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giovedì, dicembre 15, 2011

Il Marketplace dell'Alternative / Unconventional Marketing Italiano


Condivido con voi una cosa che mi hanno fatto vedere e che mi sembra interessante.

Ammandmore è una società italiana che sta mettendo su un serio marketplace in cui scoprire e comprare media alternativi. Per capirci un sito in cui si troveranno a bizzeffe offerte di strumenti non convenzionali di comunicazione.

Per ogni idea una scheda descrittiva e la possibilità di pianificare lo strumento (o, forse più spesso, avere il contatto con "l'editore" per costruire insieme un progetto).

 Si tratta di un marketplace, dove i fornitori di questi strumenti pubblicano la propria oferta e le aziende e/o le agenzie cercano soluzioni nuove, inaspettate, magari low cost. Dove si fa un self service della comunicazione, il che mi sembra un modo molto efficiente di lavorare (se si hanno gli skill).

La cosa interessante è che queso tool offre una panoramica abbastanza ampia di quelli che sono mezzi e strumenti poco convenzionali - magari la maggior parte delle cose sono delle idee / mezzi che abbiamo già visto, ma avere tutta questa compilation di strumenti sotto un unico tetto è secondo me utile quando ci si deve far venire un'idea, si cerca un ispirazione, si guarda cosa c'è di nuovo sotto il sole. 

Poi, IMHO, alcuni di questi media tanto alternativi non sono -  ma altri come le maniglie e le strisce dei parcheggi si qualificano a pieni voti come unconventional ;-). 

 Chiaro che il rischio è di cadere in uno sviluppo tattico dell'operazione piuttosto che strategico (inseguo la trovata e non il pensiero di come comunicare con il mio target); ma lì sta alla bravura del cliente e dell'agenzia sapere usare questo strumento nella maniera giusta. 

Interessante inoltre, vedere riemergere il concetto di marketplace... quante fantasie ci avevamo fatto, negli anni ruggenti di Internet fase 1... Da notare che si tratta del quarto marketplace di questo tipo esistente al mondo, dopo l’americano DOmedia.com, lo spagnolo Adpv.com e l’inglese getmemedia.co.uk

Come approfondimento vi copio/incollo parte della loro Press release: 

Da una parte aziende alla costante ricerca di metodi sempre più efficaci per raggiungere il target, senza sprechi; dall’altra consumatori sfuggenti, impermeabili, molto più connessi tra loro e più liberi di scegliere, anche solo le loro fonti di informazione. Al centro l’habitat naturale del consumatore: un universo fatto di strade, di palazzi, mezzi di trasporto, aree verdi, luoghi di attesa, stazioni, aeroporti, negozi, centri commerciali… 

(...)  Si chiamano Media Alternativi. Dai video in metropolitana, alle maniglie dei mezzi pubblici fino alle strisce dei parcheggi; ma anche sul sellino della bicicletta o sul posacenere fuori dai locali… basta ripercorrere il percorso di una giornata ed ecco che si presentano occasioni ‘alternative’ di attrarre l’attenzione del consumatore. 

In Italia AMMandmore.com è la nuova realtà che ha l’obiettivo di raccogliere e razionalizzare in un unico contenitore gli ‘editori’ alternativi in modo da presentare alle aziende o agenzie in cerca di innovazione un’offerta vasta e ‘certificata’ di proposte. 

I Media Alternativi: una crescita esponenziale
Sempre dalla Press Release qualche interessante numero sui Media Alternativi  (utile se dovete fare una tesi o una presentazione ;-) 

Una indagine di PQ Media, nota agenzia americana specializzata nel fornire metriche di utilizzo di media emergenti, ripresa anche dallo IAB in Italia (Interactive Advertising Bureau) ha messo in evidenza come il totale di spesa nei media alternativi ha avuto e avrà una crescita del 17,0% nel periodo 2007-2012, raggiungendo i 160,82 miliardi di $. In più la spesa nei media alternativi sarà il 26,6% del totale degli investimenti pubblicitari e di marketing degli Stati Uniti nel 2012. 

Sempre PQ media in una recente ricerca dedicata ai Media Alternativi intitolata ‘ Digital Media Out of Home forecast 2011-2015’ riporta come la crescita mondiale dell’uso di Media Alternativi Digitali nel 2010 sia stata del 16,3% mentre per la fine del 2011 raggiungerà il 16,9%. 


Reach Media Group prevede il ‘tipping point’ dei Media Alternativi, in versione digitale, entro l’anno 2011. Tra i motivi citati dal Reach Media Group per fare questa previsione, il movimento di 10 big spender in pubblicità in US, che negli ultimi mesi hanno tutti investito almeno un milione di € in Media Alternativi, e i trend di mercato: ci vogliono, infatti, circa 10 anni, secondo Reach Media Group, perché un settore di mercato giunga alla perfetta maturazione ed è giusto l’arco di tempo nel quale i Media Alternativi hanno operato fino ad oggi. 

 MagnaGlobal, altra Società di ricerca prevede una crescita dei Media Alternativi non digitali dell’8.3% entro il 2011, un investimento calcolato globalmente in 26,4 miliardi di €: la crescita più rapida in un anno rispetto a tutte le forme di advertising non ‘web based’ (e quindi tv, quotidiani, magazine, radio). 

L’americana Clear Channel, concessionaria di pubblicità specializzata in Outdoor, senza indagini questa volta, prevede che nel giro di 10 anni il 90% dell’advertising sarà digitale, in questo supportata da JCDecaux, che sottolinea come si tratterà prevalentemente di digital ‘non tradizionale’ quindi, alternativo trattandosi prevalentemente di ‘ambienti controllati’ ossia all’interno di centri commerciali, aeroporti, stazioni. 

martedì, ottobre 06, 2009

Polizia inglese usa l'interattività su YouTube per comunicare ai giovani


Lo so, lo so, questa sa un po' di fantascienza ma vi giuro che è vero.

In effetti, ve lo immaginate in questa nostra simpatica repubblichetta delle banane inciuciate la Polizia di Stato che comunica, bene,  con mezzi e approcci non convenzionali?

Questioni di cultura ma sopratutto di budget (in una nazione che invece di impiegare i soldi per comprare la benzina alle volanti a secco li usa per mettere minacciosi e visibilissimi soldati in mimetica e fucile d'assalto, stile stato sudamericano durante un colpo di stato) lo rendono di certo impossibile... allora tiriamo un sospirone e guardiamoci questo bell'esempio di quanto fatto in UK.

L'operazione "Choose a different ending" si basa su un filmato interattivo , in cui è l'utente a decidere lo svolgimento della storia e decidere se vivere o morire...

Il progetto - oltre ai banner - prevede l'uso di YouTube, di un clip online e di brevi filmati trasmessi via Blutooth nei cinema e il coinvolgimento dei blogger - il tutto per portare al Canale YouTube.

L'idea è di evitare che i giovanotti inglesi si prendano a coltellate. Da notare anche la buona qualità produttiva.

Interessante è l'uso (un filo primitivo ma tutto sommato efficace) di YouTube per costruire una certa interattività, delle storie ramificate il cui accesso avviene direttamente dal filmato che sta scorrendo (strada per altro già più volte percorsa da altri comunicatori). Su questo fronte si potrebbero fare robe interessanti.

Bellino ma che tristezza vedere cosa fanno i paesi evoluti... :-(



mercoledì, luglio 01, 2009

Consumer Engagement - una Case History da manuale...

Si fa un gran parlare di Consumer Engagement... ma le idee sono generalmente confuse e sopratutto è difficile trovare esempi calzanti e interessanti, sopratutto casi con una portata superiore al micro evento e alla microcosetta fatta sul proprio sitino.

Dato che ci sto lavorando e sono incappato in una buona case history, ho pensato fosse interessante condividere col mio stimato pubblico un caso secondo me molto stimolante (anche se non recentissimo, ma secndo me ancora perfettamente valido).

La CH è quella di Polaris, un'azienda che produce "Quad".

Secondo loro il punto di differenza e superiorità sul mercato è la loro maggiore resistenza, pensano di fare i quad più "tosti"... ma questo è un tasto su cui battono tutti.

Come fare per portare a casa la percezione che loro lo sono davvero? In un mercato dove i competitors hanno un budget venti volte speriore al loro?

Se il Quad è roba da veri uomini, allora, anche la comunicazione deve essere da veri uomini.

Probabilmente da qui l'ida di lanciare una sfida. Il Boss di Polaris ha pubblicamente sfidato a duello i CEO dei competitors, ognuno sul suo mezzo... e di qui ha preso l'avvio di una campagna di comunicazione non solo molto diventente, intrigante ed engaging per gli appassionati del mezzo (in inglese si chiama ATV) ma anche integrata e a 360 gradi.

Insomma, guardatevi il video, che trovate qui... e potete legere anche questo articolo...