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venerdì, aprile 10, 2015

Smartwatch: arriva (ovvio) l'app di KLM


E torniamo a parlare anche oggi di linee aeree...

Prepariamoci: è totalmente ovvio che nei prossimi mesi assisteremo alle marche scatenarsi nello sviluppo di app per gli smartwatch.

Ogni volta che arriva una nuova piattaforma, c'è sempre qualcuno che cerca di essere fra i primi a sviluppare, se non altro per assicurarsi un po' di notorietà, creare una notizia che permetta di far parlare di una marca/prodotto - di cui magari non ci sarebbe altrimenti molto da dire.

Nella logica del PR stunt (ma anche in quella della marca molto attenta alla comunicazione e molto, molto attiva su unconventional e digital) segnaliamo l'arrivo dell'app di KLM per Android Smartwatch.

Il concetto dell'app è di dare servizio attraverso l'informazione, offrendo ai viaggiatori, sul device probabilmente più "a portata di mano" che esiste, aggiornamenti e info sul proprio volo.

I dettagli del volo? sull'orologio.

Ricordarti che parti? ci pensa l'orologio (se proprio sei uno distratto...)

La carta d'imbarco? sull'orologio.

Entri in aeroporto? L'orologio se ne accorge, e ti informa di qual è il gate di imbarco e a che ora è previsto e qual è il tuo posto a bordo. Un'ora prima dell'imbarco, come per magia, la carta di imbarco di appare al polso, e basterà passare l'orologio al gate.

E se fai fatica a trovare il gate, lo smartwatch funziona da navigatore e ti ci porta.

Approfondimento: 

Potete scaricare l'app qui: 




venerdì, luglio 25, 2014

Chiudiamo in bellezza: hanno combinato un casino... Holiday Spam :-)


Chiudiamo questa faticosa settimana con un post leggero, su un caso di comunicazione intelligente e bello.

Brillante operazione di Three (UK) per comunicare l'azzeramento dei costi di roaming per i propri clienti.

Cioè, pensavano di far bene, poi si sono resi conto di aver combinato un casino :-)))

Non vi anticipo nulla per non rovinarvi la sorpresa: guardate questo link:



Grazie a Jacopo per la segnalazione ;-)

giovedì, marzo 06, 2014

Grandi.Vending machine invisibile. Da Coca Cola

Prosegue la serie di attività di comunicazione di Coca-Cola basate sulle vending machine, di cui ho spesso parlato.

Questa volta l'idea è di avere una vending machine visibile solo alle coppie. Per San Valentino.

Gran bella idea e bell'allestimento.
Guardate il video qui sotto.
Per vedere le altre case history, fate un search su questo blog, per "vending machine"
Enjoy :-)


lunedì, febbraio 10, 2014

Il 17/2 alle 11.30 sono alla Social Media Week



OK, finalmente è stata ufficializzata la mia partecipazione alla Social Media Week.

17 Febbraio, ore 11.30 

Galleria Vittorio Emanuele II (Urban Center)Galleria Vittorio Emanuele II 11/12 
Milano

Titolo dell'intervento: "Se non sapete cosa fare, usate i gattini. Provocazioni, dubbi, poche risposte"

Il tema è di fare una riflessione critica su chi c'è davvero oggi in rete e sui social. Come sono fatti e come dobbiamo attrezzarci strategicamente per comunicare con loro. Abbandonando snobismi e visioni non oggettive...

Se interessa... iscrivetevi qui:

giovedì, giugno 13, 2013

Download: Internet Trends


Una bella presentazione ricca di dati da KCPB.

Interessante il pezzo su mobile, wearable computing, everywhereable...

2013 Internet Trends
The latest edition of the annual Internet Trends report finds continued robust online growth.

 There are now 2.4 billion Internet users around the world, and the total continues to grow apace.

Mobile usage is expanding rapidly, while the mobile advertising opportunity remains largely untapped.

The report reviews the shifting online landscape, which has become more social and content rich, with expanded use of photos, video and audio.

Looking ahead, the report finds early signs of growth for wearable computing devices, like glasses, connected wrist bands and watches – and the emergence of connected cars, drones and other new platforms.





mercoledì, giugno 12, 2013

Da Nobel: Free WiFi per Scarabeo :-)


Bellissima pensata.
Per Scarabeo. (Che tra l'altro ha una bella app pensata - giustamente - per fare concorrenza a Ruzzle... permettendo di giocare anche online e con "sconosciuti" la trovate qui per iOS e qui per Android)

Scarabeo, o meglio Scrabble, regala a parti di Parigi una bella rete WiFi gratuita.

Il bidone? Beh, bisogna inserire una password per accedere.

Avete già capito.


Invece della password, compaiono sul display una serie di tesserine dello Scarabeo. Da usare per comporre una parola e sottoporla come password.

La genialata è che più è alto il punteggio Scarabeo della parola, più tempo di connessione gratuita si vince :-)
E, ovviamente, tutto viene diffuso e amplificato sui social...

Ecco il video:



Scrabble WiFi - Case Study from Ogilvy Paris on Vimeo.

venerdì, aprile 12, 2013

Fai un break. Senza Wi-fi. Kit Kat WiFi Free zone.


Have a Break è l'ormai storico claim di Kit Kat.

Un trend assolutamente evidente in comunicazione, specie quella unconventional, ambient è quello di far vivere in concreto il claim, con dimostrazioni dirette (come nel caso di Ford in Brasile).

Kit Kat ha fatto un ragionamento strategico. Avere un break, sì, ma da cosa? Ad esempio dall'iperconnettività, che ci stimola / porta / obbliga ad essere sempre connessi e quindi a non staccare mai.

Ecco allora che lo snack ha realizzato in Olanda delle zone dove, per un raggio di qualche metro, il segnale WiFi è bloccato, quindi non ci sono storie: non ci si può connettere, si può fare un break. E generare buzz.

martedì, aprile 17, 2012

Report Social Media Italia - Retail

Vi segnalo l'uscita della sezione dedicata al Retail dell’Osservatorio “Brands & Social Media. Osservatorio su 100 aziende e la comunicazione sui social media in Italia”.

Mi sembra interessante per fare un po' di benchmarking e capire chi fa bene (e quindi da copiare con intelligenza).

Ovviamente poi sarebbe ancora più interessante andare ad analizzare i risultati ottenuti... ma quella è cosa molto più complicata e delicata ;-)

Leader della classifica è Ikea. Il brand svedese conquista il vertice attuando una strategia di comunicazione multipiattaforma intensiva (utilizza infatti Facebook, Twitter e YouTube mentre non ha un blog per il mercato italiano) in cui spiccano gli elevati tassi di interazione degli utenti ai contenuti pubblicati dall’azienda. I primi cinque gradini della classifica sono occupati dopo Ikea da, Media World, La Feltrinelli, Euronics e Fnac. Si tratta di aziende che attuano una strategia analoga a quella di Ikea pur senza raggiungere i medesimi risultati.


Allego sintesi del comunicato stampa e l'infografica.

Ecco il link per ulteriori informazioni.

“Brands & Social Media. Osservatorio su 100 aziende e la comunicazione sui
social media in Italia” relativo al settore “Retail”. Nel report vengono analizzate le attività di
comunicazione corporate sui social media di venti catene di negozi attive a livello nazionale e che
vendono prodotti afferenti a diverse categorie merceologiche (abbigliamento, abbigliamento
sportivo, editoria & multimedia, consumer electronics e bricolage & arredamento).

La ricerca ha permesso di stilare una classifica delle aziende selezionate che hanno attivato
forme di comunicazione sui social media. I criteri di redazione della classifica tengono conto sia
dell’investimento in termini di comunicazione (come ad esempio la frequenza di
aggiornamento dei profili e la loro personalizzazione), sia dell’interazione degli utenti (come
attestano il numero di commenti e di like ai wall post su Facebook o i retweets su Twitter). In
questo modo sono state valorizzate sia le strategie comunicative aziendali di tipo multi-piattaforma
sia quelle mono-piattaforma che utilizzano in modo intensivo soltanto uno o due strumenti di social
communication.

In continuità con il report precedente, dal punto di vista delle piattaforme si assiste al
consolidamento di Twitter e YouTube accanto alla presenza stabile di Facebook che appare
ormai un punto di passaggio obbligato per le aziende che vogliono comunicare sui social media.
Delle venti aziende selezionate quattordici, infatti, risultano attive sui social media per il mercato
italiano. Di queste, tredici hanno una pagina su Facebook, undici un profilo su Twitter e altrettante
su YouTube.  

Nel mercato italiano risultano, quindi, più attivi i settori arredamento & bricolage, editoria &
multimedia, consumer electronics, mentre il settore abbigliamento si concentra maggiormente
sul mercato internazionale e quello dell’abbigliamento sportivo si ritaglia una visibilità più contenuta
puntando comunque a presidiare tutti i social network.

Un dato in controtendenza è la presenza di diversi blog aziendali, attivati da quattro aziende
(BricoCenter, United Colors of Benetton, Fnac e La Feltrinelli) utili a veicolare contenuti in modo
più descrittivo rispetto al sito o ai social network anche se non appaiono movimentanti altrettanto
intensivamente come questi ultimi.

“Il settore Retail è fortemente attivo nella comunicazione al consumatore e si riscontra un
considerevole investimento sui social media. La ripresa del blog e il consolidamento di Twitter e
YouTube fanno pensare al fatto che le aziende abbiano compreso sia le specificità di ciascun
social media sia la necessità di presidiarli con linguaggi e contenuti propri. I dati molto positivi
relativi all’interazione degli utenti fa percepire anche una diffusione sempre più ampia dell’utilizzo
dei social media nella popolazione italiana che sta imparando a relazionarsi con le aziende di
riferimento anche attraverso questi canali”, commenta Fausto Colombo, direttore di OssCom.

“Il settore Retail – aggiunge Nicolò Michetti, Amministratore Delegato di Digital PR - è uno dei più
vari e vivi tra quelli finora analizzati. La sfida delle aziende che operano in questo comparto è
utilizzare i social media non solo in termini di branding, attraendo e fidelizzando i consumatori, ma
anche per ingaggiare in modo proattivo gli utenti, stimolandoli a contribuire, e per supportare la
presenza sul territorio indirizzandoli sui punti vendita. Le aziende italiane stanno raccogliendo la
sfida, con risultati talvolta eccezionali e con un impegno che non possiamo fare a meno di
incoraggiare”.

L'executive summary e l'infografica riassuntiva dei principali risultati del rapporto di ricerca sono





giovedì, marzo 29, 2012

Se vi piace la fantascienza dovete dargli dei soldi :-)

Segnalo questo progetto digitale, a mio avviso molto interessante sotto diversi fronti.

Si chiama "Singularity" ed è un progetto che su Kickstarter ha già raccolto più del doppio del suo obiettivo (e qualche dollaro è anche mio).

La loro idea è di salvare dall'oblio gli zilioni di libri di fantascienza negli anni pubblicati e poi spariti. Il che è un casino non tanto sul fonte di trovarli, digitalizzarli etc, ma soprattutto di capire di chi accidenti sono adesso i diritti.

Pubblicando un libro al mese, a costo zero o comunque a costo molto contenuto. Ma da qui allargarsi ad uno shop online di libri d'antiquariato e tutta una serie di altre fonti di revenue, direi.

Al di là del progetto in se' val la pena dare un'occhiata al modello.

E se vi piace la fantascienza potete ancora dargli qualche dollaro - in cambio avrete ebooks gratuiti e la loro gratitudine eterna.


http://www.kickstarter.com/projects/singularityco/singularity-and-co/posts

martedì, luglio 05, 2011

Social Media: chi lo fa meglio? (Osservatorio, scaricabile)

Una esplorazione ed una valutazione di chi e come comunica sui Social Media in Italia: in sintesi è il senso della ricerca “ Brands & Social Media.Osservatorio su 100 aziende e la comunicazione sui social media in Italia”, prodotta da Università Cattolica e Digital PR.

"Per capire meglio l’utilizzo di tali strumenti da parte delle aziende sul mercato italiano è stato costituito l’Osservatorio Brands & Social Media su 100 aziende operanti sui social media in Italia. Sono stati considerati nell’analisi corporate blog , pagine Facebook aziendali, account Twitter e canali Youtube

Le 100 aziende sono state selezionate fra le più rilevanti per il mercato italiano in cinque settori : Consumer Electronics , Automobili , Banche/Assicurazioni , Retail/Grande Distribuzione e Servizi ."

Il primo report è relativo al settore Consumer Electronics che comprende 20 aziende attive nella produzione di personal computer, telefoni cellulari, macchine fotografiche, televisori, stampanti e consolle per il gioco.

Potete visualizzare l’infografica relativa al settore Consumer Electronics cliccando qui

E potete anche leggere l’executive summary della ricerca cliccando qui.

lunedì, maggio 23, 2011

Come Seth Godin ha fatto i soldi regalando un libro...

Dunque... chi mi conosce un po' sa quanto sia (e sia sempre stato) vocalmente allergico all'entusiasmo verso i "nuovi paradigmi", verso la funky economy, verso la Free Economy, verso la New Economy... (poi, negli ani, un po' di previsioni sbagliate le ho fatte anch'io e di cose che a posteriori si sono rivelate discutibili le ho scritte anch'io, come tutti).

A me continua a non tornare il conto di un po' di cose, che hanno rialzato la testa come se la lezione del 2000, in cui scoppio la bolla Internet perché giravano tante parole ma pochi soldi.

Però, bisogna ammettere che Internet ha cambiato un po' di cose nell'economia. Ha messo in difficoltà certi mercati e ne ha inventati altri. Ha cambiato delle regole del gioco. Ad esempio nell'editoria.

Quindi, pur evitando di entusiasmarmi e di credere che dobbiamo (già?) buttar via l'economia classica, mi piace segnalare questa intervistina con Seth Godin, che racconta del suo libro "Unleashing the ideavirus" - e come ha venduto milioni di copie iniziando a regalarlo.

Di certo non è da tutti, come sanno tanti di quelli che ci hanno provato seguendo il suo esempio. Un po' di riflessioni da fare, specialmente sull'incertezza di un mondo dove uno fa una cosa e chi fa la stessa ha risultati diversi.

Capite perché mi piace poco insegnare usando le Case Histories? Se presentassi questa come Case e gli allievi provassero a fare la stessa cosa (ora), sicuro che non tirerebbero su una lira... vabbè, vedetevi il video che è breve e interessante.

BTW questo video è uno dei trailer di PressPausePlay, "a film about hope, fear and digital culture", che si preanuncia interessante - a meno che non sia il solito discorso di paradigmi scoppiati e di modelli di business dove non si capisce come alla fine del mese riesci a pagare l'affitto...;-)


sabato, luglio 24, 2010

Da Nike l'applicazione per iPhone che ti motiva


Piccolo post creativo del sabato, anche per rivitalizzare un po' il blog, che ha sofferto parecchio del mio impegno lavorativo di queste settimane su CityLife.

In pratica Nike Boom è un app per iPhone che non solo permette di settarsi la playlist più indicata per il tipo di sport per cui ci si allena, ma spara in cuffia messaggi motivazionali da parte dei "best in the game".
Operazione di branding che lega Nike alle performance, al superamento dei propri limiti, al "Just do it".

Nike BOOM syncs your music to your dynamic training workouts, with your sport's most elite athletes and coaches motivating you along the way. First you choose your sport, then your type of training-such as intervals-then set the amount of time you have and the playlist you want to listen to.


Throughout your workout you'll get blasts of motivation from the best in the game, pushing you to drive harder and keep your eyes on the prize. All while listening to your favorite beats. You can even alert your Facebook friends when you’re using BOOM and get cheers of encouragement from them in real time.

martedì, maggio 04, 2010

Gadget e regalini: vale la pena di metterli nel sito?



I piccoli regali, digitali e non, servono? Cosa ne pensa il nostro target?

Gadgets, Download, tools, freebies, goodies... in molti siti, si trovano degli oggettini scaricabili. Una specie di piccolo dono che l'azienda fa ai propri utenti. 
Un dono certamente interessato, ovvio, ed un regalo che comunque all'azienda costa sempre qualche soldo far realizzare. 

Ma ne vale la pena? E' il caso di fare questi "regalini"? Servono? Oppure a volte ci fanno persino fare brutta figura? 

Ne parlo nella mia nuova puntata del corso di e-marketing per corrispondenza (per PMI e non addetti ai lavori) ospitato dal sito di EuroGroup.
Se vi interessa, lo potete leggere qui.

venerdì, dicembre 18, 2009

Vevo, le major riprovano a comprendere la rete



YouTube e tre majors musicali lanciano un portale video musicale per affrancarsi dagli intermediari e fare soldi online. Ne saranno – soprattutto culturalmente – capaci? I dati di partenza sono interessanti, i numeri sono potenzialmente robusti... ma...

Rifletto su questo tema nel mio articolo settimanale per Apogeo, che potete leggere qui

martedì, novembre 24, 2009

De Agostini sbarca sull'iPhone.



Un altro editore sbarca sulla piattaforma iPhone: si tratta di de Agostini che, all'interno del suo ricchissimo catalogo ha scelto di entrare con le fiabe.
Al momento si tratta di una applicazione interattiva per ascoltare le fiabe, con quattro titoli disponibili.
Riprendo dal lancio stampa:
“Fiabe da ascoltare - spiegano dalla casa editrice novarese -, da vedere e con cui giocare in modo interattivo: ogni storia è infatti raccontata a più voci e accompagnata da musiche e suoni, illustrazioni ed effetti di animazione ideati e realizzati per stimolare l’immaginazione del bambino. Con le audiofiabeDe Agostini si può anche giocare: basta scuotere l’iPhone(funzione “shake”) per scomporre e ricomporre le parole e ascoltare le fiabe visualizzando diverse animazioni”.
L’applicazione “Audiofiabe” è disponibile al prezzo di 2,39 Euro su App Store.
Un commento: sicuramente oggi per un editore è sempre più difficile ignorare le nuove piattaforme digitali e sopratutto i nuovi device, nella speranza che iPhone, ereader etc permettano di riprendere quel controllo sul contenuto che la cultura del "free" del web (dalla difficile monetizzazione per molte aziende) ha messo in crisi - in un momento dove è cruciale fare revenue per mantenere in piedi testate e aziende...

lunedì, settembre 07, 2009

Due schermi is meglio che one. E per gli editori?

Da Asus un annuncio molto interessante.

Un nuovo device, evoluzione dell'e-book reader - che ha la caratteristica di avere due schermi.

Con una materialità, un "form factor" molto più vicino a quello che oggi hanno libri... e giornali. Anche se, dalla fotina non si capisce, per funzionare davvero dovrebbe essere un oggetto che si possa tenere comodamente in mano... diciamo come una rivista mensile.

Al di là del fatto di capire come funzionerà l'oggetto "Eee-Reader" (non dimentichiamoci che Asus ha un buon track record in termini di innovazione, avendo inventato i netbook, sostanzialmente), c'è da pensare a quello che potrebbe essere l'impatto sui consumer.

In effetti io sono abituato a leggere molto sul PC, ma non libri. Pubblicazioni e news più che altro li leggo sull'iPhone, perché mi viene comodo mentre sono in metropolitana, o in viaggio, per tenere lo schermo ad altezza occhi etc etc

Questo gadget potrebbe essere una ottima alternativa... ma dipende anche quanto costa (purtroppo i prezzi del Kindle, tanto per dirne una, sono un po' fuori dalla mia portata psicologica - ovvero non caccerei tutti quei soldi per quella roba li).

Da quello che però ho letto in giro (ovviamente non sul loro sito :-( ) si parla però di un obiettivo attorno a poco più di 100 Euro.
A quel prezzo li' ne compro due.

A quanto si dice dovrebbe essere prossimamente lanciato in UK (scommettiamo che sarà pronto per Natale? O almeno dovrebbe).

A questo punto si aprirebbero interessanti prospettive per il mercato dell'editoria digitale e dei periodici... coniugando la fisicità di un supporto che richiama le abitudini e l'ergonomia tradizionali, con i vantaggi dell' e-editoria.

Da capire in primis come sarà lo schermo (e il peso) e sopratutto quali modelli di business potrebbe supportare per gli editori, che sembrano inevitabilmente orientati a trovare una strada di pay per content per i loro prodotti, come strada complementare ad un "free" che con la crisi della pubblicità permette sempre meno di pagare i giornalisti e gli altri costi.

Come ha fatto La Stampa, associare un device ad un content...chissà.

venerdì, luglio 17, 2009

Pago di più se mi dai di meno (content)


Chris Anderson - quello della "coda lunga" ha appena rilasciato il suo nuovo libro ("Free") in forma di audiobook.

Interessante il modello di pagamento: la versione completa, quella con tutto il content, è scaricabile gratuitamente (e la trovate qui). Sempre a questo indirizzo trovate il libro in versione "slide show".

A pagamento, invece, la versione tagliata al modico prezzo di 7,49 dollari.

Perfetta applicazione del principio "pago l'informazione se mi da' valore aggiunto rispetto alla versione gratuita."

(chiaro, no? La versione completa dura 6 ore, quella tagliata, con solo l'essenziale -spero - solo 3).

Io ho scaricato la versione gratuita, dato che oggi c'ho proprio un bel 6 ore di macchina da fare, abbondanti. Ma trovo l'idea di farmi un sunto togliendo i bla bla più o meno inutili molto ineressante - al punto che potrei anche pagarla....se potessi fare invece un viaggio in treno di un'ora o poco più.

Del resto sono anni che circolano le versioni "condensate" dei libri; se mi facevano schifo quelle dei romanzi (che faceva Selezione del Reader's Digest), trovavo più accettabili quelle dei libri di management - libri spesso che si basavano su un'idea di poche righe ma che per poter far pagare il contenuto devono forzatamente, almeno nella prima edizione, impacchettarlo in un libro di tante pagine, perchè comunque la size impression conta e si paga il peso, spesso, più che il valore...

(da una segnalazione di Howard Liptzin)

venerdì, aprile 24, 2009

Tira un’aria di pay per content…

Che cosa succede se scoppia il modello free basato sulla pubblicità? E se si tenta di passa al pay per content ma la gente non ci sta? 

Una provocazione, lo spunto per una polemica, un tentativo di discussione costruttiva...

Un tentativo di immaginare degli scenari in merito a dove rischiamo di andare - il mio nuovo perzzo per Apogeo che potete leggere a questo indirizzo...