lunedì, giugno 04, 2007

Mars e la rabbia dei vegetariani

Nel mondo di oggi, le minoranze sono sempre meno minoranze, sempre più "rumorose" e sempre più attrezzate per farci dei casini grossi nel caso in cui si sentano defraudate / tradite / ingannate.

Il nostro marketing quindi si deve fare sempre più rispettoso e attento, dato che spesso gli errori delle aziende sono dovuti a stupidità e a disattenzione / ignoranza, più che a oscuri schemi machiavellici.

Sia come sia, la nota azienda Mars, produttrice delle omonime barette, di Snickers, Twix e Bounty (etc), si è trovata nei guai questa primavera, come conseguenza della decisione di cambiare la formulazione di molti propri prodotti, introducendo estratti di origine animale.

La nuova formulazione (se ho capito bene basata sull'uso di un enzima estratto dallo stomaco dei vitelli) ha causato fortissime polemiche negli UK. E subito è partito il classico boicottaggio da parte dei vegetariani.

Per altro l'azienda aveva anche cercato di fare le cose in modo trasparente, diffondendo appositi comunicati.

Beh, la cosa gli è abbastanza scoppiata in mano ed hanno scoperto che avrebbero fatto molto meglio ad essere un po' più attenti sul fronte delle ricerche di mercato... l'azienda ha infatti ricevuto molte migliaia di telefonate di protesta che hanno intasato i centralini.

Evidantemente i vegetariani tanto una minoranza non sono, allora...

Inoltre, i gruppi di pressione hanno elevato alte grida di protesta (giustificate dal concetto che pare un po' brutto ammazzare dei vitellini per produrre delle merendine che possono ed erano prodotte senza danni agli animali). E 40 parlamentari britannici hanno firmato una petizione di protesta.

(L'azienda avrebbe fatto meglio a pensarci su due volte, prima di fare questo cambio, da loro probabilmente considerato come una faccenda di formulazione, di prodotto, e non di marketing.. e avrebbero fatto meglio a lavorare più a stretto contatto con la loro agenzia di RP....)

Insomma, è venuto su un gran casino, con impatti negativi anche sui consumer normali.

Separando i fatti dalle opinioni, io per primo, a parte non amare troppo la tipologia di prodotto, provo un certo fastidio a pensare che una merendina al cioccolato sia fatta con parti di animali morti...

Se proprio devo mangiare un animale - cosa che non ho eccessivi problemi a fare, lo confesso, preferisco assumerlo sotto forma di arrosto, brasato o filetto... quella unica volta al mese ( o massimo due) in cui mangio carne, pollame, pesce o simili.

Insomma, da parte di Mars marcia indietro precipitosa, ritorno alla formulazione precedente, investimento costoso in pagine pubblicitarie e azioni di comunicazione per metterci una pezza, chiedere scusa e cercare di ritornare alla situazione precendente.

"It became very clear, very quickly, that we had made a mistake, for which I am sorry," ha ammesso Fiona Dawson, managing director della divisione UK degli snack di Mars...

Perccato che le centinaia di migliaia di prodotti a base animale già immessi sul mercato non si sa bene quando saranno totalmente smaltiti e cioè per quanti mesi conviveranno nei punti vendita (specialmente quelli piccoli) le due formulazioni del prodotto.

Motivo per il quale prosegue un silente boicottaggio da parte dei vegetariani verso questi prodotti, specialmente da parte di quelli presbiti che hanno difficoltà a leggere le etichette per capire se si stanno per mangiare una "vecchia" versione vegetale, una "nuovissima" versione vegetale o una intermedia versione animale.

L'azienda ha rilasciato una lista di prodotti e di date di scadenza che aiutano i consumatori a capire se una specifica barretta è del tipo animale o meno... ma andare a far shopping per una merendina con una lista di controllo non mi sembra un comportamento molto probabile, da parte del consumatore...

(ah, tra l'altro... lo sapevate che molte birre - come la Guinness, solo per citarne una - contengono ingredienti di origine animale? Meglio che forse non lo dica alla mia signora, vegetariana di ferro ma che ai suoi tempo si è fatta più di una pinta della scura di Dublino...

Articoli di approfondimento:
The Guardian
Marketingweek
Brandforensics
Inthenews

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