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lunedì, agosto 26, 2013

Il ritorno della TV (e non solo in UK); i teen escono dalle stanze e tornano in salotto


Una delle tante bufale ideologiche scatenate dall'arrivo di Internet, che per molti anni ci sono state rifilate da giornalisti di serie C, digital ideologi e web-people non credenti all'utilità dei numeri per capire la realtà, mostra sempre di più le sue crepe.

Sto parlando del fenomeno "Internet uccide la TV". E, se volete, del più recente "La TV resta il mezzo principale ma non la guarderemo più sui televisori ma solo su altri device (mobili)"

TV e Web si sono rivelate cose diverse, usate in modo diverso per fare cose diverse. Anche se spesso... contemporaneamente. 

Il fenomeno che infatti si vede bene, è l'uso contemporaneo di attività web mentre si è davanti alla TV;  per amplificare ed arricchire la fruizione del programma TV (tenete duro, tra un po' ricomincia X-Factor e ci scateneremo su Twitter) o per fare altro - socializzare ad esempio - mentre si tiene la TV in sottofondo.

La cosa non è solo italiana: colgo l'occasione di questo report di Ofcom (UK) che dice che le famiglie inglesi, mai come oggi, hanno guardato la TV insieme, ma...

Communications regulator Ofcom said 91% of adults watched their main TV set once a week - up from 88% in 2002 - but their attention may be distracted.

It said the popularity of smartphones and tablets was taking teens out of bedrooms back into family rooms.

(fonte: http://www.bbc.co.uk/news/technology-23521277 è interessante. Potete anche leggere questo: 

The average UK household owns more than three devices capable of connecting to the internet, with one in five homes having more than six.

In contrast to the proliferation of mobile devices, the number of televisions we own is steadily decreasing.

Trovo significativo il fenomeno di riunione della famiglia, con i teens che ritornano al salotto per condividere programmi televisivi coi genitori.

Per l'Italia mi limito a ricitare questo articolo di Nielsen: 

Il consumatore a 360°: cosa ama guardare e cosa preferisce acquistare? 
con un aumento delle audience TV del 17% nel 2012 (complice la crisi e il calo di reddito disponibile...)


Insomma, con la TV dovremo farci ancora i conti per un bel po'. 

Anche sul grande schermo di casa, nn solo su tablet e smartphone. 

E quando arriverà il tanto atteso miglioramento della situazione economica, dovremo farci i conti anche in termini di investimenti in comunicazione - vedi alla voce (il tanto vituperato) TV advertising... 

Anche se ormai i buoi sono scappati dalla stalla e digital e social hanno preso una vita propria, anche se lo spostamento dei budget (spesso per puro opportunismo economico) ha creato dei nuovi modelli di comunicazione... niente sarà più come prima, ma è da pazzi pensare che a fronte di una crescita degli occhi parcheggiati davanti alla TV il mezzo venga abbandonato dagli inserzionisti.

Si potrebbe rispondere: guardano la TV, ma non la pubblicità, che non funziona più.
Beh, su questo fronte le (grandi) aziende non sono sceme ed hanno un'esperienza consolidata di decenni di analisi e pianificazione.

Nel momento in cui davvero si vedesse una totale inefficienza economica dell'adv TV, il problema si risolverebbe da solo, con la morte della TV generalista. E per vedere un po' di televisione, non ci resterebbe che passare a pagamento, con Sky o con Premium, pagando tariffe ben più alte delle attuali, se venisse a mancare il sussidio degli inserzionisti al nostro divertimento, alla nostra informazione televisiva.

lunedì, giugno 24, 2013

Second Screen USA: quasi il 50% - nuovi dati da Nielsen


Italia e USA sono parecchio differenti. E i dati vanno sempre presi con le pinze.

Detto questo, può valere la pena di dare un'occhiata ai più recenti dati che Nielsen ci fornisce sul fenomeno del Second Screen negli Stati Uniti.

"According to the latest Nielsen survey of connected device owners, nearly half of smartphone owners (46 per cent) and tablet owners (43 per cent) said they use their devices as second screens while watching TV every day. And more than two-thirds of tablet and smartphone owners said they used these second screens multiple times a week during Q1 2013. "

Altre info nella press release che leggete qui:

giovedì, marzo 07, 2013

L’Italiano digitale nascerà dalla Televisione?

Per fare l’Italia Digitale, non basta portare fibra fin nei più remoti comuni montani: bisogna anche fare gli Italiani Digitali

E’ tutta una questione di cultura: essere un paese “digitale” non vuol dire avere cento Mega di banda disponibili e poi non usarli. O usarli per condividere foto di gattini con la zia Pina.

E’ una questione di educazione, di costruzione di una propria esperienza personale.

In questa situazione, una scorciatoia potrebbe in parte però venire dal media più criticato, più diffuso e più utilizzato: la Televisione.

Ne parlo nel mio ultimo articolo per Techeconomy - che se volete potete leggere qui.
Enjoy

giovedì, novembre 22, 2012

Dati Internet etc: una raffica di dati da Censis

Per presentazioni, strategie, corsi di formazioni... vi pubblico un po' di dati presi di peso dal Rapporto Censis/Ucsi sulla comunicazione «I media siamo noi. L’inizio dell’era biomediatica»

Penso possano servire... i dati sono riferiti al 2012


La televisione continua ad avere un pubblico di telespettatori che coincide sostanzialmente con la totalità della popolazione (il 98,3%: +0,9% di utenza complessiva rispetto al 2011) [*alla faccia di chi dice che la TV è morta...*]


Successo delle tv satellitari (+1,6%) 



Crescono web tv (+1,2%) e mobile tv (+1,6%). Oggi un quarto degli italiani collegati a Internet (24,2%) ha l’abitudine di guardare i programmi dai siti web delle emittenti televisive e il 42,4% li cerca su YouTube per costruirsi i propri palinsesti su misura. Queste percentuali, già considerevoli, aumentano quando si prende in considerazione la popolazione più giovane, salendo rispettivamente al 35,3% e al 56,6% tra gli internauti 14-29enni, che sono i soggetti che più degli altri incarnano le nuove tendenze  


Cresce anche la radio: la ascolta l’83,9% della popolazione: +3,7% in un anno. La radio ascoltata via web tramite il pc sale (+2,3%) così come quella via cellulare  (+1,4%).

L' 80% degli italiani possiede un telefono cellulare (+2,3%), balzo degli smartphone (+10% in un solo anno), la cui diffusione è passata tra il 2009 e il 2012 dal 15% al 27,7% della popolazione e oggi si trovano tra le mani di più della metà dei giovani di 14-29 anni (54,8%).

Tablet: 7.8% la media degli italiani *a naso direi che sta salendo rapidamente*  sui giovani 14-29 la percentuale arriva al 13,1%


Su Internet ci sono il 62,1% degli italiani (+9% in un anno) [Nota: secondo Audiweb sarebbero  poco più del 47% gli italiani che si sono collegati a Internet almeno una volta nel mese di Settembre; bisogna fare le differenze tra possesso e uso... vedi il mio post]


Il dato sale nettamente nel caso dei giovani (90,8%), delle persone più istruite, diplomate o laureate (84,1%), e dei residenti delle grandi città, con più di 500.000 abitanti (74,4%). 

Social Network: continua la forte diffusione, con una tendenziale sovrapposizione tra Internet e Facebook [Nota: secondo un mio incrocio di dati, dovremmo aver superato il 79% degli utenti Internet che sono su Facebook, Censis lo pone al 66.6% - pari al 41,3% dell’intera popolazione e al 79,7% dei giovani.] 

YouTube, che nel 2011 raggiungeva il 54,5% di utenti tra le persone con accesso a Internet, arriva ora al 61,7% (pari al 38,3% della popolazione complessiva).



I lettori di quotidiani (-2,3% tra il 2011 e il 2012), che erano il 67% degli italiani cinque anni fa, nel 2007, sono diventati oggi solo il 45,5% – al contrario, i quotidiani on line contano il 2,1% di lettori in più rispetto allo scorso anno, arrivando a un’utenza del 20,3%. (calo e crescita quasi si compensano? Ma quel che conta, lo sappiamo, più che il numero dei lettori sono le effettive revenue pubblicitarie...)


Molte altre informazioni utili e interessanti sul Rapporto, che è scaricabile dal sito del Censis

mercoledì, settembre 19, 2012

La pubblicità diventerà un “trailer” dell’online?


Qual'è il rapporto tra online e adv "above the line"? Quali sono i ruoli tra spot e online?
Chi tira la volata a chi?

Riprendo e aggiorno un mio articolo di qualche tempo fa, perchè il tema è sempre più di attualità.

La TV non è morta, ma le emittenti non stanno bene
E' evidente che è in corso una profonda riflessione sul rapporto tra advertising classico e internet.

Non si possono trarre conclusioni massimalistiche tipo «l’advertising è morto» dato che, tra l’altro, un sacco di italiani non sono ancora su Internet e non usano i social. E anche se la TV fa ancora audience robuste, non è un segreto per nessuno che la raccolta pubblicitaria fa dei gran brutti numeri.

Advertising e Drive to Web
Buona parte della comunicazione pubblicitaria delle aziende racconta storie di prodotti oppure storie di marca.

Ora, sempre più, quando si lavora con le aziende e nelle agenzia, il mantra ricorrente è il “drive to web”. Il che significa fare della comunicazione il cui compito primario sia portare la gente ad approfondire il messaggio online. 

La cosa ha molto senso. I limiti di tempo, spazio e costi imposti dalla pubblicità tradizionale pongono limitazioni altrettanto severe alle pubblicità e alle narrazioni che si possono fare.
Chi ha lavorato in pubblicità sicuramente ha più di un caso in testa, in cui i creativi hanno tirato fuori una bellissima storia, emotiva e coinvolgente, brand building e memorabile… ma che funzionava solo tagliata in un filmato di un minuto e mezzo, quando il limite televisivo è ormai invalicabilmente di 30 secondi, meglio 20". Idealmente 5". E quella storia, a trenta secondi sapeva di poco. 

Guardate l’esempio di Heineken “The Entrance”. Confrontate il 30” andato in TV con la versione integrale andata su YouTube e che in tv non ci sarebbe mai potuta andare.
L’arrivo di Internet ha dato ai comunicatori la possibilità di avere un luogo dove mettere in onda la versione lunga, quella giusta, il director’s cut. Bastava solo trovare un modo di farlo sapere ai teleutenti. E di qui il drive to youtube. La tv come trailer della versione bella. 

Ma la comunicazione non è solo filmati emozionanti, è informazione, è engagement, è tante altre cose che nella caja tonta si trovano troppo strette. Mentre la non scatola ha uno spazio infinito per parlare, per discutere e dialogare, per fare informazione, fare servizio, permettere l’acquisto.
Da supporto a media principale?
Quello che una volta era il “...e poi mettiamo nell’annuncio anche l’indirizzo del sito”, si è trasformato: l’online che era accessorio in molti casi si è trasformato nell’obiettivo, nella spiaggia su cui far sbarcare le truppe dei potenziali clienti. 

Sia esso un sito o minisito, un blog o un attività social. Di qui una rivoluzione: se per anni abbiamo fatto attività online che facevano letteralmente schifo, in quanto impossibili “adattamenti” al web di campagne televisive intraducibili, ora come minimo andiamo verso concetti media neutral, media agnostic o chiamateli come volete; concetti che partono da un idea, non da un mezzo, e che per essere approvati devono anzi dimostrare di essere capaci di funzionare su tutti i mezzi, in primis l’online.
La brutta bestia della misurazione 
A complicare la faccenda, alza la testa la vecchia bestia: la misurazione dei risultati. 

Con la notevole eccezione dei comunicatori del direct marketing, pronti persino a farsi pagare a success fee (mi paghi sulla base dei risultati concreti che ti porto), il pubblicitario si è per anni trincerato dietro il fatto che tali e tanti erano i fattori che influenzavano il successo del prodotto… che anche la pubblicità migliore del mondo ( di certo la sua) poteva floppare a causa di errori fatti dal cliente su altri fronti. 

Di qui una sorta di deresponsabilizzazione, visto anche che l’efficacia della pubblicità sulle vendite è sempre stata molto mal misurabile. E il parametro del successo erano i premi vinti, assegnati a creativi da altri creativi – e non il temutissimo Roi.
Ora, pur con tutte le distorsioni del caso, l’online è molto più misurabile e specialmente in tempi di crisi, le aziende si sono fatte molto più schizzinose rispetto al tema di pagare senza poter misurare.

C’è quindi chi sostiene che in un futuro tutto l’advertising non sarà che un trailer (magari molto bello ma un trailer) di un’attività online. 

Leggiamo questo articolo e riflettiamo, specialmente perché è scritto da una persona di peso all’interno di un’azienda pubblicitariamente di peso come Pepsi Cola. Che fa considerazioni di buon senso e intelligenza. Magari non applicabili all’universo dei consumatori. Ma a molti (e a quelli che contano) sì.


martedì, luglio 03, 2012

Sky On Demand: non tutti sanno che.... (dal vostro inviato)



Reduce da una presentazione del nuovo servizio Sky On Demand, vi riporto cosa ci hanno raccontato, da bravo inviato speciale.
Non sto però a dirvi le cose "di base" sul servizio - quelle le trovate già sul sito o su un numero infinito di altri blog e forum, che vanno nel dettaglio. Anche perché altrimenti questo post diventa lunghissimo.

Mi concentro sulle anticipazioni ottenute e aggiungo un paio di riflessioni attinenti al fronte "comunicazione" - con qualche ragionamento su cosa potrebbe avvenire... premesso che avevo già testato da casa il servizio e che mi ha fatto un'ottima impressione; prevedo di farne un forte uso, essendo io uno di gusti televisivi un po' difficili e particolari.

Informazioni di base
Sky On Demand è un servizio di Video On Demand - ovvero, scegliendo tra una ampia lista di programmi disponibili, potete scaricare sull'hard disk del decoder (My Sky HD, collegato a Internet)  il programma e guardarvelo quando volete.

Non si tratta di uno streaming ma di un download: così, a fronte dell'attesa di qualche secondo perché si registri sull'Hard Disk una prima parte del programma, poi lo vedete senza temere interruzioni e salti - il programma resta poi sul disco per visioni successive... fino a quando non arriva a scadenza (per questioni di diritti, alcuni contenuti dopo qualche settimana o mese potrebbero essere automaticamente cancellati - ma dovrebbe essere un caso raro).

La qualità
Al momento i contenuti non sono in HD. 

Questo anche perché le persone devono un po' sperimentare il servizio e vedere come va. Abituarsi e farsi una buona prima impressione. 

Un contenuto in HD ci mette di più a scaricarsi, quindi i tempi di attesa sono un po' più lunghi. E il rischio è che le persone potrebbero trovare eccessivo questo tempo di attesa (al momento per i contenuti in SD, a seconda della banda a disposizione, la mia esperienza personale è che tra i 10 e i 30 secondi sono sufficienti per veder iniziare il play, mentre sotto continua a registrare).

La qualità (in realtà è una qualità intermedia tra SD e HD) è comunque piuttosto buona.

A tendere però, l'utente potrà scegliere la qualità - ovvero decidere se vale la pena aspettare qualche secondo in più e scaricare la versione HD, oppure se preferisce maggior rapidità e una qualità inferiore.

Il catalogo
A oggi sono 1.200 titoli disponibili, a tendere si pensa di averne circa 2.000, con una rotazione settimanale. Si stima di far ruotare in un anno almeno 8.000 contenuti. Molto interessanti per me sono i cofanetti completi delle serie, e i percorsi tematici cinematografici, con un taglio anche culturale (finalmente...).

Sempre a tendere, intendono rendere disponibile (a rotazione) tutta la programmazione cinema (visibile, ovviamente, solo a chi ha sottoscritto il relativo pacchetto).

Sullo sport: gli eventi saranno tendenzialmente in diretta, ma aggiungeranno in download degli speciali, sintesi delle partite, approfondimenti. Le cose che costruiscono un'integrazione all'esperienza dell'evento. In preparazione (vedi Olimpiadi) o come analisi ex post.

Interessante notare che ci saranno anche i contenuti Primafila - quelli da comprare per vedere, fuori pacchetto; e qui l'acquisto sarà semplicissimo, direttamente dal telecomando. Riducendo attriti e favorendo l'acquisto d'impulso (nota per me stesso: ricordarsi di bloccare il servizio, onde evitare che i bambini massacrino il mio conto corrente)

Il prezzo
E' gratis. Per gli abbonati Sky con almeno un anno di anzianità, solo loro per ora possono accedere al servizio - una maniera per fare (immagino) una beta allargata e premiare la fedeltà. 
Non si tratta di una promozione temporanea, per quello che si riesce a capire il servizio dovrebbe restare gratuito.

Il modello di business
Interessante: viene riconfermato che l'obiettivo di business è il centrarsi sugli abbonamenti come fonte principale di revenue - con la pubblicità come fonte secondaria. E quindi l'obiettivo del nuovo servizio è fare soprattutto retention dei clienti. 

Si insiste molto sul tema di aggiungere valore a fronte del canone che viene richiesto, aggiungendo nuovi servizi gratis, come già SkyGo. Di coccolarli. Di tenere a bordo i 5 milioni che hanno il servizio (e magari aggiungerne un po', direi...)

E di migliorare il valore del tempo passato a usare Sky, massimizzando la soddisfazione attraverso l'accesso a contenuti on demand. In sostanza, pago, ma vedo (sempre? solo?) contenuti che mi piacciono molto, quindi vale la pena continuare a pagare.

E il mobile on demand?
Nessuna informazione certa sui tempi... tranne il fatto che arriverà :-)

Maggiore controllo sul proprio palinsesto, la TV non vuole morire. E meno pirateria?
L'operazione segue la evidente tendenza di molte persone (non tutte) dell'avere un maggiore controllo personale sul proprio palinsesto. Il che ha decretato (insieme a altri motivi) il successo del video su Internet.

Dato che la TV non vuole morire (e le audience televisive non stanno certo calando, in media) e lasciare campo libero all'online, offrire un'alternativa di qualità in modalità on demand mi sembra una bella cosa.

Di certo potrà rendere meno interessante il ricorso alla pirateria (poi dipende...). Io posso essere tentato di scaricarmi illegalmente delle serie TV, dato che non sono facilmente reperibili, che il cofanetto coi DVD costa un sacco e la spesa non è magari giustificata dal fatto che finisco per vederli una volta massimo due.

Se però posso averli in qualità superiore a quella di un download illegale, senza sbattermi a cercarli su muli o torrenti, ritrovandomeli direttamente sulla TV e per di più gratis e che non devo aspettare ore o giorni per tirarli giù... ma chi me lo fa fare di piratare? ;-)

A me piace molto poter recuperare programmi che mi sono perso - che mi sono dimenticato di registrare (io personalmente uso molto la Guida TV su iPad, per poter programmare le registrazioni da remoto, cosa che trovo comodissima). E già adesso mi sto progressivamente svincolando dall'orario di emissione.

Mi organizzo un pacchetto di download, poi quando ho tempo e voglia di vedere TV decido al momento (dopo serrate negoziazioni con la moglie) cosa vedere. Il che, devo ammetterlo, ha fatto sensibilmente aumentare il mio tempo dedicato alla TV negli ultimi mesi.


Qualche riflessione sul mercato pubblicitario...
E' chiaro che, in un contenuto scaricato, teoricamente la pubblicità si può saltare facilmente con un bel fast forward (a meno di renderla non skippabile, cosa che non prevedono di fare).

Al momento la pubblicità sembra essere prevista con messaggi in apertura del programma - da quello che si può capire non dovrebbero esserci dei gran break pubblicitari all'interno del programma... e come detto, l'adv è vista come fonte aggiuntiva di revenue, più che come business principale.

Ma soprattutto, la profilazione...
Come da tempo ipotizzato, è chiaro che Sky può sapere esattamente, per ognuno di noi, cosa guardiamo, cosa ci piace e cosa non ci piace. Raccogliere dati. Profilarci, imparare a conoscerci e a capirci. E proporci della pubblicità ad hoc, su misura. Offrendo quindi agli inserzionisti non dei target ma un approccio pubblicitario quasi one to one o almeno una segmentazione molto più mirata.

Premesso che quelli di Sky si sono subito cautelati di spiegare che per fare questo vengono chiesti permessi all'utente, non sembra essere un progetto, questo della vendita di adv sulla base della profilazione, che verrà reso disponibile - quantomeno non a breve.

Certo che, almeno in teoria, potrebbe essere molto interessante per gli inserzionisti... per ridurre le dispersioni e rendere più economicamente efficiente il proprio piano media, andando a proporre lo spot giusto alla persona giusta, massimizzando la probabilità di parlare a persone cui il nostro messaggio potrebbe davvero interessare, piuttosto che sparare nel mucchio di una pianificazione socio/demo...;-)

 E il social? E la raccomandazione?
A parte il fatto che Sky si sta muovendo con un certo impegno a integrare il social con la TV (a me è piaciuta anche la sperimentazione fatta con l'app per iPad di X-Factor, organizzando in modo strutturato la visione sui due schermi in diretta, provando a dare un valore aggiunto e controllando un po' un fenomeno spontaneo... ma ci sta)... sarà interessante vedere come il social potrà entrare nei meccanismi di raccomandazione.

Sembra di capire che prima o poi vedremo un "recommendation engine" - ovvero la TV che ci suggerirà, basandosi sui nostri gusti e consumi, cosa potrebbe piacerci.
Ma anche, almeno a livello teorico, la possibilità di avere raccomandazioni sulla base dei consumi dei nostri amici, nel più classico dei modelli, da Amazon a TripAdvisor...

Cosa non mi è piaciuto?
Adesso lo testo, poi vi dico. Di pancia non mi è piaciuta tanto la scelta di offrire un device di connettività WiFi così costoso per chi non può connettere il decoder alla rete con un cavo (come nel mio caso).

Va detto che poi uno è libero di usare quello che gli pare, e che ci sono soluzioni molto meno costose dei 99 euro del kit che loro propongono e vendono. 

Capisco anche che non abbiano voluto ficcarsi in un ginepraio, suggerendo soluzioni non testate etc... prendendosi il mal di pancia di lamentele su prodotti che non sono loro... io comunque ieri sera su Amazon (dopo aver duramente tentato di far funzionare postotipi tecno wifi che avevo in cantina) ho acquistato una soluzione alternativa a una ventinata di euro. 

Tra un paio di giorni arriva, poi magari vi dico come va... (da quel che ho letto in giro, dovrebbe funzionare.... ma per favore, non entriamo in discussioni tecnologiche/applicative su questo blog, che non è il posto giusto)

Nota: lo so che la trattazione non è esaustiva e non vuole esserlo. A me interessa riflettere su alcuni aspetti di comunicazione e media digitale. Per analisi critiche su come funziona, tecnologie, etc etc.... moltissimi altri blog e forum sono a disposizione. A ognuno il suo mestiere e il suo focus editoriale... ;-)





lunedì, marzo 19, 2012

Playboy: più twitti, più vedi :-)

Interessante uso creativo di Twitter (Playboy TweetGrid)

Durante una trasmissione televisiva, i telespettatori sono stati invitati a retwittare un messaggio... in modo che, pian piano, si scoprisse l'anteprima della playmate... vedi alla voce dare una buona motivazione.

Guardatevi il filmato, che spiega bene.


lunedì, febbraio 13, 2012

Deloitte: le previsione per il Media dei prossimi 12-18 mesi...

La società di consulenza Deloitte ha da poco presentato le proprie previsioni su come evolverà lo scenario dei media per i prossimi 12-18 mesi.

La cosa è interessante, perchè queste predizioni intanto influenzano le aspettative delle aziende (almeno di quelle che si documentano e studiano) e poi perché magari si realizzano davvero...

Metto in corsivo la sintesi (di alcune) predizioni, in modo che si veda quali sono i loro testi e quali i miei commenti... separiamo i fatti dalle opinioni, o meglio le opinioni degli altri dalle mie.

1. La TV resta una superstar, anzi si rafforza (link)
(e questa predizione potevo farla anch'io ... ;-)

Nel mondo si guarderanno 140 miliardi di ore di televisione in più e ci saranno 40 milioni di nuovi teleutenti 

Le revenue pubblicitarie televisive nel mondo aumenteranno di 10 miliardi di $ ( in Italia io però non scommettere nemmeno che le revenue pubblicitarie attuali in TV resteranno stabili, anzi,,, ma potrei sbagliarmi).

Gli show televisivi saranno l'argomento di conversazione più comune nel mondo - e saranno l'argomento di più di un miliardo di tweets (ancorché una buona parte - la maggioranza forse - della popolazione televisiva mondiale non ha accesso a Internet, è anche vero che se vi fate un giro su Twitter durante certi programmi TV vedete quanta gente ama commentare in diretta gli spettacoli.. e parlarne a posteriori)

Il DVR (vedersi la TV registrata in differita...) e la TV online hanno contribuito ad aumentare le audience televisive


Deloitte also expects television to grow its share of audience attention, despite competition from many other existing and emerging distractions – both online and offline. In 2011, aggregate television viewing will likely reach 4.49 trillion hours. 

The global television audience is expected to grow by 40 million to 3.7 billion viewers; yet half of the world’s population will remain untapped, leaving significant headroom for the television market to grow. 

Viewing per person is forecast to rise modestly to 3 hours and 12 minutes per day.  Per confronto, il consumo quotidiano di Internet in Italia è sotto 1h 30'. Ma da altre fonti il consumo di televisione in Italia viene dato superiore alle 3 ore al giorno... (!)


Television is likely to retain its status as the media that most powerfully influences content creation in other media sectors. Television should remain, for example, a key driver of the book trade. 

BTW: in effetti, anche in Italia, negli ultimi anni si è assistito ad un aumento del consumo televisivo (checché ne dicano certi opinionisti che evidentemente non guardano i numeri). Qui trovate una dotta e matematica analisi del perché cresce la Tv in Italia: http://fe-mn1.mag-news.it/nl/l.jsp?Wd.3f.A.A.A.A&idn=125
D'altra parte però, è anche vero che con il crescere dell'età si guarda più TV ( quindi in Italia, con l'invecchiamento in corso, la TV ne gode - ma che secondo altre ricerche i giovani guarderebbero via via meno TV...)



2. La Televisione resterà una faccenda "Push"
Deloitte predicts that In 2011 despite the sale of tens of millions of television sets that offer a form of built-in search capability for television programming, the vast majority of viewing will be delivered on a traditional “pushed” basis, in other words the schedules will be determined by channel planners. And a growing number of selections may be pushed via recommendation engines built into the television or set top box. However the “pulling” of television content by viewers beyond the selection of a television channel is likely to remain an exceptional behavior.

Searching will be available to varying degrees of sophistication, ranging from simple search apps selectable from an on-screen menu, to powerful functionality that enables searching across a wide variety of broadcast, streamed and stored content.
Yet adoption of program searching is likely to remain modest, largely because of a lack of need.

Nel senso che, a quanto pare, la maggior parte degli esseri umani non sente il bisogno di una TV on demand o online (sono 20 anni che on e off mi occupo di TV interattiva e le evidenze sono sempre quelle...)

Nel senso che la gente si accontenta (felicemente) di beccarsi il palinsesto previsto dalle stazioni (facendosi dei sani zapping). E, secondo me, chi non si trova bene con il palinsesto, si guarda delle cose preregistrate o, Dio ci scampi, scaricate dalla Rete... 

In sostanza, almeno a breve, on sembra delinearsi un gran numero di persone che gestiscono attivamente il proprio palinsesto... anche se ci sarà una cospicua offerta di televisori con funzioni di "search" 

Già che ci siamo segnalo anche questa riflessione sul consumo della TV tradizionale vs quello della TV in streaming: http://www.next-tv.it/2011/06/15/nuovi-dati-nielsen-ogni-minuto-dedicato-allo-streaming-e-un-minuto-in-meno-davanti-alla-tv/

3. Social network advertising: how big can it get?
 Deloitte predicts that in 2011 social networks are likely to surpass the breathtaking milestone of one billion unique members. Also, they may deliver over 2 trillion advertisements. Yet the advertising revenues directly attributable to social networks may remain relatively modest compared to other media, at least in the short term.


Nevertheless, thanks to a low cost base, social networks might still achieve impressive gross margins despite their relatively low revenue per user – particularly when compared with the traditional media companies they are competing against. A social network’s cost of content is close to zero since it merely provides the infrastructure, while its users and third party app developers provide all the content.

E vabbè, dato che il content lo facciamo noi aggratise, la base dei costi è ridotta (pensate quanto meno spende Facebook rispetto ad una televisione, per parlare degli affari del mondo... o meglio far parlare). E quindi se le tariffe sono basse i costi lo sono di più e i margini salgono...  

Poi c'è un'altro po' di predizioni più specificamente relative al mondo dei videogame e della musica... con riflessioni anche sui loro revenue strema futuri. Li trovate nel loro documento, che potete leggere a questo indirizzo:

lunedì, ottobre 03, 2011

Molto interessante: Mediaset + Facebook +Televoto + Credits.



Questa cosa è passata un po’ sottotraccia (anche se mi ha battuto sul tempo Marco Massarotto) ma secondo me è una notizia molto interessante, per parecchi motivi.

La notizia: lunedì sera è andata in onda la prima puntata di Baila, su Canale 5. Lasciando perdere - perché fuori tema del post - tutte le polemiche e le complicazioni della messa in onda della puntata, per la prima volta in Italia è stato possibile effettuare il televoto via Facebook.

Il mitico Televoto è una delle colonne portanti di questo gente di programmi televisivi; se volete, un modo per fare engagement del pubblico in una sorta di multicanalità ante litteram ;-) ma anche una fonte di revenue che entra nel modello di business del programma.

Storicamente infatti il televoto si effettua con una chiamata telefonica “premium”; per capirci, votare via telefono per Baila costava attorno ad 1 Euro. Che viene poi suddiviso tra l’emittente televisiva e l’operatore telefonico attraverso cui è avvenuta la chiamata, in revenue sharing.

Ora, come detto, per la prima volta in Italia si è potuto esprimere il proprio voto attraverso Facebook - anche in questo caso a pagamento.
E su Facebook, per pagare,  si usano i Credits, la moneta privata del Social Network. Qui la faccenda si fa interessante. Per la prima volta ho visto una applicazione concreta di questa moneta in Italia al di fuori del mondo dei giochi sociali.

Se mi sono mancato qualcosa, segnalatemelo - ma non credo proprio sia stato fatto nulla su questa scala e su questa dimensione di pubblico: 4 milioni abbondanti di audience del programma e il lancio del FB-televoto  in diretta TV da parte di Barbara D’Urso… che quindi spinge sia il programma che i Credits.

In effetti da un po’ di tempo mi stavo proprio domandando che fine avrebbe fatto questa moneta made in Zuckerberg e se sarebbe stata adottata da qualcuno che non fosse lo Zynga di turno ;-)

Politiche di prezzo diverse, FB è più conveniente…
Fatti un po’ di conti c’è da notare anche che il costo del televoto via FB è stato inferiore a quello via telefono; è vero che 10 credits costano 10 dollari al cambio ufficiale, ma la realtà è un po’ diversa ;-)

Se provate ad acquistare Credits dalla pagina FB di Baila (ovvero da qui ), pagando con Paypal ve ne lasciano 50 per 3.68 Euro - quindi avremmo potuto votare via FB a 0.736 Euro. Ergo uno sconto rispetto al telefono di oltre il 25%.
Facile pensare che i margini retrocessi agli operatori telefonici siano comunque un po’ più pesanti rispetto a quelli che può richiedere un Facebook - che potrebbe essere molto interessato a entrare in questo business.

Ma dove stiamo andando a parare?
Qualche mia considerazione e illazione.
Andare a far televotare su Facebook può essere un’indicazione che si percepisca il televoto “classico” come limitato per le nuove audience più “tecnologiche” e “Sociali”? O almeno si cerchi di affiancare un nuovo tool per fare un po’ più di engagement e salvaguardare delle fonti di revenue addizionali? (sarebbe molto interessante poter avere dei dati su quanti voti ha avuto il programma via telefono e quanti via Facebook…)

Seconda considerazione: Mediaset sta facendo molto pressing sui Social Media per i propri programmi e presidia in modo molto attivo e conversazionale le pagine FB; a pochi giorni dalla prima puntata Baila ha già superato gli 11.000 fan, mentre lo storico programma "Cotto e Mangiato” ne ha più di 323.000 - che non son pochi. 

Qui ci sarebbe da aprire il tema dell'engagement attraverso il “Second Screen”, parlare di programmi TV che il pubblico guarda con il tablet/notebook/smartphone sulle ginocchia per commentare con il proprio network (e se guardate i Social di molti altri programmi televisivi vi rendete subito conto che l’uso contemporaneo dei due schermi è davvero un fenomeno in espansione). 

Terza considerazione: a me verrebbe da pensare  che “Baila” non sia proprio il massimo come target Facebook ;-)  Allora potrò sbagliarmi.. ma credo sia plausibile pensare che questa di Baila sia una forma di sperimentazione su un programma meno “mission critical” … prima di fare un rollout del televoto Facebook-centrico su qualche programma un po’ più pesante? ;-)

E se la cosa funziona, vedremo altre aziende aderire alla valuta Facebookkiana e usarla per delle “Self Liquidating Promo” o altre forme di interazione con marche e prodotti a pagamento?

venerdì, settembre 24, 2010

Tv interattiva? Bastano le orecchie dell'iPad


Il televisore che interagisce con lo spettatore, un'idea che non vuol saperne di morire. Da anni. Forse oggi si è capito perché: si cercava di rendere intelligente un tubo stupido, invece di affiancargli uno schermo intelligente (e con l'udito fino).


Un'app della rete TV ABC rende interattivo (grazie all'iPad) un programma che va in TV...

Leggete la storia nel mio articolo settimanale su Apogeo.

venerdì, ottobre 16, 2009

Molto semplice, carina


Campagna televisiva per VOD - Video On Demand (un canale di televisione a richiesta, in streaming, israeliano).

martedì, settembre 15, 2009

USA +20% consumo di TV Online, ma è una TV...tradizionale!

Secondo dati rilasciati dall'ente no-profit Conference Board, continua a crescere la fruizione di contenuti televisivi attraverso il computer. E non stiamo parlando (solo) di corti autoprodotti, filmetti virali etc: qui si parla proprio della TV "vera", ridiffusa dai network e simili online.

Insomma, in un certo senso un mantenere immutato il modello di fruizione, cambiando però lo schermo... con la marginale differenza che qui si tratta di consumo on demand e non inflittivo / palinsestato.

Quindi ci si inizia a interrogare sulla fine dell'"Appointment TV", verso una TV sempre più su richiesta - con tutte le conseguenze sulla programmazione e sopratutto sulla pianificazione pubblicitaria, unica vera risorsa che tiene in piedi i network televisivi.

Vedere quello che vuoi, ma sopratutto quando vuoi. E non perdersi le puntate... con l'onerosa conseguenza di dover attendere il (costoso) DVD qualche mese dopo per scoprire che diavolo era successo nell'episodio mancante.

Qualche numero: ormai il 25% dei focolari americani guarda la TV (anche) online (+20% vs 2008). E un 20% dichiara che la TV online ha fatto calare il proprio consumo di TV tradizionale.

Il dato più tosto è il quadruplicare su base annua degli utenti di Hulu (che ridiffonde contenuti di ABC, Fox, NBC...), che è ormai il terzo opunto d'accesso televisivo online, rosicchiando terreno a YouTube, buon secondo. Al primo posto? semplice, le "solite TV"- è infatti da notare che due terzi abbondanti dei video-internet-utenti accedono ai contenuti attraverso il sito dell'emittente televisiva - non cercano dunque contenuti "alternativi" ma proprio la televisione di tutta una vita...

I contenuti più gettonati sono le news - con un 43% dei videoutenti, seguiti da reality , sitcoms e sport. Di nuovo nulla di nuovo di fronte allo schermo...e un PC che sta diventando elettrodomestico quasi quanto la solita TV a schermo più o meno piatto o bombato?

Due terzi degli utenti guarda i contenuti in streaming, un 41% va di download gratuito. Ma quasi tutti la TV la guardano da casa... solo 1 su 10 dall'ufficio (la produttività ringrazia).

www.conference-board.org

giovedì, agosto 27, 2009

In Inghilterra è finito il Grande Fratello

Dopo 10 anni di programmazione, in UK il canale televisivo Channel 4 ha deciso di chiudere (definitivamente?) il Grande Fratello, lo show simbolo del reality, dopo l'edizione 2010 (sempre che questa non sia un tale successo da far cambiare idea, aggiungo io).

L'audience del programma si è infatti più che dimezzata, al punto da renderlo economicamente molto meno interessante in termini di revenue generation per la stazione televisiva (poi c'è dietro anche una questione di rifarsi un'immagine agli occhi dei politici, perché il canale sta chiedendo un intervento pubblico per ripianare i propri debiti... leggetevi l'articolo del Times).

C'è da interrogarsi sui motivi della disaffezione.

La gente si è evoluta e ha migliorato i propri gusti? O Big Brother si è fatto superare a sinistra da altri reality più "aggressivi" e dobbiamo quindi aspettarci contenuti e situazioni sempre più controversial per mantenere alta l'audience?

E uno show sempre più controversial riuscirebbe ancora ad essere accettabile come contenitore pubblicitario per brand che comunque intendono mantenere una certa immagine di marca?

I reality sono comunque il simbolo del divide che contraddistingue le nostre società - in fondo un po' il simbolo di quei target poco o nulla digitali e il controsimbolo di quei target che hanno largamente invece abbandonato la TV a favore di consumi media online, interattivi, attivi/partecipativi.

Eppure... visto che il GF nel Regno Unito sta per uscire dalla TV, il produttore dello show (Endemol) pare stia pensando di portarlo su Internet... un broadband/VOD/streaming grande fratello internettaro...?

Sarebbe interessante vedere se il cambio di "canale" cambierebbe l'audience e/o se questo implicherebbe modifiche tali al format da renderlo appetibile anche ad un target più digitale... ne parliamo forse a partire dal 2011

venerdì, aprile 10, 2009

Verizon Promette la Pubblicità Casa Per Casa in TV

Verizon annuncia entro pochi mesi la pubblicità personalizzata casa per casa sulla propria IpTv.

Se a questo aggiungessimo la tanto decantata interattività, forse mancherebbe molto poco per trasformare la televisione in uno strumento di direct marketing.

Per approfondire il tema, leggete il mio articolo su Apogeo... e se non ci sentiamo prima, Buona Pasqua!

venerdì, febbraio 13, 2009

Il 3D bussa di nuovo. Gli apriamo?

Gli occhialetti con una lente blu e una lente rossa, ricordate? Negli Stati Uniti sono tornati prepotentemente in auge, sostenuti da un manipolo di colossi dell’hardware e dell’entertainment.

Cambieranno, questa volta, il modo in cui andremo al cinema e guarderemo la tv?

Interessante l'operazione di advertising 3D durante il Superbowl e l'impegno di DreamWorks di girare d'ora in poi tutti i suoi film con tecnologia tridimensionale.

Per saperne di più, come al solito, vi rimando al mio settimanale articolo su Apogeo.

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