lunedì, luglio 15, 2013

Stiamo esagerando? Il tremendo caso degli ex-vegani.


Questa è una case history di quelle toste.

Che pone domande su cosa sia lecito o meno fare, quanto possiamo spingerci in là, quanto possiamo essere fake, cosa siamo disposti a fare (qualsiasi cosa?) per attirare l'attenzione.

In estrema sintesi il caso (poi metto un approfondimento).

Viene pubblicato un sito destinato a sputtanare (con nome e cognome) quelli che erano vegani e poi si sono pentiti o hanno deviato dalla retta via.

La lista. L'invito a massacrarli mediaticamente. L'invito alla delazione, a denunciare pubblicamente (con tanto di descrizione per riconoscerli per strada) conoscenti voltagabbana.

La Vegan Sellout List, la lista dei venduti, dei traditori. 

Apriti cielo. Naturalmente (e meno male) si sono scatenate le critiche, gli attacchi a questa iniziativa deplorevole. Un buzz forte sui social (ad es su twitter) e fuori, anche sui media tradizionali (ergo grande buzz e copertura mediatica, reach). E ci si è cascati in massa.

Beh, salta fuori che era tutto un fake. Che l'indignazione era inutile, ci avevano solo preso per i fondelli.
Ah, certo, a fin di bene: se andate adesso all'indirizzo dove c'era il sito (exvegans.com) trovate un video di veg-tv.info sui mattatoi.

Tutta una scusa per attrarre la nostra attenzione, facendo leva su nostre istanze etiche e di privacy, per portarci a riflettere che gli animali soffrono. Per portare ex vegani spaventati dal poter essere sulla lista (e quindi oggetto di rappresaglie, là fuori è pieno di matti) a sbattere il naso sul loro errore.

La mia prima reazione istintiva: mi sa che oggi vado a farmi un hamburger alla faccia loro (btw, io consumo carne non più di una volta la settimana, e mia moglie è vegetariana, ma detestiamo il massimalismo in tutte le sue forme).

Ecco un video che (prima del reveal) racconta/ attacca l'iniziativa

Per un maggiore dettaglio, guardatevi questo, a titolo di approfondimento: 

E articoli scritti prima del reveal:

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