Visualizzazione post con etichetta history. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta history. Mostra tutti i post

venerdì, maggio 22, 2015

[NSFW] Il messaggio è nascosto nel film maialo :-) ma è a fin di bene: datevi una controllatina.


Post leggerino del venerdì.

Sembra abbastanza evidente che il film a luci rosse sia una categoria dello spirito che nella nostra società è abbastanza in fase di sdoganamento, di accettazione.

Di conseguenza, dato che la comunicazione è lestissima a seguire i trend culturali, assistiamo sempre più frequentemente a campagne che sfruttano il mondo del videomajale; naturalmente, dato che un limite bisogna pur tirarlo da qualche parte, sono campagne che generalmente lavorano al servizio di cause nobili, pro bone.

Oh, curioso errore di stampa; volevo dire pro bono - ma già che ci siamo, ci sta molto bene anche il tema dei tumori maschili genitali.

Sì, lo so, state tutti compiendo gesti apotropaici (link) il che è esattamente quello che dovremmo fare tutti regolarmente, per verificare se tutto è a posto - anche perché con la diagnosi precoce, in genere la cosa è curabile.

L'insight strategico e l'ideona creativa è che esiste (oltre all'autodiagnosi) un altro ambito legato alla auto palpazione ovvero ... beh, insomma, passiamo alla case history.

Hanno inserito in un film a luci rosse (ispirato a Games of Thrones, btw) una sequenza dove la nostra star maiala... senza preavviso... passa il messaggio :-) un vero e proprio ambush marketing, che becca in castagna e sorprende il target.

Un buon pretesto di notizibilità, di buzz, di far parlare dell'operazione e quindi del problema / soluzione. Chiamiamolo, se volete, Ambushpornvertising. Potrebbe avere un futuro.

E anche un passato - ricordo ad esempio questo caso di cui ho parlato un po' di tempo fa:
http://robertoventurini.blogspot.it/2012/09/il-porno-solidale-made-in-italy-come4org.html

ma anche l'iniziativa della nota star Mercedes Carrera:
http://www.gqitalia.it/ragazze/eros/2015/02/10/mercedes-carrera-the-charity-porn-faccio-porno-fin-bene/?utm_source=facebook&utm_medium=marketing&utm_campaign=gqitalia

Basta, guardate il video (non temete, è censurato) e riflettete: anche se non siamo in Australia, un tagliandino non è una cattiva idea farselo:


Approfondimento:



You may have seen adult film actresses remind men to check for testicular cancer before, but not in this fashion. During the season premiere of "Game Of Thrones", the aptly-named Australian charity The Blue Ball Foundation, and leading LA adult film studio Digital Playground created an adult film called "Game of Balls". Adult actress Eva Lovia donned a thematic dress (for a brief moment) and then the porn began. Released without any PR, the film was found on all sorts of porn websites where Australian males hang out. Little did they now that when they went to watch the movie, it was a “pornterruptive” public health message. Eva teaches you how to check for testicular cancer mid-movie. Since the viewers may already have their pants down at the time. Eva then points to an on-screen URL, playwithyourself.org – where men can find out more, get help, and spread the word. Then the film continues as normal.
A huge success and talked about worldwide, not just in Australia.
http://adland.tv/commercials/blue-ball-foundation-play-yourself-2015-case-study-australia

giovedì, maggio 14, 2015

Game of Thrones e Twitter in Francia: una Case History


Il mio post di ieri mi ha fatto voglia di esplorare qualche altro uso markettaro di Games of Thrones.

Per esempio...

Questo è un buon esempio di mobilitazione di una community informale per un'operazione di PR Digitali.

Community informale perché si tratta di persone accomunate da una passione (in questo caso Trono di Spade) che non necessariamente aderiscono a un gruppo, una pagina Facebook, un forum... ma che sono comunque attivi e interessati. Insomma dei fan.

Operazione basata sull'utilizzare degli influencer - informali anche loro.

Non sono necessariamente blogger, giornalisti... non hanno un'etichetta che permetta alle madri per strada dire ai pargoli "guarda piccino, quello è un influencer..." ma sono in grado di portare la loro influenza, la loro credibilità a tutti gli altri, a coloro che sono meno "caldi" nella passione.

Come detto nel manuale delle Relazioni Pubbliche Digitali (scusate l'autopromozione) se anche una singola persona che porto a bordo e coinvolgo in un'operazione di WOM, di Passaparola, di generazione di casino... riesce a coinvolgere poche persone - se ne coinvolgo molte l'effetto cumulato è significativo.

Ma veniamo al caso in questione.

Per assicurare un avvio con  il botto alla quinta stagione di GoT, l'emittente francese Canalsat (quella che diffonde la serie nell'esagono) ha semplicemente organizzato una guerra. Su Twitter.

Un gioco (ovviamente gratuito), una maniera di essere partecipi e non solo delle couch potatoes fanatiche del serial*

Quattro giorni di battaglia online. Perchè quest'anno i massacri partivano prima.

La meccanica: identificare e arruolare 16 Influencer veri; appassionati carismatici e riconosciuti della serie. A loro il ruolo di capiclan, di capi fazione tribù, famiglia.
A loro il compito di reclutare truppe per la causa, creando e mobilitando commnuities (a questo punto sì, formalizzate).

Combattendo una battaglia, un war game, che aveva nel minisito il suo tabellone di gioco, e nei tweet, negli hashtag, le sue armi.

In palio 50 posti per la premiere esclusiva del primo episodio della serie, oltre che la soddisfazione di aver combattuto per una giusta causa (o di fare a pezzi gli odiati Lannister).

Al di là di invitarvi a guardare la video case history qui sotto, basti sapere che la generazione di influenza si è scatenata (al di là del buzz, della copertura mediatica per questa operazione etc...) in oltre 60.000 (!) tweet in 4 giorni, nell'entrata in TT, in una significativa crescita del follow del canale Twitter dell'emittente, nella generazione di 140 milioni di impression...

Il gioco ha saturato il Twitter francese di messaggi attinenti alla marca. Ha incuriosito, reclutato, infastidito forse, ma fatto un gran buzz e una grande pressione di comunicazione.




Date un'occhiata su Twitter all'hashtag #GoTwar e poi ne parliamo (detto questo, facile realizzare questi numeri, se alla base c'è un prodottone, un lovemark come Trono di Spade....)




Approfondimenti:
*Btw, se siete appassionati alla fantasy o semplicemente alla televisione (come analisti di fenomeni etc) vi segnalo The Quest (in Italia trasmessa da Sky)

interessante perchè è un classico reality show a eliminazione... ma calato competamente in un'atomosfera, in un mondo fantasy/medioevale,. Interessante concept :-)

giovedì, ottobre 30, 2014

[Must Read]. Evian. Baby Spiderman ti salva su Twitter. Interazione in Real Time.



Nella mia personale gallery delle idee (o forse, soprattutto, delle esecuzioni) migliori, questa campagna si piazza ai primi posti (anche se non è recentissima).

Direi tipica operazione di branding - che si aggancia poco al prodotto (anche perchè sull'acqua inizia a diventare un po' dura), lavorando più che su valori di marca esplicitamente espressi sulla costruzione di una personalità emozionale, di un modo di essere.

Facendo leva anche su una linea creativa che ha visto nell'animazione dei pargoli la chiave distintiva.  Il bambino che c'è in te (e balla). E sincronizzandosi con l'uscita nei cinema di Spiderman 2.

Brillante l'idea di inventarsi lo Spiderman bebé (costata due lire di diritti...) ma soprattutto del concetto di farlo correre in soccorso delle persone via Twitter.

Infatti quello che mi è piaciuto di più non è stato tanto lo spot (bellissimo, per carità) quanto la maniera in cui si sono integrati coi social e hanno fatto relazione con le persone.

E sopra-soprattutto l'esecuzione, con un tempo medio di risposta di meno di 10 minuti per rispondere con un messaggio personalizzato, anche con micro video. Personalizzati per l'utente cui sono destinati. Usando Vine.




La strada è quella di Old Spice, con un po' più di freschezza. E di idratazione :-)

Poi, per non farsi mancare nulla, si sono anche attaccati ai tweet delle celebrities, come in questo caso :




Naturalmente, quando si sparge la voce che la marca ti risponde su Twitter, e pure in modo divertente, la gente scatena l'inferno, chiunque prova a chiamare, per vedere se avrà una risposta personalizzata. E i numeri esplodono.
Ma, per tenere i budget accettabili e la salute dei social addetti preservata, tutta l'operazione è durata solo 2 giorni.

Bella creatività. Ecco la video Case History:


Per concludere (e questo è un caso un po' raro) hanno condiviso con il pubblico il pensiero dietro all'esecuzione del progetto, che invito caldamente a leggere qui:


https://bunkr.me/evian/amazing-baby-rescue-me

Approfondimento:
Il Mirror


lunedì, ottobre 13, 2014

Ecco come si fanno le cose sul serio: Barbour, Instagram, Social, strategia.

Ottimo esempio di campagna fatta come si dovrebbe fare.

Non (solo) perchè ha delle soluzioni creative belle - ma perchè ha un pensiero robusto e strategico dietro, che si scarica in una serie di azioni. Che, tutte assieme, lavorano bene su marca e prodotto, -appoggiandosi su una solida comprensione di target e valori della marca.

La video case history spiega bene, ma vi faccio un riassuntino.

Il progetto è quello del Barbour International Tour (guardatevelo) fatto con top Instagrammers (/blogger)

1. Barbour internazionalmente è molto legato, storicamente, al mondo della moto (viaggi, emozioni, avventura).

2. La marca ha targettizzato in modo intelligente suoi target differenti, con creatività differenti

3. Le creatività sono basate su Instagram - con un lavoro di eccellenza su questa piattaforma (non la solita roba al risparmio che si fa da noi) ricorrendo a una decina di top Instagrammers.. per realizzare dei video insieme a una decina di ottimi registi emergenti.

Si è anche poi (ovviamente) fatto un (grosso) concorso per la community mondiale degli Instagrammers. Il che ha allargato considerevolmente, a livello mondiale, la reach della campagna, coinvolgendo persone motivate, communities localmente molto attive e appassionate.

Il tema è quello degli #inspiringplaces - e i video sono stati girati e montati usando gli smartphone - fatti al 100% su Instagram. E, ovviamente, gli Instagrammers (così come i registi) sono stati remunerati per questa operazione.

4. La pianificazione pubblicitaria è stata pensata in maniera corretta, per interessi, più che per demografia

Insomma, guardatevi il video:




Approfondimenti e link:
Twitter: @Barbour #inspiringplaces

PS: Interessante (anche se funziona su altri binari, essendo mirato a un pubblico inglese, con quindi realtà e strategie diverse) il blog di Barbour: http://www.barbour.com/blog. Se però andate alla sezione "International" vi ritrovate dritti dentro la strategia globale, giustamente.

PPS: L'aspetto fotografico, nella loro strategia appare essere importante - ad es. su Facebook guardate queste collaborazioni con Travel Blogger come Jennifer Carr e con gli Instagrammers

lunedì, febbraio 24, 2014

Genio (!) DHL si fa fare pubblicità dai concorrenti. Must see.

Idea Geniale.
Fare in modo che siano gli altri corrieri a fare pubblicità a noi :-)

Idea di guerilla semplice... ma sofisticata e ben pensata nella sua esecuzione - soprattutto per rifilare il bidone ai competitor senza che se ne accorgano se non quando è troppo tardi.

Brillante la trovata per fare il modo che il messaggio sullo scatolone non appaia all'accettazione del pacco... ma appaia dopo :-)

Poi, ovvio, si può discutere sulla liceità, correttezza e legalità di una tale operazione così spudoratamente competitiva... o se magari sia un fake... ma io mi fermo all'idea di fondo, che è brillante

Guardate il video, non resterete delusi :-)


lunedì, febbraio 17, 2014

Hashtag Fails - come farsi male da soli su Twitter

A volte capita.

Nella fretta, nell'approssimazione, nel casino dettato da tempi stretti e budget insufficienti per fare le cose per bene, nel coinvolgimento di persone troppo junior in progetti delicati... insomma, a volta capita di fare una pirl stupidaggine.

Anche nella scelta di quel piccolo ma delicato elemento di comunicazione che è l'hashtag.

In un mondo social pronto allo sberleffo, alla presa per i fondelli, all'urlo "Epic Fail!", al grido di battaglia "devi morire, azienda bastarda e cattiva".

A volta proprio uno non ci pensa che si sta tirando in casa potenziali autogol.

Ecco una compilation dei miei 5 hashtag fail preferiti:

1. #Susanalbumparty. Susan / album / party o Sus/anal/bum/party... per il lancio dell'album di Susan Boyle. Ma su questo ci ho scritto un post...

2. #heresthebeef lanciato da Wendy. Tributo alla carne. Peccato che sia stato lanciato proprio nel giorno del "Meatless Monday"... (detto questo: se fate un search su Twitter per #heresthebeef, il sentiment mi sembra complessivamente positivo o neutro - i negatives alla fine mi sembrano pochi...)


3. OK, questo non è proprio un fail ma è interessante comunque. Muore Margaret Thatcher. Pace all'anima sua. Ma un hashtag mal scelto innesca il cordoglio per la morte di Cher (la cantante). Ecco l'hastgag incriminato: 

#Nowthatchersdead ovvero Now Thatcher's Dead oppure Now That Cher's Dead... (occhio alla penna, vedi al punto 1)





4. una robina veloce: se dovete promuovere il film Lo Hobbit in Svizzera (CH), che hashtag usate? 

Ovviamente #hobbitch che in Inglese però non suona proprio bene... 

"A short, short tempered, short sighted female with colossal thighs and a malicious, unpleasant attitude that bears a resemblance to an imaginary being with hairy feet from the lord of the ring trilogy." (Fonte)

5. Gravissima per la stupidità (si spera) del fatto.

Metti che sei un'azienda di moda. E che fai un vestitino che si chiama "Aurora". Poi ti rendi conto improvvisamente che l'hashtag Aurora è in TT.

Ovviamente decidi di cavalcare l'onda, twittandoci sopra, per sfruttare la popolarità dell'hashtag, facendo la spiritosaggine di attribuire la popolarità al vestito (senza però andare a vedere perchè diavolo tutti parlavano in Rete di Aurora...)



Beh, sarebbe stato meglio controllare *perché* Aurora era in TT.

Magari perchè ad Aurora, in Colorado, un tizio aveva aperto il fuoco in un cinema, facendo 12 morti.

6. #AllSoggy - prendo questo per parlare di tutta una categoria di fail (e ne abbiamo visti anche qui in Italia, durante il terremoto). All soggy vuol dire tutti inzuppati.


Brillante idea di un azienda (Urban Outfitters) che dopo l'Uragano Sandy (morti, tantissima gente sfollata e senza casa...) pensa bene di legarsi all'evento atmosferico - non per dare una mano, aiutare in qualche modo - ma per promuovere i propri prodotti con una bella offerta promozionale (una fantastica consegna gratuita)

Del resto anche American Apparel non ha fatto molto di meglio - offrendo uno sconto alle persone che si annoiavano per via della tempesta...


Lezioni:
a) quando si fa real time marketing, meglio essere un po' meno real time e controllare se non è successo un casino

b) quando si scrive un #hashtag, meglio farlo vedere a uno che non ne sa niente, magari i suoi occhi vedono cose che noi umani non vediamo

c) prima di sviluppare un hashtag (e soprattutto prima di approvarlo), assicurarsi che il cervello sia saldamente collegato e la nostra attenzione focalizzata...

martedì, gennaio 28, 2014

Il futuro della comunicazione (e di tutto) sarà l'eye tracking?


Ogni tanto riaffiora il tema dell'eye tracking.

Ogni volta che la tecnologia fa un saltino si inizia a riparlare di un'ovvia applicazione: seguire i movimenti dei nostri occhi.

Per usarli e comandare interfacce. Per tracciare i comportamenti, individuare i punti di attenzione all'interno di un oggetto di comunicazione.

Chissà quando sarà la volta buona. Nel frattempo allego questo video interessante che promuove un vendor di questa tecnologia.

Ogni tanto alzare la testa dalle Case History dell'immediato presente e provare a capire cosa potrebbe arrivare a medio / lungo periodo non fa male :-)
Enjoy.




Ever wished your computer could respond to your thoughts? Good news -- it can. Get ready to leap into a new world with Tobii EyeX. Adding eye tracking to the action makes things fast, fun and totally intuitive. You control games like you're in them. You zoom where you look. Text scrolls as you read. You are always in the right place. 

Experience computer interaction with eye tracking by Tobii. This video shows some of the core interactions . And some experiences that are yet to be developed. 

Stay tuned. Follow us on twitter, Facebook and Google+

http://www.facebook.com/tobiiexperience

http://twitter.com/TobiiEyeX

giovedì, maggio 16, 2013

Genio: parla alla pianta. Via Twitter. Ketchup, Heinz



Case history ormai vintage... ma dato che è sfuggita a me magari c'è qualcuno di voi che non l'aveva vista. E dato che mi sembra carina, la ripropongo.

Lo sappiamo tutti: se parli alle piante crescono meglio.

Dato che il claim di Heinz, notissima marca di ketchup è "no one grows ketchup like Heinz", il passo verso una forma unconventional di comunicazione in Rete è breve - ed è in strategia.

Per farla breve, tanto c'è la video case history che spiega tutto: esperimento scientifico, visibile in diretta.

Due piante. Una cresce in silenzio. L'altra coccolata da messaggi vocali. Redatti dal popolo via Twitter e trasformati in voce da un sintetizzatore vocale.

Il risultato? Scopritelo voi.

Di certo un discreto buzz, per un prodotto di cui è abbastanza difficile far parlare stando stretti su caratteristiche merceologiche. E un coinvolgimento emotivo, una partecipazione impossibile mediamente da realizzare con una salsina, per quanto buona e saporita.




venerdì, aprile 12, 2013

Figata: Pinterest. Dalla fantasia alla realtà.


Questa la trovo un'idea veramente brillante.

Una delle pochissime killer application di Pinterest. Strategicamente molto centrata. Alla base, c'è un'idea molto, molto semplice: trasformare i sogni in realtà.

Quello che fa la differenza è che Pinterest gioca un ruolo fondamentale e intelligente.

Vabbè, a questo punto ve la racconto.

Güd è una marca di  detergenti per capelli / corpo. Molto attiva anche sui social.

Hanno trovato su Pinterest un board di una tizia che, fotograficamente, raccontava quale sarebbe stata la sua mattinata perfetta, attraverso le immagini.

Dopo di che hanno deciso di regalargliela. Ricreando nella realtà la sua fantasia, basandosi proprio su quelle immagini Pinterest. Guardate il video sotto.

A questo punto, hanno amplificato la cosa creando un concorso, per permettere a tutte di rivivere l'esperienza. Usando ovviamente Pinterest (http://pinterest.com/keriirenee/good-morning-inspiration/).

martedì, aprile 02, 2013

Salviamo il poster - col WiFi


Bella idea Coreana.


Inserire, dentro al poster  che promuove un film, un apparato WiFi con accesso aperto.

Una volta che il passante si collega alla rete, si scatena l'esperienza cinematografica (oddio... la trama, il trailer in HD, poter comprare i biglietti....)

Non so come siano i piani dati in Corea, ma dal mio cellulare avrei qualche resistenza a guardarmi un trailer "pesante", che brucia un sacco di Mega del mio contratto mensile... se invece me lo regalano via WiFi le cose cambiano.

Ecco la video case history, che racconta come sia significativamente cresciuto il traffico al sito del film promozionato, e si siano venduti un botto di biglietti.

E comunque mi aspetto che l'interazione con materiali pubblicitari esterni diventi la norma nei prossimi anni, grazie a NFC...


mercoledì, marzo 13, 2013

Da vedere: il più grande social team del mondo: gli user


Interessante presentazione / Case History di Tourism Australia.

Vi ricordate? Quelli del "miglior lavoro del mondo" (sotto metto il video).

Uno slideshare con un sacco di materiale interessante - sia che siate nel mondo del turismo che in quello del Social.

Evidenzia la potenza dello User Generated... se stimolato e pensato bene, in modo strategico. Di come le persone possano davvero contribuire al successo di un'iniziativa.

Perchè il Social Team più grande del mondo, se motivato, è il pubblico là fuori.

Spiega i passi chiave necessari.

Gli dò il mio bollino oro da Digital Planner :-)

Anche perchè poi, nella nostra realtà di tutti i giorni, siamo ammorbati da iniziative che cercano di stimolare la generazione di contenuti.. che non hanno una base strategica forte.. o uno straccio di motivo per cui le persone dovrebbero darci questo contributo... insomma, non è per tutti - ma solo per chi ha qualcosa da dire / far dire e pensa correttamente in ottica di Marketing e comunicazione.

Guardatevi le slide, che meritano.



http://www.slideshare.net/TourismAustralia/the-worlds-biggest-social-media-team-16545786


martedì, ottobre 23, 2012

Ristorante: su Instagram c'è il menu :-) E su Pinterest?

La cosa ha molto senso.
Già la gente di suo pubblica su Instagram le foto dei piatti che ha ordinato.

Se sei un ristorante, perché non facilitare le cose, e rendere anche "social" l'ordinazione, permettendo di vedere cosa raccomandano conoscenti, amici e sconosciuti?

Costa poco, dal punto di vista della strategia non fa una piega, ha un buon buzz factor, è digitale... approvata dal planner :-)

Unico neo: sul sito non ne fanno menzione... (Matteo, 6,3)

Sotto allego la video case history.

Ovviamente, quando si parla di Instagram non si può non parlare di Pinterest. Ecco qualche link da leggere se volete studiare le possibili relazioni tra Pinterest e i ristoranti:

http://www.rmgtmagazine.com/content/pinterest-restaurants

https://lonelybrand.com/blog/adding-pinterest-to-restaurants-social-media-menu/

http://nrn.com/article/how-restaurants-can-succeed-pinterest

http://2topmarketing.com/5-ways-utilize-pinterest-restaurant-marketing





martedì, giugno 05, 2012

Case Histories, un pericolo per le aziende?



Non che le Case History non siano utili, anzi, ma sono anche un dono del diavolo, che sotto l’apparente utilità nasconde un frutto avvelenato.
Apparentemente aiutano a capire, in realtà per troppe persone spengono il pensiero. O portano a fare grossi errori (pare che io abbia detto, una volta, che le Case History sono la madre di tutte le sciocchezze fatte dalle aziende. Se non l’ho detto comunque sottoscrivo l’apocrifo).
Questo è l'inizio del mio nuovo articolo su Tech Economy. Per leggerlo dovete semplicemente sgnaccare qui. E capirete perché il modo migliore (secondo me) di usare le Case Histories è averne molta paura ;-)

giovedì, febbraio 09, 2012

Next Generation Media - una presentazione utile e interessante

Esempi e numeri sul mondo digitale... una presentazione su base trimestrale piuttosto interessante.
Vale la pena di dedicargli qualche minuto... e di rubargli qualche slide? (ovviamente citando la fonte ;-)


giovedì, novembre 03, 2011

Moleskine: Crowdsourcing o Brand Fail?

Ci risiamo con il vizietto del "Crowdsourcing"... ;-)

Di quel tipo noto come "in un mercato depresso, sfrutto la guerra dei poveri"... spesso camuffato con "eh, dai è solo un gioco, così per divertirci insieme..:" (dove però gli elaborati restano di proprietà dell'azienda).

Come sapete non sono molto favorevole a quelle operazioni dove vengono messi in gara stuoli di creativi (o di dilettanti) a gratis, sfruttando in parte la fame di lavoro, in parte mettendo in gara degli amatori che lavorerebbero a gratis, solo per la soddisfazione di vedere il proprio lavoretto adottato - contro gente che cerca di mantenerci la famiglia, col lavoro del proprio pennarello.

E del resto, quel paio di progetti che ho seguito che hanno compreso una parte di lavoro affidato all'esterno, attraverso i soliti siti di reclutamento degli schiavi creativi, sono stati un disastro - tempi e soldi buttati, vista la pochezza dei lavori pervenuti.

Poi liberi di pensare che io ho un'agenda personale in merito (parlando di Moleskine ci sta ;-), ma vi ricordo che come consulente di strategia non sono coinvolto nelle scelte creative o meglio nelle scelte di creativi, quindi posso dire quello che penso senza avere interessi particolari.

Comunque, proprio in tema "gangbang marketing" autogol di Moleskine - che ha messo all'asta per un tozzo di pane la creazione di un logo per il proprio blog. Come fatto notare dai critici, hanno praticamente ottenuto (potenzialmente) proposte creative a due dollari l'una.
Ovviamente, al sorgere delle critiche, Moleskine ha risposto in maniera meno che adeguata e un po' di maretta c'è stata.

Potete leggere la storia della faccenda qui e qui, che la raccontano meglio di me. E soprattutto qui. Non voglio entrare nel merito di torto o ragione ma segnalare una case history di social negativo, che sono quelle da cui si impara di più.

Poi può essere che non l'abbiano fatto con cattiveria e perfidia, lucrando sulla fame dei creativi. Ma allora potevano pensarci, che stavano rischiando di combinare un casino...;-)

Quello che mi pare infatti strano è non rendersi conto che i designers sono un target di elezione per il prodotto. E metterli in gara così al massacro significa dire ad alcuni dei propri migliori clienti che la marca non valuta il loro lavoro più di un dollaro o due...

Il che non è bello, e porta inevitabilmente a farsi delle domande - ad esempio se ha senso pagare il Premium Price  o se prodotti alternativi made in china non abbiano un rapporto prezzo / prestazione ben più superiore... una volta che l'intangibile della marca viene eroso.

By the way, ricordo la polemica sul fatto che le Moleskine siano prodotte in Cina, con tutte le conseguenze sul costo del prodotto e il prezzo fatto pagare - si veda ad esempio qui. Altro tema di riflessione per gli studiosi di RP.

Il tutto peggiorato dal rischio inflazione dei prodotti dalla copertina nera:  io ho dato loro veramente tanti soldi in questi anni - ma inizio a essere un po' stufo a fine riunione di dover cercare la mia agenda tra quella degli altri, dato che abbiamo tutti il librettino uguale... ;-)

In effetti la scelta per il mio prossimo oggetto d'appunti (ma non per la faccenda del logo in outsourcing, sia ben chiaro) cadrà probabilmente su una Field Notes, che almeno non è così tanto inflazionata... oppure una Rhodia :-)


giovedì, giugno 30, 2011

11 Casi di Social Media #Fail. Per imparare (Slidehare).

Lo dico spesso, quando insegno: bisognerebbe far vedere le Case History di insuccesso – perché si diventa più rapidamente esperti facendo tutti gli errori possibili, si impara più dagli errori che dai successi (degli altri).

Peccato che non sempre le Case sfortunate si trovino in giro, sulla base del principio che gli errori vanno nascosti sotto il tappeto insieme alla polvere.

Con grande interesse vi allego quindi questa presentazione, che raccoglie ben 11 casi di insuccesso, da cui trarre lezioni di marketing e comunicazione.

A partire dal fatto che non è saggio consigliare alle propri clienti o prospect di lavarsi le parti intime quando cercano lavoro…