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lunedì, maggio 13, 2013

Negozi fisici moriranno? Non hanno i Big Data... ma forse succederà un'altra cosa...


Non avendo Big Data i negozi fisici sono destinati a morire?

Questa è la tesi di John Lunn, Global Director of the PayPal Developer Network - come potrete ascoltare dal video qui sotto che riprende il suo intervento alla The Next Web Conference ad Amsterdam.

La teoria è che senza dati, non si sa in realtà nulla dei nostri clienti. E che i negozi "fisici" questi dati non li raccolgono o non li sanno usare. Mentre i giganti dell'e-commerce lo sanno fare eccome.


E quindi sanno stimolarci, proporci cose, suggerire idee, farci offerte personalizzate, upselling, crosselling. Sanno cosa abbiamo fatto, chi e cosa siamo, cosa abbiamo guardato, desiderato, visto e rivisto... ci conoscono: il fattore chiave alla base del marketing e della comunicazione. Mentre i negozio tradizionali, specialmente se catene impersonali non hanno la minima idea di noi.


Qualcuno dei più attenti lettori obietterà che per molti c'è ancora la necessità di toccare con mano, provare, misurarsi i prodotti.

E a questo la risposta è il fenomeno dello showrooming. Dove si va in negozio, si valuta e poi (magari con uno smartphone, senza allontanarsi nemmeno dal negozio si va vedere quanto si risparmia comprandolo su Amazon e soci. (Sullo showrooming e i goffi tentativi per combatterlo si veda questo mio post).


Però forse potrebbe capitare una cosa ancora diversa, uno showrooming al contrario. Chiudono i negozi tradizionali e al loro posto subentrano (mettendo giù i mattoni) negozi che fino a ieri erano solo digitali. Dove si va online, si vede, sceglie, decide. E poi si compra in negozio che si ha prima il prodotto.


Provate a leggere questo articolo, che è suggestivo. Online shops take stock and move into the High Street Ma anche questo: All change: high street shops reveal a retailers' revolution

Ma anche questo articolo sui negozi di Google:  Google Works on Launching Retail Stores

E Amazon cerca più spazio (fisico) a Manhattan: Amazon Shops to Boost City Space

giovedì, aprile 04, 2013

Che paura lo Showrooming: in negozio si paga per entrare.


Lo Showrooming sembra essere un fenomeno che preoccupa sempre di più i Punti Vendita.

In estrema sintesi è quella pratica per cui andiamo a vedere un prodotto in negozio, magari lo proviamo e verifichiamo la taglia; poi usciamo e il prodotto lo compriamo su Internet, su Amazon, su eBay, alla ricerca del prezzo migliore ma avendo "toccato con mano".

Pratica particolarmente diffusa per il Consumer Electronics.

Che fosse un fenomeno in arrivo lo si sapeva da tanto tempo (e ci ero arrivato persino io) . Ma adesso con la diffusione del mobile, la cosa è diventata ancora più parossistica e veloce.


Così il negozio si trova a svolgere (gratuitamente) un ruolo che poi favorisce suoi concorrenti magari in un'altra nazione.



Così i punti vendita stanno iniziando a reagire.


C'è chi lo fa in maniera un po' provocatoria - abolendo il famoso "ingresso libero" al negozio: e così un negozio australiano chiede un fee di 5 dollari per entrare e guardare i prodotti. Fee che viene restituito in caso di acquisto.

Best Buy, invece, reagisce promettendo di fare un price matching, in modo che non ci siano motivi di prezzo per andare a guardare da loro ma poi comprare altrove (e attendere la consegna...)

E Walmart sviluppa applicazioni per smartphone per incentivarne l'uso nei propri negozi... e dare buoni motivi per non copmprare altrove.

E da noi? C'è qualcuno che si sta facendo delle domande e predisponendo delle risposte?