Una delle tante bufale ideologiche scatenate dall'arrivo di Internet, che per molti anni ci sono state rifilate da giornalisti di serie C, digital ideologi e web-people non credenti all'utilità dei numeri per capire la realtà, mostra sempre di più le sue crepe.
Sto parlando del fenomeno "Internet uccide la TV". E, se volete, del più recente "La TV resta il mezzo principale ma non la guarderemo più sui televisori ma solo su altri device (mobili)"
TV e Web si sono rivelate cose diverse, usate in modo diverso per fare cose diverse. Anche se spesso... contemporaneamente.
Il fenomeno che infatti si vede bene, è l'uso contemporaneo di attività web mentre si è davanti alla TV; per amplificare ed arricchire la fruizione del programma TV (tenete duro, tra un po' ricomincia X-Factor e ci scateneremo su Twitter) o per fare altro - socializzare ad esempio - mentre si tiene la TV in sottofondo.
La cosa non è solo italiana: colgo l'occasione di questo report di Ofcom (UK) che dice che le famiglie inglesi, mai come oggi, hanno guardato la TV insieme, ma...
Communications regulator Ofcom said 91% of adults watched their main TV set once a week - up from 88% in 2002 - but their attention may be distracted.
It said the popularity of smartphones and tablets was taking teens out of bedrooms back into family rooms.
(fonte: http://www.bbc.co.uk/news/technology-23521277 è interessante. Potete anche leggere questo:
The average UK household owns more than three devices capable of connecting to the internet, with one in five homes having more than six.
In contrast to the proliferation of mobile devices, the number of televisions we own is steadily decreasing.
Trovo significativo il fenomeno di riunione della famiglia, con i teens che ritornano al salotto per condividere programmi televisivi coi genitori.
Per l'Italia mi limito a ricitare questo articolo di Nielsen:
Il consumatore a 360°: cosa ama guardare e cosa preferisce acquistare?
con un aumento delle audience TV del 17% nel 2012 (complice la crisi e il calo di reddito disponibile...)
Insomma, con la TV dovremo farci ancora i conti per un bel po'.
Anche sul grande schermo di casa, nn solo su tablet e smartphone.
E quando arriverà il tanto atteso miglioramento della situazione economica, dovremo farci i conti anche in termini di investimenti in comunicazione - vedi alla voce (il tanto vituperato) TV advertising...
Anche se ormai i buoi sono scappati dalla stalla e digital e social hanno preso una vita propria, anche se lo spostamento dei budget (spesso per puro opportunismo economico) ha creato dei nuovi modelli di comunicazione... niente sarà più come prima, ma è da pazzi pensare che a fronte di una crescita degli occhi parcheggiati davanti alla TV il mezzo venga abbandonato dagli inserzionisti.
Si potrebbe rispondere: guardano la TV, ma non la pubblicità, che non funziona più.
Beh, su questo fronte le (grandi) aziende non sono sceme ed hanno un'esperienza consolidata di decenni di analisi e pianificazione.
Nel momento in cui davvero si vedesse una totale inefficienza economica dell'adv TV, il problema si risolverebbe da solo, con la morte della TV generalista. E per vedere un po' di televisione, non ci resterebbe che passare a pagamento, con Sky o con Premium, pagando tariffe ben più alte delle attuali, se venisse a mancare il sussidio degli inserzionisti al nostro divertimento, alla nostra informazione televisiva.
1 commento:
Concordo su tutta la linea, la TV è ben lontana dall'essere abbandonata dalle abitudini di fruizione mediale da parte dei consumatori italiani.
Tuttavia sottolineerei 2 aspetti che forse aiutano a comprendere meglio le ragioni delle contrazioni degli investimenti pubblicitari in TV:
1. in primis, allo stato attuale, grazie all'allargamento dell'offerta televisiva dovuta al passaggio sulla piattaforma digitale terrestre i consumatori possono avvalersi di una programmazione molto più ricca ed articolata rispetto al passato; questo ha creato non pochi problemi ai grandi investitori in fase di pianificazione, costringendoli a costruire un planning molto più frammentato rispetto al passato, dove la curva di distribuzione della copertura a frequenze utili impiega certamente più budget rispetto al passato (quando avevamo di fatto solo 7 canali TV nazionali). Ergo: più soldi per raggiungere lo stesso numero di consumatori, lo stesso numero di volte.
2. in secondo luogo nelle fasce più giovani della popolazione si assiste ad un innegabile slittamento, in termini sia di tempo speso, sia di trust nel mezzo, della fruizione televisiva verso devices connessi. Se il trend rimanesse il medesimo entro 10 anni la TV registrerebbe, su queste fasce, un calo di oltre 15 punti. Un dato certamente non trascurabile...
Per queste ragioni i mezzi digitali oggi capitalizzano, in termini di raccolta pubblicitaria, non solo la crescita della propria audience ma anche una maggiore convenienza a parità di ampiezza della reach raggiunta.
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