venerdì, maggio 12, 2006

Aumenta l’offerta di TV, diminuiscono le Audience, vedo nel futuro…

Una gran corsa ai Format.


Gli addetti ai lavori statunitensi da tempo sono impegnati in una lamentazione sul tema "che ne sarà della TV e delle sue audience".
Al di là della grancassa mediatica e del fatto che è di moda laggiù profetizzare la fine della TV e dell'advertising, esiste nella industry una reale preoccupazione e va riconosciuto che oltre Atlantico esistono segnali da non sottovalutare.

il problema sta nel fatto che stanno cambiando contemporaneamente sia l'offerta di televisione che la sua domanda - o meglio il suo pubblico.

La televisione americana (e non solo) si lamenta per la diminuzione della audience ma, sopratutto, per lo sviluppo di un diverso rapporto che il pubblico ha con la scatola magica e i suoi programmi (anche se quantitativamente i consumi restano elevati).

Dal lato dell'offerta sono invece in atto trend inflattivi che vanno a complicare ulteriormente la vita agli operatori - specificamente sul fronte della moltiplicazione dei canali disponibili.
Da noi si pensa subito al digitale terrestre… ma forse ancora più dirompente sarà l'impatto della TV che passa attraverso Internet (IPTV, quella di Tiscali e di Alice Home TV).

Non tanto, forse, per la disponibilità di nuovi canali diffusivi via cavo, quanto per il realizzarsi della promessa del video on demand - permetterà all'utente di crearsi un proprio palinsesto personalizzato, svincolato da strategie e proposte dell'emittente.

Di fronte quindi al moltiplicarsi per 10 o per 100 della scelta televisiva e misurandosi con un mercato dove si guarda meno la TV (principalmente i target giovani), si aprono scenari potenziali molto complessi.

Con migliaia di programmi disponibili, seguendo la programmazione dell'emittente o usando il video on demand, la matematica ci indica che, se non iniziamo a prolificare come conigli, la numerosità dell’audience media aritmeticamente spettante ad ogni programma sarà molto più piccola. Con le conseguenti problematiche di revenue pubblicitarie e quindi di copertura dei costi del programma.

Ovviamente la statistica è una scienza che inganna e la media dell'audience sarà fatta da molti programmi con pochissima audience e pochissimi programmi con molto pubblico.

Come sempre capita, esisteranno alcuni programmi che diventeranno di moda o la cui innovatività e qualità romperanno le barriere; programmi che riusciranno a fidelizzare audience ben più vaste di quelle medie. E a far lievitare i fatturati pubblicitari.

Sarà forse su questi pochi, fortunati programmi (siano essi trasmessi on air o inviati via Rete) che si poggeranno i bilanci delle emittenti del futuro.

Se lo scenario sarà questo, la lotta per la concorrenza delle televisioni si farà sempre di più attraverso una spasmodica lotta per avere "il" programma di successo, in grado di attrarre pubblico e revenue. E permettere alla catena di finanziare il contenuto che deve riempire, con poco pubblico a disposizione, le restanti ore di programmazione.

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