martedì, settembre 30, 2014

Ottimo uso di Vine. Back to School, Best Buy - target College Students. Life Hacking.


Se si ha una buona strategia, un'eccellente capacità creativa e una capacità di curare il dettaglio - e la si sposa con un approccio intelligenti ai mezzi digitali, escono idee come queste.

Life Hacking - ovvero idee e trucchi pratici per migliorare la propria vita (a basso costo). Vine - forse lo strumento digitale che più di ogni altro costringe alla sintesi.

Da Best Buy verso uno dei suoi target più interessanti (anche per le prospettive a medio / lungo, in un'ottica dove il marketing guarda anche al lifetime value): gli studenti del college.

Insomma, una campagna che al vostro digital planner preferito (forse) è piaciuta molto. Guardatela e facciamoci venire delle idee per il nostro mercato, dove creatività e innovazione nella comunicazione sono un po' stagnanti e casi da manuale come questo non si vedono quasi mai.



Best Buy #HackToSchool Vines from Image Brew on Vimeo.

lunedì, settembre 29, 2014

I Migliori Blog (aziendali) del 2014. C'è da imparare #StrategiaDigitale.


Pubblico questa lista di quelli che sono i finalisti ai Top Corporate Awards di SocialFresh.

Posso essere o meno d'accordo sulle classifiche (la realtà è che non mi interessano :-) ma mi sembra comunque una buona lista di blog che non sono certamente male e che vale la pena di guardare per imparare cose, individuare best practice, farsi venire idee, farsi venire la depressione perché nella nostra azienda non ci lasceranno mai fare cose così :-)

Ecco la lista:


Tra i miei preferiti: 

Da notare che in classifica è entrato anche il blog di Fiat USA :-)

Anche se adesso l'attenzione sembra essere più focalizzata sui "blogger" come personaggi influenti, avere un proprio blog aziendale, pensato in logica di marketing, con un approccio di strategia solida, costituisce tuttora un elemento importante nel proprio approccio alla comunicazione, all'inbound marketing.

E' un elemento interessante all'interno di una logica di pr digitali, che mi aiuta a focalizzarmi sulla generazione di content e alla sua diffusione sui social media.

venerdì, settembre 26, 2014

Con un Tweet ti faccio chiudere il ristorante - L'ufficio comunale segue Twitter e...


Le polemiche su Social Media e Ristoranti sono parecchio calde.
E questa news è interessante.

A Chicago, il "Department of Public Health" segue Twitter, ovvero fa un'attività di monitoraggio in Rete, con un Twitter bot (@foodbornechi).

Il Bot raccoglie i tweet che segnalano o sembrano segnalare casi di avvelenamento da cibo. 

Il bot flagga i tweet rilevanti e allerta il team, che fa l'analisi umana e decide se sono tali da far scattare allarme e ispezioni.

(btw, il bot è open source: lo trovate su GitHub https://github.com/smartchicago/foodborne )

Incrociando il tutto con un form di reclami, il dipartimento ha ispezionato 133 ristoranti in 10 mesi e ne ha chiusi 21 - come risultato di un'analisi che ha identificato più di 2.200 tweet contenenti le keyword "food poisoning" - che sono stati poi ridotti a 270 tweet particolarmente "relevant".

Le persone che hanno twittate vengono contattate dal team del dipartimento e invitate a formalizzare una segnalazione.

A questo punto si mette in moto il meccanismo, che include i ristoranti oggetto di lamentele nella lista di quelli da ispezionare. Se l'ispezione del ristorante evidenzia reali e oggettivi problemi igienico sanitari, scattano le sanzioni.

Comunque, solo circa il 4% dei ristoranti chiusi dal dipartimento sono arrivati all'attenzione degli ispettori attraverso i social; al momento quindi l'impatto è limitato - ma appena ci si renderà conto che il meccanismo di denuncia funziona, suppongo che un po' di gente si scatenerà su Twitter a valle di esperienze gastronomiche dagli sgradevoli effetti collaterali.

Interessante soprattutto il concetto dei Social come specchio della società, le conversazioni come manifestazioni del pubblico, i social user come sensori embeddati nella realtà - e degli enti preposti al controllo che ascoltano questi sensori...

Approfondimento: Popular Science


giovedì, settembre 25, 2014

L'hamburger nero di Burger King (anche se...)

A me affascinano sempre le operazioni che vanno a intervenire sulla struttura stessa del prodotto, mettendone in discussione la stessa figura iconica che se ne è sempre data.

Traduzione: impazzisco quando le aziende vanno sul "o famo strano".

Come nel caso di Burger King, che in Giappone è uscito con un prodotto nero.

Pane nero, formaggio nero.
Molto lato oscuro della forza.

Btw questa idea l'aveva gia la catena francese Quick, un paio di anni fa :-)




Ah, anche McDonald's aveva esplorato la strada dell'Hamburger In Black:



mercoledì, settembre 24, 2014

Osservatorio Brands & Social Media: la GDO in Italia. Il leader è...

Nuova puntata della nostra ricerca Brands & Social Media, sviluppata insieme a Osscom - questa volta il focus è sul mondo della Grande Distribuzione Organizzata.




Attraverso la ricerca sono state analizzate 20 fra le principali aziende della Grande Distribuzione Organizzata, per identificare le strategie di comunicazione adottate in Italia e individuare le best practice.

La classifica vede al comando Carrefour, con 55,2 punti, seguito a distanza da Lidl con 43,1 punti eCoop con 38,7 punti.

Le principali evidenze emerse:


  • Questo settore privilegia Facebook come principale piattaforma per comunicare con i propri clienti, con particolare enfasi sui prodotti venduti e le promozioni del momento.
  • L’utilizzo di applicazioni per smartphone consente ai brand della GDO di rimanere connessi ai propri consumatori, offrendo informazioni sui punti vendita, le offerte in corso, o funzioni di lista della spesa e consultazione della propria carta fedeltà.

  • I brand più attivi riescono a costruire delle community tematiche legate alle abitudini di consumo naturale, per bambini, ecc.) e le pratiche di acquisto degli utenti, anche attraverso offerte e servizi dedicati.





Maggiori informazioni sul sito di Digital PR

martedì, settembre 23, 2014

A cuore aperto: Twittano l'operazione in ospedale. Ma c'è un perché: PR Digitali.


Il Livetwitting è un'abitudine abbastanza consolidata in tutta una serie di eventi.

Ma il livetwitting in diretta da un'operazione al cuore è roba inconsueta.

Specialmente se a twittare è un ospedale. Nello specifico il Sunnybrook Hospital di Toronto.

Per aumentare l'awareness e l'attenzione verso le malattie cardiache, il 20 Febbraio l'ospedale ha coperto in diretta un intervento (bypass coronarico), con tanto di video, Vine, foto.
Ovviamente con il consenso del paziente.
Come essere lì. Solo che sarebbe meglio non esserci.

Ovviamente l'operazione (in senso chirurgico e mediatico) ha avuto un'ampia risonanza, trasformandosi in una notevole operazione di PR Digitali.

Interessante.
Potete guardarvi tutta la storia sull'account Twitter dell'ospedale:

e anche cercando l'hashtag #sbheart

Ed ecco un video e un Vine dell'operazione:






(comunque, se cercate in rete scoprirete che non è il primo esempio di operazione mediatizzata online, in diretta).
A quando i team di blogstar invitati in sala operatoria in pianta stabile?

lunedì, settembre 22, 2014

Grandi. Sul sito di incontri (Tinder) ... adotta un cane :-)

Grande pensiero laterale, bel pensiero strategico.

In fondo se uno va su un sito per cuori solitari, sia che cerchi l'anima gemella sia che cerchi un one night stand, qualcuno direbbe che sta cercando di riempire un vuoto esistenziale.

Che potrebbe essere riempito anche da un cane.

Quindi, perché non usare Tinder (una delle killer app del settore, con 10 milioni di utenti) inserendo profili non di persone ma di cani, con caratteristiche che possano "mecciare" (come direbbe il milanese imbruttito) quelle dei single che cercano un partner?

In fondo si tratta di una proposta alternativa...

L'idea è stata messa in pratica da almeno un paio di associazioni: www.rosieanimaladoption.ca/ e  socialteesnyc.org (se fossi in Tinder comunque sarei tentato di tirar giù quei profili - per evitare che dopo i vari canili e gattili entrino a gamba tesa le aziende multinazionali - magari inserendo profili di auto, detersivi, condimenti e cibi pronti e rompano il giocattolo del match-making ;-)

I video:




Approfondimento: 

venerdì, settembre 19, 2014

La regola #1 del Web Marketing in Italia.

Scordatevi di twittate messaggi che volete siano letti dal target durante #XFactor, specialmente se si gioca pure l'Europa League.




Puma usa il WiFi alla F1 per promuoversi a costo zero.


Buon venerdì a tutti.

Brillante esempio di uso creativo della tecnologia. Se volete, pensiero laterale.

Background: Puma sponsorizza, in Formula 1, Mercedes e Ferrari.
Chiaramente, oltre ai costi di sponsorizzazione, ci sono i costi di farlo sapere al mondo, per sfruttare questa sponsorizzazione.
E, naturalmente, i costi degli spazi pubblicitari nei circuiti automobilistici non sono certo a buon mercato.

Così Puma, al Gran Premio di Cina, ha trovato una scappatoia niente male, che intelligentemente, lavora sul mobile.
No, niente siti, app, QR Code.

Ha aperto, nelle tribune, 10 accessi WiFi.
E il nome delle 10 reti cambiava a ogni giro.
Esatto: semplicemente facendo un check delle reti WiFi disponibili, gli spettatori potevano vedere la classifica aggiornata, coi tempi e le posizioni.
Naturalmente era evidenziata la sponsorizzazione dei piloti coinvolti.

Insomma, date un occhio all'immagine che spiega tutto e qui trovate un approfondimento:

http://autoracesponsor.co.uk/2014/08/19/puma-shows-bernie-use-social-media-chinese-gp/

giovedì, settembre 18, 2014

Genio. Guardate cos'hanno fatto con il brief del cliente.


OK, niente battute su cosa molti di noi farebbero volentieri con certi brief di certi clienti.

Guardate invece cosa ha fatto quest'agenzia.
Come ha preso il brief e lo ha trasformato in...

Beh, guardate l'immagine e guardate il video.

E leggete l'approfondimento che spiega il perchè:
http://www.creativebloq.com/career/designers-uniquely-intricate-responses-client-briefs-91412929

"The campaign was so successful that the agency’s design work rose by 450% within the first six weeks."

Grandi.


mercoledì, settembre 17, 2014

Scabroso e divertente: il GaioDramma (Pirula Pirula)

Oggi parliamo di qualcosa che non è comunicazione commerciale, ma è (molto) storytelling.

Una web series fatta da gente che stimo e che penso meriti visibilità e apprezzamento.

Per certi versi, una bomba tirata verso il pubblico.

Io ve la segnalo.

Ecco il promo e sotto vi metto l'indirizzo della prima puntata e la spiegazione di che accidenti è.


Ecco l'URL della prima puntata: http://youtu.be/eP8LODydWkg

Il protagonista di Pirula Pirula è Ettore, un prostituto gay che in arte si fa chiamare “Sabrina”. Ettore, alias Sabrina, lavora circondato da colleghe pronte a dargli consigli sul mestiere “più antico del mondo”.


12 puntate, da 5 minuti l'una - sul mestiere più antico del mondo che si intreccia con il mondo della prostituzione gay. 

Poteva essere una cosa pesantissima - e invece il tema è stato trattato con leggerezza; poteva essere un concentrato di luoghi comuni e invece dentro all'umorismo c'è molto rispetto.

Cito: "L’argomento di Pirula Pirula è delicato, la serie affronta il tema della prostituzione omosessuale, ma il tono del racconto è tagliente, ironico e totalmente privo di retorica.
Dal 15 settembre, troverete la prima puntata di Pirula Pirula, un gaiodramma su Youtube.

Le puntate seguenti saranno visibili liberamente, con doppia cadenza settimanale, su Cineama.it, la  community e piattaforma dedicata al cinema e all’audiovisivo. "

Facebook: Pirula Pirula - serie web
 (https://www.facebook.com/pirrula?ref=hl

Twitter: @PirulaSabrina
 (https://twitter.com/PirulaSabrina

G+: Pirula Pirula
 (https://plus.google.com/u/0/105967580178658690986/posts)

Pirula Pirula, un gaiodramma, è una serie web diretta da Andrès Arce
Maldonado, regista del film Carta Bianca (http://www.cartabiancafilm.com) scritta da Marco Medelin
con la collaborazione di Emanuela Guaiana, Ivana Pantaleo ed Elisa Franchi, e prodotta da La Siliàn.








venerdì, settembre 12, 2014

Riassunto della settimana: il blog ha parlato di...


Riprendiamo il riassunto settimanale del blog, se vi siete persi qualcosa e volete recuperare.
Questa settimana ho parlato di:

Interessante: i Coupon su Instagram, con la gamification

Interessante: i Coupon su Instagram, con la gamification


Oh, hanno trovato un modo creativo di mettere i buoni sconto su Instagram.

1 - caricare video su Instagram
2 - l'utente lo guarda
3 - compaiono a raffica prodotti nel video
3 - l'utente fa al volo uno screenshot raffigurante il prodotto che gli interessa
3b - ci riprova
3c - ci riprova
3d - etc.
4 - lo condivide online con l'hashtag (quindi viene forzata la condivisione)
5 - va in negozio e mostra il suo bel lavoro al commesso
6 - il commesso gli da' una pacca sulla spalla e gli da' il prodotto screenshottato con il 50% di sconto.

Da Ahlens.

Ecco un esempio di video su Instagram (http://instagram.com/p/ohzrpmgk3T):


Ecco il video:




L'aspetto di gamification sta nel riuscire a fare uno screenshot al volo dal telefonino - cosa che non è banale e richiede più tentativi. Stiamo facendo interagire la persona con il nostro messaggio promozionale, facendogli investire tempo ed energie. Certo, anche per un vantaggio tangibile (non trascurabile), ma il livello di interazione non è male.

Approfondimento:
http://www.fastcocreate.com/3035424/this-swedish-retailer-used-instagram-as-a-modern-coupon

giovedì, settembre 11, 2014

Il Manichino intelligente parla al tuo smartphone


I materiali di comunicazione punto vendita non saranno glamorous (molti creativi li snobbano) ma hanno di certo un impatto significativo sull'ultimo centimetro, spostano le vendite, completando il lavoro del ciclo della comunicazione - dall'awareness, al branding all'acquisto.

Anche se con un certo ritardo, rispetto ad altre forme di comunicazione, anche i materiali POP stanno integrandosi con la tecnologia - come nel caso dei manichini "intelligenti" che sono stati installati in alcuni punti vendita tra cui House of Fraser.

Più che intelligenti, chiacchierano - mettendosi in contatto con lo smartphone dello shopper interessato; raccontando che cosa indossano, quanto costa e dove trovarlo in negozio.

Così permettendoci di comprare anche a negozio chiuso, parlandoci dalla vetrina (e sono anni che si sperimenta, guardate questo); o di evitare il contatto con esseri umani (commessi) come già visto nel caso dei negozi di jeans completamente automatizzati  (vedi questo mio post)

Ecco il video:



Di sicuro c'è un forte effetto "novelty"; dal punto di vista funzionale la stessa cosa si può fare con un bel cartellino scritto a mano - che però non interagisce con cellulare (oggi) e orologio (domani sul presto) e quindi non ha un wow effect.

Ma si tratta di una soluzione probabilmente di transizione - dopodomani faranno tutto gli occhiali intelligenti e poi passeremo direttamente alla telepatia o a chip impiantati nel cranio (e daremo ragione ai vari complottisti).

A differenza del cartellino, però, l'app manichino-friendly può anche permetterci di condividere le informazioni sui social. Di primo acchito non che la cosa mi impressioni - ma forse è meglio non sottovalutare le dinamiche degli acquisti social, che potrebbe essere uno di quei trend che ci sorprendono.

Una di quelle cose che "io non farei mai" ma poi scopri che un sacco di gente fa, che un sacco di gente condivide modelli e prezzi con gli amici, per avere al volo un parere, un supporto nella decisione. Una sorta di democrazia digitale instantanea.


Che dite, mettiamo su una startup per sviluppare una piattaforma dove i tuoi "amici" possono votare in tempo reale se dovresti comprare quel paio di scarpe o meno, magari aprendo un dibattito on line, la possibilità di aprire hangout per i gruppi pro e contro, di avanzare candidature alternative alle ciabatte messe in discussione...?

L'altro aspetto però che sposta molto i comportamenti, legato al manichino intelligente (o a un qualunque materiale PV comparabile) è la possibilità di acquistare online dall'app - dopo che è stato il negozio fisico a portarci nel ciclo d'acquisto.

Ovvero: vedo in vetrina o in negozio un bel capo d'abbigliamento, interagisco col manichino, decido di comprarlo, lo provo per vedere come mi sta e la taglia, poi magari lo compro dal sito della catena commerciale e non in negozio. Insomma, una cosa che facilita lo showrooming - il che può (forse) andare bene per una catena di negozi che produce merce propria (che lo compri in negozio o online per me è uguale, basta vendere).

Di sicuro non va bene per megozi indipendenti che vendono merce di terzi e che si vedono sfuggire fatturato; e anche per le catene ha delle implicazioni su ruolo, costi e redditività dei PV fisici.

Vabbè - comunque, ecco un approfondimento sui simpatici manichini: 





mercoledì, settembre 10, 2014

Bello. Lo scherzone di The North Face in negozio. In Corea.


Una delle più belle idee di animazione punto vendita degli ultimi tempi, IMHO.

Il video è autoesplicativo, se non capite qualcosa, vi allego sotto una spiega.



  2013년 10월 영등포 타임스퀘어 광장, 
노스페이스 팝업스토어엔 누구도 예상치 못한 비밀이 숨겨져 있다!

매장에 들어온 사람들이 피팅룸에서 다운자켓을 입고 밖으로 나오려는 순간,
눈 앞에 펼쳐지는 황당한 시츄에이션!
사람들은 10월 초가을에 북극한파의 추위를 경험하게 되는데...

(vabbè, ecco la traduzione secondo Google Translate :-)

Ottobre 2013 Yeongdeungpo Times Square, 
The North Face negozio yen chiunque può comparire in modo inaspettato segreto nascosto! 

La gente veniva al negozio sta cercando di uscire dal camerino indossando un piumino in questo momento, 
Sichyueyisyeon assurdo si apre davanti ai vostri occhi! 

Stanno vivendo il freddo del freddo artico nel mese di ottobre, inizio autunno, la gente ...

martedì, settembre 09, 2014

Dopo l'Ice Bucket, la Rice Bucket Challenge


Inevitabile che un'iniziativa di grandissimo successo (sia come risonanza che come raccolta fondi) dia origine a fenomeni imitativi.

E ci può stare, a condizione che venga fatto a ragion veduta.

In India, di acqua da sprecare non ne hanno tantissima, anche se le star di Bollywood si sono buttate a pesce sull'operazione (vedi il video satirico qui sotto).

 E hanno grossi problemi di gente che muore di fame (più di 300 milioni di persone vivono sotto la poverty line). Ecco allora nascere il #RiceBucketChallenge.

Invece di farsi docce più o meno mediatizzate, la sfida è molto più terra terra: coinvolgere amici nella preparazione o acquisto di un secchio di riso per sfamare i poveri della propria area. Con lo stesso meccanismo di nomination.

La pagina Facebook dell'iniziativa: 

Anche i canali TV di notizie hanno ripreso l'iniziativa (la CNN locale, un ottimo risultato, in termini di PR):




Ecco alcuni dei tweet generati:

E qui potete guardare il video che racconta l'IceBucketChallenge delle star di Bollywood:

lunedì, settembre 08, 2014

Importa come si fa o cosa si fa? Riflessioni, esternazioni - #StrategiaDigitale e formazione


Pensare, perché?
Nel mondo della fretta, della scarsa competenza e istruzione, dei pochi soldi che girano e del comparto della comunicazione sotto pressione, l'unica strada per uscirne sarebbe pensare.

E invece è evidentissimo il trend è quello di sottovalutare, sul digital e sul social, l’importanza di un pensiero strategico (cosa cercare di fare, l'idea), a favore della competenza nello schiacciare bottoni.

Concentrarsi su come fare la pagina Facebook o l'operazione di engagement senza domandarsi se è quello che ci serve. O domandandoselo ma vendendolo lo stesso al cliente (o al proprio capo) perché è quello che sappiamo fare, mentre non siamo attrezzati per pensare in modo non operativo.

Pensare alle technicalities e non a perché lo facciamo. E perché dovrebbero darci retta.

Un trend che si vede bene in formazione: da un lato un'offerta tecnica, che insegna a schiacciare i bottoni (e va benissimo: usare Photoshop è utilissimo, ma non è quello che ci insegna a essere creativi). Dall'altro discorsi sui massimi sistemi, sui paradigmi.. che poi torni a casa e ti rendi conto che, come prima, non sai come affrontare il problema di inventarsi un'azione di comunicazione che funzioni. Perché non si insegna a pensare. Si fa la filosofia (fondamentale) e si fa la manovalanza (utilissima). In mezzo il nulla.

Si parla di urbanistica e di filosofia di gestione del territorio e si insegna a tirar su i muretti. Ma come si disegna una casa difficile trovare chi lo insegni.

Inutile pagare gli stilisti, tanto ci sono le sartine
A saper usare Photoshop (e basta) si rischia di ritrovarsi a essere un simpatico operaio in fondo alla catena della creazione, quasi una commodity, sostituibile e sottopagabile.  Molto più sotto di un creativo o di un planner che sanno invece pensare a come dovrà essere la casa che un qualche muratore dovrà poi tirare su ;-)

Sul digitale vedo un sacco di attori, dalla parte di chi compra e di chi vende, che sembrano convinti che non importi invece il pensiero. E assolutamente non disposti a remunerarlo, perchè tanto pensare è gratis. Ad esempio come il pensare di uno stilista di moda, tanto noi in quel campo lì paghiamo solo il tessuto e il costo della sarta, mica vogliamo remunerare il lavoro dello stilista, che ci vorrà mai a fare un bellissimo vestito, se hai una buona sarta e un paio di lavoranti che hanno il mestiere?

Si confonde la capacità di fare “in pratica” un’attività digitale con la capacità di trovare idee per fare attività che non cadano nel disinteresse generale, come capita nella stragrande maggioranza dei casi (date un occhio al numero di fan di un sacco di pagine aziendale e avrete un primo, drammatico indicatore di come sono stati buttati i soldi).

Serve testa, non serve la fuffa
E' da un sacco di tempo che lo dico (e in effetti questo post è un adattamento di un pezzo che avevo scritto per TechEconomy, che a sua volta è figlio di cose scritte per il compianto Web Marketing Tools... ma purtroppo negli anni le cose non sono affatto migliorate, anzi...).

La grandiose teorie dell'Internet e del suo cambiare la società e gli scenari sono utilissime per capire i macroscenari. Ma non è leggendo il Cluetrain manifesto che arrivo a creare in concreto un'operazione Social o di Internet PR per la mia carta igienica. Posso arrivare a capire che se i mercati sono conversazioni, allora sarebbe interessante far parlare le persone della mia carta igienica. Ma non mi da' spunti su come fare.

Dall'altro lato, se chi lavora sul progetto mette la testa direttamente sul livello basso - a fronte di un brief (normalmente pessimo) parte alla carica dicendo "ok, ho già un'idea di come fare la pagina FB" non ci siamo. 
Se invece di pensare a obiettivi da raggiungere (e a come raggiungerli) pensa a tirar fuori delle trovate, è inevitabile che ci si rifugi nella copia di robe già fatte o nel proporre idee banali e scontate. E se è un junior, a lavorare così crescerà poco.

Sul digitale, ammettiamolo, c’è troppa fuffa. Perché la committenza non conosce abbastanza il problema e le sue logiche. Perché si sottovaluta, si confonde il saper fare con il saper pensare a cosa fare.

C’è fuffa perché, in buona fede, chi compra formazione cerca corsi operativi e snelli, economici e rapidi, con un titolo che faccia sognare. E trova troppi corsi dove il materiale è vecchio. Oppure dove si parla delle solite macroteorie e poi non si dice come queste ricadono sul nostro lavoro quotidiano. O dove ti insegnano a schiacciare i bottoni di un software ma non a pensare ai progetti. Dove ti insegnano presunti trucchetti che non esistono e che comunque diventano subito obsoleti. Dove in 2 ore, in cambio dei tuoi soldi ti insegnano (obbligando magari il docente che non è d'accordo) tutto il Social Media e in omaggio anche l'email marketing e cenni di SEO -  per far vincere la tua azienda e spaccare i mercati per il successo delle tue vendite che dopo il corso saranno sicuramente travolgenti...

Arrivi a casa con la testa piena di magnifiche emozioni, di entusiasmo. E il giorno dopo in ufficio, davanti al foglio bianco ti rendi conto che al cliente non puoi scrivere (solo) la nostra soluzione è di fare un qualche progetto che parli alla gente con un tono umano. Figo. E quindi...? Che progetto? Come ci arrivo? Come riesco a inventarmelo?

I corsi specialistici, intendiamoci, servono. Molto. Ma se ho bisogno di un direttore per un ristorante di lusso, non lo mando a un corso di cucina. O forse si, ma dopo che ha capito e imparato un sacco di cose più generali.


A pensare si fa più fatica che a fare, non c’è dubbio. Ma forse è necessario, visto che la controparte, le persone, il consumer è sempre meno tonto e (lui, sì) sembra pensare sempre di più, prima di comprare…

mercoledì, settembre 03, 2014

Genio: come far comprare la verdura ingloriosa. E ha anche un valore etico.


Il Marketing (come dovreste sapere) è riuscire a conciliare domanda e offerta (non spingere la gente a comprare roba che non piace / non serve).

E una delle cose che non ha domanda è la frutta e la verdura "brutta" - anche se dal punto di vista qualitativo è buona come quella "bella".

Per riuscire a far comprare prodotti dalla forma non perfetta, e rispondere anche al problema causato da tonnellate di prodotti perfettamente consumabili buttati invece via, la catena Intermarché si è inventata una strategia di posizionamento e comunicazione geniale.


Qui non solo si affronta il problema dello spreco; offrendo al mercato un prodotto meno costoso ma identicamente valido si aiutano anche un sacco di persone a nutrirsi correttamente, anche in tempi di portafoglio sotto pressione. 

Per non parlare dell'impatto sui produttori, che vedono ridotta la percentuale di produzione "invendibile".

E per il supermercato? Beh, considerando che hanno comprato prodotto che normalmente i produttori gettavano, avranno spuntato un ottimo prezzo. Il prodotto è andato rapidamente esaurito e ha portato un numero notevole di nuovi clienti a visitare i punti vendita della catena (+ 24% di traffico sul PV) dirottandoli da altre insegne.

Senza contare il forte impatto avuto sui Social e sui mass media.

Guardate il video. Questo è pensiero strategico, strategia, intelligenza, marketing utile. Anzi questo è prima pensiero di marketing - e dopo, di conseguenza, comunicazione intelligente.


martedì, settembre 02, 2014

Non è per i deboli di cuore: Assassin's Creed Unity - Parkour


Per la serie "rischia la vita per far pubblicità al mio prodotto"...

Ecco un (bellissimo) video che porta Assassin's Creed nelle strade di Parigi. Da guardare.

Per lanciare il gioco Assassin's Creed Unity (ambientato durante la rivoluzione Francese...) che uscirà a fine Ottobre.



Il dietro le quinte del video del Parkour di Assassin's Creed:



La demo del gioco:

lunedì, settembre 01, 2014

Visto a Milano: Poster NFC


Come da tempo ipotizzato 
(vedi http://robertoventurini.blogspot.it/search?q=nfc) da qualche tempo sono in giro per Milano poster abilitati alla multimedialità NFC.

In sostanza, un impianto che può interagire con il cellulare (con NFC ma anche con QR Code) per permettere l'accesso a contenuti addizionali a quelli riportati sul manifesto, forzatamente sintetico.
Al momento i contenuti disponibili sono minimali, (in pratica: non ci sono contenuti contestuali) ma qui il limite è solo la fantasia delle agenzie... e la grande domanda di fondo è: ma la gente, userà questo formato di interazione?

L'experience è stata semplicissima - mi è bastato avvicinare il cellulare (attivando previamente l'NFC) per accedere immediatamente alla pagina dei contenuti.

Staremo a vedere...
(PS: se inquadrate il QR code qui sotto, vedete la pagina d'accesso geolocalizzata per voi...)







La pagina linkata da NFC è per ora puramente "di servizio"... nota - le distanze non sono corrette rispetto alla posizione del poster perchè ho barato e mi sono collegato al link dal mio ufficio...