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giovedì, gennaio 29, 2015

Da oggi in vendita: Relazioni Pubbliche Digitali


E finalmente è arrivato il giorno.

Relazioni Pubbliche Digitali, il mio secondo libro è ufficialmente in vendita.

E', ovviamente, un libro sulle PR in rete - anzi, cerca anche di definire un po' meglio cosa sono le PR online.

Cerca di delineare di che cosa sono composte, e come si fanno.

Che cosa sono (e non sono) le PR digitali e cosa è lecito aspettarsi (e cosa non dobbiamo attenderci).

Il mio sforzo è stato (ovviamente, essendo un digital planner) di fare non solo un manuale, ma anche un libro di strategia. 

Un libro per insegnare e soprattutto stimolare; a pensare in modo strategico, a capire, a fare, a relazionarsi con gli specialisti del settore (e lavorare con loro), per crescere professionalmente.

Quindi parlo di generare contenuti e conversazioni per costruire un’opinione positiva della nostra marca, prodotto o servizio, coinvolgendo influencer e blogger. Di come dare visibilità, rendere notiziabile un evento, un prodotto, una marca.
Ragiono su come ottenere un’esposizione mediatica, entrare nei discorsi delle persone, a sintonizzarsi con loro. 


Dedico molto spazio all’importanza della reputazione e come gestirla; all’individuazione di influencer e blogger e le modalità per lavorare con loro (li pago? Non li pago?); parlo di KPI di prevenzione e gestione delle crisi online.
Sempre con casi ed esempi.

Il tutto pensando molto business e zero fuffa: anche nelle PR digitali un’operazione di successo deve combinare strategia e creatività. E qui è la difficoltà maggiore: se è relativamente facile «essere creativi», è maledettamente più complesso farlo in modo funzionale ai risultati del business. 

Il libro per ora è disponibile in formato cartaceo, l'ebook è in arrivo a breve :-) (su Egea dovrebbe già essere acquistabile, arriva presto anche negli altri shop)


Un po' di link:

La scheda del libro e l'ecommerce della casa editrice (Egea)

Lo potete comprare su Hoepli

Lo potete comprare su Amazon

Lo trovate anche su IBS

Qui il link a Mondadori

lunedì, maggio 06, 2013

Ordinereste una Pizza con Kinect? Pizza Hut


Parecchi anni fa un eminente (e autoproclamato) Guru della Rete mi spiegava che le catene di pizzerie americane erano state più o meno obbligate a sbarcare sull'ecommerce per motivi di incrocio tra target e tecnologie.

Nel senso che un loro target importante erano i nerd fanatici di Internet - di quelli che muoro ma non mi scollego.

Problema: in un'era di connessione via modem (e di assenza di cellulari negli USA) telefonare per farsi portare una pizza (cibo ideale per alimentarsi continuando a stare al PC) significava staccare la connessione.

Di qui la necessità di permettere un acquisto muktitasking continuando a fare ciò che si stava facendo.

In quest'ottica ha un heritage strategico la mossa di Pizza Hut: il lancio di un'app per XBox che permette ai giocatori di realizzare e ordinare una pizza personalizzata, volendo usando Kinect o dando i comandi a voce (a me viene in mente il telefono, ma vabbé...).

Diventando, attraverso un accordo di partnership, il fornitore esclusivo di Pizza per la piattaforma di gioco.

Oggi però, la pizza si può ordinare usando una pletora di altri dispositivi "paralleli", dal telefono fisso a quello mobile, dal notebook al tablet...

Di qui il sospetto che questa volta più che una strategia di marketing sia una strategia di comunicazione, di buzz, di generazione di interesse e profilo di immagine verso la marca Pizza Hut.

E, in effetti, la cosa ha generato interesse - tanto che su YouTube sono apparsi parecchi video di prova e recensione - nessuno dei quali però ha ancora raggiunto un numero decente di views.

Ve ne allego qualcuno, così vi risparmiate la fatica di cercarli. Enjoy. Mi sembra una cosa übernerd.




giovedì, marzo 14, 2013

Una Startup che ritira i pacchi al posto tuo :-)



A mio giudizio questa iniziativa merita di essere segnalata.

Nasce IndaBox, (www.indabox.it) una rete di Bar presso i quali è possibile far spedire i propri acquisti, con un semplice click.

Il concetto è antico, ricordo che ne ho scritto molti, molti anni fa, diciamo agli albori dell’ecommerce.

Secondo me resta valido: non sarà l’ostacolo maggiore alla diffusione dell’ecommerce in Italia, ma il problema esiste. Molti di noi non hanno un portinaio, sono sempre fuori casa, in ufficio non possono farsi recapitare pacchi personali.

Vi allego sintesi della press release, che spiega bene il progetto… in bocca al lupo, speriamo che funzioni :-)

" E’ nato pochi giorni fa, dall’idea di tre giovani imprenditori torinesi, il nuovo sito www.indabox.it: un servizio che semplifica la vita di chi acquista prodotti su internet ma che non ha un luogo comodo dove far consegnare la merce.

Da questa esigenza nasce IndaBox, una rete di Bar presso i quali è possibile far spedire i propri acquisti, con un semplice click. I Bar sono infatti la tipologia di impresa più diffusa sul territorio nazionale, il che consente di realizzare una rete davvero capillare, facendo sì che ogni utente possa trovare un Bar comodo presso il quale far spedire i propri acquisti.

Inizialmente disponibile solo a Torino, il servizio è arrivato anche a Milano e si apre a tutto il territorio nazionale. Tutti i altri bar sul territorio italiano che sono interessati ad offrire ai clienti questo servizio, possono aderire direttamente on-line, in modo semplice e chiaro.

Come funziona Indabox? Semplice!

- Si cerca un Bar: visitando il sito http://www.indabox.it , si può trovare l'elenco dei Bar che hanno aderito al servizio e che sono quindi disponibili a ricevere spedizioni; è possibile trovare il Bar più comodo, magari vicino a casa oppure al luogo di lavoro, grazie alla mappa disponibile sul sito.

- Si compra online: una volta scelto il Bar, si può procedere ad acquistare on-line come si è sempre fatto, su qualsiasi sito di e-commerce. Per utilizzare il servizio basterà specificare al venditore, in fase di ordinazione, che l'indirizzo presso il quale consegnare la merce è quello del Bar scelto.

- Si segnala la spedizione: dopo aver ordinato, con un semplice click su indabox.it si può avvertire il Bar che si sta facendo spedire qualcosa presso i suoi locali. In questo modo il Bar saprà che nei giorni seguenti arriverà il corriere per consegnare i prodotti.

- Si aspetta l'SMS: una volta che il corriere consegna i prodotti, il Bar invierà un SMS all'utente, avvisandolo che i prodotti sono pronti per la consegna.

Il servizio ha un costo di 3 euro."

Lo trovate anche su Facebook: https://www.facebook.com/indabox.it


giovedì, agosto 30, 2012

Il contenuto? Non è un accessorio.



Riprendo, attualizzandolo, un mio articolo di un po' di tempo fa, ripubblicandolo sul blog per arrivare a più vaste masse di lettori. Anche perché mi sembra ancora maledettamente di attualità, viste le cose che mi è toccato vedere ultimamente in Rete...

Un paio di considerazioni derivanti dalla mia esperienza quotidiana di consulente, di Digital Planner. Di persona che per mestiere si trova a mettere le mani su come devono essere pensati e organizzati i siti e le altre attività di comunicazione digitali. Anzi, sostanzialmente una, considerazione: non sottovalutiamo l’importanza del contenuto. E i casini che il contenuto può crearci, aziendalmente.

Tre cose che possiamo dare - e il contenuto è alla base
Online (semplificando un po' le cose) possiamo dare ai nostri visitatori - in cambio della loro attenzione - tre cose: emozioni, servizio, e contenuti. 

E spesso sono proprio i contenuti lo strumento che da' servizio e - anche attraverso lo storytelling - emozioni. Molti siti sono un mix di queste tre cose, in misura diversa lo possono essere anche altri strumenti di comunicazione Internet - come i Social Media.

E i contenuti chi li scrive?
Restringendo il discorso ai siti, molto spesso quello che ho visto fare è stato concentrarsi sulla strategia (correttissimo - anche perché è il mio mestiere), poi sviluppare l'idea del sito (corretto), la sua mappa (inevitabile) e poi iniziare a realizzarlo graficamente. E cosa ci va dentro il sito, dentro la pagina Facebook?  Beh, solo una volta pronto e approvato il progetto, qualcuno si è posto il problema dei contenuti. E lì sono saltati fuori i pasticci :-(

A volte invece si parte dal definire quali dovrebbero essere i contenuti del sito, costruire la mappa, pensare il sito attorno a questi contenuti, disegnare le pagine… e poi scoprire che nessuno ha idea di come e a chi far fare questi contenuti.

Quindi fermi tutti, trova la persona o l'agenzia, scopri quanto costa, controlla se ci sta nel budget... massimizzazione del casino.
Anche perché un buon contenuto non te lo fa mica il primo che passa per strada. O quello che ha due giorni di esperienza compreso domani e dopodomani. 

Il trappolone dell'archivio
Ho visto aziende decidere di fare siti basati sulla loro eredità storica, sul loro passato.
Solo per scoprire quando era troppo tardi che nessuno sapeva dove fosse finito l'archivio, o scoprire che per estrarre cose interessanti dall'archivio storico e tradurle in immagini scansionate e testi sintetizzati ci sarebbero volute parecchie settimane di lavoro e di conseguenza costi per la ricerca e riscrittura - cosa che era stata data per scontata (e costi non budgettati).

Faccio io, tanto che ci vuole?
OK, non ci stiamo nel budget, allora ci facciamo le cose in casa. 
Quindi decidere di farsi il sito (o il Social) in casa, senza usare consulenti, agenzie e copywriter (o autori) esterni. Tanto che ci vuole? Wordpress è semplice, con un minimo di smanettamento i siti li fa chiunque.  

Così come, con un paio di libri di cucina uno è in grado di cucinare. Ma non in un ristorante.

La tentazione è forte specialmente quando il sito deve basarsi su una serie di contenuti di alto livello per un pubblico specialistico.

Ancora più subdolo il caso analogo in cui invece c'è qualcuno in azienda in grado di occuparsi di questi testi, quindi si parte tranquilli.
Salvo poi rendersi conto che, per lanciare il nuovo sito, la persona in questione deve scrivere parecchie decine di pagine (magari equivalenti a  due o tre settimane di lavoro full time sul progetto) e che ne dovrà poi scrivere tre o quattro alla settimana per il resto della sua vita.

Peccato che, spesso, questa persona magari è il responsabile del prodotto o un commerciale bravo, quello che più di ogni altro conosce il prodotto e quindi è sempre in prima linea per vedere, risolvere problemi...  

E proprio per questo una persona che ha pochissimo tempo a disposizione, che già farebbe fatica a darci mezz'ora la settimana, figuriamoci smettere di fare il suo lavoro commerciale o tecnico per parecchie settimane per permetterci di lanciare il sito.

Fondamentale organizzarsi
Forse è proprio in quest'area che ci sono i problemi maggiori: rendersi conto che per fare un sito (o un'attività sui Social o un blog... questi sono ancora peggio) bisogna ragionare in termini di una redazione, magari anche part time, ma che abbia un piano editoriale (definire, l'abbiamo già detto, ogni giorno/settimana o mese cosa pubblicare, per potersi organizzare per farlo) e abbia un'allocazione di tempo e risorse, in modo da poter sposare il loro lavoro primario con quello di occuparsi anche dei contenuti aziendali.

Meglio niente, che male
Naturalmente, forse non sarebbe nemmeno il caso di citarlo, il caso peggiore di tutti e quando ci mettiamo in Rete senza contenuti.

Non sappiamo cosa dire, ma facciamo un sito per dirlo lo stesso.
Allora, piuttosto che far tanto e male, conviene limitarsi all'essenziale.

Meglio così riempire il vuoto con notizie inutili, dati vecchi, presentazioni poco coerenti.




venerdì, settembre 16, 2011

Un convegno sulla ascolto della Rete - a Roma

Mi sembra interessante, mi sa che ci farò un salto :-)



Gianandrea Facchini e Buzzdetector
invitano al convegno
“Social media listening: conversation about tools and metrics” Guest: Marshall Sponder – www.webmetricsguru.com

Moderatore: Alessio Jacona
Panel di conversazione – L’ascolto della rete, aspettative e applicazioni
Patrizia Iantorno, CRM e Social media manager, MSC Crociere
Stefano Mizzella, PHD e analista, Openknowledge
Antonio Pavolini, Senior Analyst, Media Industry -­‐ InnovaCon & Industry RelaCons Telecom
Manuela Kron, Corporate Affairs Director, Nestlè
Marco Muraglia, CEO Starcom

Roma, 29 Settembre 2011
Spazio Howtan, Vicolo del Polverone 3 Ore 11.30 – 15.30
rsvp: g.facchini@buzzdetector.com 



Mi piace che sia a Roma e che comunque sia organizzato in modo che si può vedere anche andando a Roma in giornata ;-)






giovedì, marzo 31, 2011

Fallen Angels: e il Social Media?

Quarto (e credo ultimo) post sull'articolata campagna di comunicazione di Lynx.

Abbiamo visto l'ambush in Realtà Aumentata alla stazione, lo spot, l'operazione di arte graffitara.

Vediamo adesso i Social Media.

Diciamo subito che in termini Facebook, si tratta di una megaproduzione, di un Kolossal. Prodotto benissimo senza risparmio di mezzi (traduzione_: costato un botto, ci hanno investito sul serio, sia in termini di soldi che di lavoro ma soprattutto di pensiero).
Alla strafaccia di quelli che pensano che FB si faccia con 5000 euro (o meno) e un giochetto schifido.

Con un gioco su Facebook - dove l'idea è liberare un angelo non ancora caduto sulla Terra (che si deve innamorare di te), supportato da un video sensualmente tostissimo (ma questo è il nome del gioco per questa marca, uno lo sa...).

Dato che l'angelo è Kelly Brook...e che il gioco/test non solo è personalizzato ma è ben congegnato, fatelo. Ma solo per farsi cultura professionale, ovviamente :-)

mercoledì, marzo 30, 2011

Ancora i Fallen Angel di Lynx: questa volta i graffiti

Il piano di comunicazione di questa operazione in realtà contiene parecchie componenti, oltre l'ambush alla stazione Victoria e lo spot.

Ad esempio un'operazione di arte graffitara (molto bella, devo dire)... eccola

martedì, marzo 29, 2011

Fallen Angel Lynx: sexissimamente...

Dato che la campagna Fallen Angel mi sembra una buona operazione in termini di articolazione di una campagna integrata, ho deciso di farne una serie di post per questa settimana.

Dopo aver visto l'ambush alla stazione, parliamo di pubblicità.

La marca Lynx (ricordo che al di fuori degli UK è nota come Axe) è spudoratamente, inequivocabilmente sparata sul posizionamento sesso. Punto.

Quindi la loro nuova campagna se la gioca molto diretta.
Ecco lo spot (tra l'altro "italianissimo")

lunedì, marzo 28, 2011

Ambient Mimetico per il detersivo


Bellissima idea. Semplice e perfetta per il prodotto :-)
Trasformare i distributori di tovagliolini in piccole lavatrici da cui escono panni candidi, per il detersivo OMO. In Germania.
Creatività :-)

venerdì, marzo 25, 2011

Brillantissimo esempio di Realtà Aumentata con Ambush alla stazione :-)

Oh, finalmente si vede qualcosa di intelligente fatto con la Realtà Aumentata (in senso lato), nella sollita stazione ferroviaria.

Il prodotto è Lynx (che noi conosciamo come Axe), per la sua nuova fragranza. 

Che evidentemente sa di "Angeli caduti".

Insomma, alla stazione Victoria a Londra, posizionandosi su un marker posto sul pavimento si poteva interagire pubblicamente (su un megaschermo) con un angelo caduto.

Alto buzz value, alta capacità di impressionare.
Guardatevi il video, che l'idea merita :-)

Ma stay tuned, nei prossimi giorni riparliamo di questa campagna, che non è solo questo ambush...

giovedì, marzo 24, 2011

lunedì, marzo 14, 2011

Ehiweb fa ecommerce su FB :-)

Anche in Italia inizia a muoversi il settore dell' "f-Commerce", sembra una parolaccia ma in realtà significa aprire un negozio all'interno di Facebook.

Segnalo dunque con piacere un'iniziativa in questo senso da parte di Ehiweb, ottimo Telecom Operator italiano (disclosure: siamo clienti l'uno dell'altro... ;-)

Scherzi a parte mi sembra interessante la loro iniziativa di aprire un negozio dentro Facebook destinato a veicolare ogni mese speciali promozioni, dedicate esclusivamente ai propri aficionados di FB, che hanno (solo loro) diritto a sconti particolari.
Il tutto dentro un quadro di iniziative sociali e soprattutto di vero impegno a creare relazione col loro pubblico :-)

Per approfondimenti: 
- il post sul loro blog
- il boom dell'f-commerce
- infografica sul f'commerce

venerdì, dicembre 17, 2010

E... se il Digital Divide lo battessero gli Smartphone?

Per molti Italiani, Internet in mobilità non solo è una forma importante di accesso - ma può essere la prima forma di contatto di accesso alla Rete.
Prendendo in mano uno smartphone di cui siamo feroci consumatori (si vedano i dati della ricerca Ofcom di cui ho parlato recentemente) ci si ritrova in omaggio anche ‘sta roba strana che è Internet. 
Solo che molti non lo chiamano così, lo chiamano Facebook, e poi l’email, e poi il giornale e poi tutto il resto che pian piano si scopre partendo da un telefonino, per poi magari approdare alla connessione via PC.

Su questo scenario appare interessantissimo il lancio di smartphone a basso costo. Sto testando un Ideos, uno smartphone di fascia bassa commercializzato da Vodafone che, nel periodo natalizio si può avere per 99 Euro. 

Il prodotto sta uscendo rapidamente dai negozi, che stanno riordinando e riordinando (a parte quello che mi ha raccontato Vodafone nel corso di un incontro con giornalisti e blogger, ho voluto verificare personalmente andando in alcuni negozi… anche perché ho un piccolo ma complicatissimo casino con il mio contratto, che pare sorprendentemente difficile da risolvere, dato che ogni fonte, ogni contatto mi da’ una soluzione diversa).

Un cellulare con Internet dentro a 99 Euro è un gran bel regalo, per gli altri o per se’. Fa la sua bella figura (non è male, btw, a parte la tastiera virtuale un po’ piccina…qui leggete un'altra recensione più seria della mia). 

Va su Internet. Va su Facebook. Per quei pazzi geek fa anche Foursquare e Twitter e tutte le robe androidiche.
Ma questo è solo il primo della lista di terminali low cost che arriveranno, a quello che vedo.
Anzi, vuoi vedere che magari il Digital Divide Italiano (che ripeto, per me è più culturale che tecnologico) magari lo risolviamo prima dal mobile che dal fisso? ;-)

Dal punto di vista del comunicatore questo è un fenomeno che ha pesantissime implicazioni, coniugando target di immigrati digitali freschi freschi (quindi poco sofisticati) con le specificità della piattaforma mobile (quindi potenzialmente molto sofisticata, vedi geolocalizzazione).
C’è da farci dei bei pensieri…

martedì, novembre 30, 2010

Underweartising a raggi X

Dopo il caso della valigetta contenente un messaggio pubblicitario destinato agli addetti alla sicurezza aeroportuale, l'altro giorno è stato il caso della biancheria intima.

Non si è trattato in questo caso di vera e propria pubblicità, essendo una dichiarazione di principio nei confronti dei propri diritti - ma la tecnologia c'è e potrà essere usata per campagne molto mirate.

Il 24 Ottobre era infatti l'opt-out day, il giorno in cui la popolazione US era invitata a ribellarsi al "fullbody scanners" negli aeroporti, optando per la perquisizione manuale.
O, in alternativa, indossare biancheria con il 4° emendamento della costituzione americana stampato in inchiostro metallico.

L'albero di Natale commestibile di Ferrero (UK)

Bella operazione ambient / buzz di Ferrero negli UK: un albero di Natale completamente fatto da 12.000 cioccolatini. 

A disposizione del pubblico.
Un modo moderno di comunicare per una marca molto tradizionale.
Guardate il filmato.

venerdì, ottobre 29, 2010

Ci vediamo sul ring, in IAB (con Buongiorno)?


Vi segnalo...

Sarò il moderatore di questo workshop il 3 Novembre. E ci sarà anche Marco Massarotto.
Mi preoccupa il formato "Ring", detto fra noi...  dovrò scazzottarmi con Marco? O con gli ospiti? :-)


B!Digital a IAB Forum 2010: il mobile è meglio della TV ?

Milano, 27 Ottobre 2010 – Il Mobile è meglio della TV? Affrontando il tema legato alle campagne di marketing e agli investimenti pubblicitari, la televisione è ancora lo strumento ideale o al contrario, sta per essere sostituita da un pervasivo smartphone che ci segue in ogni momento della nostra giornata? Questa la domanda a cui cercherà di dare risposta B!Digital - agenzia indipendente leader in Europa che si occupa di sviluppo e implementazione di campagne di comunicazione su mobile – con il supporto di esperti di marketing digitale, brand ed editori, durante il workshop organizzato in occasione della prossima edizione di IAB Forum.

L'incontro ha l'obiettivo di analizzare i trend di evoluzione delle piattaforme mobili e delle abitudini nella fruizione dei contenuti, sottolineando l'importanza di strutture come B!Digital in grado di guidare le aziende nella scelta degli investimenti più adatti per raggiungere i propri obiettivi di comunicazione e di vendita.

Nel 2010, le applicazioni su smartphone e tablet hanno sfidato la televisione per il primato nell'attenzione degli spettatori. Secondo una ricerca di Flurry focalizzata sugli Stati Uniti, il pubblico quotidiano dei social game e dei social network ha raggiunto dimensioni simili a quelle degli show televisivi di maggior successo con quasi 20 milioni di utenti. Considerando che gli show hanno una frequenza settimanale mentre gli smartphone e i tablet sono sempre a disposizione degli utenti, Flurry stima che i nuovi “connected device” rappresentino un'opportunità per gli investimenti di marketing pari a 15 volte quella della televisione.

Per stimolare la discussione su questa evoluzione, B!Digital ha scelto per il proprio workshop il formato “ring”, mettendo a confronto operatori di settore e investitori, per richiamare l'attenzione sulle opportunità di investimento rappresentate dalle nuove piattaforme mobili. Dopo la presentazione iniziale di Filippo Arroni, Managing Director di B!Digital Italy, sull’evoluzione dei supporti tecnologici per la fruizione di campagne mobile, verranno organizzati due "round": il primo tra media e investitori coordinato da Roberto Venturini - uno dei pionieri del marketing digitale in Italia – e il secondo tra investitori con differenti strategie di pianificazione, moderato da Marco Massarotto, uno tra i massimi esperti italiani di comunicazione su Internet. Il workshop si terrà il 3 Novembre a partire dalle ore 16,30 presso IAB Forum – Sala Gialla.

giovedì, ottobre 28, 2010

Per AIRC due app contro il cancro

In occasione della Giornata per la ricerca sul cancro 2010 in programma il 5 novembre, AIRC (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro) ha realizzato un’applicazione che consente agli utenti di Facebook di far sentire la propria vicinanza all’ Associazione.

L’applicazione  “AIRC siamo NOI”   vuole permettere di partecipare su Facebook, dimostrando il proprio sostegno…
Purtroppo la meccanica è veramente complessa, cosa che sicuramente diminuisce di molto  la percentuale degli interessati che parteciperà.

Per capirci, occorre: lanciare l’applicazione, da lì stampare fisicamente l’immagine del microscopio simbolo di  AIRC, farsi una foto con in mano l’immagine del microscopio, caricare la propria foto etc. E nemmeno hanno pensato che magari uno, se aveva il file della foto, si faceva una photoshoppata veloce...

Comunque, dato il valore dell’iniziativa, offro tutto il mio appoggio e contribuisco volntieri alla visibilità.

Da segnalare anche, sempre nella loro pagina Facebook, l’applicazione/ test  “Scacco al cancro”, realizzata per aiutare gli utenti  a riconoscere i falsi miti sulla prevenzione del cancro. 

Il Poster con Facebook (places)


Facebook, in pubblicità, diventerà quello che oggi è diventato l'URL del sito dell'inserzionista?


Ci dovremo abituare a vedere l'invito a diventare amici posto in grande prominenza?

Da notare che qui si tratta però di un'operazione geolocalizzata, basata su Facebook Places, che accompagna il lancio del nuovo disco di Cheryl Cole.

E c'è un concorso. Loggandosi con Places si può vincere un viaggio a vedere la cantante a X Factor.

Pensiero aggiuntivo: con Places (ma anche con Foursquare o con i QR Code) si possono ottenere delle indicazioni di audience del poster... rendendo più misurabile un media che notoriamente non lo è poi molto...

Approfondimento su TechCrunch