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giovedì, dicembre 10, 2015

Genio assoluto. Era delicatissima: toccare gli dei per far mettere a dieta gli indiani.


Caso molto delicato, su cui tendenzialmente mi limito a raccontare la storia più che a dare un mio commento (al di là del sempre valido scherza coi fanti ma lascia stare i santi....)

Molto delicato perché da un lato c'è una causa con risvolti sociali (l'obesità degli indiani, con i problemi di salute conseguenti).

Dall'altro c'è un'azienda che vuole fare il suo business (quindi non è un'operazione charity).

E dal terzo c'è la religione e in particolare il coinvolgimento e un po' lo stravolgimento di una delle più note e amate divinità indiane: Ganesh.
Quindi capiamo se la cosa ha funzionato e come; e se gli indiani hanno trovato la cosa blasfema.

Ma veniamo al background: anche in India l'obesità è in crescita (e qui ci starebbe bene il discorso del problema della gente che muore di fame nelle stesse terre dove la gente mangia troppo...).

Gli dei indiani, come spesso capita in oriente, sono rappresentati grassi e opulenti, per motivi storici, come simbolo di prosperità e felicità - che nei tempi antichi largamente coincideva con la libertà dalla fame (e, come detto, ancora adesso...)

Bene, mischiando marketing e religione, l'azienda (Nutralite) è intervenuta nella festività che celebra Ganesh.

Che tra l'altro è una divinità (estremamente popolare e venerata anche da altre religioni) che facilita gli inizi, rimuove gli ostacoli...

...e quindi si presta perfettamente per sponsorizzare un percorso di perdita di peso, un viaggio verso la forma fisica e la salute.

Sensibilizzando i fedeli. Presentando un Ganesha rivisto e rimodellato - invece del panzone, la tartaruga.

Hanno trovato un sacerdote palestrato.
Hanno trasformato la processione in un momento di fitness, introducendo lo zumba.

Hanno introdotto il tema di "donare le proprie calorie". Attraverso una installazione e una proiezione, i fedeli - impegnati in tapis roulant e cyclette - bruciavano le proprie calorie. E a ogni caloria bruciata corrispondeva un'immagine olografica di Ganesh sempre più magra e in forma.

Insomma. guardatevi i video e strabiliate.




La cosa ha ottenuto una eccellente e abbondante copertura stampa. 
Rivelandosi come una delle azioni di Relazioni Pubbliche più interessanti che ho visto ultimamente. Centrandosi sull'uso di una "celeb" senza prezzo...

Questo progetto, fatto da noi, sarebbe stato molto controversial, per il nostro clima, per la nostra cultura.

Ma in India la cosa sembra l'abbiano presa bene, visto che Ganesh è comunque una divinità allegra...anche perché (e qui non vi voglio tediare) ci sono interessanti correlazioni tra le figure degli dei indiani e un loro ruolo da supereroi... e si vedono da tempo reinterpretazioni delle popolarissime illustrazioni che in India sono un po' ovunque, che li portano più vicini a Word of Warcraft che al mondo tradizionale dei colori pastello e delle rotondità popolari.

E  potrei citare il caso di questo corto di Pixar, già che ci siamo...



Approfondimenti:
http://www.newindianexpress.com/entertainment/english/American-Film-to-Present-Hindu-Gods-as-Superheroes/2015/10/14/article3079846.ece

http://www.thehindubusinessline.com/catalyst/ganesha-has-sixpack-abs/article6379606.ece

ci può stare anche questo mio vecchio post:
http://robertoventurini.blogspot.com/2007/09/il-pupazzo-biblico-di-wal-mart-ho.html

venerdì, maggio 22, 2015

[NSFW] Il messaggio è nascosto nel film maialo :-) ma è a fin di bene: datevi una controllatina.


Post leggerino del venerdì.

Sembra abbastanza evidente che il film a luci rosse sia una categoria dello spirito che nella nostra società è abbastanza in fase di sdoganamento, di accettazione.

Di conseguenza, dato che la comunicazione è lestissima a seguire i trend culturali, assistiamo sempre più frequentemente a campagne che sfruttano il mondo del videomajale; naturalmente, dato che un limite bisogna pur tirarlo da qualche parte, sono campagne che generalmente lavorano al servizio di cause nobili, pro bone.

Oh, curioso errore di stampa; volevo dire pro bono - ma già che ci siamo, ci sta molto bene anche il tema dei tumori maschili genitali.

Sì, lo so, state tutti compiendo gesti apotropaici (link) il che è esattamente quello che dovremmo fare tutti regolarmente, per verificare se tutto è a posto - anche perché con la diagnosi precoce, in genere la cosa è curabile.

L'insight strategico e l'ideona creativa è che esiste (oltre all'autodiagnosi) un altro ambito legato alla auto palpazione ovvero ... beh, insomma, passiamo alla case history.

Hanno inserito in un film a luci rosse (ispirato a Games of Thrones, btw) una sequenza dove la nostra star maiala... senza preavviso... passa il messaggio :-) un vero e proprio ambush marketing, che becca in castagna e sorprende il target.

Un buon pretesto di notizibilità, di buzz, di far parlare dell'operazione e quindi del problema / soluzione. Chiamiamolo, se volete, Ambushpornvertising. Potrebbe avere un futuro.

E anche un passato - ricordo ad esempio questo caso di cui ho parlato un po' di tempo fa:
http://robertoventurini.blogspot.it/2012/09/il-porno-solidale-made-in-italy-come4org.html

ma anche l'iniziativa della nota star Mercedes Carrera:
http://www.gqitalia.it/ragazze/eros/2015/02/10/mercedes-carrera-the-charity-porn-faccio-porno-fin-bene/?utm_source=facebook&utm_medium=marketing&utm_campaign=gqitalia

Basta, guardate il video (non temete, è censurato) e riflettete: anche se non siamo in Australia, un tagliandino non è una cattiva idea farselo:


Approfondimento:



You may have seen adult film actresses remind men to check for testicular cancer before, but not in this fashion. During the season premiere of "Game Of Thrones", the aptly-named Australian charity The Blue Ball Foundation, and leading LA adult film studio Digital Playground created an adult film called "Game of Balls". Adult actress Eva Lovia donned a thematic dress (for a brief moment) and then the porn began. Released without any PR, the film was found on all sorts of porn websites where Australian males hang out. Little did they now that when they went to watch the movie, it was a “pornterruptive” public health message. Eva teaches you how to check for testicular cancer mid-movie. Since the viewers may already have their pants down at the time. Eva then points to an on-screen URL, playwithyourself.org – where men can find out more, get help, and spread the word. Then the film continues as normal.
A huge success and talked about worldwide, not just in Australia.
http://adland.tv/commercials/blue-ball-foundation-play-yourself-2015-case-study-australia

sabato, aprile 25, 2015

Il meglio della settimana sui miei blog

Buon Compleanno a Hubble, l'oggetto umano che più di ogni altro ha ampliato la nostra comprensione dello spazio in questo secolo


Buon Sabato, buon 25 Aprile.
Un pensiero a tutte le cose, come la libertà, che diamo per scontate.

Segnalo in apertura questa intelligente recensione di Relazioni Pubbliche Digitali:

Relazioni Pubbliche Digitali, il libro di Roberto Venturini che spiega presente e futuro delle PR Online [RECENSIONE]

"Digital PR" è il nuovo libro scritto dal Digital Planner e influencer Roberto Venturini che racconta consigli e casi studio di RP Online efficaci
La leggete qui: http://www.ninjamarketing.it/2015/04/22/digital-pr-egea-2015-recensione/

Veniamo al riepilogo settimanale dei post sui miei due blog*
Questa settimana abbiamo parlato di:

Il concorso che si vince con la forza. Delle onde cerebrali

Applicazione di una tecnologia che è in giro già da un po' - che permette di usare la forza del pensiero... come un mouse. Operazione di buzz, attività promozionale.

Due parole sull'operazione per i 100 anni di Countour Bottle, tema che segnerà probabilmente tutta la comunicazione di Coke quest'anno. Il tema è #Bacialafelicità. Soprattutto si parla del kit mandato agli influencer, con l'aiuto dei miei gatti.
PR Stunt, operazione di marketing (o,meglio, di comunicazione) non convenzionale. Un auto costruita come un jet high-tech, per attirare l'attenzione e fare reclutamento di tecnici.

PR Stunt. Gillette grande nella sponsorizzazione. Di Avengers. E agli Influencers...

Interessante di caso di PR. Come sfruttare in modo intelligente e non banale una sponsorizzazione cinematografica. E ottimo esempio di kit influencer che si fa ricordare (anzi, che si fa collezionare).

PR Digitali: gli Influencer ci mettono la faccia. Non possiamo chiedere…

Approfondimento del libro. Attenzione a pianificare il coinvolgimento dei blogger al nostro servizio: ci sono cose che possono fare e cose che non possono (o non vogliono) fare. Proprio perché, se sono influencer credibili, a parlare di noi ci mettono la faccia.

* Per chi non conoscesse i miei blog e arrivasse, chessò, tramite Google, si tratta di:

Il mio blog storico. Si parla tantissimo di casi di comunicaizone digitale e unconventional, di strategie. Integra, con articoli, citazioni, ricerche, ppt raccolte in rete il mio primo libro: Strategie Digitali (1)

http://www.relazionipubblichedigitali.it/
Il mio blog deditato al mondo delle Digital PR o Internet PR o Digital PR... casi di successo o interessanti, approfondimenti ad integrazione del mio secondo libro: Relazioni Pubbliche Digitali (2)



(1) STRATEGIA DIGITALE Il manuale per comunicare in modo efficace su internet e i Social Media (Web & marketing 2.0) Giuliana Laurita Roberto Venturini 
Per chi non è esperto questo libro è un manuale che spiega, attraverso una metodologia facile da comprendere e da seguire, come progettare e realizzare un’efficace attività di comunicazione digitale pianificandola strategicamente. Il tutto arricchito di tanti casi pratici a cui ispirarsi. 

Per chi già conosce il campo è una guida che fornisce spunti su come applicare una logica di pensiero strategico per rendere più efficiente e produttivo il processo di sviluppo di un progetto digitale. Per tutti, un manuale pratico, ricco di spunti e case history, per capire meglio la Rete e sviluppare progetti migliori.

Potete vederlo qui (e leggerne un estratto):

(2) RELAZIONI PUBBLICHE DIGITALI
Pensare e creare progetti con blogger, influencer e community di Roberto Venturini (Autore)

Generare notizie, contenuti e conversazioni per costruire un'opinione positiva della nostra marca, prodotto o servizio, attraverso il coinvolgimento di influencer e blogger: in questo consistono le PR digitali, nuove attività di comunicazione che danno visibilità, rendono più "notiziabile" un evento, aiutano a ottenere un'esposizione mediatica, a entrare nei discorsi delle persone, a porsi in sintonia con loro. 

Anche nelle PR digitali un'operazione di successo deve combinare strategia e creatività. E in questo sta la difficoltà maggiore: se è relativamente facile "essere creativi", molto più complesso è farlo seguendo un solido pensiero strategico e in modo funzionale ai risultati del business. Solo avendo chiare le logiche e i meccanismi, le opportunità e i rischi delle PR digitali, sarà possibile sviluppare azioni strategicamente creative ed efficaci. 

Con l'obiettivo di offrire strumenti per pensare e creare progetti solidi - e non un semplice manuale "operativo" inevitabilmente destinato a rapido invecchiamento -, il libro dedica ampio spazio al trasferimento delle riflessioni strategiche maturate dall'autore in anni di professione e alla trasmissione di ciò che ha imparato lavorando in prima persona. 

Dalla definizione di che cosa sono (e non sono) le PR digitali all'analisi di che cosa è lecito aspettarsi da questa attività; dall'importanza della reputazione agli strumenti per gestirla e monitorarla; dall'individuazione degli influencer alle modalità per lavorare insieme...

Potete vederlo qui  :

mercoledì, marzo 25, 2015

Qualche numero interessante sui Social Media in Italia


Se già non lo conoscete, vi segnalo il report sull'Italia di Social Bakers.

Dà dei dati utili per fare un po' di benchmarking... anche se tendenzialmente tarati verso le grandi marche, i best case :-)

Per esempio, secondo i loro dati, un brand nei top 20 su Facebook ha circa 2.2 milioni di fan e su Twitter è seguito da oltre 150.000 persone...

I dati li trovate qui:


venerdì, marzo 20, 2015

Anche i gattini sbarcano su Tinder

A furia di organizzare promozioni pro bono su Tinder, c'è da domandarsi se ci si riesca ancora ad accoppiare, sulla famosa piattaforma di incontri.

E così su Tinder, dopo i cani, era inevitabile sbarcassero anche i gattini. Da adottare.

Con una strizzata d'occhio, una verve creativa non disprezzabile, occorre confessarlo.

Mettiamola così, ritrovarsi a chattare con un gatto è un'experience del tutto particolare :-)

Insomma, ecco la video case history, enjoy:




Se siete interessati a un altro paio di esempi di aziende che hanno inserito un uso creativo di Tinder nella loro strategia, potete anche leggere:







lunedì, marzo 02, 2015

USB alle fermate del bus. Una pubblicità esterna sempre più connessa.


Il "digitale" pervade sempre di più la nostra vita e la comunicazione.

Un capitolo di questa storia andrebbe dedicato, ad esempio, ai tentativi di evoluzione di una delle più classiche (probabilmente la più antica) forma di pubblicità: l'affissione.

Abbiamo già parlato degli impianti di affissione con NFC/QR Code (che tra qualche giorno magari tornerò a testare, per vedere se sono stati arricchiti di contenuti).

In Francia, in una logica evolutiva analoga, si stanno facendo cambiare le fermate degli autobus, in una logica di Pensilinavertising 2.0

Il primo step è quello di fornire le fermate degli autobus di prese USB.

Una logica di servizio (ricarico lo smartphone), una logica di "engagement" perchè porto le persone a interagire con la pensilina - aprendo la porta a forme di connessione digitale.

Al di là dell'ovvia preoccupazione di infettarsi il telefonone collegandosi a prese pubbliche, scatta anche la curiosità... ma anche l'opportunità di farsi indirizzare (magari anche attraverso connessioni wifi / bluetooth...) a contenuti contestuali, che ci aiutino a passare il tempo mentre reggiamo in mano lo smartphone aspettando che si carichi un po'.  

Al di là della specifica azione, qui il tema è di allargare il pensiero agli oggetti; senza voler parlare di "Internet delle cose", ci sono molte "cose" che possono entrare in maniera innovativa nel panorama comunicazionale con cui potremmo interagire quotidianamente. 

Ovviamente i grandi network che gestiscono i circuiti di affissione, le pensiline, gli arredi urbani sponsorizzati, le stazioni di noleggio di bici si trovano in una naturale pole position per esplorare queste aree.

Poi, tornando allo specifico, è evidente l'opportunità di fare customer service (e quindi branding) attraverso l'uso delle pensiline, in forma pesantemente sponsorizzata per offrire informazioni sugli orari, sui tragitti dei mezzi... ma anche offrire una connessione WiFi gratuita, magari promozioni geolocalizzate, magari giochi sociali...

Approfondimento:




mercoledì, febbraio 11, 2015

Ottima idea. Air France: vinci l'upgrade all'aeroporto, mentre aspetti... (gioco, mobile, video)


Torniamo a parlare di linee aeree.

Di branding e di fidelizzazione della clientela - di competere su fronti che non siano (solo) quello del prezzo. Mettendosi in relazione con le persone.

Con atti di generosità ma anche facendo entertainment, costruendo delle experience relazionate con la marca.

Insomma, volendo un po' di bene ai propri clienti (invece di considerarli sempre e solo mucche da spremere) e facendoli giocare un po'.

Il caso:


Air France, in Asia, ha lanciato un app mobile destinata alle persone che stanno lì a ciondolare al gate in attesa dell'imbarco. Un gioco. #UgradeChallenge
E il premio è estremamente rilevante in quel contesto: un upgrade alla classe superiore. Viaggiare meglio, vivere (un pochino) alla grande.

Creando engagement collettivo - perché i passeggeri lottano fra loro al gate :-) (ok, in senso figurato, ofc)

Giochino un po' scemo, ma interessante l'idea di mettere al gate i display che mostrano in tempo reale chi ce la sta facendo ad avere l'upgrade...

Lavorando su un pubblico che ti ha scelto - e che viene per questo premiato, o quantomeno cosniderato.

Lavorando su un pubblico più giovane (e quindi "digital skilled", che rappresenta la fonte di revenue per il futuro).

Promuovendo in questo modo la nuova business class per la lunga distanza (stralike) che è quella su cui fai i margini.

Ecco il video, così capite meglio di cosa si tratta.
Il giochino (Cloud Slicer) lo potete anche scaricare per il vostro mobile (Android, iOS...)


martedì, febbraio 10, 2015

Un Google Cube per il video musicale dei Presets: Interessante esperimento.


Non so se conoscete Google Cube, un prodotto del laboratorio sperimentale del gigante informatico.

Vale la pena di darci un'occhiata, un'idea interessante, anche se sperimentale più che "operativa". Ma che si presta a pensieri interessanti per la comunicazione. 
O come spunto per un po' di PR digitali :-)

Non ho visto molti esempi interessanti, questo però mi è piaciuto.

Per il lancio del loro nuovo disco (estate 2014) la band The Presets hanno realizzato questo modo innovativo di presentare i propri video.

Occhio che mi sa che lo vedete solo se usate Chrome. Giocateci...
Potete anche provarlo qui: http://nofun.thepresets.com/

Comunque sotto vi metto il video del making of, quindi capite lo stesso di che si tratta...

    

Video "making of", che spiega le logiche:


Approfondimenti:

https://www.facebook.com/thepresets



mercoledì, febbraio 04, 2015

Gli 8 Trends del Content Marketing 2015

Interessante infografica, che vi segnalo ma che non posso resistere dal commentare.

1. Il content Marketing sarà più "targeted" e personale.

Insomma, l'approccio di sviluppare dei contenuti generici, che vadano bene un po' per tutti sembra mostrare la corda. 

E il problema sarà da un lato moltiplicare la quantità di contenuti per i nostri diversi target (o selezionare e ridurre i target cui ci rivolgiamo) e dall'altro lato trovare modo di farglielo arrivare, il content.

Insomma, meglio pensare di investire dei soldi decenti, invece di  pensare ad abborracciare una qualche cosa low cost.
La cosa più interessante dell'infografica è l'affermazione che ci sarà qualcuno responsabile del content marketing, in azienda. Con un budget e obiettivi.
Su, dai, non ridete, un giorno arriverà anche da noi. Forse.

2. Il content Marketing sarà più "a pagamento".  Lo iniziamo a vedere chiaramente anche qui da noi. Iniziamo a prepararci a pagare per il contenuto (sì, questo potrà implicare pagare i blogger - se si riesce a trovare un modello sostenibile e professionale, affidabile, per tutti).

3. Content e Marketing Automation si intersecheranno. Qui il tema è delicato, e per certi versi si interseca bene col punto uno. Certo è che per delegare a macchine stupide il compito di decidere qual'è il contenuto giusto da servirmi, dovremo scrivere algoritmi maledettamente intelligenti, temo. E costosi.

4. Un maggiore uso di autori professionali. La vendetta dei copywriter e degli autori su blogger e citizien-la-qualunque :-) ? 

Certo è che (e lo vedo tutti i giorni) l'approccio "chiamo due ragazzini e gli faccio scrivere qualcosa a poco" non porta risultati degni di nota. Soldi buttati e ce ne se ne sta rendendo conto.

5. Distribuzione dei contenuti: ah, beh, se non ti impegni per farlo arrivare nel momento giusto alle persone giuste, puoi avere il contenuto migliore del mondo ma...

6. Il matrimonio tra Content Marketing e Social Media. Ma dai??? (dimmi qualcosa che non so, ti prego)

7. Content Marketing e Mobile. Idem come sopra.

8. Visual storytelling. Vabbè, è tanto tempo che ce lo diciamo. Il potere delle immmagini e dei video. Però dipende dai target.

Vabbè, guardiamoci l'infografica:


giovedì, gennaio 29, 2015

Fantastico da Call of Duty. Il Killcameraman. Indubbiamente virale.


Brillante operazione di comunicazione per Call of Duty.

La strategia è quella della costruzione del mito, di fare buzz e viralità, del "famolo strano" e surreale, del divertente.

Ma andiamo con ordine.

Se giocate a Call of Duty (uno dei più noti videogame sparaammazzalitutti) conoscerete sicuramente l'esistenza della Killcam, una modalità di visualizzazione "soggettiva" che vi permette di godere in prima fila l'ammazzamento del nemico:
http://callofduty.wikia.com/wiki/KillCam

Lo sprovveduto giocatore ha sempre pensato, banalizzando, che si trattasse di una qualche diavoleria informatica che permetteva una forma di animazione delle sequenze.
E invece no.


No perché le azioni vengono in realtà riprese da Randall Higgins - un operatore specializzato, un esperto giornalista di guerra.

Un coraggioso operatore che riprende in prima persona e a rischio della propria vita tutte le azioni che si svolgono nel videogame.

Il Killcameraman.

E per rettificare e dare la giusta luce a questo oscuro eroe, ecco in Rete il video che ce lo presenta e dove lui si racconta.
E dove capiamo che forse ha il lavoro migliore del mondo.

Se amate i videogiochi, direi imperdibile.
Onore al merito :-)

Ecco il video, che si sta avvicinando alle 1,4 milioni di views::





Da oggi in vendita: Relazioni Pubbliche Digitali


E finalmente è arrivato il giorno.

Relazioni Pubbliche Digitali, il mio secondo libro è ufficialmente in vendita.

E', ovviamente, un libro sulle PR in rete - anzi, cerca anche di definire un po' meglio cosa sono le PR online.

Cerca di delineare di che cosa sono composte, e come si fanno.

Che cosa sono (e non sono) le PR digitali e cosa è lecito aspettarsi (e cosa non dobbiamo attenderci).

Il mio sforzo è stato (ovviamente, essendo un digital planner) di fare non solo un manuale, ma anche un libro di strategia. 

Un libro per insegnare e soprattutto stimolare; a pensare in modo strategico, a capire, a fare, a relazionarsi con gli specialisti del settore (e lavorare con loro), per crescere professionalmente.

Quindi parlo di generare contenuti e conversazioni per costruire un’opinione positiva della nostra marca, prodotto o servizio, coinvolgendo influencer e blogger. Di come dare visibilità, rendere notiziabile un evento, un prodotto, una marca.
Ragiono su come ottenere un’esposizione mediatica, entrare nei discorsi delle persone, a sintonizzarsi con loro. 


Dedico molto spazio all’importanza della reputazione e come gestirla; all’individuazione di influencer e blogger e le modalità per lavorare con loro (li pago? Non li pago?); parlo di KPI di prevenzione e gestione delle crisi online.
Sempre con casi ed esempi.

Il tutto pensando molto business e zero fuffa: anche nelle PR digitali un’operazione di successo deve combinare strategia e creatività. E qui è la difficoltà maggiore: se è relativamente facile «essere creativi», è maledettamente più complesso farlo in modo funzionale ai risultati del business. 

Il libro per ora è disponibile in formato cartaceo, l'ebook è in arrivo a breve :-) (su Egea dovrebbe già essere acquistabile, arriva presto anche negli altri shop)


Un po' di link:

La scheda del libro e l'ecommerce della casa editrice (Egea)

Lo potete comprare su Hoepli

Lo potete comprare su Amazon

Lo trovate anche su IBS

Qui il link a Mondadori

giovedì, dicembre 11, 2014

(Nuovo) #Libroleaks 1: il mio prossimo libro in arrivo


A qualcuno ne avevo già accennato, ma ora posso renderlo semi ufficiale ;-)

Tra metà gennaio e metà febbraio troverete in edicola (e online) il mio nuovo libro.

Sarà un libro abbastanza operativo, che cercherà di mettere ordine. 

Che magari troverà un po' di persone in disaccordo - il che è un bene, perché se si riesce a discutere (senza fare polemiche sterili) ne avrà beneficio tutto il nostro settore ;-) e insieme potremo costruire cose.

Per il resto, titolo e argomento sono ancora da tenere riservati, fino al lancio.

Ma vi terrò informati....

venerdì, novembre 09, 2012

Una Risata Amara sull'Employee Branding. Ma in Italia vince Hera.

Riprendo ed attualizzo un mio articolo di qualche tempo fa sull'employee branding, che mi sembra ancora interessante - facendone una versione  più adatta per il blog.
Enjoy.


I mondi delle tecnologie e della comunicazione viaggiano veloci, velocissimi, e propongono un possibile futuro (a volte, sbagliando clamorosamente).

La società si muove più lentamente, a velocità diverse, dividendosi in innovatori, in immobilisti e tutto quello che c’è nel mezzo.

Le aziende e la loro cultura tendenzialmente viaggiano ancora più lentamente, restando indietro rispetto a tante cose, rischiando di trovarsi in sintonia solo con la fascia più conservatrice del pubblico.

Essere innovatori vuol dire guardare avanti ma anche andare avanti. E andare avanti significa cambiare. E cambiare porta un rischio di forte lacerazione, di destabilizzazione dell’impresa e dei suoi meccanismi aziendali e di carriera; meccanismi che spesso premiano in maniera prioritaria il non sbagliare, quindi la riduzione totale del rischio. Anche a costo del risultato.

La nostra migliore pubblicità sono i dipendenti soddisfatti

La risata amara me la sono fatta ieri, leggendo in rete una cosa che mi ha riportato alla mente l’utopia dell’employee branding.

Per chi non fosse addentro al concetto, un breve background: la prima o comunque una importante fonte di comunicazione dell’azienda verso l’esterno è costituita dalle sue persone, i dipendenti. Un contatto umano è più forte di qualsiasi pubblicità; l’impatto che mi può fare un commerciale, un addetto al call center, un tecnico è determinante per formarmi o de-formarmi l’idea, il brand dell’azienda.

Un gruppo di persone entusiaste, che credono nell’azienda, che ne condividono la filosofia, che si trasformano volentieri e spontaneamente in evangelisti può portare un sacco di business, per ridurre al succo il discorso.

Dare l’idea al mercato di un’azienda felice, aiutare ad attirare talenti; creare un’appeal verso la marca di quelli che portano giornalisti e blogger a fare la coda per intervistarti, capire il successo, farti un sacco di pubblicità gratuita.

Un' Utopia?
Di tutti gli strumenti di marketing e comunicazione che conosco, quella dell’employee branding mi sembra la più fantascientifica, specialmente da noi (ma non solo).
Io ormai conosco non più di quattro o cinque aziende di cui posso dire che le persone ci vivono contente. In due o tre aziende ho fatto dei progetti che hanno rapidamente esplorato come possibile strategia quella di lavorare sui dipendenti.

In una o due aziende che conosco non hanno bisogno di consulenza, su questo - perché istintivamente o ideologicamente hanno già fatto le cose giuste, e i dipendenti sono fieri della propria appartenenza.

L’altro 99% delle aziende è fatto da persone insoddisfatte o decisamente arrabbiate, che alla prima occasione ti svelano gli altarini, minano la comunicazione raccontandoti come
l’approccio al cliente o la vision/mission siano solo escamotage di marketing all’interno di aziende totalmente ciniche, pronte a essere come tu mi vuoi, a condizione che la gente se la beva e compri. Basta che funzioni.

Il distacco tra realtà e comunicazione si sta dunque approfondendo, violando uno dei principi storici del settore; per funzionare occorre dire cose vere, come dice il motto di un’agenzia per cui ho lavorato: «verità ben dette». 


Il mercato già da tempo percepisce il marketing e la comunicazione come una fabbrica di menzogne. Oggi, con i social media, le reti e tutto il resto, le menzogne hanno le gambe corte. 

E non si fermano agli addetti ai lavori. Le persone dunque non sono più una risorsa, non più di quanto lo sia una fotocopiatrice che si può sostituire e che comunque deve lavorare alla pressione di un pulsante? Siamo liquidi, siamo disposable?

In realtà, in Italia c'è qualcuno che lo fa bene...
Cito testualmente: 

"L’Italia ha ancora molta strada da fare nell’employer branding online: lo sostiene la seconda edizione della ricerca Employer Branding Online Awards Italy 100, condotta da Lundquist, che vede ai primi tre posti nel nostro Paese il gruppo Hera,Telecom Italia ed Eni per capacità di comunicare su Internet il proprio valore come datori di lavoro ai dipendenti attuali e soprattutto potenziali." 

Leggete il resto qui: http://www.corrierecomunicazioni.it/media/18016_employer-branding-online-hera-telecom-e-eni-le-top-italiane.htm


Opportunità o minaccia?

L’azienda oggi oltre a tutte le difficoltà che deve già superare si trova spesso dunque ad affrontare il tema dell’employee branding non come una opportunità, ma come una difficoltà,  una PR Crisis, un fattore di pubblicità negativa che l’azienda autogenera su base continuativa. 
Per me è un sollievo incontrare qualcuno che mi racconta di cose belle della propria azienda. Di visioni, di una comprensione, di un investire sulle persone piuttosto che sui mobili o le tecnologie. E sono quelle le aziende da cui preferisco rifornirmi. 

Sia per la visione etica centrata sull’essere umano, sia per la maggiore intelligenza dimostrata, sia perché – scusate la brutalità – galline felici fanno uova migliori e quindi sarò probabilmente un cliente più soddisfatto (evviva il cinismo).
Da dove cominciare
In un mondo sempre più social e ciarliero, avere persone che credono nell’azienda significa anche avere un volume di comunicazione spontaneo sui social media che difficilmente potremmo ottenere, anche pagando un sacco di soldi. 

Ma tant’è, la cultura aziendale è quella che è, le pressioni degli azionisti sono quelle che sono, il modo di considerare (nella pratica, non nelle dichiarazioni) le persone lo conosciamo. 

Prima dunque di investire in operazioni di engagement sui social media per generare buzz positivo, permettetemi una piccola raccomandazione: cerchiamo di evitare la generazione di un buzz negativo. Per quello non c’è censura che tenga.
P.S. –  segnalo due link da cui imparare questa buffa cosa che sarebbe  l’employee branding fatto bene: Employees Branding Guidelines e Happy People makes Happy Businesses.