Bene, è giunto il momento di un altro pezzo di approfondimento, di strategia, di formazione.
Dove salgo in cattedra e vi spiego, a costo di sembrare arrogante, dove e perché si sbaglia più frequentemente...
1: come mi facevano notare l'altro giorno da un cliente, chi si appiccica "marketing" nel titolo è spesso la persona che lo ha studiato di meno (in azienda o in agenzia) :-)
Se non passate il test, andate direttamente al punto 7.
2: di sicuro parliamo troppo. Nel marketing è molto più importante ascoltare che parlare.
Ad ascoltare si impara, si aggiusta la mira.
Se si parla troppo e non si ascolta abbastanza, si finisce per scoccare la freccia dove pensate ci sia il bersaglio.
Se ascoltate scoprite dov'è.
Scoprire cosa la gente vuole, cosa la gente pensa. Questo si chiama "le basi del marketing"
E con il digitale ora, finalmente ci sono gli strumenti per farlo.
Altro che rivoluzione digitale: prima di andare all'università necessario saper fare correttamente le tabelline. Poi ne parliamo.
3: Se parliamo senza ascoltare...
- se ve bene facciamo la figura dei cretini. Di quelli disconnessi.
- e comunque siamo logorroici
- soprattutto perché ci focalizziamo nel parlare a, invece di parlare "con"
Io, a quelli dei call center non rispondo nemmeno più, o li liquido in 10"con una scusa - tanto so che vogliono vendermi roba a qualsiasi costo.
E mi sommergono di chiacchiere, senza ascoltarmi.
A volte do' risposte assurde, ma tanto non deviano dal loro script.
Non ascoltano, non possono ascoltare.
Quindi non gli do' retta, anche se magari mi perdo un'offerta interessante ogni tanto, non ho voglia di farmi parlare addosso da loro.
4: se non avete una strategia siete morti.
Lo so, tutti abbiamo una strategia.
La strategia è rifilarmi roba il più possibile. Mettermi sotto pressione perché io compri.
E per questo si mettono sotto pressione i venditori, quelli del marketing, tutti.
Più pressione applicata alla catena, più vendite si ottengono. O no?
D'altra parte è noto (scusate la franchezza) che i quindicenni che assillano le loro amiche a colpi di "me la dai, me la dai, me la dai" trombano come ricci...
La strategia (e si chiama marketing) è capire cosa desidero comprare. E produrmelo.
5: Ah, ma per questo c'è la Marketing Automation.
Pensare, perché? una volta che avete un segnale che mi interessa un prodotto, me lo riproponete pubblicitariamente finché capitolo, su qualunque sito io vada.
Non importa capire chi o cosa sono: importa capire che io ho un portafoglio, e tutto ciò che si frappone tra i miei soldi e i vostri fatturati è la mia stupidità, incapacità di capire che è meglio se vi do' tutti i miei soldi.
Quindi l'importante, visto che sono ottuso, è ripetermela tante volte.
Ora, dato che è vero che tanta gente è proprio così, questo approccio spesso funziona. E fa vendere. Ma non sempre :-)
6: al peggio, tiriamo in ballo i valori del brand.
Che, se sono una bella slide in Powerpoint, o un capitoletto iniziale del brief (che poi continua con un "e comunque fottetevene, quello che ci interessa è vendere in un qualsiasi modo") non è che mi aiutano tanto ad amarvi.
E a cacciarvi la lira.
In sostanza, per molte aziende, inconsapevolemente (ma spesso anche molto consapevolmente) Brand Values, Mission, Vision sono questa roba qui:
Troppe marche mi parlano troppo. Di cose che non mi interessano. Di cose che è chiarissimo, sono quelle che voi pensate mi dovrebbero, da manuale interessare. E me le ripetete continuamente. Che poi chissenefrega, si farebbe anche volentieri a meno di parlarmi così tanto, non fossi tanto ottuso da richiedere decine e decine di contatti prima di reagire al vostro stimolo pavloviano e cacciarvi la lira.
7. Se vi riconoscete in questi punti e avete magari pure fatto un master, fatevi delle domande. E datevi delle risposte.
Ammettiamolo. Gli annunci pre roll su Youtube tendono ad essere una seccatura.
Anche perché, contravvenendo a tutto quello che ci diciamo da 20 anni, mi sembrano molto "casuali" e non contestuali.
Interruption marketing (e amen, lo posso anche capire) ma veramente poco affine ai miei interessi, ai miei bisogni.
Questo è vero abbastanza in generale - e di qui il successo degli Adblocker (su cui prima o poi bisognerà che scriva qualche riga...)
Burger King però, cogliendo l'insight che i pre roll sono spesso un'epica rottura di scatole, ha realizzato degli annunci pensati apposta per precedere uno specifico video :-) E quindi molto contestuali e perfino divertenti.
64 soggetti per 64 video che si sapevano di grande pubblico.
L'idea è buona - l'esecuzione un po' povera... ma comunque poi alla fine uno l'informazione della promo finisce che se la sorbisce, quindi obiettivo raggiunto...
Un modo spiritoso e smart di scherzare con il pubblico. In maniera intelligente, cosa che al brand non fa mai male :-)
In tutto il mondo, i figli dei personaggi famosi scatenano l’attenzione dei media e di milioni di fan: basti pensare all’isteria collettiva per lo stile androgino della piccola Shiloh Pitt, o ai royal babies idoli di Facebook.
Nello stesso momento, ci sono migliaia di bambini che non godono delle stesse attenzioni: anzi crescono nell’indifferenza di tutti, purtroppo non solo dei media.
In occasione della Giornata Mondiale dei Diritti dei Bambini (#Worldkidsday), CAF Onlus, un’associazione di Milano che tutela i bambini maltrattati e vittime di abusi, ha lanciato un’operazione social per invertire la tendenza: #nonsolomiofiglio.
Alessia Marcuzzi, Nicoletta Romanoff, Camila Raznovich e Davide Oldani, tutti vip con figli piccoli e molto richiesti dai media, hanno postato su instagram una foto con un altro bambino anziché con loro figlio, come se fosse il proprio, accendendo la curiosità dei fan.
Ma venerdì 20 viene svelata l’operazione lanciando insieme a CAF l’hashtag #nonsolomiofiglio e l’appello:“Non dev’essere mio figlio per meritare la vostra attenzione.”
Dal like alla donazione, il passo è semplice. Su nonsolomiofiglio.org è possibile guardare il video e soprattutto sostenere CAF Onlus per aiutare questi bambini ad avere un po’ più di attenzione. Non solo per un giorno.
Un post di recap, con i 5 post più letti e i 5 post che secondo me dovreste leggere, insomma, premio della critica e premio del pubblico dell'ultimo mese.
Partiamo con i post più visti degli ultimi 30 giorni.
Un post del 2012 che dimostra la teoria della coda lunga. Da sempre è stato il mio post più letto (per motivi sbagliati, come potete leggere qui) e che ha ormai totalizzato l'incredible cifra di oltre 85.000 letture.
3. Una meritata medaglia di bronzo per il caso di Coca Cola, uno stunt in un festival della gioventù, combinando packaging, radiotrasmettitori, droni e pirotecnia:
un post che racconta delle sperimentazioni di Microsoft per riconoscere i volti ma anche leggerne l'età e le emozioni. Il che, al di là di ovvie applicazioni di security, apre la porta a interessanti (o preoccupanti?) scenari per il marketing e la pubblicità.
5. al quinto posto un caso di comunicazione smart. Per dimostrare visualmente quello che sarebbe difficile dimostrare altrimenti, con grande creatività:
A parte che è divertente, interessante idea su un campo spesso banale: il marketing turistico. Legando esplicitamente due fattori ovvi come il benessere sessuale della coppia e il piacere della vacanza con temi alti quali l'interesse nazionale, lo spirito patriottico, l'amore per la propria mamma :-)
Nella categoria "marketing emozionale & lacrimuccia", il solito ambush natalizio e aereo. Ma con un twist in più. Molto classico ma decisamente bellino.
Un post di strategia potete anche leggerlo ogni tanto :-) Questo parla di come è facile sbagliare e alienarsi l'amore del pubblico... se si scopre che siamo un po' zoccole :-)
OK, ho barato, questo ha più di 30 giorni, ma secondo me è interessante, e spiega i pericoli ce si celano dietro alla Case History :-) Usare con cautela & Don't try this at home.
Abbiamo già parlato in passato delle opportunità offerte dal riconoscimento facciale.
Una vending machine o un poster che riconoscono sesso, età, etnia.
Per proporti il prodotto più adeguato, ad esempio.
Ora il prossimo passo: un algoritmo in grado di riconoscere il tuo stato d'animo, e tue emozioni. E anche l'età.
Quindi potenzialmente in grado di resettare la pianificazione pubblicitaria, di farti comparire davanti annunci, banner, chissà forse anche contenuti in linea con il tuo mood.
O prodotti e soluzioni ad hoc: superalcoolici, spumanti, fiori, antidepressivi, anticoncezionali.
Certo, siamo ancora lontani da tutto questo; ma certe cose fanno in fretta ad arrivare...
In pratica, lo stato dell'arte è condensato nel sito del Project Oxford dove potete sperimentare di persona (con una vostra foto) l'accuratezza o meno dell'algoritmo.
Ecco tre mie prove, giudicate voi quanto la macchina ci piglia o meno...
Dunque, qui al massimo direi un'emozione da "me la tiro da figo che si fa un selfish".
L'algoritmo la trova molto neutrale, ci può stare.
E' generoso con l'età, attribuendomi 53 anni. Ringrazio.
Qui faccio la faccia da pirla perché mi stanno facendo una foto e non so resistere.
Molto neutrale non mi sembra, un po' di sorpresa ce la posso pure vedere... ma mi da' 54 anni, quindi mi sta bene.
Happiness a palla. Ci sta.
Era un prosecco particolarmente pregevole.
Unico neo: mi attribuisce un'età di 74 anni. Ci metterei pure la firma, però...
* Provocatorio e lunghissimo. Anzi, l'URL più lungo del mondo.
Alla base, strategicamente, la necessità di comunicare che la BMW i3 elettrica si può comprare e usare tranquillamente, perché ha una autonomia di tutto rispetto.
La soluzione creativa: un gioco.
Arrivare, online, da un punto A a un punto B, su Google StreetView.
Facile? Mica tanto. Cioè la meccanica sì, digitare l'URL di destinazione. In pratica, però essendo l'URL lungo 300 km... :-)
Alla fine del percorso, una BMW i3 in omaggio. Che solo il più veloce, il più determinato, il più resistente e testardo, solo quello che ha l'autonomia necessaria riuscirà a portarsi a casa.
Come mettere meglio in risalto l'esperienza di un percorso (quindi autonomia) lunghissimo?
*Detto fra noi sto facendo molta fatica a scrivere di comunicazione, di temi tutto sommato leggeri.
Dal resto la vita va avanti. Anzi, dobbiamo farla andare avanti. E' la nostra migliore risposta.
Anche se ovviamente tendiamo a essere focalizzati a vendere servizi e prodotti, esiste una parte molto interessante del marketing e della comunicazione - che è quella che vende cultura o che attraverso la cultura... vende servizi e prodotti.
Sono cose che mi piacciono molto, anche perchè contrastano un generale imbruttimento delle persone (e di conseguenza della comunicazione, che, diciamocelo, in genere segue i trend piuttosto che innovare davvero).
Due esempi interessanti made in France:
Il distributore di cultura
A Grenoble si è deciso di disintossicare la gente dagli smartphone :-) (e magari da Candy Crush).
Offrendo, nei luoghi d'attesa, l'accesso a un intrattenimento più culturale, trasformando una perdita di tempo in un'occasione di arricchimento personale.
Ecco quindi l'installazione di appositi distributori (stampanti) per regalano poesie, racconti, fumetti. Tarati sui tempi d'attesa, a scelta delle persone, 1,3,5 minuti (e qui ometto i commenti, da noi, in genere, ti dovrebbero stampare Guerra e Pace e forse avanzi tempo :-)
La cosa carina è che si tratta di un'iniziativa crowd sourced, una piattaforma dove tutti gli autori possono pubblicare i propri testi e interagire con essi (per approfondimenti: Short Edition)
Questa è più "classica", in effetti da tanto tempo si usa ogni tanto regalare libriccini al popolo, per fare un po' di cultura... :-) solo che i costi di stampa e distribuzione impattano fortemente sulla fattibilità del progetto.
Ovviamente, con il digitale il problema si risolve da solo e sorprende che aziende e organizzazioni non regalino più libri (con l'eccezione di white paper ed ebook che spiegano quanto è figa la tua azienda).
SNCF ha invece realizzato una vera e propria biblioteca digitale di 100.000 libri, a disposizione dei viaggiatori dei treni (e ci sono, oltre a opere di autori regionali e contemporanei molti "classici" - e quindi si riduce anche il costo dei diritti d'autore... :-) da consultare attraverso un'apposita app.
I libri (attenzione, non tutti gratuiti) si prendono da una "biblioteca virtuale", un pannello che decora l'interno del treno... o il retro dei sedili. Un QR Code si occupa di tutto...
I libri sono categorizzati anche per tempo di lettura, in modo da adeguare l'offerta ai bisogni dei viaggiatori, in un contesto comunque di fruizione sempre più compressa di contenuti
Poi, su questo nucleo altre operazioni, concorsi e iniziative si possono sicuramente attivare...
I libri sono scaricabili senza connessione Internet anche perché sui treni francesi, sorry, il WiFi non l'hanno messo (e hanno fatto bene, così si sono risparmiati tutte le critiche che noi italiani lanciamo alle connessioni sui nostri treni, invece di avere un approccio "beh, è meglio di niente" :-P
In Israele c'è un evento, un festival importante, per i teenager. Si chiama Summer Love. Ed è organizzato da Coca Cola.
In questo quadro, tra le mille cose fatte dal brand, è avvenuta la distribuzione di speciali bottiglie ai partecipanti.
Aprendo una bottiglia... scendevano le stelle cadenti. Quindi da consumare rigorosamente sulla spiaggia. Con una persona che ti piace.
Dal punto di vista meno romantico, la bottiglietta era dotata di un trasmettitore, collegato a droni in volo a 300 metri di quota. E i droni caricati a pallettoni incendiari... :-)
La Danimarca è una bella nazione (andateci). Con un basso tasso di natalità.
La Danimarca è un paese freddo, d'inverno.
La fuga verso i climi caldi è un must, un paio di volte l'anno.
E quando si è in vacanza... beh, l'impatto demografico è evidente.
Quindi, animata da un preclaro impegno sociale, nell'interesse della Nazione, l'operatore turistico Spies ha lanciato in questi anni ben due campagne mirate a far crescere il numero di pargoli danesi.
La prima fase l'anno scorso, all'insegna di "Il sesso salverà la Danimarca"; e ne fate di più se ve ne andate a fare un viaggetto (e, in effetti, i Danesi fanno il 46% di sesso in più durante una vacanza e il 10% di tutti i bambini Danesi sono stati concepiti in quel contesto).
Naturalmente è stata aggiunta una promozione, come incentivo: prenotandosi con lo "Sconto ovulazione", se si dimostra, calendario alla mano, che si è concepito un pargolo durante il viaggio comprato con la premiata ditta Pies, ci si vedrà regalare 3 anni di pannolini e complementi.
Il secondo anno si è invece spostato il tiro: Se non lo fai per la Nazione, almeno fallo per la mamma, così diventa nonna. E la Mamma può contribuire economicamente al vostro viaggio, investendo sulla vostra probabile riproduzione...