giovedì, novembre 26, 2015

Dove sbagliamo, quando facciamo marketing? Qualche ipotesi... #StrategiaDigitale

Bene, è giunto il momento di un altro pezzo di approfondimento, di strategia, di formazione.

Dove salgo in cattedra e vi spiego, a costo di sembrare arrogante, dove e perché si sbaglia più frequentemente...

1: come mi facevano notare l'altro giorno da un cliente, chi si appiccica "marketing" nel titolo è spesso la persona che lo ha studiato di meno (in azienda o in agenzia)   :-)
Se non siete d'accordo, fate il test:
e poi leggete anche questo.

Il Marketing è più che prendere la gente per i fondelli. E il digitale...


Se non passate il test, andate direttamente al punto 7.

2: di sicuro parliamo troppo. Nel marketing è molto più importante ascoltare che parlare.
Ad ascoltare si impara, si aggiusta la mira.

Se si parla troppo e non si ascolta abbastanza, si finisce per scoccare la freccia dove pensate ci sia il bersaglio.

Se ascoltate scoprite dov'è.

Scoprire cosa la gente vuole, cosa la gente pensa. Questo si chiama "le basi del marketing"

E con il digitale ora, finalmente ci sono gli strumenti per farlo.

Altro che rivoluzione digitale: prima di andare all'università necessario saper fare correttamente le tabelline. Poi ne parliamo.

3: Se parliamo senza ascoltare...
- se ve bene facciamo la figura dei cretini. Di quelli disconnessi.
- e comunque siamo logorroici
- soprattutto perché ci focalizziamo nel parlare a, invece di parlare "con"

Io, a quelli dei call center non rispondo nemmeno più, o li liquido in 10"con una scusa - tanto so che vogliono vendermi roba a qualsiasi costo.

E mi sommergono di chiacchiere, senza ascoltarmi.

A volte do' risposte assurde, ma tanto non deviano dal loro script.
Non ascoltano, non possono ascoltare.

Quindi non gli do' retta, anche se magari mi perdo un'offerta interessante ogni tanto, non ho voglia di farmi parlare addosso da loro.

4: se non avete una strategia siete morti.
Lo so, tutti abbiamo una strategia.
La strategia è rifilarmi roba il più possibile. Mettermi sotto pressione perché io compri.

E per questo si mettono sotto pressione i venditori, quelli del marketing, tutti.

Più pressione applicata alla catena, più vendite si ottengono. O no?

D'altra parte è noto (scusate la franchezza) che i quindicenni che assillano le loro amiche a colpi di "me la dai, me la dai, me la dai" trombano come ricci...

La strategia (e si chiama marketing) è capire cosa desidero comprare. E produrmelo.

5: Ah, ma per questo c'è la Marketing Automation.
Pensare, perché? una volta che avete un segnale che mi interessa un prodotto, me lo riproponete pubblicitariamente finché capitolo, su qualunque sito io vada.

Non importa capire chi o cosa sono: importa capire che io ho un portafoglio, e tutto ciò che si frappone tra i miei soldi e i vostri fatturati è la mia stupidità, incapacità di capire che è meglio se vi do' tutti i miei soldi.

Quindi l'importante, visto che sono ottuso, è ripetermela tante volte.
Ora, dato che è vero che tanta gente è proprio così, questo approccio spesso funziona. E fa vendere. Ma non sempre :-)

6: al peggio, tiriamo in ballo i valori del brand.
Che, se sono una bella slide in Powerpoint, o un capitoletto iniziale del brief (che poi continua con un "e comunque fottetevene, quello che ci interessa è vendere in un qualsiasi modo") non è che mi aiutano tanto ad amarvi.
E a cacciarvi la lira.

In sostanza, per molte aziende, inconsapevolemente (ma spesso anche molto consapevolmente) Brand Values, Mission, Vision sono questa roba qui:


Troppe marche mi parlano troppo. Di cose che non mi interessano. Di cose che è chiarissimo, sono quelle che voi pensate mi dovrebbero, da manuale interessare. E me le ripetete continuamente. Che poi chissenefrega, si farebbe anche volentieri a meno di parlarmi così tanto, non fossi tanto ottuso da richiedere decine e decine di contatti prima di reagire al vostro stimolo pavloviano e cacciarvi la lira.

7. Se vi riconoscete in questi punti e avete magari pure fatto un master, fatevi delle domande. E datevi delle risposte.



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