Un blog di Comunicazione, Internet Marketing, Social Media, PR Digitali. Approfondimenti sul Manuale di Strategia Digitale.
giovedì, gennaio 31, 2008
Vista la relativa abbondanza (percentuale) di nudisti fra i tedeschi c'era da aspettarselo; qualcuno ha individuato in loro un bel target...
Il ragionamento fatto non fa una grinza: quand'è che un nudista da pienamente sfogo al suo stile di vita? Ovviamenrte in vacanza - non vede quindi l'ora di levarsi i vestiti.
Bene, allora aiutiamolo a farlo prima.
Di qui l'idea dell'agenzia di viaggi tedesca OssiUrlaub.de di organizzare un volo (sperimentale?) da Erfurt a Usedom (un resort baltico... ma non farà un po' troppo freddino per mettersi nudi?) per il 5 Luglio.
Si arriva in aereo vestiti e si sbarca vestiti. Ci si spoglia in mezzo. Mi perplimo leggermente, ma non essendo nudista...
Interessante il prezzo: quasi 500 Euro, motivati col fatto che l'aereo è intimo (55 passeggeri).
Magari se l'operazione va a regime i prezzi potrebbero scendere - anche considerando che il target viaggia leggero, con poca roba in valigia e quindi fa spendere di meno in carburante rispetto alla media dei vacanzieri.
More info: Reuters
Interessante anche questo articolo satirico: per ragioni di sicurezza i passeggeri di treni, aerei, navi etc saranno obbligati a rimuovere i loro vestiti prima dell'imbarco (LINK)
mercoledì, gennaio 30, 2008
Possiamo chiamarlo Tryvertising. Possiamo chiamarlo Ambient Marketing. Experience. Possiamo chiamarlo una buona idea.
Per il secondo anno di fila, la carta igienica Charming (P&G) ha messo in pista una operazione di sponsorizzazione di bagni pubblici a NY durante la stazione natalizia.
Ovvio - non sponsorizzando cessi qualsiasi ma realizzando un momento di "experience" di livello superiore.
Sono stati quindi approntati speciali spazi, ampi, accoglienti, in grado di ospitare folle bisognose in una città che non brilla per i suoi servizi igienici. Con uno staff amichevole ed animazioni per alleviare le attese.
Questi spazi costruiscono una experience molto piacevole e molto legata alla marca e, ovviamente, favoriscono il trial - mettendo a disposizione ben 6 tipi diversi di prodotto per toccarne con mano le qualità e poter scegliere, attraverso l'esperienza diretta, la variante più adatta alla propria personalità etc etc.
Questa iniziativa attiva inoltre una goodwill tra pubblico e privato (molto felice dell'operazione e del suo impatto sull'immagine di NY).
Ha generato centinaia di migliaia di contatti con elevato engagement (spesso nell'area meno male, ero in zona "rossa" - quindi impato affettivo per la risoluzione di un problema personale attraverso la benevolenza e la collaboratività della marca) e sopratutto ha generato una vasta copertura mediatica che ha amplificato notevolmente il valore di comunicazione attraverso la generazione di publicity.
Mi sembra dunque un esempio interessante da prendere come benchmark anche se - attenzione - non può essere usato acriticamente per qualsiasi prodotto... (a voi sbizzarrirvi a pensare a quali categorie di prodotti sarebbe improbabile un'estensione di questo modello di sponsorizzazione di "luoghi dedicati"... io un paio di idee ce l'ho ma per rispetto delle audience minorenni del blog, mi trattengo...
More info: Advertising Age (video)
La toilette pubblica come spazio comunicazionale (mio blog)
lunedì, gennaio 28, 2008
A volte la tecnologia spacca i mercati in maniere veramente inaspettate.
Secondo una ricerca di Seiko, il numero di Giapponesi che indossa un orologio da polso è caduta dal 70% del 1997 al 40%.
In effetti, dal punto di vista funzionale, l'orologio ha sempre meno senso.
Facevo il conto, qualche tempo fa che tra quello che avevo addosso e quello che avevo in borsa, avevo almeno altri 5 device perfettamente in grado di dirmi l'ora (cellulare, portatile, PDA, iPod, GPS...)
In effetti anche da noi mi capita di vedere sempre più spesso persone che guardano che ora è sul cellulare... e pare che proprio questo sia il driver della decrescita giapponese.
A questo punto il futuro dell'orologio pare legato a quattro fattori:
- abitudine - persone che (come me) si sentono nude senza l'orologio
- tecnofobi o tecnoprivi... le persone che non hanno mai indosso alcunchè di tecnologico che possa sostituire l'orologio
- nuove features (integrazione con altri device tecnologici... ad es. telecomandare l'ipod, interfacciarsi col telefonino, GPS, accedere a Internet per funzioni di consultazioni o dispositive...
- Status symbol: in effetti in Giappone scende il numero delle persona che porta l'orologio ma il valore del mercato è salito dell'8%, visto che si acquistano orologi costosi (tempi duri quindi per chi fa orologi semplici, funzionali, sobri ed economici?)
Aspettiamo dunque, per il bene di tutti i giapponesi (e non solo) che si perdono in lande desolate, che qualcuno trovi un metodo per usare il cellulare per orientarsi con il sole (cosa che con l'orologio - col bel tempo - funziona benino). Ma tanto tra un po' il GPS ce lo incorporeranno anche nei bottoni della camicia...
More info: www.businessweek.com
In un mondo dove la gratuità dei contenuti sembra essere la regola inviolabile ( con corpose eccezioni per il mondo televisivo...), va controcorrente la decisione del Wall Street Journal, sotto la nuova proprietà di Rupert Murdoch.
Dopo una serie di finte da far invidia a Omar Sivori, il prestigioso quotidiano ritorna sulla sua decisione del tutto gratis e comunica che invece i contenuti a valore aggiunto saranno a pagamento, mentre quelli che non hanno il valore aggiunto (e allora perchè li pubblicano?), che potremmo definire "i carciofi delle news", resteranno gratuiti.
Salira' inoltre (probabilmente) il costo dell'abbonamento alla versione online - con l'obiettivo di spremere valore dai quasi 800,000 abbonati al giornale digitale - cifra non disprezzabile.
L'abbonamento a WSJ.com costa oggi 79 dollari, la stessa cifra dell'abbonamento alla versione cartacea. Abbonarsi invece ai due costa 99 $.
Mentre negli USA l'editoria tradizionale sembra essere in affanno, i quotidiani digitali sembrano comunque andare piuttosto bene: secondo una ricerca di Nielsen, i giornali online statunitensi hanno avuto nel 2007 un anno record, con una crescita del 6% dei visitatori e un totale di 60 milioni di click al mese.
Più di un terzo degli utenti si collegherebbe regolarmente ad almeno un giornale.
venerdì, gennaio 25, 2008
Spesso, nei miei corsi di formazione, propongo dei brief "impossibili", per far toccare con mano, capire quali siano i limiti della comunicazione.
Da oggi ho un'altra case history da manuale.
Background: Considerare che l'oggetto della campagna ha ricevuto dal popolo sovrano il mandato di rappresentarlo.
Considerare che ha l'elevatissima responsabilità di contribuire a decidere i destini della nazione e della sua popolazione.
Considerare che - grazie al suo ruolo- è (notoriamente) remunerato con un reddito sopra la media oltre a vari fringe benefit di tutto rispetto.
Obiettivo: Sviluppare, a fronte della sua performance in aula, una campagna che possa convincere gli elettori che è una persona seria, degna di rappresentarli.
Vincolo semiologico: Considerare inoltre il vincolo rappresentato dal fatto che, ad una sofisticata analisi di tipo semiologico, l'immagine in questione può rappresentare la prova documentale dell'assioma popolare: "quelli" magnano.
Vincolo di target: eliminare comunque a priori i segmenti omosessuali dell'elettorato, dopo il suo commento su Cusumano ("Squallida checca")...
Ulteriore Vincolo di target (aggiornamento): eliminare buona parte del terget eterosessuale dopo la sua intervista a Repubblica, in cui dichiara di essere un "Esteta fottuto, amico di travestiti, troie e gay" e "Amo dannatamente il turpiloquio e le contraddizioni. Con gli uomini mi fermo un attimo prima"
Ulteriore documentazione iconografica disponibile qui
...la pubblicità arriva sulle strisce del parcheggio.
Si chiamano Parking Stripe e sono arrivate anche in Italia dagli Stati Uniti.
Primo progetto: Skoda, all'aeroporto di Verona.
Direi che il mezzo è interesante e si può osare anche di più. Se non altro, però, un paio di cose le hanno capite e si sono messi il video autopromozionale su YouTube...
E' già un po' che non posto casi interessanti di pubblicità non convenzionale. Ecco un bell'esempio.
Difficile fare pubblicità per un coltello da cucina... anche se è uno dei migliori del mondo (io ho uno Zwilling uguale... d'accordo, un po' più piccolo, e lo amo fortemente).
L'idea mi sembra perfetta - anche perchè è molto mediatizzabile, basta un solo impianto speciale e un po' di massaggio ai media / organi di informazione per amplificarne grandemente la portata...
giovedì, gennaio 24, 2008
Il mio pezzo settimanale...
Nel mondo polveroso degli archivi analogici sonnecchiano miliardi di dati. Per portarli al digitale e renderli fruibili è sufficiente che ci sia un business dietro. Specialmente se coinvolge il nostro ego.
Qui leggete l'articolo
mercoledì, gennaio 23, 2008
Nel libro“The Big Switch,” Nicholas Carr immagina un mondo in cui "Internet sarà ubiquo, collegato e condiviso come oggi lo è l'elettricità".
In realtà la grande svolta del prossimo decennio sarà lo svincolarsi di Internet dai cavi ed essere perennemente disponibile, anche in movimento - cosa che l'elettricità non è.
Che la cosa capiterà non ho alcun dubbio - resta da capire il modello di busines e quindi la tariffazione. E lo dicono anche gli analisti...
Anche se (come si sta discutendo in questi giorni su mlist.it) sembra proprio che i gestori di telefonia mobile italiani stiano iniziando a mettere sul mercato tariffe relativamente econonomiche e (relativamente!) facili da comprendere.
A questo punto dovrebbe iniziare a suonare il segnale d'allarme per tutti gli operatori del settore marketing e comunicazione.
Se abbiamo appena iniziato a metabolizzare Internet come strumento di mkg e comunicazione (in fondo è arrivato solo da una decina d'anni) già è ora di reinventarsi un nuovo mondo e nuovi paradigmi per il piccolo, mobile schermo.
E vedo già un po' di aziende iniziare a fibrillare alla ricerca di un know-how che in fondo non c'è, dato che siamo ancora in fase iper sperimentale.
Il mercato (lato user) sta nascendo adesso ed anche lui dovrà imparare ad usare questo nuovo tool e formarsi quindi delle abitudini d'uso.
Rappresentando dunque un bersaglio mobile che domani si comporterà anche sulla base di quello che adremo a proporgli oggi.
In termini di hardware, software, interfacce e sopratutto di progetti di comunicazione che stabiliranno degli standard, dei benchmark su cui si formerà la percezione e le opinioni degli user.
User che a oggi, sostanzialmente, non sanno cos'è Internet Mobile se non nel senso che è l'email sul blacberry o qualche sito (al limite riadattato graficamente) per essere visto dal palmare/cellulare invece che dal computer. Ma in realtà non lo sappiamo neanche noi.
Benvenuti, di nuovo, sull'ottovolante dell' "oddio e adesso cosa/come facciamo?"
lunedì, gennaio 21, 2008
Interessante intervista sul sito della CNN con Howard Schultz, l'uomo che ha creato la catena Starbucks e che ora ritorna come CEO, per cercare di riportare in auge l'azienda
Come qualcuno saprà, la più nota catena di caffetterie del mondo sembra avere qualche prolemino...
Alla radice del problema, a quanto dice ... sta (guarda un po') il fatto che l'azienda a perso nel tempo la sua focalizzazione su cliente.
Non slo: ha anche trascurato gli aspetti di fidelizzazione.
Teniamo conto che Starbucks ha visto negli anni crescere la concorrenza da parte di catene analoghe (a noi generalmente ignote) ma forse più agguerrite, che hanno anche capitalizzato sulla formazione di una certa opinione negativa verso Starbucks... se non altro per l'usuale fenomeno che quando una azienda / catena diventa grande e di successo c'è sempre chi inizia a vederla male...).
Ed ha anche trascurato la customer experience ("We spent time on efficiency rather than the experience")
C'è poi da tener presente che McDonalds ha recentemente annunciato la sua entrata nel business del caffe'...
Tra le novità che possiamo apsettarci nei prossimo futuro da Starbucks:
1) Dare un taglio alla "burocrazia" e alla centralizzazione
2) Mettere a posto il business negli US e potenziare qello internazionale, su cui ritengono ci sia ancora moltissimo da fare
3) Focalizzarsi maggiormente sui clienti, come dico spesso, mettersi nei loro panni... e lo dice anche Schultz: " We need to put ourselves in the shoes of our customers. That is my new battle cry. Live and breathe Starbucks the way our customers do."
4) Lavorare sulla relazione e la experience
5) Rivedere il design del punto vendita
6) Rivedere le strategie di fidelizzazione /( anche tenendo conto che il 15% degli acquisti sono fatti attraverso la Starbucks card)
7) Introdurre nuovi prodotti e ripensare alla parte "food"
La battaglia è anche sul fronte della qualità percepita.. ma non tanto del prodotto quando dell'esperienza.
Se si deve pagare caro un caffè... e basta, ci si ritrova in un business di nicchia, da intenditori... o meglio da amatori dei beveroni.
I 5 dollari (o quel che sono) che dai a Starbucks non sono solo per una bevanda calda ma per un complesso di cose (a mio avviso, basandomi sulle mie ottime esperienze spagnole con catena, ad esempio per avere un posto accogliente dove leggere, lavorare, socializzare, studiare o fare riunioni di lavoro)
Per approfondimenti, ecco l'intervista con Schultz
sabato, gennaio 19, 2008
Mi è venuto in mente l'ormai antico ma sempre divertente "Bullshit Bingo", simpatico gioco da fare in riunione o, meglio, a convegni e dibattiti.
Il gioco è semplice: si preparano delle cartelle - tutte diverse, of course - da Bingo (o da tombola, per capirci) che invece dei numeri hanno le buzzwords più inevitabili relative al business in cui siete / tema della conferenza.
Per esempio robe tipo "disintermediare" "reingegnerizzare" "2.0" "partecipativo" "User Generated" etc.
Ogni volta che il relatore pronuncia una delle parole chiave, la si cancella dalla cartella. Il primo che cancella tutte le parole deve saltare in piedi e urlare "Bingo!"
Anni fa ne avevo scaricato una versione anche per il Palm, così sembrava stessi prendendo appunti.
Ne è stata approntata anche una versione per il keynote di Steve Jobs dell'altro giorno.
A questo proposito - ho deciso di non comprarmi un Air.
Bellissimo ma ho bisogno di qualcosa di più "robusto" in termini di prestazioni, porte etc etc. da usare come main computer (a parte l'ottimo Mini che ho a casa e che ora userò molto meno).
Così ho comprato un MacBook nero. Botta di fortuna alla FNAC avevano ancora qualche esemplare della serie precedente, credo quella col processore a 2.16 invece di 2.2... insomma dei fine serie. Così mi ho avuto anche un po' di sconto, oltre al solito 5% della "giornata del socio"...:-)
In Inghilterra una società chiamata Bluepod Media ha contrattato con la lega calcistica britannica i diritti per l'uso del Bluetooth come strumento di mobile marketing geolocalizzato (per un certo numero di club )...
Ovvero, per essere chiari (e poi guardate anche il prossimo post, a proposito di buzzwords), , durante le partite delle squadre che fanno parte dell'accordo, nello stadio saranno diffusi via BT contenuti mobili attinenti al team (immagino loghi e suonerie?)
Il download sarà gratuito, il costo sarà coperto dalle aziende che sponsorizzeranno il servizio (pagando all'organizzatore del servizio un tot per ogni download) per poter comunicare in modo innovativo con il target calcistico.
Qualcuno di voi avrà forse notato il banner pubblicitario di Kiva, presente sul mio blog (a destra, un po' verso il basso).
Beh, cliccateci sopra e investite in un microimprenditore, che gli cambiate la vita (io ho sponsorizzato una agricultrice delle Samoa (che manco so bene dove stanno) a potenziare la sua piantagione di taro (che manco so cos'è).
Se volete saperne di più potete anche leggere il mio articolo sull'argomento, pubblicato su Apogeo: "Un'eccellente applicazione dei business model di Internet alla finanza etica ci permette di fare da Business Angel per microimprese, a partire da 25 dollari"
Ecco il link dell'articolo
giovedì, gennaio 17, 2008
Negli US, come abbondantemente sappiamo, il mondo della pubblicità televisiva è preoccupato per un sacco di ragioni.
Non che la pubblicità in TV sia morta, certo è che non sta benissimo -e che sicuramente non fa vedere tassi di crescita, anzi.
Tra i molti motivi di sofferenza dei pubblicitari "classici" il terribile TiVo, il videoregistratore che permette di saltare la pubblicità. E comunque tutti gli altri strumenti che registrano ora per vedere dopo.
Questo è uno dei fattori che sta portando a pianificare in maniera crescente negli spazi sportivi; normalmente si guardano infatti in diretta e non in registrata - quindi c'è una maggior probabilità che si veda la pubblicità (è ammessa una breve fuga verso il bagno nel primo tempo e una corsa verso il frigo per una biretta nel secondo).
Per questo motivo si vede una certa tensione sui listini - ad esempio del Superbowl, con tariffe in crescita (lo spazio più costoso, quest'anno, si è venduto a 3 milioni di dollari, +15% rispetto all'anno scorso).
Resta comunque evidente la necessità di integrare la pubblicità con altre forme, diciamo più attuali, di comunicazione - ormai quello del crossmedia/360/comunicazione integrata... è un tempo la cui ora non è più rimandabile.
mercoledì, gennaio 16, 2008
Pensando potesse essere una bufala, ho verificato. No, no, sembra proprio tutto perfettamente ok...
Mah.
(visto su: Funponsel.com)
martedì, gennaio 15, 2008
Nuova puntata, si continua a parlare di Sales Promotion online, l'articolo lo trovate qui...
Sono già oltre 4 miliardi i brani musicali venduti su iTunes dal suo lancio.
A Natale, stabilito il nuovo record giornaliero, con 20 milioni di pezzi acquistati in un solo giorno.
A quanto pare, qualche pazzo che la musica la compra c'è ancora...
Venduti anche 125 milioni di episodi di serie televisive e 7 milioni di film.
Steve Jobs ha appena annunciato che da ora, su iTunes i film si potranno anche noleggiare, non solo comprare...( e vedere su Mac, PC, iPods e iPhone...)
La disponibilità per gli US è da oggi, più in là nell'anno per gli altri paesi...(personalmente sulla diponibilità in Italia non ci scommetterei...)
lunedì, gennaio 14, 2008
Un piccolo ma doveroso tributo all'ingegnosità dell'umanità, alla capacità dell'uomo di inventare applicazioni terrificantemente inutili ma fragrorosamente sconcertanti.
Istruzioni per l'uso:
a) attaccate le cuffiette oppure
b) mettete al minimo l'audio oppure
c) accertatevi di non essere in ufficio e/o di essere in un ambiente estremamente tollerante
d) cliccate qui (www.moanmyip.com)
ah, per apprezzare, dovete almeno sapere cos'è un numero IP...
Domani dovrebbe essere - a quanto si dice - uno dei "grandi giorni" della storia di Apple.
Al MacWorld di S.Francisco, Steve Jobs dovrebbe annunciare uno o più nuovi prodotti - tra cui un rivoluzionario (almeno per Apple) portatile molto, ma molto sottile...
Staremo a vedere...
(L'immagine che vedete in realtà è stato il *primo* logo di Apple Computer - 1976. Ne hanno fatta di strada, da allora...)
Riprendiamo il discorso accennato qualche giorno fa...
Secondo una ricerca di Starcom (Agenzia media del gruppo Publicis), riportata da Riccardo Rossiello su TV Key, la tv analogica non solo ha fatto marcare una recessione in termini di investimenti (-2,6% primo semestre 2007 vs primo semestre 2006) ma si è dovuta confrontare con un problema di audience bello e buono.
C'e' meno gente in assoluto che guarda la TV: nel 1° semestre 2007 l'audience complessiva della TV e' calata del 4% rispetto alla media dei semestri di 4 anni precedenti.
Ma se scorporiamo dal totalone i dati della TV via satellite, il calo della TV generalista sale al 9%... e il satellite fa dei bei guadagni di share...
giovedì, gennaio 10, 2008
Oggi, impossibile non parlare di sostenibilità… peccato che troppe aziende si limitino a comunicarla, più che a praticarla.
Curioso dunque sia proprio la patatina, archetipo dal Junk Food, a diventare sostenibile.
Questo è l’obiettivo del gigante americano Frito-Lay (Pepsi Cola), che nel 2010 aprirà una fabbrica ad energia solare e a basso impatto ecologico.
Un ottimo esempio di dove ci può portare una corretta sensibilità ambientale. E il petrolio a 100 dollari.
More info...
Le buone notizie non sono credibili. Perchè ci hanno fatto diventare cinici. E non crediamo quindi a politici e alla comunicazione pubblicitaria. Quanto all'entertainment...
Stamattina appena alzato, ho fatto un controllo a campione. Apro repubblica.it.
Come ampiamente previsto, non ho trovato una sola buona notizia.
Solo problemi o notizie "neutre" cioè tali da non generare in me nessun tipo di reazione (ad es: "Televisione: un trans verso la casa del Grande Fratello)".
Prometteva bene "SPECIALE CALENDARI / 2 Pornostar in posa 12 mesi bollenti" ma anche li'... diciamo che se Sorrisi e Canzoni TV facesse un calendario, sarebbe probabilmente più bollente di questo qui.
Sul Corriere va poco meglio - l'unica bella notizia riguarda le Maldive ("Maldive, il boy scout salva il presidente") e se a uno piace il genere, la sezione calendari pare promettere benino (anche se lo sappiamo, con Photoshop...)
Insomma, quel che succede è che siamo costantemente bombardati dal sistema mediatico con messaggi negativi. Che non solo abbiamo i nostri problemi ma che il mondo, la nazione, la città che ci circonda a quanto pare hanno *solo* brutte storie.
Chi non è al governo ci dice che il governo di turno è imbecille, che è inetto, che sta per cadere, che l'Italia è destinata presto alla rovina, chiudetevi in casa che la fine è vicina. Tanto se non è Prodi che ci farà morire tutti sarà il cambio climatico, se non sarà il partito del popolo delle libertà con scappellamento a destra come se fosse Antani, sarà la mafia, l'asteroide, l'influenza dei polli a sterminare la razza umana.
E se anche noi sopravvivessimo, i nostri figli non troveranno mai lavoro e l'Italia col CT che ha (qualsiasi sia) non vincerà i mondiali.
Insomma, il messaggio è che non c'è speranza.
E poi si dice che siamo un paese triste e depresso.
Chiaro che abbiamo i nostri problemi, e grossi. E che questi si innestano su un paese che ama spararsi addosso, lamentarsi, frignare e affermare sempre che questa è una nazione da schifo, che siamo i piu' scemi del mondo (nel calcio, nella politica, i sindacati, no gli imprenditori, come i nostri statali non ce n'è, i turisti italiani all'estero che si fanno sempre riconoscere mentre gli stranieri, quelli si' che....)
Beh, vorrei metere un po' di questi che si lamentano in Francia, quando ci sono quegli scioperi generali che noi manco ci sognamo, che per una settimana se vuoi andare da qualche parte ci devi andare a piedi, a costo di farti 20 Km. (a Milano quando c'è sciopero dei mezzi alla fine io i tram li vedo sempre girare....).
O li vorrei vedere nella tanto acclamata Spagna, dove un direttore marketing un po' junior guadagna 30,000 euro lordi (!) ma un appartamentino in periferia a Barcellona costa tranquillamente 450.000 euro + la ristrutturazione
Abbiamo i nostri problemi ma, dopo aver girato parecchio l'Europa, sono convinto che da noi su tante cose si sta meglio che altrove - e rientrato da poco da Barcellona a Milano, devo dire che per tanti versi sono contento di essere tornato, che ho trovato il tessuto delle aziende qui decisamente migliore di quello spagnolo e che a Milano mi trovo bene, anche se molte cose sono migliorabili.
Tornando al titolo: insomma, i media, per vendere (o per il solito complotto), fanno di tutto per darci mazzate sui maroni.
Le buone notizie le da' il governo in carica - ma dato che la controparte fa di tutto per farci spaventare, che chi è al potere fa normalmente delle enormi vaccate su come e cosa si comunica e che poi spesso ci sono problemi di performance, finiamo per non credere più nella politica. Tanto mentono sempre. Tutti.
E qui si innesca il discorso di Grillo e del "V": ne abbiamo piene le palle non tanto dei politici quanto di cattive notizie... diteci che c'è qualcuno di onesto e competente, che c'è una cosa che va bene e che possiamo guardare al domani con piu' ottimismo.
Le buone notizie ce le dà la pubblicità, le nuove tecnologie...
Ma anche qui si tratta di una fonte prezzolata e non al di sopra delle parti, abbiamo tutti avuto cattive esperienze coi prodotti, si sa che le aziende sono cattive e bieche - non si manca occasione per ricordarcelo.
Per cui nella pubblicità si crede sempre meno, si compra il prodotto perchè ci piace, quanto all'azienda... come se fosse un male necessario - tanto che nell'era dello user generated marketing facciamo nostro il marketing e la comunicazione del prodotto. Perchè il prodotto è nostro, non dell'azienda. Perchè noi sì che sappiamo cos'è, cosa vale e come si comunica - non quegli imbecilli che lo producono... (ok fateci la tara, però...)
Comunque mi sembra evidente che si è ridotto di molto l'uso di advertising "FUD" - strategia basata su generare Fear, Doubt, Uncertainty... stimolare drammaticamente un problema per venderti la mia soluzione.
Forse proprio perchè il livello di ansia è già troppo alto e c'è il rischio che la mente del target blocchi l'ennesima comunicazione negativa.
Resta aperta la valvola di sfogo dell'entertanment, del mondo finto della televisione, della Ruota della Fortuna, tutta risate ed emozioni semplici.
Se vi capita guardatela e analizzate la valletta - esempio perfetto di topona con sopra il cartello "...sono qui solo perchè sono una bella gnocca. Faccio mossette, sorrisini, sono scollata e battutine arrapanti all'esclusivo scopo che possiate da casa sbavare - nel meccanismo del gioco non centro assolutamente nulla, dal punto di fista funzionale sono un orpello inutile... ma sono tanto gnocca e con due bocce finte tanto grosse che ci potrebbero nuotare i pesci rossi" in maniera assolutamente plateale ed evidente, qui non ci si prova nemmeno a dissimulare un poco il meccanismo.
Ovvio che anche qui sempre più persone - in genere quelli con un po' di intelligenza e cultura, rifuggano.... insomma, se sono buone notizie allora devono essere cattive notizie, se qualcuno sorride ci deve essere il bidone. Siamo cinici, se c'è qualcosa di bello allora vuol dire che qualcuno sta cercando di fregarci.
Non ho una soluzione ma sono certo che c'è troppa negatività in giro nel sistema mediatico.
Si comunica troppo sui problemi e troppo poco sulle (tante) buone cose che avvengono attorno a noi. Si dice che solo le disgrazie fanno audience ma tra un po', a furia di disgrazie, la gente perderà la speranza e inizierà a saltare dai ponti, tanto non c'è via d'uscita, tanto domani potrà solo essere peggio... l'ho letto sul giornale. L'ho visto in TV, e c'è anche su Internet...
Nota: ho cercato un po' di fonti di "good news" per vedere cosa ci sia che comunica positivo.
Una gran quantità di fonti online sono di tipo religioso, normalmente legati a organizzazioni religiose protestanti degli US.
Un paio di indirizzi però ( a prima vista) non mi sembrano male, ve li segnalo.
http://www.happynews.com/
http://www.goodnewsnetwork.org/
Credo che iniziero' a monitorarli quotidianamente, anche a me non fa male riuscire a leggere che un po' di cose nel mondo vanno bene...
mercoledì, gennaio 09, 2008
Si promuove in maniera non convenzionale.
A parte questa campagna di affissione innovativa, pensate alla marea di attività di comunicazione integrata, non convenzionale, guerrigliera e 360° che si potevano mettere in pista con un progetto del genere...
Temo pero' che alla fine il tutto si sia ridotto ad un paio di questi rotoloni, alla conseguente esposizione mediatica gratuita e al premio creativo per l'agenzia... e morta li'.
A volte ho l'impressione che aziende ed agenzie si limitino a lanciare un sassetto e manchino di coraggio nell'organizzare vere campagne di comunicazione - piuttosto che a lanciare piccoli eventi, bottarelli carini, innovativi... ma di portata tutto sommato limitata....
AOL annuncia la fine del supporto a Netscape.
Va dunque in pensione il primo dei gloriosi browser dell’epoca pionieristica delle Rete.
Leggete la storia sul mio pezzo settimanale per Apogeo...
per chi fosse interessato, ho trovato un interessante grafico a questo indirizzo...
sabato, gennaio 05, 2008
Già EMI ha accettato di vendere i propri brani musicali su iTunes privi di DRM. E anche su Amazon, da qualche mese, si possono comprare brani di alcune major senza "protezione"; brani di EMI, Universal e dovrebbe arrivare anche Warner.
Business Week ha recentemente annunciato che anche Sony mollerà presto il colpo sul DRM.
D'altra parte, visto quanto impazza la pirateria, visto il declino delle vendite, visto che ormai molte case discografiche stanno cambiando il proprio business dalla vendita di dischi a diversi tipi di valorizzazione dei propri asset, il DRM sembrava essere più una penalizzazione per gli utenti onesti, pronti a comprare la musica... che non una dissuasione a quelli che la musica non la pagano...
Forse si sta facendo un po' di chiarezza nella battaglia dei formati del DVD di nuova generazione.
Battaglia che sta di fatto impedendo che il nuovo formato possa affermarsi, garantendo alla gente di non star scommettendo sul cavallo sbagliato. E complica il marketing degli operatori.
Warner Brothers ha annunciato che a parire da ora rilascerà i sui nuovi film esclusivamente in formato Blu-Ray. E si rumoreggia che anche Apple mercoledi' potrebbe annunciare un nuovo prodotto (computer? Apple TV?) in grado di leggere quel formato.
Da parte mia spero annuncino un sub-notebook con HD a stato solido sotto i 300 dollari. Ma credo restero' amaramente deluso ;-) Mi sa che potrei tradire Apple e prendere l'interessantissimo Asus EEE PC... che a quel prezzo ci è vicino.
Il fatto che il Blu-Ray abbia un migliore sistema di protezione (DRM) potrebbe aver influenzato la scelta... ma d'altra parte il DRM... (vedi post successivo)
venerdì, gennaio 04, 2008
L'altro giorno parlavo con un executive di una casa musicale che, con la solita condizione di non essere citato, mi diceva che la sua / loro impressione è che la battaglia per vendere i dischi sia cosa persa.
E che quindi stiano facendo di tutto per individuare altre fonti di revenue, altri modi per far rendere i loro asset (gli artisti e la musica derivante), nuove strategie di marketing per nuovi tipi di prodotti o di versioning dei prodotti esistenti.
In effetti i segnali che arrivano dagli USA vanno, almeno in parte, in quella direzione. Le vendite di dischi sono infatti scese di quasi un altro 10 - 15% nel 2007 rispetto al 2006.
Il che non è un bel risultato. Anche perchè non è stato compensato da un aumento del 45% (!) delle vendite (!) di brani musicali online (su iTunes si sono già passati da tempo i 3 miliardi di brani venduti dal lancio....).
Secondo i dati Nielsen, sono stati venduti online più di 800 milioni di brani nel 2007, arrivando ad un 10% circa delle vendite totali.
A questi vanno poi in un qualche modo sommati i servizi che permettono di ascoltare o di scaricare gratuitamente e legalmente la musica (Pandora, last.fm, downlovers, we7, le mille stazioni radio di iTunes e non...)
I soldi le majors se le fanno allora vendendo la musica in altri formati - per esempio come suonerie (220 milioni vendute negli USA), come DVD (quelli si vendono un po' meglio, pare, anche perchè sono più lunghi da scaricare, specialmente se non hai la banda...), coi concerti etc.
Nel frattempo si parla sempre di più di un ritorno dei tradizionali dischi di vinile, come prodotto di nicchia per audiofili.
Curioso ciclo storico sarebbe: da prodotto detronizzato dai CD, che nessuno voleva più nemmeno se li regalavi, a prodotti premium priced rispetto al dischetto scintillante.
Ci sarebbe poi da riflettere come il fosco futuro del mercato della musica su supporto fisico possa rallentare l'investimento in ricerca e sviluppo della prossima generazione di supporti musicali, del prossimo CD... del resto, se non lo compreranno, se il supporto sembra solo servire per archiviare musica ottenuta (legalmente o meno) online, perchè sbattersi per trovare una soluzione migliore?
Qui ci sarebbe da fare il discorso degli audiofili che sostengono che i CD non hanno la qualità ottimale, anzi che il digitale non è la soluzione giusta per una perfetta musica... ma basta guardare il numero di persone con le cuffiette digitali nelle orecchie per capire che ormai quella della qualità musicale è una battaglia di retroguardia.
giovedì, gennaio 03, 2008
Occhi e orecchie sul mondo
La contestualizzazione geografica abbinata a suoni e voci condivisi in Rete apre un nuovo modo per esplorare e capire il pianeta.
No, perché le battutacce sarebbero troppo facili, nonostante si tratti di un tema difficile...
Mettiamola così: se doveste fare la comunicazione per una fondazione che combatte i tumori ai testicoli, cosa / come la fareste?
Devo dire che a me, di fare un pattinatore vestito da scroto che si becca un sacco di botte non credo proprio sarebbe venuto in mente... :-)
Carino il sito, il filmato, l'operazione. Decisamente inconsueta, of course, e coraggiosa. (e no, non dirò che si tratta di una campagna con le palle. Accidenti, non ce l'ho fatta a non dirlo :-( )
mercoledì, gennaio 02, 2008
Sarà merito dello Zar Putin, quello che (piaccia o no) ha raddrizzato la Russia e la governa con pugno di ferro (e una notevole popolarita')?
Sarà quel che sarà ma è singolare notare il deal occorso attorno a mail.ru, il principale provider di free e-mail russo (e di blog, video, interazione online....).
Il gruppo Nasper (operatore Sud Africano di media & Internet) ha recentemente comprato un 2.6% di mail.ru per 26 milioni di dollari.
Una semplicissima moltiplicazione e si vede come la valutazione data sia stata di un bel miliardo tondo di bigliettoni verdi.
Mail.ru ha circa 40 milioni di utenti, con tassi di crescita rapidissimi (ovvio, vista la situazione del paese)
Eccomi rientrato alla base, dopo un breve soggiorno in provincia di Treviso.
Raccomandabile a tutti gli addetti al marketing e simili farsi un giro da quelle parti e possibilmente interagire socialmente, per capire che l'Italia non è tutta quella delle grandi metropoli e delle analisi critiche del rapporto tra azienda e pubblico. E non è quella del 2.0.
Ma spesso è quella della accettazione integrale della marca come elemento che sancisce il successo e l'accettabilità sociale della persona, già dalle elementari o dall'asilo nido.
In questo senso forse si', è un processo 2.0, nel senso di collaborativo: tutti insieme si decide cosa è cool e cosa non lo è, e tutti insieme - grazie al tool dello spettegulezz (raramente online, normalmente molto analogico) si decide chi è sfigato e chi "vale".
Ancora buon 2008 a tutti