lunedì, marzo 21, 2016

La Checklist della Strategia Digitale (Parte #4)

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Proseguiamo il nostro viaggio nella Strategia Digitale, attraverso una checklist (a puntate) che, se da un lato è il check finale della solidità della nostra strategia, dall'altro è uno strumento utile da utilizzare prima e durante lo sviluppo della strategia - per farla buona la prima.

Il primo tema di oggi è:


Domanda #7: Ci siamo ricordati di "parlare con" e non (solo) "parlare a" ?


L'approccio in cui la marca ( o l'organizzazione) parla dall'alto, infligge o propone messaggi a un'audience si chiama sostanzialmente pubblicità. 
Che poi sia uno spot, un pubbliredazionale, un depliant inviato a casa... sono sfumature, technicalities, ma il modello è quello pubblicitario.

La parte più ideologica della rete sostiene che non si possa più, online, "parlare a" senza sollecitare una conversazione. Un buon esempio, citato a proposito e a sproposito, è il Cluetrain Manifesto.

Dalla mia esperienza emerge che ciò non è per niente vero. Anche perché:

- Nessuno di noi ha la voglia e il tempo di "entrare in conversazione" con una marca per qualsiasi cosa vediamo su Facebook.

- Per molte cose ci va benissimo di essere semplicemente informati, senza dovere investire tempo a costruire improbabili relazioni su oggetti verso i quali abbiamo magari forte curiosità ma un limitato investimento emotivo, coinvolgimento



- Molte persone non hanno molto da dire e molte marche / prodotti non hanno la possibilità di essere dei lovemark, oggetti di affetto e conversazione.. ma non per questo devono smettere di comunicare e fare business, spesso profittevoli

- Provate a non investire in adv su Fcebook e poi vediamo quanti follower, quali numeri riuscite a fare sperando solo nella reach organica...

Detto questo, l'opportunità di fare il salto quantico è quella di entrare in relazione con le persone. Che poi conversino, mettano like o meno, è un'altra faccenda. L'importante è come si sentono rispetto a noi.

Se si sentono un target da mungere, come da modello classico o se sentono che la marca li vede come stakeholder. Se si sentono utili idioti con la carta di credito (e ci può stare, dipende dalla situazione) o in qualche modo comproprietari della marca e dei suoi destini.



Se sentono la marca distaccata, arrogante, che si disinteressa ai suoi consumatori - o peggio ancora che fa finta di interessarsi e di curarsene. Che a parole "mette il consumatore al centro" ma che nella realtà dimostra invece che è una mission scritta per fare bella impressione ma lontanissima dalle pratiche quotidiane dell'impresa.

Domanda #8: i nostri "Communication concept" sono chiari?


In sostanza, non è che qualcuno esposto alla nostra comunicazione si domanda che cavolo stiamo cercando di dire?



Tutta la storia la teoria e gli esperimenti in comunicazione dimostrano la stessa cosa: se non dici chiaramente alle persone cosa vuoi e perché lo vuoi, nessuno o quasi lo farà.

Se il tuo concetto di comunicazione, il messaggio centrale non è chiarissimo, non passerà.

Domandatevi perché i produttori di detersivi hanno per anni speso miliardi dietro a un tema così banale e scontato, ripetitivo come "lava più bianco".

Perché sono scemi? No, perché sono smart.



Perché grandi aziende investono soldi veri in ricerche e misurazioni per vedere cosa funziona e cosa no. E decidono della loro comunicazione non sulla base della pancia, dei gusti personali, della voglia di fare cose diverse.

Decidono sulla base di informazioni su cosa funziona e cosa meno.

E se noi ignoriamo questo fatto e ragioniamo solo sulla base dei nostri gusti, gli stupidi, quelli che fanno danni siamo noi, non le aziende.

Anche perché in genere (l'ho detto mille volte) noi non siamo il target.


http://www.isocial.it/analfabetismo-funzionale-italia-regno-dei-somari/
E se tutti sono su Facebook, il rischio è che su quella piattaforma ci ritroveremo a comunicare con un numero significativo di quei numerosissimi italiani affetti da analfabetismo funzionale, da analfabetismo di ritorno.

Da scarsa cultura, dal non leggere mai un libro, dal non essere attrezzati per gestire concetti complessi o espressi in modo sofisticati.

Di nuovo, l'abbiamo detto, occhio al target e al saper entrare in relazione con lui, con il suo linguaggio, con i suoi processi.

Per questo dobbiamo essere chiarissimi. Essere "single minded". Sappiamo da decenni e decenni che se diciamo una cosa sola, siamo laser focused, il ricevente forse la capirà. Se diamo due o più messaggi, il tasso di corretta decodifica cade.

Se non esprimiamo in modo focalizzatissimo cosa vogliamo che la gente capisca, pensi, come chiediamo che modifichi la propria opinione, la propria percezione, il proprio comportamento.. beh, ci andiamo a complicare da soli una situazione già complicata di suo.

Dobbiamo quindi essere molto semplici e trasparenti.
Cosa promettiamo e come/perché pensiamo di poter mantenere la promessa.
Cosa vogliamo, perché lo vogliamo e perché le persone dovrebbero darci retta, quali vantaggi/risultati otterranno.
Più siamo semplici più siamo anche smart, spesso. E maggiore la probabilità di essere capiti e di generare una reazione positiva.



------ *MESSAGGIO PROMOZIONALE / COME APPROFONDIRE *-------


Come accennato in apertura, questo post è un approfondimento al nostro manuale "Strategia Digitale". Il manuale per comunicare in modo efficace su internet e social media.

Per chi non lo conosce, qualche rapida informazione. 

Intanto dalla sua uscita è più o meno costantemente tra i libri della categoria "business" più venduti su Amazon, su carta e in formato Kindle. 

Anzi, per un paio di giorni siamo stati il libro in assoluto più venduto su Kindle in Italia (ok, l'editore aveva fatto un taglio prezzo molto notevole :-).

Ma ecco una breve descrizione di cos'è:

Abbiamo voluto fare un libro diverso: in mezzo a tanti libri che "spaccano paradigmi", che fanno della gran teoria del futuro, che dicono alle aziende dove sbagliano ma non danno ricette per fare giusto, abbiamo voluto fare un manuale.

Abbiamo cercato di dire quali sono gli step necessari, giorno, dopo giorno, per fare comunicazione sul campo. Mettendoci quella dose di teoria utile e necessaria per capire perché le cose vanno fatte in quel modo.

Il libro è pensato per:

a) chi lavora in azienda e vuole capire come si fa e perché con l'agenzia non riesce a capirsi :-)

b) chi lavora in azienda e ha un capo con cui non riesce a capirsi o per chi lavora in agenzia e ha bisogno di far capire al cliente "come funziona", visto che non è pubblicità :-)

c) chi lavora comunque nel digitale e vuole andare oltre alla mera operatività - capendo come si ragiona in modo strategico (in funzione degli obiettivi) per fare progetti migliori.

d) chi vuole iniziare a lavorare nel mondo digitale e vuole affiancare all'indispensabile pratica anche una capacità di pensiero strategico

Dentro ci sono parecchi decenni (combinati) di esperienza di Giuliana e mia. Raccontando ciò che abbiamo visto funzionare sul campo - dato che il digitale l'abbiamo visto nascere e crescere.

Come dice Giuliana nel suo blog:"Mettere ordine nel senso che, se per i singoli pezzi di digitale come il SEO/SEM, le Digital PR, il Social, sono stati scritti fiumi di parole, la parte che viene prima di tutto questo, la strategia digitale, appunto, non è mai stata considerata. O meglio, ciascuno si è costruito il suo modo di procedere, la sua metodologia, sulla base dell’esperienza e dell’esigenza del momento, ma tutto ciò non è mai stato codificato. Ci abbiamo provato noi."

Ecco i link da dove potete capire qualcos'altro sul libro e comprarlo online (in versione cartacea o ebook).


martedì, marzo 15, 2016

Bellissimo. Il biglietto gratis di JetBlue... con l'esperimento di democrazia


Bella, bella idea per creare buzz.

Meccanica semplicissima.

In un anno di elezioni, che si preannunciano combattute e piene di livore negli USA, JetBlue ha deciso di condurre un esperimento sociale a 8000 metri di quota.

Su un aereo preso a caso, ai 150 passeggeri è stato offerto un biglietto gratuito per una qualsiasi delle destinazioni, nazionali o internazionali servite dalla compagnia.

Ma... c'era una clausola.

Tutti i passeggeri dovevano decidere all'unanimità una sola, unica destinazione per tutti.
Sarebbe bastato un solo passeggero dissenziente e nessuno avrebbe vinto.

Fosse stato in Italia, data la nostra epica litigiosità (gli americani dicono che ogni volta che tre italiani si incontrano per strada fondano un nuovo partito), non ci saremmo mai riusciti.

O magari, data la nostra smartness genetica ci saremmo immediatamente messi d'accordo tutti, senza esitazioni, sulla destinazione più cara e lontana.

E negli USA?

Beh, sul volo i passeggeri hanno avuto voce e microfono, sono state condotte campagne elettorali, e alla fine si è passati alla votazione.

Saranno riusciti a trovare compromessi e un accordo per poter vincere tutti?

Nel video, scoprirete come è finita:


lunedì, marzo 14, 2016

Ancora preroll... geniali. Come farti vedere la pubblicità (Geico)


Io ho un grande rispetto per le campagne adv di Geico.

Un'azienda che sta riuscendo a usare le specificità del digitale in maniera intelligente.
E ad affrontare (direi brillantemente) la disaffezione verso la pubblicità.

In breve: Pre roll fulminanti, velocissimi. Che partono con la parte più "promozionale", il messaggio di marca, subito. Poi saltano alla fine dello spot, direttamente.


In teoria per permetterti di mollare la pubblicità al più presto e finalmente poter accedere al tuo video.

In pratica... beh, sono dei finail talmente fuori di testa - rispetto all'inizio dello spot -  che uno se li va a vedere, altro che saltarli.

Per riferimento, ricordo che Geico è la società assicurativa dietro ai famosi pre roll "unskippable" di cui avevamo parlato.

Comunque, ecco alcuni di questi spot:





giovedì, marzo 10, 2016

Coca Cola e McDonald's trasformano il pack in un visore per la Realtà Virtuale #GiovediVR


Questa settimana parliamo di due dei giganti della comunicazione e del marketing, che entrano, con due operazioni molto interessanti nel mondo della Realtà Aumentata applicata al marketing.

Cominciamo da Coca Cola.
Ispirandosi a Cardboard, il visore per la VR di Google, Coke lancia degli multipack in cui l'imballaggio può essere trasformato in un visore per la realtà aumentata (inserendoci, come sapete, il vostro smartphone).

Non è per il momento prevista una app o del content VR che si leghi a questo progetto.

Ecco il video:



(approfondimento, su Mashable)

McDonald's invece, ha trasformato (era ovvio) l'imballaggio dell'Happy Meal.

Qui il progetto è un po' più ricco: si è sviluppato un gioco in VR che si accompagna al visore fai-da-te. Lo smartphone ce lo mettono i genitori e il gioco è fatto.



Tra l'altro il design, l'ingegnerizzazione del visore mi sembra molto ben fatta, facile da montare (molto più di Carboard).

Ad accompagnare il visore, un gioco in VR di stampo educativo: essendo in Svezia, si insegna ai bambini a stare accorti sulle piste da sci:




To kick off McDonald's move into VR we have developed a game that is both educational and fun. It's a ski game called "se upp i backen" (in English that means watch out on the slopes) and its aim is to help kids understand the need to be alert on the slopes and avoid obstacles - including other skiers. We're proud to say that it's officially endorsed by the Swedish alpine ski team.

E' stato anche fatto un sito ad hoc: http://happygoggles.se/en/



 ecco il video:

(approfondimento, sempre da Mashable)

mercoledì, marzo 09, 2016

Un genio (vero) del male: Hawking supercattivo per Jaguar :-)

Avere un testimonial è cosa abbastanza comune.

Avere un Premio Nobel e un genio come Stephen Hawking, non è cosa da tutti.

Specialmente se non si limita ad essere se' stesso, ma interpreta una parte.

Un genio. In questo caso, un genio del male :-)



E, solo su Facebook, un video con 806.000 visualizzazioni
Ecco il video:



(A parte la presenza dell'eminente dottore, non un gran che di spot, diciamocelo, nulla di memorabile. In effetti, il punto di interesse è che si tratta più un'operazione di PR che una grande campagna pubblicitaria)

Comunque, una netta evoluzione rispetto allo spot in cui il professore faceva una rapida comparsata nel 2015:


martedì, marzo 08, 2016

Bello. Il poster che ti fa correre veloce... per vincere un paio di Reebok


Semplice e d'effetto.
Un poster. E l'equivalente pedonale di un Autovelox.

Pronti e via, per strada devi correre veloce. E se sorpassi i 17 km/h vinci un paio di scarpe.

Chiamasi Engagement :-)


Ecco il video - operazione creata ovviamente per creare buzz più che per colpire qualche decina di persone per strada.

In sostanza, lo possiamo (anche) catalogare cone stunt di PR.

lunedì, marzo 07, 2016

La Business Card con l'elettrocardiogramma (per gli investitori)


Brillante tour de force tecnologico.

Comunicare attraverso il proprio know how tecnico.

Usando il più classico (e spesso povero) strumento di comunicazione corporate: il biglietto da visita.

L'azienda  produce soluzioni tecnologiche, prodotti per il monitoraggio del cuore.
E quindi ha pensato bene di realizzare un biglietto da visita che ti fa l'elettrocardiogramma.
Wow effect assicurato.

Naturalmente, dato che l'oggetto è piuttosto costoso (ho letto che costa circa 20-25 dolalri al pezzo), non lo distribuiscono a cani e porci - è stato pensato come stunt di marketing per i potenziali investitori nell'azienda...

Ecco il video: