giovedì, aprile 09, 2009

Lo spot che ci prende nauticamente per i fondelli

"UCINA - l'Unione Nazionale dei Cantieri e delle Industrie Nautiche e Affini è l’associazione senza fini di lucro, che opera per lo sviluppo, la promozione del settore nautico e la crescita della cultura del mare e del turismo nautico."

Bene. UCINA ha dunque compito istituzionale dello sviluppo del settore della Nautica (in cui siamo esportatori di prodotti di pregio) anche sul mercato nazionale.

Questo è settore in cui noi siamo nettamente sottosviluppati rispetto ad altri paesi, in primis la Francia: paese in cui moltissimi italiani , io in primis, vanno a passare le vacanze in barca (propria o a noleggio) sia per i luoghi ma sopratutto perchè il settore nautico è molto più sviluppato e molto più orientato a supportare e far sentire a proprio agio il diportista.

A questo punto si sono fatti venire in testa di far vedere che come associazione fanno qualcosa di concreto (devono giustificarsi rispetto ai loro associati) e si sono inventati di fare un bello spottone che invita e stimola gli italiani a farsi la barca.

Da velista appassionato appoggio lo sviluppo della nautica come opportunità di crescita sia dell'industria manufatturiera che di quella turistica e dei servizi, anche perchè è possible diventare armatore anche con budget relativamente limitati.

Ma lo spot secondo me non solo non serve a nulla ma fa imbufalire non poco chi la barca ce l'ha già.

Si', perchè come detto il problema in Italia non è comprarsi una barca, che specialmente se si sta sull'usato è abbordabile: il problema è l'introvabilità e il prezzo folle del posto barca dove tenerla. Perchè una barca che non sia un gommone o poco più, ha bisogno di un posto dove tenerla, non la si può parcheggiare di fianco a un marciapiede.

E' inutile che UCINA faccia questi spottoni per la democratizzazione della nautica se poi i porti di nuova costruzione, primo fra tutti Porto Mirabello a La Spezia, costruiscono in modo tale che il posto più piccolo che mettono a disposizione è di 14 metri - barca quella si' da ricchi. E se un certo numero di porti stanno letteralmente buttando fuori le barche sotto i 9 metri per poter fatturare lo stesso servizio a prezzi molto più alti a clienti più danarosi.

Insomma, è come vedere una campagna a favore dell'acquisto di alloggi residenziali e poi scoprire che i costruttori il taglio più piccolo che offrono sono 200 metri quadri. O per la rottamazione delle auto e scoprire che il parcheggio (obbligatorio) sotto casa o in autorimessa costa 1500 euro al mese e le Punto e le Golf non sono accettate.

Insomma, soldi buttati e ulteriore perdita di credibilità di chi gestisce la nautica in Italia.

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