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lunedì, settembre 07, 2009

Due schermi is meglio che one. E per gli editori?

Da Asus un annuncio molto interessante.

Un nuovo device, evoluzione dell'e-book reader - che ha la caratteristica di avere due schermi.

Con una materialità, un "form factor" molto più vicino a quello che oggi hanno libri... e giornali. Anche se, dalla fotina non si capisce, per funzionare davvero dovrebbe essere un oggetto che si possa tenere comodamente in mano... diciamo come una rivista mensile.

Al di là del fatto di capire come funzionerà l'oggetto "Eee-Reader" (non dimentichiamoci che Asus ha un buon track record in termini di innovazione, avendo inventato i netbook, sostanzialmente), c'è da pensare a quello che potrebbe essere l'impatto sui consumer.

In effetti io sono abituato a leggere molto sul PC, ma non libri. Pubblicazioni e news più che altro li leggo sull'iPhone, perché mi viene comodo mentre sono in metropolitana, o in viaggio, per tenere lo schermo ad altezza occhi etc etc

Questo gadget potrebbe essere una ottima alternativa... ma dipende anche quanto costa (purtroppo i prezzi del Kindle, tanto per dirne una, sono un po' fuori dalla mia portata psicologica - ovvero non caccerei tutti quei soldi per quella roba li).

Da quello che però ho letto in giro (ovviamente non sul loro sito :-( ) si parla però di un obiettivo attorno a poco più di 100 Euro.
A quel prezzo li' ne compro due.

A quanto si dice dovrebbe essere prossimamente lanciato in UK (scommettiamo che sarà pronto per Natale? O almeno dovrebbe).

A questo punto si aprirebbero interessanti prospettive per il mercato dell'editoria digitale e dei periodici... coniugando la fisicità di un supporto che richiama le abitudini e l'ergonomia tradizionali, con i vantaggi dell' e-editoria.

Da capire in primis come sarà lo schermo (e il peso) e sopratutto quali modelli di business potrebbe supportare per gli editori, che sembrano inevitabilmente orientati a trovare una strada di pay per content per i loro prodotti, come strada complementare ad un "free" che con la crisi della pubblicità permette sempre meno di pagare i giornalisti e gli altri costi.

Come ha fatto La Stampa, associare un device ad un content...chissà.