Visualizzazione post con etichetta content. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta content. Mostra tutti i post

giovedì, febbraio 11, 2016

Il NY Times regala 1.3 milioni di visori per la Realtà Virtuale ai suoi abbonati...#GiovedìVR



Di Google Cardboard, i visori low-cost in cartone per la Realtà Virtuale di Google abbiamo parlato recentemente.  

Un tool economico che democratizza l'accesso alla Virtual Reality. 

Un area di grande interesse per le aziende.. tanto che il prestigioso NY Times ha recentemente regalato ai suoi abbonati uno di questi oggetti.

E ne ha distribuiti 1.3 milioni di pezzi. In partnership con Google.

Il tutto nel quadro del lancio dei propri contenuti video aumentati, per poter fruire di una serie di documentari definiti VR-storytelling.


e, se volete, anche qui

E' stata sviluppata una applicazione dedicata, che permette di fruire i contenuti esclusivi del giornale.

Il NY Times sta cavalcando questo nuovo tipo di contenuti - ad esempio con questo filmato sulla campagna presidenziale statunitense.












The Times has produced a virtual reality film from footage of presidential campaign events taken over the last month. To view it, download the NYT VR app on your mobile device if you don’t already have it. (Go here for Android and here for iPhone.) Here, a national political correspondent revels in covering the campaign.


Si tratta quindi di esplorare nuove forme di giornalismo, nuovi approcci di storytelling, come racconta bene Forbes:

mercoledì, dicembre 23, 2015

Da Whiskas: il Kitten College :-) NSFW?


Ultimo post prima delle ferie - e lo facciamo bello leggero.

Parliamo del Kitten College. Una iniziativa educational da Whiskas - che invece di parlare come al solito agli umani - intelligentemente parla ai felini, con una serie di materiali educativi destinati ai gattini, per aiutarli a crescere.

In dettaglio, 12 video che approfondiscono temi didattici specifici, come la teoria delle stringhe, l'archeologia, la letteratura. Motivando i micetti a crescere colti e intelligenti, a pensare "out of the box" (ma spesso anche dentro).

Vi allego il primo filmato e vi invito a iscrivere i vostri grandi felini di piccola taglia a questo corso. L'educazione è potere. Per loro.

Per noi questi film sono un ammazza produttività, quindi non guardateli al lavoro.

(Da notare che comunque, davvero questi video sono pensati per essere educational, insegnando ai padroni* un po' di cose importanti per la cura e manutenzione del felino piccolo).

E' ovviamente una campagna di adv... che però sfrutta il potenziale della rete, e la sua mancanza di vincoli di tempo e di spazio per raccontare in modo articolato e completo una storia, con il ritmo e il passo giusto. E un sacco di minutaggio di piccoli gatti molto carini.

 * il termine esatto non è padroni, in realtà, anche se per praticità lo usiamo spesso. Termine più corretto è "umano di riferimento" o "umano di proprietà del gatto"

martedì, aprile 28, 2015

Ci vediamo al Salone del Libro? Parlerò di...


Comunicazione di servizio: se passate dal Salone del Libro di Torino giovedì 14 maggio, alle ore 17.00 mi trovate lì con:

Alessandra Alessandri
Francesco Gavatorta
Alberto Maestri
Stefano Saladino

Il tema?

"LET ME ENTERTAIN YOU. IL CONTENT MARKETING TRA PROMOZIONE E INTRATTENIMENTO - BOOK TO THE FUTURE"

non male, vero?

cissivede lì, se potete.

mercoledì, febbraio 04, 2015

Gli 8 Trends del Content Marketing 2015

Interessante infografica, che vi segnalo ma che non posso resistere dal commentare.

1. Il content Marketing sarà più "targeted" e personale.

Insomma, l'approccio di sviluppare dei contenuti generici, che vadano bene un po' per tutti sembra mostrare la corda. 

E il problema sarà da un lato moltiplicare la quantità di contenuti per i nostri diversi target (o selezionare e ridurre i target cui ci rivolgiamo) e dall'altro lato trovare modo di farglielo arrivare, il content.

Insomma, meglio pensare di investire dei soldi decenti, invece di  pensare ad abborracciare una qualche cosa low cost.
La cosa più interessante dell'infografica è l'affermazione che ci sarà qualcuno responsabile del content marketing, in azienda. Con un budget e obiettivi.
Su, dai, non ridete, un giorno arriverà anche da noi. Forse.

2. Il content Marketing sarà più "a pagamento".  Lo iniziamo a vedere chiaramente anche qui da noi. Iniziamo a prepararci a pagare per il contenuto (sì, questo potrà implicare pagare i blogger - se si riesce a trovare un modello sostenibile e professionale, affidabile, per tutti).

3. Content e Marketing Automation si intersecheranno. Qui il tema è delicato, e per certi versi si interseca bene col punto uno. Certo è che per delegare a macchine stupide il compito di decidere qual'è il contenuto giusto da servirmi, dovremo scrivere algoritmi maledettamente intelligenti, temo. E costosi.

4. Un maggiore uso di autori professionali. La vendetta dei copywriter e degli autori su blogger e citizien-la-qualunque :-) ? 

Certo è che (e lo vedo tutti i giorni) l'approccio "chiamo due ragazzini e gli faccio scrivere qualcosa a poco" non porta risultati degni di nota. Soldi buttati e ce ne se ne sta rendendo conto.

5. Distribuzione dei contenuti: ah, beh, se non ti impegni per farlo arrivare nel momento giusto alle persone giuste, puoi avere il contenuto migliore del mondo ma...

6. Il matrimonio tra Content Marketing e Social Media. Ma dai??? (dimmi qualcosa che non so, ti prego)

7. Content Marketing e Mobile. Idem come sopra.

8. Visual storytelling. Vabbè, è tanto tempo che ce lo diciamo. Il potere delle immmagini e dei video. Però dipende dai target.

Vabbè, guardiamoci l'infografica:


venerdì, novembre 21, 2014

Anche la Radio è sempre più "mobile" - l'app di Radio RAI

Sembra un po' buffo parlare di radio sul mobile.

Ma se la fruizione di content avviene sempre più su Internet e sempre più su mobile, anche i contenuti radiofonici devono trovare nuovi sbocchi verso le utenze.

E le battaglie per le audience, anche sul fronte delle distribuzioni di contenuti, si condurranno sempre più su device che ci porteremo addosso.

Del resto la radio è sempre stata un mezzo naturalmente mobile (specialmente quando la tecnologia ha permesso di abbandonare i valvoloni e di passare ai transistor).
Ed è ancora nel ricordo di tanti di noi la domenica pomeriggio all'italiana, con la famigliola a spasso nel parco. Con il genitore, radiolina all’orecchio, seguire le dirette sportive di “Tutto il calcio minuto per minuto".

E’ quindi naturale che un mezzo naturalmente ubiquo come la radio investa per essere ancora più nomade, affiancando alle onde radio il web in mobilità.

Su questo fronte gioca anche Radio RAI. La logica è portare la Radio di qualità sempre più vicina al pubblico, anche grazie alla nuova incarnazione dell’app, che ci porta la Radio RAI, in modalità crossmediale, sui cellulari e i tablet. Aggiungendo ai contenuti “naturali” un valore aggiunto non banale.

Le cose che trovo più interessanti (dal punto di vista di chi si occupa di comunicazione) di questa app sono:

Si da' accesso, in rete, a quei canali (a quei contenuti) che non sono disponibili "via radio" ma che sono web only. E che adesso sono disponibili anche in mobilità. (I canali disponibili sono Radio 1, Radio 2, Radio 3, Fd4, Fd5, Isoradio, GR Parlamento e i tre canali di webradio Rai, Wr6, Wr7 e Wr8).

Si lavora per un'esperienza più crossmediale; non solo il programma in audio, ma una serie di contenuti accessori che arricchiscono la experience (si dice così, no?) del programma radiofonico.

L'interattività: l’app ci permette di interagire direttamente con i programmi inviando messaggi ai conduttori utilizzando il proprio smartphone e ascoltare in anteprima la playlist musicale dei tre canali radio delle Rai. 

L'attenzione alle news: nuove sezioni sono state dedicate all’informazione del Giornale Radio Rai in cui sarà possibile riascoltare e scaricare le ultime edizioni di Gr1, Gr2 e Gr3 e consultare gli archivi delle edizioni dei giorni precedenti.

La modalità "in car" - che evidentemente si basa sullo scenario in cui anche in automobile la radio la useremo via web, in streaming. Ascoltando canali non necessariamente hertziani.




Per il resto nell'app ci sono le feature che ci possiamo giustamente aspettare.

C'è la guida programmi dei prossimi 7 giorni, aprendoci tutto il mondo dei contenuti on demand disponibili per quel programma (audio delle puntate, video e foto).

Ovviamente, potremo riascoltare in podcast tutta una serie di contenuti che ci siamo persi “in diretta”.

Con l’app Radio RAI possiamo addormentarci con il nostro programma preferito, e lo smartphone si spegnerà da solo; o usare il nostro device come una vera e propria radiosveglia, che ci farà iniziare giornata svegliandoci con il programma radio RAI che preferiamo.

L’app è completamente gratuita ed è disponibile per:

iOS (iPhone, i Pad…) 
Smartphone e Tablet Android
Kindle Fire
Blackberry

Per maggiori informazioni: http://bit.ly/1wNSv1r

Già che ci siamo, vi metto anche lo spot:



(In logica di trasparenza: Radio RAI è un cliente dell'agenzia per cui lavoro. Sapevatelo)

giovedì, novembre 20, 2014

L'advertising ha bisogno del digitale, per lo storytelling: Heineken (+ Ford)


Riprendo il discorso fatto qualche tempo fa - il ragionamento sul fatto che l'advertising televisivo potrebbe diventare semplicemente il trailer di quello che succede in Rete.

In una logica dove la vera comunicazione si fa online, e la TV serve più che altro a fare "drive to" (con il caveat che comunque quasi una metà degli Italiani Internet proprio non ce l'hanno, quindi...)

Intanto per i limiti tecnologici che l'online non ha - il che rende possibile una narrazione come quella di Honda che vi ho raccontato l'altro giorno - che in TV non sarebbe pensabile.

Ma anche per la possibilità di ramificarsi, di costruire mondi articolati, di raccontare storie fuori dalle gabbie dei 30", con un respiro narrativo e un contenuto che vivono in maniera meno sacrificata.

Un esempio: la nuova campagna di Heineken.
La linea narrativa è sempre quella di un personaggio (iper cool) che compie un percorso dove incontra ente, fa esperienze, fa la figura dell'überfaigo e tendenzialmente cucca.

Capostipite (e secondo me tuttora insuperato) di questa forma di storytelling è la campagna "The Entrance" (di cui avevo scritto qui).

La nuova release di questa storia è The City (l'avrete vista in TV, quella in cui il tizio insegue la tizia, attraverso una percorso dettato dai biglietti da visita...). Che poi si lega ad un'operazione online (http://openyourcity.heineken.com/) di cui magari parliamo  un'altra volta.

Confrontate il 30" (che onestamente è poco più di un trailer) con la versione online del video.
Mi sembra ovvio che il trend sia chiaro, per i creativi: pensare a una pubblicità che andrà online. E poi realizzarne una versione ridotta che andrà in TV. Che non è più il posto dove vanno le cose veramente belle.

Ecco il 30". Fate mente locale su cosa capite della storia.



Ecco la versione completa (2 minuti).



Non dico altro.

Anzi sì, se devo raccontare micro storie, anche di prodotto, guardate cosa può fare la combinazione mobile + stampa, nel caso di Ford:


Ricordo anche questi due vecchi ma sempre interessanti casi di integrazione stampa / digitale per lo storytelling:

L'incidente Aumentato di Axa :-)


mercoledì, marzo 12, 2014

13 anni dopo, BMW (USA) ci riprova con i Film? :-)


Grande nostalgia (mia) per una delle operazioni di content marketing più belle che mi ricordi.

The Hire. Da BMW Nord America. 2001.

Una serie di 8 minifilm. Girati da registi stellari (ad esempio Ang Lee, John Woo, Guy Ritchie, John Frankenheimer). Con attori di primo piano (inclusa Madonna). Thriller/azione, di altissima qualità, sia realizzativa che narrativa. Me li sono guardati (e li ho presentati in aula) molte volte.

Disponibili in download ai tempi in cui l'ADSL era solo un concetto nei laboratori di ricerca (ergo download di giorni).

Ne ho parlato spesso. Ad esempio qui (è la ripubblicazione di un articolo originariamente apparso su WebMarketingTools). 

Case History stellare, di quelle che hanno fatto la storia della comunicazione.

Un segnale fortissimo, all'epoca: i soldi conviene metterli nella produzione di content, più che nell'acquisto di spazi. Nella realizzazione di film belli e lunghi (8-10 minuti) e confidare nelle dinamiche social (e all'epoca non si parlava ancora di social network - MySpace nasce nel 2003) per farli girare.

Qualche anno fa (si veda questo altro mio post) BMW ha poi ripercorso la strada dei cortometraggi, ma con un altro spirito e direi un altro wow factor :-)

Esce ora la notizia che BMW ha deciso di riproporre il concetto. Ma dettagli zero. Stay Tuned. Io spero in bene, e se ho ragione, non vedo l'ora :-)

Certo che adesso, con tutti gli strumenti social, l'evoluzione del digital e del mobile...si possono fare cose allora impossibile. E la barra degli standard è alta. Sfida non semplice

Nell'attesa, vi ripropongo il primo film della serie. Coprotagonista.. Thomas Milian. Irriconoscibile :-)
Gli altri dovreste poterli vedere qui: 
http://www.bmwblog.com/2009/08/25/video-collection-bmw-films-the-hire/




Approfondimento:


PS: a scanso di equivoci, questo post non ha nessuna relazione con eventuali rapporti di business che io o l'azienda per cui lavoro possano avere con BMW Italia... :-)


venerdì, luglio 05, 2013

3 consigli di lettura


Ci sono tre cose che ho letto ultimamente che ho trovato interessanti.

Faccio un post collettivo così ve le segnalo in una botta sola.

In ordine alfabetico:

Manuale per VIP su Twitter, di Stefano Chiarazzo.

Lasciamo perdere che a volte sarebbe meglio se i VIP non andassero su Twitter.
Al di là della battuta, il libro vale i soldi spesi, e ben di più. Anzi, se ci devono proprio andare, almeno si leggessero questo ebook.

Indicazioni che per alcuni di noi sarebbero ovvie (ma che per la maggior parte degli utenti, VIP o meno, non lo sono per niente), lettura piacevole, indicazioni utili.


"Accorciare le distanze con i fan e la stampa, intensificare il network con i tuoi colleghi, informarti e leggere pareri su fatti di attualità, confermare o smentire rumor in tempo reale, recuperare popolarità dopo una lunga assenza, svecchiare la tua immagine. O semplicemente come svago, perché ti piace. Sono solo alcuni dei validi motivi per essere su Twitter. Ti bastano?"
163,3 KB di ebook a soli 0.99 €.

Mobile Marketing, di Marco Massarotto. A fronte di uno stile di vita che è sempre più mobile, quali sono le conseguenze e le opportunità per marketing e comunicazione?

Se siete alla ricerca di trucchetti e technicalities per "avere successo" sul mobile senza ragionare, essere strategici e lavorare sodo, questo *non* è il libro per voi.

Qui si parla di cosa è e cosa significa il Mobile Marketing, nel nostro contesto sociale e culturale. Chiaro e semplice, tasso di fuffa asintoticamente tendente a zero :-)

106.000 battute. Download Digitale. 3.99 €

Delizioso il fatto che sia pubblicato nella collana "Apogeo Sushi". Chi conosce Marco, capisce l'ironia :-)

L'ultimo libro è Viral Video – Content is king, Distribution is Queen - di Dario Caiazzo, Andrea Febbraio e Umberto Lisiero, Fausto Lupetti Editore.
16 € e un 160 pagine di carta.

Libro abbastanza tecnico che spiega come massimizzare le possibilità che un video diventi virale (o, per meglio dire, abbia un'ampia diffusione) attraverso un adegutao uso delle tecniche disponibili.

Anche qui niente illusioni: se il video è una ciofeca, non c'è pensiero, il content non è pensato bene...i miracoli questo libro non li fa.

E non è nemmeno una cosa da consultare a video fatto e postato, per cercare un "boost". Qui si tratta di processi, di progetti, di pianificare.

Di scoprire le possibilità delle piattaforme, le cose che si possono fare. Quindi, da leggere *prima* di realizzare il video.

Ah, un consiglio: se guardate la press release, non vi fate fuorviare dall'uso di affermazioni come..."Impara le innovative tecniche “Supersize”, “Brandbooster”, “Tipping point”, il potere del “Value Exchange” e diventa un vero Jedi del viral video!" 

Se cercate i trucchetti, non spendete i soldi in libri: cercate su Google che trovate un sacco di cose gratis. Non funzioneranno, ma se non altro non avrete speso soldi. Se invece volete capire come si fanno le cose seriamente, questi libri contiengono un sacco di spunti interessanti.



lunedì, maggio 06, 2013

Pensiero profondo: troppo contenuto, e sempre di più. Morire di ipercontenutosi.

Ovvio.
Di marche / prodotti che abbiano cose serie e sensate da dire su se' stesse, ce n'è poche.

I Social e più in generale i media digitali si reggono sul paradigma del contenuto, specialmente adesso che tutti si sono buttati sulla barca dello storytelling.

Lo Storytelling come strategia va benissimo quando ci sono storie interessanti da raccontare.

Ma nella maggior parte dei casi, siamo lì a inventarci storie che non stanno in piedi e interessano poco - per riempire gli spazi che obbligatoriamente devono essere riempiti sui social - e per distrarre l'attenzione dal fatto che la marca prodotto / non ha nulla da dire, identificando territori da presidiare.

E quindi, dato che in genere ci sono anche pochi soldi e poca intelligenza dietro a questi prodotti, ci troviamo a fare il 34° oggetto social (blog, pagina FB...) su ...... (fill the dots, io non faccio esempi, per evitare che qualcuno pensi ce l'abbia specificamente con lui). Ma io per primo mi sono trovato a dover realizzare pagine, blog, siti, basati sul nulla. O sul già fatto da cento aziende prima.

Questa febbre di produrre contenuti inutili io la definisco ipercontenutosi. Ed è una delle cause scatenanti del "Chissenefrega effect". Tanta quantità, pochissima qualità.
Dove gli autori sono pagati a noccioline (si veda, uno fra i tanti, questo esempio)

Lo stesso discorso si potrebbe / dovrebbe fare pure sui libri: 64.000 titoli pubblicati all'anno in Italia, in un mercato dove oltre il 50% degli italiani non legge nemmeno un libro all'anno (ma poi lo lasciano votare lo stesso...)

Adesso, qualcuno più diligente di me ha fatto una seria analisi sulla proliferazione del contenuto. dei libri, delle foto, della spazzatura.

Dalla nascita della civiltà al 2003 sono stati creati, complessivamente, 5 Exabyte di contenuto.
Oggi, ogni giorno produciamo 2.5 Exabyte di contenuto *al giorno*.

Vi allego interessante Slideshare e, se avete tempo, il video in cui questa presentazione viene presentata e commentata. Notevole.

Non sono d'accordo su tutto, ma ci sono dei pensieri utili a tutti, specialmente a chi fa il planner, si interessa di strategia o semplicemente deve pensare a cose intelligenti.



2013/4 Brad Frost from CreativeMornings/PGH on Vimeo.

mercoledì, marzo 13, 2013

Da vedere: il più grande social team del mondo: gli user


Interessante presentazione / Case History di Tourism Australia.

Vi ricordate? Quelli del "miglior lavoro del mondo" (sotto metto il video).

Uno slideshare con un sacco di materiale interessante - sia che siate nel mondo del turismo che in quello del Social.

Evidenzia la potenza dello User Generated... se stimolato e pensato bene, in modo strategico. Di come le persone possano davvero contribuire al successo di un'iniziativa.

Perchè il Social Team più grande del mondo, se motivato, è il pubblico là fuori.

Spiega i passi chiave necessari.

Gli dò il mio bollino oro da Digital Planner :-)

Anche perchè poi, nella nostra realtà di tutti i giorni, siamo ammorbati da iniziative che cercano di stimolare la generazione di contenuti.. che non hanno una base strategica forte.. o uno straccio di motivo per cui le persone dovrebbero darci questo contributo... insomma, non è per tutti - ma solo per chi ha qualcosa da dire / far dire e pensa correttamente in ottica di Marketing e comunicazione.

Guardatevi le slide, che meritano.



http://www.slideshare.net/TourismAustralia/the-worlds-biggest-social-media-team-16545786


lunedì, marzo 04, 2013

6 Miliardi di mobili. E miliardi ci socializzano sopra. Vorrà dire qualcosa? Infografica

Geosocial Universe 3.0

Sei miliardi di dispositivi mobili nel mondo.
Miliardi di persone che ogni giorno si connettono in mobilità.

Milioni di noi che ogni giorno non solo parlano ma attingono a informazioni, mandano informazioni, fruiscono di contenuti (normalmente formattati in modo sbagliato, svaccando per stupidità e miopia operazioni e investimenti di marketing).

Triliardi di esseri umani che socializzano sui mobili (se volete potete dare un'interpretazione porno, a questa frase, non mi offendo).

Bella infografica, ve la allego.


Enjoy.


lunedì, novembre 12, 2012

Marketing Assertivo, i risultati dell'esperimento

Come è andato l'esperimento di Marketing Assertivo? Paga di più la qualità o una call to action?

Qualche giorno fa ho pubblicato un post curioso.
Un esperimento di marketing assertivo. Andate a rivedervelo qui.

L'esperimento è nato come una scommessa, durante una conversazione alla macchinetta del caffè. Ed è un test che non ha grandi pretese di significatività.

E' serio ma statisticamente discutibile. Comunque utile a far riflettere su una cosa o due :-)

Originariamente doveva limitarsi ad un singolo post, poi il destino ha offerto l'opportunità di renderlo più complesso e interessante.

L'esperimento: focalizzarsi sulla "Call to caccia i soldi"
L'idea dell'esperimento era di misurare (spannometricamente....) quanto effetto ha sui risultati della comunicazione inserire una "call to action" chiara e focalizzata, a prova di scemo.

In effetti la mia posizione è che alle persone, al "target" occorre sempre dire (in una logica di Direct Marketing) esattamente cosa gli chiedi di fare. E perchè. Se lo fai, i risultati aumentano.

Così per vincere la scommessa ho pubblicato un post essenziale, a valore aggiunto zero per il lettore (quindi mettendomi nelle condizioni più difficili) e chiedendo semplicemente di cliccare su un banner per farmi incassare un po' di soldi.

L'idea era di misurare il fatturato pubblicitario di quel giorno rispetto ad un valore medio.

I risultati: il giorno 29 Ottobre ho fatturato € 2,44. La media del mio fatturato pubblicitario quotidiano si aggira su € 0,30-0,40. Diciamo che si è moltiplicato per sei. 

Il post nel giorno è stato visto un centinaio di volte - quindi relativamente poco rispetto alla media (arrivo a fare anche 3 o quattro volte tanto) ma la cosa non mi stupisce, visto come era stato costruito il titolo e la povertà del testo in termini di attrattività SEO etc. 

Insomma, diciamocelo, un post del cavolo. Pessimo. Fatto apposta ripeto per testare in modo puro la capacità di una (pessima) "call to action" di generare redemption.

Poi il destino ha servito su un piatto d'argento il caso #poernano.

Quando c'è un caso così, che diventa trending topic, fondamentale fare un instant post per cavalcare il trend e fare pageviews - dice la teoria. Testato anche questo (perchè sono sì uno stratega, ma di quelli a cui piace sporcarsi le mani e avere dati sperimentali).

Faccio al volo un post (lo trovate qui), le persone si fiondano a leggerlo (in proporzione, intendo); il post fa circa 500 visioni nel giorno (altre 300 nei giorni successivi). Un post diciamo di qualità, contenuto, servizio (spiego cosa stava capitando, dov'era il problema, il mio punto di vista). Per me, un buon post.

Fatturato del giorno: € 0,32.

Dunque: 100 views --> 2,44. 500 views --> 0,32

Conclusioni.
Premesso che la significatività statistica è limitatissima...

La qualità è fondamentale per attrarre traffico (etc etc etc). 

Ma se non dite alle persone cose volete che facciano, se lo lasciate implicito (nel mio caso è ovvio che io tengo questo blog solo per diventare ricco con la pubblicità ;-), se vi dimenticate che le persone vanno un po' indirizzate quando fate marketing... beh, i risultati si vedono.

Quindi a volte dobbiamo essere un pochino meno signori e un pochino più "commerciali" se vogliamo fare i numeri... ;-)

Grazie a tutti quelli che hanno partecipato all'esperimento. Se volete cliccate ancora su un banner. Così facciamo un follow on dell'esperimento. E con i soldi raccolti... (vedi note)

Note: 
1) Nessun elettrone ha sofferto nel corso di questo esperimento. Sono stato molto umano.

2) I proventi dell'esperimento sono stati devoluti (insieme a qualche euro in più sennò non si andava da nessuna parte) al finanziamento di una microimpresa su Kiva.org

martedì, ottobre 02, 2012

L'Oscar per il film gattino, da Friskies


Ah, beh, come mai nessuno ci aveva pensato prima?

Da Friskies: il lancio dell'"Oscar" per il miglior film di gatti.

Le persone sottopongono il proprio film User Generated, si vince un premio in denaro cospicuo (15.000 $) e si attira una montagna di traffico. 

Per di più in una maniera sinergica all'essenza stessa del prodotto e su un target perfetto per la marca.

Che vogliamo di più dalla vita? Un pizzico di strategia ed ecco uscire delle belle idee ;-)

Ecco il video


venerdì, settembre 07, 2012

Social Media: i pericoli dell’automazione. Il caso NRA

Una riflessione sulla comodità ma anche i pericoli di automatizzare la pubblicazione del proprio content.
Mettere in automatico la pubblicazione dei contenuti significa togliersi molti pensieri, ma non deve significare disinteressarsene. Altrimenti l’inesorabile ignoranza delle macchine potrà metterci in grossi guai.
Fra i tanti, un caso recente, quello della NRA – la National Rifle Association, potentissima lobby statunitense delle armi da fuoco, che è incappata in un clamoroso infortunio.
Per saperne di più, potete leggere il mio articolo su Tech Economy...

giovedì, agosto 30, 2012

Il contenuto? Non è un accessorio.



Riprendo, attualizzandolo, un mio articolo di un po' di tempo fa, ripubblicandolo sul blog per arrivare a più vaste masse di lettori. Anche perché mi sembra ancora maledettamente di attualità, viste le cose che mi è toccato vedere ultimamente in Rete...

Un paio di considerazioni derivanti dalla mia esperienza quotidiana di consulente, di Digital Planner. Di persona che per mestiere si trova a mettere le mani su come devono essere pensati e organizzati i siti e le altre attività di comunicazione digitali. Anzi, sostanzialmente una, considerazione: non sottovalutiamo l’importanza del contenuto. E i casini che il contenuto può crearci, aziendalmente.

Tre cose che possiamo dare - e il contenuto è alla base
Online (semplificando un po' le cose) possiamo dare ai nostri visitatori - in cambio della loro attenzione - tre cose: emozioni, servizio, e contenuti. 

E spesso sono proprio i contenuti lo strumento che da' servizio e - anche attraverso lo storytelling - emozioni. Molti siti sono un mix di queste tre cose, in misura diversa lo possono essere anche altri strumenti di comunicazione Internet - come i Social Media.

E i contenuti chi li scrive?
Restringendo il discorso ai siti, molto spesso quello che ho visto fare è stato concentrarsi sulla strategia (correttissimo - anche perché è il mio mestiere), poi sviluppare l'idea del sito (corretto), la sua mappa (inevitabile) e poi iniziare a realizzarlo graficamente. E cosa ci va dentro il sito, dentro la pagina Facebook?  Beh, solo una volta pronto e approvato il progetto, qualcuno si è posto il problema dei contenuti. E lì sono saltati fuori i pasticci :-(

A volte invece si parte dal definire quali dovrebbero essere i contenuti del sito, costruire la mappa, pensare il sito attorno a questi contenuti, disegnare le pagine… e poi scoprire che nessuno ha idea di come e a chi far fare questi contenuti.

Quindi fermi tutti, trova la persona o l'agenzia, scopri quanto costa, controlla se ci sta nel budget... massimizzazione del casino.
Anche perché un buon contenuto non te lo fa mica il primo che passa per strada. O quello che ha due giorni di esperienza compreso domani e dopodomani. 

Il trappolone dell'archivio
Ho visto aziende decidere di fare siti basati sulla loro eredità storica, sul loro passato.
Solo per scoprire quando era troppo tardi che nessuno sapeva dove fosse finito l'archivio, o scoprire che per estrarre cose interessanti dall'archivio storico e tradurle in immagini scansionate e testi sintetizzati ci sarebbero volute parecchie settimane di lavoro e di conseguenza costi per la ricerca e riscrittura - cosa che era stata data per scontata (e costi non budgettati).

Faccio io, tanto che ci vuole?
OK, non ci stiamo nel budget, allora ci facciamo le cose in casa. 
Quindi decidere di farsi il sito (o il Social) in casa, senza usare consulenti, agenzie e copywriter (o autori) esterni. Tanto che ci vuole? Wordpress è semplice, con un minimo di smanettamento i siti li fa chiunque.  

Così come, con un paio di libri di cucina uno è in grado di cucinare. Ma non in un ristorante.

La tentazione è forte specialmente quando il sito deve basarsi su una serie di contenuti di alto livello per un pubblico specialistico.

Ancora più subdolo il caso analogo in cui invece c'è qualcuno in azienda in grado di occuparsi di questi testi, quindi si parte tranquilli.
Salvo poi rendersi conto che, per lanciare il nuovo sito, la persona in questione deve scrivere parecchie decine di pagine (magari equivalenti a  due o tre settimane di lavoro full time sul progetto) e che ne dovrà poi scrivere tre o quattro alla settimana per il resto della sua vita.

Peccato che, spesso, questa persona magari è il responsabile del prodotto o un commerciale bravo, quello che più di ogni altro conosce il prodotto e quindi è sempre in prima linea per vedere, risolvere problemi...  

E proprio per questo una persona che ha pochissimo tempo a disposizione, che già farebbe fatica a darci mezz'ora la settimana, figuriamoci smettere di fare il suo lavoro commerciale o tecnico per parecchie settimane per permetterci di lanciare il sito.

Fondamentale organizzarsi
Forse è proprio in quest'area che ci sono i problemi maggiori: rendersi conto che per fare un sito (o un'attività sui Social o un blog... questi sono ancora peggio) bisogna ragionare in termini di una redazione, magari anche part time, ma che abbia un piano editoriale (definire, l'abbiamo già detto, ogni giorno/settimana o mese cosa pubblicare, per potersi organizzare per farlo) e abbia un'allocazione di tempo e risorse, in modo da poter sposare il loro lavoro primario con quello di occuparsi anche dei contenuti aziendali.

Meglio niente, che male
Naturalmente, forse non sarebbe nemmeno il caso di citarlo, il caso peggiore di tutti e quando ci mettiamo in Rete senza contenuti.

Non sappiamo cosa dire, ma facciamo un sito per dirlo lo stesso.
Allora, piuttosto che far tanto e male, conviene limitarsi all'essenziale.

Meglio così riempire il vuoto con notizie inutili, dati vecchi, presentazioni poco coerenti.




mercoledì, maggio 04, 2011

8 tecniche per aumentare e mantenere il traffico su Internet

Il contenuto e il modo in cui è proposto al pubblico è il segreto per ottimizzare il web. 

Ne parlo nella mia nuova puntata del corso di e-marketing / marketing digitale per PMI e "non esperti", ospitato dal sito Eurogroup.

Per molte aziende il digitale (sia esso il sito web, il blog o i Social) assume un ruolo sempre crescente ed un importanza sempre maggiore per riuscire a parlare col proprio pubblico, per raggiungere il proprio target e per attivare un trasferimento di informazioni e stimoli finalizzato ad un incremento del proprio business.

E' quindi frequente la necessità o l'opportunità di individuare modi e tecniche che permettano di aumentare il traffico, le visite alle proprie properties online, basandosi sull'assunto che più visite arrivano e più persone si fidelizzano (accedendo regolarmente ai nostri contenuti) quanto più sarà facile fare new business, mantenere i propri clienti, cogliere opportunità di Cross selling e upselling, mantenere il livello del proprio brand e giustificare il proprio pricing a fronte della pletora di concorrenti che inevitabilmente si pongono sul mercato con offerte economicamente competitive.

Il punto di partenza è, in fondo sempre lo stesso. Capire il proprio target. Se vogliamo che ci visitino e ci usino, dobbiamo capire cosa gli interessa e di cosa hanno bisogno. A quali esigenze possiamo rispondere. In linea di massima, il punto di partenza è sempre il contenuto...

Se vi interessa leggere il resto, lo potete trovare qui

Share & Enjoy.

mercoledì, aprile 27, 2011

Ti regalo l'accesso al Pay Per Content se...

Se il paywall si diffonde, le aziende possono venderci i prodotti in promozione: compra il mio prodotto, in omaggio l’accesso al giornale (o, più in generale, al contenuto).

Nel mio nuovo articolo per Apogeo parlo di opportunità promozionali / di marketing (e di vendite) per le aziende, che si accollano il costo del contenuto, facendoci saltare il paywall se compriamo i loro prodotti o se aderiamo a loro programmi di marketing.

Compra il detersivo, in omaggio una settimana di Gazzetta?

Lo potete leggere qui: