lunedì, gennaio 22, 2007

Due dati sugli investimenti pubblicitari in Spagna...

Per chi fosse interessato.

A Ottobre 2006 il leader degli investimenti è stato El Corte Inglés, con 23,8 milioni di Euro di investimento (dall'inizio dell'anno). A seguire Renault (23,7) e P&G (22,7).

Sempre forte la telefonia, con Telefonica Moviles al 4° posto (21,1), France Telecom all'8° (dovrebbe essere il lancio dell'operatore mobile Orange, che ha assorbito Amena), Telefonica al 9°, Vodafone al 10°.

Ferrero è al 13° posto con 13,3 milioni di Euro.

Se il totale degli investimenti per i primi 10 investitori è di circa 206 milioni di Euro, Internet (sempre sui primi 10) fa totalizzare una spesa di circa 680,000 Euro (poi capite quando dico che qui non sono così avanti come tanti pensano...).

Tra i big spender Internet troviamo Telefonica Moviles (232,000 Euro su un totale investito di 21,14 milioni) e Repsol YPF (272,000 su 9,6 milioni).

Curiosità: alcune marche non spendono su Internet nemmeno una lira in advertising.
Tra questi, a zero budget, troviamo El Corte Inglés (proprio lui, il più grande spender), L'Oreal, Reckitt Benckiser (12° posto, spending di 14,16 milioni di euro, praticamente tutti in TV), Ferrero (anche loro quasi tutto in TV).

Per curiosità, gli utenti Internet Spagnoli sarebbero circa il 48% della popolazione - 17,77 milioni di utenti (fonte) contro i 17-18 milioni di Italiani (fonte).

I dati sugli investimenti in Spagna sono di fonte Infoadex.

Per curiosità, un estratto della ricerca di IAB sugli investimenti 2005 in Europa...

Spain

41% of adult population is online (15.1m users)
25% of connections are broadband
9% of users shop online
20% of media time is spent online

Online advertising spend
€150m for 2005 (estimate)
50% increase in first half figures between 2004 and 2005
1.5% share of all media spend
31% of advertising spend is placed with search engines
Data supplied January 2006
‘Search is the driving motor in our market – it accounts for 31.5% of Spain’s online
advertising. The proportion of online advertising spent on it has increased 195% in the last
year and we saw actual investment in search triple during this period. The other key to the
increased investment is the growing role of the traditional advertisers; they represent 55% of
total ad spend, an increase of 61% on last year’s figures.’
Antonio Traugott, Director General, IAB Spain


Italy

39% of population is online (19m users)
42% of connections are broadband
16% of users shop online
Online advertising spend
€138m for 2005
18% increase on same period 2004
1.5% of all advertising media spend
Data supplied February 2006, Source A
udiweb for online audience
Nielsen Media Research/IAB Italy Assointernet for Adspending
2005 was a great year for online in Italy. Two very interesting things happened. It was a
celebration of the first year in which online advertising has been really well understood by
clients. The massive conference in Milan for 1500 delegates gave a unique focus in a market
which is growing 15% year on year. Online advertising spend topped €138m in 2005, however
this excludes search engine advertising, which remains difficult to calculate. Inside the IAB we
have made some estimates of what we think this is worth and it looks set to be around €80m,
making the Italian market worth more than €215m.’
Layla Pavone, President, IAB Italy

Netherlands
Audience
62% of population online (10m users)
Online advertising spend
€67.7m total online adspend, Jan-Sept 05
49% increase on Q3 2004-05
46% on Search
3% share of all advertising media spend
Data supplied January 2006, Source Neilsen Media Research

La pubblicità online: + 67% entro il 2008?

Secondo lo studio EIAA Marketer's Internet Ad Barometer, gli investimenti in pubblicità online crescerebbero di questa bella percentuale.

Cresce infatti l'interesse degli inserzionisti verso il mezzo - il 74% dichiara che la Rete deve essere un media fondamentale all'interno della propria strategia.

Per l'80% l'aumento di attrattività di Internet come mezzo è anche dovuto all'arrivo della banda larga e quindi alla possibilità di poter uare formati più creativi (o la possibilità di replicare i soliti 30" in stile televisivo anche in Rete?)

Al momento un 42% degli inserzionisti destinerebbe già oltre un 5% del suo budget a Internet.

Ci si attende un forte incremento degli investimenti anche in Italia.

A livello Europeo, la regina degli investimenti sarà l'industry del Largo Consumo che dovrebbe far salire di un 25% i suoi investimenti complessivi in Rete.

La crescita del budget allocati a Internet andrà a discapito di altri mezzi, tra cui specialmente TV e stampa; circa il 51% del budget verrebbe infatti detratto da allocamenti media finora riservati a mezzi tradizionali.

Forte incremento atteso anche nelle azioni online di Direct Response.

domenica, gennaio 21, 2007

Incontriamoci a Bologna

Sarò presente come relatore a questa interessante iniziativa organizzata da Lexmeeting...

E-commerce: legge, fisco e marketing - Giornata di studio di carattere interdisciplinare

2 marzo 2007, 9.30-18.30

Bologna, Archiginnasio, Sala dello Stabat Mater, Piazza Galvani, 1

La giornata di studio si propone di fornire ad imprenditori e professionisti il quadro generale della disciplina giuridica e fiscale del commercio elettronico, offrendo spunti per l'implementazione dell'attività telematica, mediante le più moderne soluzioni di web marketing.

Programma

9.30 - Registrazione partecipanti

9.45 - Prima sessione: Sito internet: struttura, contenuti, visibilità, promozione

11.30 - Coffee break

12.00 - Seconda sessione: Web marketing: prospettive per le piccole e medie imprese e studi professionali

13.00 - Pranzo a buffet

14.00 - Terza sessione: Profili giuridici del commercio elettronico: informazioni, negoziazioni e obbligazioni

15.30 - Tea break

16.00 - Quarta sessione: Aspetti fiscali del commercio elettronico

17.30 - Tavola rotonda, dibattito e domande dal pubblico

Argomenti trattati

  • La rete e il suo funzionamento. I nomi a dominio
  • Realizzazione e gestione strategica del sito internet aziendale e professionale
  • Web marketing e potenziamento dell'attività
  • Il commercio elettronico come centro di una rivoluzione aziendale e professionale
  • Le principali decisioni e le implicazioni giuridiche
  • Le fonti normative di riferimento
  • Il sito internet. Struttura, pagine interne, link. Gli strumenti per la visibilità
  • La vendita Business to Business (B2B)
  • La vendita Business to Consumer (B2C) e la tutela dei consumatori
  • Le condizioni generali di vendita on line. Clausole fondamentali
  • La formazione del contratto telematico. Luogo e momento della conclusione del contratto
  • La disciplina del documento informatico e delle firme elettroniche
  • L’esecuzione dei contratti telematici. Strumenti di pagamento on line
  • Legge applicabile e giurisdizione competente
  • La fiscalità del commercio elettronico
  • La stabile organizzazione
  • L'applicazione dell'IVA
  • Le spese per la realizzazione e la gestione del sito internet

Per altre informazioni ed iscrizioni ( il convegno è a pagamento, ma costa solo 150 Euro + IVA) qui trovate il sito

venerdì, gennaio 19, 2007

NeuroMarketing - una segnalazione

Segnalo questo interessante articolo dal sito della Harvard Business School

Neuro Economics: Science or Science Fiction?
Published: January 8, 2007
Author: Jim Heskett
Forum open for comment until Wednesday, January 24. — 47 Comments — Post a comment
Executive Summary:
The growing use of MRI (magnetic resonance imaging) devices for studying decision making means that in 2007 we may hear a number of striking conclusions based on studies involving a small number of brain scans, says Jim Heskett. What are the more general implications of this trend? Will it have strong explanatory as well as manipulative potential for us as consumers, managers, and citizens?

L'articolo lo leggete a questo indirizzo
Prossimi corsi

Il prossimo corso che avrò l'onore di tenere sarà "Ideare, gestire e ottimizzare le campagne pubblicitarie in azienda" che terrò a Milano l' 8 e 9 Febbraio.

E' destinato sia alle persone che in azienda devono seguire la pubblicità che alle persone che in agenzia devono seguire i clienti.

Tra gli obiettivi del corso:
- Chiarire le fasi dello sviluppo strategico di un progetto di comunicazione
- Apprendere come dialogare con l’agenzia pubblicitaria e con il cliente
- Conoscere i "trucchi" per massimizzare il lavoro dell’agenzia
- Approcciarsi con nuovi presupposti alla collaborazione per una campagna pubblicitaria

Interessati? Per informazioni ed adesioni (il corso è organizzato da LRA), cliccate qui
Second Life: media e pistolettate irrompono nella comunità virtuale...

Second Life, come molti di voi certamente sanno, è un mondo virtuale, una seconda vita nel ciberspazio. Abitata dai nostri avatar, che rappresentano ciò che ci sentiamo o quello che vorremmo essere...

Un mondo della fantasia, virtuale nel più puro dei sensi... ma dove la realtà sta pesantemente entrando.
Aziende molto reali hanno aperto i propri uffici su Second Life (e la tentazione è venuta anche a me).

E i media "tradizionali" hanno scoperto che la popolazione di Second Life resta pur sempre un audience.

Dove c'è un audience...nascono dei media: così per il popolo di Second Life sono già arrivati una rivista, un programma radio...e non è che l'inizio.

La rivista si chiama Avastar ed è prodotta dagli editori del quotidiano scandaloso/scandalistico tedesco Bild.
Centrata sulla cronaca (scandalistica?) di quanto avviene nel mondo parallelo di SL, la rivista viene pubblicata in formato pdf e si sostiene grazie alla pubblicità di prodotti e servizi disponibili su Second Life.

In piena ottica "User Generated Content" pagano il contenuto generato dagli utenti, testi o foto (in valuta di SL)

Per gli user di lingua spagnola, è stato invece recentemente messo in onda il primo programma radio in diretta da quell'altro mondo. A cura dell'emittente spagnola Cadena Ser, il programma Hoy por hoy è andato in onda (o meglio, è stato reso ascoltabile in Rete) lo scorso 20 dicembre.

L'attenzione di aziende e media verso Second Life ha però già generato la nascita di un movimento oppositore.

Il Second Life Liberation Army ha esordito con uno spettacolare atto ''terroristico'', abbattendo a revolverate gli innocenti avatar che si avvicinavano ai negozi Reebok posti nel mondo virtuale, impedendone così l'accesso.

Comprensibile e, per alcuni, condivisibile la lotta di questo esercito di liberazione che si batte contro l'invasione di Second Life da parte delle marche.

Quanto al metodo, cominciamo proprio male...
Su Apogeo, questa settimana, parlo di....

Internet mobile e video sempre più convergenti

Grandi manovre sul fronte dell’Internet Mobile, la nuova frontiera della connettività (e dei fatturati?).

Il video, specialmente quello user generated, potrebbe essere una delle killer application.

Il link all'articolo

lunedì, gennaio 15, 2007

Mi citano ;-)

egotrip

Inizio ad essere famoso? Quanto meno inizio ad essere citabile.

Dopo l'intervista in diretta alla Radio della Svizzera Italiana di qualche settimana fa (sul tema dei collant alla caffeina), adesso è la Rai (beh, il sito della Rai) a citare i miei deliri giornalistici (sul tema dei software che analizzano quello che scriviamo e lo dicono al governo USA)...

:-)

/egotrip
...e se i libri digitali avessero un futuro?

Degli eBook si parla tutto sommato pochino, ultimamente. E non sembrano certo essere cosiderati dei prodotti particolarmente "cool" o "hot" dal punto di vista del business.

Eppure c'è chi ritiene che possano avere un buon futuro - in particolare la casa editrice HarperCollins (di proprietà del gigante NewsCorp) che si è appena comprata un bel pezzetto di NewsStand Inc, società specializzata nella digitalizzazione e distribuzione digitale di testi.

Non solo: HarperCollins ha anche deciso di condividere la propria tecnologia (sviluppata in casa) con altri operatori del settore, sperando così di poter influenzare gli standard adottati dagli operatori, specialmente su quelli di piccole dimensioni, non in grado di sviluppare soluzioni proprietarie.

HarperCollins ha già digitalizzato circa 12,000 titoli, di cui 2,000 sono online. Il catalogo digitale dovrebbe crescere di circa 3500 libri l'anno.

Ma anche i competitor si stanno dando un gran da fare - e per la fine del 2007 si prevede saranno alcune decine di migliaia i titoli offerti digitalmente dai big player.

Quanto all'Italia, non si può non citare l'impegno di Apogeo, uno dei gruppi che si da' piu' da fare...

PS: Riceviamo e volentieri pubblichiamo: www.evolutionbook.com (si veda il commento a questo post)

venerdì, gennaio 12, 2007

La IPTV dei fondatori di Skype è in beta test

Adesso sappppiamo cosa hanno fatto i fondatori di Skype con la loro parte dei miliardi di euro incassati con la vendita di Skype a eBay...

Entro quest'anno Janus Friis e Niklas Zennstrom lanceranno la loro nuova iniziativa imprenditoriale: una TV via IP (ovvero visibile su Internet).

Disponibile a condizione di disporre di banda larga e di un computer Windows (pare con una CPU molto robusta), viene dichiarato che stanno alacremente lavorando per una versione Mac (aspetterò quella) anche se è già possibile usare il software sui Mac Intel usando Parallel (e quindi facendo funzionare il Mac sotto Windows). All'orizzonte (più lontano?) anche una versione Linux.

Il canale si finanzierà nel più classico dei modi: con la pubblicità.
Caratteristica del canale sarà anche il fare leva sull'aspetto delle social communities, sulla personalizzazione dei canali, sull'integrazione di forum di discussione.

Già Warner Music dovrebbe essere pronta ad acquistare spazi su questa nuova TV e a creare canali volti a promuovere i gruppi musicali della sua scuderia.

La TV è in fase di beta test (pare ci siano dei problemini di qualità di video, di interfaccia utente, di uso pesantissimo delle risorse del PC) - se volete essere tra i tester potete iscrivervi sul sito... o farvi invitare da altri tester, attraverso un sistema virale copiato da quello di Gmail, dove i membri avevano il potere di invitare un certo numero di altri membri.

Una breve considerazione: di iniziative di IPTV ce ne sono non poche (io uso abbastanza spesso Democracy).
Se the Venice project gode di cosi' tanto buzz da venir ripreso più volte anche dal Financial Times, non sarà che fanno più notizia i suoi fondatori che la bontà del progetto ? (vedi alla voce fumo/arrosto o celebrità del cuoco/qualità del ristorante)

Links di approfondimento:
Financial Times 1
Financial Times 2
Il sito del progetto
Impressioni d'uso e screenshots



mercoledì, gennaio 10, 2007

Arriva l'iPhone di Apple: l'alba del Mobile Internet per le masse?

Apple lancia l'iPhone: farà per l'internet mobile quello che l'iPod ha fatto per la musica mobile?

In queste vacanze natalizie mi sono dilettato a sperimentare l'Internet mobile - complice il lancio di una nuova compagnia di telefonia mobile (qui in Spagna) che ha tariffe decisamente abbordabili.

Come ho gia' detto in numerose occasioni, il mio blocco verso questo mercato era proprio di tipo tariffario - rifiutandomi di sborsare cifre secondo me eccessive per il servizio.

Mi sono quindi preso un telefonino Internet - enabled (Sony Ericsson K610i), ci ho caricato gli applicativi Gmail e Googlemaps per il cellulare e ho iniziato a navigare, sia direttamente col telefono sia collegandolo al mio Nokia 770 (forse il vero perdente di questa storia, come vedrete).

Senza entrare nei dettagli, devo dire che la prova è stata all'altezza delle aspettative: gestirsi la posta, fare ricerche on line, smazzarsi un po' di articoli o bozze di post su Writely, cercare indirizzi, mappe, percorsi, orari e indicazioni dei mezzi pubblici... etc etc etc.

Riconfermo che l'Internet Mobile potrà cambiare la vita e certe abitudini di consumo ancor più dell'Internet fisso ( ieri ho deciso di acquistare un prodotto in un certo punto vedita... ma ho guardato il prezzo online grazie al cellulare e sono andato quindi a comprare in un altro negozio "fisico" individuato online come piu' conveniente).

Detto questo, è evidente che il cellularino col microschermo non e' il massimo per Internet e che c'è una barriera culturale di qualche tipo da superare.

Proprio ieri Apple ha finalmente lanciato l'iPhone: un telefono con iPod e navigatore Internet/email/etc con uno schermo enorme (un apparato un po' ingombrante, per la verita').

Anche se purtroppo non e' un PDA (il mio Palm mi permette di usare Word, con una tastierina esterna la maggior parte delle volte mi permette di fare a meno di un ben piu' pesante PC), il prodotto mi pare molto interessante - anche perchè (come il 770) è in grado di collegarsi alla Rete sia via telefono (nel caso di Apple incorporato, in quello del 770 no) sia via WiFi ( e quindi, molte volte, gratis ;-) )

Sicuramente l'iPhone si va a posizionare nel mercato degi smartphone e degli handheld Internet Navigators (e, come anticipiato, mi sembra molto meglio del mio Nokia 770, di cui sono peraltro molto contento).

Quello che mi domando è se Apple riuscirà a fare di nuovo un botto creando un mercato nuovo (o dandogli lo scossone che lo fa decollare).

I lettori MP3 esistevano da anni - ma quando Apple ha introdotto la gamma degli iPod, il mercato è esploso. Ora praticamente ognuno di noi possiede un lettore e nella stragrande maggioranza dei casi, possiede un iPod.

Riuscirà Apple a far decollare in maniera analoga il mercato dell'Internet Mobile? Dipende molto dal prezzo.

Il prezzo dell'apparato non sarà tanto popolare come quello dell'iPod, ovviamente. Ma sopratutto sarà il prezzo applicato dagli operatori a decidere se l'Internet Mobile diventerà popolare.

Ricordiamo che in Italia la telefonia mobile e' decollata quando si è passati da un concetto di pochi clienti strizzati per bene a quello di tariffe più economiche e margini inferiori - che hanno generato un'esplosione dei fatturati (e quindi dei profitti) grazie all'adesione di un numero impresisonante di utenti.

Comunque Internet Mobile sembra ormai essere divenuta un'idea il cui momento è giunto - pare che entro il 2008 vedrà la luce anche un GooglePhone...

PS: frenate gli entusiasmi, btw. Sul sito italiano l'iPhone non è stato ancora messo su - mi sembra che questo preluda a disponibilità sul nostro mercato non proprio immediate...
Questa settimana su Apogeo:








Il mio articolo settimanale su Apogeo parla degli spazi "fisici" messi a disposizione dei lavoratori "virtuali".

Se siamo un freelance e non possiamo stare a casa, dove possiamo andare a lavorare? E se abbiamo dei bimbi?

L'articolo lo trovate qui.

Bello il commento / post evolutivo che trovate sul blog humanitech.it

martedì, gennaio 09, 2007

Corso sulla Pubblicità

Nuova edizione del corso "Ideare, gestire e ottimizzare le campagne pubblicitarie in azienda" che terrò a Milano l' 8 e 9 Febbraio.

E' destinato sia alle persone che in azienda devono seguire la pubblicità che alle persone che in agenzia devono seguire i clienti.

Per spiegare come si fa una campagna, qual'è l'approccio strategico corretto, come si ottiene il meglio dalla propria agenzia, come si lavora al meglio (e con meno problemi) con i propri clienti - raccontando con esempi pratici e sulla base della mia esperienza come funziona (e come dovrebbe funzionare) il processo lavorativo cliente - agenzia.

Tra gli obiettivi del corso:
- Chiarire le fasi dello sviluppo strategico di un progetto di comunicazione
- Apprendere come dialogare con l’agenzia pubblicitaria e con il cliente
- Conoscere i "trucchi" per massimizzare il lavoro dell’agenzia
- Approcciarsi con nuovi presupposti alla collaborazione per una campagna pubblicitaria

Interessati? Per informazioni ed adesioni (il corso è organizzato da LRA), cliccate qui
Se il mio prodotto lo comprano quattro gatti... io creo una community

Prodotti di nicchia, target di nicchia, marketing di nicchia.

Se sono in una nicchia sono speciale e mi sento meno solo (o più speciale) se mi strofino con gli altri tre gatti che appartengono come me al mini segmento.

In questi casi la creazione di una comunità può essere uno strumento di marketing molto centrato - ed è quello che ha fatto Toyota, per coccolare, rassicurare, gratificare gli acquirenti delle vetture ibride.

Il sito messo su dalla casa automobilistica giapponese fa leva sulla comunità e sul network sociale - proponendo ai circa 600,000 proprietari di incontrarsi virtualmente sulla base dei propri profili (per confronto,negli USA si vendono attualmente credo almeno 13 milioni di autovetture all'anno), condividendo le proprie eperienze e i motivi di una scelta di acquisto ancora tanto anticonvenzionale.

giovedì, gennaio 04, 2007

Pagati per postare – ogni blogger ha il suo prezzo?



Anche se il blogging è per molti prima di tutto una passione e per altri uno statement politico, ritengo comprensibile il desiderio o l’interesse a ricavarci qualche liretta, non foss’altro che per coprirsi i costi.

In fondo il modello dell’offrire valore gratuito al pubblico regge nella misura in cui qualcuno ci mette dei soldi che ci permettano di continuare a produrre questo valore per la comunità o il mercato. In caso contrario una buona metà di Internet (Google in primis…) si ridurrebbe ad un’operazione hobbistica, fatta nei ritagli di tempo e con un’ampiezza e qualità globalmente trascurabile.

Di modi per fare i soldi con i blog, al momento non ce ne sono molti, o meglio ce n’era uno solo – farsi finanziare dalla pubblicità, ospitando annunci pubblicitari (Google adwords) o aderendo a network pubblicitari basati sui blog.

Ovviamente, per tirarci fuori di che pagarsi le sigarette era necessario essere uno di quei pochi blog in grado di fare volumi importanti di visite, generando traffico ed esposizioni importanti per gli annunci contenuti nel proprio blog. In caso contrario (e lo dico basandomi sull’esperienza personale) i fatturati sono tali da non coprire nemmeno i costi delle graffette per carta – altro valido motivo che mi ha spinto a rendere il mio business sempre più paperless.

Da qualche tempo è però nata un’opportunità alternativa di fatturato. Si basa sul potenziale del blog come mezzo di comunicazione persuasivo e convincente. In un mondo in cui la fiducia e l’attenzione verso la pubblicità si sta apparentemente riducendo, siamo portati a soddisfare la nostra sete di informazioni, di consiglio, di orientamento attraverso altre fonti. Fonti indipendenti, super partes – l’equivalente del XXI secolo del consiglio di un amico. E spesso questo amico è un blogger di fiducia.

Basandosi su questo assunto, sulla capacità di un blog di influenzare opinioni, comportamenti e vendite ben di più di una pubblicità (almeno in un buon numero di casi), il sig. Murphy, operatore del mondo dell’online, ha avuto una idea imprenditorialmente sensata ma che ha suscitato in Rete non poche polemiche. E non solo in Rete.
Sul Pay per Post ha costruito un circuito, un sistema, in cui il blogger viene pagato per quello che scrive, attraverso un sistema di marketplace, mirato all’incontro di domanda e offerta.

Il tutto inizia dal legittimo desiderio di un azienda di veder promosso il proprio prodotto o servizio. Accede al marketplace di payperpost.com e pubblica la propria richiesta – annunciando all’universo della blogosfera il proprio interesse a remunerare autori disposti a pubblicare storie, recensioni, pezzi (favorevoli) sui propri blog.

Il blogger visita il marketplace, viene folgorato dall’offerta: accidenti, non vedevo l’ora di parlare di questo prodotto in maniera indipendente ed onesta! E per di più mi pagano per farlo; mi offrono l’irresistibile cifra di (5, 6,10…) dollari!

E così il gioco è fatto, l’azienda ottiene esposizione, il blogger ottiene fatturato (nonché stimoli per nuovi, interessanti post) e il pubblico ottiene l’opportunità di venire correttamente informato di prodotti, servizi o aziende che altrimenti i blogger avrebbero (per indubbia superficialità) omesso di coprire giornalisticamente nelle loro pubblicazioni.

Ovviamente il post deve essere approvato da Payperpost (che ha tutto l’interesse a tutelare gli interessi delle aziende), prima di essere remunerato – assicurando quindi un controllo editoriale che, come intuitivo, contribuisce ulteriormente ad una spassionata obiettività degli autori.

Dal punto di vista etico Payperpost ha poi da poco richiesto agli autori di inserire una disclosure nei propri post remunerati (ovvero di scrivere chiaro che il post a favore di un certo prodotto è remunerato dal produttore…). Questo anche perché il peccato d’omissione violerebbe in un certo numero di paesi le leggi di protezione dei consumatori.

Viene inoltre richiesto ai blogger coinvolti sul progetto di scrivere solo su prodotti che possiedano e su cui possano essere onesti – richieste che sicuramente eviteranno qualsiasi tentazione di scrivere a vuoto (ma bene) di prodotti ignoti, all’esclusivo fine di massimizzare il proprio fatturato di autore – a scapito dell’informazione del popolo della Rete.

Il sistema si posiziona, da un punto di vista culturale e storico, nell’alveo dell’antica strategia di cercare di “sponsorizzare” qualche giornalista, attività normalmente gestita da un marketting executive.

Ora però le tecnologie moderne portano il processo su una base di self service web-based, gestendo inoltre i pagamenti via PayPal (in una radicale innovazione rispetto al modello XX secolo, che prevedeva una remunerazione in contanti tramite busta anonima non tracciabile e non denunciata al fisco).

Ad onor del vero, sistemi analoghi – anche se più sotterranei e meno plateali sono anni che si portano avanti, ed è dalla nascita del fenomeno blog che c’è chi trae profitto da post fatti su commissione (o interi blog… )

L’essenza del tutto, in fondo, si riallaccia ad una saggezza antichissima: ogni uomo ha il suo prezzo. Da qui si concatena una serie di sillogismi.

Ogni blogger è un uomo, dunque ogni blogger ha il suo prezzo. E il payperpost offre una manciata di spiccioli per mettere la nostra capacità di scrivere (e anche un po’ la nostra faccia) al servizio di un’azienda. E se riteniamo di valere in funzione per quello che ci pagano, dovremo dunque avere un’autostima tendente il rasoterra per accedere con contentezza all’offerta del Pay per Post ( a questi prezzi).

Ma, evidentemente, devo essere io a tirarmela un po’ troppo – chiari segnali indicano che il mercato sembra credere nel successo della remunerazione dei blogger. Non solo Payperpost si è portato a casa un bel 3 milioni di dollari di venture capital, ma entrano anche altri player sullo stesso mercato, come reviewme (che paga un po’ meglio) o creamaid…

Dal punto di vista dell'azienda, il rischio dell'effetto boomerang e' molto forte. Lasciare la propria comunicazione in mano a dei dilettanti (per quanto bravi e volenterosi siano) è pericoloso. La qualità del risultato è dubbia. Ma poi , a pensarci bene, va bene tutto - quando siamo nella logica di cercare di comunicare spendendo un budget pari a 10 o 20 dollari.
Come dicono gli americani... if you pay peanuts, you get monkeys...

mercoledì, gennaio 03, 2007

Continua il corso on line di Internet Marketing per le PMI

Sul portale EuroPMI potete leggere la nuova puntata del mio corso di Internet Marketing per le PMI e per i "non necessariamente addetti ai lavori".

Questa settimana parliamo di...

Viral marketing: di cosa si tratta, come funziona.
Il Viral Marketing è un tema di forte interesse: (in teoria) costa poco e porta grandi risultati.

Il problema sta nel fatto che è difficile innescare questo tipo di fenomeni e, soprattutto, che questi progetti possono funzionare solo a condizioni ben precise.

L'articolo lo trovate qui

Il Governo USA sponsorizza la ricerca di software che...

Questa settimana su Apogeo:

L'analisi del sentiment controllerà le nostre opinioni? Software semantici analizzano i testi per trarne il senso, migliorare i motori di ricerca o per dare al governo degli Stati Uniti indicazioni sull'immagine dell’America all'estero

L'articolo lo trovate qui

mercoledì, dicembre 27, 2006

Il 2007 sarà l'anno del mobile advertising negli US?

Verizon, il colosso americano della telefonia mobile, ha annunciato l'introduzione di annunci pubblicitari sui telefonini dei propri clienti. Verranno infatti introdotti banner pubblicitari sui siti visitati dagli utenti Verizon usando il proprio cellulare. Ma questo è solo l'inizio.

Il valore del mercato dell'advertising sui cellulari è stimato negli US sui 150 milioni di dollari per il 2006, per arrivare a 1,3 miliardi nel 2010 (ragazzi, io queste sparate sui numeri pero' sono 10 anni che le sento, non so bene quanto credere a questi ricercatori.... nello specifico la fonte del dato è la società di ricerche Ovum).

Resta da vedere se e quanto gli utenti del servizio di telefonia gradiranno / accetteranno / sopporteranno la trasformazione del loro cellulare in un media personalizzato e mirato.

Per approfondimenti, leggete l'articolo del NY Times.

(Nella foto, un esempio di approccio altermativo al tema del mobile advertising)


Amazon, nuovi record natalizi

12 Dicembre 2005: Amazon fa registrare 3,6 milioni di ordini in un solo giorno.

11 Dicembre 2006: Amazon arriva a oltre 4 milioni di ordini nella giornata.

Che l'ecommerce sia ormai una realtà consolidata, non c'è più nessun dubbio. Che Amazon sia uno dei più importanti retailer del pianeta, anche. Siamo ormai in una fase che potremmo già definire di maturità del mercato.

Resta solo da capire, come tradizione del mondo Internet, come si reinventerà questo mercato domani.

Ah, btw, Buon Natale e Buon 2007 a tutti....

venerdì, dicembre 22, 2006

Gli investimenti pubblicitari su Internet continuano implacabili la loro marcia

Internet è il mezzo che si prevede crescerà di più in termini di raccolta di investimenti pubblicitari, con tassi di crescita del 28% l'anno prossimo.

Per il mercato globale pubblicitario le previsioni di crescita sono del 5,4% nel 2007, 5,8 nel 2008 e 5,3 nel 2009.

Trattandosi di una media globale però bisogna fare dei distinguo: contribuiranno di più alla crescita l'Asia-Pacifico, l'Europa Centrale e dell'Est e il Medio Oriente; mentre l'America, (quella del Nord e quella Latina) e il resto dell'Europa saranno sotto queste cifre di sviluppo.

Su questo totalone Internet peserà nel 2009 per circa un 9-10% contro un 6% di quest'anno (tenete anche conto della differenza di prezzo tra la pubblicità Internet e quella sui media classici per rendervi meglio conto di cosa vuol dire come quantità di advertising che si sta riversando sull'online).

In realtà già Svezia, UK e Norvegia sono al 10% di quota...

Proprio negli UK sta andando forte Google che , secondo le ultime previsioni, supererà a breve il fatturato pubblicitario delle televisioni commerciali (si veda questo articolo)

martedì, dicembre 19, 2006

Ultima segnalazione: il Flog di Sony scoppia in faccia agli autori


"What We Should Learn From Sony's Fake Blog Fiasco"

Come avrete capito, oggi mi sto dedicando al leggere cose interessanti (a fine anno il lavoro si calma).

Questo articolo di Advertising Age sul fattaccio del flog (Fake Blog, o finto blog) di Sony mi sembra istruttivo e dimostra quanto sia difficile gestire il Viral Marketing (e quanto si possa essere poco furbi all'interno di una strategia apparentemente raffinata... possibile farsi beccare attraverso la registrazione del dominio...???)

Link: http://adage.com/smallagency/post?article_id=113945
La brand experience? Ora si fa sul web

"Interessanti, creative, ironiche, intelligenti: le testimonianze presentate durante il “Multimedia Branding” 2006 ..."

Segnalo questa sintesi del Business Talk Show che ho avuto il piacere di moderare qualche giorno fa... ( e c'è anche il video, così potete vedere quanto sfiguro rispetto a Maurizio Costanzo...)
I 10 film virali che dovete assolutamente vedere

Segnalo questo pezzo di Advertising Age, la più ufficiale delle riviste di pubblicità e comunicazione...
"For better or worse, it was the year of the viral video. We detail the ones you should know about so you don't embarrass yourself around the office water cooler."

http://adage.com/digital/article?article_id=113933

lunedì, dicembre 18, 2006

Kentucky Fried Chicken abbandona i suoi giocattoli. E BG limita la pubblicità.

KFC, nel Regno Unito, eliminerà i giocattoli dai suoi menù per bambini (una volta, ovviamente, terminata la campagna promozionale centrata sui personaggi del film di animazione "Happy Feet").

Si tratta della seconda mossa all'indietro da parte di catene di fast food operanti in UK dopo l'annuncio di Burger King - che dal 22 dicembre smetterà di passare la propria pubblicità nei programmi televisivi dedicati all'infanzia.

In entrambi i casi si tratta di una mossa volta ad anticipare una decisione dell'Ofcom (l'ente regolatore della comunicazione nel regno britannico) - che ha fatto chiaramente capire la propria intenzione di proibire a breve termine la comunicazione volta a promuovere prodotti alimentari che l'ente consideri poco salutari...

Queste operazioni "censorie" sono destinate a suscitare non poche polemiche, generalemente sul tema della libertà di scelta e dell'autodeterminazione, per lo meno quando si tratti di target adulti.

Da genitore, anche se coinvolto nel mondo della comunicazione e del marketing, non riesco però a trovare questa forma di pressione così negativa, anzi, tutto sommato l'approvo calorosamente.... (basta guardarsi intorno e vedere quanti bambini sovrappeso ci sono in giro, se le fredde statistiche sull'obesità infantile non bastano a convincerci...)

mercoledì, dicembre 13, 2006

Ikea prova l'e-commerce e vi invita al beta test

A partire dal 2007 IKEA proverà la vendita on line dei propri prodotti.
Inizialmente disponibile solo nella zona di Nottingham, è previsto che la vendita si estenda a tutto il Regno Unito (chiaro, in caso funzioni).

L'azienda svedese comunica che circa un 70% del catalogo sarà disponibile per l'acquisto online - con costi di trasporto variabili tra gli 11 e i 50 euro a seconda della dimensione dell'articolo, in una mossa di aggiustamento del pricing per non rendere l'online eccessivamente concorrenziale con il negozio fisico (dove il trasporto ce lo mettete voi - e dio sa quanto pesano i divani....)

In una mossa molto Ikea, anche se il sistema di e-commerce non è ancora operativo, l'azienda invita i visitatori del sito inglese a provare la versione beta prima del lancio e a fornire commenti/feedback.

Links:
FAQ Ikea UK (contiene anche le FAQ sull'ecommerce)
FAQ "how to shop online" di IKEA
Il Negozio Online di IKEA


Mestoli e padelle ascoltano le community: un’intervista

Si sente spesso dire che ascoltare le Community è difficile – eppure ci sono aziende che ci riescono - e bene. Ecco un esempio. Su Apogeo On Line questa settimana. una intervista su come una PMI è riuscita ad ascoltare le Community (di casalinghe...) per migliorare il proprio business.

L'articolo lo potete leggere qui

domenica, dicembre 10, 2006

Sono un blogger di Serie C :-)

Probabilmente, dopo il mio post di qualche giorno fa, qualche anima pia si è commossa e mi ha linkato nel suo blog, facendomi salire di un posto nella classificazione di Technorati.

Adesso mi mancano solo altri 84 blog che linkino al mio e saro' promosso in serie B...
A Natale gli annunci di Kraft profumano di cannella...

La rivista "People" è un magazine piuttosto popolare negli USA - tratta di celebrità e casi umani, con oltre 3,7 milioni di lettori e un fatturato di 1 miliardo e mezzo di dollari (fonte: wikipedia)

Da qualche anno si sono inventati la tradizione di farsi sponsorizzare il numero di Natale da una grande azienda (mica scemi... e mica per niente l'organo ufficiale della pubblicità americana, la rivista Advertising Age, ha nominato People "Magazine of the Year"nel 2005".

Quest'anno (e per il quarto anno) lo sponsor è la multinazionale del cibo Kraft che, per l'occasione ha ritirato fuori dall'armadio della storia pubblicitaria gli annunci "Scratch and Sniff", quelli che se li grattate emanano odori appropriati

Su 31 annunci di Kraft contenuti nella rivista, 5 sono odorosi - come nel caso del formaggio Philadelphia protagonista di una torta di formaggio alle fragole, dei biscotti Chips Ahoy, della gelatina o del caffé alla cannella.

Non solo gli annunci sono odorosi, ma le fragranze sono "embedded" anche in un articolo che include foto di alimenti. L'idea di fondo è di accrescere l'impatto del messaggio per aumentarne il ricordo e aumentare l'effetto del budget pubblicitario.

Approfondimento: articolo sul Wall Street Journal
Il sito della rivista People

Relativamente all'uso creativo degli odori in comunicazione, si veda anche - o meglio si veda e odori - l'incredibile film Polyester di John Waters con l'indimenticabile partecipazione di Divine...




mercoledì, dicembre 06, 2006

Il Re della pizza costruisce la Città della Madonna

Questa settimana su Apogeo...

Nasce negli Stati Uniti (con investimenti miliardari) una nuova città, tanto cattolica da vietare gli anticoncezionali e censurare la Tv. Ma con Internet, come faranno ad Ave Maria City? (l'esempio cinese da' qualche suggerimento in merito....)

leggetelo qui


Last Chance:Workshop "WEB MARKETING"

Ultima occasione per iscriversi al workshop su Tecniche e strategie di marketing per implementare e sviluppare un sito web che terrò il prossimo 14 dicembre 2006 con il supporto della società di Formazione LRA.

Potete ottenere informazioni e scaricare il programma qui

Partecipate numerosi ;-)

lunedì, dicembre 04, 2006

Un caso di Marketing non convenzionale: Borat


Uno dei casi più eclatanti di marketing alternativo degli ultimi tempi è quello legato alla promozione del film Borat (Borat: Cultural Learnings of America for Make Benefit Glorious Nation of Kazakhstan).

Un film divertente, pare (io, lo ammetto, non ho ancora trovato il tempo per andarlo a vedere). Anzi divertentissimo, secondo i miei studenti.

Un film che ha fatto un gran botto: nella prima settimana solo 800 sale avevano accettato di programmare questo strano film. La settimana dopo in fretta e furia se ne sono aggiunte altre 1200, visto il successo che stava ottenendo.

Fatturato: 70 milioni di dollari in due settimane.

Certo, la storia e il surreale personaggio (il reporter Kazakho Borat, antifemminista, orrendamente politically incorrect, grottesco, assolutamente privo di gusto secondo i nostri standard etc etc ) hanno una importanza fondamentale nel successo del film. Ma, secondo gli analisti, moltissimo ha influito la capacità dei markettari di sviluppare un mix esplosivo a supporto del film: guerilla, viral, digital, buzz, ambient...

Il protagonista del film è apparso ovunque e dovunque. Programmi televisivi, eventi, convention, persino lezioni universitarie (l'avessi saputo prima, maledizione, l'avrei invitato alle mie).

Memorabile la sua apparizione al Festival di Cannes, in cui è comparso in mezzo a un pacco di avvenenti signorine sfoggiando il più improbabile dei tanga verdi. Una foto che ha fatto viralmente il giro del mondo.

Forte è stato l'uso di YouTube: invece di considerare il digitale un nemico, il marketing del film l'ha considerato un alleato prezioso, in grado di portare masse giovani a consumare, a pagamento, il "content" sul grande schermo. E giu' trailer, i primi minuti del film e così via. E secondo quanto riportato dal sito www.boratonline.co.uk/ Fox avrebbe pubblicato su YouTube persino le scene eliminate dalla versioen finale del film...

Notevole l'uso del web, con la creazione di un sito web nazionale perfettamente in linea con l'immaginario background del personaggio. E l'occupazione di MySpace, con uno spazio graficamente ricco (guardate, signori web designer, e imparate come si fa!), comprendente il blog del reporter alla scoperta dell'America e ricco di opportunità di interazione e di filmati.

E l'uso di Windows Messenger come contenitore di banner promozionanti la pellicola.

Di certo ha aiutato non poco la reazione del governo del Kazajistan che ha preso pubblicamente le distanze dal film qualche mese prima del lancio, attraverso un annuncio di 4 pagine sul NY Times.

A parte il successo in termini di soldi, da notare il successo di gradimento da parte gli spettatori. Sempre citando il sito di cui sopra...

"15,000 members of the IMDB website have now voted on the Borat movie. It is currently ranked the 149th film of all time.
Interestingly, two thirds of those voting gave it 10 out of 10. The movie is currently rubbing shoulders with classics like Ghandi, The Deer Hunter and Die Hard. Borat is currently ahead of Spartacus (7.9) but 0.1 points behind Monty Python's Life of Brian(8.1)." Tutte le carte in regola per diventare un cult movie.

Un caso dunque molto particolare - al punto che se ci fosse qualche studente particolarmente coraggioso potrei immaginarlo come tema per una tesi di laurea alquanto "alternativa"...

(quanto a me, non so cosa avrei dato per poter essere parte del progetto. Non oso immaginare quanto si devono essere divertiti...)

Links:
Borat in Tanga
Il sito nazionale del Ministero dell'informazione del Kazakhastan
(raccomandato l'uso della funzione "search")
Le informazioni Kazakhe in diretta
Il sito personale del reporter
Clips tratti dai suoi reportage in america
YouTube: 4960 risultati per Borat
Un ottima unofficial page (ma sarà davvero "unofficial"?)
Il MySpace di Borat
Compratevi on line un tanga come quello di Borat (mai più senza)


Online un'altra puntata del mio corso di Internet Marketing per le PMI
sul portale EuroPMI...

Posso creare un mio Blog per il business aziendale?

In questa puntata parleremo di cosa è un blog e a cosa potrebbe servirci.

Durante il corso a puntate di Internet Marketing per le PMI, abbiamo più volte accennato ai blog. E’ giunto il momento di parlarne in maggiore dettaglio e di capire se e come possano avere un ruolo nel marketing e communication mix della nostra azienda...

Lo trovate qui

giovedì, novembre 30, 2006

Il contro-product placement: Marlboro al cinema? No grazie, dice il produttore

Philip Morris ha chiesto (negli USA) alle compagnie cinematografiche di astenersi dal mostrare i prodotti della multinazionale del tabacco nei film.

A questo scopo avrebbe prodotto addirittura spot appositi destinati a registi e operatori del settore per evitare che si verifichino situazioni di product placement non controllate.

La mossa è spiegabile in modo molto semplice. Se una Marlboro appare al cine e un giovanotto inizia a fumare a causa di questa esposizione, piombano addosso alla Philip Morris migliaia di attivisti antitabacco e alcune decine di enti statali, senza parlare della giustizia, tribunali e un rinforzo delle Giubbe Rosse canadesi.

Insomma, di questi tempi si rischia troppo a parlare dei propri prodotti, se si è nel tabacco: date un'occhiata al sito Philip Morris italiano - è praticamente impossibile capire che marche producono - esce solo che loro sì fanno sigarette ma che si dano un gran da fare perchè la gente smetta di fumare o non inizi, etc etc.

In effetti, da molte parti si accusano le imprese del tabacco di essersi ampiamente approfittate del product placement apparentemente "spontaneo", in quanto proibito da un accordo firmato dalle imprese del settore nel 1998 nel quale si impegnavano a non promozionare i prori prodotti al cinema.

Insomma, tira una brutta aria e quindi si è ricorsi a iniziative un po' plateali per fare la figura dei bravi ragazzi...

mercoledì, novembre 29, 2006

Parlando di Case History ...

La vostra azienda (preferibilmente una PMI) ha fatto qualcosa di interessante in Rete? Avete un caso aziendale, con una metodologia e dei risultati da condividere?

Se la risposta è sì, mi piacerebbe parlarne.

Sia per la pubblicazione su uno dei media che collaboro o per la pubblicazione su questo blog, sia per presentarli alle varie classi cui insegno - ritengo che diffondere un po' di casi pratici (spesso difficilissimi da beccare) potrebbe essere un servizio alla comunità...

se volete, parliamone...

martedì, novembre 28, 2006

La pubblicità corre sul Taxi... ma che fatica


La minaccia di una progressiva disaffezione del consumatore con la televisione (o peggio, con la pubblicità televisiva) porta la televisione entrare in luoghi e spazi nuovi - sulla base del principio che se il consumatore non va alla televisione, deve essere la televisione ad andare da lui. E per questo, nulla di meglio che avere a disposizione un pubblico captive…

Di qui l'idea di mettere schermi televisivi all'interno dei taxi, per diffondere programmi di intrattenimento e notizie... ma sopratutto molta pubblicità.

La TV sul taxi non porta un numero di contatti terribilmente elevato (ad esempio a Barcellona si parla di 1200 passeggeri per taxi alla settimana) ma fattori quali la tipologia del target e la probabilità che ci dia molta più attenzione rispetto a quello che avviene in casa potrebbero compensare qualitativamente dal punto di vista della pianificazione - senza tener conto della flessibilità geografica e temporale per messa dal media.

Una forma di comunicazione che può quindi essere interessante per aziende che operano in ambiti locali, con budget ridotti, che cercano un media con una buona copertura su una clientela business.

Altro aspetto interessante è la capacità del sistema di monitorare la propria audience in modo automatico e sull'intero universo (quindi non su un campione). Semplicemente attingendo al registro delle corse contenuto nel tassametro ( e magari un domani con una "annotazione" del conducente sul numero di passeggeri), si potrà conoscere con precisione la propria audience e quindi fare ragionamenti abbastanza precisi sui costi contatto della propria campagna.

In realtà però il Taxi TV advertising non è poi così diffuso nel mondo…
Gli esempi ad oggi più significativi sono quelli Inglesi e di Barcellona e (mi dicono, non li ho mai visti di persona) quelli di Parigi e Copenhagen.

Il progetto di Londra appare essere forse quello più sviluppato: la televisione sul black cab è gestita a Londra dall'impresa Cabvision, che già offre una base installata di un migliaio di taxi, con l'obiettivo di arrivare al 50 per cento della flotta londinese per la fine del prossimo anno. I taxi una antenna posta sul tetto, che riceve (via GPRS o 3G ) feed in diretta dalla BBC e altri providers, in particolare dall'agenzia di stampa Reuters per l'aggiornamento in tempo reale delle news. La programmazione è dunque continuamente aggiornata in tempo reale.

Il sistema offre agli inserzionisti una programmazione flessibile, aggiornabile in pochi istanti - ad esempio emettendo comunicati diversi per fascia oraria o gestendo iniziative promozionali modificabili "in diretta". Nei 20 minuti medi di presenza sul taxi, il passeggero viene esposto a break pubblicitari da 30 secondi, inframmezzati da news e brevi filmati, entertainment e sport.

I costi della presenza pubblicitaria sui taxi londinesi oscillano tra i 5.000 e i 7.000 sterline al mese per ogni spot, con possibilità di pacchetti di sponsorizzazione attorno alle 10.000 sterline mensili.

Un progetto analogo a quello di Cabvision, gestito dalla concorrente Cabtivate, è inoltre attivo ad Edimburgo e Glasgow, su poche decine di taxi.

A Barcellona il canale televisivo a misura di taxi è invece ancora totalmente in fase sperimentale. Sono infatti solo poche settimane che i primi 100 taxi dotati di schermo televisivo interno battono le strade della capitale catalana, organizzati da Taxispots, con un costo di installazione pari a circa 1.000 euro per vettura. Questo costo viene assorbito completamente da Taxispot, che inoltre eroga un compenso di 130 euro al mese al proprietario del taxi.

La programmazione è in catalano, spagnolo e inglese, include la copertura dell'agenda culturale della città (ottima opportunità per vendere la pubblicità relativa a spettacoli ed esposizioni), reportages turistici, cortometraggi umoristici, publiredazionali e spot (tra i primi inserzionisti la ONG Intermón Oxfam, TV locali, il Café de Colombia , operatori turistici e commerciali del segmento luxury.

Lo sviluppo del servizio è previsto in tempi ragionevolmente rapidi, andando a coprire città ad alta presenza di auto pubbliche, come Madrid, Valencia o Siviglia, anche per ottenere una posizione forte di first comer sul mercato della pubblicità sui taxi, data l’annunciata prossima entrata di almeno altri due operatori concorrenti in questo mercato.

Ulteriore passo sarà la produzione di un supporto cartaceo distribuito sui taxi, a integrazione e rafforzo della pubblicità taxi-televisiva. Una piccola guida, che avrà l'importantissimo compito di ricordare indirizzi, numeri di telefono, orari d'apertura e indirizzi web degli inserzionisti.

Incombe però il problema dell'assenza di una normativa che regoli il servizio: l'Instituto Metropolitano del Taxi sta attualmente lavorando su questo fronte ed è previsto che entro la fine del 2006 venga rilasciata una guida per l'uso etico di questo media, con l'obiettivo di evitare una eccessiva pressione pubblicitaria del passeggero (che potrebbe, inoltre, rivelarsi controproducente in termini di efficacia del mezzo per l'inserzionista).

Sul fronte delle tariffe, a Barcellona si parla di un abbonamento mensile di 1800 euro per uno spot di20 secondi

A New York la pubblicità sui taxi non ha funzionato, tanto che l’autorità che regola le autopubbliche della Grande Mela nel 2003 ha bloccato l’uso, vietando questa forma di pubblicità.

In Italia invece, il progetto apparentemente partito bene ha fatto la fine del topo. Si tratta infatti del progetto MICE TV, (Mobile Info Communication Entertainment), messo in pista dall'agenzia milanese Tedoforo e dal produttore di sistemi audiovisivi Visteon.
I contenuti trasmessi da questo canale provenivano da emittenti televisive generaliste ed erano editati da Tedoforo. Le notizie e gli aggiornamenti in tempo reale dei mercati valutari e finanziari erano invece fornite da TG.com.

Secondo quanto riportato dall'International Herald Tribune (prima del blocco della sperimentazione) i tassisti erano incentivati ad aderire al sistema tramite omaggi in natura. Dal punto di vista dei soldi tenendo conto di una vita media di tre anni dello schermo, il break-even del sistema si sarebbe dovuto realizzare al conseguimento di un fatturato di 27 milioni di Euro nel triennio. Il numero di passeggeri raggiunti, secondo stime dell’azienda avrebbe potuto aggirarsi sui 1.2 milioni a settimana, grazie alla previsione di installare il sistema su 6.000 vetture a Roma, Milano, Torino, Napoli e Genova.

Secondo quanto mi è stato dichiarato nel corso di un colloquio con personale di Tedoforo, il progetto è stato però sospeso per… diciamo divergenze d’opinione con il parter tecnologico statunitense.




venerdì, novembre 24, 2006

Sono un blogger di serie D :-(

Ho appena scoperto (ho la rapidità di un bradipo, lo so, ma devo anche lavorare - mica posso solo tenermi informato...) l'esistenza di un tool online che ci informa in merito a quale dei gruppi di Authority di Technorati appartiene il nostro blog.

I quattro gruppi sono (citando Mondoblog):
  • The Low Authority Group (linkati negli ultimi sei mesi dai 3 ai 9 blogs ) è il gruppo più numeroso in quanto rappresentato da oltre 1 milione di blogs la cui frequenza di aggiornamento è molto bassa (una media di 12 post al mese)
  • The Middle Authority Group (linkati negli ultimi sei mesi dai 19 ai 99 blogs) è formato da oltre 400 mila blogs che però aggiornano i contenuti con una media del 50% in più rispetto al primo gruppo
  • The High Authority Group (linkati negli ultimi sei mesi dai 100 ai 499 blogs) conta oltre 26 mila blogs che aggiornano più di na volta al giorno i propri contenuti
  • The Very High Authority Group (linkati negli ultimi sei mesi da più di 500 blogs) è considerato il gruppo d’elite con circa 4000 blogs, molti dei quali hanno già qualche anno di anzianità.
Il tool assegna un voto (da D ad A) sul nostro blog...e io ovviamente sono in serie D.

Fortunatamente a livello di letture vado meglio che a livello di link (anche se pure li' siamo nell'area dei pochi ma buoni...) e mi posiziono verso il 440,000°posto di Tecnorati...
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Non c'eravamo ancora abituati al Web 2.0...

che già si parla diffusamente di web 3.0.

La cosa curiosa (ma in fondo mica tanto) è che ci sono in giro almeno 30 (senza il punto in mezzo) definizioni diverse di cosa sia.

Il web 3.0 che però più mi piacerebbe vedere è quello in cui si passa dalla ricerca di informazioni alla ricerca di soluzioni.

Oggi, se cerchiamo un'automobile da comprare, digitiamo le parole chiave che crediamo meglio definiscano il prodotto che ci interessa.

E il web (o meglio Google e a seguire gli altri motori) cercano in Rete i siti che contengono quei termini che noi abbiamo definito. In qualche modo non possiamo trovare ciò che non abbiamo saputo immaginare.

Lo scenaio che si profila (e su cui stano lavorando i big, da IBM a Google ...) è quello di un sistema animato da una qualche forma di intelligenza artificiale che sappia interpretare i nostri bisogni, anche senza dover necessariamente passare per una ricerca di keyword.

Un web che sia in grado di dare buone risposte ad una query del tipo "Ho 40 anni, tre figli, un cane, gioco a golf ma non vado a sciare. Faccio 25.000 km l'anno quasi tutti in città - qual'è la mia macchina ideale?".

Ovviamente questo non sarà che l'inizio. Il web 4.0 sarà in grado di dirci qual'è la nostra compagna o compagno ideale.

Il 5.0 saprà darci la risposta alla domanda della Vita, l'Universo e Tutto Quanto.

E il web 6.0 andrà ancora più in là e saprà trovare anche le domande di cui abbiamo solo la risposta, specialmente se la risposta è "42"
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martedì, novembre 21, 2006

Negli USA, per i regali di Natale, attenti a Internet : farà oltre un quarto del mercato?

Secondo quanto dichiarato dalla società di ricerche BIGresearch, un sondaggio su un campione di oltre 7000 intervistati ha rivelato che la spesa media prevista per gli acquisti natalizi sarebbe attorno agli 800 dollari e che quasi il 29% degli acquisti previsti saranno realizzati su Internet.

La percentuale di americani che prevede di effettuare almeno un acquisto natalizio online è salita dal 36 al 47% in un anno.

Ma, come sostengo da sempre, l'impatto di Internet sarà ancora più forte sugli acquisti offline: quasi l'89% dei consumatori US dichiara di usare Internet per decidere cosa comprare in negozio (anche fuori dal periodo natalizio...).

Il che implica che possiamo avere il negozio o il prodotto migliore del mondo, ma che se la presenza Internet non è a posto un buon numero di consumatori ci elimina dai possibili candidati sin dalle prime fasi del processo di informazione / selezione (chiaro, dipende anche dalla tipologia del prodotto...)

(Per chi fosse interessato ad approfondire la teoria di come Internet influenza il processo d'acquisto nei negozi tradizionali, suggerisco di scaricarsi e leggere il mio articolo sul "Buy Cycle" che trovate qui...)

sabato, novembre 18, 2006

Online la nuova puntata del mio corso di Internet Marketing per le PMI
sul portale EuroPMI...

Ascoltare la Rete, perché in rete si parla di noi
Forse non ci avete mai pensato, ma magari in rete si parla di noi.

Questo capita perché Internet offre tutta una serie di spazi, di applicazioni che permettono alle persone, ai consumatori, agli esperti di diffondere la propria opinione, di organizzare spazi di discussione, dove domande e risposte si incrociano, dove richieste di aiuto vengono soddisfatte da consigli (che a volte provengono da grandi esperti, premi Nobel compresi)....

Lo potete leggere qui...

Se siete interessati alla lista delle puntate precedenti del corso già pubblicate (una ventina), trovate l'indice qui...
On line il mio nuovo articolo settimanale per Apogeonline...

La cena? Non si cucina, si assembla

Se cucinare è bello ma non c’è più il tempo, ecco arrivare i Meal Assembly Center, luoghi dove preparare cenette perfette grazie a ricette componibili e ingredienti già pronti

Potete leggerlo qui...
Social Shopping: alcuni esempi

Nell’approccio del social shopping si possono scegliere all’interno della comunità dei recensori quelli più affini a noi per gusti, età, caratteristiche e ottenere il parere, su un prodotto o un servizio, da parte di qualcuno che ci assomiglia, che condivide certe cose e la cui suggerimento può quindi essere molto più significativo per noi come individui ( e non come target segmentato sociodemograficamente).

La teoria è semplice, la messa in pratica è un po’ più complicata – e coinvolge almeno 3 grandi classi di attori: le marche, i comunicatori e gli inventori / gestori dei siti /strumenti di Social Shopping.

Nella pratica dei siti che si occupano di social shopping, esistono vari approcci e vari strumenti. Spesso si parte da un motore di ricerca del prodotto, che dal risultato permette poi di accedere a delle pagine di riassunto e confronto, di comparazione dei prezzi e delle caratteristiche, alle recensioni degli altri utenti, a pagine editoriali redatte da una redazione interna, ad una evidenziazione di particolari offerte speciali in corso sui vari siti di e-commerce.

Si può invece partire dalla pagina personale di un membro della comunità che pubblica una lista con i propri preferiti e la raccolta delle proprie recensioni. Si può arrivare a forum e spazi di dibattito, dove si può richiedere il consiglio e il supporto degli altri membri della comunità, chiedendo un parere a chi ha già provato un prodotto o è un esperto del campo.

Su altri siti si può ottenere l’accesso ad un database comparativo di tutti (o quasi) i prodotti esistenti in una certa categoria, costruito con il contributo dei membri della comunità che recensiscono i prodotti quando escono, come nel caso del social shopping enologico di Cellartracker, un software/ database arricchito continuamente da una community di entusiasti.

Un approccio molto focalizzato su un target di alto spendenti è quello di Stylehive, un sito che si descrive come un servizio mirato verso gli ''shopping obsessed'', che possono segnare sotto forma di bookmark i propri prodotti favoriti e condividerli con tutti coloro che condividono questa passione ( in pratica segnalando o raccomandando prodotti considerati "caldi"). Un luogo di aggregazione e interazione per gli utenti Fashion conscious e per i trend setter (o gli early followers) dove i consumatori possano condividere il piacere di scoprire e di condividere la scoperta di nuovi prodotti. E dove l'obiettivo è di trasformare il sito in uno dei motori della creazione di mode e trend attraverso l'interazione dei consumatori più attenti, sensibili ed influenti, rendendo facile poi al resto del mercato venire informati sui nuovi prodotti emergenti, sulle nuove, irrinunciabili oggetti del desiderio del mercato.

Moltissimi altri sono gli approcci differenti tentati dagli operatori in cerca di successo nel mondo del social shopping; dai siti che combinano interazione sociale e sconti come Yub.com alle piazze virtuali dove il pubblico è invitato a definire quali siano i migliori prodotti del mercato attraverso una votazione collettiva del tipo di Crowdstorm - arrivando a pubblicare liste e classifiche molto credibili e in grado di influenzare significativamente le decisioni d'acquisto.

E poi i variegati approcci di Yahoo, ThisNext, Wists, ShopWiki, Kaboodle, di Froogle , NexTag, Shopping.com, Shopzilla, PriceGrabber ...

In maniera abbastanza scontata e proiettata verso un futuro ormai molto vicino, molti operatori sono poi già proiettati verso il mondo dell’Internet mobile, configurando un facile accesso via telefono, palmare o tablet ai servizi di comparazione, per poter ad esempio effettuare una ricerca del miglior prezzo mentre l’utente magari è sul punto vendita e desidera esseere sicuro non ci sia un negozio nelle vicinanze ( o un e-commerce) che offra lo stesso prodottto ad un prezzo migliore.

Con tutte le conseguenze sulla rete distributiva e le politiche di marketing e promozione di cui abbiamo già parlato più volte in passato.

mercoledì, novembre 15, 2006

Worhshop di Internet Marketing per i non addetti ai lavori

Il 14 Dicembre si terrà, in collaborazione con LRA, un workshop/seminario dal titolo
"WEB MARKETING - Tecniche e strategie di marketing per implementare e sviluppare un sito web"

Se siete interessati, contattatemi direttamente

Ecco il programma:

Quali sono le aree problematiche dell’azienda che Internet può aiutarci a risolvere
- Quali sono le opportunità che Internet può aiutarci a cogliere per un business migliore?
- Promozione dell’azienda e acquisizione nuovi clienti
- Fidelizzazione dei clienti, Customer Service
- Efficientizzazione dei processi, taglio dei costi
- Integrazione di nuovi canali di vendita
- Internazionalizzazione
- Integrazione ed efficientizzazione di partner e fornitori...

Web marketing come strumento di business
- I modelli di Business su Internet
- Il buy cycle, come Internet influenza fortemente gli acquisti dei nostri clienti (anche se comprano nei negozi tradizionali)
- Internet come strumento di promozione
- Internet come strumento di Direct Marketing
- Internet per il Business to Consumer
- Internet per il Business to Business
- Le altre forme di business

Esercitazione: analisi del buy cycle di una delle aziende partecipanti e definizione delle opportunità di miglioramento del business presentate da un sito web strategicamente corretto

Analisi del processo strategico per la strutturazione di un sito web
- L’analisi dello scenario Internet
- l’analisi del problema /opportunità dell’azienda
- La definizione degli obiettivi dell’azione Internet
- L’analisi del target
- L’analisi della concorrenza
- Risolvere i problemi del “rifacimento del sito”
- La definizione di una strategia di marketing per il proprio sito web

Esercitazione: comparazione di siti concorrenti online, confronto con il sito di una delle aziende partecipanti

Tecnologie e Strategie
- Come risolvere il problema delle complessità delle scelte tecnologiche?
- Quali tecnologie adottare per il nostro sito?

Rendere pratica la Strategia
- Affrontare gli aspetti organizzativi
- La progettazione del sito
- Le scelte creative – viste in un ottica di Strategia e di Marketing
- La produzione del sito

Obiettivi:
- Conoscere come applicare le tecniche più moderne di marketing per implementare o rilanciare un sito web
- Come utilizzare il sito web per aumentare il business aziendale
- Quali sono le tecniche e strategie da utilizzare e come renderle pratiche


Destinatari:
- Responsabili marketing e comunicazione
- Responsabili commerciali
- Product e Brand Manager
- E-business Manager
- Web marketing Manager
- Responsabili Media e Advertising




Memento: Moderatore al Business Talk Show

Per chi fosse interessato, segnalo questo "Talk Show" cui parteciperò in qualità di moderatore
http://www.webchallenge.it/Home.asp

23 Novembre 2006, registrazione alle ore 18.00, inizio talk show 18:30

Per registrarsi: ecco il link

"Multimedia Branding: esperienze e strategie innovative" Business Talk Show con aperitivo in concerto

Tema: il branding innovativo e digitale attraverso le testimonianze dei protagonisti di casi di successo.

Partecipano: Corrado Massone, marketing manager HP Italiana PSG, "Personalizzazione estrema del messaggio: protagonista di un video HP in pochi click"
Alessio Valtolina, brand manager Heineken, "Brand che anima e coinvolge: dal palcoscenico allo spazio virtuale cresce la community di Heineken "
Giuliano Giorgetti, web & crm project manager di ACMilan, "ACMilan scende in campo: nuove strategie per sfida online"
Stefano Colombo, creative director Publicis, "Il caso Hype Gallery"
Massimo Bartoccioli, docente IED Comunicazione, "XL Brands: un modo allargato di fare branding"
Fabrizio Bellavista, responsabile editoriale mensile ADV, "Il 'pensiero liquido' e la convenienza del marketing digitale" Maurizio Spagnulo, communication director di Lancia, "Lancia Y B-Color: internet ti chiama" Anchorman: Roberto Venturini, pioniere dell'Internet Marketing Italiano, con oltre 20 anni di esperienza nel Marketing strategico/operativo, dei mezzi digitali e della comunicazione on line.

Data ed ora: 23 Novembre 2006, registrazione alle ore 18.00, inizio talk show 18:30, aperitivo musicale dalle 20:30.
Dove: al T35 in Via Tortona 35, Milano

Il nome, "Multimedia Branding : esperienze e strategie innovative", sta ad indicare il tema centrale dell'evento: il branding innovativo e digitale (la promozione della marca attraverso canali e modalità non tradizionali), presentato attraverso diverse ed interessanti case history.

Nel corso della serata, infatti, i protagonisti di alcune storie di successo si confronteranno tra loro sulle nuove tendenze del marketing innovativo, esponendo le proprie esperienze.

domenica, novembre 12, 2006

La pubblicità video online negli US potrebbe fatturare quasi 3 miliardi di dollari entro il 2010

Secondo quanto riportato da eMarketer, il mercato pubblicitario per gli spot diffusi attraverso l'online (ovvero piazzati nei siti, sostanzialmente) dovrebbe passare dai 385 milioni di dollari del 2006 ai 2,35 - 2,9 miliardi nel 2010.

Sempre di più si conferma che la pubblicità televisiva, lo spot, non è di certo destinato a morire.
Ma c'è da domandarsi quanto lo spot nel medio periodo passerà in TV (certo, la maggioranza) e quanto del budget pubblicitario della TV passerà invece online - magari sempre dietro ad un commercial da 30"...

mercoledì, novembre 08, 2006

YouTube - per Time è il prodotto dell'anno

YouTube è stato eletto l'invenzione dell'anno dalla rivista Time: "Only YouTube created a new way for millions of people to entertain, educate, shock, rock and grok one another on a scale we've never seen before," aggiungendo che le regole dei media e del Web sono state cambiate profondamente dopo l'entrata (o meglio l'irruzione) di YouTube sul mercato.

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