opportunità di incorporare in Wallet le raccolte punti, liberandoci da quelle decine di tessere e tesserine che ci portiamo dietro (ma per il marketer, la dematerializzazione di queste tessere, è un'opportunità strategica o un rischio?)

La Press Release ufficiale di Google la leggete qui. Qui sotto il video.
Alcuni link ai miei post precedenti sul tema NFC: questo, questo e questo (ma ce ne sono anche altri)