mercoledì, febbraio 13, 2013

La bambola gonfiabile come strumento di marketing

Mettiamolo subito in chiaro: nessuno ha detto le parole sexy, porno o XXX. Oddio adesso le ho dette e questo post schizzerà in cima alle classifiche su Google.

Comunque, qui la faccenda è quella di un'attività di comunicazione altamente unconventional, che mischia il classico spot TV con la vendita di bambole gonfiabili al pubblico.

Breve: una catena di ristoranti (Applebee) lancia uno spot (qui sotto) che racconta di come una serie di impiegati e schiavi vari riesca a fuggire dall'ufficio per andare a pranzare con le gambe sotto un tavolo - mettendo al proprio posto un simulacro gonfiabile di se' stessi e ingannando così il capo. Niente di che.




Ora, la mossa unconventional - a parte mettere su un microsito dedicato all'uso di questo strumento in ufficio (Applebee è un ristorante per famiglie, quindi tutta la comunicazione è strettamente business-oriented e non affiora alcun messaggio erotico) è stata quella di mettere effettivamente in vendita le bambole gonfiabili, su Amazon. In 8 varianti, a soli $6.99.

Adesso però, conclusa la campagna TV, le bambole sono andate esaurite, e tutta l'operazione si sta sgonfiando :-)

A differenza dell'operazione sulla carta per le fotocopiatrici, che sembra essere un business, questa è stata un'operazione dove anche le vendite sono state un costo, ma si è amplificata la portata della pubblicità attraverso un'operazione di... mah, alla fine possiamo definirla una distribuzione di gadget self-liquidating, con contributo spese, mirando alla creazione di buzz...

Interessante.

PS: sembrerebbe, dalla loro pagina Facebook, che abbiano un po' di problemi sui social; sarebbe interessante fare un'analisi, mi sa che hanno un po' di crisi (più di una direi) da gestire...

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