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venerdì, febbraio 26, 2016

Avete paura di volare? Ecco l'app per voi...


Bella idea (anche se l'esecuzione mi lascia un po' freddino). Post leggerino del venerdì.

In sostanza l'insight è che c'è gente che ha paura di volare, e che il decollo è uno dei momenti che fa più paura.

La trovata è di distrarre i passeggeri, far loro distogliere la mente dalle proprie paure per concentrarsi su qualcosa d'altro.

Approfittando che ora si può usare il telefonino anche in decollo ANA, una linea aerea giapponese, ha realizzato una apposita app.

L'idea: "Puzzle games and music are the top ways to relax in-flight"

Il video che segue presenta l'idea e la sua realizzazione (che, come detto, non mi entusiasma troppo).



A questo punto si può discutere sul valore in termini di marketing dell'operazione.
PR, buzz? Non mi sembra abbia fatto parlare di se' i giornali.

Customer care, coccolare i clienti? Forse, se l'hanno comunicata e hanno reso fasile e popolare il download.

giovedì, febbraio 11, 2016

Il NY Times regala 1.3 milioni di visori per la Realtà Virtuale ai suoi abbonati...#GiovedìVR



Di Google Cardboard, i visori low-cost in cartone per la Realtà Virtuale di Google abbiamo parlato recentemente.  

Un tool economico che democratizza l'accesso alla Virtual Reality. 

Un area di grande interesse per le aziende.. tanto che il prestigioso NY Times ha recentemente regalato ai suoi abbonati uno di questi oggetti.

E ne ha distribuiti 1.3 milioni di pezzi. In partnership con Google.

Il tutto nel quadro del lancio dei propri contenuti video aumentati, per poter fruire di una serie di documentari definiti VR-storytelling.


e, se volete, anche qui

E' stata sviluppata una applicazione dedicata, che permette di fruire i contenuti esclusivi del giornale.

Il NY Times sta cavalcando questo nuovo tipo di contenuti - ad esempio con questo filmato sulla campagna presidenziale statunitense.












The Times has produced a virtual reality film from footage of presidential campaign events taken over the last month. To view it, download the NYT VR app on your mobile device if you don’t already have it. (Go here for Android and here for iPhone.) Here, a national political correspondent revels in covering the campaign.


Si tratta quindi di esplorare nuove forme di giornalismo, nuovi approcci di storytelling, come racconta bene Forbes:

martedì, febbraio 02, 2016

Il prestito sociale (di oggetti) sulla cassetta della posta. Bella idea.

Non è proprio un'operazione di comunicazione "commerciale" come la definiamo noi, ma è un interessante esperimento sociale di interazione e, in fondo, di umanizzazione dei nostri rapporti col vicinato.

Il grande classico: non conoscere bene o per nulla le persone che vivono a pochi metri da noi.


Per stimolare quindi lo scambio di idee, emozioni, pensieri, relazioni, c'è chi ha pensato di passare attraverso lo scambio di oggetti.

In breve: si appone sulla propria cassetta della posta uno o più adesivi indicanti gli oggetti che siamo disponibili a prestare al vicinato.

E il gioco è fatto.

Dentro, c'è anche un pensiero ecologico, di downshifting, di non comprare 10 trapani quando basta comprarne uno e imprestarselo tra vicini (e così chiudono le fabbriche di trapani...)

Una mappa aggiornata degli adesivi "installati"

"That is how you can stand up for a reasonable, sustainable way to use consumer goods in your own neighbourhood, build a local network, get to know your neighbours better and buy less all together! The aim of the project Pumpipumpe is to make sharing-friendly neighbours and their objects visible and so to promote the sharing of consumer goods. With Pumpipumpe this does not happen on the Internet, but with little stickers on the letterbox, where neighbours and local residents walk past every day.That way you are able to directly contact each other to borrow a bike-pump, drill or a fondue set, get to know each other better and have to buy even less equipment."

Il tutto nasce da un'associazione svizzera: "The Pumpiumpe Association stands up for a conscious use of our consumer goods and wants to improve social interaction in urban neighbourhoods. We therefore promote the sharing of our rarely used personal belongings."

Gli adesivi si comprano on line (5 euro) da www.pumpipumpe.ch  e così finite pure sulla mappa (anonimamente, ofc)

Ecco il video:

 

mercoledì, gennaio 27, 2016

Parte #2: Checklist della Strategia Digitale (per PMI e non addetti ai lavori)


Come promesso o minacciato, ecco la seconda puntata di quella che possiamo definire la checklist base della strategia digitale.

Se volete, diciamo le 10 domande da farsi (magari a strategia stilata su innumerevoli slide di PPT) per non fare troppi errori :-) - un materiale integrativo e di accompagnamento a quanto scritto nel nostro libro "Strategia Digitale" (se non sapete cos'è, ne parlo in fondo).

Le prime due domandone  le ho pubblicate la settimana scorsa e le trovate qui.  Le altre seguiranno prossimamente.

Prendete queste come stimolo e spunto di riflesssioen e di verifica.
E' importante scaricarsi sulla realtà e non volare solo nell'empireo del pensiero. Specialmente se non avete quell'esperienza e competenze consolidate che hanno gli esperti del settore, quelli navigati.

3. Abbiamo tenuto presente che Execution is Strategy?

Qui introduciamo un altro tema: Execution is Strategy. Ovvero tante slide di Powerpoint, anche se intelligentissime, non contano nulla, se non le scarichiamo a terra. Quindi, siamo sicuri che siamo pronti ad affrontare l'operatività?

Sembra strano parlarne adesso in quella che apparentemente è una fase ancora di sviluppo, finalizzazione del pensiero strategico.

Ma l'operatività ha il brutto vizio di essere spesso complessa e lunga da mettere in pista.

Le risorse difficili da trovare.
Insomma, ci siamo organizzati?
Saremmo pronti (e quando) a partire?
Abbiamo tutto quello che ci serve e abbiamo identificato tutte le persone che ci servono?
(etc)
Il rischio qui è di essere pronti a partire con la strategia... e solo allora partire con l'organizzazione delle risorse. E magari ci mettiamo sei mesi per avere la macchina pronta.

A quel punto siamo cambiati noi, è cambiato il mercato, il contesto... e magari la strategia è da rifare.
Nobbuono.


Un esempio: i tempi che ci siamo dati, sono realistici? 

Meglio sempre darsi ampi margini di sicurezza, è nella natura dei progetti fare tutto il possibile per arrivare fuori tempo massimo.

Cosa deve succedere quando? Qual è la pianificazione temporale delle attività, le date di consegna, pubblicazione, online?

Siamo sicuri che stiamo comunicando nel momento giusto, che non ci sono eventi previsti che distoglieranno completamente l'attenzione del pubblico dalla nostra attività, che non siano momenti "giusti" per noi, che non vadano n conflitto con altre attività di marketing...?

4. Siamo sicuri che il target..

Noi parliamo per definizione a un target, in realtà (chissà perché non lo si dice mai) in genere parliamo a più target e c'è un effetto diffusione. E con i target dobbiamo riuscire a entrare in relazione, dire le cose giuste o anche solo dare, razionalmente e freddamente, le informazioni giuste.

Ad esempio: siamo sicuri che il target lo conosciamo bene? 

Sappiamo davvero (che è diverso da immaginare, intuire...) quali sono i suoi desideri, i bisogni, le paure, le ansie, i desideri. come si sentono, come si comportano... (e qui non aggiungo altro, per non essere banale ma vi invito a guardare queste slide che abbiamo presentato un po' di tempo fa...

Siamo di sapere dove lo posso raggiungere e come si comporta sui vari mezzi e piattaforme?
(etc etc su tutto il tema della conoscenza, degli insight, su cui non mi ripeto).

Ad esempio: siamo sicuri che il target sia quello che noi pensiamo?

Attenzione: normalmente in ogni operazione di comunicazione (o meglio, di marketing), i target cui dobbiamo comunicare sono diversi. 
Ci sono le persone che comprano i nostri prodotti o servizi. 
Ma magari la nostra comunicazione arriva anche alla nostra rete di distribuzione, ai negozianti; viene vista da giornalisti, influencer e blogger, e forma opinione. Può raggiunge stakeholder e investitori, viene vista dai legislatori, che magari un domani dovranno decidere dei destini del nostro mercato... noi ci abbiamo pensato?

I messaggi sviluppati, non mirati a questi target secondari o collaterali, non è che rischiano di crearci dei problemi, urtare sensibilità, toccare nervi scoperti?

Se devo mandare messaggi diversi a target diversi, come faccio a evitare conflitti percettivi su target che li vedano tutti e due? In sostanza, ho allineato bene la mia strategia di comunicazione, con un approccio integrato?

------ *MESSAGGIO PROMOZIONALE / COME APPROFONDIRE *-------

Come accennato in apertura, questo post è un approfondimento al nostro manuale "Strategia Digitale". l manuale per comunicare in modo efficace su internet e social media.

Per chi non lo conosce, qualche rapida informazione. Intanto dalla sua uscita è più o meno costantemente tra i libri della categoria "business" più venduti su Amazon, su carta e in formato Kindle. Anzi, per un paio di giorni siamo stati il libro in assoluto più venduto su Kindle in Italia (ok, l'editore aveva fatto un taglio prezzo molto notevole :-).

Ma ecco una breve descrizione di cos'è:

Abbiamo voluto fare un libro diverso: in mezzo a tanti libri che "spaccano paradigmi", che fanno della gran teoria del futuro, che dicono alle aziende dove sbagliano ma non danno ricette per fare giusto, abbiamo voluto fare un manuale.

Abbiamo cercato di dire quali sono gli step necessari, giorno, dopo giorno, per fare comunicazione sul campo. Mettendoci quella dose di teoria utile e necessaria per capire perché le cose vanno fatte in quel modo.

Il libro è pensato per:

a) chi lavora in azienda e vuole capire come si fa e perché con l'agenzia non riesce a capirsi :-)

b) chi lavora in azienda e ha un capo con cui non riesce a capirsi o per chi lavora in agenzia e ha bisogno di far capire al cliente "come funziona", visto che non è pubblicità :-)

c) chi lavora comunque nel digitale e vuole andare oltre alla mera operatività - capendo come si ragiona in modo strategico (in funzione degli obiettivi) per fare progetti migliori

d) chi vuole iniziare a lavorare nel mondo digitale e vuole affiancare all'indispensabile pratica anche una capacità di pensiero strategico


Dentro ci sono parecchi decenni (combinati) di esperienza di Giuliana e mia. Raccontando ciò che abbiamo visto funzionare sul campo - dato che il digitale l'abbiamo visto nascere e crescere.

Come dice Giuliana nel suo blog:"Mettere ordine nel senso che, se per i singoli pezzi di digitale come il SEO/SEM, le Digital PR, il Social, sono stati scritti fiumi di parole, la parte che viene prima di tutto questo, la strategia digitale, appunto, non è mai stata considerata. O meglio, ciascuno si è costruito il suo modo di procedere, la sua metodologia, sulla base dell’esperienza e dell’esigenza del momento, ma tutto ciò non è mai stato codificato. Ci abbiamo provato noi."

Ecco i link da dove potete capire qualcos'altro sul libro e comprarlo online (in versione cartacea o ebook).







giovedì, aprile 09, 2015

Parliamo di Branding: Air France, bellissimo safety video


In realtà qui parliamo di due cose. 

Prendiamo spunto da un pezzo di comunicazione per fare delle riflessioni strategiche e magari anche un po' didattico/formative.

Parliamo del nuovo safety video di Air France.

Molto elegante, sofisticato... molto "francese". Très chic.

Everything communicates. Per una linea aerea i pasti, le uniformi, il profumo a bordo dell'aereo.
Il Safety Video.
Come sanno benissimo ad esempio quelli di Air New Zealand .

Facciamo una prova, a scopo didattico. 
Pensate ad Air France e a cosa sentite in relazione alla marca (se avete avuto tremende disavventure con loro vabbé, lasciamo perdere, vale più un oncia di performance che una libbra di immagine).

Adesso guardate l'inflight video:



E ripensate a Air France. 
Secondo me adesso la percepite in maniera diversa, inevitabilmente: tutto comunica, video e musica lo fanno in modo molto forte, il nostro sistema di mappatura delle marche reagisce automaticamente agli stimoli.

Tra l'altro, mossa intelligente ma non scontata nell'esperienza pratica, la compagnia aerea francese ha investito non poco in advertising con la nuova campagna tv (e non solo). Ed ha allineato tutta l'experience.

Ecco la campagna:

 

Sembrerebbe ovvio che questo rebranding, questo nuovo corso di comunicazione si trasferisse su tutti i tool o meglio su tutti i touchpoint verso i clienti e i prospect.

E il security video è uno dei touchpoint topici... che normalmente viene non-gestito, non-normalizzato, non-allineato. 

Come se quando si arriva alla realtà delle cose, quando si sta per erogare il prodotto/servizio,  quando i soldi li hai cacciati e hai comprato il biglietto, l'azienda smettesse di fingere e parlasse con la sua vera voce. 

Fredda, impersonale, un po' antipatica... a giudicare dalle migliaia di esposizioni che ho avuto a questo tipo di video tecnici e molto poco interessati a me come essere umano. Zero relazione. Pura funzione.

E poi si potrebbe parlare della francesità della marca, del fare leva sulla percezione del loro sistema paese, degli stereotipi (positivi, sofisticati...) sfruttati in comunicazione.

Secondo tema:

Io, che ho viaggiato non poco in aereo, sarei probabilmente in grado di recitare a memoria il testo di uno di questi video. Tutti uguali e standardizzati, per esigenze di sicurezza.

Il safety video è probabilmente la cosa cui facciamo meno attenzione nella nostra vita.
Eppure contiene informazioni potenzialmente vitali.

Beh, io questo video di Air France me lo sono guardato tutto e me lo riguarderei pure. Alla faccia del content più noioso del mondo... con l'intelligenza nel trattamento si fanno miracoli.

Poi si potrebbero fare dei ragionamenti psicologici/subliminali, sulle capacità del video di rilassare, rassicurare i passeggeri, farli sentire più protetti o più sedotti.. ma questo non è esattamente il mio campo, quindi mi astengo :-))
 PS: no, non sono al soldo di Air France, questo è davvero un post spontaneo e non un pay per post :-)))

Ma se proprio insistessero.. beh, parliamone (accidenti, avrei dovuto fare il  travel blogger, non il blogger di marketing e comunicazione digitale e men che meno di strategie digitali)

PPS: sul tema video di sicurezza, ne ho parlato più volte su questo blog (è un tema che mi diverte). Se cercate un po' trovate altri esempi.