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lunedì, febbraio 08, 2016

Usare Instagram per raccontare una storia.. video, Land Rover


Come forse saprete, da pochi giorni è finito un mito - è stata interrotta dopo decenni la produzione del mitico Land Rover Defender (ne ho avuta una, un po' mi manca).



Ma la vita va avanti e anche il business: e così per gli altri veicoli della marca ex inglese, negli USA segnalo una una peculiare operazione su Instagram.

Proprio su Instagram hanno raccontato due storie (già, storytelling) ma la caratteristica particolare è di aver usato lo spazio in modo da costruire una visione panoramica. 

E di permettere di seguire multimedialmente la storia perché non si sono publicate solo foto ma anche video... cliccate qui

Riguardo alle storie (un po' minimal, diciamocelo): la prima parla di una coppia e del suo viaggio nella natura, attraverso la Sawtooth National Forest in Idaho sulla loro Land Rover  @SolitudeInSawtooth, la seconda storia @BrotherhoodOfWonderstone mostra l'esplorazione di due fratelli (di un posto in Utah).

Insomma, guardate le foto e visitate gli URL delle storie.



Land Rover (Instagram Adventures) - Discovery Sport from Roy Torres on Vimeo.









Approfondimenti:

http://www.lbbonline.com/news/yr-new-york-heads-on-an-instagram-adventure-with-land-rover/

http://www.creativeguerrillamarketing.com/social-media-marketing/land-rovers-instagram-adventure-story-is-absolutely-mindblowing/ 


http://cdn.notube.co/55cb662708272c03007da3bc/high.mp4

giovedì, gennaio 07, 2016

I musicisti indipendenti promossi digitalmente da KFC con una tecnologia davvero innovativa


Interessante uso della tecnologia come abiolitatore di una strategia molto sensata.
Il mandante: KFC (quelli del pollo fritto).

Il target: giovani urbani.

Insights: forte interesse per la musica nel target (eh già). 
Ma d'altra parte gli artisti indipendenti, quelli che si stanno sbattendo per emergere fanno una fatica tremenda a farsi conoscere, perché non esistono strumenti forti per portare la propria musica al pubblico.

L'idea: proporre la musica di questi artisti nei KFC (in Sud Africa).. con tutti i problemi di casino, di regia dall'altro... perchè fare una radio del punto vendita non solo è banale ma non è interattivo.

D'altra parte non si può certo pensare di avere decine di persone e ognuna ascolta quello che gli pare, no?

Beh, in reaktà sì, sarebbe nastato mettere delle prese per le cuffiette ai tavoli e un pannello di controllo,  in modo che ogni cliente potesse sintonizzarsi su un canle o scegliere uno specifico brano... un po' modello aeroplano.
Ma di sicuro non sarebbe stato suffuicientemente cool, wow, memorabile etc.
Il che è anche vero.

La soluzione: adottare una tecnologia al tavolo che permette di ascoltare la musica epr conduzione ossea.


Ovvero piantando ben bene i gomiti sul tavolo (sì è da maleducati però...) e ascoltando il suono attraverso le ossa e non le orecchie -) Senza disturbare i vicini.


Fruizione personalizzata, interattiva e anche un po' scheletrica.

E ovviamente, il tutto integrato con una app, che permette di condividere e raccomandare agli amici.

Insomma, ecco il video:

KFC | Sound Bite Interactive Record table from Creative Awards on Vimeo.

giovedì, aprile 30, 2015

Hai mentito su Linkedin? Attento, ora c’è un brevetto che…


E’ un fatto ben noto che si tende sempre ad esagerare un po’ sui CV.

Diverso però è il caso dove non si è un po' imbellito ma si ha mentito. 
I casi in cui vengono rifilate informazioni totalmente fallaci; incarichi e lavori inesistenti, onori ed onorificenze mai conseguite.

Cosa che succede (e molto) su Linkedin - piattaforma su cui tra l’altro mi sembra stiano sbarcando un numero consistente di fake accounts, a giudicare dagli stranissimi personaggi che mi stanno contattando (spesso facili da beccare semplicemente facendo un check della foto…).

Ora - ed è questo il senso del post - questo è un problema serio, molto serio per Linkedin.
Il successo di un servizio (on oppure offline, non importa) dipende dall’affidabilità, dalla performance. Dalla capacità di “deliverare”.

Bisogna sempre rassicurare, provare il proprio valore, minimizzare l’impatto delle esperienze negative.

E in questo senso va la notizia del brevetto di Linkedin - un’invenzione che sarebbe in grado di verificare in tempo reale, di fare un fact checking e di smascherare le bugie.

Non a caso online si sta già dando un certo rilievo alla notizia (e lo sto, per l’appunto, facendo anch’io) proprio perché è una notizia.
E così facendo si interviene sulla percezione di Linkedin.

Da un lato c’è il rischio di sollevare il problema (“ah, sì? Non pensavo ci fosse questo tipo di bugie su Linkedin..:”) dall’altro, molto più probabile, il problema è noto o quanto meno intuito. E questa notizia rassicura - promette in qualche modo una soluzione - o quanto meno ci dice che l’azienda si sta muovendo, è impegnata, è affidabile perché si sbatte per mantenere la qualità del delivery.

E spesso un po’ di immagine pesa quanto tanta performance non raccontata.

Venendo ai dettagli della notizia, in sintesi:

Verifica istantanea dell’esattezza delle informazioni, andando a fare dei confronti in Rete. 
A quanto risulta, alla faccia della cosiddetta privacy (che noi normalmente non ci interessiamo minimamente di gestire :-) LinkedIn potrà andare a frugare sui social, sui messenger, usare il riconoscimento facciale (come dicevo sopra), analisi biometriche - forse anche l’uso di veggenti paranormali.

Il tutto per verificare l’esattezza delle informazioni e delle affermazioni, non solo dove avete lavorato, ma quello che dite sull’importanza del vostro lavoro, sui risultati dell’azienda, forse anche sulla reale opinione che hanno di voi i colleghi quando sparlano di voi alla macchinetta del caffè.

Se Linkedin non è convinto, arriva all’utente un avviso. (poi, chissà… dubito un po’ che vi applicheranno d’ufficio un bel badge da bugiardo altamente visibile sul profilo…. :-)

Comunque, se volete approfondire la notizia su una qualche fonte un po' più seria di me, ecco un link da consultare:




venerdì, aprile 24, 2015

Il concorso che si vince con la forza. Delle onde cerebrali


Tema che mi piace molto e di cui ho già parlato in passato .

Ovvero di creare operazioni di comunicazione che creino buzz, che facciano engagement, che stupiscano... usando la forza della mente delle persone che si fanno partecipare.


La tecnologia non è ancora matura, ma è già sufficiente per realizzare dei bei progetti.
(Detto fra noi, l'ho proposta più volte a clienti e prospect, ma in Italia si ha un po' troppa paura di fare cose mai fatte, originali; non si ama prendere dei rischi e quindi molte marche vivacchiano per mancanza di coraggio :-S.)


Nello specifico, qui il gioco è cercare di vincere un biglietto aereo.

Mosca. Centro commerciale.
Si indossa il caschetto.
Si cerca di guidare l'aeroplanino sullo schermo, verso la destinazione dei propri desideri.
Si vince il biglietto per andarci davvero.

Ecco il video, che vi racconta anche qualche dettaglio in più.


Approfondimento:
http://tellart.com/projects/s7-imagination-machine/

venerdì, aprile 17, 2015

Il Gratuito Matrimonio del Signor Burger con la Signorina King.

Grande nella sua semplicità.

Burger King ha colto al volo una ovvia opportunità di comunicazione.
Poca spesa, massima resa.

In breve: Illinois, USA.
Il Signor Burger annuncia le sue prossime nozze con la signorina King.
Due persone normali, ex compagni di scuola.

Niente di che, se non fosse per l'accoppiata dei cognomi risultanti.
La King aveva già provato a segnalare la cosa all'azienda, ma senza risultati.

Ci pensa questa volta un giornalista, che avuto sentore della cosa ha provato (con maggiore credibilità) a sensibilizzare il colosso del fast food.

Passa poco tempo e voilà, accade l'ovvio: Burger King si accolla tutte le spese del matrimonio King-Burger.

E siamo tutti a parlarne, e a sorridere.
E a migliorare la brand impression che abbiamo della casa del Whopper.
Smartness, simpatia... tutti valori importanti.

Con poche lire sono usciti su USA Today, NY Post, il Mirror, CNBC, Daily Mail, Fortune,Business Insider, Buzzfeed, ABC, MAshable, Fox, Chigago Tribune, MSM, CBS, Huffpost... un discreto valore, direi :-)

martedì, dicembre 16, 2014

Quali sono i *veri* costi dei Social Media? E il prezzo è giusto? #StrategiaDigitale

Una interessante infografica.
Specialmente utile per capire che, al di là del lavoro di postare quattro fregnacce su Facebook (che tanto è gratis, no?) c'è molto più impegno e sforzo di quello che appaia agli occhi del profano.

Può essere utile da far vedere a qualche cliente... :-)

(detto questo, ci sono alcuni numeri da prendere con le pinze... ma i 52.000 dollari di strategia mi sembrano molto sensati su una campagna da 210.000 dollari... un 25% di investimento speso nel pensare a cosa fare e come farlo bene; il resto speso a farlo e a far sapere che lo si è fatto).

Ecco l'infografica - che potete anche vedere ingrandita qui:


giovedì, ottobre 16, 2014

Genio. Da Coca Cola. Quando passi il prodotto alla cassa...


Di quelle cose che uno dice: ma perché non ci ha mai pensato nessuno prima?

Branding, coerenza, prendere di sorpresa le persone, con un'idea semplicissima.

Complimenti.

Guardate il video, dovete.
Coca Cola Happy Beep.



venerdì, ottobre 10, 2014

Bello. Libera l'uomo, con il poster che accetta la carta di credito.


Post leggerino del venerdì.

Affissione molto intelligente e tecnologicamente interessante.

Taglia i legami che imprigionano l'uomo. Affetta il pane per gli affamati.

Con la tua carta di credito.

E lo swipe della carta di permette di donare soldi, perché in realtà il poster è anche un POS.
Brillante.
Ecco il video.


venerdì, settembre 26, 2014

Con un Tweet ti faccio chiudere il ristorante - L'ufficio comunale segue Twitter e...


Le polemiche su Social Media e Ristoranti sono parecchio calde.
E questa news è interessante.

A Chicago, il "Department of Public Health" segue Twitter, ovvero fa un'attività di monitoraggio in Rete, con un Twitter bot (@foodbornechi).

Il Bot raccoglie i tweet che segnalano o sembrano segnalare casi di avvelenamento da cibo. 

Il bot flagga i tweet rilevanti e allerta il team, che fa l'analisi umana e decide se sono tali da far scattare allarme e ispezioni.

(btw, il bot è open source: lo trovate su GitHub https://github.com/smartchicago/foodborne )

Incrociando il tutto con un form di reclami, il dipartimento ha ispezionato 133 ristoranti in 10 mesi e ne ha chiusi 21 - come risultato di un'analisi che ha identificato più di 2.200 tweet contenenti le keyword "food poisoning" - che sono stati poi ridotti a 270 tweet particolarmente "relevant".

Le persone che hanno twittate vengono contattate dal team del dipartimento e invitate a formalizzare una segnalazione.

A questo punto si mette in moto il meccanismo, che include i ristoranti oggetto di lamentele nella lista di quelli da ispezionare. Se l'ispezione del ristorante evidenzia reali e oggettivi problemi igienico sanitari, scattano le sanzioni.

Comunque, solo circa il 4% dei ristoranti chiusi dal dipartimento sono arrivati all'attenzione degli ispettori attraverso i social; al momento quindi l'impatto è limitato - ma appena ci si renderà conto che il meccanismo di denuncia funziona, suppongo che un po' di gente si scatenerà su Twitter a valle di esperienze gastronomiche dagli sgradevoli effetti collaterali.

Interessante soprattutto il concetto dei Social come specchio della società, le conversazioni come manifestazioni del pubblico, i social user come sensori embeddati nella realtà - e degli enti preposti al controllo che ascoltano questi sensori...

Approfondimento: Popular Science


mercoledì, settembre 24, 2014

Osservatorio Brands & Social Media: la GDO in Italia. Il leader è...

Nuova puntata della nostra ricerca Brands & Social Media, sviluppata insieme a Osscom - questa volta il focus è sul mondo della Grande Distribuzione Organizzata.




Attraverso la ricerca sono state analizzate 20 fra le principali aziende della Grande Distribuzione Organizzata, per identificare le strategie di comunicazione adottate in Italia e individuare le best practice.

La classifica vede al comando Carrefour, con 55,2 punti, seguito a distanza da Lidl con 43,1 punti eCoop con 38,7 punti.

Le principali evidenze emerse:


  • Questo settore privilegia Facebook come principale piattaforma per comunicare con i propri clienti, con particolare enfasi sui prodotti venduti e le promozioni del momento.
  • L’utilizzo di applicazioni per smartphone consente ai brand della GDO di rimanere connessi ai propri consumatori, offrendo informazioni sui punti vendita, le offerte in corso, o funzioni di lista della spesa e consultazione della propria carta fedeltà.

  • I brand più attivi riescono a costruire delle community tematiche legate alle abitudini di consumo naturale, per bambini, ecc.) e le pratiche di acquisto degli utenti, anche attraverso offerte e servizi dedicati.





Maggiori informazioni sul sito di Digital PR

martedì, luglio 22, 2014

Non è vero che i giovani lasciano Facebook? una ricerca


Una recente (e sintetica) ricerca porta dati alla tesi che i giovani NON stanno lasciando Facebook in massa, come qualcuno dice.

Contiene altri dati interessanti sull'uso dei media digitali e sociali - focalizzata sugli USA la ricerca da' comunque spunti interessanti anche per noi.

While some media outlets have reported teens tiring of Facebook in favor of whatever is the latest craze, Facebook still reigns number one in both total adoption and daily usage.

Ecco il link alla ricerca:

lunedì, luglio 21, 2014

Bellissimo Guerilla Teatrale. Intelligente


Difficile fare marketing sui teatri. Eppure è necessario - perché tra la crisi e il decadimento culturale, si stanno svuotando.

E allora, proprio basandosi sullo svuotamento del teatro, ecco un guerilla che collega il teatro con il museo, la rappresentazione teatrale con un quadro.

Molto bello, elegante, sofisticato. E, per questo, giusto per il target :-)

Guardatevi il video che così capite e vi godete l'idea:



Will and George Come to Life from MMA on Vimeo.

lunedì, maggio 26, 2014

Semplice e brillante: vinci biglietti aerei col simulatore (e fai buzz)

Operazione molto semplice di British Airways.
Si piazzano dei simulatori di volo alla stazione dei treni.
Sfidi i passanti a giocare e metti in palio un po' di biglietti (e fai giocare anche su Facebook).

Banale?
Beh, come vedo tutti i giorni, spesso le cose più semplici sono quelle che funzionano di più.
Infatti hanno fatto dei discreti numeri: 11.000 partecipanti dal vivo e 47.000 online.
Senza contare quelli che hanno visto (e letto sui media) dell'attività. Per esempio quelli che hanno letto questo articolo (dove trovate anche un paio di video sull'operazione).



mercoledì, aprile 23, 2014

Da leggere: 5 principi per una marca di successo

Vi segnalo questa presentazione (agile e ben fatta) che fa il punto sulle marche oggi, in un mondo dove impazza il passa parola e si è interessati a ciò che le marche fanno più che a quello che dicono.

Racconta anche i 5 principi di fondo per una marca di successo (e sono abbastanza d'accordo, anche se volendo, alle 42 slide della presentazione, se ne potrebbero aggiungere altre 420, ma è un buon inizio):

1. Dare Valore
2. Creare Partecipazione
3. User First Design
4. Ispirare condivisione
5. Essere compagni di viaggio, non ostacoli sulla strada

Interessanti anche le case history.

Insomma, se siete un digital planner o vi occupate di strategia, a questa un'occhiata la dovete dare.

Eccola:



martedì, aprile 01, 2014

NFC: sbarca sul Vino - in etichetta - un buon modo per raccontare il mondo che c'è dietro

Ritorno, dopo parecchio tempo che non lo facevo, a parlare di NFC (qui trovate il link ai miei post precedenti sul tema).

Questa volta si tratta di una casa vinicola, che ha deciso di embeddare nell’etichetta un microchip.

Sulla scorta di esperimenti comparabili fatti con l’uso di QR code o semplicemente appiccicando un piccolo pieghevole, qui si tratta di dare accesso al consumatore ad informazioni di dettaglio e approfondimento su ciò che si sta bevendo.

La cosa ha molto senso: nella misura in cui non stiamo consumando un vino sfuso, beviamo un vino spesso non solo per accompagnare un cibo ma per fare un’esperienza. Scoprire cose, allargare i nostri orizzonti...

E quindi la possibilità di fare storytelling, di andare in profondità, di scoprire mondi, aggiunge quegli intangibili che fanno parte di un modo più avanzato di consumare prodotti in modo più consapevole e protagonista.

Va da se’ che la limitata diffusione dell’NFC (più per un fattore awareness, perché molti terminali sono già abilitati) può costituire un limite - da valutare dato che una grossa scommessa del settore bancario e dei pagamenti passerà proprio dall’uso di questa tecnologia per pagamenti contactless via smartphone.
E che quindi questa tecnologia verrà promossa e posta nelle mani di molte persone, forse a breve…

Comunque il fattore critico ormai non è forse tanto l'accesso a tecnologie avanzate - quanto la capacità di sviluppare content che queste tecnologie possano erogare per coinvolgere, emozionare, informare; e l'integrazione della tecnologia in un piano di comunicazione che non sia una trovata picchia e fuggi.

Approfondimento sull'operazione, cito dalla press release: il sistema è stato presentato a Vinitaly 2014 da Cabernet Sauvignon Sass Roà della Selezione Maniero prodotto dalla Cantina Laimburg Alto Adige. L'etichetta è munita di chip digitale, grazie al quale si potranno avere informazioni sul vino con un semplice gesto, senza dover scaricare un’app specifica.

L’azienda altoatesina è la prima in Italia nel settore vitivinicolo ad applicare questa tecnologia, il Tag NFC (Near Field Communication) delle dimensioni di un francobollo, integrato nella bottiglia, fornisce connettività wireless e funge da dispositivo di memoria, inviando segnali radio per la trasmissione di dati a distanze ravvicinate. La tecnologia NFC si attiva a circa due centimetri di distanza e la sua bellezza sta nella sua semplicità: una volta che le etichette vengono codificate, basta toccare con la parte posteriore dello smartphone il tag per attivare l’applicazione e ricevere informazioni organolettiche, sulla filosofia produttiva e addirittura prossimamente accedere allo shop on line.

Approfondimento 2: naturalmente non si tratta della prima applicazione della tecnologia al mondo vinicolo: ecco alcuni link di approfondimento e un video…




mercoledì, febbraio 26, 2014

Una macchina della verità su Twitter, per individuare le bufale?

Al momento siamo ancora lontani dall'aver trovato una soluzione, ma il problema esiste, ed è sotto gli occhi di tutti.

I Social Media (e non solo quelli, ma è un'altra storia) sono pieni di informazioni errate, di disinformazione, di news che non sono tali ma sono manipolazioni, di pseudoverità scientifiche appoggiate sul nulla o su grossolane falsificazioni.

Detto molto brutalmente, sono convinto che per chi mi legge in questo momento non ci sia un grossissimo problema: se si legge un blog di comunicazione e strategia digitale, si appartiene in qualche modo ad un elite socioculturale - e si hanno gli strumenti culturali per riconoscere le bufale.

L'Italiano medio, invece, purtroppo tende ad essere molto meno attrezzato (per leggere un po' di dati inquietanti, leggete la mia presentazione alla Social Media Week, qui). E non solo l'italiano: il problema della cattiva informazione esiste in tutto il mondo.

Per questo è nato un progetto chiamato Pheme (http://www.pheme.eu/) - finanziato anche dall'Unione Europea. I cui ricercatori hanno il sogno di sviluppare una "macchina della verità", un sistema che possa individuare su Twitter le cose sospette e le bufale palesi. 

Un po' di approfondimento, preso dal loro sito:

We are concentrating on identifying four types of phemes and modelling their spread across social networks and online media: speculation, controversy, misinformation, and disinformation. 

PHEME has partners from the fields of natural language processing and text mining, web science, social network analysis, and information visualization. Together, we will use three factors to analyse veracity: first, the information inherent in a document itself – that is lexical, semantic and syntactic information. 


This is then cross-referenced with data sources that are assessed as particularly trustworthy, for example in the case of medical information, PubMed, the biggest online database in the world for original medical publications. 


We will also harness knowledge from Linked Open Data, through the expertise of Ontotext and their highly scalable OWLIM platform. Finally, the diffusion of a piece of information is analysed – who receives what information and how, and when is it transmitted to whom?

Ora, lo scenario a tendere è quello di un sistema che avvisi i lettori? un po' come fa Google Mail quando becca nella nostra inbox una mail che puzza di phishing (scusate la battutaccia).

Un contributo ad arrestare sul nascere o quasi la diffusione di bufale (ma ci sarà sempre chi crederà di più alle notizie farlocche che a quelle vere - come quelli che sostengono che l'energia nucleare e le bombe atomiche non esistano).

Importante, perchè se alcune notizie possono farci sorridere, altri fanno dei morti, letteralmente. Come nel caso delle mancate vaccinazioni e della recrudescenza di alcune malattie che erano quasi scomparse. O di notizie false in aree di tensione, come le numerose primavere arabe od ucraine... (I ricercatori citano specificamente il caso dei "London Riots" del 2011 dove la falsificazione delle notizie ha giocato un ruolo non secondario).

"After sorting through sources the Pheme platform will then evaluate sources for authority ranking. For example, a New York Times post would hold more authority and trust than a source from an unknown person or business.

As Pheme continues to follow certain conversations it will determine the accuracy of the information.

Could online news soon be quickly verified on an International level? It looks like this Twitter lie detector test could be a big win for social validation.

By examining a tweets sentiment and then determining its validity, brands and consumers can more readily determine the truthfulness of social signals."

Vedi anche: http://www.engadget.com/2014/02/19/twitter-lie-detector/

lunedì, febbraio 24, 2014

Genio (!) DHL si fa fare pubblicità dai concorrenti. Must see.

Idea Geniale.
Fare in modo che siano gli altri corrieri a fare pubblicità a noi :-)

Idea di guerilla semplice... ma sofisticata e ben pensata nella sua esecuzione - soprattutto per rifilare il bidone ai competitor senza che se ne accorgano se non quando è troppo tardi.

Brillante la trovata per fare il modo che il messaggio sullo scatolone non appaia all'accettazione del pacco... ma appaia dopo :-)

Poi, ovvio, si può discutere sulla liceità, correttezza e legalità di una tale operazione così spudoratamente competitiva... o se magari sia un fake... ma io mi fermo all'idea di fondo, che è brillante

Guardate il video, non resterete delusi :-)