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mercoledì, gennaio 21, 2015

Bello: sei tu il fotografo della prima pagina. Sul serio. Samsung.



Bella operazione promozionale di Samsung in Svizzera, che mette al centro le persone, le rende protagoniste... anche se non si vedono :-)

Già, perché se in genere si propone di diventare il testimonial, l'attore, di avere la tua foto in prima pagina, questa volta si propone di essere il fotografo (usando, virtualmente, un Galaxy Alpha) - la cui foto (di una bella modella) va in prima pagina.


Breve: un piccolo sito (molto ben studiato) simula una sessione fotografica in studio.

Con rapidità di riflessi, il giocatore dovrà catturare la migliore posa della supermodella Ronja Furrer (in realtà gli scatti possibili - ovvero il numero di frames in HD che si possono catturare sono circa 6300... più che abbastanza per beccarne uno buono :-)

Lo scatto migliore è poi finito in prima pagina del quotidiano 20 Minuten.


Ecco il video:




venerdì, giugno 21, 2013

La fine delle riviste "silenziose" - la rivista Juke Box :-) Ancora Billboard, Brasile. NFC

Oggi edizione speciale del mio blog tutta destinata a Billboard.
Bravi, fanno cose innovative :-)

Per continuare a differenziarsi, a emergere, a costruirsi una marca più forte e legata a valori di sorpresa, innovatività, unicità (etc) hanno pensato bene di includere un chip NFC in copertina.

Così, basta avvicinare il proprio smartphone... e parte la musica. Che non è solo rinchiusa nelle pagine del giornale, ma si sprigiona in modo transmediale, postmoderno atipicamente laqualunque, molto geek advertising.

Guardatevi il video qui sotto.


Acuto: rivista gratis solo per i veri fan

Billboard (la rivista) in Brasile.
I veri fan (degli artisti) meritano di leggere la rivista gratis.
Almeno questa è la loro opinione.

Per fare ciò che dicono, un distributore automatico del tutto particolare, posizionato in edicola:
la Billboard Fan Check Machine.

Basta collegare il proprio iPhone alla vending machine.

Questa fa un'analisi della musica che ci tieni dentro. Se hai 20 o più pezzi dell'artista ospitato sulla copertina della rivista... ce l'hai gratis :-)


Ecco il video (in brasiliano)

giovedì, maggio 23, 2013

Dare buca al lavoro, scientificamente: c'è un app.


Brasile.

Rivista di outdoor (Go Outside). Che ovviamente incentiva le persone a uscire, ad andare nella natura, ad avventurarsi.

Peccato che si debba anche lavorare, nella vita.


Ecco perché la rivista ha fatto sviluppare alla famosa Miami ad School una app (Day Off Generator - ma direi che è solo un concept...) che permette di pianificare scientificamente il salto del lavoro per ragioni personali, generando anche falsi status e check-in sui social a sostegno della storia.


Unico inconveniente: giustificare l'abbronzatura e l'aria sana quando si rientra.
Ecco il video.
   

giovedì, aprile 11, 2013

La pubblicità ti paga l'autostrada


Dal Brasile, Ford.


A fronte di una campagna pubblicitaria dal claim "Go Further", come far vivere il messaggio in modo impattante, unconventional e magari concreto?

Con un mailing in collaborazione con riviste automobilistiche. Ad una lista selezionata di indirizzi è stata inviata una copia della rivista.

All'interno un chip da applicare al parabrezza.

Con questo chip, un passaggio gratuito al "Telepass" locale.


sabato, marzo 09, 2013

Spam vince un premio. E fa terza edizione :-)

Come forse ricorderete, ho già parlato di Spam, la rivista (di carta) che materializza il meglio del web sulla carta, con robustissime dosi di realtà aumentata. E' un progetto che nella sua follia mi piace molto, quindi ne riparlo volentieri.

(Se non conoscete Spam, potete dare un occhio a questo mio post precedente).

E' disponibile (in punti di ritiro selezionati) il terzo numero :-)

E il progetto ha vinto un bando della Provincia di Mi "come start up di eccellenza milanese" per presentare il progetto a Barcellona ad un gruppo di investitori europei. 

Approfondimenti (dalla pres release)
SPAM MAGAZINE il free magazine che unisce carta e digitale in un nuovo media dalle straordinarie potenzialità.
SPAM è la prima e unica rivista gratuita completamente in Realtà Aumentata, da leggere in modo tradizionale oppure con il proprio smartphone o tablet, grazie all’app SPAM MAGAZINE,
scaricabile gratuitamente da AppleStore:
o da Google Play:



Grazie all’AR (Augmented Reality), con SPAM è possibile approfondire gli argomenti trattati, sia editoriali che commerciali, con video e foto, con link ad altri articoli e a shop online, con oggetti in 3D e illustrazioni animate. SPAM, di fatto, rende la carta “digitale”.

Il bimestrale, con una tiratura di 10.000 copie, è distribuito gratuitamente in 120 punti a Milano, selezionati tra musei, cinema, università, locali, ristoranti, negozi e biblioteche, con l’aggiunta di alcuni locali a Barcellona, Parigi, Londra e Berlino.
La rivista è sfogliabile e scaricabile, qualche settimana dopo l’uscita del cartaceo, anche sul sito www.spam-magazine.com o su www.issuu.com.

martedì, gennaio 10, 2012

Goodbye Apogeonline. Ma non starò certo zitto ;-)



Dopo qualcosa come sette (!) anni, si interrompe la mia collaborazione con Apogeo Online, il magazine che è stato in tutti questi anni uno dei punti di riferimento della cultura digitale italiana.

La scelta non è tanto mia quando della testata. Complice (credo) anche la crisi che rende tutto più difficile, l'editore ha comunicato una netta sterzata nella linea editoriale.

Se Apogeo online doveva rappresentare la presenza in rete della casa editrice Apogeo, nei suoi vari campi ed ambiti, da oggi sarà invece l'espressione di Apogeo Informatica. 

Di conseguenza Apogeonline si occuperà di "tecnologia praticata" (a supporto dei libri di tecnologia, software e simili, mi sembra di intuire). 


La webzine non pubblicherà dunque più articoli di approfondimento e di cultura come quelli attuali ma "segnaleremo cose in maniera più compatta e immediata, molto vicine alle tecnologie che poi insegniamo nei nostri libri ed ebook."

Peccato, si perde un pezzo importante della storia e della cultura digitale italiana; ma comunque mi sembra giusto che un editore (e quindi un'azienda) orienti i propri investimenti dove economicamente più utile per il proprio business.

Per quello che mi riguarda, questa è una linea editoriale dove non mi sembra possano trovare posto i miei contributi di marketing digitale, di comunicazione, di strategia.  Ergo, Goodbye, Adieux Apogeonline.

Questo non vuol dire però che stia zitto ;-)
Ci sentiamo tra un paio di settimane con una interessante novità. Su cui ricomincerò a pubblicare le cose che su Apogeo non avevano più posto. 

Stay Tuned.

lunedì, aprile 26, 2010

L’arte è la mano destra della natura. (E la pubblicità?)

Se l’arte è lo specchio della vita e l’advertising influenza la nostra vita, qual è la conclusione logica? Forse che una volta l’advertising era lo specchio dell’arte – ma ora non lo è più. O forse lo è in un modo diverso.

I legami tra advertising e arte sono (stati) molto forti. Toulouse-Lautrec arrotondava disegnando affiche per il Moulin Rouge,  i poster di Dudovich hanno un posto nel mio cuore. I Caroselli e le pubblicità del dopoguerra contenevano, a volte, gioielli artistici.

Ora, tutto questo non c’è più. Colpa di noi markettari, dei planner, dei Director, delle multinazionali e sopratutto del target. 
Target che ha smesso di comprare in modo romantico, facendosi sedurre da poetici messaggi commerciali. Dall’arte siamo passati all’advertising. Se l’arte è fatta per turbare, la scienza rassicura. (Georges Braque). E anche la pubblicità.

Oggi siamo più duri, razionali e molto più distratti. Senza una strategia, un posizionamento micrometrico i prodotti non si vendono più. Troppi spot meravigliosi abbiamo visto… di quelli che tutti si ricordano (ma senza ricordarsi la marca).

Chiaro, da una inossidabile strategia iper razionale, difficilmente escono pubblicità che stupiscono, anche se vendono, ed è questo in genere l’importante. Esistono però, fortunatamente, eccezioni, date un’occhiata a absolutad.com.

Eppure, tra marche ed arte, il feeling non è scomparso, né tra i pubblicitari ed arte (e non intendo solo la famosa collezione d’arte dei Saatchi).

Da un lato abbiamo tutta una serie di azioni “a favore dell’arte” condotte dalle marche. Azioni su un target culturalmente elevato? Scarico di utili attraverso operazioni fiscalmente deducibili? Creazione di pretesti di comunicazione e RP? 

Il mio lungo trekking sulla strada dell’advertising (camminando sulla carreggiata, ho sempre cercato di evitare il marciapiede) mi fa temere un po’ del cinismo di noi addetti ai lavori. Ma è giusto essere ottimisti e pensare che qualche mecenate ci sia, motivato verso una responsabilità sociale dell’azienda che proponga comunicazioni in grado di stimolare la mente e le coscienze. Facendo volare più alto il target e il fuori target.

D’altra parte l’arte è un boomerang, e se l’abbiamo cacciata dell’advertising è tornata dalla finestra e se ne è impadronita autonomamente, senza il permesso. Del resto arte e pubblicità hanno qualcosa in comune nel DNA… diceva Balzac “Chi dice arte, dice menzogna”, proprio ciò di cui accusano in troppi noi pubblicitari.

Mi viene un altro pensiero.
Nel Medio Evo e oltre, Chiese e Palazzi erano – come sapete – dei media. In una società analfabeta, pittura e la scultura erano i mezzi più d’impatto per trasferire messaggi, emozioni, stimoli, brand image della casata o della congregazione religiosa. E molti andavano in chiesa per l’arte più forse che per la funzione. Così come noi, a volte, ci troviamo in situazioni in cui l’advertising ha un valore estetico e di interesse ben superiore al programma che interrompe (o che la interrompe?).

Eventi troppo rari purtroppo, la maggior parte delle comunicazioni non riesce a bucare il mio disinteresse e quello di molti altri fruitori di media. Non sempre la qualità è alta (anche se i brief sono impeccabili, e li si vede bene nella filigrana del comunicato) e si capisce perché altre forme di comunicazione stiano mordendo alle caviglie, come un branco di lupi siberiani, la pubblicità classica che non si dà un colpo d’ala..

Aspettate, sto forse dicendo che la pubblicità è il nuovo affresco? Che pensiero azzardato mi sono permesso. Martirizzatemi pure ma, a posteriori, non immortalate il mio martirio in un quadro; preferisco uno spot.

(Articolo originariamente pubblicato su ADV, per gentile concessione dell'editore...dato che questo articolo non è mai stato reso disponibile online ma solo sull'edizione cartacea della rivista, abbiamo pensato fosse utile renderlo più ampiamente fruibile al popolo della rete...;-)