Quattro licenziamenti, fatti a quel che pare in malo modo e parte la più classica delle crisi Internet: se ne parla online e sul blog che ne parla accorrono gli insider a commentare e a dare soffiate, giudizi e informazioni che non si potrebbero trovare da nessuna altra parte.
(qui trovate sia il post che la feroce discussione seguente - fin quando i legali di McCann non lo fanno chiudere per diffamazione).
E ancora peggio, nello scenario dell'orrore, il blog viene ripreso e segnalato su Friendfeed, su altri blog, su Facebook, su Twitter. E questo attira altri commenti e altri retweet e così via.
Poi per carità, ci si parla solo tra addetti ai lavori, tra pubblicitari.
Una tempesta in un bicchier d'acqua, anche se il bicchiere s'è proprio agitato.
Ma sui quotidiani la notizia non ci andrà, chissenefrega dei pubblicitari e poi sono solo quattro, vuoi mettere con le migliaia di metalmeccanici, pure se in McCann parte no dei rarissimi scioperi della storia dell'adv.
Una roba solo tra pubblicitari e poi tanto Internet non lo legge nessuno, no?
Certo è che se c'è qualche cliente di McCann che ha letto la faccenda (nell'improbabile caso che il solito amico gli abbia forwardato il link al casino), quel cliente qualche domanda adesso se la fa, se prima non se l'era posta. E dato che il discorso si è allargato a tutta la industry della pubblicità, alle grandi agenzie, qualche pulce nell'orecchio un eventuale cliente ingenuo se l'è fatta venire...
Molto interessante comunque la discussione, al di là delle vomitate contro persone di cui si fanno nomi e cognomi (con tutti i rischi connessi).
Oltre che sullo specifico di McCann comunque è interessante il ragionare sul futuro (o meno) dei modelli classici della pubblicità e di quelli delle agenzie...
Ma soprattutto, a livello personale, massima solidarietà sia ai 4 mandati a casa da McCann in questo giro, sia a tutti gli altri che pian piano sono usciti in questi mesi dalle altre agenzie.
3 commenti:
A me tutto questo pare un'ottima occasione per McCann di fare un'ottima impressione.
Se sarà in grado di trasformare questo fatto in un'opportunità di comunicazione positiva allora si potrà trovare tanti nuovi clienti che si troveranno sempre più spesso al centro di una (usando le tue parole) tempesta in un bicchier d'acqua.
Al contrario se opterà per una banalissima denuncia la zappa sui piedi sarà pressoché definitiva.
Devono saper dimostrare insomma che i soldi spesi dal pubblicitario sono molto più produttivi di quelli spesi dall'avvocato.
Vorrà e sarà in grado di farlo?
Quello che a me piace poco è la vagonata di commenti anonimi. A quanto pare i pubblicitari hanno grande coraggio solo quando possono coprirsi con l'anonimato. Mi riferisco alle innumerevoli "testimonianze" e ai veleni distillati in alcuni dei commenti.
Parte dei problemi del settore dipendono proprio dal fatto che è sempre molto difficile fare un dibattito chiaro e aperto.
Onestamente in un pubblicitario la chiarezza e l'apertura non sono prerogative che mi aspetto di trovare.
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