venerdì, febbraio 15, 2013

OAK Adventure verso la conclusione

Riparlo di Oak Adventure, il progetto social di Bacardi che tra le altre cose ha avuto il merito di essere stato uno dei pochi progetti di engagement che ha superato il livello "puffo"; ovvero un progetto che non si è limitato a cercare di fare una cosetta rinsecchita su Facebook spendendo poco (e buttando i soldi).

I dettagli dell'operazione, o meglio una ricapitolazione, li trovate a questo indirizzo.

A me è piaciuto il modo in cui sono stati coinvolti i blogger, influencers etc  che dovevano fornire un oggetto da inserire in una cassa che poi avrebbe fatto il giro del mondo. E con cui altri avrebbero interagito.

Btw, per partecipare alla fine ci ho anche speso dei soldi... :-) fornendo uno dei 50 oggetti che sono stati scelti (un kit di sopravvivenza urbana, assemblato con le mie mani). E l'ho fatto perché il concetto mi ha divertito; non si è trattato del solito "user generated" sempre più palloso, ma di buttare un oggetto in una bottiglia (per l'appunto, ma metaforicamente) e vedere che fine faceva...

E poi, nelle sue varie tappe in giro per il mondo, altri blogger hanno aggiunto cose in cambio di altre. E adesso la cassa ritorna.

Se anche non si è trattato di un evento che di per se' doveva necessariamente avere una grande risonanza sul grande pubblico, si è trattato di un'attività molto focalizzata sugli influencers... e sarebbe interessante vedere i report per capire come ha funzionato nel trasferire sul pubblico questa costruzione di engagement e goodwill.


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