Un blog di Comunicazione, Internet Marketing, Social Media, PR Digitali. Approfondimenti sul Manuale di Strategia Digitale.
mercoledì, ottobre 31, 2007
Il cellulare è la mia Guida
Ricercatori tedeschi stanno lavorando per trasformare il nostro telefonino in un coach che ci rassicuri e ci motivi. E che ci faccia raggiungere i nostri obiettivi.
Per saperne di più potete leggere il mio articolo di questa settimana su Apogeo...
Ricercatori tedeschi stanno lavorando per trasformare il nostro telefonino in un coach che ci rassicuri e ci motivi. E che ci faccia raggiungere i nostri obiettivi.
Per saperne di più potete leggere il mio articolo di questa settimana su Apogeo...
martedì, ottobre 30, 2007
Venturini su Radio 2
L'importanza di una persona si vede da chi lo intervista - o meglio dalla fascia oraria in cui va in onda l'intervista.
Giovedi' prossimo sarò ospite, con una mia intervista sul Marketing Virale, del programma Versione Beta di Radio 2.
L'intervista sarà messa in onda alle ore 02:30 (le due e mezza AM...) con replica sabato alle 22:30.
Fortunatamente sarà disponibile anche il podcast della trasmissione...
L'importanza di una persona si vede da chi lo intervista - o meglio dalla fascia oraria in cui va in onda l'intervista.
Giovedi' prossimo sarò ospite, con una mia intervista sul Marketing Virale, del programma Versione Beta di Radio 2.
L'intervista sarà messa in onda alle ore 02:30 (le due e mezza AM...) con replica sabato alle 22:30.
Fortunatamente sarà disponibile anche il podcast della trasmissione...
Wal-Mart taglia l'acqua nei prodotti per salvare l'ecologia
Wal_Mart, LA catena di supermercati americana, ha annunciato da qualche settimana che a partire dal prossimo Maggio venderà i prodotti liquidi per la detegenza solo in forma concentrata, togliendo ad esempio dagli scaffali gli ammorbidenti da "n" litri (la maggior parte dei quali costituiti da banale acqua che si può aggiungere a casa).
La mossa permetterà di risparmiare un miliardo e mezzo di litri d'acqua, quarantatremila tonnellate di plastica eccetera eccetera.
Farà anche (dico io) risparmiare un sacco di soldi in confezioni, in costi di trasporto (prodotto meno pesante, con la benzina che sta alle stelle...) e così via.
Interessante poi sarebbe vedere se questo significa spostare a forza il mercato su prodotti con un superiore prezzo al litro equivalente... tenendo conto anche del fatto che con il concentrato tutti tendono a usarne molto di più del necessario...
Insomma, che l'ecologia sia anche un buon affare per i margini, dopo tutto?
Wal_Mart, LA catena di supermercati americana, ha annunciato da qualche settimana che a partire dal prossimo Maggio venderà i prodotti liquidi per la detegenza solo in forma concentrata, togliendo ad esempio dagli scaffali gli ammorbidenti da "n" litri (la maggior parte dei quali costituiti da banale acqua che si può aggiungere a casa).
La mossa permetterà di risparmiare un miliardo e mezzo di litri d'acqua, quarantatremila tonnellate di plastica eccetera eccetera.
Farà anche (dico io) risparmiare un sacco di soldi in confezioni, in costi di trasporto (prodotto meno pesante, con la benzina che sta alle stelle...) e così via.
Interessante poi sarebbe vedere se questo significa spostare a forza il mercato su prodotti con un superiore prezzo al litro equivalente... tenendo conto anche del fatto che con il concentrato tutti tendono a usarne molto di più del necessario...
Insomma, che l'ecologia sia anche un buon affare per i margini, dopo tutto?
Non male l'idea della polizia di Mumbai (India) - quando uscite dalla disco invece del solito timbro astratto sulla mano vi stampano un bel "do not drink and drive" e il numero del taxi.
Bella idea, se bevono però anche là come degli animali, come fanno certi qua, più che un timbro ci vorrebbe un tatuaggio.
Link
Bella idea, se bevono però anche là come degli animali, come fanno certi qua, più che un timbro ci vorrebbe un tatuaggio.
Link
domenica, ottobre 28, 2007
Poveri Eroi...
Heroes è una delle poche cose intelligenti, o almeno differenti, che ho visto ultimamente sulla povera TV italiana.
Successone della madonna, evidentemente, visto che Italia Uno ha retrocesso la serie il mercoledi' in seconda serata, almeno per tirare a finire la prima stagione, poi si vedrà.
E posso anche capirli.
Il problema è che io al mattino mi alzo alle 06:45 quindi col **** che sto su a guardarmeli in seconda serata, che tra l'altro fanno 2 puntate di fila...
A questo punto posso:
a) armeggiare col videoregistratore etc etc per vedermela in differita
b) comprarmi su Amazon la serie in Inglese (che è anche meglio)
c) scaricarmela piratata su e-Ostrich o quel che l'è.
La prima la escludo - avessi un TiVo ancora ancora... ma il mio coinvolgimento emotivo con la TV è troppo basso per giustificare il benchè minimo sforzo.
Deciderò tra la seconda e la terza.
In effetti Heroes faceva delle audience un po' bassine, con un pesante declino - fino all'abisso della scorsa domenica con uno share del 5% e appena 1.6 mln di telespettatori, grosso modo la metà degli obiettivi di Italia 1.
Insomma ce lo si aspettava più o meno tutti, anzi molti si aspettavano una morte rapida e la cancellazione.
Chissà come leggere questo flop.
- Pessimo posizionamento del prodotto nel palinsesto, troppo debole per reggere contro il calcio?
- Gli italiani non sono pronti per un programma diverso e con meccanismi narrativi più complessi di Biancaneve e le sette veline?
- Agli italiani, come ho letto da qualche parte, il paranormale, il fantascientifico non attira e interessa solo la gnocca, il gossip e le morbosità delle varie isole? E piace la morbosità del morbo, del corpo sanguinante, dell'anatomia criminale (e non) di House, CSI LA / NY/ BGDS (Bergamo Di Sotto), Grey's, e non so più quant'altri serial pieni di malati, pus, frattaglie e deduzioni analitiche così sofisticate e specialistiche che nessuno senza 4 lauree ci capisce una sega? (confesso, non li capisco ma mi piaaacciono, i telefilm di sangue, sudore e deduzione).
- I giovani, vero target di Heroes (io sono terribilmente sbagliato per quel programma) si sono rotti le scatole di guardare la TV in TV, fanno altro o si guardano quello che gli interessa usando il computer e scaricandolo più o meno legalmente da Internet...?
Volessi essere partigiano di cause antagoniste direi che è quest'ultimo il caso, che Internet finirà per uccidere la TV, che le serie sono amate, ma guardate piratate... ma direi una grandissima ****.
Why? But because che le serie si trovano facilmente da scaricare.. ma sono in Inglese. E la percentuale di giovani italici che lo sanno abbastanza bene da seguire un telefilm è drammaticamente più bassa della drammatica audience di Heroes...;-)
Perplesso non posso dire di esserlo. Mi verrebbe da essere pesantemente snob e sparare a zero sull'italiano medio... che non fa le audience che mi fanno comodo ;-)
In realtà mi limiterò a fare un altro bel passo in avanti sul grafico che vede il mio consumo di TV sulla TV tendere asintoticamente a zero.
Già perchè Dr. House... le puntate che ci sono adesso le ho già viste in Spagna, quindi per almeno qualche mese, forse un'anno, zero audience da parte mia. E se non mi pagate vi svelo come vanno a finire. Tutte.
E comunque sento un numero crescente di persone dire che anche House li sta un po' stufando. Per consolarvi vi svelo che secondo me le puntate che devono arrivare, quelle che ho già visto, mi sembrano migliori di quelle precedenti - ma va a gusti.
Vabbè, niente Heroes stasera in TV. E io, alla faccia della pubblicità, mi guardo un paio di puntate di X-Files che ancora non ho (ri)visto. O magari un M*A*S*H* d'annata. Sul PC. Perchè la TV è occupata dalla mia signora che si guarda in DVD Sex and the City.
Contributo della famiglia Venturini alle audience pubblicitarie e quindi al business che mantiene in piedi il carrozzone della TV (RAI o Mediaset ormai poco importa) : zero.
E da ex pubblicitario un po' mi dispiace, un po' mi sento in colpa. Ma che ci devo fare, se la TV è sempre più lontana da un qualsiasi barlume di mio interesse?
Per confortarmi chiudo il post e vado a farmi nell'ordine: quadretto di cioccolata all'arancio e madorle, seguita da cioccolato nero alla menta e chiudo con cioccolato nero al peperoncino.
Alla faccia di, per me, Italia Zero .
Basta. Ciao e cioccolata.
Heroes è una delle poche cose intelligenti, o almeno differenti, che ho visto ultimamente sulla povera TV italiana.
Successone della madonna, evidentemente, visto che Italia Uno ha retrocesso la serie il mercoledi' in seconda serata, almeno per tirare a finire la prima stagione, poi si vedrà.
E posso anche capirli.
Il problema è che io al mattino mi alzo alle 06:45 quindi col **** che sto su a guardarmeli in seconda serata, che tra l'altro fanno 2 puntate di fila...
A questo punto posso:
a) armeggiare col videoregistratore etc etc per vedermela in differita
b) comprarmi su Amazon la serie in Inglese (che è anche meglio)
c) scaricarmela piratata su e-Ostrich o quel che l'è.
La prima la escludo - avessi un TiVo ancora ancora... ma il mio coinvolgimento emotivo con la TV è troppo basso per giustificare il benchè minimo sforzo.
Deciderò tra la seconda e la terza.
In effetti Heroes faceva delle audience un po' bassine, con un pesante declino - fino all'abisso della scorsa domenica con uno share del 5% e appena 1.6 mln di telespettatori, grosso modo la metà degli obiettivi di Italia 1.
Insomma ce lo si aspettava più o meno tutti, anzi molti si aspettavano una morte rapida e la cancellazione.
Chissà come leggere questo flop.
- Pessimo posizionamento del prodotto nel palinsesto, troppo debole per reggere contro il calcio?
- Gli italiani non sono pronti per un programma diverso e con meccanismi narrativi più complessi di Biancaneve e le sette veline?
- Agli italiani, come ho letto da qualche parte, il paranormale, il fantascientifico non attira e interessa solo la gnocca, il gossip e le morbosità delle varie isole? E piace la morbosità del morbo, del corpo sanguinante, dell'anatomia criminale (e non) di House, CSI LA / NY/ BGDS (Bergamo Di Sotto), Grey's, e non so più quant'altri serial pieni di malati, pus, frattaglie e deduzioni analitiche così sofisticate e specialistiche che nessuno senza 4 lauree ci capisce una sega? (confesso, non li capisco ma mi piaaacciono, i telefilm di sangue, sudore e deduzione).
- I giovani, vero target di Heroes (io sono terribilmente sbagliato per quel programma) si sono rotti le scatole di guardare la TV in TV, fanno altro o si guardano quello che gli interessa usando il computer e scaricandolo più o meno legalmente da Internet...?
Volessi essere partigiano di cause antagoniste direi che è quest'ultimo il caso, che Internet finirà per uccidere la TV, che le serie sono amate, ma guardate piratate... ma direi una grandissima ****.
Why? But because che le serie si trovano facilmente da scaricare.. ma sono in Inglese. E la percentuale di giovani italici che lo sanno abbastanza bene da seguire un telefilm è drammaticamente più bassa della drammatica audience di Heroes...;-)
Perplesso non posso dire di esserlo. Mi verrebbe da essere pesantemente snob e sparare a zero sull'italiano medio... che non fa le audience che mi fanno comodo ;-)
In realtà mi limiterò a fare un altro bel passo in avanti sul grafico che vede il mio consumo di TV sulla TV tendere asintoticamente a zero.
Già perchè Dr. House... le puntate che ci sono adesso le ho già viste in Spagna, quindi per almeno qualche mese, forse un'anno, zero audience da parte mia. E se non mi pagate vi svelo come vanno a finire. Tutte.
E comunque sento un numero crescente di persone dire che anche House li sta un po' stufando. Per consolarvi vi svelo che secondo me le puntate che devono arrivare, quelle che ho già visto, mi sembrano migliori di quelle precedenti - ma va a gusti.
Vabbè, niente Heroes stasera in TV. E io, alla faccia della pubblicità, mi guardo un paio di puntate di X-Files che ancora non ho (ri)visto. O magari un M*A*S*H* d'annata. Sul PC. Perchè la TV è occupata dalla mia signora che si guarda in DVD Sex and the City.
Contributo della famiglia Venturini alle audience pubblicitarie e quindi al business che mantiene in piedi il carrozzone della TV (RAI o Mediaset ormai poco importa) : zero.
E da ex pubblicitario un po' mi dispiace, un po' mi sento in colpa. Ma che ci devo fare, se la TV è sempre più lontana da un qualsiasi barlume di mio interesse?
Per confortarmi chiudo il post e vado a farmi nell'ordine: quadretto di cioccolata all'arancio e madorle, seguita da cioccolato nero alla menta e chiudo con cioccolato nero al peperoncino.
Alla faccia di, per me, Italia Zero .
Basta. Ciao e cioccolata.
sabato, ottobre 27, 2007
Ma... quale fu la prima T-Shirt pubblicitaria? E a quando il Bradvertising?
Consideratela storia dell'advertising o trivia pubblicitario... ma non tutti (io di certo non lo sapevo) sanno che la prima T-Shirt pubblicitaria fu realizzata nel lontano 1939 per promuovere il film "Il Mago di Oz".
Ne vennero realizzate solo taglie piccole, da bambini - si riteneva infatti che gli adulti non si sarebbero prestati a fare da media e farsi vedere in giro con quella roba.
Specialmente dato che la T-Shirt era ancora un indumento intimo - come un reggiseno o un paio di mutande.
A quando dunque il reggiseno pubblicitario? (le mutande, graze all'elastico branded, già comunicano, spuntando fuori dai jeans a vita rasoterra).
Restiamo in fiduciosa attesa del Bradvertising.
un paio di link sulla T-Shirt del Mago di Oz: uno e due
Consideratela storia dell'advertising o trivia pubblicitario... ma non tutti (io di certo non lo sapevo) sanno che la prima T-Shirt pubblicitaria fu realizzata nel lontano 1939 per promuovere il film "Il Mago di Oz".
Ne vennero realizzate solo taglie piccole, da bambini - si riteneva infatti che gli adulti non si sarebbero prestati a fare da media e farsi vedere in giro con quella roba.
Specialmente dato che la T-Shirt era ancora un indumento intimo - come un reggiseno o un paio di mutande.
A quando dunque il reggiseno pubblicitario? (le mutande, graze all'elastico branded, già comunicano, spuntando fuori dai jeans a vita rasoterra).
Restiamo in fiduciosa attesa del Bradvertising.
un paio di link sulla T-Shirt del Mago di Oz: uno e due
giovedì, ottobre 25, 2007
Disney, Tesco e i salutari snack inglesi
Chi ha figli sa quanto potenti siano le caratterizzazioni dei packaging (confezioni) dei prodotti per bambini usando personaggi "famosi" dei cartoni animati.
Un packaging così addobbato sembra avere un effetto magnetico sui pargoli, che sanno benissimo come estorcere a genitori poco rigidi un acquisto non previsto.
Quella che da noi è pratica corrente e diffusa, in Inghilterra è stata da un po' di tempo severamente limitata.
L'ente regolatore ha infatti preso atto del serio problema causato da merendine e snack insalubri sulla salute dei giovani virgulti britannici ed ha quindi tra l'altro vietato l'uso di personaggi cartoonistici di terze parti sulle confezioni di prodotti ad alto contenuto di sale, zucchero o grassi.
Restano invece ammessi i personaggi inventati dalla marca (insomma, Batman no, la Mucca di Fruttolo* sì)
Brutto colpo sia per i produttori di cibo che per i produttori di cartoon, che dal licensing dei personaggi ricavano dei sostanziosi fatturati.
Per salvare capra e cavoli, dunque, Tesco (gigante dei supermercati inglesi) e Disney hanno pensato bene di allearsi: Tesco ci ha messo un prodotto più salutare (cereali, yogurt, latte... studiati per essere nutrizionalmente corretti) e Disney ci ha messo i personaggi suoi e di Pixar sul pack. E insieme un bel po' di marketing
I prodotti sono stati lanciati da pochissimo ed è in piano di allargare progressivamente questa gamma in cobranding.
La speranza di tutti è che si riesca comunque a fare dei bei fatturati facendo stare un po' meglio di salute le prossime generazioni...
Chi ha figli sa quanto potenti siano le caratterizzazioni dei packaging (confezioni) dei prodotti per bambini usando personaggi "famosi" dei cartoni animati.
Un packaging così addobbato sembra avere un effetto magnetico sui pargoli, che sanno benissimo come estorcere a genitori poco rigidi un acquisto non previsto.
Quella che da noi è pratica corrente e diffusa, in Inghilterra è stata da un po' di tempo severamente limitata.
L'ente regolatore ha infatti preso atto del serio problema causato da merendine e snack insalubri sulla salute dei giovani virgulti britannici ed ha quindi tra l'altro vietato l'uso di personaggi cartoonistici di terze parti sulle confezioni di prodotti ad alto contenuto di sale, zucchero o grassi.
Restano invece ammessi i personaggi inventati dalla marca (insomma, Batman no, la Mucca di Fruttolo* sì)
Brutto colpo sia per i produttori di cibo che per i produttori di cartoon, che dal licensing dei personaggi ricavano dei sostanziosi fatturati.
Per salvare capra e cavoli, dunque, Tesco (gigante dei supermercati inglesi) e Disney hanno pensato bene di allearsi: Tesco ci ha messo un prodotto più salutare (cereali, yogurt, latte... studiati per essere nutrizionalmente corretti) e Disney ci ha messo i personaggi suoi e di Pixar sul pack. E insieme un bel po' di marketing
I prodotti sono stati lanciati da pochissimo ed è in piano di allargare progressivamente questa gamma in cobranding.
La speranza di tutti è che si riesca comunque a fare dei bei fatturati facendo stare un po' meglio di salute le prossime generazioni...
*Disclaimer: il character per questo prodotto l'ha sviluppato l'agenzia di packaging di cui sono CM...
martedì, ottobre 23, 2007
Il problemaccio dei costi di produzione della pubblicità
Colgo al balzo il commento di Claudio Jacovelli al mio post precedente:
Colgo al balzo il commento di Claudio Jacovelli al mio post precedente:
Sarebbe interessante davvero - considerando anche che la frammentazione del target è una sciagura per i pubblicitari televisivi.
Almeno da un certo punto di vista.
Anche se è un po' di tempo che non seguo piu' produzioni TV, ritengo che oggi come oggi sotto i 200,000 euro non si riesca in media a fare un commercial decente (non dico bello). Poi magari c'è chi ce la fa con 100,000, ma è lo stesso.
Chiaro che se spalmo il costo di produzione su 1,500,000 viewers è un conto, meglio se sono 5 milioni.
Ma se il mio target si frammenta in mini target da 200.000 persone, che sono tanto diverse da non rendere funzionale l'uso dello stesso spot per tutti...? E quindi devo farne 3 o 4?
Come faccio a far quadrare i conti della produzione? E il loro impatto sul prezzo del prodotto?
Una strada è quella del gangbang marketing o dell'advertising user generated.. che però significa delegare l'interpretazione e in fondo il controllo del brand agli utenti...
Certo, è vero che si dice sempre più che la Brand 2.0 viene fatta e creata dagli utenti etc etc... ma questo è vero per poche marche, quelle con un elevato coinvolgimento emotivo. Per Nike o Malboro o Apple, lo posso capire. Per un Dixan?? Per la Ferrarelle??
Mah.
Lo sapete, vero, che una delle peggiori maledizioni cinesi è "possa tu vivere in tempi interessanti"? ;-)
Almeno da un certo punto di vista.
Anche se è un po' di tempo che non seguo piu' produzioni TV, ritengo che oggi come oggi sotto i 200,000 euro non si riesca in media a fare un commercial decente (non dico bello). Poi magari c'è chi ce la fa con 100,000, ma è lo stesso.
Chiaro che se spalmo il costo di produzione su 1,500,000 viewers è un conto, meglio se sono 5 milioni.
Ma se il mio target si frammenta in mini target da 200.000 persone, che sono tanto diverse da non rendere funzionale l'uso dello stesso spot per tutti...? E quindi devo farne 3 o 4?
Come faccio a far quadrare i conti della produzione? E il loro impatto sul prezzo del prodotto?
Una strada è quella del gangbang marketing o dell'advertising user generated.. che però significa delegare l'interpretazione e in fondo il controllo del brand agli utenti...
Certo, è vero che si dice sempre più che la Brand 2.0 viene fatta e creata dagli utenti etc etc... ma questo è vero per poche marche, quelle con un elevato coinvolgimento emotivo. Per Nike o Malboro o Apple, lo posso capire. Per un Dixan?? Per la Ferrarelle??
Mah.
Lo sapete, vero, che una delle peggiori maledizioni cinesi è "possa tu vivere in tempi interessanti"? ;-)
lunedì, ottobre 22, 2007
Comunicazione Punto Vendita - Retail Innovation
Per chi fosse interessato all'innovazione sul punto vendita, segnalo che l' 8, 9 e 10 novembre p.v si terrà a Milano il Viscom Visual Communication Italia 2007, il più grande evento europeo per la comunicazione visiva .
Nell'ambito della manifestazione, particolarmente interessante il D-Communication Forum, un momento di riflessione e di scambio, focalizzato quest'anno sulle tematiche dell' Innovazione sul Punto Vendita e articolato in una serie di convegni.
Io sarò relatore al seminario dedicato all' Innovation Retail - soluzioni emergenti e trend futuri, sul tema " Il Marketing delle Emozioni, Nuove strategie per il retail del XXI secolo".
Ci saranno poi tutta una serie di altre interessanti esposizioni da parte di titolati personaggi...(per tutti i dettagli, potrete visitare il sito www.visualcommunication.it).
Per partecipare al seminario basterà registrarsi sul sito www.visualcommunication.it ; chi si registrerà entro il 28 Ottobre potrà avere l'ingresso gratuito ai seminari e all'esposizione.
L'appuntamento con il mio seminario sarà dunque l'8 Novembre alle ore 11 al Viscom, Fiera di Milano Nuovo quartiere Rho, entrata porta Est, Pad.3, sala Seminari.
Per chi fosse interessato all'innovazione sul punto vendita, segnalo che l' 8, 9 e 10 novembre p.v si terrà a Milano il Viscom Visual Communication Italia 2007, il più grande evento europeo per la comunicazione visiva .
Nell'ambito della manifestazione, particolarmente interessante il D-Communication Forum, un momento di riflessione e di scambio, focalizzato quest'anno sulle tematiche dell' Innovazione sul Punto Vendita e articolato in una serie di convegni.
Io sarò relatore al seminario dedicato all' Innovation Retail - soluzioni emergenti e trend futuri, sul tema " Il Marketing delle Emozioni, Nuove strategie per il retail del XXI secolo".
Ci saranno poi tutta una serie di altre interessanti esposizioni da parte di titolati personaggi...(per tutti i dettagli, potrete visitare il sito www.visualcommunication.it).
Per partecipare al seminario basterà registrarsi sul sito www.visualcommunication.it ; chi si registrerà entro il 28 Ottobre potrà avere l'ingresso gratuito ai seminari e all'esposizione.
L'appuntamento con il mio seminario sarà dunque l'8 Novembre alle ore 11 al Viscom, Fiera di Milano Nuovo quartiere Rho, entrata porta Est, Pad.3, sala Seminari.
Un drink super freddo, packaging & Marketing
Sprite ( gruppo Coca-Cola) sta lavorando su un packaging estremamente innovativo.
Si tratta, in sostanza di una bottiglia che, quando si apre fa scattare (credo) una reazione chimica che genera un intenso freddo (senza però contaminare il contenuto) che permette di godersi una Sprite bella gelata, come piace ai giovani americani.
Il nuovo drink si chiamerà Sprite Super Chilled e potrebbe esser lanciata in Gran Bretagna verso l'anno prossimo.
Se il prodotto funzionerà, il packaging potrebbe venir esteso agli altri prodotti della casa di Atlanta.
Quella della diversificazione funzionale dei contenitori sembra essere un'area di sviluppo promettente per i brand - quindi ritengo che nel prossimo futuro potremmo vederne delle belle... sempre che si riescano a far assorbire i costi al consumer...
Sprite ( gruppo Coca-Cola) sta lavorando su un packaging estremamente innovativo.
Si tratta, in sostanza di una bottiglia che, quando si apre fa scattare (credo) una reazione chimica che genera un intenso freddo (senza però contaminare il contenuto) che permette di godersi una Sprite bella gelata, come piace ai giovani americani.
Il nuovo drink si chiamerà Sprite Super Chilled e potrebbe esser lanciata in Gran Bretagna verso l'anno prossimo.
Se il prodotto funzionerà, il packaging potrebbe venir esteso agli altri prodotti della casa di Atlanta.
Quella della diversificazione funzionale dei contenitori sembra essere un'area di sviluppo promettente per i brand - quindi ritengo che nel prossimo futuro potremmo vederne delle belle... sempre che si riescano a far assorbire i costi al consumer...
Non è marketing, però...
Come avrete capito, in genere cerco di tenere un po' "serio" questo blog.
Di tanto in tanto, però, mi permetto di toccare dei temi più light.
Mi è dunque impossibile non segnalare questo filmato - nata da un programma televisivo giapponese per bambini, la "Algorithm March" è diventata un tormentone su YouTube, generando molteplici declinazioni, un piccolo cult.
Secondo me o la si trova orrenda o la si ama.
Consiglio: resistete nella visione del filmato fino a quando arrivano i ninja...;-)
(promesso, il prossimo post tornerà serio)
Come avrete capito, in genere cerco di tenere un po' "serio" questo blog.
Di tanto in tanto, però, mi permetto di toccare dei temi più light.
Mi è dunque impossibile non segnalare questo filmato - nata da un programma televisivo giapponese per bambini, la "Algorithm March" è diventata un tormentone su YouTube, generando molteplici declinazioni, un piccolo cult.
Secondo me o la si trova orrenda o la si ama.
Consiglio: resistete nella visione del filmato fino a quando arrivano i ninja...;-)
(promesso, il prossimo post tornerà serio)
sabato, ottobre 20, 2007
Quando una vending machine salva la vita
In un Giappone allarmato per la criminalità nelle strade (anche se la situazione sta in realtà migliorando), c'è chi ha trovato una soluzione per proteggere i passanti - il vestito mimetico.
Se inseguiti dai criminali in una via oscura, basterà estrarre dalla borsa l'abito ed indossarlo, per trasformarsi in uno dei mille distributori automatici presenti nelle strade giapponesi.
Ottima dimostrazione che il marketing può salvarti la vita...
(PS: l'operazione è stata seriamente considerata in Giappone e già alcuni di questi abiti / nascondigli fatti a mano venduti a caro prezzo. Approfondimento sul NY Times)
In un Giappone allarmato per la criminalità nelle strade (anche se la situazione sta in realtà migliorando), c'è chi ha trovato una soluzione per proteggere i passanti - il vestito mimetico.
Se inseguiti dai criminali in una via oscura, basterà estrarre dalla borsa l'abito ed indossarlo, per trasformarsi in uno dei mille distributori automatici presenti nelle strade giapponesi.
Ottima dimostrazione che il marketing può salvarti la vita...
(PS: l'operazione è stata seriamente considerata in Giappone e già alcuni di questi abiti / nascondigli fatti a mano venduti a caro prezzo. Approfondimento sul NY Times)
venerdì, ottobre 19, 2007
Il computer ascolta le telefonate per infilarti la pubblicità
il mio pezzo settimanale su Apogeo, questa volta è centrato su The Pudding, un servizio che offre telefonate gratis in cambio di pubblicità.
La differenza è che il sistema ha un software che ascolta le nostre conversazioni e pone pubblicità appropriate.
Così come Google legge le nostre mail e infila pubblicità "relevant" per le parole del testo, il pudding piazza annunci basati sulle parole che abbiamo detto.
Ovviamente esiste sempre il rischio che il software toppi e capisca fischi per fiaschi... si chiama serendipità.
Il pezzo lo potete leggere qui
Direi che ci risentiamo / rileggiamo la settimana prossima, buon weekend a tutti
La differenza è che il sistema ha un software che ascolta le nostre conversazioni e pone pubblicità appropriate.
Così come Google legge le nostre mail e infila pubblicità "relevant" per le parole del testo, il pudding piazza annunci basati sulle parole che abbiamo detto.
Ovviamente esiste sempre il rischio che il software toppi e capisca fischi per fiaschi... si chiama serendipità.
Il pezzo lo potete leggere qui
Direi che ci risentiamo / rileggiamo la settimana prossima, buon weekend a tutti
Wonderbra Hills. Genialità è farlo semplice semplice (e farsi pagare...?)
E' bastato che un qualche creativo osservasse con un occhio diverso due colline artificiali poste vicino ad una strada molto trafficata di Francoforte per avere l'idea (o almeno io mi immagino sia andata così...)
Si piazza un semplice cartello pubblicitario col marchio e voilà, le Wonderbra Hills.
Il vero problema? Come convincere il cliente a farsi pagare per il valore dell'operazione e non per il suo costo / il lavoro e tempo necessario per arrivarci.
Ovvio, non ho informazioni dall'interno ma dalla mia esperienza il rischio di operazioni intelligenti ma istantanee come questa è che il cliente ti dica "ma dai, ci hai pensato cinque minuti, perchè dovrei darti più di qualche spicciolo visto che praticamente non ci hai lavorato?"
Spero sia andata diversamente, ma qui siamo sempre più nel mercato del costo che nel mercato del valore...(massì, mi accodo anch'io alle sempre più folte schiere di essere senzienti che non sanno far altro che lamentarsi e guardare con nostalgia al passato...)
E' bastato che un qualche creativo osservasse con un occhio diverso due colline artificiali poste vicino ad una strada molto trafficata di Francoforte per avere l'idea (o almeno io mi immagino sia andata così...)
Si piazza un semplice cartello pubblicitario col marchio e voilà, le Wonderbra Hills.
Il vero problema? Come convincere il cliente a farsi pagare per il valore dell'operazione e non per il suo costo / il lavoro e tempo necessario per arrivarci.
Ovvio, non ho informazioni dall'interno ma dalla mia esperienza il rischio di operazioni intelligenti ma istantanee come questa è che il cliente ti dica "ma dai, ci hai pensato cinque minuti, perchè dovrei darti più di qualche spicciolo visto che praticamente non ci hai lavorato?"
Spero sia andata diversamente, ma qui siamo sempre più nel mercato del costo che nel mercato del valore...(massì, mi accodo anch'io alle sempre più folte schiere di essere senzienti che non sanno far altro che lamentarsi e guardare con nostalgia al passato...)
Due topone sequestrano un modello per 5 giorni e vincono pure un premio
(bello il titolo ad effetto, vero? Nella migliore tradizione del giornalismo che fa audience)
Nulla che sia successo davvero, ma è successo dal vero su Internet.
Si è trattato però "solo" di una operazione di comunicazione non convenzionale, generata da quei leader della disruption comunicativa che sono quelli di Diesel.
Breve - hanno creato una operazione online in cui 2 simpatiche e bellocce fanciulle avrebbero craccato il sito della marca di abbigliamento, usandolo per veicolare al mondo le loro imprese - il furto di una collezione di intimo Diesel e il rapimento di un commesso del negozio.
Il malcapitato è rimasto dunque (in questa fiction, of course) legato al letto, prigioniero per cinque giorni nella camera d'albergo di queste Thelma e Louise della lingerie.
Il tutto trasmesso in diretta (l'avevamo sempre sospettato che i reality fossero accuratamente orchestrati da fuori, no?)
E per rendere ancora più vouyeristicamente interattivo il tutto, i visitatori potevano non solo guardare ma anche chattare e interagire con le donzelle. E con il modello prigioniero - tanto che il pubblico ha a grande maggioranza approvato l'idea di sottoporre a ceretta depilatoria il malcapitato figaccione (video).
Vouyerismo, sadomaso, intimo, topone mezze nude - tutti gli ingredienti del successo, direi ;-)
Invece di essere arrestate per sequestro, furto e vari altri reati, sono state premiate.
L'operazione ha infatti ottenuto un Cyber Grand Prix al 54o International Advertising Festival di Cannes...
(bello il titolo ad effetto, vero? Nella migliore tradizione del giornalismo che fa audience)
Nulla che sia successo davvero, ma è successo dal vero su Internet.
Si è trattato però "solo" di una operazione di comunicazione non convenzionale, generata da quei leader della disruption comunicativa che sono quelli di Diesel.
Breve - hanno creato una operazione online in cui 2 simpatiche e bellocce fanciulle avrebbero craccato il sito della marca di abbigliamento, usandolo per veicolare al mondo le loro imprese - il furto di una collezione di intimo Diesel e il rapimento di un commesso del negozio.
Il malcapitato è rimasto dunque (in questa fiction, of course) legato al letto, prigioniero per cinque giorni nella camera d'albergo di queste Thelma e Louise della lingerie.
Il tutto trasmesso in diretta (l'avevamo sempre sospettato che i reality fossero accuratamente orchestrati da fuori, no?)
E per rendere ancora più vouyeristicamente interattivo il tutto, i visitatori potevano non solo guardare ma anche chattare e interagire con le donzelle. E con il modello prigioniero - tanto che il pubblico ha a grande maggioranza approvato l'idea di sottoporre a ceretta depilatoria il malcapitato figaccione (video).
Vouyerismo, sadomaso, intimo, topone mezze nude - tutti gli ingredienti del successo, direi ;-)
Invece di essere arrestate per sequestro, furto e vari altri reati, sono state premiate.
L'operazione ha infatti ottenuto un Cyber Grand Prix al 54o International Advertising Festival di Cannes...
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mercoledì, ottobre 17, 2007
La televisione si estinguerà con i suoi utenti?
Ho letto un interessante articolo su TV Key, rivista su cui ogni tanto scrivo anch'io.
Articolo di analisi dello scenario televisivo e delle audience, scritto da Viviana Mangoni.
Cito un pezzo delle conclusioni dell'articolo...
"La TV generalista non è malata, deve solo prendere qualche accorgimento per vivere più a lungo.
Innanzi tutto in Italia i 15-44enni sono il 42% della popolazione mentre gli over 44 sono il 47%.
A queste persone piace la "vecchia" televisione: la tanto criticata Raiuno ha scelto Mike Bongiorno e Loretta Goggi per la conduzione di Miss Italia, due icone "preistoriche" ma in linea con le caratteristiche dell'audience (...)
Il profilo di un canale non può mutare in qualche giorno stravolgendo un format che vive da più di sessant'anni.
Strategicamente è più coerente mantenere e soddisfare lo"zoccolo duro" formatosi nel tempo (...) Un ulteriore questione sollevata negli ultimi mesi è la diminuzione dei minuti dedicati al piccolo schermo... fenomeno più accentuato nelle fasce giovanili..."
Ergo, lo scenario che ci si presenta è di seguire a soddisfare il target più maturo e conservatore, del resto gli anziani sono destinati a crescere come numerosità...
alienando nel contempo i "giovani" che sono di meno - e che come si vede vanno sempre di più a fare altro nel tempo libero perchè spesso insodddidfatti dal palinsesto.
Problemino: poi i maturi muoiono e i giovani diventano maturi ma si sono disabituati alla TV e continuano a fare altro. E la TV muore.
Conclusione: se gli va di culo i nostri figli non sapranno nemmeno più cos'è la TV di prime time, perchè avrà sospeso le trasmissioni per assenza di audience ...o, più probabilmente, trasmetterà solo il calcio.
Anzi, dato che con il disabituarsi progressivo alla TV si genera una intolleranza ai format lunghi (io già ho difficltà a reggere una intera puntata di telefilm di fila), la UEFA taglierà drammaticamente la durata dei tempi regolamentari.
Le partite di pallone saranno ridotte a due tempi da 20 minuti l'uno, con intervallo di 25 minuti in cui va in onda il reality show nello spogliatoio fra i due tempi e seguiti da riprese a fine partita nelle docce (figuratevi il successone di audience che avrà allora il football femminile...)
Ho letto un interessante articolo su TV Key, rivista su cui ogni tanto scrivo anch'io.
Articolo di analisi dello scenario televisivo e delle audience, scritto da Viviana Mangoni.
Cito un pezzo delle conclusioni dell'articolo...
"La TV generalista non è malata, deve solo prendere qualche accorgimento per vivere più a lungo.
Innanzi tutto in Italia i 15-44enni sono il 42% della popolazione mentre gli over 44 sono il 47%.
A queste persone piace la "vecchia" televisione: la tanto criticata Raiuno ha scelto Mike Bongiorno e Loretta Goggi per la conduzione di Miss Italia, due icone "preistoriche" ma in linea con le caratteristiche dell'audience (...)
Il profilo di un canale non può mutare in qualche giorno stravolgendo un format che vive da più di sessant'anni.
Strategicamente è più coerente mantenere e soddisfare lo"zoccolo duro" formatosi nel tempo (...) Un ulteriore questione sollevata negli ultimi mesi è la diminuzione dei minuti dedicati al piccolo schermo... fenomeno più accentuato nelle fasce giovanili..."
Ergo, lo scenario che ci si presenta è di seguire a soddisfare il target più maturo e conservatore, del resto gli anziani sono destinati a crescere come numerosità...
alienando nel contempo i "giovani" che sono di meno - e che come si vede vanno sempre di più a fare altro nel tempo libero perchè spesso insodddidfatti dal palinsesto.
Problemino: poi i maturi muoiono e i giovani diventano maturi ma si sono disabituati alla TV e continuano a fare altro. E la TV muore.
Conclusione: se gli va di culo i nostri figli non sapranno nemmeno più cos'è la TV di prime time, perchè avrà sospeso le trasmissioni per assenza di audience ...o, più probabilmente, trasmetterà solo il calcio.
Anzi, dato che con il disabituarsi progressivo alla TV si genera una intolleranza ai format lunghi (io già ho difficltà a reggere una intera puntata di telefilm di fila), la UEFA taglierà drammaticamente la durata dei tempi regolamentari.
Le partite di pallone saranno ridotte a due tempi da 20 minuti l'uno, con intervallo di 25 minuti in cui va in onda il reality show nello spogliatoio fra i due tempi e seguiti da riprese a fine partita nelle docce (figuratevi il successone di audience che avrà allora il football femminile...)
Il corso on line di Internet Marketing...
Continua il corso on line di Internet Marketing per le PMI, ospitato dal sito di EuroPMI (azienda mia cliente che si occupa di servizi per le PMI, fortemente attiva nel settore del finanziamento all'impresa, al supporto all'internazionalizzazione, leasing, finanziamenti agevolati etc etc).
E ogni tanto ci sta bene fare un po' di pubblicità ai propri clienti, no? ;-)
In questa puntata del corso cerco di dare qualche consiglio su come fare (meglio) le ricerche di mercato online per tutti quelli che non sono grossi esperti di marketing e di ricerca... l'articolo potete leggerlo qui.
Continua il corso on line di Internet Marketing per le PMI, ospitato dal sito di EuroPMI (azienda mia cliente che si occupa di servizi per le PMI, fortemente attiva nel settore del finanziamento all'impresa, al supporto all'internazionalizzazione, leasing, finanziamenti agevolati etc etc).
E ogni tanto ci sta bene fare un po' di pubblicità ai propri clienti, no? ;-)
In questa puntata del corso cerco di dare qualche consiglio su come fare (meglio) le ricerche di mercato online per tutti quelli che non sono grossi esperti di marketing e di ricerca... l'articolo potete leggerlo qui.
lunedì, ottobre 15, 2007
In un mondo sempre più depresso, ci salva la tecnologia
Nel mio ultimo articolo per Apogeo (lo leggete qui) sostengo che in un paese (anzi un pianeta) che tende alla depressione e allo sconforto, l'unica cosa che ci risolleva il morale sono le promesse delle tecnologie.
Onde evitare commenti come certi che ho già ricevuto, sottolineo (se ce ne fosse bisogno) che l'articolo è da leggere con un bell'emoticon ;-) davanti agli occhi...
Nel mio ultimo articolo per Apogeo (lo leggete qui) sostengo che in un paese (anzi un pianeta) che tende alla depressione e allo sconforto, l'unica cosa che ci risolleva il morale sono le promesse delle tecnologie.
Onde evitare commenti come certi che ho già ricevuto, sottolineo (se ce ne fosse bisogno) che l'articolo è da leggere con un bell'emoticon ;-) davanti agli occhi...
sabato, ottobre 13, 2007
Cuori solitari online: il futuro è la ipersegmentazione?
Questo riepilogo non è disponibile.
Fai clic qui per visualizzare il post.
mercoledì, ottobre 10, 2007
Affissione non convenzionale per Mini...
Proiezione di 24 x 36 metri su un palazzo di Francoforte.. ma a quanto pare è durata poco, dopo 3 giorni li hanno fatti smettere...
Vedi anche: http://www.myspace.com/banned_mini_clubman
Proiezione di 24 x 36 metri su un palazzo di Francoforte.. ma a quanto pare è durata poco, dopo 3 giorni li hanno fatti smettere...
Vedi anche: http://www.myspace.com/banned_mini_clubman
martedì, ottobre 09, 2007
Toyota ambienta uno spot in WoW
... dove WoW sta per World of Warcraft, il più popolare dei giochi online.
Essendo WoW un vero fenomeno di costume che coinvolge quantità astronomiche di giocatori - *9 milioni * (btw, paganti) - è diventato parte dello scenario culturale almeno di una certa parte del target.
Un landscape, dunque, dove ambientare legittimamente uno spot... che è stato, btw, trasmesso in TV, quella "vera".
Essendo WoW un vero fenomeno di costume che coinvolge quantità astronomiche di giocatori - *9 milioni * (btw, paganti) - è diventato parte dello scenario culturale almeno di una certa parte del target.
Un landscape, dunque, dove ambientare legittimamente uno spot... che è stato, btw, trasmesso in TV, quella "vera".
PS: se non siete dei fan di WoW, facile che lo spot vi lasci freddini. Se siete degli (ex) WoWdipendenti come me, facile che facciate un salto mortale all'indietro sulla sedia. Lo spot è, rispetto alla cultura (ricca e complessa) di WoW... come dire.. fighissimo.
Quindi potremmo definirlo un marketing tribale e fortemente virale (su YouTube ha avuto più di un milione di visioni...)
Web2 oltre: convegno...
Una segnalazione che faccio volentieri.
Si annuncia come un convegno di alto profilo quello che si terrà a Milano il 28 e il 29 novembre, organizzato da Reed Business Information (gruppo per cui scrivo e insegno....).
In effetti visto il costo del convegno (se vi iscrivete subito tra gli 885 e i 1040 €) sarà opportuno che il livello sia più che buono... ;-)
Se vi interessa, ecco il link: http://www.web2oltre.it
Si annuncia come un convegno di alto profilo quello che si terrà a Milano il 28 e il 29 novembre, organizzato da Reed Business Information (gruppo per cui scrivo e insegno....).
In effetti visto il costo del convegno (se vi iscrivete subito tra gli 885 e i 1040 €) sarà opportuno che il livello sia più che buono... ;-)
Se vi interessa, ecco il link: http://www.web2oltre.it
Il Packaging del sapone
Bellissimo esempio di packaging come strumento davvero strategico di Marketing quello dei detergenti americani Method Soaps
In effetti un detergente o un prodotto per la pulizia è tendenzialmente indistinguibile nella sua forma "sfusa" ed è la confezione a definirlo - confezione sempre studiata per avere caratteristiche funzionali, un basso costo e un addobbo "carino" - tanto i detergenti vengono nascosti in un qualche angolo del bagno o sul terrazzo...
L'approccio di Method Soaps è totalmente diverso, con pack che fanno quasi arredamento...;-) C'è poi da dire che anche a livello di prodotto c'è uno sforzo di differenziazione, solo ingredienti vegetali... e un positioning di ottimismo e protezione dell'ambiente.
Ancora una volta è tutta (o quasi) questione di marketing e di ideologia. E in molti casi, di packaging.
Ovviamente i prodotti di Method non sono in vendita in Italia, almeno per ora...
In effetti un detergente o un prodotto per la pulizia è tendenzialmente indistinguibile nella sua forma "sfusa" ed è la confezione a definirlo - confezione sempre studiata per avere caratteristiche funzionali, un basso costo e un addobbo "carino" - tanto i detergenti vengono nascosti in un qualche angolo del bagno o sul terrazzo...
L'approccio di Method Soaps è totalmente diverso, con pack che fanno quasi arredamento...;-) C'è poi da dire che anche a livello di prodotto c'è uno sforzo di differenziazione, solo ingredienti vegetali... e un positioning di ottimismo e protezione dell'ambiente.
Ancora una volta è tutta (o quasi) questione di marketing e di ideologia. E in molti casi, di packaging.
Ovviamente i prodotti di Method non sono in vendita in Italia, almeno per ora...
lunedì, ottobre 08, 2007
Vodafone si compra Tele2
In Italia e in Spagna. Direi che possiamo aspettarci a breve / medio termine un'offensiva di Vodafone sul fronte dei pacchetti fisso + mobile... e sicuramente Internet.
Da vedere se la nota economicità di Tele2 sopravviverà all'acquisto da parte dell'operatore mobile.
Reuters
In Italia e in Spagna. Direi che possiamo aspettarci a breve / medio termine un'offensiva di Vodafone sul fronte dei pacchetti fisso + mobile... e sicuramente Internet.
Da vedere se la nota economicità di Tele2 sopravviverà all'acquisto da parte dell'operatore mobile.
Reuters
Complimenti a Bang & Olufsen (USA)
Un bell'esempio di buon Customer Care (certo che anche la fortuna aiuta...)
Leggete qui
Un bell'esempio di buon Customer Care (certo che anche la fortuna aiuta...)
Leggete qui
A Londra Wi-Fi Gratis (con la pubblicità)
Torniamo ancora una volta a parlare del modello pubblicità contro fruizione gratis.
A Londra, in una zona abbastanza vasta (22 Km) lungo il Tamigi, la popolazione può connettersi gratuitamente via Wi-Fi a Internet.
Per avere accesso 15 minuti basta guardarsi da 15 a 30 secondi di pubblicità. Direi che si può fare.
Resta da vedere se le aziende che si annunceranno su questo media faranno più business - ovvero se i navigatori che vedono la pubblicità poi andranno a comprare quei prodotti.
In caso contrario, fine delle vendite di spazi pubblicitari, fine del servizio, fine del Wi-Fi Gratis.
Amen, resterebbe sempre FON che ha appena stretto una partnership con BT...
Approfondimento
Torniamo ancora una volta a parlare del modello pubblicità contro fruizione gratis.
A Londra, in una zona abbastanza vasta (22 Km) lungo il Tamigi, la popolazione può connettersi gratuitamente via Wi-Fi a Internet.
Per avere accesso 15 minuti basta guardarsi da 15 a 30 secondi di pubblicità. Direi che si può fare.
Resta da vedere se le aziende che si annunceranno su questo media faranno più business - ovvero se i navigatori che vedono la pubblicità poi andranno a comprare quei prodotti.
In caso contrario, fine delle vendite di spazi pubblicitari, fine del servizio, fine del Wi-Fi Gratis.
Amen, resterebbe sempre FON che ha appena stretto una partnership con BT...
Approfondimento
sabato, ottobre 06, 2007
Biglietti aerei: Comparative Shopping, un must
Interessante (per me) esperimento di comparative shopping.
Dovendo acquistare un volo per Parigi ho messo a confronto più offerte - sugli stessi voli.
Si riconferma ciò che già sapevo: notevoli le differenze (sono arrivato il più in là possibile nel processo di transazione, quindi il prezzo - non sempre molto trasparente - dovrebbe essere quello giusto).
Ecco i risultati:
Andata LIN-CDG Air France 07:05
eDreams 632,71 €
Expedia 592,71 €
Opodo 603,22 €
Air France 598,71
Ritorno, volo Meridiana delle 1440
eDreams 107,23
Expedia 94,23
Opodo 104,23
Meridiana 72,23 (!!)
Differenze sensibili, che giustificano investire un po' di tempo nella ricerca del migliore deal... e suggeriscono interessanti riflessioni sulle politiche di pricing di compagnie aeree e intermediari come strumento del proprio marketing...
Interessante (per me) esperimento di comparative shopping.
Dovendo acquistare un volo per Parigi ho messo a confronto più offerte - sugli stessi voli.
Si riconferma ciò che già sapevo: notevoli le differenze (sono arrivato il più in là possibile nel processo di transazione, quindi il prezzo - non sempre molto trasparente - dovrebbe essere quello giusto).
Ecco i risultati:
Andata LIN-CDG Air France 07:05
eDreams 632,71 €
Expedia 592,71 €
Opodo 603,22 €
Air France 598,71
Ritorno, volo Meridiana delle 1440
eDreams 107,23
Expedia 94,23
Opodo 104,23
Meridiana 72,23 (!!)
Differenze sensibili, che giustificano investire un po' di tempo nella ricerca del migliore deal... e suggeriscono interessanti riflessioni sulle politiche di pricing di compagnie aeree e intermediari come strumento del proprio marketing...
venerdì, ottobre 05, 2007
Il vino in bottiglia di plastica...
Grandissima eresia, il vino in bottiglia di PET.
Eppure.. siamo sicuri che per il vino di tutti i giorni l'impatto organolettico sia davvero negativo?
Dal punto di vista ecologico, la plastica è fatta col petrolio ma pesa meno del vetro e si risparmia petrolio per trasportarla... chissà se il saldo è positivo o negativo...? (la bottiglia in PET pesa 1/8 di quella in vetro)
Comunque, questa è l'iniziativa di Sainsbury'con il supporto del programma statale inglese per la riduzione dei rifiuti.
Dasl punto di vista marketing... per gli inglesi forse va bene, per noi, con il nostro retaggio culturale, il vino nella plastica sarebbe difficile da mandare giù.
D'altra parte il Tavernello fa di quei volumi di vendita...
Grandissima eresia, il vino in bottiglia di PET.
Eppure.. siamo sicuri che per il vino di tutti i giorni l'impatto organolettico sia davvero negativo?
Dal punto di vista ecologico, la plastica è fatta col petrolio ma pesa meno del vetro e si risparmia petrolio per trasportarla... chissà se il saldo è positivo o negativo...? (la bottiglia in PET pesa 1/8 di quella in vetro)
Comunque, questa è l'iniziativa di Sainsbury'con il supporto del programma statale inglese per la riduzione dei rifiuti.
Dasl punto di vista marketing... per gli inglesi forse va bene, per noi, con il nostro retaggio culturale, il vino nella plastica sarebbe difficile da mandare giù.
D'altra parte il Tavernello fa di quei volumi di vendita...
Due pensieri sulla disintermediazione dei Radiohead
Se ne è già parlato fino alla nausea - il nuovo disco dei Radiohead, band che ha abbandonato la propria casa discografica, è stato autoprodotto e sarà autovenduto.
Nel senso che:
a) Il disco sarà disponibile solo sul loro sito
b) sarà disponibile in versione download o in versione "fisica" con invio a domicilio di un ricco discbox.
La cosa che fa più scalpore è il pricing, diciamo "dinamico": ovvero pagate quello che ritenete giusto per la versione digitale in download (il Discbox, fatto solo su ordinazione, sta a 40 Sterline...mica poco)
A questo punto tutti i commentatori giù a parlare e a straparlare di fine delle case discografiche, di duro colpo alle major etc etc.
Calma.
Vero è che levandosi dal conto economico la fetta di profitti che si prende la casa discografica, quella del negozio etc etc, a produrre e a vendere direttamente si va in breakeven molto prima. E quindi anche a prezzi sensibilmente più bassi si fa profitto.
D'altra parte il modello non è applicabile su larga scala. Specialmente per le nuove band.
Che piaccia o no, i Radiohead sono diventati star non solo perchè sono bravi ma perchè c'e' stata una casa discografica che ha investito su di loro, ha speso per la promozione etc etc.
A questo punto -e solo a questo punto - facciamo tutti ohh quando vendono online a prezzo variabile.
L'essere umano non vuole prodotti a basso prezzo, vuole prodotti di alto valore con sconti forti (vedi outlet).
Insomma, questo ambaradan lo facesse la Fracazzetti Band, mai sentita, difficilmente ci emozioneremmo o interesseremmo.
Vedo malissimo la possibiltà di un futuro in cui le band diventano superstar solo attraverso la Rete. E' dura, lunga e ci vogliono comunque tanti soldi. Tantissimi poi se tutte le band dovessero competere solo sulla Rete per ottenere attenzione e visibilità... pensate milioni di band che devono farsi sentire online perchè offline nessuno li promuove...
In fondo a tutti noi fa molto comodo avere qualcuno che ci "suggerisce" quello che ci deve piacere. Ci "consiglia" su cosa leggere o ascoltare. Fa nascere le mode , i miti, i "must" (e non è per nulla facile e li più delle volte si floppa).
Prima che partiate coi commenti piccanti... lo so, lo so, la democrazia del web, la possibilità per l'individuo di costruirsi un proprio palinsesto, l'autogestione del proprio repertorio culturale... tutto sanissimo ma io ho 5 minuti al giorno, se va bene, per decidere cosa ascoltare e cosa leggere.
Scusate ma non ho il tempo. E il poco che ho voglio dedicarlo a consumare cultura, non a decidere cosa comprare senza poi poterlo consumare.
Ben venga allora la publicità, i conigli per gli acquisti, la proposta - poi fatemela "assaggiare" (la musica) e magari decido di comprarla.
Sennò se si tratta di andare in giro per siti, blog, riviste specializzate e quant'altro.. rimando a domani. Che vuol dire rimandare sine die.
Insomma, l'industria discografica dovrà pesantemente cambiare nei prossimi anni (è già in ritardo) ma comunque ha un ruolo nel business e ce l'avrà sempre (o almeno a lungo)...
Quella dei Radiohead mi sembra sia una bella mossa di marketing, di PR ma difficilmente l'inizio di un futuro in cui si farà a meno della casa discografica... un bell'esempio di generazione di rumore mediatico, di copertura stampa, di pubblicità gratis... una furbata.
Quanto gli sarebbe costato avere così tanta attenzione per il lancio del loro nuovo disco usando mezzi tradizionali?
Ci sarebbe poi da fare dei ragionamenti sul tema che a far pagare poco magari recuperano fatturato da persone che avrebbero scaricato illegalmente il file... quindi pochi soldi ma che comunque sono di più di quelli che avrebbero incassato normalmente.
Sarebbe interessante fare uno studio sull'elasticità del prrzzo - ovvero vedere se a far pagare poco la musica la gente la scarica di meno illegalmente...
D'altra parte il successone di iTunes (negozio online di Apple, se vivete su Marte) sembra indicare che c'è comunque un mercato per la musica legale, scaricata online a prezzi più sensati...
Comunque aspettiamo il 10 Ottobre, data in cui sarà disponibile il disco, e vediamo se vale la pena questa nuovera opera musicale e di Marketing della famosissima band...
Se ne è già parlato fino alla nausea - il nuovo disco dei Radiohead, band che ha abbandonato la propria casa discografica, è stato autoprodotto e sarà autovenduto.
Nel senso che:
a) Il disco sarà disponibile solo sul loro sito
b) sarà disponibile in versione download o in versione "fisica" con invio a domicilio di un ricco discbox.
La cosa che fa più scalpore è il pricing, diciamo "dinamico": ovvero pagate quello che ritenete giusto per la versione digitale in download (il Discbox, fatto solo su ordinazione, sta a 40 Sterline...mica poco)
A questo punto tutti i commentatori giù a parlare e a straparlare di fine delle case discografiche, di duro colpo alle major etc etc.
Calma.
Vero è che levandosi dal conto economico la fetta di profitti che si prende la casa discografica, quella del negozio etc etc, a produrre e a vendere direttamente si va in breakeven molto prima. E quindi anche a prezzi sensibilmente più bassi si fa profitto.
D'altra parte il modello non è applicabile su larga scala. Specialmente per le nuove band.
Che piaccia o no, i Radiohead sono diventati star non solo perchè sono bravi ma perchè c'e' stata una casa discografica che ha investito su di loro, ha speso per la promozione etc etc.
A questo punto -e solo a questo punto - facciamo tutti ohh quando vendono online a prezzo variabile.
L'essere umano non vuole prodotti a basso prezzo, vuole prodotti di alto valore con sconti forti (vedi outlet).
Insomma, questo ambaradan lo facesse la Fracazzetti Band, mai sentita, difficilmente ci emozioneremmo o interesseremmo.
Vedo malissimo la possibiltà di un futuro in cui le band diventano superstar solo attraverso la Rete. E' dura, lunga e ci vogliono comunque tanti soldi. Tantissimi poi se tutte le band dovessero competere solo sulla Rete per ottenere attenzione e visibilità... pensate milioni di band che devono farsi sentire online perchè offline nessuno li promuove...
In fondo a tutti noi fa molto comodo avere qualcuno che ci "suggerisce" quello che ci deve piacere. Ci "consiglia" su cosa leggere o ascoltare. Fa nascere le mode , i miti, i "must" (e non è per nulla facile e li più delle volte si floppa).
Prima che partiate coi commenti piccanti... lo so, lo so, la democrazia del web, la possibilità per l'individuo di costruirsi un proprio palinsesto, l'autogestione del proprio repertorio culturale... tutto sanissimo ma io ho 5 minuti al giorno, se va bene, per decidere cosa ascoltare e cosa leggere.
Scusate ma non ho il tempo. E il poco che ho voglio dedicarlo a consumare cultura, non a decidere cosa comprare senza poi poterlo consumare.
Ben venga allora la publicità, i conigli per gli acquisti, la proposta - poi fatemela "assaggiare" (la musica) e magari decido di comprarla.
Sennò se si tratta di andare in giro per siti, blog, riviste specializzate e quant'altro.. rimando a domani. Che vuol dire rimandare sine die.
Insomma, l'industria discografica dovrà pesantemente cambiare nei prossimi anni (è già in ritardo) ma comunque ha un ruolo nel business e ce l'avrà sempre (o almeno a lungo)...
Quella dei Radiohead mi sembra sia una bella mossa di marketing, di PR ma difficilmente l'inizio di un futuro in cui si farà a meno della casa discografica... un bell'esempio di generazione di rumore mediatico, di copertura stampa, di pubblicità gratis... una furbata.
Quanto gli sarebbe costato avere così tanta attenzione per il lancio del loro nuovo disco usando mezzi tradizionali?
Ci sarebbe poi da fare dei ragionamenti sul tema che a far pagare poco magari recuperano fatturato da persone che avrebbero scaricato illegalmente il file... quindi pochi soldi ma che comunque sono di più di quelli che avrebbero incassato normalmente.
Sarebbe interessante fare uno studio sull'elasticità del prrzzo - ovvero vedere se a far pagare poco la musica la gente la scarica di meno illegalmente...
D'altra parte il successone di iTunes (negozio online di Apple, se vivete su Marte) sembra indicare che c'è comunque un mercato per la musica legale, scaricata online a prezzi più sensati...
Comunque aspettiamo il 10 Ottobre, data in cui sarà disponibile il disco, e vediamo se vale la pena questa nuovera opera musicale e di Marketing della famosissima band...
mercoledì, ottobre 03, 2007
Un DVD dove si compra da Dio...
Eccolo lì.. dopo anni che se ne parlava, ecco che ci si prova ( o meglio riprova) a dimostrare che esiste un'integrazione possibile tra TV ed e-commerce.
Nel DVD (o meglio HD-DVD) di "Un impresa da Dio" è stato inserito un browser televisione-compatibilee che permette l'accesso, tramite il telecomando, al sito di e-commerce della casa cinematografica Universal.
In questo sito ci si attende che i telespettatori comprino prodotti relativi al film o al suo messaggio ecologico. Per il pagamento, a mezzo carta di credito, anche qui si potrà ricorrere al telecomando (mi sa che sarà un po' un casino).
Siamo però ancora lontani dal modello ipotizzato qualche anno fa: vedo nel film un oggetto che mi piace, fermo il film, con il telecomando clicco sull'oggetto e voilà eccomi sul sito di e-commerce. Qui, a quanto si capisce, siamo a livello dei "link" presenti nei CD-ROM.
Vabbè, nella dura lotta tra il Raggio Blu e il DVD HD, le provano tutte...
Approfondimento? Qui.
Eccolo lì.. dopo anni che se ne parlava, ecco che ci si prova ( o meglio riprova) a dimostrare che esiste un'integrazione possibile tra TV ed e-commerce.
Nel DVD (o meglio HD-DVD) di "Un impresa da Dio" è stato inserito un browser televisione-compatibilee che permette l'accesso, tramite il telecomando, al sito di e-commerce della casa cinematografica Universal.
In questo sito ci si attende che i telespettatori comprino prodotti relativi al film o al suo messaggio ecologico. Per il pagamento, a mezzo carta di credito, anche qui si potrà ricorrere al telecomando (mi sa che sarà un po' un casino).
Siamo però ancora lontani dal modello ipotizzato qualche anno fa: vedo nel film un oggetto che mi piace, fermo il film, con il telecomando clicco sull'oggetto e voilà eccomi sul sito di e-commerce. Qui, a quanto si capisce, siamo a livello dei "link" presenti nei CD-ROM.
Vabbè, nella dura lotta tra il Raggio Blu e il DVD HD, le provano tutte...
Approfondimento? Qui.
martedì, ottobre 02, 2007
Nokia, che riflessi rapidi...
Rispondendo con rapidità di riflessi alla crisi dell'iPhone, Nokia è partita con una campagna pubblicitaria all'insegna dell' "Open to Anything", sottolineando l'apertura dei propri prodotti ai software di terze parti.
Per chi vivesse sulla Luna ;-) ricordo la mossa di Apple, che ha reso inutilizzabili gli iPhone per tutti coloro che li hanno taroccati, sia per averci inseriti programmini non ufficiali (e a volte utili) sia sopratutto per averli sbloccati per poterli utilizzare con un operatore telefonico che non fosse AT&T.
Non è improbabile che almeno un certo gruppo di possessori di iPhone ora trasformati in costosi fermacarte intraprenda azioni legali contro Apple.
In Italia a quel che si sa l'arrivo dell'iPhone non dovrebbe essere immediato, si dice per gaffes politiche di TIM - che aveva battuto Vodafone per la distribuzione del prodotto ma che poi ha combinato qualche casino.
Personalmente, onestamente, chissenefrega.
Da fan del Mac dalla fine degli anni '80 continuo a pensare che finchè l'iPhone non diventa un PDA a me non interessa, sto bene con il mio Motorola e il mio Sony Ericcson e il mio Palm (magari poi prendo un treo 500v o proprio un bel Nokia col wifi).
E comunque dovranno passare sul mio cadavere prima di convincermi a spendere tutti quei soldi e ritrovarmi legato mani e piedi ad un gestore telefonico senza nessuna possibilità di sganciarmi... sorry Steve, questa volta i miei soldi non li vedi...
Rispondendo con rapidità di riflessi alla crisi dell'iPhone, Nokia è partita con una campagna pubblicitaria all'insegna dell' "Open to Anything", sottolineando l'apertura dei propri prodotti ai software di terze parti.
Per chi vivesse sulla Luna ;-) ricordo la mossa di Apple, che ha reso inutilizzabili gli iPhone per tutti coloro che li hanno taroccati, sia per averci inseriti programmini non ufficiali (e a volte utili) sia sopratutto per averli sbloccati per poterli utilizzare con un operatore telefonico che non fosse AT&T.
Non è improbabile che almeno un certo gruppo di possessori di iPhone ora trasformati in costosi fermacarte intraprenda azioni legali contro Apple.
In Italia a quel che si sa l'arrivo dell'iPhone non dovrebbe essere immediato, si dice per gaffes politiche di TIM - che aveva battuto Vodafone per la distribuzione del prodotto ma che poi ha combinato qualche casino.
Personalmente, onestamente, chissenefrega.
Da fan del Mac dalla fine degli anni '80 continuo a pensare che finchè l'iPhone non diventa un PDA a me non interessa, sto bene con il mio Motorola e il mio Sony Ericcson e il mio Palm (magari poi prendo un treo 500v o proprio un bel Nokia col wifi).
E comunque dovranno passare sul mio cadavere prima di convincermi a spendere tutti quei soldi e ritrovarmi legato mani e piedi ad un gestore telefonico senza nessuna possibilità di sganciarmi... sorry Steve, questa volta i miei soldi non li vedi...
lunedì, ottobre 01, 2007
Se si arrabbia la Telecom, ti taglia i fili
Negli Stati Uniti, Verizon e AT&T si sono stufati delle critiche di quei parassiti che sono i propri clienti.
I quali non hanno evidentemente capito che il ruolo del cliente e pagare e tacere, ringraziando l'Azienda per quello che gli da'.
E se ci sono dei problemi ringraziare lo stesso e stare per il resto zitti.
Adesso basta, hanno detto le Telco ed hanno dato un bel giro di vite: riservandosi il diritto di cancellare il contratto a quei clienti che "danneggino" la loro reputazione.
Attenzione, blogger e podcaster, critici e clienti imbufaliti, rischiate di trovarvi senza telefono e senza Rete - specialmente se altri operatori si uniranno alla crociata contro le fastidiose critiche per lasciare sconnessi, isolati e silenziosi i rompiballe.
In effetti le aziende si rendono conto che la voce dei clienti insoddisfatti reca danni al proprio business.
Forse qualche geniale manager ha intuito che non esiste solo la metodologia classica per risolvere il problema - ovvero quella di essere impaccabili (o giu' di li'). Anche perche', oggettivamente il cretino che si lamenta a torto, lo sappiamo, esiste davvero sempre.
La strada alternativa è di intimidire il nemico, pardon, il cliente.
A quando, in Italia? (in fondo basterebbe, credo, una riformina della Costituzione....).
Adesso che ci penso, tempo fa avevo scritto qualcosa sull'utilità di mandare via i clienti. O almeno certi clienti... magari domani lo posto.
Negli Stati Uniti, Verizon e AT&T si sono stufati delle critiche di quei parassiti che sono i propri clienti.
I quali non hanno evidentemente capito che il ruolo del cliente e pagare e tacere, ringraziando l'Azienda per quello che gli da'.
E se ci sono dei problemi ringraziare lo stesso e stare per il resto zitti.
Adesso basta, hanno detto le Telco ed hanno dato un bel giro di vite: riservandosi il diritto di cancellare il contratto a quei clienti che "danneggino" la loro reputazione.
Attenzione, blogger e podcaster, critici e clienti imbufaliti, rischiate di trovarvi senza telefono e senza Rete - specialmente se altri operatori si uniranno alla crociata contro le fastidiose critiche per lasciare sconnessi, isolati e silenziosi i rompiballe.
In effetti le aziende si rendono conto che la voce dei clienti insoddisfatti reca danni al proprio business.
Forse qualche geniale manager ha intuito che non esiste solo la metodologia classica per risolvere il problema - ovvero quella di essere impaccabili (o giu' di li'). Anche perche', oggettivamente il cretino che si lamenta a torto, lo sappiamo, esiste davvero sempre.
La strada alternativa è di intimidire il nemico, pardon, il cliente.
A quando, in Italia? (in fondo basterebbe, credo, una riformina della Costituzione....).
Adesso che ci penso, tempo fa avevo scritto qualcosa sull'utilità di mandare via i clienti. O almeno certi clienti... magari domani lo posto.
British Airways taglia Branson dai suoi voli.
Mai dare un vantaggio ad un nemico...
...e così British Airways, nelle copie del film "Casino Royale" messe in onda durante i suoi voli, ha fatto rimuovere il cameo di Richard Branson nonche' un paio di fotogrammi in cui si intravedeva il logo di Virgin Airways, la compagnia aerea di Branson, per l'appunto...
Per Approfondimenti...
Mai dare un vantaggio ad un nemico...
...e così British Airways, nelle copie del film "Casino Royale" messe in onda durante i suoi voli, ha fatto rimuovere il cameo di Richard Branson nonche' un paio di fotogrammi in cui si intravedeva il logo di Virgin Airways, la compagnia aerea di Branson, per l'appunto...
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Probabilmente l'IP-Tv si affermerà nel lungo periodo, mentre la tv continuerà per numerosi anni ad essere il principale strumento di broadcasting.
Sarebbe più interessante prevedere quale sarà il futuro della pubblicità, considerando i nuovi target del marketing e la segmentazione continua della clientela che può essere sviluppata grazie alla multicanalità.