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venerdì, gennaio 23, 2015

Realtà Virtuale sempre più mainstream in pubblicità? La usa anche l'esercito UK

E' decisamente tornata di moda la Realtà Virtuale, di cui si parla da anni - e con cui anni fa si sono fatte alcune tra le cose più inutili mai viste in comunicazione.

Certo, finchè il device che si poteva usare era un piccolo smartphone, non è che si potessero realizzare chissà quali experience. Ma l'arrivo sul mercato di Oculus (e la conseguente entrata di altri competitor, tra cui anche Microsoft) ha sparigliato le carte. Permettendo, con un device più immersivo, di produrre attività di comunicazione e marketing molto più forti.

Oggi vediamo il caso dell'Esercito Inglese - che non volendo restare indietro dal punto di vista della comunicazione reclutativa rispetto alla RAF (si veda il mio post precedente) o all'inglesissima British Airways (vedi post) ha deciso di alzare l'asticella e ricorrere alla VR.

Caso da manuale di comunicazione esperienziale - far provare le sensazioni e le emozioni conseguenti alla tua scelta (di acquistare un prodotto, di visitare un luogo, di mettersi alla guida di un carro armato).

Si è quindi permesso ai passanti interessati in luoghi come la stazione ferroviaria di Waterloo, di indossare i famosi occhialoni e di sperimentare la sensazione di essere in mezzo ad un'esercitazione a fuoco, ponendoli al comando di un vero tank britannico.

Provare quindi la realtà (virtuale), interessarsi all'esercito come possibilità di carriera (a fronte di seri problemi di reclutamento, a quanto pare fare il soldato non va molto di moda, e si è abbassata la soglia massima per arruolarsi nella riserva a... 50 anni).

Da notare, tra l'altro, che i primi impieghi seri della realtà virtuale (con sistemi molto precedenti a Oculus... e orrendamente più costosi) sono nati proprio per l'addestramento militare (non solo di combattimento ma - ad esempio - anche medico), per la manutenzione di veicoli e veivoli... insomma, dalle cose serie le tecnologie trovano poi la loro strada verso il marketing.

Approfondimento -  se vi interessa cosa ho scritto in precedenza sulla realtà virtuale, potete seguire questo link:


venerdì, gennaio 16, 2015

Quando la marca ti è vicina nel momento del bisognino :-)) Virgin Train

Post leggerino del venerdì.
Breve case history che racconta di una marca (Virgin Train) che ascolta il messaggio d'aiuto del cliente e interviene nel momento del bisogno (o meglio, del bisognino).

Ecco la case:
Siamo sul treno per Glasgow. Un giovane inglese scopre, troppo tardi, che nella toilette non c'è carta igienica. Chiede aiuto via Twitter. L'azienda ascolta e va al salvataggio.
Dimostrando anche che allora davvero vale la pena twittare anche quando vai al cesso :-)






Approfondimento:
http://rt.com/uk/220843-virgin-trains-toilet-twitter/

Il caso mi ricorda un vecchio caso comparabile di Turkish, linea aerea che, ascoltando il tweet di lamentela di un passeggero, ha contattato via radio il pilota e ha fatto sistemare la temperatura dell'aeromobile, ecco il post relativo:

*Incredibile* da Turkish Airlines. Leggete.




mercoledì, ottobre 29, 2014

Ancora Genio, ancora IKEA. Lo specchio motivazionale.


Non è che ami molto parlare troppo spesso delle stesse marche, ma a volte ci sono costretto :-) E in pochi giorni mi tocca parlare degli svedesi un'altra volta.

Perché, dopo lo spot per Halloween (Shining), si sono inventati in UK un'attività di comunicazione nel punto vendita molto furba.

Che a me piace soprattutto perché non è una trovata (come in fondo, lo spot Shining) ma ha una base strategica.

L'insight* è che due terzi degli inglesi soffrono (di più o di meno) di insicurezza, non sono sicuri della propria immagine, di cosa pensano gli altri.
Insomma, sono (come moltissimi altri umani) alla ricerca di rassicurazioni, conferme, gratificazioni.

Allora, tutto sommato rubando l'idea dalla favola di Biancaneve, chi può essere più sincero di uno specchio? Specialmente se è uno specchio motivazionale, tecnologicamente abilitato a fare i complimenti alle persone?

In realtà si sarebbe potuto potenziare ancora di più l'operazione personalizzando di più i messaggi o addirittura con un approccio conversazionale come quello visto in questo caso o in quest'altro; ma già così è una bella e solida idea (diciamocelo: mi piace molto il concetto, l'esecuzione forse non rende giustizia appieno all'idea, magari si poteva fare un filo meglio).

Dal punto di vista del business è lecito chiedersi: fa vendere di più?

Forse un cliente contento compra di più (è per quello che ti mettono musichetta e profumi nel punto vendita). Ma soprattutto rafforza la percezione di marca, la preferenza; andare da Ikea non è andare a comprare un armadio è un'experience (e chi ha bambini lo sa benissimo). In qualche modo si potrebbe pensare a un'evoluzione di IKEA verso un modello Disneyland? :-)

Ecco il video dell'operazione:




* Insight: per una descrizione e una discussione più approfondita di cosa sia un insight e a che cosa serva per il marketing e la comunicazione (e le vendite) ne parlo approfonditamente su "Strategia Digitale. Il Manuale" 
http://www.hoepli.it/libro/strategia-digitale/9788820362751.html

venerdì, aprile 04, 2014

Bello. BMW: pesci d'aprile 2014/2013 come spunti di PR

Ogni tanto qualche marca decide di usare in modo intelligente l'opportunità del primo d'aprile per attività di PR (più o meno digitali)

BMW ci ha anche messo qualche soldo dietro, realizzando due campagnette per due concetti di nuovi prodotti, molto bellini.

Quello di quest'anno anni fa l'avrei comprato subito - anche a costo di andare poi in giro con una vecchia NSU Printz (e chi ha figli mi capirà).

Enjoy.

2014: The Ultimate Sleeping Machine




2013: Il Passeggino Reale


Dalla press release (inviata, btw, a un certo numero di mamme blogger chiedendole di dare una mano a diffondere il pesce... qui si sfruttava anche l'arrivo del reale erede al trono britannico):

“With a royal baby due this summer, we are proud to announce the launch of our limited edition BMW P.R.A.M. (Postnatal Royal Auto Mobile).
Available in Princess Pink or Royal Blue, this soft-top convertible has been designed using our EfficientDynamics technology.
With two or four-wheel-drive, it rides as smoothly on a polo field as it does down The Mall and comes with air conditioning and built-in extendable flagpoles as standard.
For those who are ‘too posh to push’ this masterpiece of motherhood even comes fitted with N.A.P.P.I.E. (Nanny-Assisting Petrol-Powered Injection Engine).”

martedì, settembre 24, 2013

ROFL, Star Trek: il teletrasporto al centro commerciale

Alla faccia della comunicazione non convenzionale.

Avete presente il teletrasporto di Star Trek? 
Quello che è forse uno dei simboli più iconici e pregnanti della saga interstellare?

Beh, se doveste promuovere il nuovo episodio, Star Trek Into Darkness, non sarebbe bello poterlo usare, magari offrendo teletrasporti gratuiti a un po' di gente come azione promozionale....?

Detto fatto.
Teletrasporto installato in un shopping mall inglese.
persone teletrasportate.
Wow effect garantito.

Con la collaborazione ovviamente di un illusionista e di un po' di magia.

Guardate il video, che merita (e poi spiega il trucco, alla fine; semplicissimo- fa se uno fa un po' di casino e non permette alla gente di pensare troppo, efficace :-) ).

Unico commento negativo: si è pensato in piccolo, è venuta fuori una cosa alla fine un po' cheap, mentre poteva essere molto più "wow". E l'effetto virale è tutto sommato limitato, con 1.8 milioni di views - si poteva fare di più...

Come nel caso di un altro teletrasporto, questa volta molto più funzionante... ricordate?


lunedì, agosto 26, 2013

Il ritorno della TV (e non solo in UK); i teen escono dalle stanze e tornano in salotto


Una delle tante bufale ideologiche scatenate dall'arrivo di Internet, che per molti anni ci sono state rifilate da giornalisti di serie C, digital ideologi e web-people non credenti all'utilità dei numeri per capire la realtà, mostra sempre di più le sue crepe.

Sto parlando del fenomeno "Internet uccide la TV". E, se volete, del più recente "La TV resta il mezzo principale ma non la guarderemo più sui televisori ma solo su altri device (mobili)"

TV e Web si sono rivelate cose diverse, usate in modo diverso per fare cose diverse. Anche se spesso... contemporaneamente. 

Il fenomeno che infatti si vede bene, è l'uso contemporaneo di attività web mentre si è davanti alla TV;  per amplificare ed arricchire la fruizione del programma TV (tenete duro, tra un po' ricomincia X-Factor e ci scateneremo su Twitter) o per fare altro - socializzare ad esempio - mentre si tiene la TV in sottofondo.

La cosa non è solo italiana: colgo l'occasione di questo report di Ofcom (UK) che dice che le famiglie inglesi, mai come oggi, hanno guardato la TV insieme, ma...

Communications regulator Ofcom said 91% of adults watched their main TV set once a week - up from 88% in 2002 - but their attention may be distracted.

It said the popularity of smartphones and tablets was taking teens out of bedrooms back into family rooms.

(fonte: http://www.bbc.co.uk/news/technology-23521277 è interessante. Potete anche leggere questo: 

The average UK household owns more than three devices capable of connecting to the internet, with one in five homes having more than six.

In contrast to the proliferation of mobile devices, the number of televisions we own is steadily decreasing.

Trovo significativo il fenomeno di riunione della famiglia, con i teens che ritornano al salotto per condividere programmi televisivi coi genitori.

Per l'Italia mi limito a ricitare questo articolo di Nielsen: 

Il consumatore a 360°: cosa ama guardare e cosa preferisce acquistare? 
con un aumento delle audience TV del 17% nel 2012 (complice la crisi e il calo di reddito disponibile...)


Insomma, con la TV dovremo farci ancora i conti per un bel po'. 

Anche sul grande schermo di casa, nn solo su tablet e smartphone. 

E quando arriverà il tanto atteso miglioramento della situazione economica, dovremo farci i conti anche in termini di investimenti in comunicazione - vedi alla voce (il tanto vituperato) TV advertising... 

Anche se ormai i buoi sono scappati dalla stalla e digital e social hanno preso una vita propria, anche se lo spostamento dei budget (spesso per puro opportunismo economico) ha creato dei nuovi modelli di comunicazione... niente sarà più come prima, ma è da pazzi pensare che a fronte di una crescita degli occhi parcheggiati davanti alla TV il mezzo venga abbandonato dagli inserzionisti.

Si potrebbe rispondere: guardano la TV, ma non la pubblicità, che non funziona più.
Beh, su questo fronte le (grandi) aziende non sono sceme ed hanno un'esperienza consolidata di decenni di analisi e pianificazione.

Nel momento in cui davvero si vedesse una totale inefficienza economica dell'adv TV, il problema si risolverebbe da solo, con la morte della TV generalista. E per vedere un po' di televisione, non ci resterebbe che passare a pagamento, con Sky o con Premium, pagando tariffe ben più alte delle attuali, se venisse a mancare il sussidio degli inserzionisti al nostro divertimento, alla nostra informazione televisiva.

giovedì, luglio 11, 2013

E se si stampasse 3D al Supermercato? Tesco ci sta ragionando (ma anche gli altri)


Il modello commerciale moderno è basato sulla standardizzazione dei prodotti, per contenere i costi e rendere i prezzi accessibili al consumo di massa.

Con l'arrivo di Internet (semplifichiamo) si è iniziato a parlare di mass customization... idea che si è infranta, sostanzialmente, perchè alla gente - me per primo - i prodotti personalizzati piacciono, ma non piace dover pagare un extra in cambio, spesso abbastanza salato (chi sa di produzione e logistica sa anche perchè esplodono i costi)

Esplosiva (o quanto meno interessante) è la prospettiva del 3D printing, del potersi stampare a casa oggetti, magari basandosi su file scaricati in rete (o piratati, copiati...); non solo l'mp3 o il video pirata ma domani forse anche l'oggetto.

Motivi per cui si sta ragionando su come trovare un modo per rendere accessibile e legale l'autoproduzione di prodotti che le aziende hanno sviluppato spesso con investimenti pesantissimi.

Però... comprarsi una stampante, attrezzarsi non è ne' banale ne' gratuito e bisogna vedere se vale la pena. 

Molto più sensato potrebbe continuare a rifornirsi di prodotti nel luogo dove andiamo abitualmente - il supermercato.

Che magari però ha installata una stampante 3D (di quelle belle) e permette di stamparsi prodotti on demand - magari anche in una logica simile al print on demand dei libri; non mi carico di costi stoccandomi di libri o prodotti che raramente vengono venduti. 

Ne conservo solo l'informazione - e se arriva uno che vuole quel prodotto, lo stampo on demand... interessante per parti di ricambio, ad esempio. O per prodotti veramente personalizzati....

Comunque Tesco in Inghileterra ci sta facendo dei seri ragionamenti. Ecco cosa dicono sul loro blog:

So what does this all mean for Tesco then? Well I’m making no promises, but there are a few things I can predict for the future. We already print photos and posters in many of our larger stores, so why not other gifts and personalised items? How about letting kids design their own toys and then actually being able to get them made. What if we had a digital catalogue of spare parts for items that you’d bought? They could be printed on demand and ready for you by the time you’d finished your shopping. You could even take a broken item in to store; we could scan it in 3D, repair it digitally and make you a new one. The potential for 3D technology to revolutionise the way we view stores and what we can get from them is vast.

E ci sta pensando anche Sainsbury (leggete ad esempio questo)

In effetti c'è anche tutta un'area di business in cui il supermercato diventa la "fabbrica" di prodotti pensati e disegnati dai suoi stessi clienti - che progettano oggetti e se li fanno produrre dal retailer.

Comunque attenzione al ciclo dell'hype: come racconta questo interessante articolo (bello il grafico dello stato delle varie tecnologie) "the next big thing" spesso finisce per non essere tutta quella gran cosa che ci aspettavamo (e vendevamo ai clienti). E chi è da un po' su Internet lo ha imparato benissimo...


Approfondimenti:



venerdì, giugno 07, 2013

L'app della TV inglese per il second screen...


Questa faccenda del second screen sembra proprio stia diventando una cosa di moda. O una cosa che preoccupa le stazioni televisive. O che qualcuno vede come opportunità.

Con lo scopo primario di recuperare revenue pubblicitarie, l'emittente inglese Channel Four  lancerà a Luglio l'app 4Now - una app che non copre solo uno specifico programma (come ad esempio è stato il caso dell'app di X-Factor) ma è proprio il tool parallelo alla stazione televisiva.

Permettendo di partecipare alle discussioni su stazione e programmi sui social, consultare contenuti multimediali aggiuntivi, sondaggi, partecipazioni da casa a programmi e quiz show... e ovviamente proponendo agli inserzionisti un nuovo mezzo da occupare con la pubblicità - magari integrandosi con il primo schermo, quello grande.

Specialmente perché conterrà un sistema analogo a Shazam, che riconoscendo l'audio della TV sarà in grado di fare succedere cose sull'iPhone e sull'iPad... (come? No Android?)

Approfondimenti:


26 per cent of the UK tweets while watching TV: http://recombu.com/digital/news/26-per-cent-of-the-uk-tweets-while-watching-tv_M10215.html



mercoledì, maggio 15, 2013

Vedere assolutamente. Questo si chiama fare le cose in grande stile.


Se vedete una cabina telefonica rosa al cui interno suona il telefono, affrettatevi a rispondere.

E' l'occasione di una vita di assistere a un evento di comunicazione in grandissimo stile.

Da restare a bocca aperta.
Guardatevi (obbligatoriamente) il video. Fidatevi.

Per i cosmetici Benefit, in UK... ( ma pare vogliano farla girare, questa cabina...)

martedì, settembre 25, 2012

Il cioccolato col GPS dentro. Un concorso che ti trova.


Inutile che ti nascondi. Sappiamo dove sei. E ti portiamo il premio a casa.
Da Nestlé, una promozione geolocalizzata e un po’ inquietante. Hanno semplicemente infilato un dispositivo GPS in un certo numero di barrette di KitKat (e altri prodotti).
Il fortunato che troa una di queste barrette e la scarta, attiva un dispositivo GPS che inizia a strombazzare la sua posizione all’azienda (sempre che l’acquirente distratto non dia un bel morso e faccia fuori GPS e denti, temo).
A questo punto un team aziendale ti rintraccia e ti porta 10mila sterline di premio, entro 24 ore (a meno che non ti nasconda sottoterra, dove il GPS non prende).
A supporto dell’operazione, pubblicità interattiva – con simpatici poster dotati di NFC e QR Code. Interagendo con il poster usando il proprio smartphone si viene trasportati (solo digitalmente) a una pagina mobile da cui si può partecipare ad una promozione parallela.
Molto Geek Advertising.
Su Facebook potete leggere i dettagli.

venerdì, febbraio 05, 2010

Dio è morto, Marx pure e anche il mio mercato…


Se Tesco, catena di supermercati inglese, non solo vende ma inizia addirittura a produrre Dvd di successo, dov’è il limite di chi fa che cosa?


Nel mischione economico del XXI secolo, tutti diventeranno concorrenti di tutti? Dove arriveranno un domani le macrocatene della Grande Distribuzione, se Tesco si metta a fare il produttore cinematografico di pellicole nazionalpopolari?

Parlo di questo nel mio articolo settimanale su Apogeo.

lunedì, ottobre 05, 2009

ADV: in UK online supera TV



Pur con l'avvertenza che i numeroni vanno sempre interpretati e che il Regno Unito non è l'Italia, interessante vedere che in UK per la prima volta la spesa nell'advertising online ha superato gli investimenti in TV - arrivando a un 25% della spesa globale (Fonte IAB dati primo semestre 2009).

UK è la prima nazione (di quelle grosse) in cui questo capita.

L'investimento Internet è salito in un anno del 4.6% - con un mercato globale che cala del 16.6 % (!)

Calano però i banner di oltre il 5%. Chi ha vinto? Il Search Advertising, in primis di Google.

E' evidente come un trend del genere, se si verificasse in Italia, avrebbe implicazioni che immediatamente travalicherebbero il mero dato economico... ma tranquilli, è improbabile, per molte ragioni che anche da noi (almeno a breve) la grande mamma TV si veda sorpassare a sinistra dall'online...

giovedì, agosto 27, 2009

In Inghilterra è finito il Grande Fratello

Dopo 10 anni di programmazione, in UK il canale televisivo Channel 4 ha deciso di chiudere (definitivamente?) il Grande Fratello, lo show simbolo del reality, dopo l'edizione 2010 (sempre che questa non sia un tale successo da far cambiare idea, aggiungo io).

L'audience del programma si è infatti più che dimezzata, al punto da renderlo economicamente molto meno interessante in termini di revenue generation per la stazione televisiva (poi c'è dietro anche una questione di rifarsi un'immagine agli occhi dei politici, perché il canale sta chiedendo un intervento pubblico per ripianare i propri debiti... leggetevi l'articolo del Times).

C'è da interrogarsi sui motivi della disaffezione.

La gente si è evoluta e ha migliorato i propri gusti? O Big Brother si è fatto superare a sinistra da altri reality più "aggressivi" e dobbiamo quindi aspettarci contenuti e situazioni sempre più controversial per mantenere alta l'audience?

E uno show sempre più controversial riuscirebbe ancora ad essere accettabile come contenitore pubblicitario per brand che comunque intendono mantenere una certa immagine di marca?

I reality sono comunque il simbolo del divide che contraddistingue le nostre società - in fondo un po' il simbolo di quei target poco o nulla digitali e il controsimbolo di quei target che hanno largamente invece abbandonato la TV a favore di consumi media online, interattivi, attivi/partecipativi.

Eppure... visto che il GF nel Regno Unito sta per uscire dalla TV, il produttore dello show (Endemol) pare stia pensando di portarlo su Internet... un broadband/VOD/streaming grande fratello internettaro...?

Sarebbe interessante vedere se il cambio di "canale" cambierebbe l'audience e/o se questo implicherebbe modifiche tali al format da renderlo appetibile anche ad un target più digitale... ne parliamo forse a partire dal 2011