venerdì, gennaio 29, 2016

Capodanno viene solo due volte: bella operazione di Aegean Airlines :-)


Datata ma sempre valida, anche perché molto semplice: far vivere il capodanno due volte ai propri clienti.

Detto così ha poco senso, ma il senso cambia se i tuoi clienti stanno volando sui tuoi aerei. E cambiano fuso orario.

A quel punto sì, che l'orario fatidico arriva più di una volta :-)

Nell'operazione delle linea aerea greca, tutto parte da un concorso, che metteva in palio un viaggio verso una destinazione sconosciuta (si scoprirà poi essere Venezia).

Una volta in volo, si celebra il capodanno greco, ma Venezia è su un fuso orario diverso, quindi... guardate il video (è un po' terribile, con il sottofondo di mandolini... ma vedetelo come materiale didattico :-) e godetevi la semplice e divertente idea :-)



mercoledì, gennaio 27, 2016

Parte #2: Checklist della Strategia Digitale (per PMI e non addetti ai lavori)


Come promesso o minacciato, ecco la seconda puntata di quella che possiamo definire la checklist base della strategia digitale.

Se volete, diciamo le 10 domande da farsi (magari a strategia stilata su innumerevoli slide di PPT) per non fare troppi errori :-) - un materiale integrativo e di accompagnamento a quanto scritto nel nostro libro "Strategia Digitale" (se non sapete cos'è, ne parlo in fondo).

Le prime due domandone  le ho pubblicate la settimana scorsa e le trovate qui.  Le altre seguiranno prossimamente.

Prendete queste come stimolo e spunto di riflesssioen e di verifica.
E' importante scaricarsi sulla realtà e non volare solo nell'empireo del pensiero. Specialmente se non avete quell'esperienza e competenze consolidate che hanno gli esperti del settore, quelli navigati.

3. Abbiamo tenuto presente che Execution is Strategy?

Qui introduciamo un altro tema: Execution is Strategy. Ovvero tante slide di Powerpoint, anche se intelligentissime, non contano nulla, se non le scarichiamo a terra. Quindi, siamo sicuri che siamo pronti ad affrontare l'operatività?

Sembra strano parlarne adesso in quella che apparentemente è una fase ancora di sviluppo, finalizzazione del pensiero strategico.

Ma l'operatività ha il brutto vizio di essere spesso complessa e lunga da mettere in pista.

Le risorse difficili da trovare.
Insomma, ci siamo organizzati?
Saremmo pronti (e quando) a partire?
Abbiamo tutto quello che ci serve e abbiamo identificato tutte le persone che ci servono?
(etc)
Il rischio qui è di essere pronti a partire con la strategia... e solo allora partire con l'organizzazione delle risorse. E magari ci mettiamo sei mesi per avere la macchina pronta.

A quel punto siamo cambiati noi, è cambiato il mercato, il contesto... e magari la strategia è da rifare.
Nobbuono.


Un esempio: i tempi che ci siamo dati, sono realistici? 

Meglio sempre darsi ampi margini di sicurezza, è nella natura dei progetti fare tutto il possibile per arrivare fuori tempo massimo.

Cosa deve succedere quando? Qual è la pianificazione temporale delle attività, le date di consegna, pubblicazione, online?

Siamo sicuri che stiamo comunicando nel momento giusto, che non ci sono eventi previsti che distoglieranno completamente l'attenzione del pubblico dalla nostra attività, che non siano momenti "giusti" per noi, che non vadano n conflitto con altre attività di marketing...?

4. Siamo sicuri che il target..

Noi parliamo per definizione a un target, in realtà (chissà perché non lo si dice mai) in genere parliamo a più target e c'è un effetto diffusione. E con i target dobbiamo riuscire a entrare in relazione, dire le cose giuste o anche solo dare, razionalmente e freddamente, le informazioni giuste.

Ad esempio: siamo sicuri che il target lo conosciamo bene? 

Sappiamo davvero (che è diverso da immaginare, intuire...) quali sono i suoi desideri, i bisogni, le paure, le ansie, i desideri. come si sentono, come si comportano... (e qui non aggiungo altro, per non essere banale ma vi invito a guardare queste slide che abbiamo presentato un po' di tempo fa...

Siamo di sapere dove lo posso raggiungere e come si comporta sui vari mezzi e piattaforme?
(etc etc su tutto il tema della conoscenza, degli insight, su cui non mi ripeto).

Ad esempio: siamo sicuri che il target sia quello che noi pensiamo?

Attenzione: normalmente in ogni operazione di comunicazione (o meglio, di marketing), i target cui dobbiamo comunicare sono diversi. 
Ci sono le persone che comprano i nostri prodotti o servizi. 
Ma magari la nostra comunicazione arriva anche alla nostra rete di distribuzione, ai negozianti; viene vista da giornalisti, influencer e blogger, e forma opinione. Può raggiunge stakeholder e investitori, viene vista dai legislatori, che magari un domani dovranno decidere dei destini del nostro mercato... noi ci abbiamo pensato?

I messaggi sviluppati, non mirati a questi target secondari o collaterali, non è che rischiano di crearci dei problemi, urtare sensibilità, toccare nervi scoperti?

Se devo mandare messaggi diversi a target diversi, come faccio a evitare conflitti percettivi su target che li vedano tutti e due? In sostanza, ho allineato bene la mia strategia di comunicazione, con un approccio integrato?

------ *MESSAGGIO PROMOZIONALE / COME APPROFONDIRE *-------

Come accennato in apertura, questo post è un approfondimento al nostro manuale "Strategia Digitale". l manuale per comunicare in modo efficace su internet e social media.

Per chi non lo conosce, qualche rapida informazione. Intanto dalla sua uscita è più o meno costantemente tra i libri della categoria "business" più venduti su Amazon, su carta e in formato Kindle. Anzi, per un paio di giorni siamo stati il libro in assoluto più venduto su Kindle in Italia (ok, l'editore aveva fatto un taglio prezzo molto notevole :-).

Ma ecco una breve descrizione di cos'è:

Abbiamo voluto fare un libro diverso: in mezzo a tanti libri che "spaccano paradigmi", che fanno della gran teoria del futuro, che dicono alle aziende dove sbagliano ma non danno ricette per fare giusto, abbiamo voluto fare un manuale.

Abbiamo cercato di dire quali sono gli step necessari, giorno, dopo giorno, per fare comunicazione sul campo. Mettendoci quella dose di teoria utile e necessaria per capire perché le cose vanno fatte in quel modo.

Il libro è pensato per:

a) chi lavora in azienda e vuole capire come si fa e perché con l'agenzia non riesce a capirsi :-)

b) chi lavora in azienda e ha un capo con cui non riesce a capirsi o per chi lavora in agenzia e ha bisogno di far capire al cliente "come funziona", visto che non è pubblicità :-)

c) chi lavora comunque nel digitale e vuole andare oltre alla mera operatività - capendo come si ragiona in modo strategico (in funzione degli obiettivi) per fare progetti migliori

d) chi vuole iniziare a lavorare nel mondo digitale e vuole affiancare all'indispensabile pratica anche una capacità di pensiero strategico


Dentro ci sono parecchi decenni (combinati) di esperienza di Giuliana e mia. Raccontando ciò che abbiamo visto funzionare sul campo - dato che il digitale l'abbiamo visto nascere e crescere.

Come dice Giuliana nel suo blog:"Mettere ordine nel senso che, se per i singoli pezzi di digitale come il SEO/SEM, le Digital PR, il Social, sono stati scritti fiumi di parole, la parte che viene prima di tutto questo, la strategia digitale, appunto, non è mai stata considerata. O meglio, ciascuno si è costruito il suo modo di procedere, la sua metodologia, sulla base dell’esperienza e dell’esigenza del momento, ma tutto ciò non è mai stato codificato. Ci abbiamo provato noi."

Ecco i link da dove potete capire qualcos'altro sul libro e comprarlo online (in versione cartacea o ebook).







1.5 Milioni di grazie a tutti voi.

E così anche la barriera del milione e mezzo di pagine viste è stata passata.

Sì, da quando ho iniziato a misurare questo blog (Maggio 2010 - il blog è nato nel 2005) a oggi, ho totalizzato un bel 1 milione e mezzo di pagine viste.

Grazie quindi ai robot di Google e degli altri motori di ricerca, che mi hanno dato una grossa mano a raggiungere questo obiettivo. E grazie soprattutto a tutti i miei lettori umani.

Sono contento che, nonostante i vari casini portati dai cambi degli algoritmi di Google, nonostante abbia sempre meno tempo, nonostante tutto il blog riesce a funzionare e a macinare numeri (ma non fatturati, ovviamente).

Adesso si parte verso i due milioni. Qualche anno e ci arriviamo (a questo ritmo, se ne parla nel 2018...).

Grazie ancora :-)

lunedì, gennaio 25, 2016

PR Non Convenzionali: Far svenire il passeggero, far guidare Indiana - Blue Angels

Tra le attività di supporto al reclutamento dell'aviazione di Marina americana, c'è da decenni la squadriglia acrobatica dei Blue Angels (famosissima).

Diciamo che la squadriglia è una componente portante delle loro Reazioni Pubbliche.

In quasi tutte le esibizioni (e in "experience" ad hoc) la squadriglia riserva da 1 a 3 voli dimostrativi per ospiti importanti.

VIP, Giornalisti - o persone comuni ma speciali (tipicamente persone che hanno un ruolo di ispiratori dei giovani, quindi un po' coinvolgimento di influencer, un po' riconoscimento e ringraziamento del loro lavoro per la comunità...

Btw, la US Navy, la mamma dei Blue Angels, è sensibile al ruolo degli influencer e aveva invitato un gruppone di blogger US a vivere per un giorno la vita di una portaerei....

Insomma, una experience fuori dal comune, per creare buzz e appeal. Un'operazione di PR alle loro PR. 

Ecco due casi, due filmati: uno un po' più datato in cui addirittura il volante viene lasciato a Harrison Ford (che ha una lunga esperienza da pilota e sa quello che fa).

Nell'altra è stata scelta una signorina per il suo ruolo di ispiratrice dei giovani (è una campionessa di dragster, una sportiva).

Questa sviene, a un centro punto, ma è felicissima lo stesso.

By the way, specialmente nel caso della signorina di cui sopra, li vedrete fare cose strane e emettere dei suoni. Si tratta delle "manovre anti G", degli esercizi che respingono il sangue (spinto verso le estremità dalle accellerazioni dell'aeromobile) verso la testa.
In poche parole: o fate così o svenite.

Lo fanno tutti  i piloti di jet veloci. Aiutati da speciali tute che comprimono gambve e addome.. ma di questo magari parliamo in un altro blog.

Ecco i video:





sabato, gennaio 23, 2016

Il meglio della settimana... sui miei blog


Buon sabato, rapido recap di cosa ho pubblicato sui miei blog (questo e Relazioni Pubbliche Digitali) in questa settimana.
Magari vedete qualche cosa che vi interessa...

Cominciamo da un pezzo di quelli focalizzati sul "come si fa" della strategia. Con un tiro su PMI e non addetti ai lavori. Una comoda e utile (spero) checklist a puntate - che si rifà al libro:

La Checklist della Strategia Digitale (in particolare per PMI e non addetti ai lavori): Parte #1


Come non citare questo simpatico ambush fatto nella metropolitana di Londra per supportare il lancio del film Rocky (l'ennesimo):

Rocky (il nuovo film) e l'Ambush per chi prende le scale. Guerilla, divertente


Proseguiamo con un post sulla Realtà Virtuale - un'area su cui si sta creando molto interesse, partono progetti interessanti e potrebbe essere un'area di sviluppo molto interessante e remunerativa per le agenzie... se non scoppia pure questa. Ma al momento c'è chi ci fa già dei soldi seri, perché ci sono aziende che hanno visto un'utilità concreta e ci investono:

Una infografica sulle keyword più costose su Bing (anche sul SEO bisogna mettere dei soldi veri):

Le keyword piú costose? Infografica (37 $ per 'idraulico')


e per finire un pezzo sulle PR Digitali - sul mondo della moda, una marca di successo come Burberry sovverte una serie di regole e usa Snapchat per farsi dei leak da sola:

Moda, Burberry, Snapchat: un'operazione molto digitale e molto PR prima della sfilata


Enjoy.

venerdì, gennaio 22, 2016

Rocky (il nuovo film) e l'Ambush per chi prende le scale. Guerilla, divertente

Forse qualcuno di voi lo sa già, ma è in arrivo un nuovo film della saga di Rocky (l'ennesimo).

Per promuoverlo, è stata realizzata un'operazione guerrigliera, per creare buzz, in metropolitana, a Londra.


Troppo facile prendere le scale mobili, Rocky non l'avrebbe mai fatto.

Per chi prende le scale (e quindi, diciamo, si allena)... una fanfara celebra l'impegno ovviamente con il tema del film) e un pubblico entusiasta di supporter lo acclama.


Di nuovo, il classico ma potente tema di rendere "mr. Nessuno" il protagonista, l'eroe.

Un operazione molto "Feel Good", un sacco di buone vibrazioni :-)






E con questo, buon venerdì.

Ma prima vi devo raccontare un aneddoto correlato.
Molti anni fa ero a Londra, probabilmente in quella stessa stazione.

Un tizio giovane di colpo parte e inizia a cercare di risalire, correndo, la scala mobile che scende (si era prima di Internet e del guerilla, era proprio roba sua).

Gli inglesi per i primi 20" lo guardano malissimo (non esistevano gli smartphone, quindi non si sono scatenati a fotografarlo e condividere), anche se la scala mobile era in quel momento deserta, a parte lui che cercava di batterla. 

Dopodichè è scattato il mitico senso sportivo degli abitanti di Albione e in pochi secondi decine di persone di tutte le età e di tutti i ceti hanno iniziato a incitarlo, a fare un tifo straordinario. E il tipo, stremato, dopo una intensa battaglia con gli scalini, ce l'ha fatta ed è arrivato in cima.
Lì si che ci sarebbe voluta la fanfara.


giovedì, gennaio 21, 2016

Beauty, Makeup, Marketing: cambia tutto con la Realtà Virtuale? #GiovediVR



La realtà virtuale continua a crescere come oggetto di interesse da parte delle aziende: vorrei vedere dei dati sull'uso da parte degli user - ma la storia che sto per raccontarvi da' delle indicazioni interessanti.

E' la storia di ModiFace, una startup che ha sviluppato una tecnologia propria, realtà aumentata per il mondo del make up.

Diciamo un "motore" - e ha venduto questo motore alle aziende del mondo beauty, alle famose multinazionali. Diciamo che sotto il cofano di una sessantina di app di varie marche del mondo del trucco, c'è il loro motore.


Un motore che permette di simulare l'effetto del make up o dei trattamenti di bellezza, di far capire che non è solo una cremina ma che ti fa vedere il tuo viso che faccia farebbe (btw, può invece anche esere usata per simulare i risultati della chirurgia estetica, e qui si apre un altro di quei mercati...)

In pratica la tecnologia impatta direttamente sulle vendite, ed è molto pensata per essere usata sul punto vendita. Già, perchè lì si decide: catturati da un prodottino (potenza del branding, del materiale punto vendita, del packaging...) parte il famoso FMOT*.

Ma qui scatta il trial, virtuale. Si inquadra con lo smartphone il prodotto e lo si vede applicato sul proprio viso.

Molto potente. Un business molto forte. Tanto che la licenza per usare la tecnologia va dai 200.000 ai 500.000 dollari l'anno. Quindi questo giochino sono soldi veri. Così come sono soldi verissimi quelli che fa il mercato della cosmetica.

Qui è dove vi metto un po' di video di demo:



martedì, gennaio 19, 2016

La Checklist della Strategia Digitale (in particolare per PMI e non addetti ai lavori): Parte #1


Iniziamo il 2016 con una serie di post a tema, con cadenza abbastanza regolare - pensati per i "non addetti ai lavori" e le PMI.

L'idea, che mi è stata suggerita da alcuni miei studenti, è quella di fare dei post veloci, un po' stile checklist; non tanto per spiegare dei concetti (di per se' abbastanza di base) quanto per proporre dei percorsi di lavoro sulla strategia... per chi non è particolarmente esperto.

Quindi un materiale integrativo e di accompagnamento a quanto scritto nel nostro libro "Strategia Digitale" (se non sapete cos'è, ne parlo in fondo).

Partiamo da quelle che potremmo chiamare le 10 regole d'oro di un progetto di strategia... o meglio dalle 10 domande da farsi per non fare troppi errori :-)

Partiamo oggi con le prime 2. Le altre seguiranno prossimamente.

1. Siamo proprio sicuri di aver definito obiettivi specifici, comprensibili, misurabili - per ogni piano, per ogni attività?


*Alla base della strategia ci sono obiettivi chiari?

Se non sappiamo bene dove vogliamo arrivare, faremo molta fatica a andarci. Se questi obiettivi non ci sono, forse stiamo parlando di tattiche, di esperimenti, di provare a vedere un po' cosa succede, per imparare.

*Gli obiettivi sono misurabili?

Altrimenti come potremo sapere se li abbiamo raggiunti o no?

E come potremo riportare ai capi, colleghi, soci, cosa racconteremo del progetto, cosa avremo imparato, se tirando a un bersaglio non sappiamo quanti punti abbiamo fatto e in che direzione stanno andando i nostri colpi?

*Gli obiettivi sono specifici e focalizzati, non vaghi e generali?

Dobbiamo definire in dettaglio cosa vogliamo conseguire. “Diventare ricchi e famosi” non è un buon obiettivo. “Entrare nella top ten dei giocatori mondiali di tennis” è un obiettivo decisamente migliore, perché ci permette di orientare la nostra azione. 

“Migliorare la nostra immagine” è un obiettivo troppo vago. “Essere percepiti come il ristorante con il miglior rapporto prezzo/qualità della città” è un buon obiettivo, così come lo è voler diventare il miglior ristorante della città (ma rispetto a quale classifica?). E da obiettivi diversi nasceranno naturalmente strategie differenti.

* Sono comprensibili e condivisi/condivisibili all’interno dell’azienda?


* Sono raggiungibili in pratica, fattibili? Ambiziosi sì, irrealistici no.


* Sono razionali ma coraggiosi? L’azienda non può essere guidata da obiettivi dettati dalla paura, che porta alla passività, al non fare per non sbagliare.


2. Perché noi? 


*Con tutta la concorrenza, con tutte le cose fantastiche che le persone possono guardare, fare comprare, perché proprio a noi dovrebbero dare retta?

*In cosa siamo diversi, superiori?

*In che modo miglioriamo la vita delle persone, facciamo la differenza?

*Perché il mondo non sarebbe lo stesso, se non ci fossimo?

*O almeno, c'è un qualche straccio di motivo per cui una persona nel possesso delle sue facoltà mentali potrebbe preferirci a concorrenti, prodotti sostitutivi, altre cose che potrebbe acquistare con i soldi che ha in tasca...?

Se qui non abbiamo risposte, non è un problema della comunicazione. E' che il nostro business, il nostro prodotto non è basato su basi solide. Non c'è stato un pensiero di marketing a monte.

------ *MESSAGGIO PROMOZIONALE / COME APPROFONDIRE *-------

Come accennato in apertura, questo post è un approfondimento al nostro manuale "Strategia Digitale". l manuale per comunicare in modo efficace su internet e social media.

Per chi non lo conosce, qualche rapida informazione. Intanto dalla sua uscita è più o meno costantemente tra i libri della categoria "business" più venduti su Amazon, su carta e in formato Kindle. Anzi, per un paio di giorni siamo stati il libro in assoluto più venduto su Kindle in Italia (ok, l'editore aveva fatto un taglio prezzo molto notevole :-).

Ma ecco una breve descrizione di cos'è:

Abbiamo voluto fare un libro diverso: in mezzo a tanti libri che "spaccano paradigmi", che fanno della gran teoria del futuro, che dicono alle aziende dove sbagliano ma non danno ricette per fare giusto, abbiamo voluto fare un manuale.

Abbiamo cercato di dire quali sono gli step necessari, giorno, dopo giorno, per fare comunicazione sul campo. Mettendoci quella dose di teoria utile e necessaria per capire perché le cose vanno fatte in quel modo.

Il libro è pensato per:

a) chi lavora in azienda e vuole capire come si fa e perché con l'agenzia non riesce a capirsi :-)

b) chi lavora in azienda e ha un capo con cui non riesce a capirsi o per chi lavora in agenzia e ha bisogno di far capire al cliente "come funziona", visto che non è pubblicità :-)

c) chi lavora comunque nel digitale e vuole andare oltre alla mera operatività - capendo come si ragiona in modo strategico (in funzione degli obiettivi) per fare progetti migliori

d) chi vuole iniziare a lavorare nel mondo digitale e vuole affiancare all'indispensabile pratica anche una capacità di pensiero strategico


Dentro ci sono parecchi decenni (combinati) di esperienza di Giuliana e mia. Raccontando ciò che abbiamo visto funzionare sul campo - dato che il digitale l'abbiamo visto nascere e crescere.

Come dice Giuliana nel suo blog:"Mettere ordine nel senso che, se per i singoli pezzi di digitale come il SEO/SEM, le Digital PR, il Social, sono stati scritti fiumi di parole, la parte che viene prima di tutto questo, la strategia digitale, appunto, non è mai stata considerata. O meglio, ciascuno si è costruito il suo modo di procedere, la sua metodologia, sulla base dell’esperienza e dell’esigenza del momento, ma tutto ciò non è mai stato codificato. Ci abbiamo provato noi."

Ecco i link da dove potete capire qualcos'altro sul libro e comprarlo online (in versione cartacea o ebook).









lunedì, gennaio 18, 2016

venerdì, gennaio 15, 2016

GoPro. Quando non sapete che fare, usate il gatto (che fa skateboard) :-)

Post leggerino del venerdì.

Io adoro il modo di comunicare di GoPro.
E' una situazione perfetta.

Hai un tool creato per catturare, costruire contenuto d'eccezione.

Lasci che la gente lo usi per quello, e poi te lo passi, e tu lo usi per far vedere quanto sei figo tu e il tuo prodotto. 

User Generated Content, ma davvero (se interessa, leggete questo articolo).


Crei una forte brand equity, da "The Real Thing", che serve anche a proteggere il tuo business dai numerosi prodotti analoghi e anche meno costosi.

Ora però sono passati al livello superiore.
Hanno sposato il content, l'eccitazione, l'engagement tipico dei filmati GoPro con i gatti.
Anzi con il gatto. Che, ovviamente, fa qualcosa di exciting: va in skateboard e non se la cava nemmeno male.

E buon venerdì :-)


giovedì, gennaio 14, 2016

#GiovedìVR Realtà virtuale: startup nello spazio, ma più concretamente, applicazioni a luci rosse



Sulla Virtual Reality è in corso un'operazione "hype" non da poco.

Anni di marketing Digitale ci hanno insegnato a prendere queste cose con le pinze, di "The Next Big Thing" ne abbiamo già viste anche troppe, di tecnologie molto potenti ne abbiamo viste floppare un bel po' (tipo NFC, che contrariamente alle mie aspettative ancora fatica - ma anche perché è stato spinto troppo poco).

D'altra parte la tecnologia della realtà virtuale e della realtà aumentata hanno in se' un grande potenziale. Con quattro ambiti pesanti di intervento: quello industriale/scientifico (su cui non mi soffermo, non oggi), quello del gaming, quello dello sport e quello del porno.


Come si nota, tutti mercatini che già di per se' fanno girare quantità paperoniane di denaro: 

"Piper Jaffray, an investment bank, reckons the industry activity will pay off. By 2020, VR porn will be a $1 billion-a-year business, making it the third-largest VR segment after gaming and sports."

Si veda l'articolo di CNET per approfondimenti, ma qualche riga la cito ancora qui:

"VR has evolved from a small collection of startups four years ago to one of the hottest trends in technology today. Slot your phone into the goggles, strap 'em on, and you're an astronaut exploring Mars, a knight jousting in medieval England ..."

Samsung, the South Korean electronics giant, is already selling its Gear VR headset. Taiwan's HTC, Japan's Sony, and Oculus, owned by California-based Facebook, are expected to sell headsets this year. Video games from Ubisoft, Sony and Valve are slated to follow.

All'altro estremo dello spettro, ci stacchiamo da cose così terrene e concrete come i congressi carnali per volare più alto, letteralmente.

Sia come ambizione (è un progetto Kickstarter) sia come quota - ed è interessante segnalare il progetto Step in Space - (che è riuscito a raggiungere il budget) per piazzare una Virtual Reality Camera a bordo della stazione Spaziale internazionale: 

"Overview One is the virtual reality camera that we are sending to the Cupola module, the observation deck of the International Space Station (ISS), to capture immersive virtual reality video – giving you the chance to have the same experience the astronauts get." (btw, la pagina del progetto su Kickstarter ha delle riflessioni interessanti sulla VR).




martedì, gennaio 12, 2016

Volvo: quando il camion lo guida una bimba di 4 anni... B2B Emozionale


Stunt di comunicazione.

Che segue la strada tracciata dall'Epic Split di Van Damme: invece di essere razionali e "tecnici", si è scelto di giocare sull'emozionale, anche in un ambito B2B.

Se Van Damme dimostrava in modo spettacolare la precisione di guida del "dynamic steering system", la bimba dimostra la robustezza dei veicoli Volvo.

Idea semplice, esecuzione complessa: mettere una bimba alla guida di uno di questi grossi camion e lasciarla divertire.

Ovviamente, data l'età e la mancanza di esperienza, qualche inconveniente non manca. Ma proprio qui interviene la capacità di incassare del prodotto (bellissimo il fotogramma coi genitori preoccupatissimi che gli facciano poi pagare i danni inflitti dalla bambina al veicolo).




(Ovviamente la bimba non è a bordo del camion ma lo pilota a distanza, stile drone... e per rendere la cosa più interessante... beh, si sono inventati qualche sorpresa sul percorso.)

Così il messaggio di prodotto passa in modo molto più "engaging" e "compelling" del solito spottone B2B.
Ecco il video (spoiler alert: alla fine del video il camion è malconcio, ma ancora funzionante :-)




Approfondimenti:

http://blogs.wsj.com/speakeasy/2013/11/15/how-volvo-created-the-jean-claude-van-damme-video/

http://www.fastcocreate.com/3031654/cannes/how-volvo-trucks-pulled-off-an-epic-split-and-a-game-changing-campaign

http://www.digitaltrends.com/cars/4-year-old-girl-drives-heavy-duty-volvo-truck-pictures-video/



lunedì, gennaio 11, 2016

Quanti sono davvero 10K caratteri? Twitter e Lettera aperta al Santo Patrono


Ok, botta di panico (o di colossale chissenefrega), gira la notizia che Twitter abolirà il limite dei 140 caratteri - che era la regola che rendeva il gioco stimolante - e si normalizza su un ben più ampio limite di 10.000 caratteri.

Non voglio entrare nel dibattito se questo snaturi il mezzo, gli dia il colpo finale (e noi elites, dopo che ci hanno ammazzato FriendFeed, dove ci sposteremo? Dove faremo i fighi e influenzeremo?) o se invece sia un modo per farci stare di più "dentro" Twitter (Più testo = meno necessità di link agli approfondimenti "fuori" Twitter).

Il punto è: ma quanto sono lunghi davvero 10.000 caratteri?
Per dare una risposta, ho trovato un mio vecchio articolo pubblicato su Web Marketing Tools nel Marzo 2004 (!) che guarda caso, funziona benissimo in questo inizio d'anno di 12 anni dopo. Le cose non sono cambiate poi così tanto.

Poi l'ho preso, ho tolto giusto qualche manciata di caratteri e l'ho portato a 10.000 caratteri tondi tondi (se Word non mi ha sbagliato i conti).
E ve lo pubblico qui, così vedete visivamente quanti sono e quanto ci si mette a leggerli.
Se, come molto probabile ve lo siete persi all'epoca, credo possa ancora strappare un sorriso e un pensiero oggi. Enjoy.



Lettera aperta al Santo Patrono

(tutto quello che avreste voluto far sapere al vostro direttore marketing - e non solo - ma che non avete mai avuto il coraggio di dire)

da: addetto-webmkg@unazienda.it

a: S.Isidoro@disiviglia.com

Oggetto: qualche (modesta) richiesta.

Spettabile S. Isidoro di Siviglia, nella Vostra qualifica di possibile Santo Patrono di Internet, Vi scrivo. Voi siete la mia ultima speranza, dopo che le mie letterine a Babbo Natale e ai tre Te Magi non hanno sortito effetto alcuno e che la mia mail a San Giuda, patrono della cause perse, è rimbalzata con un “server not found”.

Avrei qualche richiesta per il 2004, pochi, semplici miracoli che credo si potrebbero facilmente fare. E che cambierebbero non poco la mia vita.

Come di certo saprete, quest’anno sono stato molto,molto buono.

Ho fatto i compiti e i progress report, i forecast, i timesheet e tutti quegli altri documenti dai nomi inglesi.

Sono quindi fiducioso che vorrete esaudire la mia semplice lista di desiderata, che qui di seguito elenco. E’ roba leggera, mica come l’oro, incenso e mirra dei Re Magi . 

a) Vorrei che tutti quelli in gamba trovassero un buon lavoro. Fate un miracolo per chi si trova a lavorare in un’azienda “familiare”; che possa dipendere da un vero management e non da una corte di nani, ballerine, sicofanti e eminenze grigie più attente alle lotte di secessione che al benessere dell’azienda.

b) Potreste fare in modo che le aziende smettano di confondere il marketing con le vendite o la pubblicità? Fategli capire Voi che prima di voler fare il web marketing è opportuno sapere qualcosa di marketing normale, così come prima di aprire la testa a qualcuno il neurochirurgo ha studiato come togliere le tonsille (spero). 

Fategli, Vi prego, capire che non c'è da vergognarsi a riconoscere di essere ignoranti,  basta permetterci di studiare - che a molti di noi magari farebbe un gran piacere.

c) Già che siamo in tema di utopie, spero vogliate ora prestare orecchio a qualche richiesta di tipo più personale, inerente allo specifico del mio lavoro, dell’azienda in cui passo i miei giorni e del mio management. Specificamente:

- fatemi passare un 2004 (e seguenti) lavorando con una briciola di metodo. Instillate il dubbio che se passiamo il tempo a spegnere incendi sarà meglio che assumiamo dei pompieri e non dei project manager.

- mettetecela tutta per fare entrare nella zucca di quel direttore (Voi sapete quale) che sono finiti i tempi in cui milioni di schiavi costruivano piramidi. Invece di chiederci progetti faraonici che servono solo a tenerci dentro i morti e per cui lavoriamo come egizi, fate passare il concetto che ci servono progetti più piccoli, focalizzati, pensati e gestibili. Progetti dove usiamo l’intelligenza per battere la concorrenza e per conquistare i cuori e i portafogli dei nostri clienti. 

- al dirigente calvo del quinto piano, fategli passare il concetto che c’è una sola comunicazione. Che ci sono, sì, mezzi diversi - che possono fare cose diverse su target diversi - ma che la comunicazione è una, che l’interattività, l’online e il digitale possono fare cose bellissime… ma che non possono procedere "contro" la comunicazione classica della nostra azienda. Se vuole segare il suo collega che segue l’advertising, che lo convochi all’alba dietro al convento delle carmelitane scalze. Che se la vedano da uomo ad uomo. Senza mettere l’azienda e i nostri posti di lavoro a rischio per le loro faide personali.

- se possibile, donate all’ azienda il convincimento che le nostre azioni online vanno misurate (oddio, anche tutte le altre, ma questo non è un problema mio). Che la misurazione dei click, dei through e degli hit è fantastica per fare dei bei grafici in powerpoint, ma che se misurassero invece l’efficacia sulle vendite o sul nostro business forse sarebbe più utile per tutti. 

- Vi imploro, spiegate a tutti quanti che Internet non è (solo) una forma di pubblicità per il nostro prodotto. Che sempre di più è alla base del processo d’acquisto, che la prima cosa che fa il nostro prospect quando vuole comprare è un bel giro on line. E se sbagliamo lì siamo fuori al primo turno; questo è un torneo ad eliminazione diretta.

- al Ragioniere del reparto Finanza e Controllo, quello che dice che <>, mandate in sogno il bilancio di Monster.com. E che io sia lì a vedere la sua faccia quando scopre che l’anno scorso hanno registrato un bel 100 milioni di dollaroni US di “net income”.

- al suo capo, quello che decide dove tagliare i costi, fategli fare quattro chiacchiere con quelli di Nortel. Che, nonostante la recessione, il dover chiudere dozzine di uffici e fabbriche, mandare a casa due terzi dello staff, hanno continuato a investire in Ricerca e Sviluppo un venti per cento delle revenues. Così adesso hanno firmato un bel contrattone da oltre un miliardo di dollari per la fornitura di tecnologie Voice Over IP e possono ridare il lavoro ad un sacco di quelli che avevano dovuto lasciare a casa.

- già che ci siete, se non è troppo disturbo, che si capisca che fare internet per "presidiare il canale" è come fare la pubblicità per “aprire una testa di ponte” o fare le relazioni pubbliche “per forzare il blocco navale”. Mucho macho, ma non vuol dire un fico secco. Ricordate a tutti che, dall’invasione Anglo-franco-israeliana del Canale di Suez in poi, presidiare canali e trovarsi nei casini sono sinonimi. Focalizzate che un presidio, normalmente, è un fortino della Legione con dentro quattro sfigati in mezzo a predoni assetati di sangue (“Voilà, uomini, ecco Fort Zinderneuf!”). 

e) sul tema della comunicazione e dei nostri collaboratori esterni ho poi una sottolista di desideri per quest’anno nuovo, ovvero:

- a me va benissimo che continuino con la storia che non vogliono essere dei “fornitori” ma dei partner. Da anni lo sento dire da tutte le agenzie. Ma almeno capissero che se vogliono essere partner mi devono mandare in ufficio gente che ha un po’ d’esperienza, che sa di quello che parla e capisce i nostri problemi. Gente che in vita sua, abbia magari provato a vendere un pollo ad una macelleria, o un fustino di detersivo alla signora Maria. Che abbia lavorato qualche giorno in un’azienda, che si sia scervellata per far tornare i conti di un budget. Che abbia capito che a volte tecnologia e comunicazione non sono la cosa più importante per un’azienda e che conta a volte di più comprare i camion nuovi, rimodernare una fabbrica, aumentare gli stipendi delle impiegate; anche se questo implica tagliare il budget della comunicazione e non potergli dare i 14 milioni di euro che ritengono indispensabili per il progetto.

- che bello sarebbe se il management ragionasse anche sul fatto che bisogna rispettare il valore del lavoro altrui e che a tirare troppo sul prezzo si finisce per avere dei progetti talmente minimali che non servono a niente. O si finisce con l’avere dei fornitori che per starci dentro sono costretti a tagliare la qualità, l’assistenza, il tempo e la testa che ci mettono. 

- correlatamente, infondete a qualcuno di noi il coraggio di tradurre al nostro capo la targa che gli abbiamo regalato a Natale, quella che dice “if you pay peanuts, you get monkeys”

- mi piacerebbe molto se nascesse un’agenzia che davvero ci desse un servizio di comunicazione integrato. Gente brava a fare tutte quelle cose che a noi servono. Fateci smettere di perdere tempo a gestire 8 agenzie che litigano fra loro e che spingono in direzioni diverse, ognuna tirando l’acqua al suo mulino e non al nostro. Fateci trovare un partner dove basti parlare con una persona sola; e poi ci pensa lui a far sì che la proposta di sito sia coordinata con l’advertising e che le sales promotion siano sinergiche con l’email marketing e la campagna di relazioni pubbliche.

- al comitato di marketing strategico sarebbe poi il caso di far alzare la testa e guardare oltre l’orizzonte: mentre loro – giustamente, per sopravvivere alla congiuntura - caricano a testa bassa su Prodotto, Prezzo, Distribuzione e Promozione (intesa come sconti e concorsi), il Servizio fa pena e ci si sta svaccando il Brand. Così ora che riparte il mercato, ci siamo costruiti una bella immagine di azienda/marchio/prodotto sfigato.

- ai creativi portate gentilmente il dono seguente: che realizzino che al nostro Amministratore Delegato piace molto ritirare i premi sul palco, ma che il resto di noi preferisce vendere. Fate capire a “noi” che la carriera di un creativo dipende davvero anche dai premi vinti;  ma fate capire a "loro" che lo stipendio che ricevono, alla fine, dipende anche da quanti cartoni riescono a far uscire dal magazzino.

- al Direttore Vendite rivelate che la comunicazione che vende non è quella con il prezzo scritto in rosso, in Helvetica corpo 280. E che la creatività, quella buona, spesso è l’unica arma che abbiamo per far uscire i maledetti cartoni dal maledetto magazzino.

Caro Possibile Patrono, siamo quasi alla fine. 

f) Varie ed eventuali:

- mettete una buona parola con il mio boss, che possa farmi un abbonamento a Web Marketing Tools, così smetto di pagarlo di tasca mia (anzi che si faccia un abbonamento anche per lui così legge e impara o smette di rubarmi la mia copia).

- In quest’anno che viene, datemi il dono di tenere i nervi a posto e di ascoltare di più il mio capo. Che di web marketing forse non ne sa tanto, ma di altre cose forse sì. E sa di cose che io non so. E magari, se è arrivato a ricoprire quella carica, non si può escludere che sia perché due o tre cose utili le sa fare.

Aiutatemi, che faccia qualche errore di meno – visto che sono così bravo ad elencare quelli degli altri, fatemi beccare i miei prima di commetterli.

Per terminare, mettetemi una mano protettiva sul capo, e che non perda il lavoro quando tutte queste cose al mio Direttore Marketing gliele dico io.

In alternativa, potrei accettare di trovare 5 milioni di Euro in biglietti di piccolo taglio, non marcate, in una valigetta scura. 

Con rispetto e gratitudine anticipata,
il Suo Addetto al Web Marketing

Fine dei 10.000 caratteri...

Ed ecco come appariva l'articolo (e il suo autore) nel 2004.


sabato, gennaio 09, 2016

Ceres ci prova - con la petizione per il film di Lory Del Santo



Ceres continua con il suo approccio di comunicazione "unconventional" e sta lavorando su un fronte che a molti è risultato abbastanza peculiare.

Breve: molti di voi (o almeno qualcuno) ha sentito parlare di "The Lady", la webserie prodotta da Lory Del Santo, soubrette, attrice, idolo sexy degli anni '80 (ed ex compagna del mio idolo Eric Clapton).



La serie non è stata accolta proprio benissimo; per essere super partes, cito Wikipedia alla lettera:

"In seguito a una fortunata recensione in chiave ironica su Vice.com a opera di Niccolò Carradori, le visualizzazioni alla webserie sono aumentate vertiginosamente. L'imperizia tecnica, la quasi totale mancanza di trama, il dilettantismo degli interpreti e la disorganicità che pervade l'intera produzione, l'hanno immediatamente consacrata come capolavoro del trash e del surreale."

Se avete un paio d'ore di tempo, potete mettervi in pari e guardarvi tutto The Lady 1 qui: https://youtu.be/2Ip1upBPKrU così poi siete pronti per The Lady 2 (che trovate qui) e di cui vi anticipo qualche frame:



Bene, Ceres ha deciso di lanciare una petizione online. Eh, già, perché domani c'è la premiazione dei Golden Globe. Che sarebbero un prestigioso premio internazionale per il film e la televisione. Se vi interessa, li potete vedere su Sky la notte del 10 gennaio.

E, ovviamente, the Lady non è tra i finalisti (ma tranquilli, solo perché non è prevista la categoria webserie, immagino). 
Qui parte l'operazione di Ceres: 

"Domenica ci sono i Golden Globe. Ma The Lady di Lory Del Santo non è in finale. Ci sembra molto ingiusto, quindi abbiamo fatto una petizione su Change.org

Se Lory vince una Ceres gratis per tutti. Firmala: http://bzle.eu/ceresgolden-523-au/YHDMP3ZOAQ0EVMJ6LFQ9"

E poi, di qui, partono i social e tutto il piano di comunicazione a supporto, ad esempio:

e poi Facebook, l'hashtag #CeresGlobes eccetera.

Al momento di andare in stampa, il limite delle 500 firme a sostegno della petizione è vicino ad essere raggiunto. A quel punto sarà interessante vedere come andrà ad evolvere l'operazione. Stay tuned e nell'attesa, fatevi una birretta :-)


Approfondimenti (su The Lady):
da Wired, si parla della seconda stagione
da Oggi, che la butta sulla gnocca (se posso usare il termine)
Cristiano Malgioglio non adotta mezze misure nei suoi giudizi