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giovedì, maggio 14, 2015

Game of Thrones e Twitter in Francia: una Case History


Il mio post di ieri mi ha fatto voglia di esplorare qualche altro uso markettaro di Games of Thrones.

Per esempio...

Questo è un buon esempio di mobilitazione di una community informale per un'operazione di PR Digitali.

Community informale perché si tratta di persone accomunate da una passione (in questo caso Trono di Spade) che non necessariamente aderiscono a un gruppo, una pagina Facebook, un forum... ma che sono comunque attivi e interessati. Insomma dei fan.

Operazione basata sull'utilizzare degli influencer - informali anche loro.

Non sono necessariamente blogger, giornalisti... non hanno un'etichetta che permetta alle madri per strada dire ai pargoli "guarda piccino, quello è un influencer..." ma sono in grado di portare la loro influenza, la loro credibilità a tutti gli altri, a coloro che sono meno "caldi" nella passione.

Come detto nel manuale delle Relazioni Pubbliche Digitali (scusate l'autopromozione) se anche una singola persona che porto a bordo e coinvolgo in un'operazione di WOM, di Passaparola, di generazione di casino... riesce a coinvolgere poche persone - se ne coinvolgo molte l'effetto cumulato è significativo.

Ma veniamo al caso in questione.

Per assicurare un avvio con  il botto alla quinta stagione di GoT, l'emittente francese Canalsat (quella che diffonde la serie nell'esagono) ha semplicemente organizzato una guerra. Su Twitter.

Un gioco (ovviamente gratuito), una maniera di essere partecipi e non solo delle couch potatoes fanatiche del serial*

Quattro giorni di battaglia online. Perchè quest'anno i massacri partivano prima.

La meccanica: identificare e arruolare 16 Influencer veri; appassionati carismatici e riconosciuti della serie. A loro il ruolo di capiclan, di capi fazione tribù, famiglia.
A loro il compito di reclutare truppe per la causa, creando e mobilitando commnuities (a questo punto sì, formalizzate).

Combattendo una battaglia, un war game, che aveva nel minisito il suo tabellone di gioco, e nei tweet, negli hashtag, le sue armi.

In palio 50 posti per la premiere esclusiva del primo episodio della serie, oltre che la soddisfazione di aver combattuto per una giusta causa (o di fare a pezzi gli odiati Lannister).

Al di là di invitarvi a guardare la video case history qui sotto, basti sapere che la generazione di influenza si è scatenata (al di là del buzz, della copertura mediatica per questa operazione etc...) in oltre 60.000 (!) tweet in 4 giorni, nell'entrata in TT, in una significativa crescita del follow del canale Twitter dell'emittente, nella generazione di 140 milioni di impression...

Il gioco ha saturato il Twitter francese di messaggi attinenti alla marca. Ha incuriosito, reclutato, infastidito forse, ma fatto un gran buzz e una grande pressione di comunicazione.




Date un'occhiata su Twitter all'hashtag #GoTwar e poi ne parliamo (detto questo, facile realizzare questi numeri, se alla base c'è un prodottone, un lovemark come Trono di Spade....)




Approfondimenti:
*Btw, se siete appassionati alla fantasy o semplicemente alla televisione (come analisti di fenomeni etc) vi segnalo The Quest (in Italia trasmessa da Sky)

interessante perchè è un classico reality show a eliminazione... ma calato competamente in un'atomosfera, in un mondo fantasy/medioevale,. Interessante concept :-)

lunedì, ottobre 13, 2014

Ecco come si fanno le cose sul serio: Barbour, Instagram, Social, strategia.

Ottimo esempio di campagna fatta come si dovrebbe fare.

Non (solo) perchè ha delle soluzioni creative belle - ma perchè ha un pensiero robusto e strategico dietro, che si scarica in una serie di azioni. Che, tutte assieme, lavorano bene su marca e prodotto, -appoggiandosi su una solida comprensione di target e valori della marca.

La video case history spiega bene, ma vi faccio un riassuntino.

Il progetto è quello del Barbour International Tour (guardatevelo) fatto con top Instagrammers (/blogger)

1. Barbour internazionalmente è molto legato, storicamente, al mondo della moto (viaggi, emozioni, avventura).

2. La marca ha targettizzato in modo intelligente suoi target differenti, con creatività differenti

3. Le creatività sono basate su Instagram - con un lavoro di eccellenza su questa piattaforma (non la solita roba al risparmio che si fa da noi) ricorrendo a una decina di top Instagrammers.. per realizzare dei video insieme a una decina di ottimi registi emergenti.

Si è anche poi (ovviamente) fatto un (grosso) concorso per la community mondiale degli Instagrammers. Il che ha allargato considerevolmente, a livello mondiale, la reach della campagna, coinvolgendo persone motivate, communities localmente molto attive e appassionate.

Il tema è quello degli #inspiringplaces - e i video sono stati girati e montati usando gli smartphone - fatti al 100% su Instagram. E, ovviamente, gli Instagrammers (così come i registi) sono stati remunerati per questa operazione.

4. La pianificazione pubblicitaria è stata pensata in maniera corretta, per interessi, più che per demografia

Insomma, guardatevi il video:




Approfondimenti e link:
Twitter: @Barbour #inspiringplaces

PS: Interessante (anche se funziona su altri binari, essendo mirato a un pubblico inglese, con quindi realtà e strategie diverse) il blog di Barbour: http://www.barbour.com/blog. Se però andate alla sezione "International" vi ritrovate dritti dentro la strategia globale, giustamente.

PPS: L'aspetto fotografico, nella loro strategia appare essere importante - ad es. su Facebook guardate queste collaborazioni con Travel Blogger come Jennifer Carr e con gli Instagrammers

mercoledì, settembre 24, 2014

Osservatorio Brands & Social Media: la GDO in Italia. Il leader è...

Nuova puntata della nostra ricerca Brands & Social Media, sviluppata insieme a Osscom - questa volta il focus è sul mondo della Grande Distribuzione Organizzata.




Attraverso la ricerca sono state analizzate 20 fra le principali aziende della Grande Distribuzione Organizzata, per identificare le strategie di comunicazione adottate in Italia e individuare le best practice.

La classifica vede al comando Carrefour, con 55,2 punti, seguito a distanza da Lidl con 43,1 punti eCoop con 38,7 punti.

Le principali evidenze emerse:


  • Questo settore privilegia Facebook come principale piattaforma per comunicare con i propri clienti, con particolare enfasi sui prodotti venduti e le promozioni del momento.
  • L’utilizzo di applicazioni per smartphone consente ai brand della GDO di rimanere connessi ai propri consumatori, offrendo informazioni sui punti vendita, le offerte in corso, o funzioni di lista della spesa e consultazione della propria carta fedeltà.

  • I brand più attivi riescono a costruire delle community tematiche legate alle abitudini di consumo naturale, per bambini, ecc.) e le pratiche di acquisto degli utenti, anche attraverso offerte e servizi dedicati.





Maggiori informazioni sul sito di Digital PR

lunedì, febbraio 25, 2013

Altro che i social... il prossimo megamedia: il Taxi?

Da quanto stiamo vedendo, non possiamo scartare l'ipotesi che dopo Internet e i Social Media, the Next Big Thing siano i taxi.

Un mezzo di comunicazione one-to-one, ma allo stesso tempo one-to-many.

Non solo: allo stesso tempo uno spazio dove comunicazione e soddisfazione del bisogno trovano respiro congiunto :-)

Ecco alcuni esempi:

a) Il taxi come mezzo di comunicazione one-to-one, il bellissimo esempio di comunicazione virale / personale di TED in Argentina, per far conoscere l'evento. Guardate questo mio post precedente:

Ma andiamo adesso in quel luogo da dove spesso nasce l'innovazione, la magica NYC - New York, città della grande mela e dei taxi gialli...

b) Il Taxi come comunicazione one -to-one e one-to-many. 

Tra i casi più eclatanti le proposte di usarli come strumento per la promozione dei profilattici (a quanto si capisce, bloccato all'ultimo momento dall'organo cittadino preposto alla pubblicità sui Taxi).

Il giorno di S.Valentino tre appositi Taxi avrebbero distribuito ai passeggeri profilattici gratuiti - mentre personale della ditta avrebbe sottoposto i viaggiatori a quiz sulla sessualità sicura. Una rottura di maroni, ma d'altra parte la corsa era gratuita... un equo scambio di valore.

La pubblicità posta sul tetto e soprattutto il buzz creato dall'inizativa assicurerebbero la parte di comunicazione "broadcasting", mentre ciò che si svolge all'interno è la parte narrowcasting.

(fuori tema ma interessante, l'iniziativa della stessa azienda di regalare al pubblico giocattoli erotici vibranti attraverso simpatici carrettini - iniziativa stoppata dalla polizia di NY per l'eccessiva folla che si era generata:

c) Il Taxi come luogo dove vengono montate mini vending-machine, piccoli distributori automatici pronti a soddisfare i bisogni dei passeggeri.
Non si capisce bene come saranno fatte, ma si capisce che hanno montato un sacco di hype sul progetto:




Non sono comunque tutte rose e fiori, a NYC.

E non è detto che la corporazione dei tassisti applauda comunque all'innovazione, dato che stanno (ad esempio) proponendo un'azione legale intesa a vietare la pratica di chiamare un taxi attraverso il cellulare, ritenendo più profittevole per la categoria che i passeggeri, pioggia, gelo o solleone, i taxi li fermino al volo per strada: 


In conclusione dobbiamo prepararci allo sbarco sul mercato del marketing e della comunicazione di nuove figure professionali specialistiche, come il Taxi Engagement Director, Lo Strategic Taxi Planner, il Microcommunity Taxi Manager. 

Molti di noi, in effetti, stanno già preparando le slide per essere i primi ad offrire corsi di formazione su questi temi.
Vi terrò informati sulla disponibillità dei miei.

PS: Extra bonus - miei post precedenti sul mondo del taxi:


Il taxi costa un sesto, se lo chiami con Twitter



mercoledì, novembre 07, 2012

Vuoi il posto da community manager? Fammi vedere cosa sai fare

Iniziativa di recruitment che sfora nel viral / autopromozione.

L'agenzia è Wieden+Kennedy. Se non li conoscete, sappiate che sono tra i numeri uno del mondo. Maledettamente bravi. Guardatevi il loro sito
(per dirne solo una, sono quelli della campagna Heineken/007)

Avendo bisogno di un Community Manager da assumere - e sapendo perfettamente che là fuori c'è un fantastiliardo di persone che si spacciano per tale ma non hanno le competenze, le capacità, il pensiero, l'atteggiamento strategico, la creatività (e le altre mille cose richieste) hanno deciso di  fare selezione in un modo furbo.

Invitando i candidati a mettersi alla prova.

Qui trovate le regole delle sfide che l'Agenzia lancia ai candidati.


martedì, luglio 03, 2012

Farsi una community: sicuri sia una buona idea?



Costruire attorno al proprio prodotto, alla propria marca, una community di utenti:  è una delle modalità innovative che il mondo del digitale prima e del Social poi ha portato nell’arsenale delle aziende marketing-oriented.


Uno degli aspetti su cui ragionare è però la modalità in cui si vuole costruire questa community e “dove”; ad esempio se si intende sfruttare il potenziale dei  (e aggregare una community su Facebook) o se si vuole cercare di costruirsene una in un “Walled Garden”, in uno spazio proprio, esclusivo, fuori dai circuiti dei Social.
Ma è possibile, vale la pena, è facile o raccomandabile costruirsi una community ad hoc, invece che cercare di aggregarla su Facebook?
Ne parlo nel mio più recente articolo per TechEconomy, che potete leggere qui: http://www.techeconomy.it/2012/06/26/farsi-una-propria-community/

martedì, luglio 12, 2011

Corso Sole 24 Ore Nuove Professioni Digitali

Segnalo questo corso in partenza, in cui sarò fra i docenti...

NUOVE PROFESSIONI DIGITALI

1ª edizione- Milano, dal 14 ottobre 2011

SHORT MASTER FORMULA PART TIME
8 weeekend non consecutivi

Un'opportunità di inserimento nel mondo del lavoro per giovani e neolaureati orientata alle nuove professioni.

Il nuovo Master in formula part-time, strutturato in 8 weekend non consecutivi (80 ore di formazione aula e 18 ore di formazione elearning) vuole rispondere alla crescente richiesta da parte delle aziende di formare figure professionali con competenze specifiche e diversificate legate allo sviluppo del mondo del web 2.0.

PROGRAMMA

1º MODULO I basic di marketing e comunicazione digitale
2º MODULO Social Media Manager e Professional Blogger
3º MODULO SEO Specialist
4º MODULO Web Editor
5º MODULO Web Analyst

Ecco il link per maggiori informazioni

Ci sono agevolazioni per gli Under 30.

martedì, maggio 31, 2011

Corso "Nuove Professioni Digitali" al Sole 24 Ore

Dato che spesso ricevo mail in cui mi si chiede di segnalare i miei prossimi corsi di formazione, faccio prima a metterli qui sul blog (quando mi ricordo... )

Breve, se interessa a qualcuno, segnalo questo corso di cui sarò uno dei docenti, in partenza a Giugno.
Qui trovate anche il link.



NUOVE PROFESSIONI DIGITALI
1ª edizione
Milano, dal 13 giugno al 7 luglio 2011
SHORT MASTER:
Formazione dinamica per le professioni
più richieste dal mercato
FORMULA INTENSIVE:
16 GIORNI DI AULA + DISTANCE LEARNING

 
Un'opportunità di inserimento nel mondo del lavoro per giovani
e neolaureati orientata alle nuove professioni.
Il nuovo Master in formula intensive vuole rispondere alla crescente richiesta da parte delle aziende di formare figure professionali con competenze specifiche e diversificate legate allo sviluppo del mondo del web 2.0.
PROGRAMMA
1º MODULOI basic di marketing e comunicazione digitale
2º MODULOSocial Media Manager e Professional Blogger
3º MODULOSEO Specialist
4º MODULOWeb Editor
5º MODULOWeb Analyst
DOCENTI E TESTIMONIAL
Andrea Boscaro
The Vortex
Biagio Carrano
East Com Consulting Beograd
Gaetano De Marco
1861 United
Giulio Finzi
Netcomm – Limbara
Emiliano Ricci
Giornalista, scrittore ed esperto
di nuovi media
Alessio Semoli
Trackset
Caterina Tonini
D’Antona e Partners
STRATEGIE DI COMUNICAZIONE
Gruppo HAVAS
Roberto Venturini
Strategic Planner
Consulente di Marketing digitale
Giulio Xhaet
CESOP Communication

giovedì, aprile 14, 2011

Le radiazioni sociali e il monitoraggio diffuso

Internet non è solo marketing e social network. È anche essere un volontario, tenere d’occhio l’ambiente e quello che ci raccontano, è anche l'Internet delle cose.

Nello specifico l’esempio più mediatizzato al momento è quello di RDTN, un aggregatore di rilevazioni della radioattività ambientale, compiute su base volontaria da un buon numero di persone nel mondo.

Se vi interessa il tema, leggete il mio nuovo pezzo su Apogeo...


lunedì, aprile 04, 2011

Come creare una community? Il caso Tesco

Come si fa a creare e a tenere una community?

Guardatevi il caso Tesco su queste slides.
Per noi addetti ai lavori nulla di sorprendente, anzi, siamo al livello del buon senso.

Per molti non addetti ai lavori (clienti in primis) forse ci sarà lo shock di scoprire che una community non si fa con una trovatona ad effetto e poi mollando il colpo per sei mesi - ma si crea e mantiene con un lavoro quotidiano di relazione.

lunedì, marzo 21, 2011

Il Community Manager, figura chiave per i Social Media

Il nuovo articolo del mio corso di web marketing per non addetti ai lavori e/o absolute beginners è stato pubblicato sul sito di Eurogroup.
Questa volta si ragiona sulla figura del Community Manager:

"La realtà del Community Manager si basa su due principi di fondo: il primo è che per trattare un tema così delicato come quello del rapporto con le persone, in un mondo che si sta dando regole culturali e di comportamento proprie, ci va uno specialista. Per evitare di improvvisarsi comunicatori, fare errori e alienarsi i favori del pubblico mal contattato.
Parallelamente, sul fatto che la costruzione di relazione sui Social non è un processo "colpisci e fuggi", fatto di eventi sporadici; è un mondo fatto di presenza quotidiana, di lungo periodo, di conversazione continuata. 
Che va quindi presidiata con continuità da una persona che ne sia responsabile o quantomeno la gestisca in modo costante."

Se la cosa vi interessa potete leggere il resto dell'articolo a questo indirizzo. Enjoy.

mercoledì, marzo 02, 2011

Pro e contro di farsi una propria community


Ho letto un interessante post sui pro e i contro di farsi una propria community .

(A prescindere dal fatto che è tutto da dimostrare che uno ci riesca... essendo una delle cose più difficili da realizzare, la costruzione di una nuova community che funziona).

In sintesi:
Pro:
  • Il traffico va sul nostro sito / ambito /property
  • Quindi le revenue pubblicitarie sono tutte nostre (se quello è il modello di business)
  • Si ha una maggiore influenza/controllo sulla community (l'autore dice che si diventa "un'autorità")



Contro
  • Maggiori costi iniziali
  • Più tempo assorbito nella gestione (=risorse)
  • Difficoltà di fidelizzarli e farli restare
Ingredienti per il successo
  • Fare ricerca sin dall'inizio (capire, imparare - prima di partire)
  • Dare un valore esclusivo alla community
  • Rispondere / soddisfare le istanze dei membri  
A questo punto (mia personale opinione) c'è veramente da domandarsi quanto sia indispensabile farsi la propria, solita,  "community su Facebook" - che rischia di aggregare poche centinaia di persone che partecipano poco. 
E quanto invece, se non abbiamo la possibilità, la capacità, i mezzi di fare un progetto impegnativo e serio...di entrare a lavorare su community esistenti. Con meno sforzo, con la condivisione di risultati e della torta ma saltando la durissima fare di startup della community.
Ovviamente, diverso è il ragionamento se la community *è il nostro business* e non solo un tool di marketing
Potete leggere l'articolo intero qui: Social Media Examiner.

martedì, ottobre 12, 2010

Foursquare: check-in nella natura selvaggia (Jeep)


Da Jeep un'idea semplice semplice: permettere ai propri fan di geolocalizzarsi/taggarsi social qualcosa non in un ambito banalmente urbano ma anche di relazionarsi con la marca nel mezzo della natura selvaggia.


Jeep ha infatti lasciato dei "tips" in giro per l'America, nei luoghi più belli e interessanti frequentati dagli off-roaders (sì, negli Stati Uniti si può ancora fare fuoristrada in auto).

Il concetto è proprio quello di relazionarsi con gli appassionati nei luoghi e nei modi che uniscono la passione delle persone con l'essenza stessa del prodotto.

giovedì, febbraio 25, 2010

Lo User Generated di NetGlobers col concorso

Netglobers sta adottando un approccio abbastanza articolato alla comunicazione usando il mondo dei Social Media...
Europ Assistance ha mosso da tempo i suoi passi nel mondo del Social Media con l'avvio (su scala internazionale) di NetGlobers, un sito dedicato alla sicurezza in viaggio con larga parte dedicato ad un approccio di community. Oltre ad avere le solite indicazioni sui pericoli e situazioni particolari e alert in tempo reale su situazioni di crisi, ha aperto spazio alle persone perché arricchiscano il content attraverso propri report di viaggio (molto sintetici, come impostazione, per la verità) e si faccia circolare C2C l'informazione.

In occasione della BIT il progetto si è allargato (in Italia) a Facebook; potenzialmento della pagina e delle operazioni di Social Posting e sviluppo di un test attraverso una app che permette di definire un proprio profilo di viaggiatore e di condividerlo - integrando poi il tutto con un concorso che premia i migliori report di viaggio scritti dagli utenti.

Attraverso una votazione popolare prima e una giuria poi, il redattore del migliore report vincerà un viaggio ma vengono incentivati anche i votanti (votando si vincono dei weekend). Il tutto supportato da banner su FB e attività di mailing.
Alla BIT sono state fatte attività di animazione allo stand,  intercettazione dei passanti, arricchimento del database usando la solita ma efficacissima T-shirt in omaggio.

Un approccio piuttosto ben strutturato...