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martedì, marzo 15, 2016

Bellissimo. Il biglietto gratis di JetBlue... con l'esperimento di democrazia


Bella, bella idea per creare buzz.

Meccanica semplicissima.

In un anno di elezioni, che si preannunciano combattute e piene di livore negli USA, JetBlue ha deciso di condurre un esperimento sociale a 8000 metri di quota.

Su un aereo preso a caso, ai 150 passeggeri è stato offerto un biglietto gratuito per una qualsiasi delle destinazioni, nazionali o internazionali servite dalla compagnia.

Ma... c'era una clausola.

Tutti i passeggeri dovevano decidere all'unanimità una sola, unica destinazione per tutti.
Sarebbe bastato un solo passeggero dissenziente e nessuno avrebbe vinto.

Fosse stato in Italia, data la nostra epica litigiosità (gli americani dicono che ogni volta che tre italiani si incontrano per strada fondano un nuovo partito), non ci saremmo mai riusciti.

O magari, data la nostra smartness genetica ci saremmo immediatamente messi d'accordo tutti, senza esitazioni, sulla destinazione più cara e lontana.

E negli USA?

Beh, sul volo i passeggeri hanno avuto voce e microfono, sono state condotte campagne elettorali, e alla fine si è passati alla votazione.

Saranno riusciti a trovare compromessi e un accordo per poter vincere tutti?

Nel video, scoprirete come è finita:


giovedì, marzo 10, 2016

Coca Cola e McDonald's trasformano il pack in un visore per la Realtà Virtuale #GiovediVR


Questa settimana parliamo di due dei giganti della comunicazione e del marketing, che entrano, con due operazioni molto interessanti nel mondo della Realtà Aumentata applicata al marketing.

Cominciamo da Coca Cola.
Ispirandosi a Cardboard, il visore per la VR di Google, Coke lancia degli multipack in cui l'imballaggio può essere trasformato in un visore per la realtà aumentata (inserendoci, come sapete, il vostro smartphone).

Non è per il momento prevista una app o del content VR che si leghi a questo progetto.

Ecco il video:



(approfondimento, su Mashable)

McDonald's invece, ha trasformato (era ovvio) l'imballaggio dell'Happy Meal.

Qui il progetto è un po' più ricco: si è sviluppato un gioco in VR che si accompagna al visore fai-da-te. Lo smartphone ce lo mettono i genitori e il gioco è fatto.



Tra l'altro il design, l'ingegnerizzazione del visore mi sembra molto ben fatta, facile da montare (molto più di Carboard).

Ad accompagnare il visore, un gioco in VR di stampo educativo: essendo in Svezia, si insegna ai bambini a stare accorti sulle piste da sci:




To kick off McDonald's move into VR we have developed a game that is both educational and fun. It's a ski game called "se upp i backen" (in English that means watch out on the slopes) and its aim is to help kids understand the need to be alert on the slopes and avoid obstacles - including other skiers. We're proud to say that it's officially endorsed by the Swedish alpine ski team.

E' stato anche fatto un sito ad hoc: http://happygoggles.se/en/



 ecco il video:

(approfondimento, sempre da Mashable)

lunedì, marzo 07, 2016

La Business Card con l'elettrocardiogramma (per gli investitori)


Brillante tour de force tecnologico.

Comunicare attraverso il proprio know how tecnico.

Usando il più classico (e spesso povero) strumento di comunicazione corporate: il biglietto da visita.

L'azienda  produce soluzioni tecnologiche, prodotti per il monitoraggio del cuore.
E quindi ha pensato bene di realizzare un biglietto da visita che ti fa l'elettrocardiogramma.
Wow effect assicurato.

Naturalmente, dato che l'oggetto è piuttosto costoso (ho letto che costa circa 20-25 dolalri al pezzo), non lo distribuiscono a cani e porci - è stato pensato come stunt di marketing per i potenziali investitori nell'azienda...

Ecco il video:

martedì, febbraio 23, 2016

Il primo TEDx in volo: ideona di PR da Qantas per il volo delle startup australiane

O famo strano, facciamolo ad alta quota. No, non stiamo parlando di diventare membri dell'esclusivo Mile High Club ma di un TedX.

Mercoledì 17, sul volo da Sydney a San Francisco (13 ore di volo!) i passeggeri hanno potuto godere del primo TEDx volante. 

Alcuni fra i più interessanti innovatori australiani nel mondo della scienza e della tecnologia hanno condiviso la propria visione a bordo del veivolo (dal vivo per chi è a prua del 747 e con streaming live per tutti gli altri passeggeri).

Se (come probabile) non eravate a bordo di quel volo, ecco uno dei video girati a bordo (che, volendo, potete anche vedere se partecipate al TEDx di Sydney il prossimo maggio).



 Altri video li trovate ovviamente su YouTube.

L'attività, oltre a contribuire in termini generali al branding dell'azienda, a rafforzarne e consolidarne la percezione come azienda che innova, sostiene anche la riapertura della tratta aerea tra Sydney e San Francisco - chiaramente un percorso pensato anche per facilitare i rapporti tra l'Australia e le culle dell'innovazione tecnologica americana.

E quindi, che di meglio per un TEDx di un aeroplano pieno di imprenditori? A bordo, infatti, c'erano anche un gruppone di startuppari australiani, che dopo l'atterraggio si sono fatti un bel giro dei grandi classici (Google, Facebook, Twitter, Singularity University...) per fare il pieno di idee e dare un boost ai loro business plan.

Un caffé offerto a chi riconosce l'oggetto sull'iPad :-)
  
Ed ecco un po' di content lato "press release" che approfondisce il tema:
Remo Giuffré, fondatore del TEDxSydney: "We are thrilled to be partnering with Qantas on this exciting 'Ideas that Travel' adventure celebrating the airline's San Francisco service connecting Australian and US-based entrepreneurs.

Some of the most exciting speakers from TEDxSydney alumni will be sharing their ideas at 30,000 feet while members of our extended networks are anticipating some serious meeting and greeting in the Bay Area next week. We're all looking forward to hearing more about those experiences at TEDxSydney 2016 at the Opera House in May."

Ed ecco un po' di approfondimenti, partendo dalla pagina Facebook dell'operazione (interessante vedere che i commenti all'operazione da parte degli utenti tendono ad essere fuori tema e relativi a disservizi reali o percepiti della linea aerea... ma la gente ha bisogno di sfogarsi e lo fa in qualsiasi modo. Quindi sempre prepararsi a reazioni del pubblico irrazionali o poco intelligenti o aggressive...).







martedì, febbraio 09, 2016

Parte #3: Checklist della Strategia Digitale (per PMI e non addetti ai lavori)


Eccoci arrivati alla terza puntata della checklist base della strategia digitale.

Una serie di spunti di riflessione, condensati sotto la forma di 10 domande da porsi - magari anche prima di aver messo in bella la strategia e iniziato ad operare. In sostanza, un materiale che integra e approfondisce il nostro libro "Strategia Digitale" (se non sapete cos'è, ne parlo in fondo).

Oggi ci concentriamo proprio sul "come è fatto il piano".

Domanda #5: Siamo sicuri che il piano è chiaro... anche a chi lo deve leggere?


Questo significa una serie di cose:

Il nostro piano strategico, è scritto in modo intellegibile?


Abbiamo evitato di ricorrere a buzzwords, a "termini tecnici" che in raltà non dicono esattamente cosa vogliamo fare? 

E' inutile mettere in piano di voler reintermediare il mercato o di ottimizzare la nostra presenza sui Social Media, se poi non diamo le guidelines di come intendiamo farlo. Altrimenti è come mettere in strategia "diventare ricchi" come obiettivo. Quello che costa normalmente più fatica non è tanto "cosa" vogliamo fare, ma come pensiamo di farlo. In pratica.

Nel nostro piano di strategia digitale, abbiamo definito cosa succede e quando?


Il "prima o poi faremo" o il "vediamo quando saremo pronti" fanno sì che non ci sia nessuna fretta nell'attuazione. Ergo che non ci si arrivi mai. Occorre cercare di darsi degli obiettivi temporali e poi lavorare per raggiungerli. Altrimenti rischiamo di non arrivare mai. O di non partire nemmeno, tutti tesi a raffinare il piano invece di eseguirlo.

In un piano strategico, spesso il meglio è nemico del bene


Per l'appunto, ho visto un certo numero di casi in cui certe persone hanno passato anni a mettere a punto il business plan che avevano nel cassetto, in modo che fosse perfetto. 

Peccato che quando si sono dichiarate soddisfatte, l'opportunità di mercato si era già chiusa, competitor più pragmatici e operativi erano già partiti - magari con un business plan o un piano di strategia meno raffinato, ma con un time to market più sensato.

Il nostro piano strategico digitale è troppo a breve o troppo a lungo?


E' abbastanza inutile pretendere di fare un piano di dettaglio che copra 36 mesi. Le cose cambiano. Ha senso dare un indirizzo generale, poi si vede (chiaramente ci sono eccezioni, ma non molte in questo stretto campo). E' pericoloso concentrarsi su cosa succede nei prossimi tre mesi... poi si vedrà. Dobbiamo sapere dove andiamo a medio termine, per impostare la rotta. Ne abbiamo tenuto conto?

Domanda #6: (ci) siamo coordinati, nello sviluppo del nostro piano di strategia digitale?


Sembra forse strano ricordarlo, ma non si possono fare i conti senza l'oste. 

Ad esempio quelli che devono eseguire il piano (quindi accertiamoci che quello che proponiamo sia fattibile... magari con sforzo e tirando madonne, ma fattibile).

Oppure con i responsabili di altre aree, i detentori di know how collegati... prima di finalizzare il piano verifichiamo con loro se ci sono cose che non sappiamo o che si sono dimenticati di dirci, se vedendo il piano viene loro in mente che (per fattori che noi non conosciamo) c'è nun modo più efficiente di fare le cose o c'è un vincolo legale che impedisce di fare una certa azione (e noi non lo sapevamo...). 

Insomma, se non siamo una one man band, gli altri sono una risorsa importante. A non consultarli rischiamo di buttare via pezzi importanti di lavoro e di ricominciare... Ma anche assicurarsi che tutta l'azienda vada nella stessa direzione, che i vari piani siano coordinati. Che in comunicazione si parli tutti la stessa lingua, si vada nello stesso senso a promuovere le stesse cose nello stesso periodo. Che se anche si saranno esecuzioni diverse, le strategie siano le stesse, e chi ci vede non colga l'impressione di un brand schizofrenico.


------ *MESSAGGIO PROMOZIONALE / COME APPROFONDIRE *-------


Come accennato in apertura, questo post è un approfondimento al nostro manuale "Strategia Digitale". Il manuale per comunicare in modo efficace su internet e social media.

Per chi non lo conosce, qualche rapida informazione. 

Intanto dalla sua uscita è più o meno costantemente tra i libri della categoria "business" più venduti su Amazon, su carta e in formato Kindle. 

Anzi, per un paio di giorni siamo stati il libro in assoluto più venduto su Kindle in Italia (ok, l'editore aveva fatto un taglio prezzo molto notevole :-).

Ma ecco una breve descrizione di cos'è:

Abbiamo voluto fare un libro diverso: in mezzo a tanti libri che "spaccano paradigmi", che fanno della gran teoria del futuro, che dicono alle aziende dove sbagliano ma non danno ricette per fare giusto, abbiamo voluto fare un manuale.

Abbiamo cercato di dire quali sono gli step necessari, giorno, dopo giorno, per fare comunicazione sul campo. Mettendoci quella dose di teoria utile e necessaria per capire perché le cose vanno fatte in quel modo.

Il libro è pensato per:

a) chi lavora in azienda e vuole capire come si fa e perché con l'agenzia non riesce a capirsi :-)

b) chi lavora in azienda e ha un capo con cui non riesce a capirsi o per chi lavora in agenzia e ha bisogno di far capire al cliente "come funziona", visto che non è pubblicità :-)

c) chi lavora comunque nel digitale e vuole andare oltre alla mera operatività - capendo come si ragiona in modo strategico (in funzione degli obiettivi) per fare progetti migliori.

d) chi vuole iniziare a lavorare nel mondo digitale e vuole affiancare all'indispensabile pratica anche una capacità di pensiero strategico

Dentro ci sono parecchi decenni (combinati) di esperienza di Giuliana e mia. Raccontando ciò che abbiamo visto funzionare sul campo - dato che il digitale l'abbiamo visto nascere e crescere.

Come dice Giuliana nel suo blog:"Mettere ordine nel senso che, se per i singoli pezzi di digitale come il SEO/SEM, le Digital PR, il Social, sono stati scritti fiumi di parole, la parte che viene prima di tutto questo, la strategia digitale, appunto, non è mai stata considerata. O meglio, ciascuno si è costruito il suo modo di procedere, la sua metodologia, sulla base dell’esperienza e dell’esigenza del momento, ma tutto ciò non è mai stato codificato. Ci abbiamo provato noi."

Ecco i link da dove potete capire qualcos'altro sul libro e comprarlo online (in versione cartacea o ebook).



martedì, febbraio 02, 2016

Il prestito sociale (di oggetti) sulla cassetta della posta. Bella idea.

Non è proprio un'operazione di comunicazione "commerciale" come la definiamo noi, ma è un interessante esperimento sociale di interazione e, in fondo, di umanizzazione dei nostri rapporti col vicinato.

Il grande classico: non conoscere bene o per nulla le persone che vivono a pochi metri da noi.


Per stimolare quindi lo scambio di idee, emozioni, pensieri, relazioni, c'è chi ha pensato di passare attraverso lo scambio di oggetti.

In breve: si appone sulla propria cassetta della posta uno o più adesivi indicanti gli oggetti che siamo disponibili a prestare al vicinato.

E il gioco è fatto.

Dentro, c'è anche un pensiero ecologico, di downshifting, di non comprare 10 trapani quando basta comprarne uno e imprestarselo tra vicini (e così chiudono le fabbriche di trapani...)

Una mappa aggiornata degli adesivi "installati"

"That is how you can stand up for a reasonable, sustainable way to use consumer goods in your own neighbourhood, build a local network, get to know your neighbours better and buy less all together! The aim of the project Pumpipumpe is to make sharing-friendly neighbours and their objects visible and so to promote the sharing of consumer goods. With Pumpipumpe this does not happen on the Internet, but with little stickers on the letterbox, where neighbours and local residents walk past every day.That way you are able to directly contact each other to borrow a bike-pump, drill or a fondue set, get to know each other better and have to buy even less equipment."

Il tutto nasce da un'associazione svizzera: "The Pumpiumpe Association stands up for a conscious use of our consumer goods and wants to improve social interaction in urban neighbourhoods. We therefore promote the sharing of our rarely used personal belongings."

Gli adesivi si comprano on line (5 euro) da www.pumpipumpe.ch  e così finite pure sulla mappa (anonimamente, ofc)

Ecco il video:

 

martedì, gennaio 12, 2016

Volvo: quando il camion lo guida una bimba di 4 anni... B2B Emozionale


Stunt di comunicazione.

Che segue la strada tracciata dall'Epic Split di Van Damme: invece di essere razionali e "tecnici", si è scelto di giocare sull'emozionale, anche in un ambito B2B.

Se Van Damme dimostrava in modo spettacolare la precisione di guida del "dynamic steering system", la bimba dimostra la robustezza dei veicoli Volvo.

Idea semplice, esecuzione complessa: mettere una bimba alla guida di uno di questi grossi camion e lasciarla divertire.

Ovviamente, data l'età e la mancanza di esperienza, qualche inconveniente non manca. Ma proprio qui interviene la capacità di incassare del prodotto (bellissimo il fotogramma coi genitori preoccupatissimi che gli facciano poi pagare i danni inflitti dalla bambina al veicolo).




(Ovviamente la bimba non è a bordo del camion ma lo pilota a distanza, stile drone... e per rendere la cosa più interessante... beh, si sono inventati qualche sorpresa sul percorso.)

Così il messaggio di prodotto passa in modo molto più "engaging" e "compelling" del solito spottone B2B.
Ecco il video (spoiler alert: alla fine del video il camion è malconcio, ma ancora funzionante :-)




Approfondimenti:

http://blogs.wsj.com/speakeasy/2013/11/15/how-volvo-created-the-jean-claude-van-damme-video/

http://www.fastcocreate.com/3031654/cannes/how-volvo-trucks-pulled-off-an-epic-split-and-a-game-changing-campaign

http://www.digitaltrends.com/cars/4-year-old-girl-drives-heavy-duty-volvo-truck-pictures-video/



venerdì, dicembre 04, 2015

Per far agitare i pendolari, Reebok in metro... (stunt) Bello, Korea.


Stunt in metropolitana. #GetPumped.

Far parlare di se' combinandone una.
Possibilmente positiva con un nobile fine.
In questo caso, la necessità per gli umani di muoversi di più, fare esercizio

Campo in cui Reebok ha tutto da guadagnarci...

Quindi in metropolitana, un sistema interattivo seleziona due pendolari a caso (così dicono) e (in un momento dove c'è casino zero, quindi direi verso l'alba?) lancia la sfida.

Chi è quello fisicamente più reattivo?
Qualche minuto e molto fiatone dopo, ecco il vincitore.

E indovinate un po' cosa succede...
(Suggerimento: se guardate il video qui sotto lo scoprite)

giovedì, dicembre 03, 2015

Brillante idea. Lo spazio inutilizzato su YouTube... in beneficienza. No Profit Marketing.


Con l'arrivo dei telefonini e la disponibilità della funziona "registra un video che se ti va bene finisci a Paperissima", una marea di persone si sono improvvisate registe e hanno alluvionato YouTube di filmini amatoriali.

In molti casi, i video sono girati in formato verticale (sospiro).

Il che lascia forzatamente delle bande nere di fianco al video su YouTube.

Tutto spazio inutilizzato, tutti pixel sprecati.


Di qui l'ideona: donarli in beneficienza. 

E' il progetto brasiliano "Doe as barras", dona le barre. Quando si carica un video, si può scegliere una ONG, donando loro uno spazio di visibilità attorno alla nostra opera d'arte verticale.

Ecco il video di presentazione dell'idea:
  

giovedì, novembre 26, 2015

Dove sbagliamo, quando facciamo marketing? Qualche ipotesi... #StrategiaDigitale

Bene, è giunto il momento di un altro pezzo di approfondimento, di strategia, di formazione.

Dove salgo in cattedra e vi spiego, a costo di sembrare arrogante, dove e perché si sbaglia più frequentemente...

1: come mi facevano notare l'altro giorno da un cliente, chi si appiccica "marketing" nel titolo è spesso la persona che lo ha studiato di meno (in azienda o in agenzia)   :-)
Se non siete d'accordo, fate il test:
e poi leggete anche questo.

Il Marketing è più che prendere la gente per i fondelli. E il digitale...


Se non passate il test, andate direttamente al punto 7.

2: di sicuro parliamo troppo. Nel marketing è molto più importante ascoltare che parlare.
Ad ascoltare si impara, si aggiusta la mira.

Se si parla troppo e non si ascolta abbastanza, si finisce per scoccare la freccia dove pensate ci sia il bersaglio.

Se ascoltate scoprite dov'è.

Scoprire cosa la gente vuole, cosa la gente pensa. Questo si chiama "le basi del marketing"

E con il digitale ora, finalmente ci sono gli strumenti per farlo.

Altro che rivoluzione digitale: prima di andare all'università necessario saper fare correttamente le tabelline. Poi ne parliamo.

3: Se parliamo senza ascoltare...
- se ve bene facciamo la figura dei cretini. Di quelli disconnessi.
- e comunque siamo logorroici
- soprattutto perché ci focalizziamo nel parlare a, invece di parlare "con"

Io, a quelli dei call center non rispondo nemmeno più, o li liquido in 10"con una scusa - tanto so che vogliono vendermi roba a qualsiasi costo.

E mi sommergono di chiacchiere, senza ascoltarmi.

A volte do' risposte assurde, ma tanto non deviano dal loro script.
Non ascoltano, non possono ascoltare.

Quindi non gli do' retta, anche se magari mi perdo un'offerta interessante ogni tanto, non ho voglia di farmi parlare addosso da loro.

4: se non avete una strategia siete morti.
Lo so, tutti abbiamo una strategia.
La strategia è rifilarmi roba il più possibile. Mettermi sotto pressione perché io compri.

E per questo si mettono sotto pressione i venditori, quelli del marketing, tutti.

Più pressione applicata alla catena, più vendite si ottengono. O no?

D'altra parte è noto (scusate la franchezza) che i quindicenni che assillano le loro amiche a colpi di "me la dai, me la dai, me la dai" trombano come ricci...

La strategia (e si chiama marketing) è capire cosa desidero comprare. E produrmelo.

5: Ah, ma per questo c'è la Marketing Automation.
Pensare, perché? una volta che avete un segnale che mi interessa un prodotto, me lo riproponete pubblicitariamente finché capitolo, su qualunque sito io vada.

Non importa capire chi o cosa sono: importa capire che io ho un portafoglio, e tutto ciò che si frappone tra i miei soldi e i vostri fatturati è la mia stupidità, incapacità di capire che è meglio se vi do' tutti i miei soldi.

Quindi l'importante, visto che sono ottuso, è ripetermela tante volte.
Ora, dato che è vero che tanta gente è proprio così, questo approccio spesso funziona. E fa vendere. Ma non sempre :-)

6: al peggio, tiriamo in ballo i valori del brand.
Che, se sono una bella slide in Powerpoint, o un capitoletto iniziale del brief (che poi continua con un "e comunque fottetevene, quello che ci interessa è vendere in un qualsiasi modo") non è che mi aiutano tanto ad amarvi.
E a cacciarvi la lira.

In sostanza, per molte aziende, inconsapevolemente (ma spesso anche molto consapevolmente) Brand Values, Mission, Vision sono questa roba qui:


Troppe marche mi parlano troppo. Di cose che non mi interessano. Di cose che è chiarissimo, sono quelle che voi pensate mi dovrebbero, da manuale interessare. E me le ripetete continuamente. Che poi chissenefrega, si farebbe anche volentieri a meno di parlarmi così tanto, non fossi tanto ottuso da richiedere decine e decine di contatti prima di reagire al vostro stimolo pavloviano e cacciarvi la lira.

7. Se vi riconoscete in questi punti e avete magari pure fatto un master, fatevi delle domande. E datevi delle risposte.



giovedì, ottobre 29, 2015

North Face: sperimentare il Polo... in negozio + super stunt. #Giovedì VR


Un'altra puntata della mia serie di Case History dedicate alle applicazioni di comunicazione della Realtà Virtuale.

Questa volta c'è una bella combinazione VR + Stunt / ambush

North Face è una marca che produce abbigliamento molto tecnico. Prodotti di elevata qualità per applicazioni anche molto estreme (come ben sa un mio amico che va a fare fotografie a -28 C ).

Probabilmente, però, una parte non piccola del fatturato arriva dall'impiego di capi in contesti in cui il massimo dell'avventura è perdere il tram.

Di qui la necessità/opportunità di legare un capo che non necessariamente deve essere così performante (visto l'impiego urbano) a un'immagine di marca che ci fa sentire meglio, diversi, esploratori... 


Per scaricare a terra questa strategia, North Face in Korea ha fatto un altro dei suoi stunt coreani sul punto vendita.

Ha replicato il mondo dell'esplorazione polare, legandosi al lancio della giacca McMurdo (Mc Murdo è il nome di una antica e famosa base polare di ricerca US).

E, in una logica esperienziale, ha preparato la classica slitta artica in negozio.
Un paio di occhialoni Oculus e parte l'esperienza...

Solo che, a un certo punto ... (Spoiler: la giacca se la portano a casa gratis, se...)

Ecco il video:



mercoledì, ottobre 28, 2015

Commovente e potente. Natale, parenti e Safety Video. TAM.


Ed eccoci qui con un altra puntata dedicata allo "strappalacrime Marketing", il marketing della lacrimuccia.

Dove conta solo l'idea (e la capacità di girarci delle belle Case History).

Idea semplice, che si basa anche sulla rielaborazione di cose già viste - ma funziona.

Insight semplicissimo: che tristezza dover volare la notte di Natale o di Capodanno, lasciando gli amati cari lontani da se'.

Idea semplicissima: far girare il video di sicurezza ai parenti dei passeggeri presenti sul volo.
(Sì, mentre stai per decollare vedi tuo figlio, tuo nipote, o sorella o marito spiegarti come in caso di incidente devi indossare tu la mascherina per l'ossigeno (che comparirà automaticamente) prima di metterla al pupo e così via.
E ti emozioni.)

Poi filmare le reazioni dei passeggeri.

Infine condire con l'immancabile sorpresona finale all'atterraggio.

Ecco il video:

 
TAM Airlines’ flights in Brazil - from Recife to São Paulo on December 24 (at 10:59 pm), and from São Paulo to Fortaleza (at 10:25 pm) on December 31, 2014 -, will always be remembered the passengers that spent Christmas and New Year’s onboard (...) some of the passengers’ relatives replaced the crew in the traditional safety video, wishing them a pleasant trip and spreading strong feelings in the aircrafts.

Facile da fare? Giuro che mi sarebbe venuto un colpo, avessi dovuto pensare a come tradurre in realtà l'idea di questo scherzone, beccando potenziali vittime e complici.

Costoso? Sì.
Ma di certo meno della produzione di un spot che avesse analoghe capacità di emozionare.

Un copione molto telefonato? Assolutamete sì. Prevedibile? Certo.

Funziona? Alla grande - perché non c'è niente da fare, siamo affamati di emozioni, specialmente di emozioni positive, perché siamo animali empatici.
E ci fa piacere vedere persone felici. Davvero, non come negli spot...

Approfondimento: due casi comparabili di cui ho parlato in passato...
KLM
ASICS



martedì, ottobre 20, 2015

PR, Tech, Fashion (e NFC): alla sfilata, compri il vestito sfiorandolo con l'anello.

Un esercizio di applicazione delle tecnologie alla vita quotidiana e all'acquisto di prodotti, settato in un contesto di "lifestyle" che aggiunge glamour alla cosa.

In sostanza, un'operazione di PR Digitali, applicato al FashionTech - l'intersezione tra mondo della moda e quello della tecnologia.

Vabbè, basta chiacchiere, ecco i fatti duri e puri.
Sfilata di Henry Holland, alla London Fashion Week.

In partnership con Visa, alcuni spettatori (chiaramente tutte "celebrities", quindi molto "influential") sono stati dotati di uno speciale anello, dotato di tecnologia NFC (che come sapete amo molto...).

Naturalmente non un orrendo accrocco tecnologico, ma qualcosa di affine alla marca. E poi due celebrities hanno usato l'anello per acquistare capi in modalità "contactless" :-)

Semplicemente avvicinandosi alla modella in posa, hanno sfiorato l'abito con l'anello - e hanno così concluso la transazione, caricando il costo sulla propria carta di credito e ritirando poi all'uscita il capo.
(Se avete il sospetto che fosse tutto combinato, secondo me avete totalmente ragione).

Cito da Forbes:

"Last night’s show ended with two VIP guests – Daisy Lowe and Alexa Chung – stepping out of their seats and walking over to the models where they were stood in their finale poses, to choose one item they particularly liked the look of. Using a House of Holland ring they were wearing, they placed it against the item in question, and instantly bought it there and then."

Ecco il video che presenta l'evento:



 Approfondimento:

Forbes

Wareable


sabato, ottobre 03, 2015

martedì, settembre 29, 2015

Fanta sfrutta Instagram: i selfie te li stampi dal poster. Printergram


Idea semplice ma notiziabile.

Cavalcando Instagram, piattaforma che continua a mandare segnali interessanti.

Creando una brand utility (ricordate?) - offrendo un servizio / un regalo alle persone.

Creando quindi un "fuzzy feeling" rispetto al brand.


In breve: scattati un selfie. Usando come background il simpatico post del soft drink.
Fai upload su Instagram (con l'hashtag #FantaTasteLike).
Ricevi una copia stampata su carta fotografica, direttamente dal poster.

Traduzione: con l'incentivo di darti una foto "su carta", ti convinco a promuovere il mio brand sui tuoi canali social. Quindi uso la tua influenza.

Certo, a un livello superficiale, di pura "mention" e un po' di coolness legata all'operazione.

Ma intanto compro contatti (i tuoi) a basso costo.

E distribuisco un po' di divertimento, che con il DNA della marca ci sta proprio bene.

In Australia.
Ecco il video:

mercoledì, settembre 16, 2015

Genio. Per recuperare la cena in famiglia... il macinapepe ammazza la tecnologia :-)


Chiunque abbia figli  o nipoti ha ben presente l'impatto che le nuove tecnologie hanno sulle dinamiche familiari.

Già la TV durante la cena ammazza la conversazione.
Per non parlare della connessione Internet, che distrugge qualsiasi relazione sociale a tavola :-)


Per recuperare un minimo di interazione in famiglia durante uno dei pochi momenti in cui ci si trova insieme, la soluzione è quindi di resettare a zero tutte le tecnologie che interferiscono con le dinamiche socio-familiari.

Problema: proibire il WiFi o la TV in casa immediatamente innescherebbe una esplosione nucleare in mariti e figlie.

Soluzione: rubando un'idea o due da Q (il mago dei gadget di James Bond), trasformare un innocuo macinapepe in un'arma nascosta di distruzione di massa domestica.

E, d'altra parte si può inveire contro il destino e le tecnologie - ma quando c'è la sfiga c'è poco da fare... e si è costretti (forse) a parlarsi.

Perché "Quando le famiglie si scollegano, si connettono". :-)

Ecco il video che spiega:



Il mandante è Dolmio, azienda australiana che produce prodotti alimentari italiani... (o come correttamente dicono sul loro sito, "Italian Inspired Meals".

Ovvio: questa è un'operazione di buzz, per far parlare della marca attraverso la creazione di un topic divertente e interessante... specialmente utile in situazioni dove forse del prodotto, della passata di pomodoro o del sugo alla Bolognese c'è un po' poco da dire e forse nulla di eccitante...

L'idea in nuce non è nuovissima, guardate questo mio vecchio aritcolo sul telecomando che ammazza qualsiasi TV nei luoghi pubblici...

martedì, settembre 01, 2015

Chi usa Twitter? Infografica sull'audience italiana


Una infografica che ci da' qualche dato in più su chi twitta e cosa fa (e quindi su chi vede i nostri tweet...?).

I dati sono relativi al pubblico italiano.

La fonte è Twitter Ads Italia e i dati sono ricavati da dati di Global Web Index.

Il link per vedere l'infografica più grande è questo.
Enjoy.


 

lunedì, agosto 31, 2015

Lunedì... Perugia - conferenza Euprio


Se siete da quelle parti lunedì 6, io sono in giro per tenere un paio di workshop alla EUPRIO Conference...


Ecco di cosa parlerò (traendo ovviamente materiale da Relazioni Pubbliche Digitali):


Digital PR use the power of Influence amplification to get our message across. 
Using credible, relevant and vocal influencers, brands and organizations can build reputation, interest and attractiveness. In the workshop we will discuss the basics of Digital PR, how to select relevant influencers, how to build a working relationship with Influencers in an University context.

Digital PR are still ill defined. The seminar will start with a definition of what Digital PR are and how they differentiate from (and integrate with) other tools, such as Social Media. 

Starting from the foundations of Digital PR as related to influence to build reputation and interest, we will discuss the influence spreading process; defining how to identify relevant influencers (case by case). 

How to build a working relationship with influencers, understanding their point of view, needs, interest; and finally discuss how to work on amplificating their contribute to further spread their influence .

Credo sarà un'esperienza interessante (oltre a tenere il workshop, ascolterò parecchio), poi vi racconto:


EUPRIO is the association of higher education communicators in Europe.
EUPRIO’s goal is to ensure communicating with stakeholders is a key factor in university strategic planning.
EUPRIO aims to achieve this by demonstrating communications excellence through the sharing of best practice and new ideas from around the world.

The University, the Communications & Marketing Department and the Professional of the Future.
The world of higher education is in a state of flux. Developments such as digitisation, globalisation and privatisation are having a major impact on the education sector.
Students and academics will travel ever more, and institutions will continue to expand their international partnerships. Knowledge will become more accessible to the public through new technology and easier access to higher education. Campuses may be transformed as technology is changing the way we teach. Tighter public budgets and new legislation is putting pressure on universities to attract more external funding.

THE UNIVERSITY OF THE FUTURE

Increased competition between universities will lead universities to seek formalized partnerships with partners outside the sector, such as industry and schools. This has inevitable consequences for our universities.
  • So what will universities be like in 2020? And, what will this demand of us who work there?
  • How will this affect how universities are organised and run, ‒ for the structure of academic staff, for the student population, for funding and for the university’s public profile?

THE COMMUNICATIONS & MARKETING DEPARTMENT OF THE FUTURE

Universities and all around them are changing. With MOOCs, social media and citizen journalists, communications & marketing departments are facing a new landscape of stakeholders. Big data make it possible to track and communicate with stakeholders even more effectively.
  • How will the communications & marketing departments need to evolve in order to fulfil their role effectively? Will there even be a separate communications & marketing department in the future, or will the universities organise this function differently?

 THE PROFESSIONAL OF THE FUTURE

As organisations change, so must the individuals working within them. What demands face the communications & marketing professional at universities of the future?
  • Will we still need all-round professionals? Or, will specialists play a more important role in the future organisation of communications & marketing function at universities? What future specialist areas can we identify?

martedì, luglio 07, 2015

Furbo: il poster UV per far risaltare la polvere sui vestiti (per non parlare dei peli di gatto)


Eccomi, non sono scomparso, ma causa intenso lavoro, il blog avanza a mezza velocità.

Rapido esempio di pensiero creativo con una solida base di strategia.

Un po' vecchio, ma sempre intelligente e attuale.

Il prodotto è una di quelle spazzole adesive che tolgono peli, pelucchi e polvere dai vestiti.

Ovviamente le vendite salgono se si riesce ad evidenziare e drammatizzare il problema. In sostanza farti vedere che hai bisogno del prodotto, anche se magari non te ne rendi conto.
Insomma, che hai i vestiti pieni di schifezza.

A questo scopo, 3M ha realizzato, in una logica di pensilinavertising, un impianto semplice ed efficace, basato sull'uso di tubi a luce nera, quella specie di ultravioletto da discoteca che, tra gli altri effetti, fa risaltare da morire polvere, peletti etc etc.

Additandoti quindi agli altri passanti e aspiranti passeggeri del bus come essere ricoperto di corpuscoli estranei.