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lunedì, dicembre 05, 2011

Sei chiavi per un sito mobile di successo

Nuova puntata del mio corso di marketing digitale per non esperti. Ospitato da Eurogroup.  

In questa edizione, si ragiona su Internet mobile, come fare un sito che funzioni: propongo sei chiavi importanti per orientare strategia ed esecuzione delle nostre attività mobili.

Internet Mobile rappresenterà, nel giro dei prossimi anni una parte importantissima del traffico totale sulla Rete, anzi probabilmente ci si collegherà più da mobile che da fisso, più da tablet e smartphone che da computer fissi. 

Sempre più persone stanno accedendo a Internet Mobile, anche grazie alla disponibilità di cellulari a costo contenuto, in grado di connettersi e di permettere di interagire sui Social Network, usare la posta e visitare i siti web. 

Questo fenomeno non potrà non avere conseguenze importanti per le aziende, nella misura in cui i clienti andranno a chiedere informazioni, a consultare siti da terminali mobili - dovendosi confrontare con siti che erano stati pensati per i PC e non per i piccoli schermi senza una tastiera comoda quanto quella di un notebook o di un desktop.  



E ora un breve messaggio commerciale ;-) No, scherzi a parte, dato che Eurogroup è lo sponsor di questo corso di marketing digitale / web marketing, mi sembra corretto postare ogni tanto qualche informazione su di loro...


A proposito di Eurogroup:

Attraverso i servizi di garanzia al credito di Eurofidi e le attività di consulenza aziendale di Eurocons, identifica un’offerta estesa e integrata di prodotti rivolti allo sviluppo delle piccole e medie imprese.
Obiettivo di Eurofidi, società consortile di garanzia collettiva fidi per azioni, è assicurare alle piccole e medie imprese un più ampio accesso al credito attraverso la concessione di garanzie. Per dimensioni, struttura e capacità di intervento, è tra le più grandi realtà di garanzia europee e rappresenta uno dei maggiori Confidi in Italia. In favore delle sue imprese socie, il sistema bancario ha complessivamente erogato finanziamenti per 6,6 miliardi di euro, (quasi 3 miliardi solamente nel 2010), con più di 3,7 miliardi di euro di garanzie rilasciate (1,6 miliardi nell’arco dello scorso anno).Eurocons, società consortile per la consulenza aziendale a responsabilità limitata, è una consulting per le Pmi, alle quali fornisce servizi ad alto valore aggiunto. Operativa dal 1994 con lo scopo di aiutare le imprese a sfruttare le agevolazioni finanziarie previste dalle leggi regionali, nazionali e comunitarie, negli anni successivi ha incrementato la sua gamma di attività. Oggi le principali aree sulla quali opera sono: finanza agevolata e internazionalizzazioneconsulenza gestionale ,sistemi per la qualitàfinanza straordinariaEurocons offre inoltre due specifiche attività di consulenza nel campo del risparmio energetico e dell’uso di fonti rinnovabili (con il prodotto “Energia") e della sicurezza in azienda (con il servizio “Sicurezza"). Al 31 dicembre 2010 Eurofidi ed Eurocons associavano in tutto oltre 46 mila impreseUn marchio di qualità per imprese di valoreIl marchio Eurogroup è stato creato nel 1999 per volontà di Finpiemonte, l'Istituto Finanziario della Regione Piemonte (oggi Finpiemonte Partecipazioni), per contraddistinguere l'offerta di servizi a favore delle Pmi di Eurofidi e di Eurocons. I due soggetti operativi hanno però una storia più articolata: Eurofidi è stato istituito nel 1979, mentre Eurocons inizia a operare nel 1994. Nel 2009, Eurocons ha dato vita a Euroenergy, società che ha l’obiettivo di fornire alle aziende di tutta Italia soluzioni impiantistiche “chiavi in mano” nel campo delle energie rinnovabili.Grazie allo sviluppo di una capillare rete di filiali (29 tra Piemonte, Liguria, Lombardia, Emilia Romagna, Umbria, Marche, Toscana, Abruzzo e Lazio e un’operatività che abbraccia anche Valle d’Aosta e Molise), oggi Eurogroup è un marchio riconosciuto per prodotti di valore rivolti alle Pmi

lunedì, ottobre 17, 2011

Google lancia le statistiche in diretta, la schiavitù del sito in real time


Cambierà il modo in cui facciamo e gestiamo i siti? 

Inevitabile, è arrivata anche l’analisi delle performance dei siti in tempo reale. 
Google ha infatti annunciato il lancio di Google Analytics in real time. 

 Da un certo punto di vista possiamo dire che si tratta di un altro punto sulla curva: una curva che descrive un marketing e un business sempre più frenetico. E il rischio degli Analytics in Real Time è proprio quello di concentrarsi sull’attimo fuggente e perdere di vista la big picture. Di concentrarci sulla tattica e di perdere di vista la strategia. Anche se, in termini di marketing, si tratta di strumenti utilissimi per tutti quelli che davvero *fanno* un business in real time, come l'e-commmerce.

Ne parlo, dal punto di vista di un digital planner, nel mio articolo per Apogeo, che se volete potete leggere qui.

lunedì, gennaio 17, 2011

Il contenuto non è un accessorio


Il contenuto va progettato contestualmente al resto nelle operazioni on line.

Online (semplificando un po' le cose come al solito) possiamo dare ai nostri visitatori tre cose: 

  • emozioni
  • servizio
  • contenuti. 

Spesso i siti sono un mix di queste tre cose, in misura diversa lo possono essere anche altri strumenti di comunicazione Internet - come i Social Media o SlideShare, o YouTube.

Restringendo il discorso ai siti (da cui si possono derivare i ragionamenti relativi ad altri strumenti), molto spesso quello che ho visto fare è stato concentrarsi sulla strategia (correttissimo), poi sviluppare l'idea del sito (corretto), la sua mappa (inevitabile) e poi iniziare a realizzarlo graficamente.

Una volta pronto e approvato il sito, qualcuno si è posto il problema dei contenuti. E lì sono saltati fuori i pasticci.

Altro errore tipico è quello di definire quali dovrebbero essere i contenuti del sito, costruire la mappa, pensare la natura/idea stessa del sito attorno a questi contenuti che abbiamo previsto, disegnare le pagine. 
E poi scoprire che nessuno ha idea di come e a chi far fare questi contenuti.

Se il tema vi interessa potete leggere il resto del mio pensiero nella nuova puntata del mio corso di e-marketing per le PMI e i non esperti in digitale, giunto ormai al suo sesto (!) anno di attività sul portale di Eurogroup.

Il link diretto è questo

lunedì, ottobre 11, 2010

Twittermoms lancia il marchio di qualità delle mamme Twitter

Un influente gruppo di madri su internet ha creato un proprio bollino di riconoscimento per certificare prodotti “mother-friendly”. Una grande opportunità per il marketing, non senza qualche rischio

Twittermoms.com è un network di madri connesse su Twitter. E sono tante, oltre 27.000 – la maggior parte delle quali si può vantare di avere centinaia di follower...

Parlo di questo nel mio articolo settimanale su Apogeo, che potete leggere qui.




venerdì, ottobre 08, 2010

Umani, domani. Oggi, su Panorama First

Se a qualcuno interessa il tema, oggi è uscito su Panorama First un mio pezzo di fanta-scienza (tutto sommato) o per meglio dire di scenario, sui robot nella nostra società tra qualche anno.

Non troppo serio ma abbastanza serio. O una via di mezzo.
Sorry, è solo su carta...

(no, le foto non le ho scelte io... ;-)

Ci si riprova con l'Agenzia che non esiste (nuovi modelli di biz)

Co: è una nuova agenzia inglese. Basata sul principio (che già da anni circola) di non avere uno staff permanente ma di aggregare professionisti e risorse in team temporanei, costruiti attorno alle necessità circostanziali dei clienti. E alla fine del progetto dissolti. Aggregando persone, consulenti e agenzie specializzate. Co-creation, co-qualchecosa.

Interessante. In realtà anche a me capita già di lavorare spesso in un'ottica simile come digital planner, anche se generalmente appoggiato da uno staff stabilissimo e granitico :-). Mi capita per cose relativamente semplici come valutazioni, audit, assessment o per cose più complesse come la costruzione dell'ossatura di strategie digitali. Vengo attivato come risorsa e poi spento.

Mi sa proprio che vedo arrivare all'orizzonte anche da noi un modello di questo genere, con team a geometria variabile e persone chiave che lavorano (contemporaneamente?) per più agenzie, rimaneggiando pesantemente il concetto dei classici no-compete agreement.

Da capire se sarà un modello fatto all'inglese o all'italiana ;-)
Un modello organizzativo e di business che avrebbe conseguenze complesse. A me va bene fare il consulente e giocarmela, ma per molte persone questo potrebbe essere, se adottato su larga scala, un'ulteriore passo verso la precarietà permanente. O passare dall'essere "dipendenti" ad essere imprenditori di se' stessi. Cosa che non tutti se la sentono di fare.

Da capire poi, discussione che va avanti da anni, se i clienti sono pronti per un modello in cui persone e risorse chiave oggi ci sono in agenzia e magari domani non possono esserci, che lavorano oggi per te e domani per un concorrente...

Rimando comunque per approfondimenti su Co: a questo articolo di Marketing Week